RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
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martedì 20 dicembre 2016

A Treviso: RUMORE DI FONDO personale di Giovanni Maranghi a cura Ivan Quaroni

Vi avevo già accennato qualcosa in un post precedente (vedi http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2016/11/a-treviso-per-bacon-e-maranghi.html). Ora l'ufficialità: Giovanni Maranghi a Ca' dei Carraresi a Treviso... con la curatela di Ivan Quaroni...




RUMORE DI FONDO
personale di Giovanni Maranghi
a cura Ivan Quaroni
14 gennaio - 12 marzo 2017
Ca' dei Carraresi
Via Palestro, 33/35
31100 Treviso

COMUNICATO STAMPA

TREVISO. L’arte di Giovanni Maranghi approda, per la prima volta, in Veneto. E lo fa nella splendida cornice della prestigiosa Casa dei Carraresi, nella "città dipinta", in concomitanza con la grande mostra di Francis Bacon.
L’esposizione dal titolo “Rumore di fondo” si inaugurerà sabato 14 gennaio 2017, alle ore 17.00.
Una tappa fondamentale, quella dell’artista fiorentino Maranghi in terra veneta, dove si rappresenta attraverso il proprio universo stilistico fatto di “dame e regine, femmes fatale e moderne veneri”. Un percorso frutto di 12 mesi di lavoro dove tradizione e sperimentazione trovano qui il giusto equilibrio.
Sono circa 35 le opere esposte a Casa dei Carraresi e daranno al visitatore una visione d’insieme dell’intera opera dell’artista toscano: dalle preziose resine agli innovativi “kristall”, dalle eleganti tecniche miste su carta alle sculture in alluminio e plexiglass -qui esposte al grande pubblico per la prima volta- fino arrivare ai grandi tappetti, opere che negli ultimi mesi hanno riscosso grande successo nell’interesse dei collezionisti più raffinati.
Infine, due lavori ad olio, di grandi dimensioni, oramai “datati”, saranno a dare il benvenuto agli intervenuti quasi come fantomatici guardiani. In essi, due “pomone”, di indescrivibile leggerezza e felliniana memoria danno all’intera esposizione un piglio antologico.
Una intera mostra dedicata alle donne, muse ideali dell’intera cifra stilistica di Maranghi, tant’è vero che il Prof. Quaroni nel suo testo critico sottolinea: - “Quando si scrive delle donne”, sosteneva Denis Diderot, “bisogna intingere la penna nell’arcobaleno”. La donna è, infatti, la musa per eccellenza non solo dei poeti e dei letterati. Si potrebbe agilmente riassumere la storia dell’arte in una lunga pletora di ritratti femminili, riuscendo comunque a tracciare una fedele cronaca delle sue evoluzioni -.

All’interno della mostra verrà proiettato un video realizzato dal regista Viacheslav Zakharov, che attraverso il proprio lavoro guiderà il visitatore nello spirito di questa esposizione che sarà documentata anche da un prezioso catalogo, realizzato appositamente in occasione dell’evento, per i tipi della Bandecchi & Vivaldi di Pontedera, dove all’interno troverà visibilità oltre al contributo prezioso del curatore, Prof. Ivan Quaroni, anche un testo critico del Prof. Antonio Natali, già Direttore della Galleria degli Uffizi di Firenze.

La mostra resterà aperta ai visitatori fino al 12 marzo, dal martedì al giovedì 12.00 – 18.00 e dal venerdì alla domenica 10.00 – 20.00. Martedì 28 febbraio: 10.00 – 20.00. Chiuso il lunedì. Ingresso a pagamento.

Per info: Casa d’Arte San Lorenzo, 0571 43595, galleria@arte-sanlorenzo.it, www.arte-sanlorenzo.it.

 
Giovanni Maranghi nasce nel 1955 a Lastra a Signa (Fi) dove vive e lavora.


SCHEDA TECNICA

 
Genere:
mostra personale
Artista:

Giovanni Maranghi
Titolo:

“Rumore di fondo”
A cura di:

Ivan Quaroni
Coordinamento:

Casa d’Arte San Lorenzo – San Miniato (PI)
Inaugurazione:

sabato 14 gennaio 2017, ore 17.00 ad ingresso libero
Luogo:

Ca' dei Carraresi Via Palestro, 33/35 31100 Treviso
Periodo:

14 gennaio - 12 marzo 2017
Orari:

Dal martedì al giovedì 12.00 – 18.00 e dal venerdì alla domenica 10.00 – 20.00.
Martedì 28 febbraio: 10.00 – 20.00.
Chiuso il lunedì.
Ingresso a pagamento.
Organizzazione e allestimento:

Casa d'Arte San Lorenzo – San Miniato (PI)
In collaborazione con:

Casa Dei Carraresi; Fondazione Cassamarca; Artika Eventi; C.R.A. - Centro Raccolta Arte
Patrocini:

Comune di Treviso
Partner:

Cores Resine; Romano Zenoni
Ufficio stampa:

FuoriLuogo – servizi per l’Arte (Filippo Lotti filippolotti@interfree.it)
Apparato mediatico:

Viacheslav Zakharov
Info artista:

Casa d’Arte San Lorenzo, 0571 43595,
galleria@arte-sanlorenzo.it,
 www.arte-sanlorenzo.it
Info spazio espositivo:

Sig.ra Patrizia Verducci, 0422 513150 - casadeicarraresi@fondazionecassamarca.it 
 
Catalogo con il testo critico di Ivan Quaroni e Antonio Natali, 

edito per Bandecchi & Vivaldi - Pontedera

 
Come arrivare: 

 
AUTO
– Autostrada A27 Venezia-Belluno, con uscita allo svincolo di Treviso sud e da qui seguire le indicazioni per il centro città.
– “Passante di Mestre”, lungo l’autostrada A4, con uscita allo svincolo di Preganziol. Imboccare la SS13 “Terraglio” in direzione Treviso e seguire le indicazioni per il centro città.
TRENO
Dalla stazione ferroviaria è possibile raggiungere la sede espositiva a piedi in una decina di minuti, percorrendo via Roma e proseguendo poi su via Martiri della Libertà. In autobus le linee 1 e 7 hanno entrambe la fermata in Piazza San Leonardo, che è situata a pochi metri da Casa dei Carraresi.

 
L’ingresso principale di Casa dei Carraresi è ubicato in una zona a traffico limitato; l’accesso e la circolazione dei veicoli è limitata a determinate categorie di utenti.

mercoledì 14 dicembre 2016

IL ROYAL NATIONAL BALLET della Georgia per la prima volta a Milano!

A milano un evento straordinario... da non perdere!!!



IL ROYAL NATIONAL BALLET DELLA GEORGIA
PER LA PRIMA VOLTA A MILANO

Gran Gala di Danza “Il fuoco della Georgia”

Venerdì 30 dicembre ore 20.45 – domenica 1° gennaio 2017 ore 16.30

Nella prestigiosa “Serata di Gala” anche gli artisti del Balletto di Milano.

Sono in arrivo in Italia, per la prima volta, i favolosi danzatori georgiani del "Royal National Ballet" e si esibiranno sul palcoscenico del Teatro di Milano nel Gala “Fuoco della Georgia ” venerdì 30 dicembre alle 20.45 e domenica 1 gennaio 2017 alle ore 16,30.

Uomini forti e fieri, donne eleganti e leggiadre. Le danze popolari georgiane accostano alla spettacolarità degli strepitosi virtuosismi maschili, fatti di salti acrobatici, giri incredibili e combattimenti con le spade, la bellezza e femminilità delle donne.

Come recentemente a Batumi in Georgia, divideranno il palcoscenico con i colleghi del Balletto di Milano per esibirsi in una serata dal ritmo incalzante in cui le raffinate coreografie degli artisti italiani si alternano alle danze mozzafiato dei giovani ballerini georgiani in un irresistibile crescendo.

Tra le tante danze tradizionali, che valorizzano la grazia naturale e la bellezza delle donne e il coraggio, l'onore e il rispetto degli uomini, i virtuosi georgiani ne presenteranno alcune particolarmente significative come il “Khanjluri” in cui, con i tipici “chokhas rossi”, gli abiti maschili, i danzatori competono l'uno contro l'altro con l'uso dei pugnali di cui sono maestri, mostrando parallelamente un atletismo fuori dal comune. Spettacolare anche il “Mtiuluri” in cui si susseguono colpi di scena, salti e giri vorticosi per culminare in un finale a dir poco esplosivo. O ancora il corteggiamento del “Kartuli”, tra le danze più conosciute, in cui l’uomo tenendo le braccia al petto non deve toccare la donna, ma concentrarsi su di lei come se fosse l’unica al mondo. La donna, tenendo gli occhi bassi in maniera pudica, scivola leggera sul palcoscenico come un cigno sull'acqua, creando suggestivi disegni coreografici.

Non da meno gli artisti milanesi impegnati in alcuni tra i brani più rappresentativi del proprio repertorio con il particolare omaggio ai compositori italiani Verdi con il coinvolgente “Preludio” dell'opera “Attila” e Rossini con l'ouverture da “La Gazza ladra” e la “Tarantella”, due brani celeberrimi che fanno parte della suite dal balletto firmato da Giorgio Madia “Cenerentola”.

In programma anche l'emozionante pas de deux da “Romeo e Giulietta” e un estratto dal balletto “Carmen”.

Fondato da Gela Potskhishvili, il “Royal National Ballet” di Tbilisi è una giovane realtà che custodisce e mantiene viva l'antica tradizione folkorica georgiana impreziosendola con evoluzioni coreografiche di grande impatto.

Già primo ballerino dei Metekhi (compagnia molto nota anche in Italia), Cavaliere del Georgian order of Honor nonché già pluripremiato danzatore, Potskhishvili e Maia Kiknadze saranno in Italia con i loro giovani e straordinari danzatori per presentare in esclusiva Il Gala di danza “Il fuoco della Georgia” in occasione delle festività di fine anno.

TEATRO DI MILANO Gran Gala di Danza “Il fuoco della Georgia”
30 dicembre ore 20,45 – 1° gennaio 2017 ore 16.30 


 
Teatro di Milano

Via Fezzan 11 - 20146 Milano - Tel 02 42297313 - teatrodimilano@outlook.it
biglietti a partire da € 15.00
biglietteria on line: www.teatrodimilano.com
uffici al pubblico e biglietteria da mercoledì a sabato dalle 14 alle 18.

