RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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martedì 30 novembre 2010

JUST AN ILLUSION. Lu.C.C.A goes to Miami, Francesco Attolini goes to Miami.

Senti.. senti cosa succede in quel di Miami... Il Lu.C.C.A. va in trasferta ad Art Basel. Ottimo! Portando con sè anche Francesco Attolini e Christian Balzano... ma allora. forse è vero che qualche volta vedo le cose prima degli altri?

Lucca: Lu.C.C.A va a Miami
È il salone più importante per l'arte contemporanea a cui si danno appuntamento ogni anno le più prestigiose gallerie, i direttori di musei e artisti di tutto il mondo. E quest'anno, in occasione di Art Basel Miami 2010, nella città californiana ci sarà anche il Lu.C.C.A. - Lucca Center of Contemporary Art con un progetto che vede coinvolti 8 videoartisti –

Alice in the city,
Francesco Attolini,
Ciboideale, 
Coniglioviola,
Fratelli De Serio,
Luca Gaddini,
Marco Salvetti
Virgilio Villoresi

– riuniti attorno al tema “Realtà, alterità e sogno virtuale”.


Sono videoartisti noti nel panorama nazionale e internazionale che, partendo dai concetti di realtà, verità e sogno, indagano la realtà cercando di insinuare dubbi sulla veridicità di ciò che la vista registra. “Ognuno di loro – scrive Maurizio Vanni, direttore del Lu.C.C.A. e curatore della rassegna – ha provato a definire alcune dimensioni attraverso le quali è possibile percepire la realtà in modo alternativo, non convenzionale e, soprattutto, molto personale. Questa rassegna dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto il concetto di realtà sia soggettivo e quanto colui che ascolta e vive le proprie consapevoli illusioni sia in grado di vedere oltre e di costruirsi, esattamente come l’uomo di 35.000 anni fa, i mezzi per percepire una realtà diaframmata e perciò virtuale”.



La rassegna di videoarte rientra nel più generale progetto “Exhibitalia. Just an illusion. Artisti italiani a Miami”, curato da Maurizio Vanni e prodotto da Ilaria Niccolini Production e Cabrini Associati, che dall'1 al 6 dicembre 2010 porterà nell'Art District 45 artisti italiani per creare uno spazio culturale sui generis dove saranno rappresentate e messe a confronto quasi tutte le discipline artistiche contemporanee: pittura, fotografia, videoarte e istallazioni. Una delle istallazioni, che coinvolge l’artista Sandro Cabrini, sarà curata da Alessandro Romanini, critico lucchese e direttore del CAV – Centro Arti Visive Pietrasanta. L'evento è patrocinato dall'Istituto Italiano di Cultura di Washington DC e dall'Italia-America Camera di Commercio del Sudest e sostenuto da importanti sponsors quali Ducati, Fiat e Sea - Aeroporti di Milano. “Il progetto – sottolinea Vanni – parte dal presupposto dell’importanza di aprirsi e di confrontarsi con il mondo. Un’apertura che vorrebbe diventare un appuntamento annuale, sempre differente, legato alle arti della nostra contemporaneità, al rapporto impresa e cultura, all’interdisciplinarietà, allo show-business culturale e a proposte a tema di alta qualità”.

Tra gli eventi collaterali di “Exhibitalia”, è prevista la performance di Christian Balzano, artista toscano già ospitato con una personale al Lu.C.C.A. lo scorso anno, che grifferà una Fiat Cinquecento.

A Milano, "Identità Nascoste" personale di Marta Manfredini

Mi piace molto il lavoro dell'artista Marta Manfredini. Lo trovo assolutamnte intelligente, colto e raffinato. Questa mostra è la giusta occasione per poterlo apprezzare dal vero. 



Marta Manfredini | Identità nascoste

2 - 30 dicembre 2010
Inaugurazione:
Giovedì 2 dicembre 2010, dalle ore 18:30 alle ore 21:00
@
Paolo Cappelletti | Gallery
Via Luciano Manara 15 (4° piano), Milano
Orario d’apertura: su appuntamento
Info:
T +39 02 91 53 30 08
M +39 335 41 27 47 

Paolo Cappelletti è lieto di presentare la mostra "Identità nascoste" di Marta Manfredini. Attraverso il suo lavoro l’artista torinese investiga da anni la relazione tra il corpo umano e una delle sue rappresentazioni più antiche e ambigue: la bambola. In una visone à la Donald Winnicott, noto per la sua esperienza teoretica e clinica con bambini e adolescenti, la bambola rientra necessariamente in quel regno degli oggetti transizionali così importanti per il bambino, all’interno della nascente relazione con la madre e nel delicato e fondamentale processo di creazione del sé. L’oggetto transizionale, tuttavia, può trasformarsi nel tempo in oggetto feticistico, ambiguo e quasi pericoloso; un oggetto che può informare negativamente la vita sessuale adulta.

