JULIAN SCHNABEL
20 aprile ‐ 23 giugno 2013
CIAC Centro italiano Arte Contemporanea, Foligno
Il 20 aprile 2013 viene inaugurata
al Centro Italiano Arte Contemporanea
di Foligno una importante mostra
personale di Julian Schnabel con 14 grandi capolavori dell’artista in gran
parte mai esposti in Italia.
Julian Schnabel è uno degli artisti americani più
famosi sulla scena internazionale sia per la produzione pittorica che per
quella cinematografica, vive e lavora a New York. Esponente di spicco di un neoespressionismo
che risente delle influenze europee e anche della Transavanguardia italiana, Schnabel ha elaborato una ripresa della
pittura in assoluta indipendenza tecnica e contenutistica.
Classe 1951, laureato nel 1973 in
Belle Arti all’Università di Houston, ha allestito la sua prima mostra nel 1976
al Contemporary Arts Museum di Houston. Nel 1979 presenta due mostre personali alla
famosa Galleria Mary Boone di New York, realizzando dipinti a cera e su lastra.
I critici celebrano il suo lavoro definendolo "il ritorno alla
pittura". Il 1980 vede la sua prima partecipazione alla Biennale di
Venezia, dove conosce Francesco Clemente. Comincia a sviluppare una pittura
"selvaggia" e gestuale per cui i critici coniano l'espressione neo-espressionista. E integra nei suoi
quadri oggetti rinvenuti, usati, esposti alle intemperie, che divengono elemento
essenziale del suo lavoro. Le sue opere di pittura e di scultura - su tela
cerata, fondi di teatro giapponese, rivestimenti di pavimenti di ring da
pugilato, tutti materiali "con una storia", spesso di dimensioni
gigantesche come la serie realizzata nel 1990 -
sono conservate nei musei e nelle collezioni di tutto il mondo, dal MoMA
di New York al Guggenheim di Bilbao, al Museo Pecci di Prato.
Genio eclettico anche nel
linguaggio filmico, nel 1995 realizza un film sul suo amico pittore di Brooklyn
Jean Michel Basquiat, il primo artista nero della Street Art, scomparso a soli
28 anni e oggi riconosciuto a livello internazionale. Nel 1999 dirige Prima che sia notte sulla vita dello
scultore cubano esiliato Reinaldo Arenas, che vince nel 2000 il Gran Premio
della Giuria e la coppa Volpi per il miglior attore, Javier Bardem, al Festival
del cinema di Venezia; nel 2007 realizza il suo terzo film Lo Scafandro e la farfalla, tratto dal romanzo di Jean Dominique
Bauby, con cui vince il premio per il miglior regista al Festival di Cannes.
Alla 64° edizione della Mostra internazionale di arte cinematografica di
Venezia fa parte della Commissione del Venice Movie Stars Photography Award.
In Italia ha esposto nel 1996 in
una grande retrospettiva alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna, nel 2004 alla
Galleria Cardi & Co di Milano e nel 2007 in due grandi mostre personali a
Roma e Milano, dove si presenta alla conferenza stampa di apertura in pigiama
di seta, divenuta la sua cifra stilistica.
Recentemente l’artista ha tenuto
una grande personale nella sede di Los Angeles della Galleria Gagosian.
La mostra al Centro Italiano Arte Contemporanea di questo celebre artista,
curata e presentata in catalogo da Italo
Tomassoni, si propone come una irripetibile occasione per la conoscenza
della pittura contemporanea internazionale.
Sono esposti quattordici lavori di grandi dimensioni che esemplificano il lavoro
dell'artista dal 1985 sino al 2008: otto
opere appartengono al grande
gallerista Gian Enzo Sperone,
che conosce profondamente Schnabel, suo vicino di casa a New York e così lo
descrive: "Con Julian Schnabel, che ho conosciuto parecchio tempo fa in un
ascensore di West Broadway che portava da Leo Castelli, ho incominciato un
discorso che non si è ancora esaurito. Strano parecchio, perché la grande parte
egli artisti che ho esposto, amato e sostenuto, non li vedo più...La persona è
debordante per energia e stazza, non si sottrae al dialogo, anzi lo esige, non
elude e richiede molta attenzione...Come pittore, Julian ha una capacità
d'intonazione fuori dal normale, con slanci e finezze talvolta in controcanto
con il resto, magari cupo, del quadro: mai retorico...Il quadro, alla fine,
incombente o sbilenco che sia, funziona sempre e mantiene negli anni il forte
slancio che ne ha caratterizzato la genesi: una freschezza impressionante...La
sua pittura picchia duro, su telacce d'accatto, formati vertiginosi, colore non
steso, ma spalmato con le mani. Scritte insolenti, a volte ovvie a volte
fulminanti, mai tremolanti" (dal volume Julian Schnabel Dipinti 1976-2007, Skira).
Gli altri sei lavori, sempre di grandi dimensioni, appartengono a un
collezionista milanese che ha accettato di prestare le sue opere al CIAC per
completare il percorso della mostra. Tre opere sono state esposte a Roma a Palazzo
Venezia nella mostra del 2007, le tre
altre non sono mai state esposte.
Tra questi sei lavori l'opera-capolavoro JMB realizzata dopo la tragica morte per overdose dell'amico Basquiat, esposta una sola volta a
Toronto e richiesta a New York per la fine dell'anno, che rappresenta, scrive Italo Tomassoni : "il culmine del
suo linguaggio e della sua accorata testimonianza. Emozione, visionarietà,
passione ed evocazione potente e tragica. La tensione spirituale dell’artista
si misura in quest’opera trasfigurando il
ricordo con il tragico quotidiano
che trova nella tela un memoriale
d’oltretomba che trascorre incessante dal qui all’altrove".
"In Schnabel l'intero
bagaglio iconografico dell'Espressionismo
- continua Tomassoni - viene
sottoposto a una manipolazione radicale che scarta ogni grammatica e spinge la
materia dentro la sua opulenza, nella finitezza della sua caotica fenomenologia,
tracciando percorsi indeterminati in cui lo smarrimento dell’identità e
dell’autobiografia si presentano come l’unica esperienza autentica. In questo
senso Schnabel, in linea con l’orizzonte culturale dell’eclettismo
nuovayorkese, azzera storia e geografia, stabilizzandosi in un asse che è tanto
più forte quanto più è antropologico, materiale e inaccessibile a una
traduzione definita".
Una occasione dunque
unica per apprezzare la potenza poetica e cromatica di un grande artista sempre
alla ricerca di nuovi stimoli e suggestioni da riportare nelle sue opere
grandiose, che hanno segnato in modo indelebile l'arte contemporanea internazionale
degli ultimi cinquant'anni.
La mostra resterà
aperta sino al 23 giugno 2013.
Ufficio Stampa: Lucia Crespi, tel. 02 89415532 - 02
80401645, lucia@luciacrespi.it
Informazioni CIAC:
Via del Campanile, 13 – Foligno,
tel. 0742 357035 – 0742 621022
www.centroitalianoartecontemporanea.com
Apertura e orari mostra: Venerdì,
Sabato e Domenica 10.00-13.00 – 15.30-19.00
Ingresso gratuito
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