RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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venerdì 31 maggio 2013

IL SABATO A PALAZZO PIROLA DA NON PERDERE!



Frattura Scomposta
Contemporary Art Magazine
Presenta
ALIENS
LE FORME ALIENANTI DEL CONTEMPORANEO

Da un'idea di Sergio Curtacci
by Frattura Scomposta

info@palazzopirola.it
www.palazzopirola.it


SABATO 1° GIUGNO 2013

APPUNTAMENTI PERFORMATIVI:

ore18.30
Streamcolors - evento multimediale
La gente riconosce il luogo che abita e ne vede una nuova visione. Questa è la zampa tecnologica dell'astronave alien che tocca il suolo e lo decodifica.

ore 19.30
Paola Turroni - reading multimediale - Il mondo è vedovo
In questo mosaico di LUCE sta il messaggio che riconduce l’artista dal torpore del sonno individuale alla corale ricerca dei valori dell’ethos, all’estetica del vero. L’arte torna ad essere ammonimento morale, momento di LUCE che… AZIONA il pensiero.

ore 21.00
VIAGGIO NELLA MUSICA TRA I SECOLI
Corale Santa Cecilia - coro polifonico / Maestro - Luisella Grandi
repertori che spaziano dal medioevo agli autori contemporanei della musica sacra e profana nella ricerca di emozioni sempre nuove.






Sergio Curtacci, direttore di Frattura Scomposta Contemporary Art Magazine
è lieto di presentare la 4° tappa della mostra itinerante

Le sale di Palazzo Freganeschi-Pirola di Gorgonzola (MI) ospiteranno nella serata di sabato 1 giugno le performance artistiche multimediali di Streamcolors e Paola Turroni, inserite all'interno della mostra collettiva di arte contemporanea "Aliens - le forme alienanti del contemporaneo", progetto itinerante a cura di Sergio Curtacci, direttore del magazine d’arte contemporanea Frattura Scomposta, partito con la sua prima mostra allo Spazio Vega di Marghera (VE) nel 2007, in concomitanza con la 52° Biennale di Venezia.

Dopo le tappe di Como e Bologna, per questa quarta tappa a Palazzo Pirola, l’evento espositivo vede la partecipazione di quarantadue tra i più promettenti artisti della scena contemporanea, di cui quindici presenti ad almeno un’edizione della Biennale Arti Visive di Venezia, tre segnalati dal Corriere della Sera come migliori artisti del 2012, uno presente con opere in permanenza presso il museo Mart di Rovereto.

Il progetto per le successive tappe – la prossima si terrà a Luglio, a Lecce, presso la galleria d’arte contemporanea E-lite studiogallery e il cinquecentesco Palazzo Vernazza –, si arricchirà della presenza di nuovi artisti per offrire al pubblico uno spaccato sempre più esaustivo del panorama artistico contemporaneo italiano.



“L’ASTRATTISMO CLASSICO” Vinicio BERTI e Gualtiero NATIVI



“L’ASTRATTISMO CLASSICO”
 
Vinicio BERTI e Gualtiero NATIVI

Origini e attualità di un’importante stagione nell’arte del Novecento
Sabato 1 giugno 2013
dalle ore 18.00
Mostra e catalogo a curi di:
Dario Olivi e Giovanni Faccenda
1 giugno – 30 giugno 2013

Gallerie d'Arte Orler  
Mestre-Via Einaudi 16

BABEL - Mostra dei vincitori della I edizione del Premio Babel a cura di Roberta Vanali, Efisio Carbone e Carla Deplano



BABEL - Mostra dei vincitori della I edizione del Premio Babel a cura di Roberta Vanali, Efisio Carbone e Carla Deplano



Centro comunale d'arte e cultura il Ghetto - Cagliari

dal 7 al 30 giugno 2013




Venerdì 7 giugno alle ore 18.30 al Centro Comunale d’Arte e Cultura Il Ghetto si terrà l’inaugurazione della mostra dei vincitori e dei segnalati della I edizione Premio Babel.
VINCITORI
Vincenzo Pattusi (Pittura), Sergio Fronteddu e Carlo Salvatore III Laconi (ex equo Scultura), Veronica Muntoni (Fotografia), Valentina Sani (Grafica), Riccardo Muroni (Installazione), Matteo Campulla (Video).
SEGNALATI
Claudia Matta (Grafica), Simone Loi (Video), Rita Chessa (Fotografia), Alberto Picciau (Installazione), Roberto Pireddu (Fotografia), Mira Caseluis (Pittura)
Il progetto, ideato da Roberta Vanali e co-curato con Efisio Carbone e Carla Deplano con con il contributo della Fondazione Bartoli-Felter e dell’Agenzia Remax Pierini, premierà i vincitori con una mostra personale in sei diversi spazi espositivi a Cagliari (Galleria Meme, Spazio (in)visibile, Galleria La Bacheca, Spazio P, Galleria G28, Art: Found! Gallery) e un corso funzionale all’inserimento nel mercato dell’arte con la collaborazione di Rosanna Rossi.
Mentre le opere (vincitori e segnalati) in mostra al Ghetto fino al 30 giugno faranno il giro della Sardegna per essere ospitate a Oristano dalla Pinacoteca Comunale Carlo Contini; a Sassari dalla Galleria LEM; dalla Stazione dell’arte a Ulassai (Museo Maria Lai); ad Alghero dalla blublauer e a Nuoro dallo Spazio Tribu.
Per l’inaugurazione è previsto un buffet offerto dal Bliss Caffè e dalla Cantina Giuseppe Altea e dalle 19 alle 23 il dj set a cura di Bruno Uda. Il catalogo dell’evento in ebook è gentilmente offerto da Logus Mondi Interattivi e sarà presentato in data da stabilire.
La mostra è organizzata in collaborazione con il Consorzio Camù e il Patrocinio del Comune di Cagliari.


I classificato Video
MATTEO CAMPULLA (Iglesias, 1982) presenta la serie di video They Know it, proseguo della serie landscapes dello Scard che si concentra sul concetto di paesaggio e percezione, stati di allucinazione che hanno come sfondo la città di Cagliari dilaniata dagli insetti per riflettere sulla condizione di città morta.

I classificato Scultura (ex aequo)
SERGIO FRONTEDDU (Nuoro, 1982) utilizza materiali inconsueti come il sapone per restituire oggetti quotidiani e colla a caldo per gli abiti-scultura che diventano scrigni di memorie in antitesi alla frenesia del quotidiano. La sua è una contemplazione onirica che va a ritroso nel tempo attingendo all’antico per ritrovare il presente.
CARLO SALVATORE III LACONI (Cagliari, 1978) si occupa di opere scultoree site specific e land art servendosi di pietre e monoliti sardi ai quali incastona microchip. il progetto Connecting Landscape è un complesso work in progress che ha preso avvio nel 2005 e mira a registrare gli agenti atmosferici per poi essere riprodotti dai ricevitori sonori.

I classificato Fotografia
VERONICA MUNTONI (San Gavino, 1987) affronta il tema dell’identità attraverso il mezzo fotografico, rigorosamente in bianco e nero, riflettendo su chi cela la reale identità dietro false apparenze. Nascosti dalla fantasia è una serie di 10 foto di individui nascosti da maschere di recupero talvolta scelte altre imposte dal pregiudizio che diventa emarginazione.

I classificato Installazione
RICCARDO MURONI (Sassari, 1980) presenta uno dei 100 Frame che fanno parte di un’animazione interattiva, un’istallazione audio-video denominata Simulatore Volumetrico che attinge alla scultura Frame e alle onde sonore prodotte dallo spazio circostante per proiettare un’animazione dinamica che muta ad ogni interazione col pubblico.

