RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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mercoledì 29 giugno 2011

Doppio colpo per il bravo Fabrizio Bellomo

Doppio colpo per il bravo Fabrizio Bellomo. Due presenze una più importante dell'altra ed in ottima compagnia per giunta!
Già finalista della prima edizione del Premio Patrizia Barlettani (a proposito, fra qualche giorno in rete il bando della edizione 2011), Fabrizio Bellomo risulta essere una delle realtà più intelligenti della giovane fotografia nazionale. Bravo!!! 



Milano. Vivo in una città occupata da gente occupatissima. Camminano tutti svelti, guardano le donne solo dopo le nove di sera. Questa città si sveglia ogni giorno un minuto prima.
Marcello Marchesi

Giovedì 23 giugno alle 18.30 inaugura, presso la Fondazione Forma per la Fotografia, la mostra “Milano, un minuto prima. Nuove visioni di una città”.
La città di Milano è il denominatore comune degli scatti raccolti in occasione della mostra che Forma ospiterà durante l’estate 2011.
Un progetto espositivo nuovo non solo nel contenuto,ma anche nella sua struttura, sono quattro i curatori coinvolti, Matteo Balduzzi, Arianna Rinaldo, Giulia Tornari e Francesco Zanot e 12 i progetti fotografici selezionati.
Gli autori in mostra, non solo milanesi e non solo italiani, propongono sia lavori nati appositamente per questa esposizione, sia percorsi fotografici nati da riflessioni già in fieri sull’argomento.
Il progetto diventa una sorta di osservatorio temporaneo che restituisce nell'insieme una visione complessa, articolata e insolita di questa città. Milano si trasforma in un territorio da esplorare, da comprendere nelle sue emergenze sociali, nella struttura urbanistica, nei cambiamenti economici e nel tessuto umano che la percorre e la trasforma.
I CURATORI:
Matteo Balduzzi, Arianna Rinaldo, Giulia Tornari, Francesco Zanot.

GLI AUTORI:
Fabrizio Bellomo, Maurizio Cogliandro, Nicolò Degiorgis, Edoardo Delille, Massimiliano Foscati, Matteo Girola, Giovanni Hänninen, Alessandro Imbriaco, Bernd Kleinheisterkamp, NTSH, QD, Mirko Smerdel, Carlo Alberto Treccani e Zoe Vincenti.


Matteo Balduzzi (curatore presso il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo), ha selezionato tre progetti che, anziché descrivere Milano, trovano nella città un punto di partenza per esplorare uno spazio non soltanto fisico ma fatto di relazioni: con il tempo, le persone, la memoria, la tecnologia.
I vostri grattacieli / 2010 di Mirko Smerdel (Prato, 1978)
La scritta “I vostri grattacieli sono macerie prima ancora di essere costruiti”, trovata su una palizzata in legno durante la demolizione della Stecca degli Artigiani, è il punto di partenza della riflessione di Smerdel.
A cavallo tra grafica e fotografia, l’autore la associa a una serie di immagini raccolte sui media che rappresentano il quartiere nel corso degli anni, rendering e plastici di nuovi edifici destinati a cambiare lo skyline di Milano, immagini di grattacieli del XIX e XX secolo nelle città del mondo.
Al di là del messaggio politico antagonista che colpisce al primo istante, il lavoro ripercorre la modernità, le sue utopie urbane, la fine e il succedersi inevitabile di paradigmi e ideologie. Si crea così un archivio di idee, conflitti, speranze e progetti che segnano la storia della città, anche quando non costituiscono una presenza visibile.
QD / 2011 
QD è un progetto collettivo in progress, realizzato da 15 fotografi distribuiti su tutto il territorio italiano. Gli autori intendono esplorare e raccontare in parallelo il proprio ambito urbano in una sorta di diario in cui le cifre stilistiche personali tendono a sfumare in uno sguardo comune e in cui le riflessioni sul fare fotografia si affiancano e si intrecciano alle immagini stesse.
QD nasce a Milano per iniziativa di Tommaso Perfetti, ma, nei continui rimandi tra un progetto e l’altro, diventa un racconto dell’Italia intera e al contempo mostra come sia impossibile pensare alle città senza considerare le infinite relazioni che le compongono e come possa essere vitale per la fotografia d’autore riscoprire oggi una certa curiosità, libertà e semplicità di sguardo.
Web Camera di Carlo Alberto Treccani (Brescia, 1984) e Camere incustodite di Matteo Girola (Milano, 1983)
I due autori, pur con una formazione comune, lavorano su tematiche e con tecniche molto diverse. Eppure, essi hanno realizzato, in contemporanea e senza essere a conoscenza l’uno dell’altro, due progetti molto simili che utilizzano le immagini della rete: le fotografie sono scattate, letteralmente, nelle loro stanze a Milano ma i soggetti, spesso impossibili da identificare, si trovano in tutto il mondo.
I due lavori, esposti come fossero un unico progetto, testimoniano quanto queste immagini spesso di bassa qualità, banali, mute, siano presenti nella nostra vita, popolando i monitor dei computer, i social network e di conseguenza anche lo spazio abitato quotidiano.