La bambola è un simulacro fondamentale, una rappresentazione del sé umano che vive in quest’ambiguità fondante. Essa è, ontologicamente, un’ossessione che, per usare le parole del poeta Gerard Manley Hopkins, è come “una soffice polvere/Filtrata in una clessidra – alla parete/Ferma, ma minata da un moto, da una spinta”. L’installazione e le opere di Manfredini qui presentate ci riportano in quella dimensione cangiante tra vita e morte, tra movimento e stasi. Una dimensione che solo il ricordo del momento dell’infanzia può far rivivere; e Manfredini, a tal proposito, così riporta il processo esistenziale che ha generato questo ciclo di lavori: “Questo lavoro nasce dal ricordo di un episodio della mia infanzia, quando mi portarono in ospedale e io arrivai tenendo in braccio una bambola per farmi coraggio. E alla domanda di un medico sul perché avessi scelto proprio quella bambola, risposi senza esitazione: ‘perché questa è quella che mi assomiglia di più!’.

Fin da bambina ho avuto un rapporto ambiguo con quel corpo inanimato, in tutto simile a me, fatto per specchiarmi più che apprendere la difficile arte della relazione con l’altro. La coccolavo e, al medesimo tempo, la invidiavo; la sua bellezza e seduzione mi inducevano ansie e voglie devastatrici: diventava necessario impadronirsene, sottometterne il mistero imponendole norme e leggi. Ma, dietro la copertura apparente dell’iniziazione alla maternità, trapelavano rituali erotici: vestire per svestire, abbellire per degradare. Su quel corpo, i gesti e le opere consumavano curiosità e vendetta, il gioco diventava esercizio di dominio. Credo che la relazione, trasgressiva rispetto alle attese educative, rimandi ad un corpo visto ‘da fuori’, come se corpo e pensiero si fossero separati, collocandosi su lati opposti. E analogo è quello che avviene solitamente nel rapporto sessuale, tanto da far nascere il dubbio che sia la donna stessa a muoversi dentro il rituale maschile dell’appropriazione, ad assecondarlo, forse a prepararlo. Il corpo che si consegna all’uomo è già stato guardato e porta dei segni di manipolazione, seppure immaginaria. Il desiderio, la curiosità, la voglia di dominio del maschio, sono già stati preceduti da sentimenti analoghi da parte di me bambina, per quel corpo a me simile e quindi per il mio stesso corpo.

La bambola è l’oggetto d’amore che si consegna, muto e seducente, al desiderio sessuale. Che la bambola abbia poco a che fare con la maternità lo dimostra in modo evidente un breve racconto di Edmondo De Amicis, Il re delle bambole: nella bottega di colui che le fabbrica o le ripara, le bambole sono ‘bambine inanimate’ ma con ‘belle gambe di donna’, che gli sguardi delle ragazzine ‘rubano con gli occhi’ e poi con le mani, travolte da ‘un’orgia di desideri’. ‘Tutte con quel viso fatto a pesca, con quella bocca a botton di rosa, con quegli occhi grandi e freddi di donnine senza cuore e cocottes senza pensieri’. Fin qui la bambola sembra rimandare unicamente al corpo femminile come oggetto erotico, ma ci sarà un passaggio imprevisto che farà comparire altri aspetti: infatti nel momento in cui la bambola si animerà, si farà ‘attiva’, avverrà una specie di trasmutazione e allora chissà quali sorprese nasconderà quella ‘donnina senza cuore’… E’ incredibile quanto rumore ci fosse nel silenzio della mia infanzia… Come la memoria si stratifica nei miei pensieri, la tela diviene filtro per i miei ricordi. Una pittura morbidissima, liquefatta, che si adagia dolcemente sulla tela: solo le tracce di questi ricordi affiorano in superficie. La mia operazione è una sottrazione di peso. La leggerezza emerge sulla superficie sensibile. Restare in silenzio e ascoltare, perché forse ora quei volti, prima solo sguardi e impercettibili mutamenti d’espressione, cominciano a sussurrare, a svelare, a narrare la propria verità. La pittura e la tela, quindi, come mezzo per entrare dove è difficile andare, per penetrare nella pelle dell’anima.”

Marta Manfredini, nata a Torino nel 1977, vive e lavora a Milano. Dopo gli studi in architettura, si trasferisce per alcuni anni a Londra e, successivamente, inizia a esporre il suo lavoro in gallerie private e istituzioni pubbliche italiane. Attualmente si sta specializzando in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Milano.

lunedì 29 novembre 2010

Marco Minotti all'asta di Sotheby's...


Il 16 dicembre, da Sotheby's, andrà all'asta un dipinto di Marco Minotti (insieme alle opere degli altri artisti che hanno aderito al progetto MilanoAColori - Associazione Casa Letizia Moratti). Da difendere!!!


vedi anche: http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.com/2010/04/eco-design-e-live-painting-milano.html

A Livorno: "LIKE A BOWL FULL OF JELLY" mostra collettiva a cura di Ivan Quaroni

Bella l'idea, ottima la selezione degli artisti, sinonimo di garanzia la curatela...


LIKE A BOWL FULL OF JELLY
Come una ciotola piena di gelatina.

a cura di Ivan Quaroni


Dal 10 Dicembre 2010 al 20 Gennaio 2011
Centro Michon
Via Michon n*36/*38, Livorno
info: federica.massimo@hotmail.it
tel. +39 3386786513

La mostra in co-produzione tra Tacoma Arte e Centro Michon, presenta piccole tele, disegni, acquarelli, micro-sculture, serigrafie e foto di alcuni dei più interessanti giovani artisti italiani che si sono distinti recentemente per l’originalità delle proprie ricerche artistiche.
In mostra opere a prezzi interessanti. Un’occasione da non perdere per conoscere e capire le tendenze della giovane arte italiana.

