RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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venerdì 31 agosto 2012

Ciccarini Dalla veduta alla visione: il mito della città - a cura di Daniela Brignone e Giovanni Faccenda

Ciccarini
Dalla veduta alla visione: il mito della città

A cura di Daniela Brignone e Giovanni Faccenda


Roma, Chiostro del Bramante
Arco della Pace, 5

5 settembre – 7 ottobre 2012



I prestigiosi spazi rinascimentali del Chiostro del Bramante a Roma ospitano dal 5 settembre al 7 ottobre 2012 una mostra personale di Carmine Ciccarini intitolata “Dalla veduta alla visione: il mito della città”.
Curata da Daniela Brignone e Giovanni Faccenda, l’esposizione raccoglie 40 dipinti (oli su tela) realizzati per lo più negli ultimi due anni di attività e dedicati al soggetto prediletto dall’artista: la metropoli contemporanea.

La pittura di Ciccarini, pur accogliendo le suggestioni della modernità (dal realismo americano degli anni trenta di Hopper e Sheeler che ha influenzato letterati come Carver alle evocazioni sironiane, al cinema di Antonioni e Wenders), ha un’impronta del tutto personale e descrive megalopoli e città, carpendone il cuore e il movimento.
Mobili e pulsanti, le sue metropoli colpiscono lo spettatore con le vedute aeree di grattacieli, palazzi e ponti, ma soprattutto con il fascinoso dinamismo delle loro strade, nelle quali freme il flusso veloce delle automobili e scorre - inquieta - l’esistenza degli uomini.
Scrive Giovanni Faccenda: «La pittura di Carmine Ciccarini echeggia questi turbamenti: l’insicurezza e la precarietà insite nell’esistenza dell’uomo del terzo millennio; il fagocitante, incontrollato e perfino disumano moltiplicarsi del cemento nelle ormai ciclopiche città; i mille presagi racchiusi dentro un monotono quotidiano che offre a tutti, o quasi, qualche vaga verità la notte o al volgere della sera».

Il segno di Ciccarini è essenziale e tende a volte a impennarsi in taglienti sciabolate, ma sa anche dipanarsi in campiture morbide e pastose d’ampio respiro. Nell’alternanza e contrapposizione di tinte fredde e calde, colpisce l’emergere di un giallo allusivo: «declinato ogni volta - sempre secondo Faccenda - con ruolo di luce salvifica, se non addirittura come fonte di speranza, nel buio della ragione, fra le tenebre che imprigionano la spiritualità».

La mostra è corredata da un catalogo edito da Arte in Books, con testi dei curatori.

Cenni biografici
Carmine Ciccarini nasce a Chieti nel 1956. Laureato in medicina con specializzazione in oculistica, vive e lavora a Perugia. Avviato al disegno da uno zio pittore, conosce in gioventù Giovanni Omiccioli e ha modo di incontrare a Firenze Pietro Annigoni, che lo influenzerà nel disegno.
Nel 1981 alla Galleria Mazzoli di Modena conosce Jean–Michel Basquiat che lo stimola all’approfondimento dell’arte moderna e contemporanea. Attraverso la frequentazione di Fernanda Pivano, scopre Kerouac, Ginzberg, Corso, Duchamp, Warhol. La grande scrittrice e traduttrice lo incita a proseguire nel suo percorso riconoscendogli talento, coraggio e personalità.
Giramondo, visita incessantemente musei e mostre, studia i più diversi generi pittorici, dall’arte rinascimentale alla computer grafic. Nel 2005 stringe amicizia con Edo Bertoglio, film-maker e fotografo della rivista “Interview” fondata da Andy Warhol e Glenn O’Brien.
Ciccarini ha tenuto mostre a New York, Francoforte, Londra, Parigi, Salisburgo e Sidney; in Italia ha esposto al Museo dei Panciatichi di Firenze, sede del Consiglio della Regione Toscana (una sua opera, La vita, 2001, è stata acquisita alla Collezione regionale), quindi a Milano, Cetona, Perugia, Spoleto, Asolo. Numerosi critici, fra cui Carlo Franza, storico dell’arte e allievo di Argan, si interessano alla sua produzione.
Nel 2007, a Milano, gli viene conferito il Premio dell’Internazionalità alla XIX edizione del Premio delle Arti-Premio della cultura, istituito da Indro Montanelli nel 1988. L’anno successivo, alla XX edizione della stessa manifestazione, vince il riconoscimento quale artista dell’anno.
Ciccarini è stato invitato da Vittorio Sgarbi alla 54ª Biennale di Venezia. Nel 2012, nelle sale di Palazzo Zenobio a Venezia, ha tenuto la personale “Brain Maps” a cura di Roberta Semeraro.


Ciccarini. Dalla veduta alla visione: il mito della città
Chiostro del Bramante, Arco della Pace, 5 – Roma
Dal 5 settembre al 7 ottobre 2012
A cura di Daniela Brignone e Giovanni Faccenda
Catalogo bilingue (italiano e inglese)
edito da Arte in Books, con testi dei curatori
Info: tel. +39 06 68809035
www.chiostrodelbramante.it
www.ciccariniarte.it

Biennale Internazionale di Antiquariato di Roma VIII edizione 2012 Roma, in Palazzo Venezia 5 -14 ottobre 2012



Conferenza stampa di presentazione de

Biennale Internazionale di Antiquariato di Roma
VIII edizione 2012
Roma, in Palazzo Venezia
5 -14 ottobre 2012

mercoledì 12 settembre, ore 11.00

Associazione della Stampa Estera in Italia
Roma, Via dell'Umiltà 83 c

interverranno:

Davide Bordoni
Assessore alle Attività Produttive, al Lavoro e al Litorale di Roma Capitale

Cesare Lampronti
Presidente Comitato Organizzatore

Rossella Vodret
Soprintendente Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma

Carlo Giantomassi
Restauratore

Luigi Michielon
Coordinatore organizzativo


Ufficio stampa nazionale:
STUDIO ESSECI - Sergio Campagnolo   
tel. 049 663499; gestione3@studioesseci.net
www.studioesseci.net
Twitter @studioesseci

