Qualche giorno fa vi ho dato la prima comunicazione della 16° edizione di Open (vedi http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2013/07/open-16-dal-28-agosto-al-lido-di-venezia.html).
Ora il comunicato "ufficiale" e l'elenco degli artisti invitati tra i quali trova posto anche l'amico Stefano Fioresi.
OPEN 16. Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni
OPEN Esposizione Internazionale di Sculture ed
Installazioni celebra la sua sedicesima edizione dal 29 agosto al 29 settembre
a Venezia Lido e all’Isola di San Servolo parallelamente alla Mostra d'Arte
Cinematografica - La Biennale di Venezia.
La mostra, ideata e curata da Paolo De Grandis, co-curata
da Carlotta Scarpa è organizzata da PDG Arte Communications ed è patrocinata
dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero degli Affari
Esteri, Regione del Veneto, Provincia di Venezia.
Proseguono le collaborazioni curatoriali con la presenza
di Lü Peng per la partecipazione Cinese, Gloria Vallese, Ebadur Rahman per il
Bangladesh e Wen-i Yang per la partecipazione Taiwanese.
Nel corso dell’esposizione sarà indetta la quarta edizione
del Premio Speciale Arte Laguna che sarà assegnato ad giovane artista selezionato
dalla giuria del Premio Arte Laguna. Tale premio offrirà al vincitore la
possibilità di figurare tra i finalisti del Premio Arte Laguna 2014 ed esporre
nell’ambito del circuito organizzato dalla stessa associazione.
“Muovere ciò che è fermo, fermare ciò che si muove” diceva
G.C. Argan del Signorelli, un gioco di leve e di molle per vincere l’inerzia
della figura. Oggi, forse, “codificare il significante e decodificare il
significato” questa la sfida di OPEN.
Una scelta curatoriale linguistica, non tematica, fornire
all’artista, un codice, o meglio il significante, una bandiera, un drappo, uno
scampolo di tessuto di 3x1 m. Elemento grammaticale visivo che si basa su
regole sintattiche legate al contesto urbano, alla configurazione spaziale, gli
spazi all’aperto, l’aria del Lido di Venezia. Relazione spaziale in bilico tra
sfondo e vicinanza, forma chiusa e forma aperta e poi esperienza e ancora
pregnanza per rivelare la funzione del linguaggio visivo sia essa espressiva,
esortativa, estetica o informativa.
Quelle di OPEN sono bandiere che si sviluppano seguendo i
canoni della composizione classica dell’immagine fatta di equilibrio, peso,
prospettiva, ritmo, movimento, direzione e infine della simmetria.
Se il curatore offre un codice all’artista sarà poi lui
stesso a farlo suo, interpretarlo, manipolarlo o perfino superarlo.
Interpretazione quella di Zhang Xiaogang, i Bloodlines
sono qui scomposti per raccontare le relazioni famigliari, sociali e
collettive in Cina, si fingono fotografie, ma sono ritratti pittorici in cui le
relazioni tra
soggetti non sono evidenti, enigmatica impersonalità: sono quello che sembrano.
Riappropriazione per Wang Guangyi, laddove
l’immaginario del realismo di propaganda cinese è trasposto ad un uso pop
dissacrante di forte impatto espressivo per riflettere sulla neo cultura del
consumo in Cina.
Assimilazione per Puni, i tessuti, gli scampoli, i
canovacci di uso quotidiano cuciti l’uno all’altro svelano la loro immediatezza
estetico-sensibile per muoversi verso un rapporto con l’altro che rifiuta il
dominio e il possesso. Evoluzione concettuale in Barbara Taboni, visiva in
Casagrande & Recalcati, Umberto Zampini, Alvise Bittente e Claudia Danieli.
Appropriazione Pop per Gaetano K. Bodanza, il colore germina e si propaga in
estroflessioni che danno forma a creature aliene, insetti “altri” laddove
prende forza il contatto con le forze primigenie della Natura, il pensiero
irriverente. Gusto pop nel quale si innesca un mondo aperto all’eterno farsi e
disfarsi dell’esistenza nei lavori di Stefano Fioresi, contaminato da supereroi
in un cortocircuito espressivo dal gusto fortemente drammatico nell’intervento
di Ronni Ahmmed. Composizione inedita di parole per Marotta & Russo, parola come forma e contenuto. Manipolazione per Yi
Zhou, uno sguardo incrociato tra bozzetti, disegni e video, sequenze visive ad
intermittenza. Fino ad arrivare al superamento con Marco Nereo Rotelli,
bandiere che si trasformano in dischi d’acciaio, per ricreare un cosmo nel
quale le bandiere sono effigiate in una sequenziale contaminazione. Le
coordinate geografiche si ampliano all’emergente contesto Taiwanese per indagare
le plurime ricerche espressive di Chou Yu-Cheng, Yao Rui-Chung, Chen Chung-Hao,
Tsong Pu.
