C'è anche Dario Brevi, insieme a Lodola, Plumgake e tutti gli altri "nuovi futuristi" in questa collettiva curata da Renato Barilli allo Spazio Oberdan... da vedere!
Dario Brevi - caffè forte |
Nuovo Futurismo
Ridisegnare la città
Gianantonio Abate, Clara Bonfiglio, Dario Brevi, Gianni Cella, Andrea
Crosa, Marco Lodola, Battista Luraschi, Luciano Palmieri, Plumcake, Umberto
Postal
mostra promossa da Provincia di Milano/Assessorato alla Cultura
a cura di Renato Barilli
Spazio Oberdan, Viale Vittorio Veneto 2, Milano
dal 20 giugno al 9
settembre 2012
orari: 10-19.30 (martedì e giovedì fino alle 22)
chiuso il lunedì
ingresso
libero
catalogo
edito da Silvia Editrice
inaugurazione martedì 19 giugno ore 18.30 (vernice stampa ore 11.30)
Si tiene a Milano dal 20 giugno 2012, presso lo Spazio Oberdan, Viale Vittorio
Veneto 2, la mostra: “Nuovo Futurismo – Ridisegnare la città”, promossa dalla Provincia di
Milano/Assessorato alla Cultura e curata da Renato Barilli.
Il gruppo del Nuovo Futurismo è
stato fondato, tra la fine del 1983 e l’84, da Luciano Inga-Pin che, nella gestione della Galleria
milanese Il Diagramma, ha svolto una intensa attività di talent scout
indirizzata su vari fronti. A costituire il Nuovo Futurismo, questo
intraprendente critico e gallerista, scomparso di recente, ha cooptato
successivamente vari artisti, fino a un numero massimo di dieci unità, divenute
undici dopo la scissione del terzetto che si era detto dei Plumcake, un appellativo mantenuto da Romolo
Pallotta e Claudio
Ragni, mentre il
terzo, Gianni Cella, ora si presenta a titolo personale, come del resto gli altri colleghi
presenti in mostra: Gianantonio Abate, Clara Bonfiglio, Dario Brevi,
Andrea Crosa, Marco Lodola, Battista Luraschi, Luciano Palmieri e Umberto Postal, scomparso di recente, cui la
mostra è dedicata. Un altro membro del gruppo
nella sua formazione originaria, Innocente, si è separato dai colleghi indirizzandosi verso altri
percorsi.
La
denominazione di Nuovi Futuristi non è per nulla casuale, ma sta a indicare una
profonda eredità che gli undici traggono proprio dal Futurismo storico e, in
particolare, dall’ala rappresentata da Balla e Depero, assai diversa da quella
rappresentata da Boccioni.
Tratto centrale di questa
diramazione è di concepire un’arte che esalti l’urbanesimo, nel suo edonismo
compiaciuto e fastoso, così bene manifestato dalla pubblicità, dai fumetti, da
tutti gli incanti dei mass media. Per inseguire questa grande festa mobile
bisogna distaccarsi dai confini tradizionali della pittura, elaborare immagini
che se ne stiano tra le due e le tre dimensioni, talvolta adattandosi alle
pareti, talaltra animando lo spazio con stele e monumenti, il tutto redatto
utilizzando i nuovi materiali del progresso tecnologico - i poliesteri, i
perspex, le resine sintetiche - che hanno il dono di essere leggeri e di
prestarsi a un cromatismo acceso e brillante. Su questa strada i nostri artisti
si accostano agli esiti di taluni dei più rinomati protagonisti del panorama
internazionale, dallo statunitense Jeff Koons al giapponese Takashi Murakami.
Alla mostra di Spazio Oberdan, la
derivazione dei Nuovi Futuristi dai grandi padri fondatori viene illustrata attraverso
la presentazione di alcune opere proprio di Giacomo Balla e Fortunato Depero, cofirmatari del “Manifesto della
ricostruzione futurista dell’universo”, permettendo in tal modo di stabilire un
confronto puntuale tra
le opere dei padri e i risultati di questi efficaci nipoti. Risulta così come
ne abbiano raccolto tutti gli stimoli, non solo e non tanto nel concepire opere
a sé stanti, ma anche e soprattutto progetti di carattere ambientale, proposte
per arredi, mobili, stoffe, suggerimenti tipografici e pubblicitari.
Naturalmente, i Nuovi Futuristi non
sono i soli ad aver ricavato una precisa eredità da Balla e Depero, la discendenza è valida anche nel
caso di altri protagonisti, particolarmente affermati nell’ambito
dell’architettura e delle arti applicate, quali Ettore Sottsass Jr. e Alessandro Mendini, e dunque anche opere significative
di questi autori entrano nel panorama offerto dalla mostra. A questo modo sarà
come rilanciare la principale proposta formulata e organizzata proprio da Depero, una “Casa del Mago” riveduta e
corretta secondo i parametri richiesti dai nostri tempi. I Nuovi Futuristi
rendono tangibile questa idea esponendo sia opere significative delle loro
origini, sia soprattutto gli svolgimenti più recenti, insistendo particolarmente
su realizzazioni che entrino in questo grande circuito delle arti applicate e
dell’arredo urbano. Le varie sollecitazioni che ne usciranno potrebbero pure
confluire negli avanzatissimi traguardi verso cui Milano si sta protendendo per
realizzare il grande evento dell’Expo 2015.
La derivazione dei Nuovi Futuristi
dai grandi padri fondatori ha avuto un riconoscimento ufficiale in quanto hanno
esposto nei mesi scorsi proprio alla Casa d’Arte Futurista Depero di Rovereto, nucleo iniziale da cui è partita la grande impresa del MART/Museo d’Arte
Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto.
"Distruggere per (ri)creare,
demolire per ricostruire. Il gergo futurista, lapidario e diretto, non lascia
molto all’immaginazione. E’ questa l’eredità che i Nuovi Futuristi hanno scelto
di accogliere e far loro, senza distruggere ciò che i loro predecessori hanno
tramandato, ma usando invece questo slancio rivoluzionario come trampolino di
lancio per l’elaborazione di un linguaggio nuovo e moderno" - spiega il Vice Presidente e
Assessore alla Cultura della Provincia di Milano - Porre attenzione al
Futurismo significa ricordare un’epoca, quella risalente agli inizi del
Novecento, che ha visto l’Italia riaffermare, anche grazie a questo importante
movimento culturale e non solo artistico, uno dei primati che l’hanno
storicamente contraddistinta nei secoli: il primato della Cultura e delle Idee.
Il Futurismo, pertanto, ci rimanda direttamente al cuore dell’Identità e della
Tradizione italiana".
Nel catalogo Silvia Editrice sono
riportate a colori tutte le opere in mostra con testi di Inga-Pin e Barilli e biobibliografie degli artisti.
Informazioni
al pubblico:
Spazio
Oberdan, tel. 02 7740.6302/6381; www.provincia.milano.it/cultura
Ufficio stampa:
- Provincia di
Milano/Cultura, tel.02774063.58/59/88
Addetto stampa Assessore, tel.
02/77404393 - f.provera@provincia.milano.it
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