FOTOGRAFIA Festival Internazionale di Roma
Mario Carbone
POSTO FISSO
MARINA ABRAMOVIĆ A BOLOGNA, 1977
a cura di Paola Paleari e Paola Scremin
lunedì 10 settembre, ore 19:00
s.t. foto libreria galleria
via degli ombrellari, 25 Roma
fino al 10 ottobre 2012; dal lunedì al sabato 10:30-19:30
Nell’ambito del circuito di Fotografia Festival Internazionale di Roma,
s.t. foto libreria galleria presenta, dal 10 settembre al 10 ottobre
2012, Mario Carbone/Posto Fisso. Marina Abramović a Bologna, 1977: una
mostra, curata da Paola Paleari e Paola Scremin, che rende
congiuntamente omaggio al lavoro di un fotografo e regista italiano e a
quello di un’artista fra le più significative della scena
internazionale.
Classe 1924, fotografo di formazione e per passione,
Mario Carbone, nel corso della sua carriera di autore di documentari
per il cinema e la TV, non ha mai smesso di fotografare, riuscendo
talvolta a eseguire, nell’ambito di un unico progetto, un duplice lavoro
di documentazione foto-cinematografica.
E’ quanto accadde nel 1977,
in occasione delle Settimana internazionale della Performance alla
Galleria d’Arte Moderna di Bologna. Alla manifestazione, curata da
Renato Barilli, parteciparono una cinquantina di artisti italiani ed
europei, fra cui Vito Acconci, Franco Vaccari, Giuseppe Chiari,
Fabrizio Plessi, Vincenzo Agnetti, Luca Patella, Luigi Ontani, Fabio
Mauri, Vettor Pisani, Hermann Nitsch. Carbone seguì e documentò, fra gli
altri, il lavoro concepito da Marina Abramović con Ulay, suo partner
dell’epoca: Imponderabilia, una delle creazioni più note dell’artista
serba, riproposta nel 2010 in occasione della sua retrospettiva al MOMA,
e ri-messa in scena anche quest’anno, nello stand di una galleria
newyorkese, durante la fiera Art Basel.
Abramović e Ulay, entrambi
integralmente nudi, si posizionarono l’una di fronte all’altro in un
varco ricreato nell’atrio del museo, in modo da delimitare e restringere
il passaggio del pubblico con la propria presenza. Per varcare questa
“porta umana” e superare l’ostacolo, i visitatori erano dunque chiamati a
cambiare posizione, ruotando a loro volta il proprio corpo verso uno
dei due performer. Il transito del pubblico veniva registrato da una
telecamera a circuito chiuso e trasmesso su due schermi posizionati
subito dopo il “posto di blocco”, con un ritardo di qualche minuto
rispetto all’azione reale: ciò permetteva a coloro che avevano appena
superato il varco di rivedersi, di osservare la propria reazione
suscitata dal contatto con i due corpi nudi.
L’azione venne a un
certo punto interrotta dalla polizia, che arrestò e ritirò i passaporti
agli artisti per atti osceni in luogo pubblico.
Imponderabilia è
dunque un’opera che traccia e registra dal vivo i limiti e gli urti
impercettibili della comunicazione, mettendo in questione non solo la
tradizionale staticità, ma il territorio univoco, il posto fisso,
dell’opera d’arte stessa.
In mostra vengono presentati il
cortometraggio prodotto e diretto da Carbone e una selezione di immagini
incentrate sulla performance della Abramović: dieci stampe in bianco
nero eseguite in camera oscura dallo stesso regista-fotogafo, nonché una
serie di foto a colori di piccolo formato, tratte dai frame del
documentario. In occasione della mostra stessa, s.t. foto libreria
galleria proporrà altri documentari sull’arte del Novecento di Mario
Carbone e una più ampia panoramica della sua attività di fotografo: dai
primi ritratti in studio a quelli dedicati agli artisti, passando per i
numerosi scatti dedicati all’esplorazione della realtà sociale, non solo
italiana.
Mario Carbone, nato San Sosti (Cosenza) nel
1924, apprende giovanissimo il mestiere di fotografo -dal ritocco alla
stampa, dalle foto-tessera ai ritratti degli sposini, svolgendo un
lungo apprendistato prima nella natia Calabria e poi a Milano, dove
lavora anche nello studio di Elio Luxardo.
Nel 1955 arriva a Roma e
inizia la sua attività in ambito cinematografico, come operatore e poi
regista di documentari. Con una propria cinepresa, decide di filmare le
manifestazioni politiche e sociali: un lavoro pressoché volontario, che
durerà fino al’68 , quando si trova a documentare anche la rivolta
degli studenti alla facoltà di architettura di Roma. Questi materiali
sono ora conservati presso l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operario
e Democratico. Contemporaneamente, Carbone si lega agli artisti che
gravitano attorno a Piazza del Popolo: Aldo Torchiaro (allievo di
Guttuso), Mimmo Rotella, Mario Schifano, Tano Festa e Franco Angeli, con
il quale divide lo studio e a cui dedicherà poi il cortometraggio
“Inquietudine”.
Nel 1959 vince il Nastro d’Argento per la migliore
fotografia ne “I vecchi” di Raffaele Andreassi. L’anno successivo Carlo
Levi gli chiede di accompagnarlo in un viaggio in Lucania per
documentare fotograficamente i luoghi di confino dello scrittore di
Cristo si è fermato a Eboli. Carbone scatta circa quattrocento
fotografie, alcune delle quali confluiranno poi nel libro”Viaggio in
Lucania con Levi”.
Nel 1963 Cesare Zavattini lo chiama a
collaborare, in qualità di operatore e regista, ne “I Misteri di Roma”.
Nel 1964 vince il Nastro d’Argento per la regia di un documentario sulla
nobiltà calabrese dal titolo: “Stemmati di Calabria”. Sempre nel 1964 è
in India. Realizza con Giuseppe Ferrara due filmati commissionati
dall’Eni e fotografa scene di vita quotidiana nelle grandi città
(Calcutta, Bombay, Madras, New Delhi) ma anche in villaggi sperduti.
Alcune di queste foto, sono state riproposte nella mostra e nel volume
“Paralleli. India-Italia anni sessanta” (Gangemi, 2006)
Nel 1966 è
premiato al Festival di Tour per un’inchiesta sul lavoro contadino
intitolata “Dove la terra è nera”. Conquista quindi il Leone d’argento
alla Biennale di Venezia con “Firenze, novembre 1966″, testimonianza
della drammatica alluvione, con i testi di Vasco Pratolini.
A metà
degli anni settanta, insieme alla moglie Elisa Magri -che per un
periodo ha diretto la galleria d’arte Ciak a Roma, decide di dedicarsi
alla produzione di documentari sull’arte contemporanea. Mario Schifano,
Tano Festa, Mimmo Paladino, Enrico Baj, Renzo Vespignani, Carla Accardi,
sono alcuni dei protagonisti dei ritratti realizzati da Carbone.
Parallelamente alle produzioni per il cinema e la TV, non smette mai di
fotografare, riuscendo talvolta a eseguire, nell’ambito di un unico
progetto, un duplice lavoro di documentazione foto-cinematografica. E’
quanto accadde nel 1977, in occasione delle Settimana internazionale
della Performance alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, dove con
entrambi i media segue, fra gli altri, gli interventi di Marina
Abramović, Vincenzo Agnetti, Luca Patella, Hermann Nitsch, Luigi
Ontani, Vettor Pisani.
Nel corso degli anni Novanta, con la
decisione della RAI di non proseguire la serie di documentari “Astisti
allo specchio”, e quando ormai l’elettronica ha definitivamente
sostituito il cinema in ambito documentaristico, Carbone è costretto a
chiudere la sua casa di produzione e a disfarsi dei vecchi macchinari.
Anche se negli ultimi anni si sono moltiplicate le ricerche e gli eventi
espositivi legati al lavoro di Mario Carbone, il suo straordinario
archivio foto-cinematografico attende tutt’ora di essere adeguatamente
valorizzato in maniera organica.
s.t. foto libreria galleria
via degli ombrellari, 25
Roma (Borgo Pio) 00193
t/f +39 0664760105
info@stsenzatitolo.it
www.stsenzatitolo.it
Pensieri, parole, opere ed ammissioni dal mio mondo dell'arte
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!
martedì 31 luglio 2012
i luoghi dell'anima - Giovanni Sesia
Mi piacciono le atmosfere di Sesia. Ora in mostra a Oria, in provvincia di Brindisi, con una nuova personale... da vedere
Laboratoria
in collaborazione con la Nuova Galleria Morone – artecontemporanea, con
il patrocinio del Comune di Oria e l'aiuto concreto della Cooperativa
Nuova Hyria, sono lieti di presentare l'esposizione “I luoghi
dell'anima” dell'autore Giovanni Sesia negli ipogei della Basilica
Cattedrale di Oria.
L'uomo ha da sempre cercato di comprendere la natura del mistero dell'anima e dell'inconscio, sentendosi da subito composto non solo di materia ma anche di spirito.
Giovanni Sesia a suo modo indaga questa tematica e cerca attraverso le sue opere di emozionarci con immagini che stimolino le corde della nostra anima, andando oltre il semplice soggetto del quadro che diventa strumento di speculazione per l'osservatore.
Quest'esposizione nello specifico indaga i “Luoghi dell'anima” partendo dal presupposto sacro del luogo che la ospita, attraverso il medium della memoria che agisce sull'uomo come strumento d'identificazione e di indagine.
Il tempo sarà il comune denominatore e componente espressivo fondamentale, il punto di partenza è Il Passato, raffigurato da volti dimenticati, le identità perdute e cancellate, che ci inducono a riflettere sul presente e sul significato e la caducità della vita.
L'artista riscatta dall'oblio persone e luoghi dimenticati, porgendoceli con rispettoso amore, sottraendoli al silenzio, si muove sottile quasi in punta di piedi nel territorio della poesia. La pittura assume così valore di documento e testimonianza.
Non usa le immagini in maniera nostalgica, scava nell'acume del pensiero del tempo, dell'idea della morte.