Tra gli artisti presenti Vanni Cuoghi, Giuseppe Veneziano, Michael Rotondi, Giuliano Sale, Silvia Argiolas, Marco Demis, Elena Rapa, Daniela Cavallo, Diego Cinquegrana, Cristina Pancini, Eloisa Gobbo, Fulvia Mendini, El Gato Chimney, Samuel Sanfilippo, Luca Beolchi.


Arte low-budget alla portata di tutti.
Ognuno di noi può collezionare arte .
L'opera d'arte non è solo quella che costa cifre astronomiche.
L'opera d'arte è di piccole, medie e grandi dimensioni.
L'opera d'arte è Opera d' Arte anche se costa tra le 100 e le 500 €.
Disegni, serigrafie, incisioni, pitture di medio e piccolo formato.


www.tacomaarte.com
info@tacomaarte.com

Giuseppe Chiari - "SUONARE IL MONDO" a cura di Luigi Meneghelli

Quando c'è la firma di Luigi Meneghelli il risultato è garantito! A Verona fino a fine gennaio.

“Cos'è il lavoro? Non è pittura, doveva essere musica all'inizio e lo è ancora, in parte è letteratura, in parte filosofia. Forse sono solo battute satiriche perchè io non credo di essere un poeta. Ma questo gioco di definizioni non mi dispiace, non mi dispiace questo ballo di aggettivi”. Sono solo alcune parole che Giuseppe Chiari (Firenze 1926-2007) pronunciò in una delle famose “Conferenze” che era abituato e tenere indifferentemente in gallerie, teatri, locali, ma che possono far intuire l'estrema versatilità che ha attraversato come una scossa tutta la sua attività. Il suo è stato un percorso dialettico, dove teorie, composizioni, esecuzioni si sono intrecciate, trasgredendo ogni discorso disciplinare. Tanto che se mai ci fosse un termine capace di definire le sue azioni, quello potrebbe essere “improvvisazione”: un modo di fare privo di sostegni programmatici, di regole di preparazione. Egli invitava lo spettatore a “strimpellare”, sottolineando che non ha importanza ciò che suona, ma solo che suoni. “La musica è suonare”. “La musica è vita”, diceva.
E la quindicina di strumenti musicali (tra cui chitarre, violini, trombe) che espone la galleria “Incorniciarte” vogliono proprio rappresentare una chiara interrogazione di quella che è l'identità della musica e il suo potenziale comunicativo. E' vero che la loro superba eleganza pare subire una sorta di sfigurazione o di oltraggio, in quanto essi sono “imbavagliati” da nastri adesivi, come dire che non possono più essere suonati: che sono oggetti destituiti di senso, puri scarti. In realtà il fatto di essere sigillati come sepolcri di memorie indistruttibili, mantiene questi strumenti pienamente attivi come splendidi simboli di una musica ancora vivibile, oggetti muti che possono tornare a parlare attraverso l'istintiva poesia di segni e di colori. Chiari in qualche modo provoca l'oggetto-strumento come un pittore provoca la tela e lo fa accostando ad esso partiture, macchie colorate, minuscoli pezzi di carta, pagine di giornale (con immagini di jazzisti come Dizzy Gillespie, Charlie Parker, Louis Amstrong o figure mitiche come Andy Warhol e Marylin Monroe). Così anche i fantasmi musicali si trasformano in fatti acustico-visivi, in una coniugazione di colori e suoni che sembrano derivare da quel flusso vitale che è l'esistenza.
E poi ancora partiture, foto, disegni su spartiti, istruzioni per l'esecuzione di gesti musicali, testi di una sola battuta (Tutte le opere sono opere, Art is easy, Tutti insieme): sono affermazioni che si ripetono nel tempo e che testimaniano la volontà di Chiari di superare l'idea di arte come linguaggio codificato e di mantenerla in uno stadio di perenne apertura e avventura. Niente da dichiarare, niente da dimostrare. Sulle tracce di “Fluxus” per il quale l'importante è “lasciare che le cose siano quelle che sono”, anche Chiari scrive: Dont take paintings off the wall thank you (Non togliere i dipinti dal muro grazie). Tutto deve rimanere dentro una dimensione ludica, essere uno sguardo di sorpresa, un gesto gratuito. E' come invitare lo spettatore a riappropiarsi delle sue azioni elementari, quasi infantili, a partecipare direttamente all'opera. L'arte è aperta a tutti, perchè l'arte è vita. (dal testo in catalogo di Luigi Meneghelli)

Galleria Incorniciarte
Via Brigata Regina 27/A 37139 San Massimo
Verona, Italy
da sabato 27 novembre alle ore 18.00 a sabato 29 gennaio 2011 alle ore 19.30

SteP09 2010? Un successo!


Spente le luci dei riflettori, sulla manifestazione milanese inventata dal duo Centola/Gattuso, mi sembra giusto trarre delle brevi considerazioni.
Grande successo di pubblico; location: perfetta; organizzazione: eccellente; qualità della proposta: mediamente alta; atmosfera: frizzante e come ciliegina sulla torta, per alcuni, anche ottimi affari.