TEATRO SOCIALE DI BIELLA Gran Gala di Danza “Il fuoco della Georgia” - speciale San Silvestro 31 dicembre ore 22.30 Teatro Sociale di Biella

“Dicembre è il mese più bizzarro”. Una mostra collettiva a cura di Sergio Tossi

 Vi ricordate i "Koroo" (al secolo Foschini e Iacomelli)? Ora sono in mostra a Livorno... in ottima compagnia...



“Dicembre è il mese più bizzarro”.
Una mostra collettiva a cura di Sergio Tossi

Egg Visual Art
Via del Platano, 10 – Livorno

Inaugurazione : giovedì 15 dicembre h. 18.00

Opere di :
Raffaello Becucci
Andrea Conti
Fulvio Di Piazza
Foschini & Iacomelli
Luca Matti
Francesco Minucci
Baerbel Reinhard
Federico Silvi

Che dicembre sia il mese più bizzarro pochi possono contestarlo. Vecchi grassoni vestiti improbabilmente che volano (volano !) su slitte guidate da renne per poi infilarsi nei camini delle case…via, non è una cosa seria. Mettici poi le giornate corte corte, un 25 per essere tutti buoni, addobbi improbabili e neve che ci dovrebbe essere ma non c’è quasi mai. Il traffico e la gente impazzita. Insomma, un delirio. Così a Egg abbiamo pensato una mostra almeno un po’ bizzarra, invitando 8 artisti con alcuni dei loro lavori più inconsueti, strani, atipici, stravaganti. Troverete quindi i collage tridimensionali di Andrea Conti, la pittura più spiazzante di Federico Silvi e della coppia Foschini & Iacomelli, le fotografie antropooptical di Baerbel Reinhard e quelle mimetiche di Francesco Minucci, le maschere gommose di Luca Matti e le carte sfolgoranti di Fulvio Di Piazza, per finire con gli angeli e diavoli di Raffaello Becucci. Un bestiario divertente ed irriverente per una mostra a/natalizia.

martedì 13 dicembre 2016

Marica Fasoli – Aurea - a cura di Ivan Quaroni

Scrive così Ivan Quaroni nel saggio critico prodotto per la mostra personale di Marica Fasoli a Zola Pedrosa...

"L’arte astratta è sovente il prodotto di un processo di stilizzazione o geometrizzazione di elementi visivi, percepiti sensibilmente o mentalmente. Altrimenti, può essere la conseguenza di una traslazione gestuale d’impulsi fisici ed emotivi. Raramente, però, contempliamo la possibilità che l’immagine di un oggetto reale possa generare una visione fondamentalmente astratta."

Una mostra che sicuramente merita la scoperta di questa brava giovane artista...



Marica Fasoli – Aurea
A cura di Ivan Quaroni
Inaugurazione 26 Dicembre 2016 ore 17.30
dal 26 dicembre 2016 al 4 febbraio 2017
Ca’ la Ghironda Modern Art Museum
Via Leonardo Da Vinci 19, Zola Predosa (Bologna)
in collaborazione con Zanini Contemporary Gallery

lunedì 12 dicembre 2016

Nuova sede per la Fondazione Feltrinelli a Milano

Nuova sede per la Fondazione Feltrinelli a Milano



Martedì 13 dicembre 2016, dalle 17.00 alle 23.00, inaugura in viale Pasubio 5, a Milano, la nuova sede di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, uno spazio di cittadinanza, una storia da scrivere assieme.

L'evento inaugurale è il primo appuntamento di Voices and Borders: cinque giornate, dal 13 al 17 dicembre, di letture, proiezioni, incontri, spettacoli dedicati alle sfide di cittadinanza che la contemporaneità impone e che Fondazione Giangiacomo Feltrinelli intende accogliere nei suoi percorsi culturali e di ricerca.

Un invito all'azione civile, per attivare, insieme, un processo che riguardi il quaderno dei temi della qualità della vita individuale e della convivenza tra persone.

A partire dall'opening, la nuova sede ospiterà momenti culturali e d'incontro, performance ispirate al patrimonio della Fondazione e una mostra site specific.

Il futuro non nasce da solo.
Ti aspettiamo martedì 13 dicembre 2016.
Opening dalle 17 alle 23 in Viale Pasubio 5, a Milano.

Per nuove informazioni e anticipazioni visita www.fondazionefeltrinelli.it

Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
Viale Pasubio 5, 20154 Milano
 
 
evento fb
 

Isabella Nazzarri. Vita delle forme a cura di Ivan Quaroni

Si è inaugurata lo scorso 3 dicembre, a Firenze, questa bella personale dell'artista livornese Isabella Nazzarri intitolata "Isabella Nazzarri. Vita delle forme" e curata dall'amico Ivan Quaroni... Da vedere!



C2 CONTEMPORANEA

in collaborazione con ABC-ARTE presenta:

Isabella Nazzarri. Vita delle forme

a cura di Ivan Quaroni.