I classificato Pittura
VINCENZO PATTUSI (Nuoro, 1978) ha come campo d’indagine il ritratto che utilizza in maniera introspettiva per evidenziare il lato oscuro dell’umanità, la decadenza e la follia. Il suo è uno sguardo allucinato e grottesco che, in questo frangente aggrappandosi al passato, vuole restituire i legami dell’essere umano, legami di sangue, legami affettivi o fisici che intrecciandosi restituisco la personale identità di ogni individuo.

I classificato Grafica
VALENTINA SANI (Sassari, 1980) descrive stati d’animo mediati da una visione infantile della realtà, il suo è un universo che vuole prescindere dal punto di vista adulto. E’ un tentativo di fuga dal presente per recuperare la dimensione infantile come rifugio ultimo da una realtà ostile.

Segnalata Pittura
MIRA CASELIUS (Helsinki, 1984) realizza una serie pittorica dal titolo Crystal Soul, architettura umana fragile e fredda come il ghiaccio, metafora della società contemporanea un tempo lussuosa ora ridotta in cocci la cui decandenza è incarnata dalla figura principesca e austera che si inoltra nel buio della notte.
Segnalati Fotografia
RITA CHESSA (Sassari, 1978) presenta Grand tour, serie fotografica scaturita dall’indagine del corpo come territorio che individua i suoi confini attraverso l’autoscatto immortalando un doppio paesaggio: quello femminile e quello geografico.
ROBERTO PIREDDU (Cagliari, 1984) con Fantasma, serie fotografica che contempla il ricordo come condizione imprenscindibile per l’esistenza, come motivo di connessione a luoghi, sensazioni e persone perdute. In un’ambientazione inquietante fatta di contrasti netti e inaspettate dissolvenze che riconducono alle macerie della memoria.
Segnalato Video
SIMONE LOI (Nuoro, 1982) esplora il lato oscuro attraverso vulnerabilità e fragilità umana. Mirror rappresenta il simulacro di una vita che si riduce in pezzi mentre Last Midnight, realizzato in collaborazione con Anna Secondini, focalizza la decadenza dell’umanità mediante ciò che rimane di un cinema abbandonato col sottofondo appena percepibile di Midnight, the star and you.
Segnalata Grafica
CLAUDIA MATTA (Cagliari, 1983) mette in scena Luminescenze, fotogrammi sospesi tra cielo e terra che indagano lo scorrere del tempo e la sua percezione al momento di un’alterazione inaspettata. Rappresentano reliquie che si ricollegano al passato per restituirne l’attimo perduto in maniera straniante.
Segnalato Installazione
ALBERTO PICCIAU (Cagliari, 1980) realizza un’installazione di tre vinili, con tracce composte dall’artista, su tre giradischi che girano contemporaneamente, con la quale lo spettatore potrà interagire a suo piacimento. L’obiettivo della plunderfonia è coniugare dissonanze e rumori con melodie e armonie minimali.

ABC “A” Asilo – “B” Bianco – “C” Cuore Creativo

 ABC “A” Asilo – “B” Bianco – “C” Cuore Creativo
Collettiva, performance e video d’Arte Contemporanea

Una delle novità dell’estate ostunese è proprio l’apertura di un nuovo contenitore per l’Arte Contemporanea ad opera della galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni.

Il nuovo spazio è situato nell’antico Oratorio della Confraternita del Purgatorio nel centro storico della Città Bianca dove la galleria Orizzonti organizzerà, per tutta la stagione estiva, un folto calendario di eventi, mostre e performance, lasciando lo spazio costantemente aperto e finalmente fruibile al turista in tutte le sue antiche bellezze.

Nel 1910 infatti l’Oratorio è stato donato in parte dal Comune di Ostuni alla Confraternita del Purgatorio ed è ospitato sul fianco sinistro dell’antico Monastero del Convento delle Monacelle, di costruzione 1750.
Lo spazio sin da quel momento è stato usato come luogo ricreativo per i bimbi e gli adolescenti delle famiglie più nobili di Ostuni e talvolta ha sostituito in pieno l’antica Chiesa del Purgatorio, quando fu necessaria la sua ristrutturazione.

E allora cosa può esserci di meglio per uno spazio che trasuda storia, cultura ed atmosfere mistiche se non che l’ospitare l'Arte Contemporanea?

Infatti tanti saranno gli eventi che si susseguiranno e che vedranno protagonisti artisti italiani e non che si sono già distinti nell’ambiente dell’arte contemporanea con premi ed inviti molto importanti fra cui anche quello presso la Biennale di Venezia.

Il primo appuntamento che aprirà la stagione della galleria Orizzonti nel suo nuovo Spazio Purgatorio, è fissato per il prossimo sabato 1 giugno ed è affidato ad una collettiva di artisti con cui la galleria già collabora da tempo.

Gli artisti invitati sono:

Alessandro Passaro
Giuseppe Cannistraro
Vania Elettra Tam
Gianmaria Giannetti
Jolanda Spagno
Fabrizio Fontana
The Catman
Salvatore Balice

Gli artisti, tutti presenti all’evento, esporranno una loro opera a tema mentre Gianmaria Giannetti, aiutato da alcuni “infiltrati” che si sono prestati al “gioco”, darà vita ad una performance dal titolo “Un metro quadro di barbe”. Un quadrato di un metro e mezzo all'interno di una chiesa antica darà modo a circa 12 uomini e donne con la barba di far parte di un monocromo con barba.

Il titolo della mostra è ABC – A come Asilo, B come Bianco, C come Cuore Creativo.

ABC dove A sta per un nuovo Inizio che poi invece inizio non è (BC); ma A sta anche per Asilo che questa volta però è un asilo che riprende a vivere come un “Asilo per i grandi”, che col gioco delle regressioni riscoprono e recuperano quella parte di loro stessi che spesso viene dimenticata e che i bimbi invece usano sempre in ogni loro contatto, il Cuore (C); quel grande Cuore che dovrebbe essere invece il “motore” pulsante di ogni nostra attività Creativa, un’attività pura ed ingenua come il Bianco (B) che le rappresenta e che si perde nei chiarori delle antiche mura ostunesi.


Orizzonti Arte Contemporanea
Piazzetta Cattedrale (centro storico)
72017 Ostuni (Br)
Tel. 0831/335373
Cell. 348.8032506
www.orizzontiarte.it
info@orizzontiarte.it
f: orizzontiartecontemporanea

Luogo Evento:
Spazio Purgatorio
c/o Convento delle Monacelle
Via Alfonso Giovine (centro storico)
72017 Ostuni
Inaugurazione: sabato 1 giugno, ore 19.00
Orari di apertura: tutti i giorni dalle 15,00 alle 22,00
Cell. 348.80.32.506

Dominguez espone a Spazio Tadini “Acquatica” dal 4 al 30 giugno 2013



La mostra Acquatica di Pilar Dominguez si articola in due momenti.
Il 4 giugno inaugura la mostra Acquatica con i lavori sull’acqua e sulla laguna su tela con tecnica mista e una serie di serigrafie e incisioni sui pesci.