Per quanto mi riguarda, posso ritenermi più che soddisfatto.
Il progetto musicale, "Popage" del duo Andy/ Mittino ha riscosso anche di più del successo sperato, così come il progetto Flu-on, sempre firmato Andy, realizzato in ambiete Fluorescente ha incontrato il gusto e la curiosità del pubblico...
Più che apprezzata anche, la presenza di Alice Attanasio nella sezione Next.Step.
Ed infine, clamoroso il successo di "LIFE", l'omaggio che il giovane Thomas Berra ha voluto dedicare all'artista anglosassone: Tracey Amin.

A questo punto, dopo avere rinnovato i complimenti all'organizzazione, si aspettano con ansia le anticipazione per l'edizione del 2011.

vedi anche:

domenica 28 novembre 2010

sabato 27 novembre 2010

In anteprima qualche immagine da SteP09 edizione 2010...

Franko B

Thomas Berra "Life" omaggio a Tracey Amin

Andy "Projet-Room"

Next.SteP: Attanasio, Mazzoni, Carriero ed altri...


"Settimo Grado" D-Tao

"PopAge" performance Video-Suono-Immagini (Andy & Fabio Mittino) 

vedi anche: http://www.step09.com/ 

mercoledì 24 novembre 2010

In Rai con Andy e Alessio Bertallot, di SKull ed altre storie...

Beh, che dire, un paio di giorni di latitanza... in giro su e giù per l'Italia a rincorrere il tempo che non basta mai!
Ma andiamo per gradi ed in ordine cronologico.

Andy e Alessio Bertallot

Spenti, sabato sera, i riflettori sul Premio Patrizia Barlettani e dopo una domenica di relax totale in Toscana, lunedì sera alle 22'30, a Milano, in diretta su Rai RadioDue ospite di Alessio Betallot nella sua trasmissione RaiTunes con Andy e Francesco Gattuso per presentare il progetto POPAGE (venerdì 26 a SteP09 vedi: http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.com/2010/10/galleria-san-lorenzo-step09-con-il.html ).
Grande performance di Andy che a "commentato", come di consueto succede durante questa  trasmissione,  la playlist del mitico DJ, attraverso il proprio gesto artistico.


Andy e Alessio Bertallot

Martedì mattina di corsa a Torino per imbastire importanti progetti futuri con l'artista argentina Karina Chechik (di cui a breve avrete notizie) e gli ultimi dettagli per SKULL, alla LaContemporanea.

Ore 18'30 inaugurazione di SKULL (vedi:http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.com/2010/11/skull-collettiva-cura-di-christiana.html )in compagnia di molti amici artisti e non...

Alice Olimpia Attanasio e Alessandro Trabucco

Con Thomas Berra e Anna Paola Ruffo

Paolo Ceribelli e Nicoletta Pecile

di nuovo Trabucco con Giuseppe Bombaci e la Attanasio

Alle 19'45 di nuovo in macchina... destinazione Milano per la personale di Angela Loveday a Palazzo Stelline ( http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.com/2010/11/milano-palazzo-stelline-simulacri-e.html ). Di questa sosta solo uno scatto... con mitica nonna di Angela (finita, purtroppo, la batteria della fotocamera...)!


ed infine alle 23'00 si riprende l'A1 per il rientro in Toscana... arrivo alle 02'00 spaccate... Non male come inizio settimana...







domenica 21 novembre 2010

Anche Alice Olimpia Attanasio a SteP09 nella sezione Next,Step


Per l’edizione 2010 di Step09 è stato ideato un nuovo progetto: Next.Step 

Next.Step è un format che guarda avanti, un corner dove proporre uno o due artisti che non abbiano più di 30 anni con opere di formato 30 x 30 cm in tecnica libera. 
  
Next.Step vuole essere una preview delle proposte artistiche sulle quali le Gallerie si sentono di puntare, una finestra aperta sul panorama artistico più contemporaneo del contemporaneo! 

In questo contesto verrà inserita anche l'opera di Alice Olimpia Attanasio che tra l'altro, può vantare fra gli ultimi "Step" della sua giovane carriera il fatto di essere stata selezionata fra i finalisti del Premio Italian Factory e del premio "Arte in Volo", organizzato da Porro & C.

Approfondimento e considerazioni sulle vincitrici del Premio Patrizia Barlettani


Ieri sera ho voluto dare solo la notizia relativa delle vincitrici della seconda edizione del Premio Patrizia Barlettani "Next_GENERATION 2010". Telegrafica. Concisa.

con Patrizia Emma Scialpi, Andreea Raluca e Manush Badaracco

Oggi, passata l'euforia, le emozioni e la giusta confusione legata all'evento, vorrei approfondire un po' di più la cosa. 
Prima però, vorrei di nuovo rinnovare i complimenti a tutti gli artisti, finalisti e non, che hanno partecipato a questa seconda edizione del Premio. Ringraziare tutti coloro che hanno contribuito allo svolgimento dello stesso, alla divulgazione e al sostegno.
Profonda gratitudine, ovviamente, deve essere rivolta ai giurati, in particolare all'artista Carlo Cane, all'amico e collezionista Riccardo Bianco e soprattutto al critico Ivan Quaroni. 