Ufficio stampa Roma:   
Equa di Camilla Morabito
tel. 06 3236254 - info@equa.it
Rif. Maria Luisa Fotunato

“TRASPARENZE SOLARI” - FRANCESCO FANELLI a cura di Filippo e Giovanna Bacci di Capaci,



DOMANI (SABATO 1 SETTEMBRE 2012)
CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE
E PREVIEW DI
“TRASPARENZE SOLARI”
LA PERSONALE DEL PITTORE FRANCESCO FANELLI

ALLE ORE 11,30 NELL’AUDITORIUM
DELLA FONDAZIONE BML
(piazza San Martino, 7)



In anteprima per la stampa, si presenta “Trasparenze solari”, la mostra organizzata dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca e dedicata al grande artista livornese Francesco Fanelli (1869-1924), allievo dell’Istituto d’Arte Passaglia di Lucca e poi di Giovanni Fattori, che ha fatto parte del gruppo di artisti vicini a Giacomo Puccini e che ha partecipato attivamente al dibattito intorno alla moderna pittura toscana.

Saranno presenti Alberto Del Carlo, presidente della Fondazione Banca del Monte di Lucca, Filippo e Giovanna Bacci di Capaci, curatori della mostra, e Umberto Sereni, autore di uno dei saggi introduttivi al catalogo.

Questo mese sul mensile Arte...

Questo mese, sul numero in edicola, del magazine Arte (n°469 settembre 2012), un po' di notizie che  riguardano da vicino la mia attività di Galleria


A PAG 40 nella rubrica mostre in Italia, la presentazione, a firma Nicoletta Cobolli Gigli della mostra "Armodio, la dimora delle verità silenti" a Palazzo Reale a Palermo, curata da Giovanni Faccenda e Daniela Brignone.


e sempre riguardo la medesima mostra, a pag. 149, la comunicazione della pubblicazione del catalogo, edito per Editoriale Giorgio Mondadori, che accompagnerà la mostra, con testi dei due curatori e di Cristina Acidini e Stefano Zecchi e le schede tecniche a cura di Giulia Leporatti.



vedi anche




DILKA - WILD ESCAPE a cura di Andrea Oppenheimer



Incuriosito...



DILKA - WILD ESCAPE
a cura di Andrea Oppenheimer
8 settembre - 8 ottobre 2012
MONDO BIZZARRO GALLERY
Piattaforma per le arti ipercontemporanee del XXI secolo
Via Sicilia 251, 00187 Roma

Non più bambine, non più sognanti. Il pop surrealismo diventa adulto con le opere di DILKA

Mondo Bizzarro Gallery presenta il debutto di un'artista che fa già molto parlare di sé. I suoi lavori esprimono «un meraviglioso ritorno all'infanzia, il lusso di guardare il mondo con sguardo innocente e stupito, restituendo ai nostri sensi una realtà nuova, più pura, come ispirata dalle favole».

Dilka Nassyrova nasce nel Kazakistan e dopo un percorso decisamente avventuroso approda in Italia, a Trieste, dove oggi vive e lavora. Dopo la partecipazione al progetto Italian Pop Surrealism viene celebrata dal magazine statunitense Juxtapoz e raggiunge notevole popolarità in America, dove il movimento pop surrealista ha origine e maggior fortuna.

Nella mostra Wild Escape appare anche il primo nudo dipinto dall'artista. Non erotico e senza intenzioni seduttive ma selvaggio, naturale e senza tempo. Le creazioni di Dilka svelano le sue passioni, dalla predilezione per i libri illustrati per l'infanzia alle vecchie animazioni dell'Unione Sovietica, lasciando il pubblico sorpreso dalla loro ineguagliabile potenza.

Le protagoniste dei suoi quadri possono scaldare ogni malinconia o gelare l'anima con lo sguardo, di certo non lasciano indifferenti.


Da Artribune...

Leggo e rubo da ARTRIBUNE http://www.artribune.com/



L’arte dell’evasione: la Finanza pizzica Piero Guccione che dichiara di guadagnare 30mila euro all’anno. Ma quanti sono in Italia gli artisti che denunciano regolarmente i loro redditi? 
Piero Guccione
Cari artisti giovani e storici, emergenti o già emersi, squattrinati e bohémien o ricchi sfondati, ricordatevi questo nome: Serpico. No, il New York Police Department e Al Pacino non c’entrano alcunché se non per assonanza. Serpico è invece l’acronimo che sta per servizio per le informazioni sul contribuente, insomma il mega cervellone che da poche stanze del quartiere Eur di Roma controlla la vita finanziaria, economica e contributiva di tutti noi. Incrociando un numero clamoroso di dati che va dalle proprietà immobiliari, a quelle azionarie, ai consumi, alle auto, alle barche fino al conto corrente. Se le uscite non sono congruenti con le entrate, scatta l’accertamento. E se non si riesce a spiegare come mai si è speso tot pur guadagnando solo tot, son dolori.
E dolori sono, a quanto raccontano ieri le agenzie di stampa, per il pittore Piero Guccione: la Guardia di Finanza ha contestato al noto artista movimenti e consumi per 700mila euro che l’artista non è stato in grado di giustificare rispetto al suo reddito dichiarato che non superava i 30mila euro l’anno ma che, questa è la tesi delle Fiamme Gialle, in realtà sarebbe molto, molto più alto.
La notizia ci racconta che i tentacoli di Serpico sono arrivati o stanno arrivando anche nel mondo dell’arte: uno stimolo per artisti, mercanti, galleristi a iniziare a cambiare abitudini. Sì perché il problema non si ferma certamente solo a Guccione, e gli artisti dotati di regolare partita iva e esenti da transazioni in nero possiamo forse dire che sarebbe possibile contarli sulle dita di una mano. E allora tutti con coraggio verso un repentino cambio culturale che potrà permettere, se portato a compimento, di valutare davvero quanto il settore dell’arte ammonti in termini di gettito e fatturato in Italia. Un primo passo che poi dovrà essere seguito da un passo da parte del Governo però, che a quel punto dovrà provvedere a adeguare e rimodulare una tassazione a tratti profondamente ingiusta e penalizzante per tutti. E per lo Stato stesso.
Intanto Aristide Poidomani, commercialista di Piero Guccione, non ha perso tempo nel dare la sua versione. “Siamo davanti ad una partita ancora aperta – ha fatto sapere -. Tutto è scaturito da un accertamento della Guardia di Finanza basato sui movimenti bancari di Piero Guccione.  Ci risulta, in atto,  solo  un verbale di conclusione preventiva con delle deduzioni ascrivibili ad evasione. La fase legata all’indagine delle fiamme gialle è già conclusa. È chiaro siamo nelle condizioni di dare giustificazioni esaustive su ogni cosa all’Agenzia delle Entrate”.
Ad ogni buon conto a bocce ferme, oggi, ci piacerebbe sapere e capire, da parte di voi artisti, quali sono le vicissitudini e le traversie cui il fisco vi ha sottoposto. Volete pagare le tasse, ma è difficile? Dovendole pagare tutte rischiate di finire sul lastrico? La burocrazia e i commercialisti costerebbero più delle tasse stesse? Vi siete resi invisibili al fisco? Insomma, come vi regolate fino ad oggi e cosa pensate di fare da oggi in poi?


