“Io sono legata a te indipendentemente dalla mia volontà, anche se
quando ho promesso a me stessa di vivere per te non sapevo
che sarei stata ferita, ferita, ferita per l’eternità…”
[Sylvia Plath – DIARI – 6 marzo 1956]
La violenza.
Nascosta come un cuore nero in una nuvola d’ovatta.
Un cuore nero pulsante
in una noce di bianca perfezione.
L’Amore.
Un cuore nero pulsante
in una noce di bianca perfezione.
L’Amore.
Quando è un inganno tradisce il sogno.
Lo lacera piano. E poi lo strappa.
Prima a colpi di silenzio. Poi di parole, affilate e taglienti.
Infine, arrivano le mani.
Ma cosa accade se quella noce di porcellana all’improvviso cade,
frantumandosi al suolo?
frantumandosi al suolo?
Silence…
Nessuno deve sapere.
Si tace nella gioia.
Si tace nel dolore.
Si tace il dolore
di non aver mai vissuto.
Nessuno deve sapere.
Si tace nella gioia.
Si tace nel dolore.
Si tace il dolore
di non aver mai vissuto.
Alle privatissime pagine dei suoi diari, Sylvia Plath – poetessa
americana del filone Confessional – confidava il timore di cadere nella
trappola di una unione matrimoniale che, attraverso l’adempimento
passivo ad un ruolo servile, avrebbe potuto costarle il caro prezzo
delle proprie velleità, della propria identità e della propria dignità.
“L’ASPIRANTE” Performance nasce da una
riflessione sul tema del maltrattamento domestico – psicologico e fisico
– usato sulle donne, ieri come oggi, e subito da queste ultime in
fragilissimo silenzio. È frutto di una mia personale reinterpretazione
in chiave contemporanea della omonima poesia, scritta dalla Plath
nell’autunno del 1962, subito dopo il fallimento del suo matrimonio con
il poeta Ted Hughes. Quel blocco creativo che l’aveva asserragliata e
indotta in una sorta di apnea depressiva, con la separazione si tramutò
in un getto di versi e liriche. Quell’autunno infatti Sylvia partorì la
sua più celebre raccolta di poesie, Ariel, di cui L’Aspirante fa parte.
“Sono una scrittrice geniale, ora lo so. Me lo sento, sto scrivendo
le poesie più belle di tutta la mia vita, mi renderanno famosa…”,
scrisse a sua madre il 16 ottobre 1962. Sentiva di essersi in qualche
modo liberata da una violenza molto più sottile e affilata delle
percosse. Una violenza intima, psicologica, emotiva e incessante. Quella
di una quotidianità fatta di parole smarrite e parole affilate. Parole
taciute e parole graffiate. E in cui lei stessa aveva assunto un ruolo
di assoluta sudditanza.
Nonostante questo, l’11 febbraio 1963 Sylvia Plath si suicidò. Aveva appena trentun anni.
Vent’anni dopo la sua morte, suo marito scelse di pubblicarne i Diari.
Disse che aveva preferito attendere che i loro figli fossero cresciuti,
così da poter affrontare la cosa con maggior consapevolezza. Di fatto,
però, prese in mano pagine di vita che erano appartenute a Sylvia e
decise di pubblicarle postume. Pagine intime date alla stampa. E non
certamente senza censure e omissioni. Censure contro le quali Sylvia non
avrebbe mai potuto, e mai potrà, muovere obiezioni. E nessun lettore
saprà mai quali parole siano state tagliate via.
Parole omesse per sempre. Parole perse per sempre.
Verità taciute. Per sempre.
Ho letto in tutto questo molta violenza. La ferocia di una prepotenza
agita su una donna che non potrà mai più difendersi. E ho immaginato di
sentire la voce di Sylvia giungere dall’altra parte della notte… e
dire:
Perchè, hai finto di darmi voce quando ormai non potevo più parlare?
Perchè hai atteso il mio silenzio-per-sempre
per lasciarmi esistere?
Perchè, Ted, mi hai tagliato le parole?
Perché, ancora una volta, mi hai sottratto la dignità?
Perchè hai atteso il mio silenzio-per-sempre
per lasciarmi esistere?
Perchè, Ted, mi hai tagliato le parole?
Perché, ancora una volta, mi hai sottratto la dignità?
[Testo di Giovanna Lacedra]
Photo: Pablo Peron
“Prima di tutto ce li hai i requisiti?
Ce l’hai
Un occhio di vetro, denti finti o una gruccia,
un tirante o un uncino,
seni di gomma, inguine di gomma,
Rattoppi a qualcosa che manca?”
[Sylvia Plath – L’aspirante]
In occasione di “CONTRO QUESTA MATTANZA”, la Galleria Comunale Ex Pescheria
con il Patrocinio del Comune di Cesena, Assessorato Politiche delle
Differenze, Forumdonne e Associazione Atera è lieta di invitarVi ad un
doppio appuntamento:
Sabato 23 Novembre 2013
ore 17.00:
“READING OF SYLVIA PLATH”
a cura del Gruppo di Lettura Libriamoci – ad Alta Voce
musiche a cura di Francesco Fagioli e Marta Ghezzi
ore 18.00:
Giovanna Lacedra in
“L’ASPIRANTE”
una performance in cui l’azione comportamentale
diviene riflessione sui diversi volti della violenza di genere.
Galleria Comunale Ex Pescheria
via Pescheria 23 - 47023 - CESENA
Info-press:
Ufficio Cultura: 0547355730 – 3358177851
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