Come già detto nel post precedente, vince il Premio della giuria popolare la tanto vulcanica quanto fragile Manush Badaracco, con l'opera intitolata "Un singolare stile italiano" un dipinto ad olio 70 cm. per 100. 
Come ho scritto anche nel testo del catalogo che accompagna il premio, "...urla il suo dissenso silenzioso, nei confronti di un società che le va troppo stretta, rappresentando un giovane imbavagliato che piange lacrime di sangue, costretto ad un saluto militare a testimonianza di una obbedienza obbligata e non voluta. È forte e diretto, come un pugno nello stomaco...".


Il Premio della Critica, lo vince la raffinata Patrizia Emma Scialpi, con il lavoro intitolato "Indotti a fiorire", superando i suoi "concorrenti" diretti, che fino all'ultima riunione erano in lizza con lei per aggiudicarsi  l'ambito riconoscimento: Arianna Piazza, Antonio Fiorini, Siva, e Ilaria Del Monte.
Una tecnica mista e collage di 80x60 cm, risolta con equilibrio, leggerezza ed eleganza. Un dipinto che invita alla riflessione, grazie anche all'aiuto dettato dalla parola "indotto" che trova spazio nel titolo. Quasi un obbligo a crescere, a mutare, a cambiare. 



Infine, la vincitrice del Premio Next_GENERATION: Andreea Raluca. 
Colei che si aggiudica il diritto di poter produrre una personale nei locali della Galleria San Lorenzo nell'anno 2011.


Vince il Premio con l'opera "La leggerezza in due", un acrilico su acetato decisamente Pop. 
Una pennellata fresca, giovane ed incisiva. Un lavoro carico di contenuto e di quella giusta dose di "incantato romanticismo". Anche in questo caso, la scelta è stata difficoltosa. Dover scegliere un solo talento fra trenta, è stata per la giuria, davvero impresa ardua. 

A questo punto i riflettori sul Premio Patrizia Barlettani 2010 si stanno per spegnere. Non senza ricordare prima i nomi di tutti gli altri ventisette finalisti che hanno dato vita a questa importante collettiva che ha fatto bella mostra di sé in questo ultimo mese trascorso:
  • Alessandro Bulgarini
  • Marco Cassani
  • Lisa Chi
  • Mauro De Carli
  • Gianpiero De Gruttola
  • Ilaria Del Monte
  • Antonio Fiorini
  • Simone Fontana
  • Matteo Galvano
  • Donatella Giordano
  • Antonio Greco
  • Stefano Landolfo
  • Marco Marchisio
  • Lorenzo Mariani
  • Bruno Marrapodi
  • Andrea Martinucci
  • Leonardo Massi
  • Giacomo Muscolino
  • Riccardo Negri
  • Valentina Nuti
  • Arianna Piazza
  • Annalisa Riva
  • Alessandro Ruggiero
  • Aldo Sergio
  • Siva
  • Z'sofia Va'ri
  • Stefania Zocco
A Marzo 2011 la personale di Angelo CrazyOne, vincitore dell'edizione passata e ad ottobre prossimo, di nuovo le selezioni per la terza edizione.
Grazie a tutti

sabato 20 novembre 2010

Ecco i vincitori del Premio Patrizia Barlettani "Next_GENERATION" 2010

Patrizia Emma Scialpi, Andreea Raluca, Manush Badaracco

Premio della Giuria Popolare: Manush Badaracco
Premio della Critica: Patrizia Emma Scialpi
Premio Next_Generation 2010 :Andreea Raluca

venerdì 19 novembre 2010

A Padova, Stefano Bolcato - Nel nostro Piccolo

Sarà che da bambino il mio gioco preferito erano i "Lego", sarà che trovo divertente e fresca la proposta a modi "ready made" di Stefano Bolcato, ma mi nasce veramente spontanea l'idea di invitarvi a visitare questa mostra.



Gli omini gialli di Stefano Bolcato, protagonisti del loro mondo di plastica, vi aspettano allo SPAZIOTINDACI.

