RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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giovedì 10 settembre 2015

STEFANO SERUSI- “COME FUNZIONA L'ESTATE”




STEFANO SERUSI- “COME FUNZIONA L'ESTATE”

Inaugurazione: venerdì 11 settembre 2015 ore 18.30
Apertura mostra: dal 11 settembre al 26 settembre 2015 su appuntamento
Luogo: DIMORA ARTICA, via Matteo Maria Boiardo 11 – Milano (MM1 Turro)



Venerdì 11 settembre Dimora Artica inaugura la nuova stagione espositiva con la mostra personale di Stefano Serusi, che suggerisce il clima di una giornata d'estate in un progetto espositivo originato dalla collaborazione con l'autrice Lorena Carboni.




"Ed ecco l’estate, la noia. Spossessamento e ritrovamento della parte fisica e dei suoi funzionamenti: accelerazioni, arretramenti, sciupio d’acqua. Un metabolismo irrequieto che assimila calore, lo pompa sul piano freddo del mare percorso da luci increspate come anticorpi di natura salina. Scintillante sfondo estivo per un io occupato in prevalenza con il nulla."
Lorena Carboni



Tra le stagioni l'estate è quella che rappresenta ciclicamente un'interruzione netta delle attività lavorative, nella quale la necessità di ri-pensar-si trova complice la temporanea riscoperta del corpo.
L'unità psicofisica è così lontana dal pensiero occidentale da essere un concetto legato automaticamente ad un altrove idealizzato, ad un Oriente ricco di possibilità di affermazione di un io a più dimensioni. Nella bella stagione, il corpo risanato manifesta nello spazio la sua presenza attraverso azioni remote, e stilizzate.
Trasformare una giornata d'estate in un progetto espositivo rende necessario creare un clima, individuando dei riti minori che scandiscano il tempo, come accade nella raccolta poetica di Lorena Carboni "La mia sola casa", appena edita da AM&D, Cagliari, per la quale Stefano Serusi ha elaborato le immagini di commento al testo.
Il corpo in attesa di essere risanato è presente in mostra attraverso due elementi che richiamano una fisicità immanente: un sasso informe, proveniente dal mare, sospeso come l'uovo nella Pala di Montefeltro di Piero della Francesca, e la scatola dei comandi di un motoscafo, aperta a mostrare i segni dell'usura. Un orologio da polso appoggiato per il tempo di un tuffo su una bottiglia finge l'anatomia di un braccio; altro riferimento ad un tempo generico, rarefatto, i colori di una cornice raccontano il variare dell'intensità del sole nell'arco di una giornata, attorno all'immagine di un ragazzo che legge davanti al mare. All'idea di un'energia che rinnova il pensiero si lega il piccolo tavolo da scrittura, composto da raggi asimmetrici e dipinto di un rosso vibrante.
Al piano superiore dello spazio, in una fotografia degli anni ‘30 un uomo in costume da bagno, attraverso una posa divertita, fa il verso ad un'idea di Oriente meditativo, aprendo una serie di immagini in bianco e nero di disposizioni di fiori, ravvivate da inserti lineari di veline colorate, un racconto sulla costruzione dell'identità di cui il corpo diventa fulcro.




 
Info:
DIMORA ARTICA
Via Matteo Maria Boiardo 11 (MM1 Turro) – Milano
Tel. +39 380 5245917

lunedì 11 maggio 2015

PRAXIS A cura di Dimora Artica in collaborazione con The Others



PRAXIS
A cura di Dimora Artica in collaborazione con The Others
Testi di Pietro Gaglianò e Andrea Lacarpia


Artisti: Giuseppe Buffoli, Mirko Canesi, Daniele Carpi, Stefano Cumia, Francesca Ferreri, Mario Scudeletti, Stefano Serusi,
Marcello Tedesco,
Marco Useli

Inaugurazione
: giovedì 14 maggio 2015 ore 18.30

Apertura mostra: dal 14 maggio al 30 maggio 2015

Orari di apertura: giovedì – venerdì – sabato dalle 16.00 alle 19.00

Luogo: Officina Spazio 500, via Cesare Lombroso 15 – Torino


Dopo Der Waldgang, progetto vincitore del premio progetto curatoriale all'interno di The Others 2014, Dimora Artica torna a Torino con la mostra Praxis, organizzata in collaborazione con The Others e allestita presso Spazio 500, spazio espositivo ricavato in un'ex officina nel quartiere San Salvario.