Cerca di trasmettere all'osservatore l'interesse che personalmente nutre per l'altro; per luoghi, persone ed oggetti che potrebbero perdersi nell'oblio della memoria.
Ci induce a posare lo sguardo su cose che non mai erano state sfiorate.
I suoi lavori hanno un sapore vintage, sembrano legati alla tradizione della Vanitas.
Sesia riesce a portare il tema dell'identità ad un livello terreno e viscerale; spesso i destini s'incrociano per caso nella fotografia, strumento per eccellenza della memoria.
In questo senso il luogo dell'anima per l'autore è l'attimo in cui l'uomo prende coscienza della propria anima immortale, nell'incontro nella memoria del passato col presente, facendo rivivere le cose e le persone come icone tangibili dell'immortalità dello spirito.
La mostra sarà inaugurata Sabato 4 Agosto 2012 alle ore 20.00 presso la Basilica Cattedrale.
Giovanni Sesia, nato a Magenta nel 1955, artista già selezionato per il padiglione italiano della 54° Biennale di Venezia, vanta numerose esposizioni in Italia ed all'estero in mostre personali e collettive, sia in gallerie rinomate che in importanti spazi pubblici. È inoltre stato acquisito da importanti collezioni internazionali quali la VAF STIFTUNG Foudation. Si sono occupati di lui i più importanti storici e critici come Luca Beatrice, Vittorio Sgarbi, Achille Bonito Oliva, Sandro Parmigiani, Flaminio Gualdoni.
L'uomo ha da sempre cercato di comprendere la natura del mistero dell'anima e dell'inconscio, sentendosi da subito composto non solo di materia ma anche di spirito.
Giovanni Sesia a suo modo indaga questa tematica e cerca attraverso le sue opere di emozionarci con immagini che stimolino le corde della nostra anima, andando oltre il semplice soggetto del quadro che diventa strumento di speculazione per l'osservatore.
Quest'esposizione nello specifico indaga i “Luoghi dell'anima” partendo dal presupposto sacro del luogo che la ospita, attraverso il medium della memoria che agisce sull'uomo come strumento d'identificazione e di indagine.
Il tempo sarà il comune denominatore e componente espressivo fondamentale, il punto di partenza è Il Passato, raffigurato da volti dimenticati, le identità perdute e cancellate, che ci inducono a riflettere sul presente e sul significato e la caducità della vita.
L'artista riscatta dall'oblio persone e luoghi dimenticati, porgendoceli con rispettoso amore, sottraendoli al silenzio, si muove sottile quasi in punta di piedi nel territorio della poesia. La pittura assume così valore di documento e testimonianza.
Non usa le immagini in maniera nostalgica, scava nell'acume del pensiero del tempo, dell'idea della morte.
Cerca di trasmettere all'osservatore l'interesse che personalmente nutre per l'altro; per luoghi, persone ed oggetti che potrebbero perdersi nell'oblio della memoria.
Ci induce a posare lo sguardo su cose che non mai erano state sfiorate.
I suoi lavori hanno un sapore vintage, sembrano legati alla tradizione della Vanitas.
Sesia riesce a portare il tema dell'identità ad un livello terreno e viscerale; spesso i destini s'incrociano per caso nella fotografia, strumento per eccellenza della memoria.
In questo senso il luogo dell'anima per l'autore è l'attimo in cui l'uomo prende coscienza della propria anima immortale, nell'incontro nella memoria del passato col presente, facendo rivivere le cose e le persone come icone tangibili dell'immortalità dello spirito.
La mostra sarà inaugurata Sabato 4 Agosto 2012 alle ore 20.00 presso la Basilica Cattedrale.
Giovanni Sesia, nato a Magenta nel 1955, artista già selezionato per il padiglione italiano della 54° Biennale di Venezia, vanta numerose esposizioni in Italia ed all'estero in mostre personali e collettive, sia in gallerie rinomate che in importanti spazi pubblici. È inoltre stato acquisito da importanti collezioni internazionali quali la VAF STIFTUNG Foudation. Si sono occupati di lui i più importanti storici e critici come Luca Beatrice, Vittorio Sgarbi, Achille Bonito Oliva, Sandro Parmigiani, Flaminio Gualdoni.
domenica 29 luglio 2012
Mud’A’ Centro di documentazione e ricerca della Civiltà degli Stazzi - Mulino d’Aglientu
Dato che mi trovo in Sardegna e che considero l'idea più che valida, mi fa piacere segnalare questo evento... Se vi trovate da queste parti... c'è anche il più che valido Alessio Onnis da vedere...
Accanto alla tradizione agro pastorale
degli stazzi – rappresentata dalla stessa struttura del vecchio mulino
di Aglientu – il Mud’A’ propone per l’estate 2012 un’ampia rassegna
d’arte contemporanea chiamando artisti di varia provenienza che
reinterpretano quegli spazi, dandogli nuova veste e nuova linfa vitale.
Si tratta di un esperimento unico attraverso cui si fa rivivere uno spazio che per decenni è stato centro e fulcro dell’antica civiltà degli stazzi, caratteristica della Gallura, la sub regione della Sardegna Settentrionale.
Lo stazzo (in gallurese stazzu) era, ed è, un insediamento rurale di tipo sparso sviluppatosi verso l’inizio del ‘700, caratterizzato da una casa di abitazione e lavoro attorno alla quale ruotavano le tanche – appezzamenti di terreno chiusi più o meno vasti nei quali veniva praticata l’agricoltura e la pastorizia – e vari servizi accessori come il forno (lu furru), la dispensa (li pinnenti), ecc.
Pur nel loro isolamento gli stazzi erano riuniti in cussogghje, insieme di più stazzi con al centro la chiesa campestre e vari annessi. Il vecchio mulino di Aglientu – trasformato oggi in museo – rappresentava il centro nodale degli stazzi e cussogghje circostanti, essendo l’unico luogo laico nel quale la popolazione si ritrovava per macinare le granaglie per ottenere la farina.
Gli artisti sono stati chiamati quindi a rivisitare questi spazi allestendo le loro personali o collettive, che meglio rappresentano l’arte contemporanea europea. Il Mud’A’ quindi si propone come centro di confronto e dialogo tra l’arte, la tradizione e la cultura, offrendo ai fruitori uno spazio unico di scambio, interesse e vita, grazie anche al fornito book shop.
La rassegna è iniziata lo scorso 14 luglio con la personale dell’artista umbro Federico Marchesini, prosegue dal 28 luglio con lo scultore tedesco Hasso Neumann e il pittore calangianese Pietro Inzaina, ai quali dal 4 agosto si aggiungeranno la pittrice Tiziana d’Ascanio e il pittore Alessio Onnis, entrambi sardi.
Sempre nell’ambito delle manifestazioni del Mud’A’, in collaborazione con la Pro Loco, sabato 28 luglio alle 21.00 si terrà la presentazione del libro di Pier Giacomo Pala Antologia della femina agabbadòra, introdurrà Luigi Agus, presenterà Sebastiano Depperu che intervisterà l’autore.
Arte Contemporanea
Artisti &Appuntamenti
Federico Marchesini (Sala D dal 14 luglio al 30 agosto). Artista a tutto tondo umbro, è particolarmente dedito alla ricerca con spunti che vanno dal Puntinismo all’Arte Povera, fino alla Pop Art. Al Mud’A’ propone una rassegna di sue opere inedite di grande interesse.
Hasso Neumann (Sala D e sala A dal 28 luglio al 30 agosto). Scultore tedesco, lavora col bronzo a cera persa. Le sue sculture richiamano arcane e interessanti forme della Civiltà Nuragica sarda, tuttavia rivisitate secondo i canoni del post modernismo già visti nell’opera di Co-stantino Nivola.
Pietro Inzaina (Sala C dal 28 luglio al 30 agosto). Pittore sardo, propone tele legate alla tradizione del ‘900 isolano (Biasi, Floris, Delitala, Figari) con spunti di novità che richiamano il classicismo di De Chirico.
Tiziana d’Ascanio (Sala A dal 4 agosto al 30 agosto). Pittrice sarda che opera su supporti particolari come la carta di riso. Le sue opere – pur legate in parte alla tradizione del ‘900 sardo – propongono atmosfere oniriche alla Blake e Füssli.
Alessio Onnis (Sala B dal 4 agosto al 30 agosto). Artista sardo che opera specialmente su supporti tradizionali come la tela in piccolo formato. Le sue opere risentono di un’atmosfera internazionale con particolare riferimento al Goya del periodo negro, rivisitato in chiave post moderna attraverso le leggende sarde delle janas e delle brujas.
Il vecchio mulino, risalente ai primi del XX secolo, è diviso in quattro sale (rispettivamente individuate in pianta con le lettere A, B, C, D), un bagno con antibagno e un loggiato coperto sul retro. Ai lati orientale e occidentale sono situate due grandi sale di circa 70 mq ciascuna (in pianta A, D), mentre al centro due sale di circa 23 mq, in una delle quali è ricavato il servizio il cui ingresso dà alla sala orientale.
Nella sala A è visibile ancora la cisterna – debitamente illuminata – e il cono da cui le granaglie venivano immesse all’ammasso. La sala B, più bassa, è caratterizzata da pareti in granito, mentre nella sala D è visibile ancora il mulino elettrico con cui si macinava il grano. I servizi sono concentrati nella sala D che costituisce l’ingresso alla struttura: un fornito book shop, servizi igienici e di informazione.
Per informazioni:
Mud’A’
Centro di documentazione e ricerca della Civiltà degli Stazzi - Mulino d’Aglientu
Via Vecchio Molino
07020 Aglientu (OT)
mail: muda@istitutogiuliocossu.i t
sito web: www.istitutogiuliocossu.it /aglientuhome.html
Si tratta di un esperimento unico attraverso cui si fa rivivere uno spazio che per decenni è stato centro e fulcro dell’antica civiltà degli stazzi, caratteristica della Gallura, la sub regione della Sardegna Settentrionale.
Lo stazzo (in gallurese stazzu) era, ed è, un insediamento rurale di tipo sparso sviluppatosi verso l’inizio del ‘700, caratterizzato da una casa di abitazione e lavoro attorno alla quale ruotavano le tanche – appezzamenti di terreno chiusi più o meno vasti nei quali veniva praticata l’agricoltura e la pastorizia – e vari servizi accessori come il forno (lu furru), la dispensa (li pinnenti), ecc.