Frasi rubate 8




"…Nulla è forse più importante di una mente fresca per godere le opere d’arte, per poter cogliere ogni allusione e avvertirne ogni nascosta armonia, una mente, soprattutto, non stipata di paroloni altisonanti e di frasi fatte. E’ infinitamente meglio non sapere nulla dell’arte che avere quella pseudocultura che origina lo snobismo…”

E. H. Gombrich

giovedì 30 agosto 2012

CASA D'ARTE SAN LORENZO: Settimana dell'Arte a Settembre...

 
Dell'evento di fine estate 2012 organizzato da Casa d'Arte San Lorenzo, 
vi ho già accennato qualcosa nel post:


Ora, ecco nel dettaglio, quello che abbiamo preparato:


-Giuseppe Modica-
OPERE RECENTI
introdotto dall'amico, il Prof Giovanni Faccenda 


...L’aria rabbrividisce vitrea, in questo annuncio di sera siciliana sospeso fra toni madreperlacei e chiarori evanescenti. Resto ammutolito a guardare l’azzurro del mare disfarsi in un’insolita processione di ombre, i primi bagliori delle case accendersi e spegnersi di là dal molo, le barche e i pescherecci resistere come fantasmi nel pulviscolo lattiginoso sceso come un sipario su quell’improvvisato palcoscenico che è ora l’orizzonte...


-Renato Guttuso- 
Omaggi a... 
a cura del Prof. Faccenda



nel centenario della nascita, un omaggio ad uno dei massimi esponenti 
della pittura figurativa italiana del XX secolo. 
Oltre 20 opere, scelte fra disegni, acquerelli ed importanti dipinti ad olio

Le figure di dieci operai
emergono bianche sui mattoni bianchi
il mezzogiorno è d'estate.
Ma le carni umiliate
fanno ombra: e lo scomposto ordine
dei bianchi è fedelmente seguito
dai neri. Il mezzogiorno è di pace
Pier Paolo Pasolini 
per l'opera del Maestro
Pausa dal lavoro
del 1945
  
-Fabio Grassi-
Quarant'anni di pittura 
 

per i quarant'anni di attività un evento/racconto, dedicato all'artista che da sempre ha accompagnato il lavoro di Casa d'Arte San Lorenzo
"Fabio Grassi: l'artista che sa ascoltare gli alberi" 


-Carlo Cane-
Storie Naturali 

l'evoluzione artistica di uno dei più importanti artisti della scena contemporanea
"l'architettura lascia spazio alla natura. Si uniscono, si fondono insieme, in una sorta di abbraccio osmotico. Come in un racconto metafisico di surrealista memoria"


e poi ancora:
incontri, mostre, dibattiti 
ed inoltre la presenza degli artisti:
Andrea Gnocchi, Christian Balzano, Karina Chechik, Roberto Braida e Pier Toffoletti



Inizia il conto alla rovescia per la personale di Armodio a Palermo

Inizia il conto alla rovescia per la personale di Armodio a Palermo, "La dimora delle verità silenti", a Palazzo Reale 14 settembre – 5 ottobre 2012, curata dalla Dott.ssa Daniela Brignone e del Prof. Giovanni Faccenda.

Armodio


In anteprima ecco il testo, in catalogo (Editoriale Giorgio Mondadori), del Prof. Faccenda:

Prof. Giovanni Faccenda


La dimora delle verità silenti


«Tutto è sospeso come in un'attesa.
Non penso più. Sono contento e muto.
 Batte il mio cuore al ritmo del tuo passo
Camillo Sbarbaro, Io come un sonnambulo cammino