Se la cella a The Others era dedicata all'ambiente boschivo come rappresentazione del luogo interiore nel quale ritrovare le energie primigenie in una condizione di ricettività, presso Spazio 500 Dimora Artica presenta una mostra sulla praxis, vista come attività dell'uomo che trasforma le energie selvagge modulandole attraverso il linguaggio. Il dialogo tra gli interventi artistici e lo spazio dell'ex officina, che conserva gran parte degli arredi e un'automobile Fiat 500 del 1968, andrà a formare un ambiente nel quale sondare il rapporto tra l'uomo e l'attività lavorativa.

Gli artisti invitati partecipano al progetto con un'opera e rispondendo alla seguente domanda, allegata al testo introduttivo distribuito in una pubblicazione autoprodotta: Consapevoli della narrazione modernista, della sua fase ascendente e del suo declino, ma anche del suo legame con la tradizione della civiltà occidentale che in Grecia ha la sua infanzia, le arti possono tornare ad avere un ruolo attivo nel progettare l'architettura della società, tornando a solcare il cammino dell'emancipazione dell'uomo dal dominio della necessità?



The Others: The Others è un progetto espositivo internazionale dedicato all’arte contemporanea emergente, giunto alla sua quinta edizione. I protagonisti di The Others sono tutti gli operatori, profit e no-profit, che lavorano continuativamente su programmi dedicati a giovani artisti.
Ideato per i giovani espositori in termini di qualità ed accessibilità, The Others è quindi un osservatorio privilegiato sulla creatività emergente internazionale, un luogo di proposta culturale accogliente, sperimentale, anticonvenzionale.
La prossima edizione di The Others fair si terrà dal 5 all'8 novembre 2015 presso l'ex Carcere Le Nuove a Torino.


Dimora Artica: diretta da Andrea Lacarpia, Dimora Artica è una realtà no-profit animata e sostenuta da un gruppo di artisti, dedicata al rapporto tra cultura tradizionale e nuove tendenze dell'arte contemporanea italiana.
Fondata nel gennaio 2013 da Luigi Massari e Andrea Lacarpia, da aprile 2013 Dimora Artica ha sede in uno spazio situato in una corte dei primi del '900, a Milano nella zona Turro, dove si succedono innumerevoli mostre dalla durata mensile.
Oltre alle mostre nella propria sede, Dimora Artica è impegnata in diverse collaborazioni con stituzioni, associazioni e operatori culturali.



Info:

DIMORA ARTICA

sabato 4 ottobre 2014

PASQUALE DE SENSI_CHIARA SEGHENE DUE MISURE a cura di Stefano Serusi



PASQUALE DE SENSI_CHIARA SEGHENE
DUE MISURE

a cura di Stefano Serusi

7 ottobre - 28 ottobre 2014
opening 7 ottobre 2014 ore 18.30

scatolabianca(etc.) Milano


Inaugura il 7 ottobre alle ore 18.30, negli spazi di scatolabianca(etc.), DUE MISURE, doppia personale di Pasquale De Sensi e Chiara Seghene, a cura di Stefano Serusi.

Un preciso rapporto proporzionale lega il lavoro di Chiara Seghene e Pasquale De Sensi al repertorio simbolico attraverso il quale restituiscono le loro intuizioni sul Creato.
L'artista per entrambi si identifica non nel potente demiurgo ma nello spettatore, che presenzia ad un accadimento o ad un'opera posta alla sua attenzione. O ancora, l'artista si identifica nella segretaria chiamata a trascrivere frasi e conversazioni, ricordare date ed episodi, e ad una funzione rappresentativa, in circostanze esterne alla sua volontà. Si parla quindi di quanto, percepito da Seghene e De Sensi, è tradotto nella forma dell'opera, soffermandosi spesso sul concetto di traduzione, e quindi di interpretazione, di linguaggio, e un'apparente tensione all'oggettività.

Chiara Seghene, per raccontare gli eventi, sceglie la chiave del sacro, la sua capacità, attraverso mitopoiesi ed abbandono, di trasformare la realtà per gli occhi più predisposti. Le sue opere appaiono, nell'accezione più semplice, come la registrazione di eventi trasformativi, riportando il tema del mito e del miracolo ad una dimensione concettualmente simile a quella rigenerativa dell'eredità orale. Gli oggetti, contrassegnati da simboli, e i video (amatoriali come quelli dei dischi volanti), predispongono nella loro misura scabra ed essenziale una narrazione verace, con una ricerca di ripetitività già tipica degli ex-voto. Il rifiuto sempre più evidente di un'estetica ricca e ricercata, in Chiara Seghene, può ricollegarsi al suo interesse per la cultura materiale arcaica e contadina, dove minimi segni distinguono il tempio dall'abitazione e l'uomo di fede dall'uomo di fatica, concorrendo a trasferire con mezzi moderni il ricordo di una religione essenziale.