Pur nel loro isolamento gli stazzi erano riuniti in cussogghje, insieme di più stazzi con al centro la chiesa campestre e vari annessi. Il vecchio mulino di Aglientu – trasformato oggi in museo – rappresentava il centro nodale degli stazzi e cussogghje circostanti, essendo l’unico luogo laico nel quale la popolazione si ritrovava per macinare le granaglie per ottenere la farina.
Gli artisti sono stati chiamati quindi a rivisitare questi spazi allestendo le loro personali o collettive, che meglio rappresentano l’arte contemporanea europea. Il Mud’A’ quindi si propone come centro di confronto e dialogo tra l’arte, la tradizione e la cultura, offrendo ai fruitori uno spazio unico di scambio, interesse e vita, grazie anche al fornito book shop.
La rassegna è iniziata lo scorso 14 luglio con la personale dell’artista umbro Federico Marchesini, prosegue dal 28 luglio con lo scultore tedesco Hasso Neumann e il pittore calangianese Pietro Inzaina, ai quali dal 4 agosto si aggiungeranno la pittrice Tiziana d’Ascanio e il pittore Alessio Onnis, entrambi sardi.
Sempre nell’ambito delle manifestazioni del Mud’A’, in collaborazione con la Pro Loco, sabato 28 luglio alle 21.00 si terrà la presentazione del libro di Pier Giacomo Pala Antologia della femina agabbadòra, introdurrà Luigi Agus, presenterà Sebastiano Depperu che intervisterà l’autore.
Arte Contemporanea
Artisti &Appuntamenti
Federico Marchesini (Sala D dal 14 luglio al 30 agosto). Artista a tutto tondo umbro, è particolarmente dedito alla ricerca con spunti che vanno dal Puntinismo all’Arte Povera, fino alla Pop Art. Al Mud’A’ propone una rassegna di sue opere inedite di grande interesse.
Hasso Neumann (Sala D e sala A dal 28 luglio al 30 agosto). Scultore tedesco, lavora col bronzo a cera persa. Le sue sculture richiamano arcane e interessanti forme della Civiltà Nuragica sarda, tuttavia rivisitate secondo i canoni del post modernismo già visti nell’opera di Co-stantino Nivola.
Pietro Inzaina (Sala C dal 28 luglio al 30 agosto). Pittore sardo, propone tele legate alla tradizione del ‘900 isolano (Biasi, Floris, Delitala, Figari) con spunti di novità che richiamano il classicismo di De Chirico.
Tiziana d’Ascanio (Sala A dal 4 agosto al 30 agosto). Pittrice sarda che opera su supporti particolari come la carta di riso. Le sue opere – pur legate in parte alla tradizione del ‘900 sardo – propongono atmosfere oniriche alla Blake e Füssli.
Alessio Onnis (Sala B dal 4 agosto al 30 agosto). Artista sardo che opera specialmente su supporti tradizionali come la tela in piccolo formato. Le sue opere risentono di un’atmosfera internazionale con particolare riferimento al Goya del periodo negro, rivisitato in chiave post moderna attraverso le leggende sarde delle janas e delle brujas.
Il vecchio mulino, risalente ai primi del XX secolo, è diviso in quattro sale (rispettivamente individuate in pianta con le lettere A, B, C, D), un bagno con antibagno e un loggiato coperto sul retro. Ai lati orientale e occidentale sono situate due grandi sale di circa 70 mq ciascuna (in pianta A, D), mentre al centro due sale di circa 23 mq, in una delle quali è ricavato il servizio il cui ingresso dà alla sala orientale.
Nella sala A è visibile ancora la cisterna – debitamente illuminata – e il cono da cui le granaglie venivano immesse all’ammasso. La sala B, più bassa, è caratterizzata da pareti in granito, mentre nella sala D è visibile ancora il mulino elettrico con cui si macinava il grano. I servizi sono concentrati nella sala D che costituisce l’ingresso alla struttura: un fornito book shop, servizi igienici e di informazione.
Per informazioni:
Mud’A’
Centro di documentazione e ricerca della Civiltà degli Stazzi - Mulino d’Aglientu
Via Vecchio Molino
07020 Aglientu (OT)
mail: muda@istitutogiuliocossu.i
sito web: www.istitutogiuliocossu.it
sabato 28 luglio 2012
"ANIMAMUNDI" PERSONALE DI DAVIDE PUMA a cura di MARIA LAURA PERILLI
Davide Puma è davvero un grande artista. Sa cosa vuol dire dipingere, gestire i colori e le forme ma la cosa più importante conosce i tempi della pittura! Da vedere!
"ANIMAMUNDI"
PERSONALE DI DAVIDE PUMA
a cura di MARIA LAURA PERILLI
GALLERIA TRIPHE' - Cortona
apertura al pubblico da martedi 7 Agosto al 6 Ottobre 2012
ANIMAMUNDI e' la nuova personale del giovane artista sanremese Davide Puma dove affronta il tema della, come la chiama Lui "UNICA VIA POSSIBILE",ovvero la necessita' di ritornare ad un dialogo onesto e rispettoso con la Natura .
Nella sua pittura-verità notiamo un passaggio graduale e una positiva coerenza.
Pittura che si lascia contemplare per lungo tempo regalandoci l'intensità dell'emozione
originaria. Le sue tematiche vivono in uno spazio di medativo silenzio, un silenzio metafisico,
assoluto, che diventa quasi tangibile nei misteriosi ritratti. I gabbiani, le mucche, le città sono
lavori collegati da un duplice meccanismo, dinamismo ed equilibrio, dal magma cromatico
emergono corposi passaggi di colore terse vibrazioni materiche da cui affiorano delle
trascoloranze madreperlacee con dei riflessi che rasentano il satinato della seta.
I grigi, i dorati gialli, le terre e i bruni usati per il sottostrato si ripetono su tutta l'opera in
diversi toni creando unità strutturale, mentre la tavolozza limitata a pochi colori assicura
l'intima armonia dell'opera.
La ricca tematica di Davide Puma é presente nella personale allestita nel bellissimo spazio della Galleria TRIPHE' dal 7 agosto al 6 ottobre 2012.
GALLERIA TRIPHE'
via Maccari 3, Cortona (AR) 52044
dal 7 agosto al 6 ottobre 2012
orari di apertura: 10,00-13,00 16,00-19,30
"ANIMAMUNDI"
PERSONALE DI DAVIDE PUMA
a cura di MARIA LAURA PERILLI
GALLERIA TRIPHE' - Cortona
apertura al pubblico da martedi 7 Agosto al 6 Ottobre 2012
ANIMAMUNDI e' la nuova personale del giovane artista sanremese Davide Puma dove affronta il tema della, come la chiama Lui "UNICA VIA POSSIBILE",ovvero la necessita' di ritornare ad un dialogo onesto e rispettoso con la Natura .
Nella sua pittura-verità notiamo un passaggio graduale e una positiva coerenza.
Pittura che si lascia contemplare per lungo tempo regalandoci l'intensità dell'emozione
originaria. Le sue tematiche vivono in uno spazio di medativo silenzio, un silenzio metafisico,
assoluto, che diventa quasi tangibile nei misteriosi ritratti. I gabbiani, le mucche, le città sono
lavori collegati da un duplice meccanismo, dinamismo ed equilibrio, dal magma cromatico
emergono corposi passaggi di colore terse vibrazioni materiche da cui affiorano delle
trascoloranze madreperlacee con dei riflessi che rasentano il satinato della seta.
I grigi, i dorati gialli, le terre e i bruni usati per il sottostrato si ripetono su tutta l'opera in
diversi toni creando unità strutturale, mentre la tavolozza limitata a pochi colori assicura
l'intima armonia dell'opera.
La ricca tematica di Davide Puma é presente nella personale allestita nel bellissimo spazio della Galleria TRIPHE' dal 7 agosto al 6 ottobre 2012.
GALLERIA TRIPHE'
via Maccari 3, Cortona (AR) 52044
dal 7 agosto al 6 ottobre 2012
orari di apertura: 10,00-13,00 16,00-19,30
venerdì 27 luglio 2012
I finalisti del Mad Prize
Di questa iniziativa ho già scritto tempo fa (http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2012/04/mad-vieste-prize-festival.html ), ora la lista dei finalisti. Fra questi mi piace sottolineare la presenza di molti amici come Maurizio Carriero o Giulio Zanet ma in particolare, mi piace porre l'attenzione dell'ottimo Stefano Fioresi!
