RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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venerdì 9 settembre 2016

AGOSTINO ARRIVABENE - ANASTASIS a cura di Alberto Mattia Martini e Gianfranco Ferlisi

Si è inaugurata lo scorso 7 settembre alla Casa del Mantegna la personale di Agostino Arrivabene ANASTASIS...



MANTOVA 
CASA DEL MANTEGNA 
7 SETTEMBRE AL 2 OTTOBRE 2016
LA MOSTRA DI
AGOSTINO ARRIVABENE
ANASTASIS



Dal 7 settembre al 2 ottobre 2016, la Casa del Mantegna di Mantova ospita Anastasis, la personale di Agostino Arrivabene.


L’esposizione, che si apre in contemporanea con l’inaugurazione del Festivaletteratura 2016, è curata da Alberto Mattia Martini e Gianfranco Ferlisi, organizzata dalla Provincia di Mantova - Assessorato alle Politiche Culturali, ai Saperi e alle Identità dei territori, e propone 35 opere in grado di ripercorre il lavoro recente dell’artista cremonese, dal 2010 a oggi.


L’Anastasis rimanda a un tema iconografico dell’arte bizantina e raffigura la Resurrezione di Cristo e la sua discesa agli inferi per recuperare le anime di Adamo ed Eva. Una rappresentazione che richiama il viaggio di Orfeo - qui raffigurato in un dipinto del 1994 - e sul quale riecheggia la rilettura paleocristiana del mitico cantore, visto come prefigurazione della morte e della resurrezione di Cristo. Per le prime comunità evangeliche, infatti, la simbologia di Orfeo con la cetra veniva interpretata come immagine cristologica in riferimento al Salvatore che vince sulla natura.


Come sottolinea Francesca Zaltieri, vicepresidente della Provincia di Mantova, “la mostra di Agostino Arrivabene approfondisce e mette a fuoco un percorso estetico che si caratterizza per immagini di matrice classica rilette in chiave contemporanea. […] L’ispirazione si traduce in dipinti dai quali emerge un’attenzione felice verso ciò che è sacro. Oli su tela raffinatissimi riaffermano l’identità di questo pittore di valore europeo che da sempre affianca affascinanti rimandi al mondo mitologico e letterario e a una grande attenzione alla costruzione dell’opera, anche a livello tecnico”.


La rassegna esprime un forte sentimento della contemporaneità, che risponde all’impegno di partecipare allo sforzo collettivo di contributi che vede, in questo 2016, Mantova Capitale italiana della Cultura.


All’interno del percorso espositivo, Agostino Arrivabene dialogherà con il Cristo morto, il capolavorodi Andrea Mantegna, attraverso la citazione di due artisti contemporanei, come Carlo Fabre e Alessandra Borsetti Venier che, negli anni Novanta crearono una vera e propria sinergia sul tema, dando origine a una serie di scatti fotografici che rileggevano in chiave contemporanea il dramma della morte del Cristo.


Arrivabene, con un suo personale intervento di manipolazione delle forme fotografiche del duo Fabre-Borsetti Venier e del dipinto di Andrea Mantegna, intraprende un lavoro di deformazione dei corpi. Quello che ne risulta è un monumentale dipinto - Resurrezione - e un trittico in cui rivela le fasi metamorfiche del corpo che da carne, si muta in corpo glorioso.


Lungo il percorso espositivo, si incontrerà un dialogo mistico di grande suggestione tra le figure del Messia, di Maria e degli ‘angeli del versamento’, ovvero le figure angeliche solcate del sangue divino, oltre a una serie di opere con richiami ai codici del Rinascimento e rimandi alle sperimentazioni più attuali. Una Pietas velata e rivestita in foglia oro, ad esempio, ricostruirà il maphorion, il velo delle vergini consacrate.


Nella rassegna, sono molteplici gli evidenti contrasti e le distanze temporali che parlano del mistero del «Sacro sangue» che, proprio a Mantova, per antica devozione, viene venerato come reliquia sacra e che Agostino Arrivabene reinterpreta nel dipinto, Ecce Homo, in cui il sangue versato rivela le arboree tumefazioni delle stigmate.


Accompagna la mostra un catalogo stampato da Publipaolini, Mantova, con un’introduzione di Francesca Zaltieri e testi dei curatori.


Note biografiche
Agostino Arrivabene nasce a Rivolta d'Adda (CR) nel 1967. Diplomato all'accademia di Brera di Milano. negli anni della formazione da autodidatta, l'artista riscopre e fa sue molte delle tecniche pittoriche tradizionali (ad es. la preparazione artigianale dei colori). Principali mostre personali (selezione): “Hierogamy”, Cara Gallery, New York, 2016; “Anabasis”, Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo (RV),2015; “Vesperbild”, Galleria Giovanni Bonelli, Milano, 2014; “To pathei Mathos”, Panorama Museum, Bad Frankenhausen, 2013.