Acquatica
di Melina Scalise
“L’acqua e tutto il mondo che vi gravita attorno sono elementi ricorrenti del lavoro artistico di Dominguez. A Spazio Tadini espose nel 2010 una serie di opere legate alla città partendo dai tombini. Anche in quel caso, il suo sguardo sul contesto urbano si spostò dagli edifici, alla strada, fino al sottosuolo dove scorre un’anima acquatica della città, una sorta di reticolo che collega, come un embrione, il centro urbano a madre terra.
Nella mostra Acquatica, l’acqua esce alla luce del sole, ma non perde la sua identità di luogo, di spazio abitato, di percorso. Infatti, Dominguez non sceglie di raffigurare il mare, ma la laguna, in particolare quella veneziana che è acquitrino, che è “brodo primordiale” e via di transito di persone e di pesci. La sua attenzione si concentra sulle briccole che servono a “guidare” i naviganti in acque abbastanza alte per evitare di arenarsi, ma che, all’occorrenza, possono essere anche luoghi di attracco.
Questo “viaggiare”, che sia in superficie, nel sottosuolo o nell’acqua è per Dominguez uno scorrere del tempo e delle cose, in cui però, il passato diventa sempre base per la costruzione del futuro e cerca, in questo,  sempre punti di riferimento dai quali ripartire che sia un tombino o una briccola. Singolare, nella sua ricerca artistica anche l’attenzione verso i mezzi di locomozione, in particolare i treni.
Per Dominguez anche le sue tele rappresentano degli “strumenti” di trasporto, luoghi portatori di tempo, spazi di stratificazione. Infatti, cambiano nel tempo, come testimoni del suo divenire tanto da perdere la loro riconoscibilità per tramutarsi in altro, per testimoniare un mondo nuovo perché è lì che Dominguez guarda: avanti, al futuro.
Uno sguardo alto che riesce a trasmettere anche ai suoi studenti che, con lei, si addentrano nelle tecniche pittoriche e con lei “camminano”, fianco a fianco, in un universo temporale che è sempre futuro e mai passato. Gli anni per lei non sembrano passare perché il suo linguaggio è sempre presente e il suo essere è sempre lì dove ci sono dei giovani pronti a “contaminarla” di futuro.
Per un’artista come Dominguez l’arte della stampa non poteva dunque passare inosservata. E’ lì, con il passare veloce del colore, con il passare e ripassare del torchio che segna il tempo, il suo tempo.
Su questa idea della stampa si sviluppa la seconda parte della mostra Acquatica, ovvero la Pescheria Serigrafica che trasformerà, nell’ultima settimana di giugno, Spazio Tadini in un luogo dove lei, con i suoi allievi, aiuteranno i visitatori a stamparsi dei pesci su magliette o altri tessuti. Una sorta di pescheria dove il pesce non si mangerà, ma si stamperà.
Il 23 giugno con la Pescheria Serigrafica si potrà dunque “comperare pesce”, ovvero farsi stampare o stamparsi da soli il pesce o i pesci che si desiderano su qualunque capo d’abbigliamento o accessorio dal copricostume alla borsa, dalla maglietta al vestito, dal lenzuolo al cuscino. Pilar Dominguez da anni insegna e gestisce una piccola stamperia d’arte, sarà un’occasione per conoscere le sue tecniche. La Pescheria Serigrafica sarà aperta anche domenica 30 giugno dalle 15.30 fino alle 19.

Tadini-Dominguez-02 
BREVE BIOGRAFIA
Nata in Cile, si laurea nella Pontificia Università Cattolica Scuola D’Arte Visive (Cile), con specializzazione in grafica.  Nel 74 si trasferisce in Italia, continuando la ricerca nel campo della grafica d’Arte presso le Università di Milano e Venezia. Dal 79 si lega in modo particolare alla Galleria delle Ore di Milano, dove partecipa con numerose mostre collettive e personali; di grande interesse risultano le serie della ” velocità” , dei “paesaggi interni”,degli  “stati d’animo” e dei tombini. Nel 1980 fonda la Stamperia d’Arte. Tornata in Cile tra il 1992 e 1996, anni in cui se dedica all’insegnamento nelle Università UPLA Valparaiso e Pontificia Università Cattolica, Santiago,dal 96 si stabilisce definitivamente a Milano proseguendo la sua attivata artistica e di docenza e riavviando la Stamperia d’Arte. La donna, il mare, i pesci, l’acqua, sono le tematiche dei suoi lavori che ha trovato un’altra espressione attraverso la modellazione della ceramica. Adesso e docente dei corsi di Teoria e Laboratorio del Colore  e del corso  Tecniche Illustrative Incisione presso l’Istituto Europeo di Desing, Milano, Collabora in corsi di formazione Artistica per le Scuole (Provincia di Milano). Collabora come consulente esperta del Colore in studi d’Architettura e Arredamento.
Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive di pittura,incisioni,installazioni e ceramica in Italia e all’estero. Le sue opere si trovano in diverse collezioni private in Italia e Francia,Germania,Spagna ,Turchia,USA, America Latina, Cile, Venezuela, Giappone, India.

il Mondo di Veronique a Spazio Tadini dal 4 al 20 giugno 2013






Veronique Dalschaert in mostra con il Mondo di Veronique a Spazio Tadini dal 4 al 20 giugno 2013 – Le opere sono parte del film Diario di un maniaco perbene.



In mostra a Spazio Tadini le opere di Veronique Dalschaert presenti nel film “Diario di un maniaco per bene” presto nelle sale cinematografiche per la regia di Michele Picchi, interprete principale Giorgio Pasotti. LEGGI Scheda Film

SCRIVE IL REGISTA MICHELE PICCHI:

«Diario di un maniaco perbene» è una commedia amara che ruota attorno ad un quarantenne in crisi, e proprio per questo ironico verso il mondo esterno e verso se stesso. E’ facile affezionarsi a Lupo, il protagonista di questo film, interpretato da Giorgio Pasotti, un personaggio divertente, sarcastico, maniacale, drammatico, a volte tenero, altre ridicolo. Un personaggio “da film” eppure così reale, un artista non romano che vive a Roma quasi da straniero, un artista in difficoltà che proprio per questo spesso fa sorridere ma che all’improvviso sa anche turbare ed emozionare.

Lupo apparentemente ha uno sguardo seducente e modi dolci e affabili che non lasciano trasparire nulla, o quasi, della sua crisi. Anche nei momenti più drammatici riesce a rassicurare il mondo. Il problema di Lupo è che lui in realtà non è così, anzi. All’inizio del film lo troviamo che sta per impiccarsi dopo essere stato lasciato da due donne consecutive: ma appena appende la corda a una trave del suo studio da pittore, viene interrotto dalla telefonata di un’amica che via skype gli chiede consigli d’amore. Nel finale, Lupo scioglie in filamenti di corda il cappio con cui intendeva impiccarsi, e crea l’opera artistica che dà avvio al suo rilancio creativo.










Tende i filamenti di corda da un margine all’altro di un telaio, e forma una specie di reticolo sul quale appare la figura di un cervo di carta. Le nevrosi si sciolgono in nuvole di creatività, come neve al sole. La disperazione si tramuta di colpo in leggerezza, come se il baratro e il soffio vitale fossero due modi opposti di osservare le stesse cose. Come per generazione spontanea, nascono nuovi quadri, nuovi animali: sono le tele a olio di Véronique Dalschaert con la loro esplosione di colori accesi e squillanti, con la loro combinazione surreale di animali e cose.

Un grande volatile che tiene un violino arancione per il becco… Una rana marrone e una libellula blu che si osservano… Un tavolo con sopra dei pesci di colori sgargianti che volano sotto a un lampadario fantastico che pende dal cielo… La testa di una grossa mucca che ci osserva… Una giraffa, una rana, un cinghialetto…









Queste opere raccontavano in modo così intenso la rinascita del pittore in crisi interpretato da Giorgio Pasotti, da averne preceduto l’ideazione, contribuendo a farlo esistere nella scrittura e poi durante le riprese. Grazie a questi animali concreti e fantastici sgorgati dal suo io, nel film Lupo trova una chiave di lettura dell’universo che lo circonda. Il surreale si rivela nella sua semplice necessità, divenendo osservatorio inedito che dà senso e bellezza alle cose. Qualcosa dentro di Lupo si apre, un nodo profondo prende a sciogliersi, trovando un insperato varco verso l’esterno.

Il vortice pauroso e indomabile dei suoi pensieri lascia spazio a un paesaggio pieno di vita e di familiarità. Il paesaggio sospeso e sublunare di Véronique Dalschaert. Una nuvola di caos incandescente e colorata se ne va dalla sua mente per trasferirsi sulle sue tele, qui fissandosi per l’ultima volta, con l’esclusività e l’impazienza d’un amore appena esploso.

