Il comunicato del neo eletto curatore del padiglione Italia alla Biennale veneziana, Bartolomeo Pietromarchi
Bartolomeo Pietromarchi |
La consacrazione in
tutto il mondo dell’arte italiana più recente (Boetti, Pistoletto,
Penone, Kounellis, e altri) impone di proseguire sulla strada di una
promozione e un sostegno sempre più convinti delle nuove generazioni,
per affermare la nostra centralità nel panorama artistico contemporaneo
riconoscendo al tempo stesso il valore della tradizione artistica e
culturale dalla quale proveniamo.
In questo senso, il
Padiglione Italia rappresenta l’occasione più importante e il contesto
più adatto per far conoscere a una platea internazionale importanti e
ancora poco valorizzate individualità della nostra storia recente e
promuovere artisti più giovani già internazionalmente riconosciuti in
ambito museale. In un mondo globalizzato e sempre più omogeneo è
importante affermare i caratteri distintivi della cultura italiana, le
sue peculiarità, la sua sensibilità estetica, per riaffermarne
l’attualità e l’unicità. Ed è importante ribadire che la ricerca
artistica del nostro paese, con la sua lunghissima e straordinaria
vicenda, è più che mai in grado di reinventarsi e di dialogare col
presente, proponendone visioni inedite e sorprendenti.
Il progetto espositivo è
concepito come un viaggio ideale nell’Italia di oggi e di ieri
attraverso lo sguardo dell’arte. Un itinerario che racconta attraverso
le opere di artisti di generazioni diverse identità e paesaggi, reali e
immaginari, del nostro paese ed esplora al tempo stesso la complessità e
le stratificazioni della nostra vicenda artistica e antropologica. Il
percorso della mostra si snoda così attorno ad alcune opere di figure di
maestri riconosciuti dell’arte italiana che rappresentano dei punti di
riferimento con cui artisti delle ultime generazioni dialogano tra
corrispondenze, derivazioni e differenze.
La mostra diventa
un’occasione per leggere criticamente alcune linee di ricerca dell’arte
italiana dal 1960 in avanti non più come contrapposizione tra movimenti e
generazioni ma come un atlante composto diacronicamente da temi
riconducibili alla nostra storia e cultura nazionale, quali, ad esempio,
il rapporto con il paesaggio, la città e l’architettura, i riferimenti
alla storia e al mito, la spiritualità, l’immaginario e la cultura
popolare, i temi del doppio e della maschera, del rapporto tra realtà e
finzione.
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