Mantova, luglio 2016


AGOSTINO ARRIVABENE. Anastasis
Mantova, Casa del Mantegna (via Acerbi, 47)
7 settembre - 2 ottobre 2016


Inaugurazione: mercoledì 7 settembre, ore 18.30


Orari:
Mattino: da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 12.30
Pomeriggio: giovedì, dalle 15.00 alle 17.00; venerdì, sabato e domenica: dalle 15.00 alle18.00


Ingresso libero


Informazioni:
tel. +39 0376 360506 - +39 0376 432432
fax +39 0376 326685 -fax +39 0376 432433
mail: casadelmantegna@provincia.mantova.it - info@turismo.mantova.it
www.casadelmantegna.it; www.turismo.mantova.it



Uffici stampa:

Provincia di Mantova - Ufficio stampa e comunicazione
Alessandra Ferrari
Tel. +39 0376 204322; alessandra.ferrari@provincia.mantova.it


CLP Relazioni Pubbliche
Francesco Sala, tel. 02 36 755 700
francesco.sala@clponline.it; www.clponline.it


Comunicato stampa e immagini su www.clponline.it

sabato 30 maggio 2015

Viaggio al termine della notte a cura di Alberto Mattia Martini

Anche Thomas Berra in questa collettiva curata da Alberto Mattia Martini a Bologna...



Viaggio al termine della notte
a cura di Alberto Mattia Martini

Dragan Milos, Giulia Bersani, Kamilia Kard, Marco Schifano, Thomas Berra

La galleria SPAZIO TESTONI in Via D’Azeglio 50 a Bologna, da venerdì 22 Maggio a sabato 04 Luglio 2015 presenta l’esposizione delle opere di cinque giovani artisti italiani e stranieri selezionati dal critico d’arte e curatore Alberto Mattia Martini: Dragan Milos, Giulia Bersani, Kamilia Kard, Marco Schifano e Thomas Berra.
Viaggio al termine della notte è il titolo che il curatore ha dato a questa esposizione, ispirandosi all’omonimo libro di Louis-Ferdinand Céline, per offrirci spunti di riflessione sulle attuali forme espressive partendo dai percorsi creativi che questi cinque giovani artisti hanno intrapreso in questi anni di difficili mutamenti sociali, culturali ed esistenziali per l’intera umanità.
Come scrive per questa mostra Alberto Mattia Martini:
Il titolo della mostra Viaggio al termine della notte trae ispirazione dall’omonimo libro di Louis-Ferdinand Céline. Un riferimento volutamente manifesto e preciso, che tuttavia non vuole essere un semplice omaggio alla rilevante opera dello scrittore francese, bensì una mostra che desidera concepire un viaggio nella “notte dell’uomo”.
Notte intesa come luogo dove tutto può accadere, viaggio non solo tangibile ma immaginario nel razionale e nell’inconscio, passando dalla forza della naturalità a quella utopica del sogno e del timore della solitudine, attraverso la storia dell’arte e del mito, terminando l’itinerario nel mondo virtuale.
“Viaggiare è proprio utile, fa lavorare l’immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza. Va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato. È un romanzo, nient’altro che una storia fittizia. Lo dice Littré, lui non sbaglia mai. E poi in ogni caso tutti possono fare altrettanto. Basta chiudere gli occhi. È dall’altra parte della vita.”
Queste parole di Céline esplicano la percezione del nostro viaggio, introducendoci ed accompagnandoci nel percorso espositivo, dove attraverso gli occhi di cinque giovani artisti possiamo addentrarci sia nel mondo reale che in quello immaginario, fissare il nostro sguardo dentro un affresco dell’umanità, esplorare la realtà senza l’eccesso dei filtri imposti, abbandonarsi ad ascoltare i sentimenti, tentare di riappropriarsi di se stessi ricongiungendosi con la primordialità e con la natura ed infine instaurare un ponte che unisca vita e tecnologia.
La mostra prende forma con la natura in dialogo con l’umano e il mondo animale, una nascita ineluttabile e congenita, confermata anche dall’origine della parola natura, che deriva dal verbo latino nasci e quindi legata al concetto di venuta al mondo. La genesi del corpo, una volta manifestatosi, si evolve in un’identità permanente, che cerca di interagire e relazionarsi, prova emozioni, istaurando un dialogo con l’altro, fatto di amore e inevitabilmente di disagio per un tempo che inesorabile trascorre, logora producendo assenza.
A questo punto esiste una via di scampo? Forse dobbiamo aggrapparci alla religione, o alla storia del mito, che da sempre ha in sé la prorompente forza narrativa e seducente di interpretare sia i fenomeni naturali, che dell’esperienza trascendentale.
Un’altra soluzione immaginabile potrebbe essere quella di recuperare la nostra originaria natura umana prendendo le distanze dal progresso che, nonostante gli evidenti vantaggi apportati, ci sta nondimeno privando della reminescenza; non sembra più così fondamentale ricordare, tanto esiste la memoria del cellulare o del computer!
Siamo sospesi in un limbo, una sorta di Giardino delle delizie che sta mutando in un luogo della follia umana, dove dominano violenze, astuzie senza scrupoli e dove prendono il soppravvento sempre più ferocemente e morbosamente “i piaceri transitori e fugaci”.
Il viaggio al termine della notte è ancora lungo ed impervio, la soluzione è impressa, scritta dentro l’intimo della persona; tutto fuori si squaglia, si sta decomponendo, l’oggettività non regge più i nostri pensieri, l’incanto, perdendo il pensiero sul domani, si è trasformato in disincanto, il proficuo e le opportunità regrediscono allettando il “palato” di pochi o addirittura solo del sé. Allora cosa fare? Ripensare alla società come luogo di incontro con l’altro e la natura, ricomporre la relazione, l’amore, l’abbraccio, congiungendo ed armonizzando l’Io con l’Altro. Dobbiamo ripristinare un vero senso di giustizia e di dignità per ogni singolo individuo, l’utilizzo del mezzo tecnico come opportunità e come elemento non sostitutivo, ma di cooperazione con l’uomo; la tecnologia quindi anche come dialogo con la storia, il passato e non solo come visione senza ricordi o esperienza. Tutto questo non deve servire solo come elenco dei buoni propositi, ma come ha voluto comunicare Céline con la sua opera, deve essere la rivincita dell’individuo su se stesso.
Alberto Mattia Martini
Milano, 30 Aprile 2015
PERCORSO ESPOSITIVO