Inaugurazione 3 Dicembre 2016 ore 18.30

C2 Contemporanea, Via Ugo Foscolo 6, Firenze


Comunicato Stampa

Che la forma non debba essere considerata come un segno portatore di significato, ma un contenuto essa stessa, lo sosteneva già Henri Focillon nel 1943, anno in cui dava alle stampe le Vie des Formes.
Isabella Nazzarri ha realizzato, per lo spazio di C2, un nuovo ciclo di acquerelli su carta di medie e grandi dimensioni che rappresentano una riflessione sul valore cognitivo della forma e sul suo autosignificarsi.

Riprendendo il concetto di illusione - e insieme quello di astrazione ambigua - già affrontato nella precedente mostra “Principio di indeterminazione” l'artista ha realizzato dei grandi acquerelli simili ad arazzi e stoffe, dove la forma viene percepita inizialmente come ornamento apparente per mostrare successivamente il proprio contenuto.

Le nuove opere del ciclo “Innesti” hanno una struttura schematica simile a quella dei pattern geometrici e delle texture dei tessuti. Le forme sono, infatti, distribuite sulla superficie della carta con una certa regolarità, tanto da produrre un’impressione ornamentale. Tuttavia, l’impatto esornativo si dissolve non appena ci avviciniamo all’opera per osservare la singolarità di tali forme. Forme la cui natura biomorfica, lo abbiamo detto, rimanda immediatamente alla complessione di microorganismi come i germi, i bacilli e i microbi, a qualcosa, insomma, che non ha nulla a che vedere con la gradevolezza dei florilegi ornamentali degli arazzi o della carta da parati, ma che piuttosto provoca nell’osservatore una sensazione d’inquietudine. Le sue forme liberate sembrano ora muoversi in un campo più vasto e, allo stesso tempo, convergere verso un ipotetico centro spaziale.

Soprattutto negli acquarelli più grandi si ha la sensazione che la loro distribuzione non sia affatto casuale, ma che anzi segua una logica direzionale, per quanto aleatoria. Ecco perché l’impianto esornativo resta flebile, come un’impressione o un’illusione. Quello che emerge è il contrasto tra l’apparente schema d’insieme, statico come ogni impianto decorativo, e il caotico affastellarsi di forme differenti, che trasmettono un senso di pulsante, e insieme perturbante dinamismo. Questa antinomia, questa contraddizione che solo una fertile prassi sperimentale può generare, è uno degli aspetti più interessanti della recente indagine dell’artista.

Bio

Isabella Nazzarri è nata a Livorno (1987), vive e Lavora a Milano. Isabella Nazzarri nasce a Livorno nel 1987. Vive e lavora a Milano. Nel 2011 consegue la Laurea Triennale in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze. Successivamente frequenta il Biennio in Arti Visive dell'Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2013 è vincitrice del Griffin Prize per la sezione Studenti. Ha partecipato a diverse mostre collettive e personali in gallerie e spazi pubblici tra cui Villa Brivio (Nova Milanese), Spazio Oberdan (Milano), GalleryV9 (Varsavia), The Griffin Gallery (Londra), Spazio Soderini (Milano), Interno18 (Cremona), Galerie Michael Schultz (Berlino), Officina Giovani (Prato), Circoloquadro (Milano), Spazio Ex Fornace (Milano), Museo Fattori (Livorno), ABC-ARTE (Genova).

Isabella Nazzarri – Vita delle forme

A cura di Ivan Quaroni

C2 Contemporanea

Orario: da lunedì a venerdì 17.00 – 1900

Via Ugo Foscolo 6 – Firenze http://www.c2contemporanea2.com/






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sabato 10 dicembre 2016

Marco Cornini a Palazzo Ducale di Massa

Continua questo interessantissimo ciclo di esposizioni a Palazzo Ducale di Massa... 

 

AMORE SACRO AMORE PROFANO

Si apre sabato 10 dicembre a Palazzo Ducale di Massa (Ms) – inaugurazione ore 17 – la mostra dello scultore Marco Cornini dal titolo “Amore sacro amore profano” che rimarrà aperta fino all’8 gennaio 2017. Si tratta della terza mostra del ciclo “Oltre l’immagine” organizzata dall’Associazione Quattro Coronati in collaborazione con il Comune di Massa e curata da Mauro Daniele Lucchesi