Arianna Rinaldo (Photo Consultant per D-La Repubblica, direttrice del trimestrale OjodePez, photo editor e curatrice freelance) ha selezionato tre fotografi che già operano sul territorio milanese. Le loro visioni offrono uno sguardo a tre livelli: l’orizzonte della strada e degli abitanti, l’underground e la visione più nascosta e infine lo sguardo rialzato, quasi artificiale, che ci rivela ciò che a volte è invisibile al nostro sguardo.
Terreni di Edoardo Delille (Firenze, 1974)
Delille ha una visione positiva del mondo, cerca sempre di raccontare piccole storie che rappresentano l'identità di un posto, colleziona così i ritratti di chi lo vive e lo anima cercando di ribaltare gli stereotipi comuni. Per Milano, Un minuto prima, in linea con il suo lavoro di documentazione, si trova a mappare gli spazi occupati nel tempo libero dagli abitanti di Milano nella loro sorprendente diversità.
Milano Up di Giovanni Hänninen (Helsinki, 1976)
Il suo progetto prende le mosse dalle "grandi opere" del passato prossimo milanese che, con enormi volumetrie e grandi speranze, sono spesso rimaste incompiute o abbandonate. L’autore realizza un ritratto degli spazi urbanistici sottoposti a cambiamenti, recenti o passati, dalle nuove imponenti architetture in via di sviluppo ai quartieri dimenticati, con uno sguardo ai cantieri del prossimo Expo del 2015.
Limbo di Zoe Vincenti (Milano, 1975)
Zoe Vincenti spesso si interessa di storie intime, nascoste, personali. L’autrice entra in contatto con le persone e ci presenta le loro vite e le loro passioni senza invaderle. In occasione di Un minuto prima presenta un’esplorazione nella Milano underground, notturna, nascosta. È una finestra aperta su mondi e identità che spesso non vivono alla luce del sole, ma che convivono nella nostra città.

Giulia Tornari (Responsabile dei fotografi di Contrasto) ha selezionato tre fotografi che si cimenteranno in nuove produzioni pensate ad hoc per la mostra di Forma.
Via Dante n. 2 di Alessandro Imbriaco (Salerno, 1980)
Per Milano, un minuto prima estenderà il lavoro che sta realizzando sulla città di Roma: una mappatura discontinua dei modelli abitativi alternativi presenti nel territorio. Un ripensamento del concetto di abusivismo inteso anche come trasformazione del luogo stesso, delle sue funzioni e del suo assetto estetico, come generatore di “detournement”, di “derive” non integrabili nell’illusione di un piano regolatore.
Islam nascosto di Nicolò Degiorgis(Bolzano, 1985)
Di formazione documentaria, Degiorgis, osserva come le minoranze marginalizzate riescano a crearsi i propri spazi all’interno della società.
Esiste una sola moschea ufficiale in Italia, nonostante una popolazione musulmana in continuo aumento. Si osserva però una proliferazione di luoghi di culto improvvisati (capannoni, seminterrati, garage e supermercati), Degiorgis ha catturato lo spirito delle comunità islamiche in molte città italiane e continuerà la sua indagine nel territorio milanese cercando di raccontare come vivono la fede i musulmani che vivono nel territorio del capoluogo lombardo.
Credimi di Maurizio Cogliandro (Roma, nel 1979)
In occasione della mostra di Forma continuerà il suo viaggio ideale in un’Italia nascosta e personale, dove il vissuto è fatto di piccole vicende, di incontri inaspettati, paesaggi urbani e relazioni intime.
La necessità che lo spinge è quella di interpretare Milano aldilà del nostro tempo, oltre la memoria e la tradizione.