MARCO SCHIFANO

Le immagini fotografiche in grande formato di Marco Schifano, da Roma, mettono in dialogo la natura con l’essere umano e con il mondo animale.
(1985) vive e lavora a Roma.
Sin dall’infanzia i suoi “giocattoli” sono cineprese e macchine fotografiche, con le quali cresce sperimentando la propria capacità comunicativa. Si esercita nel “montaggio in macchina” per ottenere filmati dove fonde le sue ricerche sul senso e sul ritmo:tante ore di girato e un gran numero di scatti per arrivare a una propria rappresentazione estetica del mondo.
La sua opera fotografica più recente si basa su una processualità complessa che prevede una lunga ricerca preliminare di elementi coordinati, assemblati e quindi ripresi per dare vita a iconografie altamente formalizzate. Lo still life è usato per rileggere la tradizione pittorica della natura morta, attraverso immagini che si collocano sulla soglia tra realtà e finzione.

THOMAS BERRA

Thomas Berra, di Milano,con le opere del suo Black Project propone squarci di grandi quadri degli Antichi Maestri, riappropriandosi dei miti e dei valori che li hanno resi immortali.
Nei lavori di Thomas Berra ( Milano 1986 ) è spesso evidente la necessità di raccontare l’immaginario, il sognato, il reale e il vivo. L’artista negli ultimi anni ha sviluppato varie tematiche sotto forme finali diverse, con quel leitmotiv del suo timbro pittorico, veloce e sintetico. Carte, cartoline, disegni, tele grandi, piccole e medie, a delineare forme e temi che non lasciano dubbi: sono idee, sono visioni, sono sogni, sono paure, sono segreti. Berra, nel suo vivido percorso lavorativo, spesso si ferma, lasciando prevalere il lavorìo dell’immaginazione.

KAMILIA KARD

L’opera di net-art dell’artista italo-ungherese Kamilia Kard che vive e lavora a Milano, ci fa interagire con i personaggi dei quadri di Hieronymus Bosch all’interno di un video dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, alla ricerca di un luogo “virtuale” in cui identificarci,
È un’artista italo-ungherese nata a Milano. Ha conseguito una laurea quadriennale (vecchio ordinamento) in Economia (CLEP) presso l’Università Bocconi, Milano, (2003), una laurea triennale in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera (2012), e una laurea specialistica in Net Art presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano (2014). Il suo lavoro si concentra sulla costruzione dell’identità nell’era di Internet, e si manifesta attraverso diversi media, dalla pittura al video e gif animate, da stampe e installazione. I suoi progetti online riflettono sulle modalità di costruzione di un’immagine, una narrazione e un’identità che si interfacci e comunichi in un contesto sia virtuale che reale. La semiotica e la fenomenologia creata intorno a questi lavori identitari sono espressione di una contemporaneità in cui la narrazione è mediata quotidianamente e abitudinariamente da diverse interfacce. Un esempio è Best Wall Cover (2012 – in corso), basato sul modo con cui le persone si ritraggono sui social network, ha guadagnato una popolarità enorme. Dal 2006, ha esposto in varie sedi in Italia e nel mondo. Citandone alcune importanti più recenti: AIL – Una mano per il giusto mezzo, Fondazione Arnaldo Pomodoro, 2011; Pictures at an Exhibition, Spazio espositivo arte contemporanea il Broletto, Pavia 2012; Videoart Yearbook, Museo del ‘900, Milano, 2013; la biennale THE WRONG – NEW DIGITAL ART BIENNALE, 2013 – 2014; DASHBOARD – the wrong curators artshow, Kalpany artspace, Milano (Italia) 2014; Pulvis ES, Palazzo Isimbardi, Milano (Italia) 2014; META, Quartel Galeria Municipal de Arte, Abrantes (Portogallo) 2014; SPAMM Webtics, Wendy Subway, Brooklin, NY, 2014, In Pulverem Reverteris, Studio Museo Francesco Messina, Milano,2014; NADJA, Hypersalon Miami Beach during Art basel Miami; Internet Drones, Spazio ULTRA, Udine, 2015; SPAMM of VIRTUALISM, New York-Moscow-Paris, 2015, Salon Primo, Università Bicocca, 2015 .
L’artista inoltre ha collaborato, insieme a Paolo Rosa, con qualità di direttrice artistica a progetti interattivi come l’installazione per il MUBA, Rotonda della Besana, Milano durante la mostra Equilibrio e l’installazione Energia Primaria presso la TRIENNALE di Milano.
Tra le sue attività curatoriali,: Interno/esterno – Atmosfere sensibili, Fuorisalone, Milano, 2012; Bestwallcover, online, 2012 ongoing; DASHBOARD – the wrong curators artshow, frigoriferi milanesi, Milano, 2014,; Internet Drones, Spazio ULTRA, Udine, 2015.

