Beh, che dire, certo è motivo di orgoglio vedere che un talento genuino, fresco e di grande carattere arrivi a traguardi importanti.
Personalmente, conosco Fabiano da veramente tanti anni. Da quando ancora bambino veniva in Galleria da me con i suoi genitori e si sedeva alla mia scrivania a disegnare mentre chiacchieravo con loro. Oggi parliamo di una sua personale all'interno di un Museo. Bravo Fabiano. Un successo più che meritato, sudato e conquistato!
Personalmente, conosco Fabiano da veramente tanti anni. Da quando ancora bambino veniva in Galleria da me con i suoi genitori e si sedeva alla mia scrivania a disegnare mentre chiacchieravo con loro. Oggi parliamo di una sua personale all'interno di un Museo. Bravo Fabiano. Un successo più che meritato, sudato e conquistato!
IL MONDO CHE NON VEDO
Al Museo di Roma in Trastevere una mostra dedicata al tema dell’archeologia industriale e dei
luoghi abbandonati e degradati delle nostre città. Una conferenza approfondirà il tema delle aree
dismesse e del cambiamento generale dell'idea di città, una trasformazione urbanistica che
dischiude idee e possibilità nuove dal punto di vista architettonico.
La mostra “Il mondo che non vedo” promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e della
Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma e dall’Associazione Culturale Officine
Fotografiche inaugura a Roma presso il Museo di Roma in Trastevere, Mercoledì 8 Settembre 2010 alle
ore 18.00, e rimarrà aperta al pubblico dal 9 al 26 Settembre.
La mostra, che tratta il tema dell’archeologia industriale, dei luoghi abbandonati e degradati delle nostre
metropoli, vuole essere un dialogo ed un confronto tra le architetture della città di Roma e quelle delle altre
città italiane ed europee. Il progetto in mostra “Il mondo che non vedo” attraverso le opere fotografiche di
Fabiano Parisi (Roma, 1977), punta l’obiettivo su un racconto per immagini di queste realtà, ponendo
l’accento sull’estetica di queste strutture architettoniche private della presenza umana, tra geometrie
purissime e prospettive frontali nelle quali viene esaltata la profondità e la sovrapposizione dei piani
architettonici.
Il percorso della mostra, a cura di Chiara Canali, unisce una ventina di opere secondo due tipologie
stilistiche: da un lato le fabbriche dismesse, emblema di una superata ideologia della produzione e del
lavoro (fotografie applicate su ferro con tecnica mista e resine), dall’altro i luoghi di ritrovo sociale e di
aggregazione collettiva ora abbandonati, come case aristocratiche, sale da ballo, chiese, cripte, teatrini,
scuole (fotografie applicate su legno con tecnica mista, resine, e incorniciati).
Nel lavoro fotografico di Parisi convivono entrambe le dimensioni della vita sociale e di quella economica, a
testimoniare il tramonto complessivo di alcuni riti, usi, costumi e tradizioni di un’epoca, quella del Novecento.
Fabbriche a conduzione familiare, ville nobiliari, cinema di quartiere, teatri di provincia, chiese storiche
stanno lentamente scomparendo, lo stesso panorama dell’Italia del dopo-guerra sta inevitabilmente
cambiando per lasciare il posto ai cosiddetti non-luoghi, tanto conclamati da Marc Augè.
La fotografia di Parisi recupera informazioni del tempo passato e tramanda l’effige di un tessuto edilizio in via
di abbattimento, di un edificio andato distrutto, o di un altro che va perdendo la propria originaria fisionomia a
causa delle aggressioni del degrado atmosferico, con la consapevolezza di una malinconia, di una
solitudine, di una frantumazione e di una mancanza a cui allude il titolo “Il mondo che non vedo”, preso in
prestito da una raccolta di poesie di Fernando Pessoa.
L’ottica e il punto di vista di Parisi è quello di un nostalgico del XXI secolo che vuole riappropriarsi delle
identità di luoghi antropologici ormai vuoti, perduti, privi delle persone che li hanno vissuti, la cui vita
è nascosta nei cumuli di detriti abbandonati, nelle macerie affastellate, nella stratificazione delle muffe e nei
depositi della polvere.
Il rilevamento di questo decadimento resta affidato a immagini visive che mantengono inalterato il valore
storico, mentre le pietre e i ferri dell’architettura raffigurata mutano irrimediabilmente il loro connotato
epidermico e il significato semantico.
In occasione della mostra, Venerdì 24 Settembre, ore 18 sarà organizzata una conferenza dal Prof. Arch.
Antonino Saggio della Facoltà di Architettura L. Quaroni, Università di Roma La Sapienza, dal titolo “Le
aree dismesse dalla industria. Una grande crisi e una grande opportunità per il mondo
contemporaneo. Il punto di vista della ricerca architettonica” che intende far comprendere e riflettere su
come il grande tema della dismissione degli edifici e delle aree industriali sia collegato innanzitutto a un
cambiamento generale dell'idea di città. Scopo della conferenza è percorrere questo filone in cui la ricerca di
una nuova estetica si innesta in una necessaria trasformazione urbanistica che dischiude idee e possibilità
nuove dal punto di vista architettonico.
IL MONDO CHE NON VEDO
Fotografie di Fabiano Parisi
8 - 26 Settembre 2010
Inaugurazione Mercoledì 8 Settembre dalle ore 18.00
Museo di Roma in Trastevere
Piazza Sant'Egidio 1/b - 00153 Roma
Orario Martedì-Domenica 10.00-20.00
(la biglietteria chiude un'ora prima)
Giorno di chiusura Lunedì
Sito www.museodiromaintrastevere.it
E-mail museodiroma.trastevere@comune.roma.it
Telefono 06 5816563
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