Ecco i finalisti della sezione ART
Voto on-line
1. Leonardo Vito Avezzano
2. Antonio Baldassarra
3. Libero Masiello
Selezioni della giuria
Eloise Amadei
Paolo Bordino
Maurizio Carriero
Pietro Manzo
Banafsheh Rahmani
Francesco Sisinni
Giulio Zanet
SEZIONE FOTOGRAFIA
Voto on-line
1. Costanza Gianquinto
2. Fabio Valerio Tibollo
3. Pina Inferrera
Selezioni della giuria
Alessandra Baldoni
Daniela Cavallo
Francesca De Pieri
Li Gao
Daniela Neri
Daniele Ratti
Lamberto Teotino
SEZIONE INSTALLAZIONE E SCULTURA
Voto on-line
1. Federico Fiorini
2. 1+1+1
3. Pierfrancesco Zuccato
Selezioni della giuria
Attinia
Alessandro Brighetti
Silvia Capiluppi
Stefano Fioresi
Vincenzo Marsiglia
Wave Factory
Mei Ziqian
SEZIONE PERFORMANCE
Voto on-line
1. Stefano Marangon
2. Discarded
3. Isabella Falbo
Selezioni della giuria
Barbara uccelli
Mirko Canesi
Tiziana Contino
Loredana Galante
Roberta Orlando “As we use to be”
Luca Pucci
Sense 1+1
SEZIONE VIDEO & ANIMAZIONI
Voto on-line
1. Luka Moncaleano
2. Sara Bonaventura
3. Gianluca Bufardeci
Selezioni della giuria
Alessandro Amaducci
Federico Comelli Ferrari
Desiderio
Giulia Fontanini
Claudia Gambadoro
Alice Grassi
Valentina Miorandi
Ecco i finalisti della sezione ART
SEZIONE PITTURA
Voto on-line
1. 1. Leonardo Vito Avezzano
2. 2. Antonio Baldassarra
3. 3. Libero Masiello
Selezioni della giuria
Eloise Amadei
Paolo Bordino
Maurizio Carriero
Pietro Manzo
Banafsheh Rahmani
Francesco Sisinni
Giulio Zanet
SEZIONE FOTOGRAFIA
Voto on-line
1. 1. Costanza Gianquinto
2. 2. Fabio Valerio Tibollo
3. 3. Pina Inferrera
Selezioni della giuria
Alessandra Baldoni
Daniela Cavallo
Francesca De Pieri
Li Gao
Daniela Neri
Daniele Ratti
Lamberto Teotino
SEZIONE INSTALLAZIONE E SCULTURA
Voto on-line
1. 1. Federico Fiorini
2. 2. 1+1+1…
3. 3. Pierfrancesco Zuccato
Selezioni della giuria
Attinia
Alessandro Brighetti
Silvia Capiluppi
Stefano Fioresi
Vincenzo Marsiglia
Wave Factory
Mei Ziquian
SEZIONE PERFORMANCE
Voto on-line
1. 1. Stefano Marangon
2. 2. Discarded
3. 3. Isabella Falbo
Selezioni della giuria
Barbarauccelli
Mirko Canesi
Tiziana Contino
Loredana Galante
Roberta Orlando “As we use to be”
Luca Pucci
Sense 1+1
SEZIONE VIDEO & ANIMAZIONI
Voto on-line
1. 1. Luka Moncaleano
2. 2. Sara Bonaventura
3. 3. Gianluca Bufardeci
Selezioni della giuria
Alessandro Amaducci
Federico Comelli Ferrari
Desiderio
Giulia Fontanini
Claudia Gambadoro
Alice Grassi
Valentina Miorandi
SEZIONE PITTURAVoto on-line
1. Leonardo Vito Avezzano
2. Antonio Baldassarra
3. Libero Masiello
Selezioni della giuria
Eloise Amadei
Paolo Bordino
Maurizio Carriero
Pietro Manzo
Banafsheh Rahmani
Francesco Sisinni
Giulio Zanet
SEZIONE FOTOGRAFIA
Voto on-line
1. Costanza Gianquinto
2. Fabio Valerio Tibollo
3. Pina Inferrera
Selezioni della giuria
Alessandra Baldoni
Daniela Cavallo
Francesca De Pieri
Li Gao
Daniela Neri
Daniele Ratti
Lamberto Teotino
SEZIONE INSTALLAZIONE E SCULTURA
Voto on-line
1. Federico Fiorini
2. 1+1+1
3. Pierfrancesco Zuccato
Selezioni della giuria
Attinia
Alessandro Brighetti
Silvia Capiluppi
Stefano Fioresi
Vincenzo Marsiglia
Wave Factory
Mei Ziqian
SEZIONE PERFORMANCE
Voto on-line
1. Stefano Marangon
2. Discarded
3. Isabella Falbo
Selezioni della giuria
Barbara uccelli
Mirko Canesi
Tiziana Contino
Loredana Galante
Roberta Orlando “As we use to be”
Luca Pucci
Sense 1+1
SEZIONE VIDEO & ANIMAZIONI
Voto on-line
1. Luka Moncaleano
2. Sara Bonaventura
3. Gianluca Bufardeci
Selezioni della giuria
Alessandro Amaducci
Federico Comelli Ferrari
Desiderio
Giulia Fontanini
Claudia Gambadoro
Alice Grassi
Valentina Miorandi
Novità estate 2012: Casa d'Arte San Lorenzo a Capo Taormina!
La novità di Casa d'Arte San Lorenzo dell'estate 2012 è questa: l'apertura di un nuovo spazio espositivo all'interno del prestigioso Ata Hotel Capo Taormina.
Una rassegna di opere di giovani protagonisti del mondo contemporaneo affiancati a testimonianze di grandi Maestri del '900.
Da Pier Toffoletti a Roberto Braida, da Christian Balzano a Stefano Fioresi, da Franco Anselmi a Irene Lopez de Casto per passare a opere di Gnocchi, Cane, Mezzacappa, Berra, Bombaci per citarne solo alcuni.
Gestita dalla figura professionale di Massimo Ghirardini, nuovo "acquisto" della galleria, coaudiuvato dalla presenza dell'artista Karina Chechik, sul posto per l'intera stagione con l'intento di coivolgere il pubblico nell'ammirare la creazione delle proprie opere, Casa d'Arte San Lorenzo si attesta leader nella gestione, promozione e diffusione del mercato dell'arte in luoghi di prestigio.
“sussurri dall’abisso” personale di Pier Toffoletti alla Bocca di Milano
L'arte di Pier Toffoletti la conosco bene. E' capace di dialogare con l'anima di chi, anche solo per un istante, si sofferma davanti ad una sua opera.
A settembre in mostra a Milano presso la storica libreria Bocca, con una personale curata da GIORGIO LODETTI e di GIOVANNI SERAFINI
La Libreria BOCCA in Galleria Vittorio Emanuele II°,
12 a
Milano presenta
martedì 11 settembre 2012 alle ore 18.30 la personale
“sussurri dall’abisso”
dell’artista PIER
TOFFOLETTI
a cura e con presentazione di GIORGIO LODETTI e di GIOVANNI SERAFINI
e con la presenza dell’artista
catalogo disponibile
fino al 25.09.2012 –
tel. 02 – 86.46.23.21
PIER TOFFOLETTI è artista affermato nel mondo. La sua pittura fresca,
di immediata, universale intelligibilità, è nota e gradita a ogni tipo di
cultura. A dimostrazione che la classicità della figurazione, se svolta con sapiente
maestria, innovazione creativa e attualità di tematiche, viene entusiasticamente
accolta e apprezzata da un pubblico raffinato e attento presente a qualsiasi latitudine.
Pier Toffoletti, ricercatore e interessante pittore eclettico con
predilezione per l’immagine femminile, centralità estetica e mito iconografico
assoluto, ha segnato molteplici stagioni nella sua evoluzione inventiva, realizzando
vere e proprie serie tematiche tra cui “Visioni”, “Reperti d’attualità”,
“Linguaggio dei corpi”, “Senza tempo”, ”Luminescenze arboree” esprimendo la
poesia dell’eterno femminino nell’avvenenza dei volti e nelle eleganti movenze
di corpi fulmineamente sottratti alla turbinosa fiumana di esseri fagocitata
dal tempo.
giovedì 26 luglio 2012
Unnatural - Natural History alla Royal West of England Academy di Bristol e curata dai galleristi Coates and Scarry
C'è anche Carlo Cane, insieme agli altri italiani Fulvio di Piazza e Maerco Mazzoni, nella Mostra internazionale Unnatural - Natural History alla Royal West of England Academy di Bristol (http://www.rwa.org.uk/home/) e curata dai galleristi Coates and Scarry, inaugurata il 14 luglio scorso... se siete a Bristol...
p.s. il comunicato è in inglese per ovvie ragioni
Unnatural - Natural History
Unnatural - Natural History is an artistic exploration of an alternative world. It is a world where the dominant species are not human and natural objects are metamorphosed into unexpected and unnatural forms. A place in which genetic mutations and environmental pressure have altered the natural course of evolution.
Chippy Coates, one half of Coates and Scarry says “We asked artists from around the world to explore the theme of “unnatural natural history” and the results are diverse and alluring. It’s a blend of innovative art, creative ideas and lateral thinking.” With this in mind, the exhibition looks to create a stir and stimulate rigorous discussion as to what can be considered natural.
For the 35 local and international artists exhibiting – some in the UK, or Bristol, for the first time – heightened environmental awareness has doubtlessly been influential in their work. One of the exceptional artists in the show, Kate MccGwire, who uses a powerful and challenging medium in itself creating otherworldly sculptural forms from feathers. MccGwire’s incredible feathered installations have been shown across the world, but it’s the first time the artist has been displayed in Bristol.
One artist included sure to provoke controversy is Erik Sandberg who portrays children with hairy faces and Bristol’s famed preoccupation means that Belgian born and bred ROA will be a welcome addition to the community. His giant greyscale animals truly bring wit, skill and art to the urban device. Italian Marco Mazzoni weaves a world based on Italian folklore of mystical women who seduce, bewitch, curse and cure, complementing Bristol-based Rose Sanderson, who has made a name for herself adorning the stripped surfaces used by her painter and decorator father with butterflies and birds.
Previous Coates and Scarry exhibitions include collaborations with the Bristol City Museum and Art Gallery on Art on the New World, 2010, and the Modern Fabulists group show, 2011, plus other international exhibitions.
Exhibition sponsored by IOP publishing
With thanks to Clifton Hotels Group for accommodating many of the artists.
List of Exhibiting Artists
Angela Singer
Geza Szollosi
Kate MccGwire
Nick Bright
Meryl Donoghue
Natalie Shau
Patrick Haines
Karen Akester
Beth Carter
Jessica Joslin
Troy Abbott
Chantal Powell
Dean Melbourne
Susie MacMurray
Christopher Russell
Angela Lizon
Rose Sanderson
Pitch Tangpun
Nicole Etienne
Erik Mark Sandberg
Marco Mazzoni
Deedee Cheriel
Heiko Muller
Corine Perier
Luis Sanchez
Christian Rex van Minnen
Scott G Brooks
Fulivio Di Piazza
Laura Ball
Lindsey Carr
Rupert Bathurst
Ryan McLennan
ROA
CASE
Pure Evil
Carlo Cane
We are also now pleased to announce our special guest artist David LaChapelle
mercoledì 25 luglio 2012
Il sogno della Passione - Castelfiorentino a cura di Maurizio Vanni
Di questo progetto vi avevo già dato qualche informazione (vedi: http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2012/04/passionart-ecco-la-prima-edizione-di.html). Ora ci siamo, al via questa importante collettiva "griffata" Maurizio Vanni, dove espongono anche gli amici Stefano Fioresi e Christian Balzano...
