Grazie a Gio Lacedra, raffinata artista, della quale ho pubblicato qualche post fa, una notevole intervista (vedi: http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2013/04/unintervista-colorata-di-blu-di-prussia.html ) ho scoperto l'opera di Sylvia Plath...
E' proprio vero, non si smette mai di imparare...
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L’ASPIRANTE
[Sylvia Plath]
Prima di tutto ce li hai i
requisiti?
Ce l’hai
Un occhio di vetro, denti
finti o una gruccia,
un tirante o un uncino,
seni di gomma, inguine di
gomma,
Rattoppi a qualcosa che
manca? Ah
No? E allora che mai
possiamo darti?
Smetti di piangere.
Apri la mano.
Vuota? Vuota. Ma ecco una
mano
Che la riempie, disposta
a porgere tazze di tè e
sgominare emicranie,
e a fare ogni cosa che gli
dirai.
La vorresti sposare?
È garantita,
ti tapperà gli occhi alla
fine della vita
e del dolore.
Con quel sale ci rinnoviamo
le scorte.
Vedo che sei nuda come un
verme.
Che te ne pare di questo
vestito –
Un po’ rigido e nero, ma
niente male.
Lo vorresti sposare?
È impermeabile,
infrantumabile, abile
contro il fuoco e
imbombardabile.
Credi a me, ti ci farai
sotterrare.
E adesso, scusa, hai vuota
la testa.
Ho la cosa che fa per te.
Su, su, carina, esci fuori
dal guscio.
Ecco, ti piace questa?
Nuda per cominciare come una
pagina bianca
Ma in venticinque anni
d’argento,
d’oro in cinquanta potrà
diventare.
Una bambola viva, sotto ogni
aspetto.
Sa cucire, sa cucinare,
sa parlare, parlare,
parlare.
E funziona, non ha una
magagna.
Qua c’è un buco che è una
manna.
Qua un occhio, una vera
visione.
Ragazzo mio, è l’ultima
occasione.
La vorresti sposare, sposare,
sposare?
Sylvia Plath , nata nel 1932, morta
suicida nel 1963.
Poetessa
Confessional.
Era una donna
alta, snella, con il busto lungo e fragile, discreta e annodata nel garbo
estremo della sua timidezza. Era nervosa, imbarazzata, gentile. Una presenza
tesa e brillante che la timidezza paralizzava. La sua umiltà, la sua
disponibilità ad accettare tutto quanto veniva generalmente ammirato parevano
darle a volte un’esasperante docilità che nascondeva la sua pazienza e la sua
audacia fuori moda.
A Cambridge conobbe il poeta inglese Ted Hughes.
Si sposarono, vissero per un breve periodo a Londra ed in
seguito si stabilirono a North Tawton, piccola città commerciale nel Devon. Sylvia Plath
pubblicò la prima raccolta di poesie,The Colossus, in Inghilterra, nel 1960. Nel febbraio 1961 abortì; diverse poesie fanno
riferimento a questo evento. Il matrimonio si incrinò e i due si separarono
poco dopo la nascita del loro secondo figlio. La loro separazione traumatica fu
dovuta alla relazione che Hughes aveva iniziato con Assia Wevill,
moglie di un amico poeta.
Sylvia ritornò a Londra con i figli, Frieda e
Nicholas. Affittò un appartamento in una casa dove aveva abitato William Butler Yeats; ne fu estremamente
contenta e lo considerò un buon presagio quando cominciò il procedimento legale
per la separazione. Scrisse intorno a questo periodo il romanzo La
campana di vetro .
L'11 febbraio 1963 era passato solo un mese dalla pubblicazione del romanzo quando
Sylvia Plath si tolse la vita: sigillò porte e finestre ed inserì la testa nel
forno a gas, non prima di aver scritto l'ultima poesia intitolata "Orlo"
ed aver preparato pane e burro e due tazze di latte da lasciare sul comodino
nella camera dei bambini.
Sylvia
fu rappresentante del filone "Confessional" insieme ad Anne Sexton. Tutto nelle sue poesie è personale; una
confessione profondamente sentita.
È
l’autobiografia di una febbre.
"Come ti uccidi la prossima volta?"
Due amiche che parlano di morte. E mettono in versi le loro tragedie. Prima di suicidarsi.
Nell'aprile del 1959 in un bar di Boston, due poetesse alle prime armi, la ventiseienne Sylvia Plath e la trentenne Anne Sexton, bevono cocktail e parlano con superficialità da salotto dei loro tentativi di suicidio.
Bipolare. Sylvia tentò il suicidio per tre volte. La terza fu decisiva. Soffriva marcatamente di fasi depressive,timida, insicura, perennemente in difficoltà economiche aveva provato a togliersi la vita nel 1959, per una forte depressione da cui era uscita dopo un lungo ricovero e tre elettroshock. Quattro anni dopo si uccise col gas del forno nella cucina della sua casa inglese.
Due amiche che parlano di morte. E mettono in versi le loro tragedie. Prima di suicidarsi.
Nell'aprile del 1959 in un bar di Boston, due poetesse alle prime armi, la ventiseienne Sylvia Plath e la trentenne Anne Sexton, bevono cocktail e parlano con superficialità da salotto dei loro tentativi di suicidio.
Bipolare. Sylvia tentò il suicidio per tre volte. La terza fu decisiva. Soffriva marcatamente di fasi depressive,timida, insicura, perennemente in difficoltà economiche aveva provato a togliersi la vita nel 1959, per una forte depressione da cui era uscita dopo un lungo ricovero e tre elettroshock. Quattro anni dopo si uccise col gas del forno nella cucina della sua casa inglese.
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