Trovo su Facebook questa nota di Barbara Martusciello. Inevitabile da parte mia la condivisione!
La Cultura è considerata fastidiosa e pericolosa: ce ne accorgiamo da come molti la (mal)trattano, da come tante istituzioni la ignorano, da come alcuni Governi la combattono... E' anche faticosa, la Cultura... come lo sono le Arti visve e altri simili specifici che producono e stimolano il pensiero, la riflessione, la libera istruzione. Prendere posizioni intellettualmente e artisticamente non prone è molto stancante e spesso è rischioso e questo - l'accettazione di un rischio - non è per tutti. Invece, si dovrebbe ricominciare ad alzare la testa, la propria se abbassata e quella del vicino se distratta, dolorante o arresa, e via via di questo passo... Si dovrebbe pretendere questa pratica dell'azione culturale onesta e vivace e boicottare ogni forma tiepida di comunicazione e creazione, svergognandone cortigianerie e mistificazioni che nulla danno alla collettività e alla Storia. La Cultura è impegno, è agita(ta) o non è...
Va alimentata. Non è facilona. E' alternativa. Opposizione. Quando l'opposizione arriva al potere, la Cultura si sposta, rapida, e passa ad un'altra opposizione. La Cultura "non entra mai nella foto".
Tutti, tutti noi, donne e uomini di buona volontà e capacità di analisi, dovremmo riprendere a praticare in maniera più costante e appassionata questo diritto / dovere alla e della Cultura che è prima di tutto Critica. Dovremmo spingere al massimo il pedale della corsa all'azione dei Saperi e accelerare in Rete: nel senso generale, ampio, che rappresenta questa piattaforma ramificata che connette dentro ma anche fuori Internet... Dovremmo fare e dire, valutare e denunciare, argomentare, ricordare e palesare, conducendo questo gioco in modo profondo e costruttivo (come la Critica impone per statuto e deontologia).
Ora è urgente più che mai. Ora è IL MOMENTO GIUSTO, prima che implodano i segnali di risveglio di una parte sana del Paese e che tutto torni pantano, anche quel barlume di plancton che aveva iniziato a ripulire un po' le acque...: lontani dalle consorterie che stritolano, dalle inutili guerrette personali, dalle manìe di protagonismo e dalla cialtroneria che si nasconde dietro - o dentro - i buonismi, le voci sommesse, l'abitudine, i timori, i comodi tendaggi, i colori grigi che non sanno o non vogliono decidere se essere luce od ombra e, nel dubbio, rimandando, si fanno complici di impasti chiaroscurali indefiniti e terrificanti..., solo apparentemente protettivi...
La PENOMBRA, quel particolare tipo di penombra, non PROTEGGE se non chi la produce: agli altri sono lasciate le briciole, panorami oscurati, strade morte, visibilità appannata, gorghi, sentieri persi...
Ci diamo una mano tutti insieme a far luce??? A ripristinare l'energia (alternativa) del chiarore?
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