E’ quasi come se questa improvvisa nuvola creatrice di pittore ispirato, fagocitasse non solo la sua, ma tutta la follia benefica del mondo – assorbendone ogni nebbia e ogni fumo – perché a Lupo il naif, il pesce fuor d’acqua, resti da vivere una realtà più chiara, razionale e leggibile. La storia di questo film è anche la storia di un pittore che lentamente esce dal suo letargo di consapevolezza di sé e si vede finalmente costretto a “ricordarsi” di essere un artista.

Per questo la scena clou della sua rinascita pittorica è il momento in cui dettagli delle sue tele appaiono davanti ai suoi occhi, ancora prima che lui le abbia dipinte. Prima di rimettere un solo colore sulla tela, Lupo sente dalla finestra del suo studio il rumore di un aereo e si volta a guardare il cielo, dove egli già vede un aereo dipinto sospeso in un cielo dipinto. Le tele, le pennellate di colore delle sue opere già lo circondano, quasi lo attendono, prima ancora di essere dipinte dal suo pennello…E l’espressione della mucca che lo fissa dalla tela sembra avere una coscienza propria, che Lupo non potrà più dimenticare.

Quei due occhi celesti del ritratto dell’animale, più familiari e umani di qualsiasi essere umano, lo salutano come un monito pacato, definitivo, alludendo alla consapevolezza di un magico segreto, che da questo istante i due condivideranno per sempre. E gli rivelano una nuova grammatica possibile, una nuova lingua con cui rivolgersi al mondo”.





Di Melina Scalise

La pittura di Veronique Dalschaert si avvicina alla corrente surrealista e richiama, per il particolare uso della luce, per l’attenzione al dettaglio e l’esclusivo uso dell’olio, la pittura fiamminga. L’effetto è la creazione di un mondo onirico, fiabesco dove gli animali popolano un universo improbabile, che non rispetta le leggi della fisica: dalle equazioni gravitazionali alle proporzioni fino alle collocazioni spazio temporali. Un mondo dove saltano le logiche cognitive, dove viene sovvertito il pensiero logico-matematico per invitare l’osservatore a percorrere una nuova dimensione attraverso giochi simbolici e colori.

Troviamo pesci fuor d’acqua e uccelli in un acquario, animali collocati in spazi domestici o oggetti casalinghi ad arredare prati e paesaggi. Dentro e fuori si confondono, l’ambiente dell’uomo, la casa, e l’ambiente naturale dell’animale sono tutt’uno. L’uomo è presente attraverso i suoi oggetti, strumenti di cui si serve nella sua quotidianità, un piatto, un ventilatore, una sedia, un tappeto, una candela. Oggetti che, abbandonati a se stessi, senza l’uomo, diventano proprietà degli animali, trasferiti in uno spazio nuovo in cui perdono il loro senso originario, lo scopo. È una visione decisamente non antropocentrica quella di Veronique, gli animali sono gli unici abitanti del suo mondo e si muovono liberi tra terra e cielo, tra dentro e fuori in scenari totalmente impossibili e carichi di simbolismi da scoprire.

Tra gli animali ricorrenti troviamo la renna, l’oca, i pesci, le libellule, gli uccelli, il serpente; tra gli oggetti, la sedia, il tavolo, il tappeto, il violino; tra gli elementi naturali i fiori, gli alberi, l’acqua, il prato, le montagne.

La libellula è l’animale più presente nei suoi quadri. È simbolo di trasformazione, di forza vitale che dall’acqua, attraverso un numeroso susseguirsi di metamorfosi, si eleva fino a diventare alato animale del cielo. Portatrici di una loro brillantezza, di una loro forza nonostante l’esile presenza, le libellule nei quadri sembrano accompagnare con il loro volo l’osservatore nell’esplorazione del mondo di Veronique e lo fanno con i loro occhi già abituati a cambiare velocemente punti di vista e prospettive tra terra e cielo, tra dentro e fuori. Il quadro della rana con la libellula diventa allora una sorta di dialogo sulla metamorfosi e sulla straordinaria capacità del mondo animale di esperire contesti diversi con molta più duttilità rispetto all’uomo. I piatti, i bicchieri e le tavole apparecchiate nelle tele di Veronique sono per l’animale che s’interroga con gli stessi occhi di un uomo forse a sottolineare che il pensiero complesso potrebbe non appartenere solo al genere umano o, che forse, la complessità sta solo nei punti di vista, compreso il modo di “guardare” degli animali. Singolare poi la presenza dell’oca o degli uccelli dal becco lungo, presi dall’habitat acquatico, essi catturano con il loro becco tanto un violino quanto un pesce. La loro azione si sostituisce alla parola e il suono, la musica, sembra riportare il dialogo relazionale a una dimensione possibile tra tutti gli esseri viventi in una sorta di linguaggio per un ambiente universale.

Il racconto di Veronique ha la simbologia della fiaba e, come una madre, l’artista intesse i fili delle storie rivolgendosi ai grandi con la delicatezza che è d’uso al bambino. Un rispetto verso la vita alla quale si avvicina con la piena consapevolezza della sua fragilità e, lungi dallo sconvolgere, Veronique invita, accompagna, suggerisce, sussurra. I suoi lavori su carta esplicitano questa sensibilità. Lì le sagome dei suoi animali sono tenute insieme da fili di spago all’interno di una trama che non ha nulla a che vedere con la consistenza del tessuto, ma tutto con la fragilità di cui sono fatti i sogni.

L’ARTISTA SU SE STESSA

Ho deciso di nascere in Belgio, nelle fiandre. Sotto un’immensa distesa di pini, un pò persa li in mezzo, c’era la casa bianca che si è presa cura di me fin dalle prime luci della mia vita. Me la ricordo ancora quella luce, filtrava da molto in alto, dal cielo, a fatica scivolava giù fra gli aghi di pino, per cadere poi diritta sul prato verde del mio giardino. Daini, scoiattoli, conigli e volpi erano tutti li, ma non si vedevano perché si nascondevano dietro gli alti fusti degli alberi. Ero piccola, ma i primi quattro anni passati lì sono rimasti indelebili dentro di me. Un braccio rotto scendendo le scale con una mela in mano, il suono del violoncello di mio padre quando studiava le suite di Bach, quello del violino di mia madre, una barca riempita di sabbia dove giocavo con mio fratelo. Le giornate scorrevano tranquille, dove la musica era bella e il silenzio pure. Poi, un viaggio lungo tre giorni in una due cavalli grigia, ed eccoci qui trasferiti per sempre in Italia. A fatica varcammo le Alpi, non avevo mai visto montagne cosi alte. Erano giorni di giugno e il sole abbagliava in un cielo immenso e blu. La mia nuova casa ora dominava il paesaggio. Dietro, lontane, le montagne, intorno le colline e davanti il lago. Li, imparai a nuotare. Mia madre ci portava, da maggio in poi, quasi ogni giorni dopo la scuola, il sabato e la domenica non andavamo, c’era troppa gente. Mi piaceva tuffarmi ed esplorare i fondali del lago,tra il torbido delle profondità lacustri insieme ai pesci e le alghe; tornavo cosi al silenzio ovattato del bosco fiammingo, con la stessa luce che filtrava dall’alto.

BREVE BIOGRAFIA

Nata in Belgio, si trasferisce in Italia e si diploma in scultura all’accademia di Brera con Alik Cavallieri. Dalla scultura passa presto alla pittura coltivando in parallelo il suo amore per la musica tanto da frequentare il Conservatorio e insegnare in privato, da anni pianoforte. Ha partecipato a collettive, tra cui Raccolte d’arte, Orto d’Artista, alla biblioteca Chiesa Rossa a Milano e tra le sue personali quella di Firenze presso lo studio Longo Bellesi.