Pasquale De Sensi indica all'opposto un'idea di modernità in cui l'insieme incoerente dei frammenti restituisce una lettura all'apparenza disarmonica dei cicli storici e naturali. Questi frammenti, che nel lavoro di De Sensi ricorrono a costituire un ritmo particolare, rifiutano la cadenza misurata del bassorilievo, per sovrapporsi rumorosamente nei collages poi suggellati da segni pittorici ulteriormente crudi; un magma persuasivo di immagini e simboli strettamente collegato ai media di massa, anche se è evidente nell'uso di materiale vintage una volontà compositiva e citazionistica che attinge alle forme sofisticate di propaganda - anche cinematografica - e al legame con le avanguardie. Eventi concreti e semplici, come il mutare della natura, tra l'insorgere prevedibile di violenza e disincanto, non sono mostrati come in una oleografia ma come la nostra mente vede la realtà: con un eccesso scoordinato di informazioni. Siamo inesorabilmente portati a pensare, parafrasando Baudelaire, che la natura non sia naturale.

La mostra sarà visitabile dal 7 ottobre al 28 ottobre 2014 negli orari dedicati e previo appuntamento.


Contatti

scatolabianca(etc.) – Milano
Via Ventimiglia, angolo Via Privata Bobbio
MM Porta Genova
Tram n. 2 - 9 - 19
orari: giovedì e venerdì, 16.00/20.30
gli altri giorni su appuntamento
(+39) 340 1197983
www.scatolabianca.net
info@scatolabianca.net
press@scatolabianca.net
facebook.com/scatolabianca
twitter.com/scatolabianca
youtube.com/scatolabianca

Stefano Serusi
(+39) 388 1057273
s.serusi@gmail.com

martedì 28 gennaio 2014

MARCO USELI – “TÉMNEIN” a cura di Andrea Lacarpia


  
MARCO USELI – “TÉMNEIN
  a cura di Andrea Lacarpia
Testi di Andrea Lacarpia e Stefano Serusi


Inaugurazione: venerdì 7 Febbraio 2014 ore 18.30


Apertura mostra
: dal 7 Febbraio al 1 Marzo 2014


Luogo: DIMORA ARTICA
via Matteo Maria Boiardo 11 interno cortile (MM1 Turro) – Milano


Orari
: dal giovedì al sabato 17.00 / 19.30



Dimora Artica prosegue la propria attività, finalizzata all'individuazione delle possibili connessioni tra arte attuale e cultura tradizionale, con la mostra personale di Marco Useli curata da Andrea Lacarpia ed accompagnata dai testi del curatore e di Stefano Serusi.

Il titolo Témnein è tratto dal greco e significa tagliare: azione fondamentale in una società civile vista come comunità che occupa luoghi separati dalla natura selvaggia. Come indicato dall'etimologia della parola tempio (dal greco témenos = recinto, luogo separato), la sacralità di uno spazio deriva dalla sua separazione da un luogo preesistente, ottenuta per mezzo di una barriera che ne determina i confini. Il sacro limite, parte integrante del pensiero dell’antica Grecia e determinante la prosperità di ogni società civile, è stato gradualmente soppresso in virtù dello sfruttamento illimitato delle risorse ambientali e della conseguente meccanica occupazione di ogni luogo. Rispetto al passato, oggi il processo di occupazione si fa inverso: se l'uomo antico aveva bisogno di ritagliarsi un territorio nel quale difendersi dagli elementi naturali avversi, oggi il mondo è totalmente trasformato dall’intervento umano e i nuovi spazi sacri sono i parchi protetti, nei quali la natura selvaggia può tornare ad esprimersi indisturbata.

Un’emblematica espressione del cambiamento epocale, che vede la necessità di ripristinare l’ambiente originario in luoghi lungamente sfruttati a fini costruttivi, è il recupero delle cave di pietra abbandonate. Spesso trasformate in teatri o altri edifici, altre volte esse vengono ridonate alla vegetazione sfruttando i tipici terrazzamenti creati dalla progressione dei tagli di pietra. Progettisti specializzati si occupano di queste nuove imprese, finalizzate alla rigenerazione della vitalità naturale impiegando la stessa pianificazione razionale necessaria allo sfruttamento della stessa. È così ristabilito un buon rapporto con l’attitudine costruttiva che ha accompagnato la civiltà umana, la quale oggi non può prescindere dalla specificità dei ritmi geologici e biologici.