Francesco Zanot (Curatore e responsabile delle attività didattiche di Forma) ha selezionato tre progetti molto diversi per punto di vista ma anche per mezzo con il quale prendono vita.
le più belle vedute di milano e non vedo niente di diverso di Fabrizio Bellomo (Bari, 1982)
Il soggetto delle fotografie di Fabrizio Bellomo sono i chioschi del centro di Milano in cui le immagini più comuni della città vengono vendute sotto forma di cartoline.
A partire da un processo di imitazione, contraffazione e riproposizione, le sue opere si presentano nello stesso modo di ciò che rappresentano: sono infatti anch'esse vere e proprie cartoline che saranno distribuite ai visitatori della mostra. Sul retro di ognuna ci sarà inoltre un codice che rimanderà ad un filmato in rete, facendo sì che il pubblico possa portare con sé un frammento dell'esposizione e proseguire la sua visita anche al di fuori delle sale di Forma.
Outside My Door di Massimiliano Foscati (Milano, 1970) e Bernd Kleinheisterkamp (Germania, 1973)
Outside My Door è progetto iniziato nel 2010 che prevede riprese fotografiche realizzate da Kleinheisterkamp nel quartiere milanese di Precotto dove Foscati vive. Quello che viene presentato è un diario al contempo visivo e scritto, dove le parole di Foscati accompagnano gli scatti di Kleinheisterkamp, due voci che dialogano sullo stesso quartiere e di cui restituiscono un’immagine articolata e multiforme.
Nothing To See Here E’ un magazine di cultura visuale a cura di Francesco Jodice nato e sviluppato all’interno del Master in Photography and Visual Design organizzato da Fondazione Forma per la Fotografia e NABA - Nuova Accademia di Belle Arti. Ogni numero è dedicato all’investigazione di uno specifico argomento legato al territorio, la sua realtà attuale, le sue aberrazioni, la sua inafferrabile complessità. A Milano, Un minuto prima viene presentata in anteprima una maquette del terzo numero, dedicato a "La fine del mondo", mentre i numeri precedenti saranno messi a disposizione dei visitatori per la libera consultazione.


Fondazione FORMA per la Fotografia
Piazza Tito Lucrezio Caro 1
20136 Milano
 


La mostra - Milano, un minuto prima
Periodo
dal 24 giugno al 18 settembre 2011Orario
tutti i giorni dalle 11 alle 21
Giovedì e Venerdì dalle 11 alle 23
lunedì chiuso 
Costo biglietto
Intero: 7,50 euro
Ridotto: 6 euro
Scuole: 4 euro
Elenco delle riduzioni
 
Per informazioni 
02.5811.8067
02.8907.5419




 PROGRAMMA  DELLA IX EDIZIONE DEL FESTIVAL
“CORIGLIANO CALABRO FOTOGRAFIA 2011”

Direzione Artistica: Gaetano Gianzi e Cosmo Laera




http://www.coriglianocalabrofotografia.it/

http://www.coriglianocalabrofotografia.it/cataloghi/CATALOGO%20Festival%202011.pdf



INAUGURAZIONE
MOSTRE
2 luglio 2011 – 15 settembre 2011 – Castello Ducale di Corigliano Calabro
  • Maurizio Galimberti.
  • Francesco Cito.
  • Luciano Ferrara
  • Ivo Saglietti
  • Carlotta Bertelli
  • Migrazioni – fotografie di Fabrizio Bellomo, Giuseppe Fanizza /Andrea Kunkl, Giovanna La Falce,Francesco Malavolta, Calogero Russo, Saverio Scattarelli, Marco Vacca.
  • Stefano Giogli
  • Renato Pagliaro
  • Mario Iaquinta
OSPITI D’ONORE:
  • Gianni Berengo Gardin e Franco Fontana