SPAZIOTINDACI presenta “Nel nostro piccolo”, mostra personale di Stefano Bolcato. L’esposizione si compone di circa una trentina di opere ad olio su tela che l’artista romano, da sempre affascinato dal mondo dei Lego, crea a partire dalla fotografia.
Stefano Bolcato si diverte a inventare situazioni, storie, momenti di vita quotidiana, e usando i modellini Lego costruisce letteralmente e meticolosamente la scena che intende rappresentare, diventandone per così dire il regista creativo. La storia, così creata con mattoncini, accessori e omini, viene fotografata ed ingrandita per poter rendere nella maniera più aderente possibile alla realtà colori, riflessi, luci, ombre, prospettive.
La scelta di dare vita a questo singolare e specifico mondo di plastica parte dalla precisa volontà dell’artista di farlo diventare ottica privilegiata di osservazione del mondo. Bolcato usa questo stratagemma per raccontare qualsiasi cosa, agli omini gialli tutto è permesso, non si fanno scrupoli a commettere efferati omicidi e non si vergognano di dichiarare apertamente quello che pensano.
Il colore e l’ironia dei soggetti stessi inducono lo spettatore ad abbassare la guardia, del resto da un pupazzetto di plastica colorata non ci si può aspettare niente di pericoloso né di terribile, ed ecco che invece gli omini vengono liberati dai rigidi ruoli a loro imposti dalla nota ditta di giocattoli danese e diventano protagonisti delle proprie identità, possono finalmente avere una loro vita autonoma rispetto al disegno sulla loro scatola! E naturalmente lo fanno in grande stile, hanno una vita da adulti, vista da un adulto, con tutti i confort, belle case ben arredate, motociclette, giardini curati. E da adulti hanno anche i loro scheletri nell’armadio che ogni tanto li spingono a gesti inconsulti (“Non erano rose”), o i loro momenti di relax (“Google earth”, “Festival”). L’artista attraverso la loro voce diventa uno spietato reporter della società contemporanea ed affronta in maniera lucida ed irriverente le tematiche sociali più scottanti, come la sicurezza sul lavoro (“Un posto sicuro”), il precariato (“Le faremo sapere”) o il riconoscimento del diritto di tutti a stare insieme e ad avere “Il giorno più bello”, nelle tre diverse versioni, uomo-donna, uomo-uomo e donna-donna.L’artista ci costringe così senza mezzi termini a metterci a nudo, svelandoci che gli omini gialli non sono poi solo giocattoli, ma un mezzo per raccontarci, senza farci troppo male, le nostre vite.
L’artista, oltre ad essere stato protagonista di diverse personali, ha partecipato a numerose ed importanti collettive tra le quali “CERES4ART TOUR” selezione dalla collezione Premio Ceres Beer , mostra itinerante varie sedi ( Roma, Palermo, Catania, Genova, Torino, Padova, Genova, Torino, ecc.) – a cura di Igor Zanti,Valentina Pesati nel 2010, “ART HAPPENS NOW” Go Click Limited e Galleria Smartarea, Bussolengo (VR) - a cura di Fabiola Naldi, Mario Gerosa nel 2009, “ Premio Arte Mondadori 2008” mostra finalisti Palazzo della Permanente, Milano – a cura di Arte Mondadori nel 2008.

da mercoledì 24 novembre alle ore 18.30 - lunedì 10 gennaio 2011 alle ore 19.30
SPAZIOTINDACI
via dante 17/19
Padova, Italy

giovedì 18 novembre 2010

1° edizione di "VENDUTO"

Molto interessante questa iniziativa dell'associazione no-profit VENDUTO. Il consiglio che vi posso però dare, è quello di collegarvi al link che vi suggerisco di seguito. Ah dimenticavo, c'è anche Andy...




VENDUTO - associazione no profit 
via rosso di san secondo 7 – 20134 milano - italia
P. IVA 07181780961



"ThisHumanity" Matteo Basilè alla Pack di Milano

Da sempre, pur non essendo un grosso conoscitore di fotografia, seguo il lavoro di questo raffinatissimo artista. Di lui ho visto diverse mostre, ne ricordo una a Lucca ad esempio, che mi fece definitivamente innamorare della sua opera. Questa mostra si inaugura il 23 novembre, purtroppo non ci potrò essere, in quanto nello stesso giorno inauguro "The Skull" a Torino e poi, subito dopo, partenza per la via di Milano, alle Stelline, per la personale di Angela Loveday (di ambedue queste mostre vedi post precedenti), ma non mi priverò del piacere di andarla a vedere nei giorni seguenti.


Galleria Pack è orgogliosa di presentare il nuovo progetto di Matteo Basilé dal titolo THISHUMANITY che si ispira a uno dei massimi capolavori del tardo gotico fiorentino, La Battaglia di San Romano di Paolo Uccello (1397-1475). Il celebre trittico fu commissionato all’artista fiorentino nel 1438 dalla famiglia Bartolini Salimbeni per commemorare la vittoria dei fiorentini sulle truppe senesi alleate a quelle milanesi del 1 aprile 1432.

Nei dipinti di Paolo Uccello tutto risulta essere immobile, pronto all’atto finale. È questo ‘fermo immagine’, suddiviso in tre scansioni temporali, che ha spinto Matteo Basilé a creare il frame successivo, lo scontro fisico tra popoli ed eserciti immaginari. Nella Battaglia di San Romano, Paolo Uccello sperimenta per la prima volta tecniche prospettiche rivoluzionarie per l’epoca che creano visioni multiple all’interno della stessa scena.
Le opere di THISHUMANITY sono costruite con le stesse regole prospettiche del pittore quattrocentesco, ma realizzate attraverso tecniche fotografiche digitali di post produzione.

Fedele alla sua cifra espressiva, Basilé ha realizzato nel sud est asiatico, dove da tempo vive e lavora, il set in cui ambientare questa grande opera. Un’epopea al femminile che raccoglie storie e identità di donne pronte alla lotta per l’indipendenza e la propria affermazione. Una sorta di ‘Ratto delle Sabine’ al contrario, dove le protagoniste, anziché essere rapite, combattono tra loro per svelare e salvare la propria identità. Una battaglia purificatrice nella quale donne di razze e storie differenti si affrontano fino all’ultimo sangue.


La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Damiani editore di Bologna che raccoglierà tutte le opere di THISHUMANITY, il back-stage del set balinese e alcuni testi sul progetto e l’opera dell’artista.