Dopo un affascinante tragitto durato almeno tre anni nel più impervio ed essenziale versante della metafisica, scandito da un ciclo di opere vertiginose e dagli apici difficilmente uguagliabili, Armodio pare ora tornare a una dimensione più narrativa, diresti persino confidenziale, della propria aristocratica opera pittorica.
Una maggiore eloquenza delle immagini germinate dalla sua fervida fantasia risalta infatti in questo frangente rispetto al diffuso ermetismo caratterizzante la stagione espressiva a questa immediatamente prossima: sono composizioni, quelle alle quali il maestro ha lavorato negli ultimi dodici mesi, pervase da una tale prodigiosa naturalezza che è facile cedere, per chiunque sappia guardarle – ergo vederle –, al consueto, irresistibile incanto.
È evidentemente tempo di riscoperte e di ritorni, l’attuale, per Armodio. Tra il farsi e il disfarsi di quella «sua» luce magica e peculiare, ove albergano innumerevoli fremiti immateriali e fascinazioni recondite, è dato fra l’altro di ritrovare antiche adesioni sentimentali: cose che non hanno mai conosciuto l’oblio nel sempre inedito – peraltro – e magistrale repertorio. Ora, però, come evocati nel loro aspetto meno tradizionale, i medesimi oggetti diventano deliziose presenze all’interno di luoghi che odorano di una nostalgica memoria, stanze pensate come un disadorno teatro nel quale si susseguono suggestivi accadimenti.
Armodio è l’ispirato regista che orchestra simili apparizioni: la maschera che occhieggia chissà cosa (Poco prima), dalla curiosa ubicazione nella quale si trova, ovvero una pentola di cui lei stessa ha appena sollevato il coperchio, induce a pensare l’avverarsi di qualche inatteso evento. Sia, dunque, una Prova di volo, il più improbabile dei matrimoni sancito con un subito precario o un Vulcano di stoffa, cucito in quattro punti, che libra nell’aria piccole gemme preziose, qualcosa, ogni volta, finisce per succedere in tali, intriganti copioni. Ma è davvero tutto ciò che sembra oppure è bene limitarsi a semplici supposizioni?
L’argomento, nei più avvertiti, suscita al solito marginale interesse. Più che godere della consapevolezza data dall’aver risolto l’enigma occultato nei vari soggetti, vorremmo invero maggiormente saperne - per quanto naturalmente ci sia concesso - delle mille alchimie compenetrate dentro una così sbalorditiva pittura, addentrarci fra i segreti dei grigi che partoriscono bagliori zenitali, perdersi nei ricercati impasti e nelle stesure della tempera prima che essa raggiunga quella lievissima densità destinata a rabbrividire perpetua. Perché non ha sbagliato chi, per Armodio, anni fa ritenne di spendere la celebre definizione data da Giorgio Vasari ad Andrea del Sarto: «il pittore senza errori». Non ve ne sono, neanche se li voleste cercare per tutta l’eternità, in queste - piccole per dimensione, ma immense per qualità - tavole dipinte.
Un elemento di continuità con il periodo creativo vissuto da questo virtuosissimo artefice nel precedente arco di tempo è comunque testimoniato dal mantenimento di alcuni moduli architettonici di sapore quattrocentesco che certo impreziosiscono la cospicua identità della sua opera. Richiami, a Cosmè Tura (L’offerta, Forse) e più apertamente a Piero della Francesca (rimarchevole la sagacia con la quale Armodio ha trasfigurato la scena de La Madonna del parto ne L’ospite inatteso), ove è dato di scorgere l’affermazione dei propri mirabili modelli e, insieme, un inestinguibile desiderio di appartenenza ai valori autentici della pittura.
E allora, magari nell’inconscio dell’autore, altro è il significato delle lacerazioni, dei tagli (La fetta, Come mai) e dei buchi (Natura morta) con i quali, in ambito recente, egli ha deciso di raffigurare eleganti tovaglie di lino sistemate con cura su ignoti piani d’appoggio, e così certi spilli o minuscoli fermagli che simboleggiano senz’altro gli assilli e qualche remota ancora nella vita, ma, per chi ben conosce la vocazione e la capacità astrattiva di Armodio, da ritenere piuttosto invitanti quanto sibillini pretesti del suo agire.
Indizi, labili, altrimenti disseminati da un pittore impareggiabile, in grado di offrirci, a ogni attesa occasione, la percezione limpida di una realtà psichica abitata da entità mutevoli e silenti: oracoli invisibili che lui soltanto sa dove incontrare le rarissime volte in cui un pertugio mentale dischiude la soglia della più attraente e misteriosa dimora metafisica.

Firenze, giugno 2012.
 
la  copertina del catalogo della Mostra
 vedi anche:


Frasi rubate 7

 
“…Quando il sole della cultura è basso sull’orizzonte,
anche i nani proiettano lunghe ombre…”

Karl Kraus

mercoledì 29 agosto 2012

SUTHERLAND. Il pittore che smascherò la natura - Fondazione Magnani Rocca, Mamiano di Traversetolo (PR)



Da molti anni mancava in Italia una grande mostra dedicata a Graham Sutherland.
Considerato, al pari dell'amico-rivale Francis Bacon, uno dei capiscuola della pittura britannica contemporanea, molto amato dai più importanti critici della seconda metà del Novecento - quali Francesco Arcangeli, Roberto Tassi, Giovanni Testori - Sutherland viene riportato all'attenzione del pubblico e della critica per iniziativa della Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo (Parma) dall'8 settembre al 9 dicembre 2012, attraverso un'attenta selezione di opere, provenienti da collezioni riservate e in parte mai esposte, che documentano il suo percorso d'artista.
Nei saloni della "Villa dei Capolavori", sede della Fondazione presieduta da Giancarlo Forestieri, accanto alle celebri opere di Dürer, Tiziano, Rubens, Van Dyck, Goya, Monet, Renoir e molti altri, dove spesso il Fondatore Luigi Magnani conversava d'arte con l'amico Roberto Tassi, i lavori di Sutherland trovano così un profilo identitario nella tradizione figurativa europea.
La mostra, a cura di Stefano Roffi, è corredata da un ricco catalogo, impreziosito da un ampio saggio di Martin Hammer, docente presso la University of Kent e consulente scientifico della Tate Britain di Londra, attualmente il più accreditato studioso internazionale dell'artista.
La mostra si avvale anche della collaborazione di Montrasio Arte.
Fondazione Cariparma e Cariparma Crédit Agricole sono i mecenati dell'iniziativa.

