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giovedì 14 novembre 2013

“ITALIAN BOOM: DESIDERIO E ASSENZA”




 “ITALIAN BOOM: DESIDERIO E ASSENZA”  
a cura di Gianluca Ranzi
in mostra gli esponenti
DELLA SCUOLA ITALIANA DELL’ARTE CONCETTUALE 


L’esposizione, ospitata nella nuova area dello spazio di Via Marco Polo 4 a Milano, verrà inaugurata martedì 19 novembre, dalle 19.00
Sarà possibile visitarla fino al 5 dicembre 

IFD GALLERY RESEARCH, lo spazio di IFD (International Fashion Diffusion) dedicato all’arte di Via Marco Polo 4 a Milano, tornerà ad aprire le sue porte con un’inaugurazione doppiamente importante. 

Martedì 19 novembre, dalle 19.00, infatti, verrà aperta la mostra “Italian boom: desiderio e assenza”, che, a cura di Gianluca Ranzi e realizzata da Carla Delia Piscitelli in collaborazione con Silvia Ranzi, verrà ospitata nella nuova area dello spazio IFD Gallery Research. 

Fino al 5 dicembre, si potranno ammirare le opere di alcuni dei più importanti esponenti della scuola italiana dell’arte concettuale, affermatasi nel nostro Paese nel secondo dopoguerra: Carla Accardi, Alighiero Boetti, Alberto Burri, Enrico Castellani, Dadamaino, Lucio Fontana, Jannis Kounellis, Mario Merz e Gilberto Zorio. 

“Il fertilissimo percorso dell’arte italiana del secondo dopoguerra – spiega nel testo curatoriale Gianluca Ranzi - si snoda lungo due direttrici: da una parte attraverso il desiderio soggettivo di formalizzare l’opera come forma di interrogazione nei confronti della materia e dei suoi principi organici, dall’altra considerando l’arte come una pratica autonoma rispetto all’esistenza del suo creatore, coltivando così una neutralità espressiva ad alto ordine freddo da svolgere internamente al linguaggio dell’arte, dal Rinascimento fino alle Avanguardie Storiche.” 

Ranzi, descrivendo ognuno degli artisti in mostra, scrive:

“Per Lucio Fontana la tela, la terracotta, il bronzo, il vetro e la carta divengono i materiali vari e variabili dove imprimere volontà e gesto per oltrepassare la superficie e ricollegarsi a un altrove che dica della materia indeterminata, di uno spazio puro come apertura verso un essere non ancora definito in una forma specifica...” 


“L’opera di Alberto Burri descrive una parabola creativa fondata sulla sperimentazione continua dei materiali e delle proprietà della materia. Eppure lo specifico dell’arte di Burri, seppur intrinsecamente fondato sull’accentuazione degli stati materici, va rinvenuto nella logica evolutiva e nello svolgimento coerente da lui impresso a tutta la sua produzione, secondo quanto egli stesso affermava: «Il mio ultimo quadro è uguale al primo»...” 

“Enrico Castellani, prendendo le distanze dal gesto futurista di Fontana ancora impregnato di istanze soggettive e ideali, riarticola la sua grammatica di estroflessioni intorno a una sintassi monocroma ad alto grado di ordine freddo... Le sue opere mostrano un’assolutezza formale che trova la sua ragione nell’impersonalità della superficie e vedono nell’infinito seriale la possibilità di una variazione costante...” 

“Cresciuta nel vivace ambiente milanese degli anni Cinquanta, in cui la giovane generazione tenta vie diverse rispetto all’Informale, Dadamaino è da subito nell’avventura di Azimuth con Piero Manzoni ed Enrico Castellani, e guarda a Lucio Fontana come al proprio maestro. Le serie dei Volumi e dei Volumi a moduli sfasati, con i quali prende parte alle maggiori mostre europee del tempo, la afferma come una figura primaria della nuova scena italiana...” 

“La sistematica ricerca ed esaltazione del segno-colore connota da oltre mezzo secolo la personalità artistica di Carla Accardi che fu tra i protagonisti del gruppo Forma 1 (1947), con Sanfilippo, Dorazio, Perilli, Consagra, Turcato, Guerrini e Attardi...” 

“L’opera di Jannis Kounellis si inserisce invece in un quadro di impegno civile nel suo coniugare il ruolo sociale dell’arte all’evidenziazione del mondo dei fenomeni archetipi e antropologici che costituiscono il retaggio dell’uomo e del suo originale stato di natura unitario...” 

“Alighiero Boetti propone a se stesso dei sistemi operativi nei quali agire, spesso coinvolgendo altre persone che fungono da protesi di decentramento della creatività soggettiva ed autoriale. Altre volte sono la geografia, la matematica, la geometria, i servizi postali, l’enigmistica, a fornire la piattaforma delle proprie scelte e della propria abdicazione dal mito dell’artista pantocrator...” 

“Mario Merz opera a partire dall’agglomerazione di materiali diversi, industriali e naturali, che nella loro collisione producono un nuovo flusso energetico fisico e mentale. Vengono privilegiate le forme aperte, in espansione come la spirale o in progressione come suggerito dalla serie numerica di Fibonacci, sovente utilizzata come neon che ricoprono tele libere appese a parete o forme di igloo ricoperte da lastre di vetro o di pietra...” 

Italian Boom sarà anche la prima mostra ospitata nel nuovo spazio di IFD Gallery Research. Alla struttura inaugurata nel marzo scorso si è infatti aggiunta una seconda area comunicante e altrettanto ampia (circa 500 mq). Dotata di ingresso fronte strada, presenta una attenta cura dei dettagli architettonici. 

Italian Boom
Dal 19 novembre al 5 dicembre IFD Gallery Research
Via Marco Polo 4

20125 Milano
Orari: dalle 14.00 alle 20.00 tutti i giorni. Il mattino solo su appuntamento.

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