Al movimento delle bandiere si contrappone la stasi delle
installazioni site specific presso l’Isola di San Servolo dove la
materia assorbe, veicola, trasforma. I cristalli di sale di cui si nutrono le
opere di Bettina Werner divengono tracce di memoria su forme e telai foggiati
personalmente e che rappresentano la bellezza dell’essere della stessa natura.
I pagne con cui sono realizzati i tubini di Virginia Ryan, divengono in
modo tangibile significato e significante, traggono ispirazione dal suo vissuto
personale in Africa, per tracciare gli eventi attuali secondo una visione
schiettamente femminile. Legata al sapere manuale ed artistico del lavoro a
maglia, in un percorso tra lana e cotone, Maria d’Andrea alterna il dritto e
rovescio delle costanti del vivere umano in ambientazioni di apparente,
incessante, mutamento.
Materia che si metamorfizza nelle sezioni di tronchi
d’albero di Federico Seppi nei quali i raggi midollari, nello svelare l’intento
narrativo, lasciano il posto alla pura e semplice contemplazione. Materia
avvolta di tasselli specchiati che assorbono e riflettono la luce nella figura
distesa di Raquel Monje. Materia che si fa pigmento in Consolata Radicati
di Primeglio e poi i nastri
colorati di Olga Lah a creare un percorso alla recherche del significato
più intimo laddove il visitatore potrà quindi dipanare il filo del gomitolo di
questo ideale labirinto. Manufatto mimetico, camouflage, sguardo obliquo tra
arte e architettura quello dell’artista peruviana Ana Maria Reque.
Un’altalena visiva di improvvisi oscuramenti e rivelazioni
nei manichini con volti di quarzo estruso del giapponese Atsushi Tawa così come
nell’accumulo di Tim Ellis, itinerari di stratificazioni, ibridi materici,
attivatori sensoriali fino alla riscoperta degli objects trouvée industriali di Kao Tsan-Hsing scevri da qualsiasi
pretesa esegetica e dediti alla ricerca interiore.
Usano parole diverse, ma parlano la stessa lingua: quella
dell’immagine. Sono Cinema e Arte. Espressione in movimento perpetuo l’uno,
espressione colta e fissata in un solo gesto dello stesso movimento l’altra.
Non c’è conflitto tra due forme artistiche che vivono d’immagine e si nutrono
del desiderio di tradurre emozioni. Si compenetrano come diretta fonte
ispirativa per il progetto collaborativo pittorico, grafico e di design di Oleg
Shobin, Andrei Belov e Irenkova, Bazinato e Anna Aparina The Giant Movie
Affiches TOP 30 presentato da ARTPLAZ Gallery, MINSK.
OPEN uno “spazio agito” che sollecita alla riflessione e
diventa esso stesso strumento cognitivo. Al visitatore l’invito a sbirciare tra
i possibili tracciati per scoprire poi l'ultima salvezza dell'arte: un viaggio
attraverso la varietà senza posa di orizzonti, emozioni ed incontri.
Carlotta Scarpa
ARTISTI
PARTECIPANTI
Bangladesh
- Ronni Ahmmed
Bielorussia
-The
Giant Movie Affiches TOP 30: Oleg Shobin, Andrei Belov e Irenkova ,
Bazinato e Anna Aparina
Cina-
Wang Guangyi, Zhang Xiaogang , Yi Zhou
Giappone - Atsushi Tawa
Gran Bretagna - Tim Ellis
Italia - Alvise Bittente, Gaetano K.
Bodanza , Casagrande & Recalcati, Maria
D’Andrea, Claudia Danieli, Stefano Fioresi, Marotta & Russo, Puni, Consolata
Radicati di Primeglio, Marco Nereo Rotelli, Federico
Seppi, Barbara Taboni , Umberto Zampini
Italia
/ Côte d’Ivoire - Virginia Ryan
Perù
- Ana Maria Reque
Spagna - Raquel Monje
Taiwan R.O.C.
- Chen Chung-Hao, Chou Yu-Cheng, Yao Rui-Chung, Kao Tsan-Hsing, Tsong Pu
USA - Olga Lah, Bettina Werner
Nessun commento:
Posta un commento