Graham Sutherland (Londra 1903 - HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/wiki/1980" \o "1980" 1980) inizia come HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/wiki/Incisore" \o "Incisore" incisore e insegnante alla Scuola d'Arte di Chelsea. Avvia il proprio lavoro d'artista con grande interesse per il paesaggio, in particolare del Galles, conducendo una lettura critica della tradizione pittorica, senza allontanarsene ma affrontandola dall'interno. Se gli esordi risentono degli influssi del neo-romanticismo inglese, dagli anni "30 la sua pittura si carica di una drammaticità che la rende inquietante e visionaria tanto da farla accostare alla corrente surrealista con cui condividerà la Mostra Internazionale del 1936 a Londra, mostrando influssi di Picasso e di Klee. Sutherland sembra collegarsi soprattutto alle fonti primarie del Romanticismo, alla poetica del "sublime" di Blake, ma nella sua declinazione più amara, un "sublime" negativo espresso attraverso dissonanze cromatiche, segni netti dove tutto appare "dramma e lacerazione", anche in conseguenza dell'esperienza della guerra. Dal 1940 al 1945 viene infatti incaricato ufficialmente di testimoniare in pittura gli orrori del conflitto come "artista di guerra" insieme a Moore e Nash. Nascono così le Devastations, visioni fosche e allucinate delle città inglesi distrutte dai bombardamenti, nelle quali affiorano nuove forme create dal sovvertimento bellico, vero oggetto dell'indagine dell'artista; molte di queste opere sono presenti in mostra. Come riflessione tragica al termine di questo periodo si dedicherà a soggetti religiosi, in particolare alla passione e alla crocifissione di Cristo, icone del destino umano, giungendo a realizzare la nota Crocifissione per la chiesa di St. Matthew di Northampton e, più avanti, l'arazzo del Cristo in gloria nella HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/wiki/Cattedrale_di_Coventry" \o "Cattedrale di Coventry" cattedrale di Coventry. Fama e riconoscimenti gli vengono tributati già a partire dall'immediato dopoguerra con mostre ed eventi a livello internazionale.
L'impegno come artista di guerra l'aveva distolto momentaneamente dal primario interesse per la natura, in virtù del quale si autodefinisce erede spirituale di John Constable; prosegue la sua ricerca nel sud della Francia. Proposito di Sutherland è rivelare la verità che si cela nelle cose, la pittura è il suo strumento di delazione. È così che egli si dedica a raffigurare brani di natura in parafrasi, destrutturata, riassemblata, reinterpretata, privata della sua riconoscibilità comune e presentata come un infinito e bizzoso mutante, pervicacemente intenzionato a nascondere la propria identità autentica. Lavora su un'idea di paesaggio dove le forme vegetali e minerali vengono trasformate in icone totemiche - le Standing Forms degli anni Cinquanta - che emergono minacciose dal fondo in un'atmosfera densa di suggestioni HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/wiki/Psicoanalisi" \o "Psicoanalisi" psicoanalitiche. Dipinge senza gli infingimenti propri del naturalismo tradizionale, rassicurante anche nel rappresentare una tempesta, lasciando intendere di possedere il potere terribile di aprirci gli occhi, di farci conoscere le forme vere e le intenzioni spietate della natura, i suoi disegni oscuri e devastanti, il suo potere assoluto e ineffabile.
Il pittore avverte che le forme naturali che appaiono ai nostri occhi avidi di bellezza non sono che abbagli emotivi, ricostruzioni mentali imposte dal nostro bisogno di sicurezza; la realtà è destabilizzante, non prodiga di leggiadria, ma dura e meccanica, una romantica "terribilità" anti-sublime nella sua naturalistica spietatezza, minaccia reale e non soltanto turbamento letterario. Sutherland coglie questa capacità metamorfica e dipingendola affronta un'indagine sulla vita organica in cui è racchiuso il mistero dell'esistenza; analizzando le forme, ne riconosce il senso ambiguo, disturbante, crudele, ma ponendole in contrasto con l'intensità e a volte con la dolcezza cromatica, ne sa estrarre tutta la poesia e il dramma, con una stratificazione e una complessità formale che gli consentono di dar vita a un immaginario surreale a volte cupo a volte fantastico. Curiose creature nate da strane metamorfosi, dopo alcuni esempi già alla fine degli anni Quaranta, compongono il primo Bestiario realizzato nel 1968 a cui segue quello del 1979 dedicato all'opera di Apollinaire; risulta evidente la suggestione che l'artista subisce dalle figurazioni animali della scultura romanica, coi suoi esemplari prepotenti, terrestri e misteriosi, provenienti da una realtà fantastica ma non divina, simboli unitari di esperienza e invenzione.
Sutherland realizza così una personale cosmogonia delle metamorfosi delle forme, esempi della fantasia e della ricchezza della forza naturale, oscuramente aggrovigliata sul proprio mistero. Tra i regni vegetale, animale e minerale vengono meno le divisioni, tutto si connota del medesimo senso di arcaica e arcana indifferenziazione.
Quando, nel 1967-68, ritorna nel Galles col regista e suo grande collezionista Pier Paolo Ruggerini - che lì gira un lungometraggio sull'artista, proiettato all'inizio dell'esposizione - Sutherland riscopre quel paesaggio che tanta importanza ha avuto nella sua formazione, e si rende conto di quanto esso abbia ancora da offrirgli in termini di motivi e di vocabolario di forme e di colori.
Una frase di Ruskin si presta per sostanziare il suo lavoro: «Indagare la natura, studiarne le leggi di crescita, trarne visioni provenienti dal centro dell'ardente cuore», quindi evidenziare come l'esteriorità della natura venga ricreata per esprimere l'interiorità dell'uomo, con un approccio visivo che si fa visionario nel seguire il pullulare della fantasia e dell'anima.
L'artista è famoso anche per i suoi ritratti, dove evidenzia una pietas degna di Holbein: i volti sono indagati come se si trattasse di brani di natura, a testimoniare una continua ricerca della verità, soprattutto di una verità interiore: un movimento della testa o del corpo, un corrugamento della fronte o un'espressione del volto sono sufficienti a rivelare le pene, i turbamenti di un'intera esistenza, trattati come fermenti sottocutanei. Sono ritratti di amici, dei quali individua la sostanza psichica, il profilo intimo, ma ancor più di celebrità e potenti, come HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/wiki/William_Somerset_Maugham" \o "William Somerset Maugham" lo scrittore Somerset Maugham, lo statista HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/wiki/Winston_Churchill" \o "Winston Churchill" Winston Churchill e molti aristocratici, non per adulazione ma per cogliere nelle fattezze umane i segni organici dell'esercizio di una strenua volontà di successo e potenza, spesso con pennello inesorabile, al punto che la moglie di Churchill, turbata, distruggerà il ritratto.