INFORMAZIONI
organizzazione tecnica, informazioni e iscrizioni workshop:
Associazione Culturale Corigliano per la Fotografia – 87064 Corigliano Calabro (Cs) – Italia Tel. 339.5699024 – 392.8243065 – www.coriglianocalabrofotografia.it –info@coriglianocalabrofotografia.it
Museo Castello Ducale – Piazza Compagna, 1 – 87064 Corigliano Calabro (Cs) – Italia
Tel. 0983/81635  – orari di apertura: 09.00-13.00/16.00-19.00 (lunedì chiuso)
Prenotazione Alberghiera: Zagara Viaggi e Turismo – 87064 Corigliano Calabro (Cs) – Italia – Tel. 0983/886696

martedì 28 giugno 2011

Dell'ennesima prolungata assenza ed altre vicende...

Ebbene sì lo ammetto, sono colpevole, altri lunghi giorni di assenza dal blog... il lavoro estivo (cinque punti vendita da seguire) e quello di programmazione autunnale mi sta assorbendo più di quanto immaginassi... giusto il tempo di fare una veloce apparizione notturna senza troppa voglia di mettermi lì a commentare quello che avviene in questo mondo fantastico dell'arte...
Ma cosa è successo in questi giorni di assenza? Mah, forse tanto o forse nulla... sono andate avanti le inaugurazioni della Biennale diffusa: ieri Milano, dove tanti amici fanno bella mostra di sé, domani Parma, con lo strepitoso Armodio ed il 30 a Bari dove troviamo l'amico Attolini... e poi? inaugurazioni, collettive, personali... il mondo dell'arte non si ferma mai!
Personalmente sto lavorando a tanti progetti: innanzi tutto gli ultimi ritocchi alla personale di Armodio, che si inaugura a Roma, al Chiostro del Bramante, il prossimo sabato. Poi la personale di Andrea Gnocchi sempre a Roma. Quella della Chechik che sta assumendo sempre di più la connotazione di mostra internazionale itinerante (La Plata -Argentina-, Torino, Roma, Miami, New York per poi tornare in Argentina a Buenos Aires), quella di Andreaa Raluca (vincitrice della seconda edizione del Premio Patrizia Barlettani), e poi ancora la personale di Roberto Braida in Sicilia a fine autunno, la terza edizione di Next_Generation e molti altri progetti oltre a qualche curatela, presentazione di Mostra e ovviamente la famiglia. Il tutto condito dall'antica passione per la Vespa (stiamo costituendo il Vespa Club San Miniato, del quale a quanto pare mi eleggeranno presidente...). E poi libri, cataloghi ect. ect. che stia diventanto sempre più compulsivo?

venerdì 24 giugno 2011

L'ottimismo del mercato... da EXIBART


Grandi notizie dal mercato internazionale! Nuovi record e vendite ghiotte!!!

Le stime record di Schiele e le ultime cifre da capogiro dell’asta di Sotheby’s!



A Londra quella del 22 giugno è stata una serata very hot: realizzati 97 milioni di sterline per la messa in asta di opere Impressioniste e Moderne da Sotheby's. 35 i lotti battuti in un'ora. Häuser mit bunter Wäsche (Vorstadt II) o "Casa con lavanderia (Sobborgo II)" è il titolo del paesaggio di Egon Schiele, un olio su tela di oltre un metro del 1914, messo in vendita dal Museo Leopold di Vienna per sostenere le proprie attività, che ha raddoppiato il precedente record di Vienna, venendo aggiudicato per £24,681,250/$40,099,627/€27,635,665. 
Peter Wainhäupl, Direttore del Leopold Museum, ha infatti dichiarato di essere estremamente soddisfatto del risultato registrato da Sotheby’s sull’opera che ha stabilito un world record per l’artista all’asta e che consentirà al museo di procedere nel raggiungimento dei propri obiettivi.  La più interessante della serata è stata probabilmente La Dormeuse di Tamara de Lempicka, aggiudicata al telefono dopo diversi rilanci in sala a 4.073.250 £ da una stima di 2,3-3,2 milioni di £, stabilendo un nuovo record per l'artista anche se di poco più del precedente.
Nuovo record per Chagall con l’opera su carta "Au-dessus de la Ville", aggiudicato a 1,8 milioni di £, superando il precedente valore di 1,4 milioni di £ che reggeva dai oltre 20 anni. 
Il Piccolo cavallo di Marino Marini, da una stima di  1,000,000-1,500,000 GBP è stato aggiudicato a 1,619,527 EURO. Ragguardevolissime le percentuali di venduto: SOLD BY LOT: 91.4%; SOLD BY VALUE: 98.4%. Ma non è finita qui signori e signore: le aste a Londra riprenderanno la settimana del 27-30 giugno 2011 con l'arte contemporanea.  Chissà chi sarà a farci girare la testa al prossimo giro!

