IL COLLASSO DELL'ENTROPIA
a cura di Alberto Zanchetta
Museo d'Arte Contemporanea, Lissone 1 febbraio – 24 dicembre 2014
Inaugurazione sabato 1 febbraio h. 18:00
Il collasso dell’entropia è stato concepito come una “collezione espansa ed effimera” che si affianca alle
collezioni permanenti del MAC. L’obiettivo è quello di
trasformare tutto il museo in superficie espositiva, ossia in uno spazio in cui
i fruitori possano fare esperienza dell’intero complesso architettonico.
Corridoi, scalinate, bookshop, terrazzo, colonne e vetrate diventeranno parti
integranti di questo progetto diffuso, che si inserisce all'interno della
normale programmazione artistica. Una ricca e variegata proposta di opere, installazioni e interventi
collaterali trasformeranno il museo in
un grande contenitore, che d’ora in poi non sarà vincolato
soltanto alle esposizioni temporanee. All'iniziativa hanno aderito oltre una
ventina di autori, i quali hanno concesso in comodato le loro opere per tutto
il 2014.
Luigi Carboni [Pesaro, 1957] e Gabriele Arruzzo [Roma,
1976] sono presenti con dei quadri particolarmente rappresentativi del loro
linguaggio tecno-poetico. Jack Sal [Waterbury, 1954], Fausto Gilberti [Brescia, 1970] e Giuliano Dal Molin
[Schio, 1960] hanno deciso di realizzare degli interventi pittorici che si
relazionano con l’architettura stessa del MAC; il wall-painting di Dal Molin intende
ridefinire lo spazio e la percezione visiva del bookshop mentre quello di Sal
rimarrà a testimonianza della mostra Ring/
Rings/Ring ospitata al secondo piano del museo; Gilberti ha viceversa
disseminato i suoi interventi tra le nicchie, gli interstizi e le colonne
dell’edificio, obbligando gli spettatori a “stanare” le sue figure filiformi.
Tra gli interventi site-specific si
segnalano quelli di Giovanni Termini
[Assoro, 1972], che ha manipolato le colonne
delle scale con dei tiranti, e di Stefano Serusi [Alghero, 1980], che ha smaterializzato la
fisicità di uno scaffale applicando i dorsi di alcuni faldoni direttamente alle
pareti del pianterreno. Svariate sono anche le installazioni: Before it is too late di Jacopo Mazzonelli [Trento, 1983] si interroga
sui cimiteri tecnologici proponendo l’ultimo “respiro” di un tubo catodico; l’installazione
sonora di Michele Spanghero [Gorizia, 1979] cerca
e crea una sintesi tra l’arte visiva e quella acustica;
di Ivana Spinelli
[Ascoli Piceno, 1972] viene presentato un estratto di Baustelle, progetto recentemente esposto a Belgrado che indaga la
progettazione e la costruzione di una casa; la video-installazione di Fabrizio Prevedello [Padova, 1972] è incentrata sui sei “innesti” che l’artista ha realizzato dal
2010 a oggi all'interno di cave in disuso; Adriano
Persiani [Bologna, 1972] ha cucito assieme dei pannolini per ricreare l’abito
di un “incontinente” Gilles, celebre personaggio della commedia francese, nonché
protagonista del noto dipinto di Watteau. Nell'ambito della scultura troviamo una piccola
ma preziosa fusione in bronzo galvanizzato di Arnold
Mario Dall’O [Lana, 1960], effigiante una ieratica figura antropomorfa, e i Travasi con cui Paolo Grassino [Torino, 1967] crea un incontro/scontro tra l’anatomia umana e
utensili d’uso comune. Sono invece stati dislocati
in vari punti del museo i nani da giardino che Luca Coser [Trento, 1965] ha
ricoperto con del cemento per occultarne l’identità.
Nella collezione espansa rientrano anche le
vetrofanie del ciclo “In Vitro”, che si arricchiscono di due nuove opere,
firmate da Robert Gligorov [Kriva Palanka, Macedonia, 1960] e Diango Hernández
[Sancti Spiritus, Cuba, 1970], che si affiancano a quelle commissionate lo
scorso anno a Anton Kehrer [Linz, 1968], Igor Eškinja
[Rijeka, 1975] e Michelangelo Consani
[Livorno, 1971]. Nel corso dell’anno, la
collezione espansa verrà implementata con altre opere e nuovi interventi
installativi, studiati appositamente per il MAC di Lissone.
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