Marco Cornini “è uno scultore che fa sculture”…
Fin dal suo primo apparire non ha concesso nulla allo “sperimentalismo”, alla facile ricerca di stampo concettuale, né ha mai deviato da una scelta poetica e ideologica non sempre facile da mantenere .
Cornini scultore milanese doc, con uno studio bohémien in una vecchia fornace alla periferia della città, ha esordito giovanissimo nel mondo dell’arte, appena ventiduenne e, in un periodo in cui imperavano “sperimentazioni” concettuali e videoarte, ha scelto di utilizzare, come materiale privilegiato se non esclusivo, la terracotta, mostrando una straordinaria coerenza e fedeltà a un mezzo espressivo spesso considerato “minore”.
Una scelta “inattuale” ma che lo stesso artista ha subito sentito come istintiva e immediata, in netta controtendenza con gli umori e gli indirizzi all’interno dell’Accademia milanese e con un diffuso e imperante desiderio di stupire a tutti i costi, e che lo fa notare allo scrittore e critico d’arte Mario De Micheli, che alla sua mostra d’esordio (a soli 22 anni) lo segnala come giovanissimo scultore di grande talento, “da mettere i brividi …”, come scrive lo studioso in quel primo testo.
Luca Beatrice (curatore del Padiglione Italia alla 53^ Biennale di Venezia del 2009) accosta il lavoro di Marco Cornini ad un racconto di Dino Buzzati “Un amore”: “un testo secco, disseminato di ritratti poetici e di straordinari protagonisti. Straordinari nel loro essere ordinari. Nella cornice di una Milano grigia e consumata, abitata di borghesismi, case popolari e bordelli, si scoprono esistenze periferiche, estremamente possibili e tutt’altro che immaginarie. È una sceneggiatura fatta da uomini normali che s’innamorano di giovani prostitute, ordinarie anche loro, prive di perversioni e di ostentazioni. Non c’è volgarità e nemmeno falsità … Buzzati, pittore oltre che giornalista e scrittore, amava le donne. Come Marco Cornini. A legarli lo stesso spirito “milanese”, quello delle vie di Brera, di Corso Garibaldi, dove lo scultore, in tempi più recenti, ha trascorso la sua formazione artistica e culturale. Le stesse donne poi, quelle dipinte nei fumetti pittorici e noir di Buzzati, e le sculture con i tacchi alti di Cornini. Ragazze, belle certamente, giovani e attraenti anche se mai perfette, sempre attraversate da un alone d’imperscrutabile mistero. Normali, ordinarie, provocanti, modelle del quotidiano descritte in pose consuete. Donne, o chissà puttane, demoni e perché no, angeli, (da qui Amore sacro, Amore profano) come quelle anime cantate dal poeta De Andrè…
Semidee nude o abbigliate di minigonne e abiti succinti, canottiere e slip, mai eccessive nel loro essere svestite o vestite, giustamente calibrate in quello sguardo penetrante e assente. Provocanti si diceva, per quella duplicità tutta femminile di attrarre e respingere (come solo l’amore sa fare). Eppure così vere. Le donne ritratte da Cornini, prendono forma lentamente fra le sue dita e si aggiustano in composti di terre e acrilici. Il colore naturale si somma a quello artificiale che permette la restituzione di una versione della scultura rinnovata, dunque contemporanea. Perché a quel profilo etrusco, si sommano, in pose tutt’altro che arcaiche, abiti, dettagli e cromie che non svincolano mai dal presente, dall’oggi. Seppur confinate in un tempo incompiuto, nell’attimo in cui sembrano essere custodite, le modelle di Cornini s’inseriscono a pieno titolo nella contemporaneità. E non solo per quei dettagli concreti che le fanno prelevare direttamente da qualche periferia cittadina, ma anche e soprattutto per quello sguardo svogliato e seduttore da “vergini suicide”,
Cornini riporta in auge quel gradito e sottile sentore di purezza e perversione insieme (Amore sacro, Amore profano) che anela dalle sculture antiche, quello delle carni tradotte in iperrealismo interpretativo e del nudo materico. Mette in atto il suo teatro, la sua nuova sceneggiatura scultorea: conosce l’opera di Arturo Martini, la bellezza simbolica e la fisicità delle opere del grande Maestro sicuramente, ha bene in mente i capolavori di Martini. Usa un linguaggio antico nella tecnica assemblato al gusto moderno che impiega i costumi della quotidianità per costruire microstorie dell’ordinario. Immortala il soggetto femminile, donne che amano svelarsi, senza pudore, con un insolito ma giustificato piacere davanti all’occhio di chi guarda (l’amore è in se un sentimento puro). Donne che guardano dritte verso uno spettatore indiscriminatamente voyuer, immobilizzate nel dettaglio di una ripresa fortuita ed eterna che le congela nell’attimo prima di potersi dare a qualsivoglia reazione, animate da una nuova vita, per la strana alchimia dell’opera d’arte che rilascia continui significanti pur risiedendo nella materia inerme, si lasciano osservare, ora cercandolo ora respingendo, come solo una donna sa e può fare, lo sguardo complice di chi le vorrebbe, anche solo per un istante, poter toccare.

La mostra “Amore sacro amore profano” di Marco Cornini rimarrà aperta fino all’8 gennaio 2017 ad ingresso libero nel Palazzo Ducale di Massa (Ms), Piazza Aranci 35, dal giovedì alla domenica dalle ore 16.30 alle 19.30.
Informazioni:
mobile : 3288375423
e-mail: mdlucc57@gmail.com
Pagina facebook: Marco Cornini: Amore Sacro Amore Profano
Ufficio Stampa, agenzia ILogo, Fabrizio Lucarini cell. 3407612178, www.ilogo.it

A Vicenza... FORME D'UOMO...

A Vicenza... 



FORME D’UOMO
15.12 / 20.01.2017

APART spaziocritico presenta -Forme d’Uomo- una mostra collettiva dedicata alla rappresentazione pittorica, scultorea e fotografica dell’essere umano in tutte le sue forme , vesti e declinazioni.

