Tacà insèma
Costantini Art Gallery
Via Crema 8, 20135 Milano
7 novembre - 8 dicembre 2013
In galleria le opere di
cinque artisti che hanno scelto il collage, o interpretazioni della
tecnica del collage, quale modus operandi per le loro opere. In
quest’esposizione, il collage, quale espediente tecnico, è utilizzato
per approdare a rispettive scelte stilistiche e a tematiche diverse.
Sovrapposizioni e commistioni di materiali differenti, che uniti creano un’opera d’arte, come emblema della società contemporanea composta da diverse etnie e da diverse ideologie.
Poco più di un secolo fa, per la prima volta venne applicata la tecnica del collage dai grandi Cubisti e successivamente dai Futuristi, e nonostante l’elevata evoluzione artistica che vi è succeduta, tutt’oggi risulta quantomai interessante, contemporanea e futuribile.
Silvia Beltrami utilizza piccoli frammenti e ritagli di riviste patinate, annientando, così, il frivolo messaggio originale per reinterpretarlo nelle sue opere, dando vita ad una realtà parallela. Un’analisi e interpretazione di quei valori, oramai perduti, che minano l’equilibrio vacillante e sofferto della nostra contemporaneità.
Gianni Cuomo crea, con stratificazioni di carte, sculture dalle fattezze umane, con un codice alfa-numerico come pelle, veri e propri mutanti che si adeguano alle attuali esigenze tecnologiche, per comunicare con il mondo esterno. Messia contemporanei dalle sembianze primordiali, che gridano moniti, coscienti e consapevoli del certo avvenire.
Khalid El Bekay seleziona elementi della natura, per analizzare la trasformazione degli stessi e riflettere sull’origine di tutte le cose. Frammenti di carte, che ricreano immagini e uniscono pensieri inizialmente contrapposti, originale connessione fra aspetto tecnico e messaggio culturale e sociale.
Maurizio Galimberti frammenta in singole porzioni, una realtà oggettiva per ricostruirla con una visione soggettiva, alterando così, la scena per una nuova visione prospettica e Dadaista. L’insieme di più riprese fotografiche, creano un collage d’istantanee, ormai caratteristico e consolidato operato dell’artista.
Nicolò Quirico usa il collage di vecchie pagine di libri per imprimere successivamente, con una stampa diretta, le sue interpretazioni architettoniche. L’utilizzo di diverse tecniche, e la connessione tra architettura e letteratura, conferiscono all’opera l’armonia tra aspetto tecnico, progettuale e concettuale.
Sovrapposizioni e commistioni di materiali differenti, che uniti creano un’opera d’arte, come emblema della società contemporanea composta da diverse etnie e da diverse ideologie.
Poco più di un secolo fa, per la prima volta venne applicata la tecnica del collage dai grandi Cubisti e successivamente dai Futuristi, e nonostante l’elevata evoluzione artistica che vi è succeduta, tutt’oggi risulta quantomai interessante, contemporanea e futuribile.
Silvia Beltrami utilizza piccoli frammenti e ritagli di riviste patinate, annientando, così, il frivolo messaggio originale per reinterpretarlo nelle sue opere, dando vita ad una realtà parallela. Un’analisi e interpretazione di quei valori, oramai perduti, che minano l’equilibrio vacillante e sofferto della nostra contemporaneità.
Gianni Cuomo crea, con stratificazioni di carte, sculture dalle fattezze umane, con un codice alfa-numerico come pelle, veri e propri mutanti che si adeguano alle attuali esigenze tecnologiche, per comunicare con il mondo esterno. Messia contemporanei dalle sembianze primordiali, che gridano moniti, coscienti e consapevoli del certo avvenire.
Khalid El Bekay seleziona elementi della natura, per analizzare la trasformazione degli stessi e riflettere sull’origine di tutte le cose. Frammenti di carte, che ricreano immagini e uniscono pensieri inizialmente contrapposti, originale connessione fra aspetto tecnico e messaggio culturale e sociale.
Maurizio Galimberti frammenta in singole porzioni, una realtà oggettiva per ricostruirla con una visione soggettiva, alterando così, la scena per una nuova visione prospettica e Dadaista. L’insieme di più riprese fotografiche, creano un collage d’istantanee, ormai caratteristico e consolidato operato dell’artista.
Nicolò Quirico usa il collage di vecchie pagine di libri per imprimere successivamente, con una stampa diretta, le sue interpretazioni architettoniche. L’utilizzo di diverse tecniche, e la connessione tra architettura e letteratura, conferiscono all’opera l’armonia tra aspetto tecnico, progettuale e concettuale.
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