"Gli irripetibili anni '60 - un dialogo tra Roma e Milano"

 Nel giro romano di ieri ho trovato anche il tempo di fare un tour veloce in un mostra che mi interessava parecchio: "Gli irripetibili anni '60 - un dialogo tra Roma e Milano" a cura di Luca Massimo Barbero.
Mostra che merita per la qualità delle opere esposte, per l'allestimento e soprattutto per quello che rappresenta: un dialogo fra le tendenze artistiche di un'epoca attraverso la formidabile capacità del meglio degli artisti italiani di allora. Fino al 31 luglio prossimo al Museo Fondazione Roma per poi essere trasferita a Milano dal 7 settembre a Palazzo Reale. Assolutamente da non perdere!


COMUNICATO STAMPA 

Dopo lo straordinario successo della mostra Edward Hopper, prosegue la fortunata 
partnership culturale tra la Fondazione Roma e il Comune di Milano – Cultura e 
Palazzo Reale con una grande esposizione che rende omaggio a una stagione 
artistica irripetibile, quella sviluppatasi tra la fine degli anni Cinquanta e la metà 
degli anni Settanta, tra Roma e Milano

La mostra “Gli irripetibili anni ‘60. Un dialogo tra Roma e Milano” intende 
raccontare il ruolo fondamentale delle interazioni culturali tra Roma e il capoluogo 
lombardo in questo periodo, individuando in esse l’epicentro creativo delle nuove 
sperimentazioni e ricerche al di là dell’arte codificata. 
  
L’esposizione, a cura di Luca Massimo Barbero, sarà ospitata nelle prestigiose sale 
del Museo Fondazione Roma, Palazzo Cipolla, dal 10 maggio al 31 luglio 2011
successivamente si trasferirà a Milano dal 7 settembre al 20 novembre 2011 negli 
spazi espositivi di Palazzo Reale

La mostra, promossa dalla Fondazione Roma e realizzata in collaborazione con il 
Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale e con la Fondazione Marconi, è 
organizzata dalla Fondazione Roma - Arte - Musei con Arthemisia Group

“Con questa mostra - afferma il Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele, Presidente 
della Fondazione Roma - vogliamo rappresentare al grande pubblico quello che fu un 
momento di svolta nella cultura artistica del nostro Paese, un decennio di ricerche 
d’avanguardia che ha avuto nella scena creativa romana e milanese degli Anni 
Sessanta il proprio epicentro. In quegli anni, infatti, Roma e Milano erano grandi città- 
laboratorio, dove la vitalità di una società in rapida evoluzione economica e culturale 
trovava la sua espressione visiva in una scena artistica creativa, dinamica e in grado 
di recepire e offrire progetti di valenza internazionale. Abbiamo voluto raccontare 
questo periodo attraverso una mappatura delle energie creative, dell’attività delle 
gallerie, delle occasioni promosse dalle istituzioni pubbliche, delle proposte dei nuovi 
gruppi sperimentali attivi in quegli anni, tra quadri e sculture, passando dalla tabula 
rasa del monocromo alla sperimentazione optical e cinetica, dal Nouveau Réalisme 
alla Pop Art. Questa mostra, dunque, restituirà l’immagine vitale e propositiva di un 
periodo recente della nostra storia culturale e consentirà di conoscere l’attività dei 
grandi artisti di quell’indimenticabile periodo”. 
In mostra sono presenti oltre 170 opere di artisti quali Lucio Fontana, Alexander 
Calder, Gianni Colombo, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Alighiero Boetti, 
Luciano Fabro, David Hockney, Yves Klein, Franz Kline, Piero Manzoni, Fausto 
Melotti, Man Ray, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Günther Uecker, Roberto 
Crippa, Gianni Dova, Arman, Enrico Baj, Lucio del Pezzo, Giulio Paolini, 
Osvaldo Licini, Giò Pomodoro, Giuseppe Uncini, Franco Angeli, Tano Festa, 
Valerio Adami, Emilio Tadini, Giuseppe Bertini.  
Le opere provengono dalla prestigiosa Fondazione Marconi di Milano e da 
importanti istituzioni tra le quali la Fondazione Lucio Fontana di Milano, il MART di 