SUTHERLAND. Il pittore che smascherò la natura
Mostra e Catalogo a cura di Stefano Roffi, col patrocinio dell'Ambasciata Britannica in Italia.
In collaborazione con Montrasio Arte.
Catalogo Silvana Editoriale, con saggio generale di Martin Hammer e antologia di scritti di Roberto Tassi, testi di Daniele Astrologo Abadal e Ruggero Montrasio, Roger Berthoud, Isotta Langiu, Stefano Roffi, Graham Sutherland.
Fondazione Magnani Rocca, via Fondazione Magnani Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).
Dall'8 settembre al 9 dicembre 2012. Aperto anche tutti i festivi.
Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) -
sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Lunedì chiuso.
Ingresso: euro 9,00 valido anche per le raccolte permanenti - euro 5,00 per le scuole.
Informazioni e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327 / 848148 Fax 0521 848337 info@magnanirocca.it www.magnanirocca.it Ristorante nella corte del museo tel. 0521 848135
Il martedì ore 15.30 viene organizzata una visita alla mostra con guida specializzata; non occorre prenotare, basta presentarsi alla biglietteria. Costo ? 12,00 (ingresso e guida).
Ufficio Stampa: Studio ESSECI - Sergio Campagnolo tel. 049 663499 - www.studioesseci.net info@studioesseci.net

La mostra è realizzata grazie a: FONDAZIONE CARIPARMA, CARIPARMA CRÉDIT AGRICOLE.
Sponsor tecnici: Angeli Cornici, Aon Artscope Fine Art Insurance Brokers, Gazzetta di Parma, Kreativehouse,
Hotel Palace Maria Luigia, SINA Fine Italian Hotels, TEP, Società per la Mobilità e il Trasporto Pubblico.

100 ANNI DALLA NASCITA DEL MAESTRO ALIGI SASSU - Villa Filippini, Besana in Brianza

Dopo la mostra Memorie su carta, inaugurata ad aprile presso il National Museum of Fine Arts a Valletta – Malta, dal 29 settembre con la mostra 100 ANNI DALLA NASCITA DEL MAESTRO ALIGI SASSU, Dipinti proseguono a Villa Filippini le iniziative per celebrare il 1° centenario dalla nascita del Maestro.
Come avvenne nel 2010 in occasione del decennale della morte di Sassu, prosegue l’intento dell’Associazione Amici dell’Arte di Aligi Sassu e dell’Archivio Aligi Sassu di onorare e diffondere l’opera del maestro.
Attraverso l’esposizione di circa 50 opere pittoriche, sarà ricostruito il percorso artistico dell’artista a partire dagli anni ’30 fino agli anni ‘90.
La maggior parte delle opere esposte provengono dalla collezione privata del figlio Carlos Julio Sassu Suarez , che le gestisce attraverso l’Archivio Sassu, creato nel 1987, che cataloga e conserva le opere del maestro e, attraverso mostre e pubblicazioni, ne mantiene vivo il ricordo.
Protagonista della storia artistica italiana del XX secolo, Sassu ha cercato di realizzare nelle sue opere uno stile ed un linguaggio basati sull’idea di un rinnovamento dell’arte; da questa ricerca nasce il suo tipico linguaggio a doppio registro, tra realtà e mito, che troviamo realizzato nelle sue opere.
La sua pittura si caratterizza per un programmatico arcaismo attraversato da venature espressionistiche di ascendenza più francese che tedesca, contaminate dalla tradizione colorista della grande pittura da museo, tra barocco e romanticismo.
Il grande maestro del colore utilizza il motivo del cavallo, originato da memorie personali (i cavalli della Sardegna), celebrazione di un’esemplare forza naturale, emblema e specchio di prepotenti vitalità arcaiche.
Il viaggio alla scoperta di Sassu parte con le opere degli anni trenta, quando pubblica la serie degli “Uomini rossi”, personaggi che nelle loro varianti anticipano quell’aspirazione a una sorta di perduta età dell’oro, nella quale spunti letterari e storici convergono con leggende e miti radicati nelle tradizioni della civiltà mediterranea. Opere attente alla storia e alla cronaca del tempo, che portano il maestro a sviluppare quel piacere per il colore puro, squillante ed ammaliante presto diventato la chiave di lettura delle sue opere più mature.
Prosegue il viaggio negli anni quaranta e cinquanta con la guerra, la ricostruzione, le lotte sindacali e la pittura di Sassu è immersa nella storia sociale, icona efficace della lotta di classe. Le opere degli anni sessanta sono quelle del periodo spagnolo che evocano i luoghi, i colori ed i sapori di Mallorca.
Il percorso artistico ed espositivo si conclude negli anni novanta, con le opere più mature dell’artista, nelle quali ricorre sempre la percezione della dimensione mitica della vita e della storia. Artista multiforme ed esuberante, dunque, che si trasforma negli anni e con lui il modo di percepire la quotidianità, attraverso la storia, la spiritualità e l’esperienza

SCHEDA MOSTRA
Titolo: 100 ANNI DALLA NASCITA DEL MAESTRO ALIGI SASSU, Dipinti
Periodo: dal 29 settembre al 22 novembre 2012
Dove: Villa Filippini – via Viarana, Besana in Brianza (MB)
Ingresso : gratuito
Orari e giorni di apertura: sabato e domenica 10,00-12,00 e 15,00-18,00
Sabato 24 novembre 10,00-18,00 orario continuato
Giorni feriali su appuntamento
Contatti: Tel./fax 0362 996368 – cell. 339 4943137 www.amicialigisassu.it – email: info@amicialigisassu.it
Patrocini: Regione Lombardia, Provincia di Monza Brianza, Città di Besana in Brianza
Progetto: Carlos Julio Sassu Suarez, Archivio Aligi Sassu
Curatori: Francesco Gallo, Natalia Sassu Suarez Ferri
Organizzazione: Associazione Culturale onlus Amici dell’Arte di Aligi Sassu
Comunicazione: A&B, Besana Brianza

“Pablo Picasso. Capolavori dal Museo Nazionale Picasso di Parigi” a Milano

Mostra Pablo Picasso a Milano (Palazzo Reale) dal 20 settembre 2012 Eventi a Milano


“Pablo Picasso. Capolavori dal Museo Nazionale Picasso di Parigi”, promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Milano, Palazzo Reale e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, sarà inaugurata a Palazzo Reale il 20 settembre prossimo.