Oratorio di San Carlo, Castelfior entino
giovedì 2 agosto 2012
Organizzata dal Comune di Castelfiorentino (Assessorato alla Cultura) nell'ambito di PassionArti. Castelfiorentino Contemporary, progetto culturale ideato dal critico Maurizio Vanni che punta a far vivere a tutti l'arte e la cultura del nostro tempo, la mostra propone le opere di sei giovani artisti contemporanei (Christian Balzano, Stefano Fioresi, Julia Landrichter, Mauro Lovi, Anthony Moman, Gioni David Parra, Rudy Pulcinelli) che interpretano il mito della passione nelle sue innumerevoli implicazioni.
Oratorio di San Carlo, Castelfior
giovedì 2 agosto 2012
Organizzata dal Comune di Castelfiorentino (Assessorato alla Cultura) nell'ambito di PassionArti. Castelfiorentino Contemporary, progetto culturale ideato dal critico Maurizio Vanni che punta a far vivere a tutti l'arte e la cultura del nostro tempo, la mostra propone le opere di sei giovani artisti contemporanei (Christian Balzano, Stefano Fioresi, Julia Landrichter, Mauro Lovi, Anthony Moman, Gioni David Parra, Rudy Pulcinelli) che interpretano il mito della passione nelle sue innumerevoli implicazioni.
Da Exibart... Premio Michetti. Ecco i vincitori
Questa notizia, mi è sfuggita... la "rubo" da Exibart (www.exibart.com/) e la ripropongo...
Premio Michetti. Ecco i vincitori della sessantatreesima edizione del più antico concorso d'arte contemporanea italiano
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pubblicato sabato 21 luglio 2012
Piero Gilardi, torinese classe 1942, ex aequo con Chris Gilmour,
inglese nato nel 1973, di base a Udine, che anch'esso mantiene con la
scultura un approccio che è fondamentale nell'uso dei materiali (spesso
cartone riciclato) e Laura Giardino, milanese classe 1976, Premio
Sponsor Pastificio Cocco insieme a Umberto Chiodi, sono i quattro
vincitori del 63esimo Premio Michetti.
Nato nel 1947 a Francavilla al mare, ha visto passare tra le fila
delle sue edizioni nomi come Burri, Spalletti, Kounellis, Mattiacci,
Twombly, Mario Schifano, Mitoraj fino Marco Airò, Eva Marisaldi,
Alessandro Pessoli, Cuoghi e Corsello. Iniziativa nata come
riconoscimento dedicato alla pittura, intitolato a Francesco Paolo
Michetti, artista abruzzese che nelle zone rurali della regione aveva da
sempre trovato la sua ispirazione principale. Oggi, in epoca di premi,
spesso anche dozzinali, il Michetti tutti gli anni organizza, a luglio,
una grande mostra dedicata alle tendenze o ad un percorso teorico del
contemporaneo, selezionando tre delle opere presenti proprio nella
mostra, che finiscono nella collezione permanente di Palazzo San
Domenico di Francavilla, che allo stato attuale raccoglie circa 160
opere raccolte dal '47 ad oggi nelle diverse annate.
Quest'anno, dopo curatori come Achille Bonito Oliva, Angela
Vettese, Renato Barilli, Gianni Romano o Luciano Caramel, è stata la
volta di Luca Beatrice e della sua mostra "Popism", compendio "live" del
libro "Pop", edito negli scorsi mesi. "Popism. L’arte in Italia dalla
teoria dei mass media ai social network". Dai 15 minuti di celebrità di
Warhol in poi, in una costante evoluzione del gusto e dell'estetica, che
resta comunque vincolata spesso anche alla riconoscibilità degli
oggetti come forma di intrattenimento, "Popism" ha mischiato i
componenti storici delle avanguardie italiane e internazionali ed
artisti più giovani, che in tutti i modi si sono avvicendati a temi
"pop" o che hanno messo in atto un universo legato visivamente alle
tensioni della corrente. Un'ultima nota: il pastificio Cocco, partner
dell'evento, donerà le due opere alla Fondazione-museo Michetti.
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dalla newsletter di Flash Art
Leggo su la newsletter che ricevo da Giancarlo Politi, direttore di Flash Art www.flashartonline.it/, la rivista d'arte contemporanea più letta d'europa, questa "provocazione" da parte di Massimo Minini, noto gallerista italiano, che 'copio ed incollo' così come l'ho ricevuta... provocazione o drammatica realtà?
Un sasso nello stagno?
Così si potrebbe definire questo scritto di Massimo Minini, che doveva essere pubblicato in Flash Art ma che io ho preferito inviare subito come Newsletter a tutti i nostri lettori, durante o prima le vacanze, per aprire un possibile dibattito.
Questo e i precedenti governi sono riusciti a mettere sul lastrico il sistema dell'arte italiana, sino a due-tre anni fa un fiore all'occhiello del paese e orgoglio della nostra cultura e con un numero di collezionisti piccoli e grandi, giovani e no, da esserci invid iato in tutto il mondo. Collezionisti come assidui e competentissimi frequentatori di tutte le gallerie e fiere d'arte nazionali ma anche frequentatori e clienti delle maggiori gallerie e fiere internazionali: il terrorismo fiscale, anche piuttosto plateale, a cui è sottoposto questo paese, li ha allontanati dall'arte e dalle gallerie italiane (Massimo Minini confessa che ora solo il 20% del suo fatturato è riconducibile all'Italia), per spingerli (almeno i più determinati), ad acquistare all'estero. Una famosa gallerista francese, mi confessava che negli ultimi mesi, i suoi collezionisti italiani sono più che quadruplicati. Dall'altro canto Getulio Alviani, dal suo minuscolo rifugio di Cortina, invece mi dice che la mitica cittadina delle vacanze degli italiani è deserta e stremata: le vetture proseguono per l'Austria oppure decidono di recarsi a Saint Moritz ma nessuno osa trattenersi più a Cortina, dove gli alberghi sono sprangati e i nego zianti disperati.
Da settembre-ottobre una parte della redazione e ufficio marketing di Flash Art si trasferirà a New York, dove la vita è normale e ancora venata di ottimismo, dove tutti pagano tasse sopportabili e molti comperano arte senza doversi sentire in colpa.
La proposta di Massimo Minini è una provocazione? Può essere. Ma se alcune gallerie italiane dovessero trasferirsi a Chiasso o Lugano (come è già avvenuto) non si gridi allo scandalo. Io credo che tra poco ogni italiano avrà il diritto di chiedere lo stato di rifugiato politico.
Giancarlo Politi giancarlo.politi@tin.it
Tutti a Ponte Chiasso?
E se dieci gallerie italiane di un certo peso aprissero una filiale a Ponte Chiasso? Be’, sarebbe forse un gesto clamoroso, non vi pare, cari colleghi?
Se ci trovassimo in dieci che vanno d’accordo, con idee simili, che non ne possono più dell’Iva al 21 e poi il 23% della SIAE che pretende il 4% quando comperi da un notaio, un altro 4% quando vendi a un avvocato, e farà tra poco 23+8%= 31%!...
Voi mi dite, anzi mi insegnate, che così andiamo a sbattere, tra poco.
Quando cominceremo a spararci a una tempia, a impiccarci anche noi o a buttarci giù da un balcone?
Invece di suicidarci propongo un’azione clamorosa da un lato e necessaria dall’altro.
Poi ognuno di noi dieci potrà scegliere se chiudere la galleria in Italia o tenerla.
Intanto avremo almeno lanciato un a provocazione, posto un problema, evidenziato una situazione insostenibile.
Perché i nostri colleghi d’oltralpe ci fottono regolarmente vendendo con Iva al 5,5% i francesi, 7% i tedeschi, 8% gli svizzeri e questi anche senza Siae. Perché gli americani non hanno né Iva né dds e noi stupidi sì?
Perch&eacu te; una classe politica di ladri europei ci ha messo nella merda? Da chi hanno preso i soldi? Perché la lobby degli artisti che conta centomila iscritti ha fottuto la lobietta dei galleristi che hanno solo duemila associati nella F.E.A.G.A. (la federazione europea della nostra categoria)?
E dove vanno veramente i soldi che diamo alla Siae quando questa non trova il de cuius?
Se aprissimo a Ponte Chiasso una sede comune, ci organizzassimo delle mostre, bene inteso, e ci facessimo transitare le nostre vendite, anche quelle verso l’Italia, risparmieremmo, noi e i nostri collezionisti, una montagna di soldi e riusciremmo a contrastare la concorrenza che oggi, con i prezzi che girano, ci supera sempre di un bel 20% circa e scusate se è poco.
Niente di personale, anzi sono amici, ma quando Dabbeni a Lugano o Verna e Hauser & Wirth a Zurigo espongono Paolini, Dan Graham o Jason Rhoades, se io fossi un collezionista milanese ci andrei di volata (naturalmente già lo fanno... e fanno bene).
Ghada Amer un mese fa a New York mi chiedeva come mai io non vendo le sue opere mentre Cheim & Read ne vendono tante proprio agli italiani! E mi chiedeva come mai noi ci lamentiamo che in Italia il mercato è finito, mentre collezionisti italiani comperano bellamente più di prima e a manetta.
Dunque chiamiamo dieci gallerie, non di piu', ma tutte assieme per costituire un fatto clamoroso.
Già molte gallerie italiane lo hanno fatto individualmente, alla chetichella, anticipando i tempi e vedendo lontano.
Sperone in Usa e Svizzera, De Cardenas in Svizzera, Tornabuoni Svizzera e Francia, Continua in Francia e Pechino... Altri hanno scelto Londra (De Carlo, Sprovieri, Corvi Mora, Greengrassi, ma non dimentichiamo John Eskenazi o Pescali...), E Massimo Martino, caro amico, che lo aveva capito vent’anni fa? Chissà cosa pensava di noi, quelli che restano, tanto per fare citazioni. D’altronde con i pezzi e i prezz i che aveva lui dall’Italia non sarebbe mai stato possibile.