Trento e Rovereto, la Fondazione Piero Manzoni di Milano, la Fondazione 
Palazzo Albizzini Collezione Burri di Città di Castello, The Berardo Collection di 
Lisbona, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, la Galleria Civica d’Arte 
Moderna di Spoleto e il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid. 

Dopo il 1945, con la fine della Seconda Guerra Mondiale, l’Italia comincia a 
risvegliarsi dal ventennio fascista. L’intero Paese da una parte continua a patire le 
conseguenze delle distruzioni causate dalla guerra e dall’altra comincia ad 
assaporare gli agi del benessere che avrebbero da lì a poco portato al boom 
economico. Il “miracolo economico” dovuto a questi profondi rivolgimenti vedrà il suo 
apice proprio tra il 1958 e il 1963. In questi anni Roma vive una esaltante stagione in 
cui la cultura di massa incide non solo nel contesto socio-culturale, ma anche in 
quello urbanistico e relativo ai codici della creatività e della comunicazione 
contemporanea. Milano invece - dove tutto era più estremo ed evidente - diventa la 
città che incarna dai tempi del Futurismo di inizio secolo i valori della modernità. 
Mentre Roma implode artisticamente diventando centro propulsivo della scena 
artistica nazionale, Milano è vista come il centro dell’Avanguardia Internazionale in 
cui prendono forma movimenti e tendenze. 
Poli di una creatività antagonista e complementare, le due città si ritrovano negli anni 
sessanta protagoniste di quella civiltà dell’immagine destinata a determinare il futuro. 

È proprio in questi anni che operano e si sviluppano alcune importanti gallerie d’arte: 
a Milano la Galleria Apollinaire di Guido Le Noci, il Salone Annunciata di Carlo 
Grossetti, la Galleria dell’Ariete di Beatrice Monti, la Galleria Blu di Peppino 
Palazzoli, la Galleria Milano di Carla Pellegrini, la Galleria Lorenzelli, lo Studio 
Marconi e la Galleria del Naviglio di Carlo e Renato Cardazzo (che tra 1955 e 
1960 hanno avuto come loro sede romana la Galleria Selecta). Nella capitale 
operano già altre note gallerie come L’Obelisco di Irene Brin e Gaspero del Corso
La Tartaruga di Plinio De Martiis, La Salita di Gian Tommaso Liverani, L’Attico di 
Bruno e poi Fabio Sargentini
Una particolare attenzione sarà dedicata in mostra all’attività dello Studio Marconi 
come uno dei principali centri di innovazione dell’epoca: inaugurato nel 1965 a Milano 
da Giorgio Marconi, lo Studio infatti era uno dei luoghi d’incontro prediletti dalle 
personalità artistiche e culturali di spicco di quegli anni. 
Alla fine del percorso espositivo una speciale sezione audiovisiva multimediale
tre canali su grandi schermi aiuterà il visitatore attraverso la proiezione di immagini, 
video, filmati ed interviste inediti, a rivivere il clima effervescente di quel periodo 
mettendo in relazione le arti visive con altri settori della cultura strettamente correlati 
ad esse, come la letteratura, il teatro, il giornalismo, la fotografia, la cronaca, il design 
e la moda. 