Mostra Pablo Picasso a Milano (Palazzo Reale) dal 20 settembre 2012 Eventi a Milano
Dal 20/09/2012 Al 06/01/2013



Il grande ritorno a Milano di Pablo Picasso
con oltre 200 capolavori tra dipinti, disegni, sculture e fotografie

Saranno oltre 200 opere, molte delle quali mai uscite dal Museo Picasso di Parigi, che affolleranno le sale di Palazzo Reale a Milano, in occasione della grande antologica dedicata all’ ineguagliabile artista spagnolo Pablo Picasso.

Curata da Anne Baldessari, riconosciuta a livello internazionale fra i più importanti studiosi di Pablo Picasso e curatrice del Musée National Picasso di Parigi, la mostra è pensata come un excursus cronologico sulla produzione dell’artista, mettendo a confronto le tecniche e i mezzi espressivi con cui si è cimentato nel corso della sua lunga carriera coprendo tutte le fasi fondamentali della creatività multisfaccettata di Pablo Picasso e i vari mezzi espressivi e mediatici tramite cui il suo genio visuale ebbe modo di esprimersi. Questo sensazionale insieme di opere offre la possibilità unica e straordinaria di confrontarsi con le maggiori fasi artistiche della Modernità, testimoniate da un unico – forse il più grande di tutti – genio: il periodo blu e quello rosa, il periodo della ricerca “africana” o proto-cubista, il Cubismo Sintetico e il Cubismo Classico, le pitture surrealiste, il periodo del coinvolgimento politico e i dipinti sul tema della guerra, l’interludio pop e le variazioni sul tema ispirate ai grandi maestri dell’arte rinascimentale e moderna, fino alle sue ultimissime produzioni prima delle morte, avvenuta nel 1972.

Innumerevoli i capolavori che popolano la mostra come “La Celestina” (1904), “Uomo con il mandolino” (1911), “Ritratto di Olga” (1918), “Due donne che corrono sulla spiaggia” (1922), ”Paul come Arlecchino” (1924), “Ritratto di Dora Maar” e “La supplicante” (1937).
Una combinazione di genialità e linguaggi artistici in continua evoluzione che arricchirà la città di ineguagliabile bellezza.

http://www.mostrapicasso.it/

A proposito di "PORTRAITS", personale di Domenico Di Genni a Lamu

Della mostra personale, dell'amico Domenico Di Genni, "PORTRAITS" a Lamu, in Kenya, vi avevo già dato notizia qualche tempo fa... (vedi: http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2012/08/portraits-personale-di-domenico-di.html ) ...ora qualche immagine:



Frasi rubate 6



“…La cultura rende un popolo facile da guidare, ma difficile da trascinare; facile da governare, ma impossibile a ridursi in schiavitù.!...”

"NAILS' EATER" mostra personale di Marco Marchisio a cura di Francesco Catalano

Marco Marchisio l'ho conosciuto in una delle scorse edizioni del Premio Patrizia Barlettani. Il suo fare arte mi colpì immediatamente. Ricordo una tela completamente nera dalla quale emergeva una figura umana carica di intensa fragilità, fierezza e drammatica consapevolezza dell'essere "ancora viva". Un'opera intensa, vibrante, pulita. Ora in mostra ad Agrigento... da vedere!

 
"NAILS' EATER" mostra personale di Marco Marchisio
a cura di Francesco Catalano
SPAZIO IL FUNDUK - accanto alla Chiesa Santa Maria dei greci - Agrigento
Francesco Siracusa (organizzatore)
venerdì 31/8/2012 alle ore 19:30

Per il ciclo di eventi "Approdi (al) FUNDUK" a cura di Beniamino Biondi, Francesco Catalano, Lia Rocco e Tano Siracusa, siamo felici di presentarvi "FAME" la personale di Marco Marchisio.
All'interno dell'evento espositivo si terrà una conversazione con Franco Carlisi e la proiezione di alcuni suoi video fotografici.

La serie "Nails' Eater" è nata dal racconto di un ragazzo sudanese e dei suoi compagni che, durante tre giorni di traversata del Mediterraneo, senza cibo e senza acqua, per la tremenda fame hanno mangiato le proprie le unghie.
Dal racconto di questo dramma mi sono ricordato delle opere di Annibale Carracci il Mangifagioli e di Vincent van Gogh I mangiatori di patate. Come i grandi della storia dell'arte, ho deciso di creare cinque tele che raffigurassero gli ultimi, i dimenticati, i Nails' Eater, ovvero i mangiatori di unghie, dove ogni personaggio mangia l'unghio di un dito diverso.
Nelle tele di grande formato invece troviamo un lume(nero) e una rana pescatrice che sono l'emblema di due forme di luce contrapposte. Il lume rappresenta l'Uomo Teoforo, portatore di Dio e di quella luce divina che si esprime simbolicamente con il nero, in quanto è Luce Inaccesibile.
La rana pescatrice è, invece, un allegoria che rappresenta i falsi messia o anche tutti coloro che mostrano una luce di salvezza che in realtà serve solo per il proprio fine: divorare tutti quelli che ne sono attratti. In senso più ampio, nella nostra società, tutti coloro che si impegnano per migliorare la vita degli altri sono per similitudine dei "lumi" viceversa i truffatori, i corrotti e i falsi sono associati delle "rane pescatrici".
Diogene Laerzio racconta che Diogene il Cinico si aggirava in pieno giorno con una lanterna accesa, dicendo di essere alla ricerca di colui che fosse un uomo. Similmente la lanterna della tela è uno spunto di riflessione per ricercare "l'uomo" che è in noi.

