L’avanguardia primitiva. La collezione di Alessandro Passaré
Mercoledì 29 gennaio, ore 18
Milano, Castello Sforzesco
Sala studio della raccolta stampe Achille Bertarelli
presentazione del volume
L’avanguardia primitiva. La collezione di Alessandro Passaré
a cura di Luca Pietro Nicoletti
Saggi di Ivan Bargna, Sara Chiesa, Luca Pietro Nicoletti, Carolina Orsini
Testimonianze di Sergio Dangelo, Sergio D’Asnasch, Giorgio Salsi e Antonio Paradiso
Scalpendi editore
Presentazione di:
Giulio Calegari (Centro Studi Archeologia Africana- Museo di Storia Naturale -Milano)
Giorgio Zanchetti (Università degli Studi – Milano)
con la partecipazione di:
Ivan Bargna (Università Milano Bicocca)
Sara Chiesa (Associazione MIMondo , Milano)
Luca Pietro Nicoletti (Università degli Studi Milano)
Carolina Orsini (Civiche Raccolte Extraeuropee)
Il libro - che inaugura la collana “Avanguardia Primitiva. Biblioteca della Fondazione Alessandro Passaré” - cerca di delineare il profilo di Alessandro Passaré collezionista sullo sfondo della Milano del secondo dopoguerra. È
in quel contesto, infatti, che il medico milanese si innamora prima
dell’arte dei suoi contemporanei, con aperture verso l’arte europea ed
extraeuropea in cui già si poteva presentire, forse, quel gusto del
“primitivo” che avrebbe procurato, in lui, una passione per il
continente nero: un vero e proprio “mal d’Africa” che lo condurrà a
viaggiare per il mondo e ad esplorare soprattutto il continente
africano. Passare dall’arte contemporanea alle arti primarie, dunque,
poteva costituire una migrazione naturale: ai suoi occhi, probabilmente,
non si trattava di cose distanti, ma solo di una dialettica fra arte
d’avanguardia e una “avanguardia primitiva” dall’altra. Sulle pareti
della sua abitazione, dunque, Passaré mette in atto il
dialogo fra moderni e primitivi, fra i collage di Baj, i segni di
Tancredi e le maschere negre, fra la combustione di Burri e i piccoli
totem del continente nero. Ed è all’insegna di questa sinergia, mettendo
in luce i lati arcaici (o ancestrali) del moderno, che si chiude il suo
lungo percorso nel secondo Novecento, guardando al mondo intero a
partire da Milano.
“Avanguardia primitiva. Biblioteca della Fondazione Alessandro Passaré”
Collana a cura di Luca Pietro Nicoletti
Con
questo volume la FondazioneAlessandro Passaré avvia una collana di
libri dedicate alle due grandi passionicollezionistiche di Passaré:
l’arte contemporanea e l’arte africana. In omaggioa queste predilezioni
di gusto, la collana intende proporre, avvalendosi dellacollaborazione
di specialisti, contributi scientifici originali o riproporreclassici
ormai di rara reperibilità di entrambi gli ambiti, dando spazio
alcontributo di giovani studiosi e a ricerche inedite per taglio temi e
tagliointerpretativo. L’obbiettivo è di creare una biblioteca di studi
in cui nuoveindagini sul secondo Novecento e sull’arte africana, o sulla
loro reciprocainfluenza, diventino vicini “di scaffale” entro un
discorso unitario: sonoqueste che il collezionista, in una mostra degli
anni Ottanta, aveva definito“risonanze”.
Come annotava Sandro
Passaré,riferendosi soprattutto alle opere d’arte africana e alla loro
alteritàrispetto alla cultura occidentale, l’arte non è fatta solo di
manufatti, maanche di sguardi che si posano su di essi, costruendovi,
con lo sguardo e conla parola, un “epigramma visuale”: questa collana
vuole raccontare la storia diquegli sguardi che, nella loro storicità,
si posano sulle cose.
I prossimi volumi in programmaper il 2014 saranno:
- Giuseppe Di Natale, “Phases” e l’Italia
- Enrico Crispolti, Il Burri “esistenziale”, a cura di L.P. Nicoletti
La Fondazione Alessandro Passaré
Nata
nel 2007, la FondazioneAlessandro Passaré è stata costituita, con
finalità culturali, per desiderio diMassimo Passaré di ricordare il
padre – medico appassionato d’arte – e diportare avanti gli ambiti
disciplinari che furono la sua principale passione dicollezionista di
arte moderna e di arte primaria, oltre alla valorizzazionedella
collezione da questi ereditata. Un nucleo di trecento opere di
arteafricana a lui appartenute, infatti, si trova attualmente in
deposito presso laCiviche Raccolte Extraeuropee, che vi ha dedicato nel
2011 la mostra “MalD’Africa” al Castello Sforzesco di Milano.
Scopo
della Fondazione èpromuovere ricerche e iniziative culturali rivolte
all’arte contemporanea e,soprattutto, alle arti primarie, attraverso
mostre e pubblicazioni. In questosecondo campo, in particolare, la
Fondazione si è impegnata attivamente per unamigliore conoscenza della
cultura e delle espressioni artistiche primarie,soprattutto per quanto
riguarda il continente africano, promuovendo iniziative,pubblicazioni e
mostre a partire dalle opere appartenute alla collezionePassaré (e oggi
di proprietà della Fondazione), lavorando sia sul confronto fraarti
primarie e arte contemporanea, sia attraverso progetti rivolti
allescuole.
A queste attività si accompagnaun progetto di
sensibilizzazione ai temi dell’arte e della cultura delcontinente
africano che coinvolge gli studenti della scuola dell’obbligo.
Alessandro Passaré
Alessandro
Passaré (1927-2006), medico, comincia a comporre la propria collezione
verso la fine deglianni Cinquanta, diventando presto il “medico degli
artisti”. È un momento digrande fervore artistico e culturale per
Milano, ed è proprio nel milieu diBrera – fra l’Accademia e il Bar
Giamaica, o altri luoghi di ritrovo per igiovani artisti di allora – ed è
grazie all’amicizia con alcuni di loro cheAlessandro Passaré scopre
l’arte contemporanea e, poco alla volta, comincia acollezionarla.
Ma
insieme alle opere, egli ha acuore l’amicizia con gli artisti, di cui
frequenta gli studi. Fra i molti,accanto al pittore e fotografo Orazio
Bacci e i pittori Hsiao Chin e Ho Kan,vanno ricordati Enrico Baj, Lucio
Fontana e Wifredo Lam. A questi, poi, bisognaaggiungere Sergio Dangelo,
che ebbe un ruolo determinante nella formazione deisuoi gusti
collezionistici. Persino la sua professione di medico interagiscecon la
sua passione artistica: proprio lui, infatti, aveva in cura il
giovanePiero Manzoni, di cui, prematuramente, dovette stilare anche il
certificato dimorte.
Grazie alla frequentazione conLam scopre
l’arte africana. È l’aprirsi, per lui, di un nuovo orizzonte el’inizio
di una nuova raccolta: vende le opere d’arte contemporanea, o almenouna
larga parte di queste, per comprare l’arte primaria. Non si trova
mai,nella sua collezione, un pezzo brutto ma dal nome altisonante.
Accanto alcollezionismo, poi, viaggia molto, e durante i viaggi
documenta tutto: scattamoltissime diapositive (se ne conservano circa
15.000), annota i luoghi in cuiè stato e le cose che ha visto.
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