In parte ispirato dalle problematiche legate al recupero ambientale delle cave di pietra, Marco Useli descrive il taglio delle montagne come paziente e metodica asportazione di materiale lapideo, che interrompe il flusso naturale e nello stesso tempo forma un’architettura in negativo che può suggerire nuovi utilizzi. Elemento ricorrente nella ricerca dell’artista è la ripetizione di moduli che sembrano mirare ad un graduale perfezionamento della forma, sovrapposti per creare un flusso visivo che sembra poter proseguire anche oltre lo spazio dell’opera.
La ritmica increspatura delle catene montuose, creata dal lento e costante processo di orogenesi, viene rappresentata da Marco Useli come una progressione verticale di vette in bilico tra rappresentazione bidimensionale ed atmosferico realismo ottenuta mediante rulli ed altri utensili, appositamente creati dall'artista, oppure attraverso il sapiente uso della xilografia. Tale ritmo, che sembra perdersi negli albori dell’esistenza del mondo, viene interrotto da un drammatico vuoto geometrico che si palesa in primo piano come fosse l’ultimo stadio di un perfezionamento naturale, fatalmente trasformato in un’invadente vuoto distruttivo.
Lo stesso flusso verticale emerge in un video, presentato nel piccolo schermo di un telefono cellulare inserito in un supporto progettato dall'artista e realizzato in marmo verde del Guatemala, nel quale la scalata di una montagna è documentata attraverso la reiterazione dei passi in un sentiero disseminato di pietre. Il concetto di taglio come interruzione di un ritmo vitale, che nelle opere dedicate alle montagne può assumere toni epici, approda alla quotidianità urbana in due piccoli dipinti olio su tela, nei quali Marco Useli riproduce il giardino interno di un condominio, visto dall’alto e dipinto con perizia quasi fotografica. Nei dipinti, che presentano due diverse angolazioni dello stesso soggetto, una strada taglia le aiuole per essere interrotta da un improvviso muro che ne preclude la prosecuzione.
Chiude la mostra un’opera su carta formata da più pezzi affiancati, stavolta orizzontalmente, nei quali il colore verde sottostante ai fogli è tracimato in superficie mediante fori posti lateralmente, formando dei segni simili a ciuffi d’erba che, con la propria forza germinale, si riappropriano di uno spazio apparentemente inadatto alla vita. La simultanea presenza di natura ed artificio, suggerita dall’opera di Marco Useli, allude ad una realtà che rispetta e mantiene integre le differenze, e nella quale l’attitudine normativa dell’uomo si fa totalmente costruttiva e rigenerativa.





 
Info:
DIMORA ARTICA
Via Matteo Maria Boiardo 11 – Milano
Orari: dal giovedì al sabato 16.00 / 19.30
Tel. +39 380 5245917

venerdì 15 novembre 2013

BLACK MATCH Pasquale de Sensi, Chiara Seghene Moderatore: Stefano Serusi



scatolabianca BLACK MATCH
Pasquale de Sensi, Chiara Seghene
Moderatore: Stefano Serusi

Venerdì 22 novembre, ore 20.00
scatolabianca(etc.) Milano


Il 22 novembre alle ore 20.00 a scatolabianca(etc.) - Milano si terrà scatolabianca BLACK MATCH | Pasquale de Sensi, Chiara Seghene.
L’incontro con i due artisti invitati è l’analisi di una collaborazione duratura, sebbene a distanza, nata dall’intuizione di un terzo artista, Stefano Serusi, che ha dato corso a diversi progetti, alcuni dei quali tuttora inediti e in costante evoluzione. Uno scambio fattivo di materiali, di idee, di “consigli” anche esclusivamente tecnici. Il black match sarà un confronto tra i due autori e le loro modalità artistiche, con Stefano Serusi, la direttrice artistica Martina Cavallarin, i soci di scatolabianca e tutti coloro che avranno voglia e tempo per un approfondimento deflagrante ed esplosivo a black match.
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scatolabianca BLACK MATCH
Il black match è un tipo di miccia molto antica, si usava per i cannoni e consiste in una corda impermeabile costituita da sottile polvere nera. Il black match consente di dare un ritardo di sicurezza per permettere all'operatore di allontanarsi dal sito di esplosione e mettersi al coperto, consente di calcolare tempi e modi di allontanamento dalle aree di detonazione entro margini di sicurezza ampi. Il percorso di molti artisti si avvale di una ricerca e una sperimentazione lenta e introspettiva, ciò che potrei chiamare una deflagrazione assistita, una progressione culturale, una sedimentazione processuale meditata e tortuosa, a pause incostanti, un cammino a black mach. Per questo motivo all’interno del programma di mostre sono previsti degli incontri, scatolabianca BLACK MATCH, spazi di riflessione a visione allargata, dall’interno all’esterno. Si passa dal privato dell’artista al pubblico condiviso, a un confronto che mi piace immaginare non chiassoso, non invadente, a volte incongruo e a temperatura variabile, ma sempre calibrato, in sicurezza come un black match. scatolabianca BLACK MATCH viene trasmesso in diretta streaming sul canale Youtube di scatolabianca.