BIOGRAFIA
Marco Marchisio nasce a Siracusa nel 1981. Frequenta l'Istituto d'Arte e l'Accademia di belle Arti sempre nella città natale. Alla sua formazione contribuisco i docenti e artisti: Alfredo Romano, Davide Bramante, Claudio Cavallaro, Giuseppe Bombaci e Sebastiano Mortellaro.
Dal 1996 inizia la pratica delle arti marziali cinesi, specializzandosi nel Wing Tsun e nel Chen Taijiquan che influenzeranno profondamente il suo lavoro.
Nel 2001 diventa allievo dell'iconografo Kostas Konstantatos.
Nel 2003 viaggia per la Grecia e per il Monte Athos visitando molti monasteri dove approfondisce la spiritualità greco-ortodossa e l'antica arte delle Icone Bizantine che contribuiranno alla formazione culturale dell'artista.

Marco Marchisio vive e lavora a Siracusa.


Info - +39 349 06 42 732 - labmura@libero.it

IXTHUS personale di Gianna Moise a cura di Igor Zanti

L'arte di Gianna Moise, oltre ad avere un grande impatto visivo è un'arte colta e raffinata. Difficilmente si rimane indifferenti di fronte ad una sua opera. Ora, sotto l'attenta guida di Igor Zanti, in mostra a Milano...



IXTHUS
personale di Gianna Moise a cura di Igor Zanti


Inaugurazione giovedì 6 settembre, ore 19.00, presso Galleria Silbernagl & Undergallery, via Borgospesso 4, 20121 Milano

martedì 28 agosto 2012

Frasi rubate 5

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“… L’arte ti dice delle cose che non sai di dover sapere finché non le sai!…”

CLAUDIA MAINA: CORPI DOCILI a cura di Carolina Lio

--> Claudia Maina non la conosco personalmente ma il suo lavoro mi intriga. Lo trovo poetico ed intelligente. Ora in mostra a Pietrasanta sotto la cura vigile di Carolina Lio... da vedere!


 CLAUDIA MAINA:
CORPI DOCILI

a cura di Carolina Lio
dal 15 al 30 Settembre 2012
opening: Sabato 15 Settembre, ore 19.00

COMUNICATO STAMPA

Sabato 15 Settembre alle ore 19.00, Gestalt Gallery inaugura la mostra personale dell'artista Claudia Maina, tra gli artisti vincitori della prima edizione del Premio ORA. Il progetto presenterà una serie di lavori realizzati negli ultimi mesi dall'artista in un progetto preparato appositamente per la galleria e per i suoi spazi. In mostra saranno presentate sculture e installazioni oltre che alcuni disegni.

Il titolo della mostra, “Corpi docili”, descrive la sensazione dell'artista rispetto alla condizione dell'uomo contemporaneo, docile in quanto manipolato e messo sotto controllo dal sistema sociale, dalle logiche di mercato e di produttività. Intrappolato nella rete di regole costruite attorno a lui come una gabbia, il corpo invisibile delle nostre attività intellettuali ed emotive, viene come imbottigliato e messo sotto vetro, costruendo una struttura che si regge sull'accumulo di isolamenti. Come scrive il curatore della mostra, Carolina Lio: “Cosa c'è di più fragile di un castello di carte? Un castello di bicchieri, palazzi di vetro che si arrampicano attraverso moduli in bilico, costruendo architetture improbabili e deboli abitate da omini-cimice in legno, chiusi ciascuno all'interno del proprio bicchiere?”.

Claudia Maina con le sue installazioni crea un modellino architettonico degli schemi di non-comunicazione e di rigidità comportamentale dell'era contemporanea. Infatti, la campana di vetro attorno a ognuno dei suoi minuscoli e simbolici personaggi è una metafora più che esplicita della difficoltà di rapporti dei nostri tempi e dell'atmosfera di innaturalezza nei meccanismi sociali, perfino quelli apparentemente più intimi. Pur appartenendo allo stesso macro-organismo, alla stessa società, pur essendo legati gli uni agli altri da una forza che o sorregge tutti o collassa l'intera struttura, ognuno vive isolato e solo, imprigionato da una gabbia trasparente, ma così densa da risultare palpabile.

NOTE BIOGRAFICHE

Claudia Maina è nata nel 1976 ad Arona (Novara). Vive e lavora a Milano. Ha tenuto mostre personali presso la Chiesa di San Bernardo a Pisa (2009), l'Associazione Culturale NAC di Novara (2006) e presso A+M Bookstore di Milano (2005). Nel 2010 è stata invitata a partecipare al BAC Barcelona Art Contemporary Festival. Tra gli altri principali progetti espositivi a cui ha recentemente partecipato ricordiamo: (2011) The scientist, Sala Estense, Ferrara; (2011) Imbalance & Insecurity, Spazio Amy_D, Milano; (2008) Dal corpo alla città, Biblioteca Civica, Verona; (2007) Memoria Esterna, a cura di Chiara Agnello, Care/of, Milano. Ha inoltre esposto presso: Ex-Manifattura Tabacchi di Lucca, Galleria San Fedele di Milano, Galleria Obraz di Milano, Museo Civico Polironiano di San Benedetto Po (MN),  Palazzo Bellini di Oleggio (NO),  Spazio comunale La Limonaia a Pisa e Studio Tufano 25 di Milano.

CLAUDIA MAINA
CORPI DOCILI

a cura di Carolina Lio
dal 15 al 30 Settembre 2012
opening: Sabato 15 Settembre, ore 19.00
testi del curatore

GESTALT GALLERY
Via Stagio Stagi 28, Pietrasanta
Ufficio: 0584.790.900
Fax: 0584.178.1494
Email: info@gestaltgallery.it

Ingresso libero.