DRAGAN MILOS

Le potenti opere pittoriche di Dragan Milos, originario di Sarajevo in Bosnia e che oggi vive tra l’Italia e l’Inghilterra, con la forza del segno e del colore riesce a comunicarci storie mitologiche e di vita reale.
Nasce a Sarajevo nel 1991, si trasferisce successivamente in Italia dove si diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze. In Italia si avvicina alla tradizione pittorica italiana, alla storia dell’arte nelle sue più ampie espressioni, soffermandosi sull’arte antica, in particolare indaga l’utilizzo della “maschera” nella storia e nell’arte. In seguito scaturisce il desiderio di approfondire l’arte medioevale, rinascimentale e lo studio dell’ arte dell’arazzo e della tessitura, che lo porta a frequentare corsi di tessitura in Sicilia e presso la Fondazione Aracne a Salonicco in Grecia.
La ricerca artistica si amplia e verte inoltre sul concetto di Mito come indagine sociologica e psicologica delle nostre origini, e parafrasando Jung, del collegamento diretto tra mito e sogno, intuizione imprescindibile per comprendere la psiche dell’uomo, la storia arcaica e la società contemporanea.
Ha esposto in Bosnia-Erzegovina, Italia e Inghilterra. Attualmente studia Filosofia presso la University of Warwick e vive tra l’Italia e l’Inghilterra.

GIULIA BERSANI

Le fotografie in piccolo formato della giovane milanese Giulia Bersani mostrano attimi privati di intimità in cui rifugiarci per ritrovare noi stessi.
Nata a Milano nell’ ottobre 1992 ho iniziato ad interessarmi di fotografia all’ età di diciott’anni attraverso un corso organizzato dal liceo scientifico che frequentavo. Durante i primi anni di università ho frequentato il corso serale di fotografia analogica e digitale presso il CFP Bauer e ho iniziato, grazie alle mie fotografie, ad attirare l’attenzione di alcuni blog e magazines tra cui tra gli altri l’Oeil de la Photographie, Pizza magazine, Inside Art, IGNANT e GUP magazine. Sono passata velocemente dalla facoltà di Design della Moda a quella di Scienze dei Beni Culturali per poi prendere la decisione di interrompere gli studi e dedicarmi completamente alla fotografia. Nei mesi successivi ho preso parte ad alcune mostre collettive in Italia e nel Regno Unito e nel febbraio 2014 ho auto-pubblicato in edizione limitata il libro “Lovers”, raccolta di fotografie inedite in bianco e nero sul tema dell’intimità e della dipendenza nella coppia, esaurito in breve tempo. Nei mesi successivi ho continuato a portare avanti diversi progetti tra cui “21”, progetto di autoscatti in cui racconto il mio quotidiano in modo realistico (includendo i momenti di noia) e “Stronger”, ritratto di una famiglia napoletana. Nel febbraio 2015 ho auto-pubblicato “Lovers II”, questa volta contenente una serie di fotografie a colori in cui si può notare l’evoluzione del mio punto di vista (questa volta meno drammatico) rispetto alla prima parte del progetto. Quest’ultimo è stato presentato durante la mia prima mostra personale presso MyCamera, Ravenna.

Altre informazioni:
Di indole malinconica ed introversa, faccio fatica a sentirmi a mio agio in situazioni di socialità aperta; per questo per fotografare l’altro ho bisogno del mio tempo e spazio che mi permettano di creare un’atmosfera rilassata ed intima attraverso il dialogo. Il modo in cui fotografo non è aggressivo, piuttosto riflessivo; mi cerco e mi ritrovo nei miei soggetti.
Credo che uno dei motivi principali che mi spingono a scattare fotografie sia la paura della morte e della perdita e quindi il bisogno di trattenere tutto ciò a cui mi affeziono: le relazioni di coppia, i particolari ed i difetti umani, le caratteristiche del tempo in cui vivo, della mia età, del mio paese ecc.
Scelgo soggetti in cui mi rispecchio anche se spesso sconosciuti; in molti casi li trovo attraverso internet. Mi piace entrare per qualche ora nelle loro vite e portarmi via un ricordo, un’immagine che poi ogni osservatore farà propria collegandola alla propria esperienza personale.
Fotografo quasi unicamente a pellicola per il senso di materialità che riesce a darmi e che nel digitale non trovo.

lunedì 15 settembre 2014

Thomas Berra su ESPOARTE



Non so per quale strano mitivo mi sia sfuggita al momento della pubblicazione, ma rimedio ora!
Ecco l'intervista rilasciata ad Alberto Maria Martini per EspoArte sul numero di giugno da Thomas Berra in Occasione della sua personale "CASABARATTA" (vedi: http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2014/04/a-proposito-di-casabarata-di-thomas.html ) nei locali di Banca Sistema...