L’esposizione focalizza l’attenzione sulla narrazione immaginativa dei diversi aspetti dell’essere umano e sul confronto generazionale ed artistico che ogni opera pone nei confronti dell’altra; una disparità formale che si allinea nella ricerca della sua rappresentazione figurativa, concettuale o nella assenza-presenza.

Dalla figurazione ‘calda’ di Mimmo Germanà, alle mappature di memoria di Roger Welch, alla tempera su carta di Dokopil, al Crucifix di Bas Meerman, a Sergio Ragalzi con le sue Ombre Atomiche fino ad artisti emergenti contemporanei come lo scultore Roberto Fanari, alla fotografa Debora Garritani e ai pittori Irene Balia, Silvia Mei e Riccardo Cavallini.

APART spaziocritico
Contrà Pedemuro S. Biagio 41, 36100 Vicenza

venerdì 9 dicembre 2016

A Firenze, Mario Madiai

A Firenze, Mario Madiai
 


Si è inaugurata mercoledì 7 dicembre, la mostra “Madiai, Firenzeandataeritorno”, personale dell’artista Mario Madiai, senese di nascita, livornese d’adozione, che espone nelle sale del Consiglio regionale.
A presentare la mostra pittorica è stato il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani.
Curatrice della mostra, Patrizia Turini, e il critico d’arte Riccardo Ferrucci. 

Sala delle Feste di palazzo Bastogi, via Cavour, 18. 

La mostra sarà visitabile fino al prossimo 30 dicembre

Maurizio Biagini al Museo Fattori...

LIVORNO APPROSSIMATIVA



Sabato 17 dicembre sarà inaugurata la mostra personale di Maurizio Biagini:
 LIVORNO APPROSSIMATIVA.

A seguire: "Stelle strane", monologo di Walter Nenci accompagnato dal chitarrista Francesco Luongo.

Promossa dal Comune di Livorno
A cura di Art Promoters • Lucca


Museo Fattori
Villa Mimbelli, via San Jacopo in Acquaviva 65, 
Livorno

 Orari della mostra:
dal martedì al venerdì dalle 16:00 alle 19:00
sabato e domenica dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00
Lunedi chiuso
Info: 0586 824620 • 0586 824610

275mila euro di Merda




E c'è ancora chi riesce a ridere e a fare facili battutine quando sente parlare di "MERDA D'ARTISTA"... 
Mah...

275mila Euro alla Casa d'Aste "IL PONTE"...

leggi l'articolo diramato dall'ANSA...

Fiorescenza - bipersonale Massimo Barlettani e Eva Munarin

Si è inaugurata a Roma questa bella bi-personale che vede come co-protagonista anche Massimo Barlettani... da vedere! Fino al 15 gennaio 2017


Fiorescenza - bipersonale Massimo Barlettani e Eva Munarin

Fiorescenza è una parola che non esiste, evoca visioni suggestive, ci parla di un potere biologico straordinario.
I fiori sono la forma di attrazione più vitale che esista, un vero e proprio spot pubblicitario della natura.
La sensualità delle forme, l’intensità e la delicatezza dei colori, la fragranza dei profumi hanno una funzione precisa: perpetuare la vita.
Il nostro sguardo è pigro, vediamo le cose in modo superficiale e spesso ci sfugge il mistero e la complessità di ciò che ci circonda.
La struttura di un fiore è un’architettura straordinaria che merita di essere vista con altri occhi.
Questa mostra vuole essere un invito a guardare la bellezza con più profondità e più intensità.

In mostra dal 07.12.2016 al 15.01.2017
orario dal lun/ven 10.30/13.00 e 16.30/19.30 sabato su appuntamento
chiusura dal 24 al 30 /12

Galleria Frammenti D'Arte
Via Paola 23, 00186 Roma

giovedì 8 dicembre 2016

A Pontedera... TUTTI IN MOTO! Il mito della velocità in cento anni di arte...

Oggi pomeriggio a Pontedera una grande inaugurazione... Una mostra davvero potente che merita di essere visitata!



TUTTI IN MOTO!
Il mito della velocità in cento anni di arte
a cura di Daniela Fonti e Filippo Bacci di Capaci
- PALP Palazzo Pretorio Pontedera

FUTURISMO, VELOCITA’ E FOTOGRAFIA
a cura di Giovanni Lista
- Museo Piaggio

9 dicembre 2016 | 18 aprile 2017


Con la grande mostra "Tutti in moto! Il mito della velocità in cento anni di arte", a cura di Daniela Fonti e Filippo Bacci di Capaci, il 9 dicembre 2016 apre al pubblico, col nome PALP, il Palazzo Pretorio di Pontedera, riconvertito dopo imponenti lavori di restauro a nuovo spazio espositivo della città.

Promossa dalla Fondazione per la Cultura Pontedera, dal Comune di Pontedera e dalla Fondazione Piaggio, con il patrocinio dalla Regione Toscana, la mostra è dedicata interamente al mito della velocità e al suo riflesso nelle arti figurative, negli ideali di vita e nel costume sociale degli italiani, dalla fine del XIX secolo agli anni del boom.

Il tema della velocità, spesso associato all’idea del viaggio e alla diffusione dei trasporti su rotaia, affiora nell’arte italiana alla fine dell’Ottocento e finirà per caratterizzarla profondamente in alcune sue stagioni, in conseguenza del rapido evolversi delle scoperte e delle applicazioni industriali ai mezzi di locomozione.

