Anna Lisa Ghirardi
DOMANDE
- Generalità (nome, cognome, età, professione ect.)
- Collaborazioni (principali collaborazioni, mostre ect.)
- Il tuo miglior pregio
- Il tuo peggior difetto
- Qual è il collega che stimi di più?
- E quello che ritieni meno interessante?
- Fammi tre nomi di artisti che ritieni in questo momento fra i più interessati
- La galleria, il museo o l’istituzione al top della tua classifica personale?
- Ed il fanalino di coda?
- Moderno o contemporaneo?
- Il ruolo del web nel mondo dell’arte
- Progetti importanti per il futuro
- Sogno nel cassetto
- Ricetta salva/crisi
- Una tua confessione (quello che nessuno sa di te)
RISPOSTE
Ho iniziato a dedicarmi all’organizzazione di mostre nel 2000, quando ho intrapreso una collaborazione con la Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani” di Gardone Riviera per la realizzazione di mostre a tema dannunziano allestite presso la Biblioteca di via Senato a Milano, il Museo del Corso di Roma, la Palazzina delle Arti e il Centro Allende di La Spezia e il Museé d'Orsay di Parigi. Tra le successive e significative collaborazioni, quella con il critico Mauro Corradini per la realizzazione di un ciclo di esposizioni dedicate alla scultura bresciana, presentate nella suggestiva sede di villa Mazzotti a Chiari, e quella con i Civici Musei di Brescia in qualità di consulente scientifico per il patrimonio artistico dei secoli XIX e XXI.
Dal 2006 ad oggi ho curato una quarantina di mostre, personali e collettive, collaborando con enti pubblici e gallerie private. Tra gli artisti contemporanei di cui mi sono occupata: Alberto Castelli, Sonia Ceccotti, Rudy Cremonini, Marco Demis, Angela Corti, Paul Beel, Giuseppe Bergomi, Angelo Bellobono, Stefano Bombardieri, Angelo Bordonari, Linda Carrara, Maurizio Cariati, Jacopo Casadei, Tullio Cattaneo, Vania Comoretti, Fulvio Di Piazza, Ettore Frani, Michelangelo Galliani, Franca Ghitti, Marcello Gobbi, Gabriella Goffi, Alberto Goglio, Claus Laus, Federico Lombardo, Elena Monzo, Luciano Pea, Andrea Riga, Camilla Rossi, Mario Salina, Nicola Samorì, Marco Tancredi, Igor Verrilli, Livio Scarpella, Giulio Zanet, Fernando Zucchi,…
L’impulsività.
Stimo più di uno storico e/o critico dell’arte, tra questi Lorenzo Canova, Marco Meneguzzo, Elena Pontiggia. Guardo inoltre con interesse anche ad alcuni giovani critici, in particolare quei colleghi che si muovono con passione e professionalità nel panorama contemporaneo, nonostante le difficoltà economiche di questi ultimi anni.
Non stimo le “prime donne”, incapaci di collaborare e di riconoscere i propri limiti, ma di questi preferisco non occuparmene.
Tre nomi sono davvero pochi, faccio pertanto una scelta da storico dell’arte, citando tre artisti internazionali che hanno già segnato indiscutibilmente l’arte contemporanea e che hanno tracciato percorsi ben distinti: Marina Abramović, Christian Boltanski, Anish Kapoor. La mia attenzione professionale è però rivolta a molti artisti, talvolta anche giovani e non necessariamente noti ad un largo pubblico. Di questi ti ho già fatto qualche nome, ma ti assicuro che, fortunatamente, trovo linfa anche in molti altri, con i quali ho in progetto di collaborare.
Amo visitare musei, esposizioni, ma anche luoghi dove l’arte prende forma, quali studi di artisti, laboratori, fonderie, metto quindi al top intere città, in cui l’arte vive dentro e fuori dai musei/gallerie: New York, Londra, Berlino e, nel contesto del nostro Paese: Milano, Roma e una piccola, ma vivace realtà, come Pietrasanta.
Tutte i contesti che optano per scelte artistiche esclusivamente commerciali e di facile fruizione.
La grande arte del passato, sebbene sia inscindibilmente legata alla sua epoca, ha la capacità di essere immortale, pertanto è contemporanea.
Un’opera, inoltre, per essere un capolavoro deve aver fagocitato il suo passato. Mi piace quindi l’idea di una matrioska, che contiene in sé il corso del tempo.
Indispensabile. Elimina le distanze fisiche, agevola la celerità della comunicazione, permette di spaziare in luoghi e in contesti lontani, rende inoltre possibile la conoscenza di giovani artisti e di realtà minori. Resta però indiscutibile che il lavoro di confronto con l’opera si debba svolgere fuori dalla realtà virtuale, a meno che l’opera d’arte in questione non sia connaturata alla medesima realtà, nell’ambito della materialità concreta, dove l’opera ha la sua giusta collocazione.
Molti, ma dato che “del doman non v’è certezza” preferisco parlartene appena ho gli inviti in mano.
Trovare la pietra filosofale: se posso sognare, preferisco che le mie tensioni puntino in alto J.
Perseverare ed essere sempre pronti a rinnovarsi.
Io sono un libro aperto, alcune pagine però le custodisco.
Per vedere le altre "Carte di Identità....
vai su:
Nessun commento:
Posta un commento