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Casabarata: Thomas Berra viaggia, sogna e “riassembla” l’anima di Tangeri



Intervista a THOMAS BERRA di Alberto Mattia Martini
La mostra Casabarata nasce nel 2013, in occasione di una residenza artistica. Thomas Berra (Desio, 1986), partito per il Marocco, approda a Tangeri ed inevitabilmente, come è accaduto per grandi scrittori, artisti e registi, ne rimane affascinato ed ispirato. Il percorso espositivo, che si snoda su due piani all’interno della sede della Banca Sistema, comprende 28 disegni incorniciati su carta dai temi e colori con forti influenze marocchine e 32 disegni su carta e l’opera in legno Casabarata.

Presso la Banca Sistema a Milano, è attualmente in corso una tua mostra personale, il cui titolo è: Casabarata. Se non sbaglio le opere esposte nascono durante e dopo un viaggio. Ci racconteresti di che cosa si tratta?
Casabarata è il nome di un quartiere-mercato di Tangeri, la città marocchina che mi ha ospitato per una residenza di un mese lo scorso dicembre insieme ad un altro artista italiano, Matteo Zinesi. Una residenza che mi ha portato a sviluppare una mostra sia a Tangeri, in una fondazione gestita da una italo-francese, lo Spazio Tabadoul, sia, successivamente a Milano, a Banca Sistema appunto. Il percorso marocchino è arrivato anche a Milano dunque. E’ un’esperienza, un viaggio che mi sono portato dietro, non per scelta, ma come necessaria esigenza di dover riportare delle immagini e delle sensazioni a casa mia, a Milano. Dunque Casabarata è un racconto di un viaggio.

 

Nel corso di una chiacchierata con l’artista – nuovo protagonista del progetto no-profit Banca Sistema Arte – abbiamo scoperto di più riguardo la mostra, la sua ricerca e il “bugiardo” che compare in molte delle sue opere…

 





venerdì 22 novembre 2013

Apertura Nuovi Padiglioni e Inaugurazione Mostra Lacus Fucinus Di Ester Grossi



In occasione dell’apertura al pubblico di due aree espositive appena restaurate, il Polo Museale L’Aia dei Musei “Giovanni Bozzi”, sito in Via Nuova 33 ad Avezzano (AQ), ospiterà, dal 27 novembre fino al 28 dicembre 2013, la mostra Fucinus Lacus di Ester Grossi, una tra le più apprezzate artiste della sua generazione, promossa dalla Galleria bolognese Spazio Testoni.

Fucinus Lacus, a cura di Alberto Mattia Martini e Rossella Del Monaco, nasce dalla consapevolezza della pittrice, avezzanese, di essere nata in una zona di Italia, la Marsica (Abruzzo), unica dal punto di vista naturale, archeologico e testimone di una trasformazione industriale, suscitata dalla grandiosa opera di prosciugamento del lago Fucino.
La volontà di narrare la storia antica e moderna di questo luogo è stata preziosa fonte d’ispirazione, generando un percorso per immagini, che ricostruisce le tappe di una delle più grandi, e per certi versi devastanti, trasformazioni sociali e paesaggistiche della storia d’Italia.

Il Polo museale civico L’Aia dei Musei “Giovanni Bozzi” è nato nel 2012 dagli stessi presupposti, per volere dell’Amministrazione Comunale di Avezzano. Il progetto scientifico, curato dall’Associazione Culturale Antiqua, è stato concepito infatti con l’intento di diffondere la conoscenza del ricco patrimonio storico-archeologico marsicano, con particolare attenzione al recupero della memoria collettiva e dell’identità territoriale, legata al prosciugamento del lago Fucino.

L’Aia Musei, dove già sono visitabili il museo lapidario “Le Parole della Pietra” e il museo del prosciugamento del Fucino “Il Filo dell’Acqua”, apre al pubblico due nuovi padiglioni, restaurati dalla Direzione Regionale dei Beni Culturali, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che ospiteranno, uno, la Biblioteca del Fondo Centro Studi Marsicani “Ugo Maria Palanza” con annessa sala lettura e, l’altro, un’area dedicata alla didattica e a esposizioni temporanee, dove, grazie alla collaborazione tra l’Associazione Antiqua e la Galleria Spazio Testoni, verrà allestita l’ultima tappa della mostra di Ester Grossi.

Il nucleo del progetto Fucinus Lacus è stato presentato nell’ottobre 2012 per il Premio Cairo, presso il Museo della Permanente di Milano, prestigioso riconoscimento per l’arte contemporanea, in cui la pittrice è arrivata finalista. L’esposizione, ampliata e presentata a Bologna alla Galleria Spazio Testoni e curata dal critico d’arte Alberto Mattia Martini, giunge finalmente nella Marsica, terra d’origine dell’artista e luogo d’ispirazione per le opere.