Sebastiano Mauri THE GOD MACHINE™ a cura di Martina Cavallarin



scatolabianca cultural zoom
 
scatolabianca è lieta di invitarvi all'inaugurazione di

Sebastiano Mauri
THE GOD MACHINE™
a cura di Martina Cavallarin
 

1 giugno - 30 agosto 2013
inaugurazione venerdì 31 maggio ore 18.00
presso Ca' Bonvicini - Venezia

            
Makes God easy, THE GOD MACHINE™ è un distributore multi religioso di spiritualità.

Dopo aver selezionato uno degli otto credo offerti e inserito una moneta di qualsiasi valore o valuta, si potrà godere dell’altare di propria scelta, accompagnato da musica sacra.
Christianity, Islam, Pachamamism, Judaism, Sikhism, Buddhism, Yoruba, Hinduism. Una mappatura della geografa spirituale e mentale trasposta in atmosfera pop e trattata, in questa slot machine a temperatura incostante, come un genere di consumo, un gioco, una scommessa, una scelta da fare con poco sforzo e tempo ridotto, alcuni spiccioli e un gesto minimo.

Con spregiudicatezza misurata e gioco sardonico mai irriverenti, Sebastiano Mauri tratta la materia e l’argomento più fragili e pericolosi, un detonatore che è per defnizione “oppio dei popoli” e che il massaggio fisioterapico dell’Arte Contemporanea consente di portare al grado zero della percezione massima.
Una dimensione quella della THE GOD MACHINE™ in cui pensiero e singola apparizione, privato e pubblico, massificazione e potere si fanno girone a cromatismo illimitato dell’immaginario collettivo.

Martina Cavallarin

 

Da Ca' Bonvicini al MACRO di ROMA:
da settembre 2013 THE GOD MACHINE™ sarà esposta al MACRO | Museo d'Arte Contemporanea di Roma
 

 

Ca' Bonvicini
Santa Croce 2159,
30135 Venezia
MARTEDì – DOMENICA
10.00 – 18.00

Galleria Michela Rizzo
San Marco 2597, Venezia
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CROSSOVER - A DIALOG BETWEEN THE CHINESE SCHOOL OF HUBEI AND THE NEW ITALIAN ART SCENE




55esima ed. della Biennale di Venezia
CROSSOVER - A DIALOG BETWEEN THE CHINESE SCHOOL OF HUBEI

AND THE NEW ITALIAN ART SCENE.
Curated by Ji Shaofeng and Alessandro Riva 

Opening: 1 giugno 2013 – ore 18
Tesa 113 Arsenale Nord (ACTV fermata Bacini)– Venezia 2 giugno – 24 novembre 2013 - 10/18
mercoledì 29 maggio dalle 19 alle 24
preview and live art performance con dj set – Chiostri di San Salvador – San Marco 4826

Campo San Salvador Venezia – (Telecom Future Center) 

Venezia, porta d’Oriente, guarda con estrema attenzione ai paesi che stanno rinnovando il loro linguaggio artistico come la Cina. La mostra “CROSSOVER / A dialog between the Chinese School of Hubei and the New Italian Art Scene”, curata da Ji Shaofeng e Alessandro Riva, mette in luce il lavoro e le esperienze di un gruppo coerente e articolato di artisti cinesi -­‐ la cosiddetta “Scuola di Hubei” -­‐ ponendoli a confronto con analoghe esperienze provenienti dall’arte italiana contemporanea. Se gli artisti cinesi raccontano la realtà della nuova arte del loro paese, sospesa tra avanguardia e tradizione, tra recupero delle tecniche tradizionali e accenti fortemente contemporanei, analogamente anche gli artisti italiani di queste ultime generazioni hanno compiuto un percorso di recupero di tecniche tipiche della tradizione italiana (pittura e scultura, in primis, ma anche fotografia e video, trattati con un’impostazione fortemente classica e raffinata dal punto di vista esecutivo e formale), pur con accenti e modalità contemporanee, mescolandole con influenze novecentesche, con uno sguardo alle tematiche sociali e con un continuo rimescolamento delle forme e dei richiami estetici tipico della surmodernità. Parallela alla 55a edizione della Biennale d'Arte di Venezia 2013, dal 1° giugno al 24 novembre alla Tesa 113, Arsenale Nord, CROSSOVER non vuole essere dunque un semplice confronto a distanza, ma il primo tentativo di mettere insieme due esperienze lontane geograficamente, mescolandole e cercando di lasciare che gli artisti stessi si contaminino, si guardino e influenzino vicendevolmente. 

GLI ARTISTI IN MOSTRA : Matteo Basilè, Simone Bergantini, Aron Demetz, Desiderio, Fulvio Di Piazza, Teresa Emanuele, Enrico Lombardi, Angelo Marinelli, Elena Monzo, Davide Nido, Marco Petrus, I Santissimi, Paolo Schmidlin, Davide Sebastian, Dany Vescovi, Fu Zhongwang, Guo Zhengshan, Guo Zi, He Diqiu, Lang Xuebo, Li Bangyao, Liu Bo e Li Yu, Ma Lin, Wang Jing, Wei Guangqing, Xiao Feng, Yuan Xiaofang, Yang Guoxin, Zhan Rui, Zhang Zhan. 

www.venicecrossover.com 

Sara Forte espone “I dieci mondi” a Spazio Tadini dal 4 al 30 giugno 2013

Sara Forte espone “I dieci mondi” a Spazio Tadini dal 4 al 30 giugno 2013

I dieci mondi rappresentano dieci stati vitali secondo il buddismo in cui Sara Forte si riconosce. La sua attività artistica sviluppa queste tematiche promuovendo la consapevolezza di questi stati dell’essere. I dieci mondi non sono luoghi concreti e oggettivi, ma condizioni del tutto soggettive. Sara Forte, attraverso la sua pittura informale ne traccia dei profili, delle forme, delle sembianze. Linee, forme astratte e colori raggiungono un equilibrio compositivo che ricorda la pittura di maestri come Kandinskij. Ogni opera è un’emozione, uno stato emotivo dell’essere e la visione d’insieme del suo lavoro costituisce un viaggio emozionale così come la vita. Ogni tela è un ritratto interiore in cui ognuno potrebbe riconoscersi.

Esposizione a cura di Francesco Tadini e Melina Scalise.

Scrive del suo lavoro l’artista:

“Viviamo in un tempo disordinato, carico d’imprevedibilità e pregno di analfabetismo affettivo. Tutto corre sul filo spesso del consumo spasmodico di ogni cosa. Arti, sogni, emozioni, ricordi sono fagocitati quasi ancor prima di essere concepiti.
Perché tutto svanisce? Perché l’assenza di concetto favorisce il minimalismo, mancano punti di riferimento concreti e siamo sempre più in balia degli eventi.
Desidero un farmaco al consumo, un antidoto alla carenza di spiritualità.
E’ in questo contesto che irrompe l’artista, con la sua visione delirante del mondo, ambasciatore di cultura, poesia e amore, colui che racconta il proprio tempo con la padronanza di uno specifico linguaggio e con il profondo principio di quella necessità interiore che rappresenta l’immutabile legge dell’arte.
Come nasce un quadro?
Interiorizzo tutto ciò che vedo e lo trasformo. Voglio catturare e conservare nella mente ogni luogo, forma, persona e situazione che incontro. Ogni cosa mi scuote e mi emoziona, nulla mi è indifferente.
Negli anni la mia pittura ha subito una grande evoluzione, sono passata da un’esecuzione stilistica accesa e convulsa carica di colore e materia ad un espletamento più concettuale, pacato ed essenziale. L’oggetto della mia analisi tenta di interpretare la natura dell’essere umano, le sue molteplici facce e l’evoluzione spirituale che subentra in risposta al verificarsi degli eventi. Tutti noi siamo sottoposti a quotidiani stimoli, le emozioni creano tempeste, terremoti, inondazioni ma anche albe radiose.
A volte siamo un tramonto languido, un cielo terso e maestoso, altre volte dentro di noi cala la notte. Ci sentiamo vasti come il più bello degli orizzonti o angusti come un cunicolo cieco. Un’ora può essere eterna, un anno può scorrere in un lampo. Ciò che chiamiamo vita comprende l’infinito movimento di questa enorme estensione di spazio e tempo, con il suo ritmico ciclo di nascita e morte cui tutti siamo soggetti: esseri umani, alberi, stelle…
Un movimento che è trasformazione, vibrazione continua. L’energia, la luce, il mare, i pensieri, le orbite dei pianeti in tutto c’è un ritmo vitale alla base di tutto.
Vedo il mondo correre veloce e sento l’esigenza di fermare questo tempo in una sorta di mondo parallelo immaginario dove le forme morbide e sinuose si muovono in totale assenza di controllo al di fuori di ogni preoccupazione logica.
Sulla scia di questo stile prosegue la mia crescita, come persona e come artista, la materia cambia abito di continuo e ogni elemento può assumere un diverso significato a seconda dell’opera.
Una via regia per esplorare sempre più da vicino noi stessi, permettendoci di affrontare un’emozionante avventura di auto scoperta”.