Insomma, potremmo tenere la casa madre qui e una vetrina fuori, altri potrebbero fare il contrario, dipende dai singoli.
Ma un bel gesto collettivo farebbe sicuramente notizia.
Sono sempre stato contrario ad abbandonare l’Italia. Andarsene significa mollarla al suo destino, spingerla alla deriva.
Però a stare qui faremmo la fine della Costa Concordia: a forza di fare inchini ce lo prenderemo nel sedere.
Naturalmente niente da eccepire, la cosa può anche avere una côté piacevole...
Massimo Minini massimo@galleriaminini.it
Giancarlo Politi |
Così si potrebbe definire questo scritto di Massimo Minini, che doveva essere pubblicato in Flash Art ma che io ho preferito inviare subito come Newsletter a tutti i nostri lettori, durante o prima le vacanze, per aprire un possibile dibattito.
Questo e i precedenti governi sono riusciti a mettere sul lastrico il sistema dell'arte italiana, sino a due-tre anni fa un fiore all'occhiello del paese e orgoglio della nostra cultura e con un numero di collezionisti piccoli e grandi, giovani e no, da esserci invid iato in tutto il mondo. Collezionisti come assidui e competentissimi frequentatori di tutte le gallerie e fiere d'arte nazionali ma anche frequentatori e clienti delle maggiori gallerie e fiere internazionali: il terrorismo fiscale, anche piuttosto plateale, a cui è sottoposto questo paese, li ha allontanati dall'arte e dalle gallerie italiane (Massimo Minini confessa che ora solo il 20% del suo fatturato è riconducibile all'Italia), per spingerli (almeno i più determinati), ad acquistare all'estero. Una famosa gallerista francese, mi confessava che negli ultimi mesi, i suoi collezionisti italiani sono più che quadruplicati. Dall'altro canto Getulio Alviani, dal suo minuscolo rifugio di Cortina, invece mi dice che la mitica cittadina delle vacanze degli italiani è deserta e stremata: le vetture proseguono per l'Austria oppure decidono di recarsi a Saint Moritz ma nessuno osa trattenersi più a Cortina, dove gli alberghi sono sprangati e i nego zianti disperati.
Da settembre-ottobre una parte della redazione e ufficio marketing di Flash Art si trasferirà a New York, dove la vita è normale e ancora venata di ottimismo, dove tutti pagano tasse sopportabili e molti comperano arte senza doversi sentire in colpa.
La proposta di Massimo Minini è una provocazione? Può essere. Ma se alcune gallerie italiane dovessero trasferirsi a Chiasso o Lugano (come è già avvenuto) non si gridi allo scandalo. Io credo che tra poco ogni italiano avrà il diritto di chiedere lo stato di rifugiato politico.
Giancarlo Politi giancarlo.politi@tin.it
Massimo Minini |
E se dieci gallerie italiane di un certo peso aprissero una filiale a Ponte Chiasso? Be’, sarebbe forse un gesto clamoroso, non vi pare, cari colleghi?
Se ci trovassimo in dieci che vanno d’accordo, con idee simili, che non ne possono più dell’Iva al 21 e poi il 23% della SIAE che pretende il 4% quando comperi da un notaio, un altro 4% quando vendi a un avvocato, e farà tra poco 23+8%= 31%!...
Voi mi dite, anzi mi insegnate, che così andiamo a sbattere, tra poco.
Quando cominceremo a spararci a una tempia, a impiccarci anche noi o a buttarci giù da un balcone?
Invece di suicidarci propongo un’azione clamorosa da un lato e necessaria dall’altro.
Poi ognuno di noi dieci potrà scegliere se chiudere la galleria in Italia o tenerla.
Intanto avremo almeno lanciato un a provocazione, posto un problema, evidenziato una situazione insostenibile.
Perché i nostri colleghi d’oltralpe ci fottono regolarmente vendendo con Iva al 5,5% i francesi, 7% i tedeschi, 8% gli svizzeri e questi anche senza Siae. Perché gli americani non hanno né Iva né dds e noi stupidi sì?
Perch&eacu te; una classe politica di ladri europei ci ha messo nella merda? Da chi hanno preso i soldi? Perché la lobby degli artisti che conta centomila iscritti ha fottuto la lobietta dei galleristi che hanno solo duemila associati nella F.E.A.G.A. (la federazione europea della nostra categoria)?
E dove vanno veramente i soldi che diamo alla Siae quando questa non trova il de cuius?
Se aprissimo a Ponte Chiasso una sede comune, ci organizzassimo delle mostre, bene inteso, e ci facessimo transitare le nostre vendite, anche quelle verso l’Italia, risparmieremmo, noi e i nostri collezionisti, una montagna di soldi e riusciremmo a contrastare la concorrenza che oggi, con i prezzi che girano, ci supera sempre di un bel 20% circa e scusate se è poco.
Niente di personale, anzi sono amici, ma quando Dabbeni a Lugano o Verna e Hauser & Wirth a Zurigo espongono Paolini, Dan Graham o Jason Rhoades, se io fossi un collezionista milanese ci andrei di volata (naturalmente già lo fanno... e fanno bene).
Ghada Amer un mese fa a New York mi chiedeva come mai io non vendo le sue opere mentre Cheim & Read ne vendono tante proprio agli italiani! E mi chiedeva come mai noi ci lamentiamo che in Italia il mercato è finito, mentre collezionisti italiani comperano bellamente più di prima e a manetta.
Dunque chiamiamo dieci gallerie, non di piu', ma tutte assieme per costituire un fatto clamoroso.
Già molte gallerie italiane lo hanno fatto individualmente, alla chetichella, anticipando i tempi e vedendo lontano.
Sperone in Usa e Svizzera, De Cardenas in Svizzera, Tornabuoni Svizzera e Francia, Continua in Francia e Pechino... Altri hanno scelto Londra (De Carlo, Sprovieri, Corvi Mora, Greengrassi, ma non dimentichiamo John Eskenazi o Pescali...), E Massimo Martino, caro amico, che lo aveva capito vent’anni fa? Chissà cosa pensava di noi, quelli che restano, tanto per fare citazioni. D’altronde con i pezzi e i prezz i che aveva lui dall’Italia non sarebbe mai stato possibile.
Insomma, potremmo tenere la casa madre qui e una vetrina fuori, altri potrebbero fare il contrario, dipende dai singoli.
Ma un bel gesto collettivo farebbe sicuramente notizia.
Sono sempre stato contrario ad abbandonare l’Italia. Andarsene significa mollarla al suo destino, spingerla alla deriva.
Però a stare qui faremmo la fine della Costa Concordia: a forza di fare inchini ce lo prenderemo nel sedere.
Naturalmente niente da eccepire, la cosa può anche avere una côté piacevole...
Massimo Minini massimo@galleriaminini.it
lunedì 23 luglio 2012
Mi votu e mi rivotu - a cura di Tiziana Pantaleo
Mi votu e mi rivotu - a Torino
a cura di Tiziana Pantaleo
Vernissage | mercoledì 25 luglio alle ore 18.30
presso TAC - Temporary Art Café
Piazza Emanuele Filiberto 11, Torino
Artisti
Vanessa Alessi | Simona Amaro | Martina Di Trapani | Serena Fanara | Linda Glorioso | Loredana Grasso | Rosangela Leotta | Katia Licari | Linda Randazzo | Andrea Stepkova | Angela Viola
Comunicato stampa
Torna il binomio Palermo/Torino, si ripercorre quel filo che unisce queste due cittá in un legame vivo e profondo. Dopo il successo di Palermo Love♥ - la collettiva inaugurata nel settembre del 2010 - il TAC Temporary Art Café in collaborazione con l’Associazione Culturale Azimut, con il sostegno della Regione Piemonte, e con il Patrocinio della Regione Sicilia - Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo - si prepara ad ospitare nuovamente la Sicilia.
Mercoledí 25 luglio 2012 inaugurerá MI VOTU E MI RIVOTU (a Torino). Una mostra che prende vita da una selezione totalmente al femminile, non per scelta, ma per necessità… 11 artiste “sicule” che attraverso i diversi linguaggi offriranno la loro riflessione, con sensibilità e passione, sui fremiti e sull’irrequietezza che accompagnano il “votarsi e rivotarsi*”.
La mostra viene riproposta nella città piemontese dopo esser nata lo scorso agosto site-specific dentro i vicoli della suggestiva Sciacca (Agrigento). Si confronta adesso con un luogo che non è quello di appartenenza, “emigra” al Nord – ripercorre i viaggi e gli spostamenti di cui la storia siciliana – e dei siciliani – è piena.
In questo modo si decontestualizza, ma si presenta con la ricchezza e la contemporaneità del lavoro di queste artiste, che mantengono la passione cantata da Rosa Balistreri, assimilano la “sicilianità” ed in un fremito creano opere di estrema apertura che distruggono i localismi, oltrepassano il folclore, ma mantenendo la forza originaria, si tramutano in qualcosa di libero e indipendente.
*Mi votu e mi rivotu è il titolo di una delle più belle canzoni d'amore della musica popolare siciliana, la più ascoltata nel repertorio di Rosa Balistreri ed è il canto che più viene associato alla grande artista siciliana.
La canzone è antichissima, veniva cantata in molti paesi della Sicilia sia orientale che occidentale presumibilmente già nel 1870, e questo fa pensare che la canzone sia ancora più antica almeno di 100 anni perché tale è il periodo di tempo che una canzone scritta da un autore (oggi sconosciuto come in quasi tutti gli autori dei canti popolari) impiega a diventare canzone di tutti assumendo così i connotati di canto popolare, per cui certamente si può far risalire ai primi anni del 1700.
geografie necessarie - conversazione con Luca Vitone
Un'altra iniziativa di grande interesse al CoCA (center of contemporary arts archivio biblioteca arti contemporanee) di Modica... se siete in Sicilia...
a cura del CoCA archivio biblioteca arti contemporanee
Il CoCA archivio biblioteca arti contemporanee di Modica ha il piacere
di invitarvi Venerdì 27 luglio h.19:30 a “geografie necessarie”,
conversazione con l’artista Luca Vitone di cui si avrà modo di conoscere
ed apprezzare il percorso, le tappe fondamentali e gli inevitabili
sguardi al futuro. Luca Vitone è una delle personalità più
rappresentative e peculiari dell’arte contemporanea internazionale, fin
dalle iniziali sperimentazioni di fine anni ottanta al linguaggio sempre
lucido e coerente dei lavori recenti.