Informazioni
Tel. 366 7461396 - 0863 1809821
E-mail: info@aiadeimusei.it

Siti internet
www.aiadeimusei.it
www.associazioneantiqua.it

Orario di apertura
Martedì - Venerdì 15,00 – 18,00
Sabato e Domenica 11.00 - 13.00 / 15,00 – 18,00
Lunedi chiuso
INGRESSO GRATUITO

Ufficio Stampa
Tel. 349 4542826
E-mail: sofia.leocata@associazioneantiqua.it

 evento FB

sabato 9 febbraio 2013

L'arte del rugby... da Colossi a cura di Alberto Mattia Martini

L'arte del rugby
A cura di Alberto Mattia Martini
Con il Patrocinio della Federazione Italiana di Rugby

SABATO 9 FEBBRAIO 2013 dalle ore 16:00

Galleria Colossi Arte Contemporanea, Brescia

Protagonista dell’evento è il gioco del rugby, con gli importanti e caratterizzanti valori che da sempre lo accompagnano e lo contraddistinguono; uno sport antico, nobile e unico per completezza del gesto atletico in sintonia con la dedizione, la fatica e l’equilibrio tra mente e corpo: una straordinaria armonia tra quantità e qualità.
L’evento espositivo, curato da Alberto Mattia Martini, raccoglie circa una trentina di opere che gli artisti - Guido Airoldi, Thomas Bee, Corrado Bonomi, Dario Brevi, Gianni Cella, Filippo Centenari, Francesco De Molfetta, Silvano De Pietri, Roger Dildo (Federico Tosi), Stefania Fabrizi, Fidia Falaschetti, Stefano Fedolfi, Claudio Filippini, Enzo Fiore, Enzo Forese, Andrea Francolino, Mimmo Iacopino, Marco Lodola, Antonella Mazzoni, Davide Nido, Carlo Pasini, Fabrizio Pozzoli, Simone Racheli, Aldo Spoldi, Marco Sudati, Wainer Vaccari, Vittorio Valente, Wal (Walter Guidobaldi) hanno dedicato al rapporto arte-sport, arte e rugby.
La mostra L’arte del rugby nasce dal desiderio di realizzare un evento che indaghi uno degli sport più impegnativi e duri, nel quale è richiesta grande resistenza fisica, ma è certamente anche lo sport di squadra formativo per eccellenza. Il rugby insegna e tramanda da sempre concetti morali basilari della socialità come il rispetto delle regole e dell’avversario, basandosi su canoni di etica e di comportamento senza eguali in campo sportivo e in campo umano, regole scritte con l'anima. Sono stati quindi coinvolti alcuni importanti artisti del panorama contemporaneo, chiedendo loro di realizzare un’opera, esprimendosi attraverso la propria tecnica e sensibilità e facendosi ispirare dallo “spirito del rugby”.
Catalogo in galleria,

lunedì 24 settembre 2012

ETHOS il luogo dell’abitare a cura di Alberto Mattia Martini



ETHOS
il luogo dell’abitare
a cura di Alberto Mattia Martini
opening 26 settembre 2012

Alessandro Bazan | Paul Beel | Matteo Bergamasco | Marco Cingolani | Pino Deodato| Andrea Di Marco| Fulvio Di Piazza | Giovanni Frangi | Elena Monzo | Alessandro Papetti

La mostra ETHOS il luogo dell’abitare presentata presso la Dream Factory, cerca di indagare il concetto di luogo, casa, dimora non solo come semplice sito dove ripararsi e vivere la quotidianità, ma primariamente come spazio dove stare in rapporto con l’altro e con il mondo; una radice innata che già risiede in noi prima della nascita e diviene il nostro punto di riferimento, orientandoci nella vita.
Ethos è anche il termine greco dal quale scaturisce la parola Etica, che porta con sé il significato di criterio, comportamento, usanze e soprattutto quella concezione che prende in considerazione i rapporti tra l’uomo e l’ambiente nel quale il genere umano vive e dimora. L’individuo è quindi eticamente responsabile attivo del luogo e dell’ambiente nel quale vive: noi siamo anche ciò che viviamo. Ogni singolo deve prendere atto e coscienza del territorio che abita e assumere un comportamento etico-morale e non incosciente, solo così potremmo avere cura e rispetto anche di noi stessi.
Ethos è anche comprendere l’importanza delle nostre tradizioni, cultura, usanze, storia e quindi parte integrante del territorio; oggi come afferma Massimo Cacciari, purtroppo siamo stati educati alla priorità della peregrinazione e della mobilità, e sembra non essere più tempo per le abitudini. Nonostante le città divengono sempre più “illimitate”, si sta perdendo il concetto di polis come luogo d’aggregazione, di confronto, di scambio e svanisce il ruolo di supporto finalizzato a cercar di lenire le difficoltà e le fatiche dell’uomo.
Il luogo dell’abitare, l’Ethos non deve essere interpretato come un limite, le diversità delle città non devono voler essere superate, così come vanno tutelati i differenti stili di vita di ogni paese, nazione, in modo da non rischiare di divenire vittime dell’universale globale che tutto standardizza ed uniforma. Libertà non significa assenza assoluta da ogni tipo di legame o appartenenza, ma liberi di vivere il nostro spazio e il nostro tempo.

ETHOS il luogo dell’abitare
Dream Factory - Corso Giuseppe Garibaldi, 117, 20121 Milano, Italia
da mer. 26 settembre a dom. 04 novembre

mercoledì 1 agosto 2012

L’IMMAGINE DEL SUONO - Go with the Flow - a cura di Alberto Mattia Martini

Un altro appuntamento da non perdere a Lucca, che rimane nel mio pensiero una delle realtà più attive in Italia...
L’IMMAGINE DEL SUONO
Villa Bottini, Lucca