BREVE BIOGRAFIA
Sara Forte nasce a Premosello Chiovenda in provincia di Verbania il 16 dicembre del 1978. Il suo lavoro è frutto della sua personale esperienza e ricerca come autodidatta. Ha al suo attivo partecipazioni a mostre in Italia e all’estero. Vive e lavora a Novara.

BACK 2 BACK TO BIENNALE - FREE EXPRESSION



BACK 2 BACK TO BIENNALE - FREE EXPRESSION
Evento ufficiale collaterale della 55ª Biennale di Venezia
Official event of the 55th Biennale of Venice

1 giugno – 24 novembre, 2013
June 1 – November 24, 2013

a cura di / edite by:
Francesco Elisei, Fabio Anselmi, Marco KayOne Mantovani

Organizzazione / Organization:
Associazione Eventi d’arte e d’architettura
Associazione Culturale Stradedarts

Inaugurazione Performance sabato 1 giugno
dalle ore 11.00, Campo Sant’Agnese - Venezia
Opening Performance Saturday 1 June
11.00 a.m., Campo Sant'Agnese - Venice

Inaugurazione Mostra sabato 1 giugno ore 19.00
Officina alle Zattere - Fondamenta Nani,
Dorsoduro 947, 30123 – Venezia
Palazzo Cà Bonvicini Santa Croce - Venezia

Exhibition Saturday June 1st Opening at 7 p.m.
Officina alle Zattere - Fondamenta Nani,
Dorsoduro 947, 30123 – Venice
Palazzo Cà Bonvicini Venice - Santa Croce


A seguito dell’accettazione ufficiale da parte del comitato artistico della 55ª Biennale di Venezia presieduta da Massimiliano Gioni, i curatori Francesco Elisei, Fabio Anselmi e Marco KayOne Mantovani sono orgogliosi di presentare l’evento che senza ombra di dubbio verrà ricordato come il più importante evento espositivo ufficiale ed happening di Graffiti Writing e Street Art italiano. Il progetto denominato Back 2 Back to Biennale - Free Expression intende organizzare un evento che porti ufficialmente in Biennale a Venezia per la prima volta una selezione meritocratica e rappresentativa del mondo del Graffiti Writing e della Street Art di tutta Italia.
L’arte contemporanea, dal dopoguerra a oggi, ha teorizzato e spiegato che ci sono diversi e tanti modi di esprimersi. I Writers e gli Street Artists rappresentano un movimento artistico fenomenale che parte dalla società fortemente urbanizzata, dove le periferie sono considerate dei ghetti e dove l’urbanesimo viene visto come una grande tavolozza su cui esprimere la propria interpretazione della realtà. Il progetto Back to Back to Biennale è un evento per certi aspetti collettivo e generazionale, ed è caratterizzato dalle 26 performance che gli artisti eseguiranno da giugno a dicembre, senza filtri curatoriali o tematici, l’espressione è libera, così come recita il sottotitolo, ed una esposizione nei prestigiosi spazi di Cà Bonvicini.

Following the official acceptance by the Artistic Committee of the 55th Venice Biennale presided by Massimiliano Gioni, the curators Francesco Elisei, Fabio Anselmi and Marco KayOne Mantovani are proud to present the event that undoubtedly will be remembered as the most important official exhibition and event happening in Italian Graffiti Writing and Street Art . The project called Back 2 Back to Biennale-Free Expression, intends to organise an event that officially takes to the Venice Biennale for the first time a selection based on merit, representing the world of Graffiti Writing and Street Art all over Italy.
Contemporary Art from the post-war period up until today, has theorized and explained that there are different and so many ways to express oneself. The Writers and Street Artists represent a phenomenal art movement which starts from a deeply urbanized society where the suburbs are considered as ghettos and where urbanism is seen as a big palette on which to express their own interpretation of reality. The project Back to Back to Biennale is somehow a collective and generational event, and is characterized by the performances of 26 artists and will run from June to December, without curatorial or thematic filters, the expression is free, as the subtitle reads, and by an exhibition in the prestigious rooms of CA ' Bonvicini with over 40 artists and their Post-Graffiti and Street Art works.

Pubblicazione dell’evento sul catalogo ufficiale della Biennale di Venezia edito da Marsilio Editore, sezione Eventi Collaterali;
Pubblicazione del Catalogo Ufficiale dell’evento edito da una nota Casa editrice;
Produzione di un video documentario che testimoni tutte le performance dell’Evento a cura di Marco Agostinelli;
Produzione del reportage fotografico di tutti gli happening dell’evento a cura di Svetlana Ostapovici;
Diretta in streaming via web delle performance.

Esibizioni dal vivo: Campo Sant’Agnese
Pannello preparato m 10 x 2
26 performance dal vivo ogni fine settimana dal 1 giugno al 24 novembre
http://goo.gl/maps/bU2uW

Spazio Espositivo: Cà Bonvicini
Mq espositivi disponibili 700 (su tre piani)
http://www.labiennale.org/it/biennale/spazi/bacheca/146.html

http://www.bb2biennale.com/

Pagina 55ª Biennale di Venezia - Eventi Collaterali:
http://www.labiennale.org/it/arte/esposizione/eventi-collaterali

Info: kayone@kayone.it

CALENDARIO ESIBIZIONI:
Live Exhibitions Calendar

1 - 2 giugno / EAD - Peeta
8 - 9 giugno / Slog 175, Clay 021, Dust 1
15 - 16 giugno / 2501
29 - 30 giugno / Agostino Iacurci
6 - 7 luglio / Bo130, Microbo
13 - 14 luglio / SPA - Rusty, Dado
20 - 21 luglio / PDB - Blef, Mr. Wany
27 - 28 luglio / HARDCORE - Koso, Pheno
10 - 11 agosto / KNZ - Hide, Ruas
17 - 18 agosto / KayOne
24 - 25 agosto / Pixel Pancho, Rems 182, Mauro 149
31 agosto - 1 settembre / Basik
7 - 8 settembre / Napal Naps
14 - 15 settembre / EAD - Made 514, Yama
21 - 22 settembre / TDK - Raptuz
28 - 29 settembre / Sea Creative, Refreshink
5 - 6 ottobre / Caktus, Maria
12 - 13 ottobre / Zed 1
19 - 20 ottobre / KNM - Etnik, Sera
26 - 27 ottobre / Orticanoodles
2 - 3 novembre / BN - Boost, Ope
9 - 10 novembre / Pao
16 - 17 novembre / Kilmany Jo Liversage
23 - 24 novembre / Jb Rock

ELENCO ARTISTI IN MOSTRA:
Artists exhibiting at Palazzo Cà Bonvicini

Officina alle Zattere:
Peeta, 2501, Blef, Mr. Wany, Bo130, Microbo, Koso, Hide, Ruas, Rems 182, Mauro 149, Napal, Made 514, Raptuz, Sea Creative, Refreshink, Caktus, Maria, Airone, Zed 1, Orticanoodles, Pao, Jb Rock, Moneyless, Acme 107, Tawa, KayOne.

