MAXXI - Roma |
Leggo sul profilo Facebook di Gianluca Marziani (http://www.facebook.com/gianluca.marziani1 ), noto critico e curatore indipendente, la più efficace ed attenta analisi sulla "questione MAXXI"... Non posso fare altro che condividerla... buona lettura
Gianluca Marziani |
L'OCCASIONE PERSA DEL MAXXI
Lo dico da anni ai diversi referenti istituzionali che mi interpellano a proposito del MAXXI e mi chiedono cosa farei con una struttura del genere. La mia risposta è ormai un mantra: "Lo sapete o no che Roma aveva l'occasione di possedere il museo più innovativo del Pianeta?". Bastava armonizzare il programma curatoriale con l'estetica dinamica dell'architettura, creando un vero museo del XXI secolo, un luogo radicale di ricerche sonore, tecnologie applicate, elettronica, culture scientifiche, nuovi ambienti organici, realtà aumentate, fruizioni alternative... Un riferimento per tutta quell'arte che ingloba Fisica e Chimica, Astronomia e Biologia, in contatto con nanotecnologie e digitalismi, design postindustriale ed estetica del futuro... Sto parlando di arte al massimo livello, mi basti citare, solo come esempio, i vari Olafur Eliasson, Tomas Saraceno, Carsten Nicolai, fino alla miriade di fantastiche ricerche (giovanissime, giovani ma anche storiche come un Muntadas) che stanno aprendo l'arte ai rumori dell'universo, ai canoni del web, ai nuovi confini della scultura e del video... Le grandi mostre di Gino De Dominicis o Michelangelo Pistoletto avevano il loro spazio elettivo nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna, tempio istituzionale per Ottocento e Novecento; così la collezione del MAXXI, un ibrido che tocca di sfuggita il XX! secolo e si mescola con le avanguardie inquiete del Dopoguerra... Quale senso dare ad un museo che fotocopia la GNAM dentro un contenitore contemporaneo? Perché non trovare il coraggio di creare un museo dal taglio unico al mondo, riferimento centrale per un'arte che rispetta il giusto passato ma dialoga ad alta voce con la vera dimensione del presente?
Lo dico da anni ai diversi referenti istituzionali che mi interpellano a proposito del MAXXI e mi chiedono cosa farei con una struttura del genere. La mia risposta è ormai un mantra: "Lo sapete o no che Roma aveva l'occasione di possedere il museo più innovativo del Pianeta?". Bastava armonizzare il programma curatoriale con l'estetica dinamica dell'architettura, creando un vero museo del XXI secolo, un luogo radicale di ricerche sonore, tecnologie applicate, elettronica, culture scientifiche, nuovi ambienti organici, realtà aumentate, fruizioni alternative... Un riferimento per tutta quell'arte che ingloba Fisica e Chimica, Astronomia e Biologia, in contatto con nanotecnologie e digitalismi, design postindustriale ed estetica del futuro... Sto parlando di arte al massimo livello, mi basti citare, solo come esempio, i vari Olafur Eliasson, Tomas Saraceno, Carsten Nicolai, fino alla miriade di fantastiche ricerche (giovanissime, giovani ma anche storiche come un Muntadas) che stanno aprendo l'arte ai rumori dell'universo, ai canoni del web, ai nuovi confini della scultura e del video... Le grandi mostre di Gino De Dominicis o Michelangelo Pistoletto avevano il loro spazio elettivo nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna, tempio istituzionale per Ottocento e Novecento; così la collezione del MAXXI, un ibrido che tocca di sfuggita il XX! secolo e si mescola con le avanguardie inquiete del Dopoguerra... Quale senso dare ad un museo che fotocopia la GNAM dentro un contenitore contemporaneo? Perché non trovare il coraggio di creare un museo dal taglio unico al mondo, riferimento centrale per un'arte che rispetta il giusto passato ma dialoga ad alta voce con la vera dimensione del presente?
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