11 agosto – 2 settembre 2012
11st August – 2nd September 2012

Go with the Flow
una visione del mondo alternativa
an alternative point of view over the world


a cura di | curated by Alberto Mattia Martini


La mostra, a cura di Alberto Mattia Martini, comprende opere di artisti provenienti da più di dieci paesi diversi e da differenti background culturali.
La mostra rientra nella rassegna L’IMMAGINE DEL SUONO giunta alla sua quarta edizione, promossa dal Comune di Lucca e coordinata da ArtLab. La rassegna ha come scopo quello di mettere in evidenza le strette relazioni fra arti visive e arti sonore, la sinergia fra le varie discipline espressive e le varie iconografie nel panorama contemporaneo. L’overview di artisti presentati fanno della figurazione la base del loro lavoro e si ricongiungono alla scena underground internazionale della musica e del fumetto. Il titolo, Go with the Flow, è un tributo al gruppo Queen of the Stone Age e al loro LP di successo Songs for the Deaf, che li lanciò nella scena musicale mondiale all’inizio degli anni 2000.
Idealmente la mostra scatta un frame sulla scena artistica contemporanea internazionale, senza avere la pretesa di storicizzare o applicare un’etichetta a questo gruppo di artisti.
Nonostante un background culturale in origine veramente differenziato (dalla Cambogia al Giappone, dall’Italia alla Lettonia, da Taiwan a Seul), molti di loro decidono di trasferirsi nelle principali capitali artistiche del momento: Los Angeles, Berlino o New York. La delocalizzazione influisce notevolmente sulla loro produzione artistica, creando un mush-up estremamente interessante che riflette il melting-pot culturale in cui viviamo.

The international goup show, curated by Alberto Mattia Martini, will include a range of artists from different backgrounds and from more than ten different Countries.
The show is part of the summer programme of events L’IMMAGINE DEL SUONO organized by the Municipality of Lucca and Artlab.
The main task of the programme is to highlight the tight connection between visual and musical arts, the synergy between the different creative fields involved and the several iconography of the contemporary artistic background.
The selected group of visual artists is united by the international underground scenario of music and comics. The title, Go with the Flow, is a tribute to the band Queen of the Stone Age, and specifically to the famous LP Songs for the Deaf of the Early 2000, which pumped them to the international music scene.
The exhibition is a frame shot on the international contemporary art scene, without the aim of labelling these artists with a common name of artistic movement.
Although a original various cultural background (from Cambodia to Japan, from Italy to Latvia, from Taiwan to Seul), most part of them moved to the main artistic cities at present: Los Angeles, Berin or New York. The delocalization has influenced their artistic production, creating an interesting mush-up which is reflecting the cultural melting-pot we live in.



ARTISTI PARTECIPANTI | EXHIBITING ARTISTS

Mia Araujo | Jana Brike | Hsiao Ron Cheng | Crajes | Fulvio Di Piazza | Andrew Hem
Laura Hines | Alessia Iannetti | Jessica Joslin | Jared Joslin | Steve Kim | Rodrigo Luff
Marco Mazzoni | Elena Monzo | Tran Nguyen | Corine Perier | Joao Ruas
Marta Sesana | Edwin Ushiro | William Mark Zanghi


INFO

L’Immagine del Suono è prodotta da Art Lab. Promossa dal Comune di Lucca. Direttore Artistico Immagine del Suono: Alessandro Romanini.
L’Immagine del Suono is produced by Art Lab, with the contribution of the Municipality of Lucca. Artistic director of L’Immagine del Suono: Alessandro Romanini.


LOCATION: Villa Bottini | Via Elisa 9 | 55100 Lucca (LU)
Orario | Opening hours:
da martedì a domenica | ore 10.30 – 12.30 e 16.30 – 19.30 | lunedì chiuso
Ingresso Gratuito
from Tuesday to Sunday |10.30am – 12.30pm and 4.30pm – 7.30pm | Mondays closed
Free entry



Informazioni per il pubblico| Enquiries:
artlab@alice.it | tel. Ph. +39 347 7146260 – lab@bonelliarte.com
Ufficio Cultura Comune di Lucca | mmarsili@comune.lucca.it | tel. Ph. +39 0583 445731

Informazioni per la stampa | Press:
Alice Cammisuli | alicecammisuli(at)gmail(dot)com | Ph. +39 392 4531497

lunedì 5 marzo 2012

L'ARTE DEL RUGBY collettiva all'Olimpico...

Mi piace sempre di più l'idea del luogo decontestualizzato per un evento d'arte, ma allo stadio mi era capitato di vederlo solo in Inghilterra, qualche anno fa, ad una edizione di Scope... ma lì non c'era evento sportivo in contemporanea, e che evento!... Bravi, mi piace!!!

Mostra d’arte contemporanea
L’ARTE DEL RUGBY
Corrado Bonomi, Dario Brevi, Gianni Cella, Francesco De Molfetta, Silvano De Pietri, Dildo (Federico Tosi), Stefano Fedolfi, Enzo Fiore, Andrea Francolino, Marco Lodola, Antonella Mazzoni, Davide Nido, Simone Racheli, Aldo Spoldi, Wainer Vaccari, Vittorio Valente, Wal (Walter Guidobaldi)
A cura di Alberto Mattia Martini

Presso lo Stadio Olimpico di Roma
Sabato 17 marzo 2012 ore 13,30

Sabato 17 marzo presso lo Stadio Olimpico di Roma in occasione ed in concomitanza con la partita Italia vs Scozia del Torneo Sei Nazioni di Rugby inaugura la mostra L’arte del rugby, in collaborazione e con il coordinamento della Galleria Centro Steccata di Parma e con il patrocinio della Federazione Italiana di Rugby.

domenica 15 gennaio 2012

'La Natura Squisita | Ai confini del POP' alle Stelline di Milano

Che trio! che penne! che luogo!