In questa occasione sarà
possibile ascoltare una narrazione live da parte dello stesso Vitone sui
molteplici meccanismi che influenzano il suo lavoro, dalle
sollecitazioni alle trasformazioni a cui l’uomo è sottoposto alla
relazione tra i luoghi e le preziose interferenze provenienti
dall’antropologia, dalla sociologia, dalla geografia e dalla musica. La
presenza dell’artista e la volontà di farne conoscere il pensiero
risiedono nella contingenza storica e culturale attuale che richiede un
focus sulla necessità di altri orientamenti in relazione alla
possibilità di trovare nell’agire artistico alcune proposte e
riflessioni. Un modo di presentare e far comprendere quell’energia
dell’arte del presente che non rimane sempre a distanza dalla realtà, ma
cerca, come in questo caso con Luca Vitone, il confronto con il
pubblico al di là del progetto espositivo puro.
(short bio) Luca Vitone (gennaio 1964), dalla fine degli anni Ottanta,
espone in Italia e all'estero in gallerie private e spazi pubblici. La
sua operatività si affianca a quella di giovani artisti attivi in ambito
concettuale, di cui fanno parte Roberto Costantino, Simonetta Fadda,
Marco Formento, Ivano Sossella, Tommaso Tozzi e Cesare Viel.
Al
centro della sua ricerca artistica c'è il complesso rapporto tra il
luogo e la mappa, tra la materialità delle cose e dell'esistenza e la
loro perdita topologica, con una particolare attenzione rivolta alle
trasformazioni sociali conseguenti all'inserimento di nuovi caratteri
culturali sulle tradizioni locali. (www.lucavitone.eu)
(short info) Il CoCA è connettore di idee e di pratiche che viaggiano
tra l’esigenza del sapere condiviso e l’immediata disponibilità dello
stesso, la visibilità per pubblicazioni e studi sulle produzioni
artistiche e dell’intelletto umano, preziose riflessioni sulle costanti
evoluzioni delle arti e della conoscenza.Un archivio per conservare la
memoria sfuggente del presente, una biblioteca per condividere la
ricchezza di tutte le arti e le cultura del contemporaneo. Un progetto
trasversale condotto dal Laboratorio Autonomo Potenziale e il Comune di
Modica all’interno della pratica virtuosa del riutilizzo di una
struttura esistente con nuova destinazione d’uso.
data: 27 luglio 2012
luogo: CoCA - Corso Umberto I n°420, Modica (di fronte Hotel principe d’Aragona)
orario: 19:30
contatti: +39 3384628557 / info@cocacontemporary.net
CoCA center of contemporary arts archivio biblioteca arti contemporanee
Corso Umberto I n° 420, Modica
sabato 21 luglio 2012
Roberto Coda Zabetta, VERDADE a Capri
Roberto Coda Zabetta non ha certo bisogno di alcuna presentazione. Ora in mostra a Capri con una personale dai forti connotati sociali a cura di Guilherme Bueno, Maria Savarese e Maurizio Siniscalco
Roberto Coda Zabetta, VERDADE
“Nessun individuo potrà essere sottoposto a trattamento o punizioni crudeli, inumani o degradanti”
Art. 5 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, 10 Dicembre 1948
a cura di Guilherme Bueno | Maria Savarese | Maurizio Siniscalco
Certosa e Museo di San Giacomo, Capri
28 luglio – 2 settembre 2012
Sabato 28 luglio alle ore 19.00 negli spazi della Canonica della Certosa di San Giacomo a Capri con la direzione di Rossana Muzii, l’Associazione Culturale ArteAs presenterà la mostra personale di Roberto Coda Zabetta dal titolo “VERDADE” a cura di Guilherme Bueno, Maria Savarese e Maurizio Siniscalco.
L’esposizione è promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico, Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Napoli e dall’Associazione Culturale ArteAs di
Maurizio Siniscalco.
La mostra, con il Patrocinio della Città di Paraty gemellata con la Città di Capri, dell’Istituto Italiano di Cultura di Rio de Janeiro e della UERJ - Universidade do Estado do Rio de Janiero, presenta 27 lavori inediti, in anteprima assoluta italiana, che verranno successivamente presentati al MAC - Museu de Arte Contemporânea de Niterói a Rio de Janeiro dal 29 settembre al 3 novembre 2012.
“VERDADE” (“VERITÁ”) prende spunto dalla memoria di quanti hanno sofferto la detenzione in uno dei più spietati sistemi di prigionia del mondo: quello delle carceri brasiliane, durante il periodo di dittatura dal 1964 al 1984. Bambini, giovani e donne sparirono senza lasciare traccia, se non quella indelebile nei ricordi di tutti
coloro che indirettamente vissero quella tragica esperienza.
Dopo due anni di polemiche e dibattiti, il 21 settembre scorso, la Camera dei Deputati brasiliana ha approvato l’istituzione della "Comissão da Verdade" con lo scopo di “esaminare e chiarire le gravi violazioni dei diritti umani” avvenute tra il 1964 e il 1988 e di “rendere effettivo il diritto alla memoria e alla verità storica e
permettere la riconciliazione nazionale”.
Le opere sono divise in due sezioni: Tables, dodici opere di piccolo formato, con cornici settecentesche in cui sono incastonati oggetti di uso comune o religiosi, piccoli bronzi e preziose terrecotte, reliquie appartenute agli stessi desaparecidos ed, all'interno, ritratti dipinti velocemente con ancora i segni della matita a fare da
sfondo.
Accanto ad essi, Escudos, quindici dipinti di grande formato, realizzati su vecchi tessuti, raffiguranti volti quasi uguali, un ripetersi di immagini con una storia piena di materia: in tutte queste opere Roberto Coda Zabetta non racconta mai la morte, ma una verità contemporanea con la speranza di poter trovare un dialogo sincero.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Ad Est dell’Equatore con testi di Guilherme Bueno, Maria Savarese e Maurizio Siniscalco e foto di Salvino Campos.
Art. 5 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, 10 Dicembre 1948
a cura di Guilherme Bueno | Maria Savarese | Maurizio Siniscalco
Certosa e Museo di San Giacomo, Capri
28 luglio – 2 settembre 2012
Sabato 28 luglio alle ore 19.00 negli spazi della Canonica della Certosa di San Giacomo a Capri con la direzione di Rossana Muzii, l’Associazione Culturale ArteAs presenterà la mostra personale di Roberto Coda Zabetta dal titolo “VERDADE” a cura di Guilherme Bueno, Maria Savarese e Maurizio Siniscalco.
L’esposizione è promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico, Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Napoli e dall’Associazione Culturale ArteAs di
Maurizio Siniscalco.
La mostra, con il Patrocinio della Città di Paraty gemellata con la Città di Capri, dell’Istituto Italiano di Cultura di Rio de Janeiro e della UERJ - Universidade do Estado do Rio de Janiero, presenta 27 lavori inediti, in anteprima assoluta italiana, che verranno successivamente presentati al MAC - Museu de Arte Contemporânea de Niterói a Rio de Janeiro dal 29 settembre al 3 novembre 2012.
“VERDADE” (“VERITÁ”) prende spunto dalla memoria di quanti hanno sofferto la detenzione in uno dei più spietati sistemi di prigionia del mondo: quello delle carceri brasiliane, durante il periodo di dittatura dal 1964 al 1984. Bambini, giovani e donne sparirono senza lasciare traccia, se non quella indelebile nei ricordi di tutti
coloro che indirettamente vissero quella tragica esperienza.
Dopo due anni di polemiche e dibattiti, il 21 settembre scorso, la Camera dei Deputati brasiliana ha approvato l’istituzione della "Comissão da Verdade" con lo scopo di “esaminare e chiarire le gravi violazioni dei diritti umani” avvenute tra il 1964 e il 1988 e di “rendere effettivo il diritto alla memoria e alla verità storica e
permettere la riconciliazione nazionale”.
Le opere sono divise in due sezioni: Tables, dodici opere di piccolo formato, con cornici settecentesche in cui sono incastonati oggetti di uso comune o religiosi, piccoli bronzi e preziose terrecotte, reliquie appartenute agli stessi desaparecidos ed, all'interno, ritratti dipinti velocemente con ancora i segni della matita a fare da
sfondo.
Accanto ad essi, Escudos, quindici dipinti di grande formato, realizzati su vecchi tessuti, raffiguranti volti quasi uguali, un ripetersi di immagini con una storia piena di materia: in tutte queste opere Roberto Coda Zabetta non racconta mai la morte, ma una verità contemporanea con la speranza di poter trovare un dialogo sincero.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Ad Est dell’Equatore con testi di Guilherme Bueno, Maria Savarese e Maurizio Siniscalco e foto di Salvino Campos.
venerdì 20 luglio 2012
Ottimismo dal mercato dell'arte
Leggo su Artribune (http://www.artribune.com ) , questa notizia a firma di Martina Gambillara, che mi sembra una vera e propria iniezione di ottimismo per il mercato dell'arte, di conseguenza la riporto pari pari come l'ho trovata...
Christie’s schiacciasassi. Crisi o non crisi, aumenta le vendite del 13% su base annua, con oltre 2,2 miliardi di sterline. Boom delle private sales, + 53%
2.2 miliardi di sterline di totale, e un aumento del 13% delle vendite, ma soprattutto una forte spinta alle private sales. Christie’s
annuncia i numeri di questo suo euforico primo semestre, ed è proprio
quest’ultimo settore di business, esploso negli ultimi due anni, la
novità più clamorosa: con un aumento del 53% rispetto a dodici mesi fa,
che porta nelle casse della casa d’aste ben £413.4 milioni, comprese le
vendite della galleria Haunch of Venison.