Il progetto Thishumanity, dopo la tappa milanese, sarà ospitato dal Sam, Singapore Art Museum


Matteo Basilé (Roma, 1974) è considerato uno dei principali esponenti dell’arte digitale europea. Da circa dieci anni fonde la cultura digitale con l’iconografia classica, re-inventando l’idea del ritratto. L’artista utilizza la fotografia digitale per sviluppare e ampliare il suo personale codice di pittura contemporanea, utilizzando la protesi linguistica del computer, che gli permette di ampliare ogni visione e dare profondità alla splendente superficie dell’immagine. Il mondo di Basilé è un universo iconografico risolto tra manierismo tecnologico e surrealismo pittorico. Nel suo caso i due movimenti storici dell’arte segnalano l’uso inedito di una citazione che tende alla sintesi e all’affermazione dell’arte come metalinguaggio.
I suoi personaggi, catturati dallo scatto digitale, divengono icone senza tempo, dove segni tracciati sulla pelle raccontano geografie di memorie intime. Il volto inteso come viaggio, la memoria come approdo in quello che Basilé definisce “archivio dell’anima”. La sua collezione di volti e corpi racconta, nel suo divenire, la storia di un’umanità a lui cara. Donne, bambini, uomini e vecchi vengono catapultati nell’immaginario senza tempo dell’artista con il compito di tramandare un verbo tridimensionale che unisce la pittura con il cinema, la scrittura con la materia, la fotografia con il suono e lo spazio scenico con il pubblico. L’artista campiona, manipola e sintetizza il DNA dei suoi personaggi per trasformarli in martiri e santi di un mondo parallelo al nostro. Bellezze inquietanti e bruttezze meravigliose si fondono nell’era del digitale. Realtà e finzione viaggiano parallele fino a sfiorarsi nella creazione di un nuovo immaginario collettivo.

Matteo Basilé esordisce a soli 23 anni, nel 1997, con la sua prima mostra personale presso la galleria Il Ponte Contemporanea di Roma. Ha esposto in molti tra i più significativi contesti italiani e internazionali. Nel 2002 è stato vincitore del Premio New York. Nel 2007 ha la prima personale in un’istituzione italiana, il MART di Rovereto e nel 2009 è tra gli artisti selezionati per il Padiglione Italia della 53° Edizione della Biennale di Venezia.

da martedì 23 novembre alle ore 18.00 - sabato 29 gennaio 2011 alle ore 0.00
Galleria Pack
Foro Buonaparte, 60
Milan, Italy

mercoledì 17 novembre 2010

Premio Lissone 2010


Con grande piacere sottolineo la presenza fra i finalisti del bravo Angelo CrazyOne. Altre presenze da sottolineare Giuliano Sale e Aura Zecchini

L'inaugurazione della mostra e la cerimonia di premiazione del vincitore dell'edizione 2010 avrà luogo giovedì 18 novembre, alle ore 18.00. 

Nell'ambito dei festeggiamenti del Decennale della sede museale lissonese sarà inoltre previsto, dalle ore 17.00 alle ore 23.00 della stessa sera, uno speciale annullo filatelico realizzato appositamente per la ricorrenza dei primi dieci anni di attività artistica del Museo.
L'attivazione dell'annullo postale del 10° Anniversario dell'istituzione museale lissonese sarà previsto anche domenica 21 novembre, dalle ore 15.00 alle ore 19.00, parallelamente ai laboratori didattici dedicati alle famiglie e ai bambini dai 4 agli 11 anni, incentrati sulla Collezione storica del Premio e sull'informale.
La mostra, promossa e organizzata dal Comune di Lissone (col patrocinio del Parlamento Europeo, del MIBAC - Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia, della Regione Lombardia, della Provincia di Monza e della Brianza, del Consolato Generale di Germania e di Ungheria di Milano, del Centre culturel français di Milano, dell'Istituto Cervantes di Milano, del British Coucil e dell'ANGAMC - Associazione nazionale gallerie d'arte moderna e contemporanea), prosegue la prestigiosa tradizione delle edizioni del Premio Lissone tenutesi negli anni Cinquanta e Sessanta, alle quali hanno partecipato alcuni degli artisti più importanti del panorama internazionale, quali Adami, Alechinsky, Appel, Birolli, Dorazio, Fautrier, Fontana, Hartung, Klein, Morlotti, Murtić, Perilli, Pollock, Rauschenberg, Rothko, Scanavino, Schifano, Schneider, Soulages, Tàpies, Tobey, Twombly, Vasarely, Vedova, Werner.
Il Premio si pone come obiettivo quello di promuovere e valorizzare l'arte contemporanea, creare momenti di confronto e di visibilità per i maestri del futuro, sviluppare relazioni e sinergie operative a livello internazionale, incrementare il patrimonio museale della Città di Lissone.

L'edizione 2010 si riveste di un ulteriore significato, dal momento che, proprio attraverso la collettiva, si darà il via ai festeggiamenti per il decennale di apertura del Museo d'arte contemporanea.
"L'edizione 2010 del Premio Lissone inaugura ufficialmente - afferma Daniela Ronchi, Assessore alla Cultura, Identità e Tradizioni locali del Comune di Lissone - le celebrazioni del primo decennio di vita del Museo d'arte contemporanea, un edificio che rappresenta un patrimonio per la città, ma che racconta, con le opere che conserva al suo interno, quanto importante sia stato l'apporto di Lissone alla storia dell'arte del Novecento. 