La mostra presenterà l'opera di Fulvio Di Piazza, Marco Mazzoni e Nicola Verlato che interpreta e pone il concetto di Natura come sentimento d’infinito surreale. Una vitalità organicamente animata, che diviene forza generatrice, arrivando ad abbracciare ogni elemento esistenziale
Gli artisti per la prima volta in una tripla personale insieme, a cura di Alberto Mattia Martini e Julie Kogler, affrontano il tema della natura-super-natura, esponendo una selezione di opere storiche ed inedite che offrono allo spettatore un viaggio affascinante e fantasioso attraverso scenari surreali e sfere inconsce ricche di icone, idoli e archetipi rivisitati in chiave contemporanea.

LA NATURA SQUISITA. Ai Confini del Pop
02 – 25 febbraio 2012
Orario | martedì -sabato, 10 – 20
ingresso libero

giovedì 8 settembre 2011

Chi muove l'arte: Carta d'identità di... Alberto Mattia Martini


Alberto Mattia Martini

DOMANDE

  • Generalità (nome, cognome, età, professione ect.)
  • Collaborazioni (principali collaborazioni, mostre ect.)
  • Il tuo miglior pregio
  • Il tuo peggior difetto
  • Qual è il collega che stimi di più?
  • E quello che ritieni meno interessante?
  • Fammi tre nomi di artisti che ritieni in questo momento fra i più interessati
  • La galleria, il museo o l’istituzione al top della tua classifica personale?
  • Ed il fanalino di coda?
  • Moderno o contemporaneo?
  • Il ruolo del web nel mondo dell’arte
  • Progetti importanti per il futuro
  • Sogno nel cassetto
  • Ricetta salva/crisi
  • Una tua confessione (quello che nessuno sa di te)
RISPOSTE

Caro Roberto,
ecco le risposte alle tue domande.
Buon lavoro,
Mattia

•Alberto Mattia Martini: critico d’arte, curatore, docente e giornalista.

•Sono docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso la Libera Accademia di Belli Arti di Brescia ed assistente docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera nel corso di Storia dell’Arte Contemporanea. Collaboro con alcune riviste di settore e con alcuni quotidiani, con diverse gallerie ed istituzioni. Per motivi di spazio dovendo scegliere tre eventi che ho organizzato direi: nel 2007 la partecipazione alla 52° Biennale di Venezia negli eventi: Joseph Beuys, Difesa della natura The living sculpture. Kassel 1977 Venezia 2007, nel 2010 la curatela della mostra personale di Shepard Fairey durante il (con)TemporaryArt al Superstudiopiù e la curatela della mostra Pensiero Fluido presso lo Spazio Oberdan di Milano. Comunque quando mi viene posta questa domanda ciò che mi interessa sottolineare è la mia collaborazione non solo lavorativa, ma che definirei “antropica” con Pierre Restany, colui che considero il mio maestro e a cui devo davvero molto.

•Fortunatamente parecchi

•Fortunatamente parecchi

•Ho alcune figure di riferimento, una come ho già detto è Restany, l’altra sicuramente è Harald Szeemann. Purtroppo la scena attuale da questo punto di vista non propone molti stimoli.

•Alcuni miei colleghi invece di concentrarsi sulla ricerca, sullo studio, sul rapporto diretto con l’artista, abbagliati dal successo o per mancanza di personalità, cultura e per assenza di visioni artistiche cercano di emulare o meglio scimmiottare colleghi sulla carta più importanti, risultando inevitabilmente ridicoli se non patetici.

•Potrei fare tanti nomi, ma in questo momento mi piace molto la ricerca e l'impegno sociale di JR

•Ritengo che siano numerose le realtà interessanti sia in Italia che fuori dai nostri confini, però se proprio devo fare un nome dico la Deitch Projects

•Anche qui purtroppo l’elenco sarebbe lungo

•Per comprendere la contemporaneità è essenziale conoscere non solo il moderno, ma tutto ciò che è venuto prima di noi

•Come ho ampiamente più volte scritto e sottolineato anche nei miei testi, ritengo sia sicuramente importante ed estremamente stimolante; anche se a mio avviso non basta invocare la tecnologia per potersi sentire attuali o contemporanei.

•Tutti i progetti ai quali mi dedico inevitabilmente sono importanti. In ordine di tempo il 22 settembre, all’interno di un suggestivo laboratorio tessile di Milano, che è stato anche lo studio di Filippo de Pisis, presenteremo: Aracne 8.0, mostra personale dell’artista No Curves, uno dei massimi esponenti internazionali della tape-art.

•“I sogni non trovano titoli” Man Ray

•Abbandonare finalmente le ideologie, ormai anacronistiche, le inutili, ridicole, limitanti ed atrofizzanti lotte partitiche e puntare sulle idee, sulla creatività dell’uomo, lo sviluppo economico poi è una conseguenza. Come ci ricorda Fëdor Dostoevskij: “il due più due quattro, non è la vita bensì il principio della morte…"

•Conosco il segreto per poter volare, ma non ve lo svelerò mai!!