Tra le categorie, la più redditizia è stata la Post-War and Contemporary
con £576.1 milioni e un incremento del 34%. Lo scorso 8 maggio a New
York Christie’s ha totalizzato $388.5 milioni, il miglior risultato
della categoria in assoluto, mentre il 27 giugno a Londra con i suoi
£132.8 milioni ha registrato il miglio risultato in Europa di sempre.
Top lot della categoria è stata l’opera di Mark Rothko, Orange, Red, Yellow,
battuta a New York a oltre 86 milioni di dollari, record assoluto per
un’opera di arte contemporanea in asta. In questi sei mesi Christie’s ha
venduto 340 opere al di sopra del milione di dollari, e 26 oltre i $10
milioni, contro le 18 dello stesso periodo nel 2011. Per quanto riguarda
i collezionisti, per il 19% del totale si è trattato di nuovi
acquirenti, provenienti da 124 paesi, con un incremento di bidders
asiatici nelle sale di New York e Londra (+31%). Nella categoria degli Old Master and British Paintings, il 3 luglio Christie’s ha nuovamente superato se stessa, con £85.1 milioni di totale, per una vendita guidata da The Lock di John Constable, record d’artista.
Alcune anticipazioni: in concomitanza con le Olimpiadi, Christie’s South Kensington organizzarà The London Sale,
una selling exhibition inaugurata il 27 luglio che presenterà 150 lotti
tra memorabilia, moda e icone di Londra. E ancora, importantissime
single owner collection, come quelle di Hubert de Givenchy e Mrs. Hélène
Rochas.
Steven P. Murphy, CEO di Christie’s ha dichiarato: “Questo primo
semestre ha mostrato un mercato sano che risponde a grandi opere e a
prezzi intelligenti. Ci auguriamo di poter continuare a costruire sulla
base delle tradizioni di Christie’s, anticipando allo stesso tempo le
opportunità di un mondo dell’arte in espansione. Come estensione del
nostro core business d’asta, abbiamo investito nelle vendite private, di
cui continua a crescere la domanda da parte dei nostri clienti e che
sta crescendo a ritmo costante. Inoltre, riflettendo il profondo impatto
di Internet, lanceremo la prima di una serie di aste on-line dedicate
ad una categoria globale di collezionismo nel mese di agosto con una
vendita di vini pregiati e rari. E promette di essere una grandiosa
seconda parte dell’anno”.
mercoledì 18 luglio 2012
Al MAN di Nuoro: CARATTERI EREDITARI E MUTAZIONI GENETICHE
Trovo Il Man di Nuoro una delle realtà più significative della realtà istituzionale dell'Arte Italiana. Un esempio di ottima gestione, qualità e buone idee...
Se siete in vacanza in Sardegna, rinunciate a qualche ora di sole e investitele per aprite la mente...
la vacanza serve anche a questo!
IL MAN_MUSEO D’ARTE PROVINCIA DI NUORO
Presenta
CARATTERI EREDITARI E MUTAZIONI GENETICHE
Roberto Fanari, Fabiola Ledda, Pierpaolo Luvoni, Tonino Mattu,
Lorenzo Oggiano, Francesca Randi
19 luglio – 02 settembre 2012
Vernissage
→ giovedì 19 luglio ore 19
Giovedì
19 luglio si inaugurerà il terzo appuntamento di Caratteri ereditari e
Mutazioni genetiche, un progetto iniziato nel 2011 in cui alcuni
giovani artisti sono invitati a dialogare con le opere della collezione
permanente del MAN e a tradurre l’ispirazione iniziale che ha portato alla
nascita e crescita della collezione DNA (acronimo di Dal Novecento Ad oggi),
avvalorando in questo modo la vocazione contemporanea del museo e la necessità
di rappresentarne il testimone che la nostra epoca lascerà in eredità. La
declinazione del progetto prevede un duplice sguardo, maschile e femminile,
invitando sei artisti per ognuno degli appuntamenti previsti a relazionarsi con
le opere della collezione.
Il
titolo riprende una tematica, quella delle mutazioni genetiche, che ha una
duplice valenza sempre in bilico fra trasformazione imprevedibile e
perfezionamento, mutazioni che non possono prescindere dal mantenere un legame
diretto e indelebile con i propri caratteri ereditari. La mostra vuole mettere
in evidenza quanto è rimasto nell’operare dei giovani artisti contemporanei
della ricerca fatta dai loro predecessori nel secolo scorso, quali sono le
confluenze e le divergenze, gli interessi e i desideri.
Un
confronto che si sviluppa come dialogo dove una linea senza tempo tiene unite
diverse generazioni in un processo evolutivo che allo stesso tempo lascia
visibile la testimonianza della tradizione e dove i caratteri di ognuno si
delineano in modo indelebile, grazie anche a una mutazione graduale, in una
ricombinazione genetica che non ha stravolto il meccanismo evolutivo.
La
collezione è una delle testimonianze più importanti della crescita,
dell’evoluzione e del costante impegno del museo. Un lavoro complesso e
difficile, fatto di accelerazioni, stasi e nuovi slanci che definiscono un
percorso in continua trasformazione che non si esaurisce nell’esaltazione di
alcuni punti fermi, ma che fa della sua singolare ricerca nel panorama
artistico isolano una caratteristica esclusiva che dà spazio a opere e autori
meno noti, ma non per questo meno interessanti, che, grazie agli esiti del loro
percorso, restituiscono un contesto di inaspettata ricchezza.
Nel
tentativo di ridefinire la percezione di patrimonio e identità, il MAN invita
artisti contemporanei ad un dialogo aperto, creando suggestivi spazi di
sospensione, contemplazione e cortocircuito, vere e proprie stazioni di un
percorso che intreccia precise conversazioni con i maestri della storia
dell’arte in Sardegna. Lo spazio condiviso invita a una riflessione e nello
stesso tempo offre nel suo insieme un'immagine efficace della qualità dei
diversi linguaggi artistici.
Roberto Fanari (1984)
I suoi oggetti e personaggi, realizzati
con il filo di ferro, sono immersi in uno spazio invisibile. La linea, elemento
essenziale di tutto il lavoro, disegna e costruisce lo spazio, ricostruendo il
contesto assente, vero protagonista del
lavoro. Il vuoto, la trasparenza, la fitta trama di filo, assumono una valenza
quasi cromatica. Come nella "Stanza delle Meraviglie”, sorta di personale
collezione sulla linea delle Wunderkammer, o “Seconda B”, un gruppo di bambini
"in gita" tra le stanze del museo.
Fabiola Ledda (1971)
Sarda nata in Germania, è diplomata
all’Accademia di Belle Arti di Bologna, città dove vive e lavora. Indaga una
molteplicità di linguaggi: fotografia, pittura, installazione, performance,
azione scenica, interventi di natura ritmica e sonora. La sua ricerca è
orientata prevalentemente su tematiche di denuncia sociale. Esordisce nel 1995
in contesti di sperimentazione e interazione fra i linguaggi. Questo la porta a
collaborare con grandi personalità della letteratura e dell'arte in varie parti
d'Europa (Parigi, Berlino, Sarajevo, Heidelberg, Paesi Baschi, Napoli).
Pierpaolo Luvoni (1979)
Nato ad Alghero nel 1980, vive e lavora a
Porto Torres (SS) .Si diploma in scultura presso l'Accademia di Belle Arti
“Mario Sironi” di Sassari (dove è attualmente docente) e frequenta poi una
residenza alla Summer Academy in Austria. Ha all'attivo diverse mostre
personali e collettive in Italia e all'estero.
“Nel fare delle cose l’uomo è condannato
ad essere libero”, in queste parole di Jean Paul Sartre lui si riconosce e riconosce il suo lavoro. Quello presentato in
mostra concentra l’attenzione su un oggetto come la boa, punto fermo in un
organismo mutevole e mobile. Il suo fascino sta nell’essere fissa nella mutevolezza,
un punto fisso e irremovibile nel divenire delle cose, libero o forse
condannato.
Tonino Mattu (1979)
Rivolge la sua ricerca alla creazione di
immagini cispirate da una visione comparatistica e critica degli avvenimenti
storici e dei fenomeni sociali e mediatici. Il lavoro spesso consiste nella
rielaborazione di immagini d'archivio, cambiandone le coordinate storiche e
temporali, in maniera tale da creare un ponte tra passato e presente. Sono
frequenti anche i riferimenti all'iconografia religiosa tradizionale e al mondo
dei mass media. Una ricerca volta a riscrivere a ritroso un passato mai
esistito e a prospettare un futuro già accaduto.
Lorenzo Oggiano (1964)
Lavora con fotografia, video, new media,
installazioni e assemblaggi. Laureato in arti visive all'Università degli studi
di Bologna (D.A.M.S.) con una tesi sui rapporti tra arti e nuove tecnologie,
dai primi anni novanta è impegnato in una ricerca artistica e teorica sulle
mutazioni biologiche, sensoriali e cognitive indotte dalle nuove tecnologie e
sulle potenzialità estetico-comunicative dei nuovi media. Dal 2003 lavora al
ciclo “Quasi-Objects”, una pratica di “re-design organico” orientata
alla produzione di organismi ed ecosistemi di sintesi che intende stimolare il
pensiero e il dialogo intorno alla progressiva relativizzazione delle forme di
vita naturali a seguito dell'evoluzione tecno-biologica.
Francesca Randi (1976)
Attraverso il mezzo fotografico sviluppa
uno stile personale, onirico e pensoso, duro e malinconico, con un immaginario
fortemente surreale. L’identità femminile e maschile, l’infanzia e
l’adolescenza, il teatro off come fuga dai ruoli convenzionali, il paesaggio
notturno in movimento, in bilico tra l’incubo quotidiano e la solitudine
esistenziale, il doppio e il perturbante: sono alcuni dei temi affrontati
dall’artista. Attualmente vive e lavora tra Cagliari e Bologna come fotografa e
designer e collabora con varie gallerie d’arte italiane ed estere.
Info:
MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro
Via Satta, 27 - 08100 Nuoro - Tel. +39
0784 252110
orari: 10:00-13:00 / 16:00-20:00 (lunedì
chiuso)
HYPERLINK
"http://www.museoman.it" www.museoman.it
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