La mostra "Tutti in moto! Il mito della velocità in cento anni di arte" ha come sede principale il Palazzo Pretorio di Pontedera ed una sezione al Museo Piaggio dedicate alle grandi opere. Sempre al Museo Piaggio viene ospitata la mostra fotografica "Futurismo, velocità e fotografia", curata da Giovanni Lista, che documenta l’approccio dei Futuristi alla velocità come mito della modernità.

Le due mostre proseguiranno sino al 18 aprile 2017.


La mostra a Palazzo Pretorio

La mostra "Tutti in moto! Il mito della velocità in cento anni di arte" ospitata a Palazzo Pretorio si apre su un’Italia ancora agreste, segnata dal tempo lento delle stagioni, in cui ci si sposta ancora prevalentemente a piedi o a cavallo, e per mare si va a remi o vela. Poi arrivano le macchine, la velocità, cambia il mondo e cambia il modo di rappresentarlo. In questa trasformazione ci guidano le sale successive del palazzo, ognuna dedicata ad un distinto mezzo di locomozione: il treno, il tram, il piroscafo, la bicicletta, l’automobile, l’”omnibus”, la motocicletta, sino alla mongolfiera, l’aerostato, e l’aereo a motore. Oltre ducentocinquanta opere, tra dipinti, sculture, fotografie e manifesti di altrettanti grandi autori dell’arte italiana – da Fattori, a Bianchi e Viani, sino a Ziveri, passando per Severini, Baldessari e Carrà, o Boccioni, Balla e Depero – per sintetizzare il riflesso prodotto sull’immaginario collettivo da questi mezzi meccanici in continua evoluzione. Il percorso si conclude con la sensazionale progettazione della Vespa che compie quest’anno i suoi gloriosi settant’anni.

La prima sala racconta il nostro passato, le nostre tradizioni, come eravamo, da dove siamo partiti; presenta un paese ancora rurale, ma già avviato ad una veloce modernizzazione. A raccontarlo, le tele di Fattori, Ferrazzi, Moses Levy, Viani, mentre le sculture di Cambellotti e le opere di Marino Marini ci parlano del mito arcaico che abita ancora le terre italiane.
Il paesaggio urbano intanto si è animato per la presenza del tram, facilitando gli spostamenti e favorendo l’estendersi delle città, che inesorabilmente ingoiano la campagna. Le strade si disegnano con l’affascinante tracciato lineare delle rotaie (Carlo Levi, Primo Conti), più tardi compenetrate con le insegne stradali nelle opere futuriste, mentre le stazioni ovunque determinano una nuova polarità urbana e affascinano per le grandi hall vetrate piene di fumo (Boccioni, Moses Levy). Intanto da diversi decenni il treno ha reso facili gli spostamenti sulle lunghe distanze mentre le locomotive - dipinte fin dalla fine dell’ottocento come enormi e benevoli mostri fumanti, emergono con possanza dagli schermi dei Lumière come dalle tele dei futuristi (Boccioni, Carrà, Bonzagni).
Insieme al treno, la nave ha reso più piccolo il mondo, favorendo gli scambi fra continenti diversi. I pittori, dai porti di mare della penisola, registrano il fervore dei cantieri (Viani), ma anche il silenzio metafisico che avvolge i grandi piroscafi dalle prue incombenti sulle banchine (Ram, Thayaht).
Poi ecco l’automobile, “più bella della Vittoria di Samotracia” come proclama Marinetti, che affascina come simbolo assoluto della modernità e si diffonde nelle classi alte della popolazione in coincidenza con l’esplosione del verbo futurista (Cambellotti, Balla). Sarà l’ispiratrice di molte tele futuriste (Balla), insieme alla motocicletta, quest’ultima prediletta per l’assimilazione e la compenetrazione fra pilota e motore (Dottori, Sironi, Giannattasio, Pannaggi, Tato e BOT). Nel secondo dopoguerra, poi, con l’approssimarsi della motorizzazione di massa, automobili e moto ispireranno per la loro forma aerodinamica gli scultori della nuova stagione astratta (Franchina).
In mezzo ai bolidi meccanici a due ruote, la bicicletta spicca come il mezzo semplice e geniale che ci accompagna dalla metà dell'Ottocento, prima legato al bon ton della borghesia, poi diffuso in ogni strato sociale. Nei quadri di Gentilini e Viviani mantiene intatto l’incanto originario, mentre il senso dinamico generato dal baluginare dei raggi delle ruote affascina, come accade per la moto, i futuristi, (Severini, Dottori, Boccioni, Cangiullo).

È stato certo il Futurismo a dare nell’arte e nella letteratura la spinta fondamentale all’esaltazione del dinamismo e della velocità meccanica. Nel 1929, sulla suggestione delle imprese aeree dei trasvolatori, nasce una nuova corrente pittorica, l’Aeropittura, nella quale si assisterà alla multiforme celebrazione del tema del volo, dalla prima enfatizzazione eroica alla cupa atmosfera delle incursioni di guerra, descritte nelle opere di (Tato, Thayaht, Regina, Depero, Dottori, Crali, Sironi, Peruzzi, Nomellini, Marinetti, Munari) . La suggestione della velocità si estende in ambito futurista anche ai mezzi navali. Gli artisti restituiscono sulle tele il fascino dei grandi piroscafi che svettano all’orizzonte dei porti italiani e solcano gli oceani, di lì a poco carichi di migliaia di italiani costretti sulle vie dell’emigrazione.

