RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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mercoledì 11 dicembre 2013

NEVERLAND



NEVERLAND

ART Arteterapia e adolescenza per un’economia del disagio

progetto economART di ART (Arteterapia ) di Filomena Longo
 
opening 12 dec. ore 18.00
dal 12/12 _20/12

AMY D Spazio
via Lovanio 6
Milano

Comunicato stampa

Progetto di tesi di Filomena Longo
A cura di Anna d’Ambrosio

In un inevitabile intreccio di luci ed ombre il mondo dell’adolescenza preme tuttora come una pentola contenente acqua in ebollizione.
Gli adolescenti entrano nella psiche dell’analista con un’inconfondibile carta d’identità, recando con sé, nella patologia e nella normalità, un profumo penetrante.
Egli rappresenta l’impulso più forte e irresistibile di ogni essere:
l’impulso all’autorealizzazione.


“Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri:
Perché essi hanno pensieri propri.
Potete ospitare i loro corpi ma non la loro anima:
Perché le loro anime abitano nella casa del domani,
che non potete visitare, neppure nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di essere come loro, ma non
Cercate di renderli come voi siete.
Perché la vita non torna indietro e non si attarda con il passato.
Voi siete gli archi da cui i figli sono scoccati innanzi, come frecce viventi”.

Gibran ne “ Il profeta”

“NEVERLAND” l’isola che non c’è, lavoro di ART (Arteterapia) presentato da Filomena Longo per AMY D Arte Spazio, diventa progetto artistico di economART, incentrato sull’’’economia” del disturbo nel disagio giovanile.
Configurato come un processo terapeutico nato da un laboratorio artistico in cui Emanuele, Lucrezia, Erika, Jacopo ed Elena non sono nomi di fantasia ma “propri” nel senso più profondo ed analitico del termine.
Spetta a Filomena Longo, nelle vesti di artista psicoterapica, un compito arduo: creare una decodifica artistica del disagio.
Ponendo l’artista in una posizione di pseudo-privilegio, in realtà lo si chiude in un’inaccessibile “Turris Eburnea”, così facendo lo si emargina alienandolo; al prezzo di emarginare e alienare da noi quella parte di noi stessi che è la dimensione estetica e creativa nella sua valenza catartica e sublimativa.
L’arte risulta essere in questo senso uno strumento efficace per entrare in relazione con l’universo giovanile poiché possiede la capacità di sfruttare i codici comunicazionali che appartengono al linguaggio dell’adolescente: un linguaggio non verbale ma visivo, fatto di immagini e simboli.
Il giovane diviene parte attiva e scopre di poter intervenire sulle immagini per modificarle e/o usarle come strumenti per raccontare il proprio mondo interno e per esplicitare il proprio disagio (immobilità, aggressività, assenza d’identità, anoressia, omologazione, mancanza di appartenenza).
Nota interna
Neverland è per AMY D Arte Spazio un atto dovuto, nei confronti delle nuove leve artistiche.
Aver selezionato una tesi di laurea come progetto espositivo è creare una liaison tra scuola e mondo lavorativo.
La galleria, interlocutore attivo, diventa fucina per le realizzazioni artistiche del futuro.




Relatrice di tesi Prof. Tiziana Tacconi & Elena Molinari
Coord. U.O.N.P.I.A Dott. Paola Morosini
Pres. Centro Ricerche Psicosoc. Milano Dott. Aldo Strisciullo
Critico d’Arte Prof. Jacqueline Ceresoli
Resp. Press Dott. Vittorio Schieroni

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