Palazzo Cà Bonvicini:
Rusty, Dado, Flycat, Gianluca Miniaci, Yama, Etnik, Sly, Omar Canzi, Kilmany Jo Liversage, Agostino Iacurci, Sigis Vinylism, Andrea Cardia, Marco Tarascio, Alberto Felli, Rocco Cerchiara, Carmela Tedeschi.

Comunicato Stampa:
http://www.stradedarts.it/CS_B2B-55_Biennale.pdf

Press release:
http://www.stradedarts.it/PressRelease_B2B-55_Biennale.pdf

PADIGLIONE TIBET - VENEZIA a cura di Ruggero Maggi


PADIGLIONE TIBET - VENEZIA
a cura di Ruggero Maggi


"Padiglione Tibet" si materializza a Venezia a Cà Zanardi nel 2011 grazie a Ruggero Maggi, ideatore e curatore, e nel 2012 a Torino a “Padiglione Italia", su invito di Vittorio Sgarbi, nella Sala Nervi del Palazzo delle Esposizioni. Ruggero Maggi si avvale, in questo caso, anche della collaborazione di Dossier Tibet, ISCOS, con il patrocinio del Consiglio Regionale del Piemonte.
Numerose sono sucessivamente le presenze di "Padiglione Tibet" in varie località italiane.
Quest'anno Venezia, grazie a "Padiglione Tibet", con il patrocinio del Comune di Venezia, Assessorato alle Politiche Giovanili Centro Pace, sarà invasa pacificamente da immagini, colori, atmosfere e suoni che misceleranno, con un prezioso intreccio, la creatività e la sensibilità degli artisti contemporanei che hanno voluto aderire e contribuire a creare questo particolare Padiglione.

I monaci tibetani, i Lama Thupten e Lama Tenzing, completeranno con la loro sapiente, accurata e minuziosa perizia, durante una performance-rituale, un Archivio di STRUTTURE/MANDALA realizzate in sinergia con il lavoro degli artisti.
La spiritualità tibetana si manifesterà anche nelle RUOTE DELLA PREGHIERA, una presenza costante nella fede buddista tibetana. Queste strutture cilindriche, realizzate nello studio Ernan di Albisola, luogo d'eccellenza della ceramica d'arte, e con le scuole di ceramica. Le Ruote della Preghiera sono realizzate in ceramica dagli artisti, e dotate di un perno centrale che ne permetterà la rotazione. I visitatori potranno interagire con un lieve tocco ed uno sfioramento sulla materia-segno. All'interno di ogni ruota sarà arrotolato un mantra (preghiera buddista) che verrà scritto in Tibetano ( བོད་སྐད་, bod skad) direttamente dai monaci invitati all'evento.
I tibetani fanno ruotare le Ruote della Preghiera per invocare un buon karma, per la crescita spirituale e la guarigione, Le ruote sono anche dette chokhor (ruota della legge) in Tibetano.

In un'epoca in cui ogni tipo di dato viene trasmesso ad iper-velocità da una parte all'altra della terra, la convinzione che delle preghiere possano essere recitate e diffuse con un semplice, lieve tocco, con un soffio di vento, può sembrare quasi ingenuo ad un occidentale; al contrario è indice di quanto la realtà tibetana profondamente spirituale si fonda intrinsecamente con la natura stessa, in un inarrestabile scambio con l'universo. Da sempre la circolarità è sinonimo di movimento, di ritmo, di flusso, un concetto presente in ogni aspetto della storia dell'Umanità e che la cultura tibetana ha sviluppato attraverso la realizzazione di strutture e costruzioni legate alla propria filosofia di vita. Per l'uomo tibetano la maggiore preoccupazione non è cosa fare durante il giorno, ma cosa essere nella propria intera esistenza.
Questo grande evento artistico è dedicato ai 118 martiri tibetani (numero tragicamente da aggiornare quasi quotidianamente) che si sono immolati per la libertà di altri, per la verità di tutti...

Un unico tema, declinato nei modi della pittura, della scultura, della performance e del video, per realizzare un grande evento che sottolinei coralmente il profondo senso di spiritualità dell'universo tibetano e creare un ponte sensibile che induca i visitatori ad una maggiore conoscenza di questo popolo, diventato una minoranza etnica e che rischia di perdere il proprio patrimonio culturale e spirituale fondato su concetti di pace e non violenza ... un ulteriore motivo per varcare la soglia della Chiesa di Santa Marta.


Artisti:
Irene Accarini, Lucio Afeltra, Piergiorgio Baroldi, Luisa Bergamini, Carla Bertola - Alberto Vitacchio, Giorgio Biffi, Renzo Bortolussi, Nirvana Bussadori, Jorge Canale, Rosaspina B. Canosburi, Paolo Carnevale, Domenico Castaldi, Stefano Cerioli, Pino Chimenti, Giampietro Cudin - Carla Rigato, Flaminio Da Deppo, Marcello Diotallevi, Gillo Dorfles, Giglio Frigerio, Luciano G. Gerini, Carlos Gigena Seeber, Bruno Gorgone, Isa Gorini, Ursula Huber, Celeste Lazo, Franco Lippi, Oronzo Liuzzi - Roberto Scala, Beatriz Margossian, Fabrizio Martinelli - Giovanni Genshō Ponzoni, Gianni E. A. Marussi - Alessandra Finzi, Alessandro Novellino, Silvia Ovsejevich, Clara Paci, Lucia Paese, Marisa Pezzoli, Giorgio Piccaia - Matteo Piccaia, Siro Polazzetto, Benedetto Predazzi, Tiziana Priori - Simonetta Chierici, Monica Rizzi, Pietro Ronzat, Virginia Ryan, Maria Savino, Pino Secchi, Cesare – Leonardo – Lucio - Simone Serafino, Ilaria Sperotto, Francesco Stefanini, R. Steiner, Roberto Testori, Micaela Tornaghi, Silvio Vigliaturo, Andrea Vizzini, Marcela Zelikowicz.

Video arte: Marco Agostinelli, Ciriaca+Erre, Francesca Lolli, Ruggero Maggi, Marco Rizzo, Ritu Sarin & Tenzing Sonam.

Testi: Gianluca Anselmo, Elisabetta Bacci, Boris Brollo, Lara Caccia, Claudio Cardelli, Mauro Carrera, Giorgia Cassini, Stefano Dallari, Giulia Fresca, Alexander Larrarte, Enzo Lo Scalzo, Ruggero Maggi, Mimma Pasqua, Cristina Romieri, Alberto Rovida, Massimo Scaringella, Giuliana Schiavone, Roberta Semeraro, Tiziana Tacconi, Claudio Tecchio, Trini Castelli, Piero Verni, Roberto Vidali, Emma Zanella.

Inaugurazione: 1 giugno 2013, ore 18.00, con la performance/rituale di monaci tibetani che completeranno alcuni mandala.

Il 22 giugno apertura straordinaria in occasione della Notte Bianca per l’Arte, il 6 luglio, in occasione dei festeggiamenti del compleanno del Dalai Lama e il 7 settembre, in occasione del finissage, i monaci effettueranno il rito di permanenza con lo spargimento delle sabbie dei Mandala.