LA MOSTRA 
L’esposizione è articolata in quattro sezioni che esemplificano i differenti indirizzi 
assunti dalla ricerca artistica nel corso del decennio: l’azzeramento espressivo della 
monocromia, l’impiego di oggetti e immagini nella emergente cultura Pop, 
l’internazionalità e la nuova scultura, la sperimentazione tra materiali, segni e figure. 

Sezione 1 - Monocromia e astrazione 
La prima sezione della mostra è dedicata al percorso di riduzione espressiva avviato 
alla fine degli anni Cinquanta, con una particolare attenzione per quelle ricerche che 
hanno privilegiato la scelta della superficie monocroma, spesso bianca, come nuova 
tabula rasa per una creatività libera. Figura centrale di questa sezione è Lucio 
Fontana, che avvia nel suo lavoro, tra il 1958 e il 1959, la serie dei tagli, caratterizzati 
da rarefazione compositiva e tensione spaziale. Attorno a lui si costituisce una linea 
che trova tra i suoi principali esponenti, raccolti attorno all’esperienza della 
rivista/galleria Azimuth/Azimut (grande “vivaio” per la nuova contemporaneità, 
costituitosi a Milano nel 1959), artisti come Piero Manzoni ed Enrico Castellani, 
Dadamaino, Agostino Bonalumi, Paolo Scheggi; una situazione che a Roma dialoga 
con Francesco Lo Savio e Fabio Mauri. Presenza fondamentale a Milano è quella di 
Yves Klein che nel 1957 presenta i suoi lavori monocromi alla Galleria Apollinaire, 
diventando un punto di riferimento centrale per la nuova generazione. Le radici di 
queste ricerche sono esemplificate in mostra dalla presenza di alcuni maestri della 
stagione precedente che rivestono fondamentale importanza per le nuove 
generazioni: da un lato, Franz Kline e Alberto Burri; dall’altro, Alexander Calder, 
Fausto Melotti, Osvaldo Licini e Pietro Consagra. 
Tra le più significative presenze di questa sezione: un “Concetto spaziale” di Fontana 
collocato a soffitto, una sperimentale “Plastica” di Burri, un grande dipinto gestuale di 
Kline, il Ritratto di Giovanni Carandente di Calder, alcuni “Achrome” realizzati da 
Manzoni con caolino, tele grinzate e cucite, pietre, e uno speciale allestimento a 
parete che raccoglie una serie di rarità, tra gioielli d’artista e sculture. 

Sezione 2 - Oggetti e immagini Pop 
La seconda sezione della mostra è dedicata al dialogo tra il recupero dell’oggetto e 
dell’icona caratteristico del Nouveau Réalisme e l’emergente cultura della Pop Art. Le 
sperimentazioni oggettuali del gruppo del Nouveau Réalisme, costituitosi proprio a 
Milano nel 1960 attorno alla Galleria Apollinaire, sono documentate dai lavori di 
Mimmo Rotella, Arman, César, Raymond Hains, Jacques Villeglé, Christo, che nel 
1970 sono anche protagonisti di una serie di interventi nel contesto urbano della città, 
in occasione di uno speciale Festival dedicato al primo decennale di questo 
movimento. 
La parallela e intrecciata linea d’indagine a Roma, in dialogo con la nascente cultura 
Pop, è fondata sulla rivisitazione e dissacrazione di materiali e icone della tradizione 
espressa da Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Cesare 
Tacchi e Sergio Lombardo.  
Tra i più singolari prestiti di questa sezione, si segnalano quattro importanti opere di 
Hockney dei primi anni sessanta, due delle quali provenienti dalla Berardo Collection 
e dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, una grande scultura composta da barili 


assemblati e dipinti da Christo, un Omaggio ad Arman di Rotella, alcuni lavori 
appartenenti allo scintillante ciclo di Schifano Tuttestelle