È inoltre un piacere notare come, nel breve arco di dieci anni, il nuovo Premio Lissone abbia guadagnato una credibilità tale da raccogliere consensi ben al di là dei patri confini, con la partecipazione di artisti che provengono da buona parte dell'Europa e del mondo intero. Proprio attraverso questi giovani maestri, continua la storia gloriosa del Premio Lissone che qualificherà il Museo come centro dinamico e aggiornato sugli sviluppi delle ricerche artistiche contemporanee".
Segno distintivo di questa edizione è il suo carattere fortemente internazionale oltre che il coinvolgimento delle gallerie d'arte contemporanea sulla scia delle edizioni storiche del concorso. Nel novero dei 45 selezionati si ritrovano artisti che provengono non solo dai 6 Paesi direttamente interessati (Francia, Gran Bretagna, Germania, Ungheria, Spagna e Italia), ma da ulteriori nazioni come il Cile, il Giappone, gli Stati Uniti, la Norvegia, l'Olanda e la Serbia.
La circolazione dei giovani autori in varie parti del mondo fa sì che anche il loro linguaggio assuma una connotazione che va oltre le singole culture per esprimere un sentire universale, dove le influenze delle terre originarie sono presenti, ma non così forti da condizionare la lettura delle opere o da ridurne in modo significativo l'espressività.

Fondamentale per il Premio è la peculiarietà delle tipologie artistiche espressive della sola pittura, in stretta continuità con il Premio storico, anche con l'intento di valutare quanto ancora sia possibile, per un giovane, comunicare con i mezzi espressivi della tradizione.
La selezione per il Premio Lissone 2010 è stata effettuata da una giuria tecnica composta da Daniele Astrologo, direttore del Museo Bodini di Gemonio, Gianni Bolongaro, collezionista e responsabile del Parco di arte ambientale La Marrana di Montemarcello (La Spezia), Mario Casanova, direttore del Centro Arte Contemporanea Ticino - CACT Bellinzona (Svizzera), Luigi Cavadini, direttore artistico del Museo d'arte contemporanea di Lissone, Lydie Di Meo, direttrice della Galleria Di Meo di Parigi, Manuela Magliano, collezionista, Alberto Fiz, direttore artistico del Museo d'arte di Catanzaro - MARCA.

I giurati si sono dovuti esprimere sulle opere di 294 giovani artisti (195 italiani, 99 stranieri), segnalati dalle gallerie di 6 Paesi europei (Spagna, Francia, Germania, Gran Bretagna, Ungheria, Italia), indicandone 45.
Luigi Cavadini, direttore artistico del Museo d'arte contemporanea di Lissone, ha sottolineato come "la qualità degli artisti ha positivamente meravigliato i membri della Giuria, la cui scelta è stata difficile proprio in virtù della bontà delle opere presentate. Particolarmente importante ritengo questa ripresa significativa dell'internazionalità del Premio e l'avviata collaborazione con istituzioni che operano a livello internazionale, per poter sviluppare e incrementare le relazioni del Museo".
Gli artisti selezionati sono Salvatore Alessi (Italia), Ikella Alonso (Spagna), Nicoz Balboa (Italia), Simona Barbera (Italia), Antonio Bardino(Italia), Marcella Fabiana Bonfanti (Cile), Klaas Bosch (Olanda), Gael Bourmaud (Francia), Sara Cancellieri (Italia), Gianluca Capozzi (Italia),Jacopo Casadei (Italia), Mimmo Centonze (Italia), Gordon Cheung (UK), Luca Conca (Italia), Roberta Coni (Italia), Angelo Crazyone (Italia),Valentina Crivelli (Italia), Pierpaolo Curti (Italia), Nebojśa Despotović (Serbia), Alessandro Di Pietro (Italia), Evol (Germania), Marisa Favretto (USA), Peter Feiler (Germania), Tine Furler (Germania), Monica Hansebakken (Norvegia), Andreas Hildebrandt (Germania), John Kleckner (USA), Laboratorio Saccardi (Italia), Lucia Lamberti (Italia), Stefan Lenke (Germania), Christof Mascher (Germania), Federico Mazza(Italia), Kaori Miyayama (Giappone), Maki Na Kamura (Giappone), David Navas (Spagna), Patrizia Novello (Italia), José Miguel Pereñíguez(Spagna), Ágnes Podmaniczky (Ungheria), Ana Quesada Cerezo (Spagna), Garcia Rubén Guerrero (Spagna), Peter Ruehle (Germania),Giuliano Sale (Italia), Nicola Samorì (Italia), Rob Sherwood (UK), Aura Zecchini (Italia).
La giuria tecnica, integrata da Ermes Meloni, responsabile artistico della Famiglia Artistica Lissonese, ha provveduto nei giorni scorsi alla scelta del vincitore del Premio Lissone 2010, la cui proclamazione avverrà in occasione dell'inaugurazione della mostra. L'opera premiata entrerà a far parte della collezione del Museo.



Accompagna la mostra un catalogo edito dal Museo d'arte contemporanea di Lissone.


Martedì, mercoledì e venerdì 15.00-19.00

giovedì 15.00-23.00 , sabato e domenica 10.00 - 12.00 /15.00 -19.00
Ingresso libero.



Museo d'arte contemporanea, viale Padania 6 -  tel. 039.2145174; 039.7397368; museo@comune.lissone.mb.it

Ufficio stampa: CLP Relazioni Pubbliche 

tel. 02.433403 - 02.36571438 - fax 02.4813841


Comunicato stampa e immagini su www.clponline.it