Nella Italia uscita sconfitta dalla guerra, il tram, il treno e la bicicletta sono di nuovo i simboli di un paese che prova a ritrovare unità e dignità nello sforzo della ricostruzione, un’Italia alla quale l’industria riconvertita alla pace regalerà, con la Vespa, il sogno di una gioia ritrovata e della speranza nel futuro.

Il percorso espositivo presenterà anche manifesti cinematografici degli anni Trenta/Sessanta che integrano il racconto proposto dalle opere d’arte, una raffinata selezione di rara editoria futurista e un documentario curato da ArtDocFestival, dal titolo Tutti in moto!, che illustra in modo vivace, con un montaggio di frammenti di film d’epoca e fotografie d’archivio, la diffusione dei nuovi mezzi di trasporto nel nostro paese e il modo nel quale essi furono percepiti dalla sensibilità comune come oggetti sorprendenti ed eccezionali, in grado di modificare profondamente la vita degli italiani e la percezione del paesaggio urbano e agricolo.


Le mostre al Museo Piaggio

La mostra "Tutti in moto! Il mito della velocità in cento anni di arte" prosegue nei grandi locali del Museo Piaggio con l’esposizione di ben 21 opere di grande formato che ripercorrono i temi affrontati a Palazzo Pretorio. L’esposizione è arricchita da alcuni preziosi veicoli che hanno fatto la storia della velocità su due ruote.

La sezione del Museo Piaggio della mostra Tutti in moto! viene affiancata dell’originale esposizione "Futurismo, velocità e fotografia", curata da Giovanni Lista, illustre studioso delle avanguardie storiche. Attraverso più di cento fotografie di grandi autori (tra i quali i fratelli Bragaglia, Tato, Azari, Bellusi, Boccardi e Bertoglio) provenienti dalle più famose collezioni mondiali, la mostra documenta il carattere molteplice dell’approccio estetico e formale dei Futuristi al dinamismo, all’aerodinamismo e alla velocità. La mostra è articolata su due livelli svolti in modo parallelo, l’incidenza delle macchine e dei campioni della velocità nella storia del movimento futurista e la ricerca dei Futuristi nel campo della fotografia, ed è arricchita dall’esposizione di macchine fotografiche d’epoca.


Catalogo

Entrambe le mostre sono corredate da un catalogo a cura di Daniela Fonti e Filippo Bacci di Capaci, con testi di Enrico Bittoto, Filippo Bacci di Capaci, Giancarlo Carpi, Rossella Caruso, Daniela Fonti, Giovanni Lista, Alessandro Orsucci, Susanna Ragionieri, Umberto Sereni, Claudia Terenzi (Bandecchi & Vivaldi).


La Fondazione per la Cultura Pontedera si avvale della collaborazione di Museimpresa - Associazione Italiana Archivi e Musei d’Impresa, Fondazione Piaggio, Fondazione Guggenheim - Venice, Futur-ism - Associazione Culturale, Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni, Fondazione Spadolini Nuova Antologia, Wolfsoniana Palazzo Ducale - Fondazione per la Cultura Genova, “Il Divisionismo” - Pinacoteca Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona,Galleria comunale d'arte moderna e contemporanea di Roma, Museo Fondazione Primo Conti - Fiesole, Fondazione Carlo Levi - Roma, Fondazione Marino Marini - Pistoia, Archivio Sironi di Romana Sironi - Roma, Archivio opere Lorenzo Viani, Enrico Dei - Viareggio, Associazione per il patrocinio e la promozione dell’opera di Mario Sironi - Milano, Associazione per il patrocinio e la promozione delle figura e dell'opera di Ernesto e Ruggero Alfredo Michahelles - Firenze, Archivio Romana Severini - Roma, Archivio Severini Franchina - Roma, Archivio dell'opera di Duilio Cambellotti - Roma, Raccolta museale “Regina” - Comune di Mede, Comune di Pisa, Camera di Commercio Industria Artigianato Agricultura di Lucca e della disponibilità di molti generosi collezionisti.



PALP Palazzo Pretorio Pontedera
Piazza Curtatone e Montanara, Pontedera (Pi)
Orario: da martedì a domenica 10-19, lunedì chiuso
Ingresso: intero € 7, ridotto € 5
e.mail info@pontederaperlacultura.it - www.pontederaperlacultura.it

Museo Piaggio
Viale Rinaldo Piaggio 7, Pontedera (Pi)
Orario: da martedì a venerdì 10-18, sabato 10-13 e 14-18, domenica 10-18, lunedì chiuso
Ingresso: intero € 5, ridotto € 3,5, comprensivo di visita libera al Museo
e.mail : museo@museopiaggio.it - www.museopiaggio.it
Info: Tel. +39 0587 27171

Biglietto unico Palazzo Pretorio e Museo Piaggio: 10 €, ridotto € 8

Ufficio stampa
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