Sezione 3 - L’internazionalità e la nuova scultura 
Milano assume sempre più il ruolo di “fabbrica” delle nuove immagini in un dialogo 
serrato con New York ma soprattutto con Londra, presentando nella propria scena 
artistica di questo decennio protagonisti della Pop Art inglese come Peter Blake, 
Richard Hamilton, David Hockney, Joe Tilson. 
Il rinnovato interesse per i grandi maestri del Dadaismo e del Surrealismo, come 
Marcel Duchamp e Man Ray, presenti a queste date in italia, si traduce anche nella 
nuova tipologia scultura, nelle centinature di Pino Pascali e nella nuova oggettualità 
di Christo, e in una eredità performativa in questa occasione esemplificata da Joseph 
Beuys. 
Milano è anche luogo di matrici neoindustriali che promuovono la ricerca scientifica in 
relazione alla cultura metropolitana, muovendosi tra cultura del progetto, design, arti 
visive e sperimentazione. In questo contesto, le opere del Gruppo T (Giovanni 
Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo, Gabriele De Vecchi, Grazia Varisco) 
esemplificano la cosiddetta “arte programmata” - titolo della mostra di questa 
tendenza presentata al Negozio Olivetti di Milano nel 1962 da Bruno Munari e 
Umberto Eco - e l’apertura della ricerca sull’opera a una relazione complessa con 
l’architettura e la spazialità; peculiarità evidenti nell’opera di Colombo e che si 
ritrovano anche nel loro “contrappunto” europeo del Gruppo Zero di Düsseldorf, con 
Günther Uecker. Le opere di Mario Nigro, Dadamaino, Rodolfo Aricò, Arturo Bonfanti, 
Carlo Ciussi, Emilio Scanavino, Piero Dorazio, Gastone Novelli e Gianfranco Pardi 
mostrano l’interesse per una ridefinizione della pittura attraverso l’inclusione di 
determinanti geometriche che ne articolino la dimensionalità, come ad esempio 
nell’impiego delle shaped canvas (telai sagomati). 
Tra le opere più importanti di questa sezione, una grande Struttura pulsante in 
polistirolo di Colombo, la Colonna vertebrale di Scanavino, scultura di oltre tre metri, 
un’opera di Novelli dedicata all’editore milanese Vanni Scheiwiller. 

Sezione 4 - Materiali, segni e figure 
Una linea più propriamente concettuale e analitica è quella di Vincenzo Agnetti, 
Gianfranco Baruchello, Emilio Isgrò, Davide Mosconi, Ugo Mulas, Nanni Balestrini: si 
concentra sulla relazione tra parola, segno e immagine, nella messa in discussione 
degli statuti stessi della comunicazione visiva. Essa si intreccia alla duplice 
sperimentazione che caratterizza la seconda metà del decennio: da un lato, la scelta 
di materiali eterodossi in una nuova chiave concettuale come nelle opere di Alighiero 
Boetti e Luciano Fabro, che dialogano con la parallela situazione romana espressa 
da autori come Jannis Kounellis, ed Eliseo Mattiacci; dall’altro, l’adozione di una 
nuova figurazione, nelle opere di Valerio Adami ed Emilio Tadini che reggono la 
cultura Pop in una sospensione poetica e narrativa. Tra materiali e figure si muovono 
le opere di Gianni Dova, Roberto Crippa, Enrico Baj, Lucio Del Pezzo, mentre a 
procedimenti meccanici di figurazione si richiamano quelle di Bruno Di Bello e Gianni 
Bertini. Le nuove dimensioni della scultura sono esemplificate dal lavoro di Giuseppe 
Uncini, Arnaldo e Gio Pomodoro. Sono ricerche che trovano il loro contrappunto 
internazionale in autori stranieri presenti a Milano in questi stessi anni, come Hsiao 


Chin, William T. Wiley, Antonio Dias, Peter Caufield, Eduardo Paolozzi, Allen Jones, 
Louise Nevelson, che confermano la dimensione autenticamente dinamica e 
internazionale di questo contesto. 
Riassumono emblematicamente queste diramate direttrici di ricerca la celebre 
immagine verbovisuale della Volkswagen di Isgrò, la prima “verifica” di Mulas, la 
fisicità eterodossa di Italia in pelliccia di Fabro, le contaminazioni tra materia e 
personaggio del “generale” e delle “dame” di Baj, la modernissima figurazione de La 
camera afona di Tadini. 

Catalogo Skira 

Uffici Stampa 
Arthemisia Group 
Ilaria Bolognesi  
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