scatolabianca(etc.) – Milano
Via Ventimiglia, angolo Via Privata Bobbio
MM Porta Genova
Tram n. 2 - 9 - 19
 
evento FB

lunedì 28 ottobre 2013

Stefano Serusi - LOISIR a cura di Giangavino Pazzola

 Questa mostra, dell'ottimo Serusi, si è inaugurata qualche giorno fa... ma ancora c'è tempo per andare a visitarla!



Stefano Serusi - LOISIR a cura di Giangavino Pazzola
Inaugurazione 22 ottobre ore 18.30 - dal 22 ottobre al 5 novembre 2013

SPAZIO ORLANDI/Theworkbench, via Vespri Siciliani 16/4 Milano www.theworkbench.it



Spazio Orlandi è un luogo carico di senso. Il progetto di ristrutturazione descrive un esempio di recupero e riorganizzazione di un vecchio laboratorio di produzione orafa, caratterizzando uno dei tanti siti di produzione di cultura materiale appartenenti al distretto industriale milanese. Valori simbolici, evocativi ed emozionali non trascurabili si addensano nell’ambiente, rivelando un’opposizione tra il tempo vitale di Kronos e l’equilibrato rigore della morte. È in questo rapporto che si inserisce il lavoro presentato da Stefano Serusi: una riflessione sul legame tra il mondo del lavoro e il tempo libero “organizzato”.
L’esito è una dimensione sospesa, una cristallizzazione nella quale soggetto e spazio riformulano la tensione percettiva entro la quale forme invisibili e abbandonate acquistano senso nella rappresentazione, costruendo significati e valori instabili. Più semplicemente, è un luogo risemantizzato a partire dall’utilizzo dei vecchi arredi, nel quale soggetto e contesto esistono e si definiscono in un processo di mutua relazione per sfuggire all’anonimato, alla vacuità e all’inutilità, ma senza arrivare ad una risposta operativa. È una condizione di impasse nella quale “tutto cambia per non cambiare niente”.
L’essenza dell’oggetto non può avere un'esistenza autonoma se non nell’oggetto stesso. La perdita di lavoro disorienta e stimola la ricerca di nuove modalità cognitive dello spazio circostante. Stefano Serusi, compiendo un’operazione site specific, permette a Spazio Orlandi di “ri-fare mondo” e, proprio in quanto resistenza al tempo, di essere avamposto di una protesta romantica alla vita contemporanea. Loisir è, dunque, un percorso che connette i diversi piani di descrizione dell’attività percettiva fornendo chiavi di lettura per recuperare il senso profondo del qui e ora. Tempo e spazio si configurano come i passaggi interpretativi del reale, verso un inviolabile bisogno di appropriarci con un atto fisico di ciò che ci circonda per liberare il pensiero.



Stefano Serusi (Alghero 1980) vive e lavora a Milano. Ha partecipato a diverse mostre collettive e personali, con una certa attenzione per il territorio d'origine. Confrontatosi sin dall'inizio della sua ricerca con ambienti molto connotati, il suo lavoro si è sviluppato quasi naturalmente in progetti site specific, in cui l'analisi e la suggestione delle forme architettoniche siano il principio per la definizione di un percorso narrativo all'interno dello spazio. Tra le mostre collettive si segnalano: nel 2008 “Zebra Crossing” presso l’Università di Sassari (opera in collezione permanente), “Generazioni Glocal”, 2011, all’Exmà di Cagliari e Lontano da dove, nel 2012 alla Pelanda di Roma; tra le mostre personali, nel 2010 “Jamais vu” al Lem di Sassari, nel 2011 Piccole Ceneri presso Isola libri, Milano, nel 2012 “Trame parallele” all’Underdogstudio di Modena, “Novecento” a Villa Litta, Milano, e “Itinerant gardeners” al Meme di Cagliari.