Entrata: libera

Orari: martedì – domenica 10.00/18.00 - chiusura: lunedì


WiFi zone

Informazioni: www.padiglionetibet.com - ruggero.maggi@libero.it - Tel. 320.9621497

Sponsor: CFLI, SpazioPorto, Aiap, Gruppo Acca Albisola, Associazione Ceramisti Albisola, Studio Ernan Design, Cadore S.C.S., AltaMarea, Tre D s.r.l., Il Villaggio Globale, Atelier51, Il Melo, Castelcosa by Furlan, Iglo, Dharmakaya Buddhist Center, Dossier Tibet, Iscos, Associazione Italia-Tibet, La Casa del Tibet, Museo Obrietan, Associazione Vimala.

Arrivi: dalla Stazione Ferroviaria Santa Lucia: Linee ACTV 41, 51, con arrivo alla fermata “Santa Marta” che dista 50 metri da SpazioPorto
da Piazzale Roma: Linee ACTV 41, 51, 61, fermata “Santa Marta”
da San Marco: Linee ACTV 42, 52, 62, fermata “Santa Marta”
in auto: Seguire le indicazioni stradali per Venezia Città – Autorità Portuale di Venezia. Percorrere il Ponte della Libertà, unico collegamento stradale della terraferma con Venezia, spostandosi nell'ultimo tratto sulla corsia di sinistra. Superato il semaforo, spostarsi a destra e dopo 50 metri girare alla prima laterale a destra, seguendo le indicazioni per l'Autorità Portuale di Venezia. Proseguire fino al varco di vigilanza e poi percorrere tutta la rampa San Basilio;Spazioporto è situato al termine della strada.

Lo spazio: Si tratta di un edificio eretto nel XIV secolo su quella che era la spiaggia più occidentale della città lagunare. Completamente restaurato nel 2006. Convertito da magazzino portuale a spazio espositivo di grande qualità, unico nel suo genere, ha il grandissimo vantaggio di essere accessibile alle auto e di disporre di una zona parcheggio.
Santa Marta Congrassi - Spazio Porto
Dorsoduro
30123 Venezia

SQUEEZING - FRANCESCA LONGHINI




SQUEEZING - FRANCESCA LONGHINI
dal 1 giugno al 10 luglio

inaugurazione 1 giugno ore 18,30


Il Punctum di un'immagine teorizzato da Barthes nel saggio "La Camera Chiara" è quel particolare soggettivo che colpisce irrazionalmente lo spettatore, un dettaglio che trascende il tempo, lo spazio e rimarrà nella memoria.

In questa serie di lavori ho applicato il concetto di Punctum a delle tele, considerate da un punto di vista strutturale e compositivo e ad elementi naturali, rielaborando così la tematica del Paesaggio, attraverso un'operazione di sintesi.


Dalle caratteristiche essenziali delle immagini e dei materiali iniziano modificazioni crescenti, fino a che questi non vengono snaturati, integrati con la loro stessa struttura, inseguendo e presentando il paradosso che si possa arrivare alla sintesi attraverso l'aggiunta di elementi.

L'operazione è simile allo studio.
Nel momento in cui si ha davanti la pagina di un libro, per memorizzare concetti fondamentali si sottolineano solo alcune frasi salienti.

Apparentemente è un'operazione di riduzione, ma visivamente la sottolineatura non è forse un segno in più?


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1985, vive e lavora a Brescia.
Accademia di Belle Arti Santagiulia (BS).



PERSONALI


- 2013 SQUEEZING Margini Arte Contemporanea (Massa)
- 2010 WELCOME TO CHATROULETTE Qasba Brescia
- 2009 VERTICE DI CURVA Spazio Labus
- 2008 Galleria Dolci Brescia

COLLETTIVE


2013- Re-Birth at PARCO Foundation - Casier, Treviso
2013- Tomorrow is Now! - Galleria Cart - Monza
2013- XXII - Spazio Morris - Milano
2012- Musil (Museo dell'Industria e del Lavoro)- Brescia
2012- Out of Focus, A Cheap Laser Print Show - Superfluo Support Project
2012- AplusB Gallery - Brescia 2012- Scimitarra Exibit - Sabspace Gallery - Padova
2012- Resistenza-azione Circuiti Dinamici - Milano
2011- Sweet Sheets IV - Galleria Zelle Arte Contemporanea - Palermo
2011- I can no longer associate myself - 00Spazio Morris - Milano
2010- HOW TO - Qasba - Brescia
2009- R_UMORI da m-ARTE - sala Rinascimentale Cavallerizza - Brescia
2009- RICOGNIZIONE - AAB - Brescia

CERCHIO: per un'estetica dell'infinito-Doppia personale di Elisa Cella e Silvia Serenari a cura di Alessandro Trabucco



Domenica 16 giugno alle ore 18.00 FUEL ART GALLERY inaugura
CERCHIO: per un’estetica dell’Infinito
doppia personale di Elisa Cella e Silvia Serenari a cura di Alessandro Trabucco


Livorno - E’ con “Cerchio: per un’estetica dell’infinito” che Fuel Art Gallery, il nuovo spazio per l’arte contemporanea collocato nell’area industriale livornese di Stagno, via Aurelia 88A, inaugurerà domenica 16 giugno alle 18 la doppia personale di Elisa Cella e Silvia Serenari a cura di Alessandro Trabucco.

La mostra affronta un tema complesso legato ai significati simbolici di una forma geometrica primaria come il cerchio, che nel lavoro artistico di Elisa Cella e Silvia Serenari è un’ossessione, una presenza costante che contraddistingue un percorso di ricerca articolato e complesso, affrontato da punti di vista distinti (sia nella tecnica artistica adottata dalle due artiste, sia nei significati proposti) rivelando un forte collegamento nella volontà, da parte di entrambe, di trovare nel cerchio il principio fondamentale della vita, la forma primigenia che congiunge l’umano al divino, il materiale al metafisico, la scienza alla magia, la terra al cielo.

Elisa Cella focalizza la propria ricerca artistica sull’infinitamente piccolo, sulla struttura invisibile ma ben articolata del corpo umano, scegliendo la forma circolare quale proprio segno grafico distintivo ed immediatamente riconoscibile che imprime in pittura su tela.
Nel testo critico di Alessandro Trabucco pubblicato nel catalogo che accompagna la mostra si sottolinea come “La peculiarità del lavoro di Elisa Cella sia proprio quella di utilizzare un linguaggio artisticamente classificabile come astratto-geometrico per realizzare dipinti che descrivono invece una realtà concreta, ma talmente microscopica da essere vista solo come inesplorato territorio dell’insondabile, un complesso sistema vivente composto da tessuti ed organi di varie forme e funzioni”.

Silvia Serenari si esprime utilizzando la fotoceramica e il video per estrarre “dettagli oggettivi dal mondo esteriore – scrive Trabucco - manipolandoli con interventi di ritocco digitale ed inventando una sorta di moderno processo alchemico elettronico, come una versione aggiornata degli antichi procedimenti magici di trasmutazione dei materiali.
La sua metodologia di lavoro è simile ad un rituale i cui gesti appaiano ben controllati e rivolti alla creazione di inedite forme attraverso la metamorfosi di singoli elementi in realtà visive dalle perfette geometrie simmetriche”. Nel progetto Anima Arboris Silvia Serenari sviluppa le potenzialità formali di un singolo scatto di un albero, come simbolo del rapporto tra cielo e terra, per divenire ad una forma astratta. In mostra presenta anche il video Anima Urbis Iter Perfectionis un percorso di ricerca che parte da un dettaglio fotografico della cupola di Santa Maria del Fiore di Firenze.
La mostra è aperta fino al 28 luglio su appuntamento.

Dal 16 giugno al 28 luglio 2013
Presidente associazione Fuel Art Serafino Fasulo
Direttore artistico Cristina Olivieri
Main sponsor: Irene Immobiliare S.n.c
Su appuntamento - Tel 338.3451520- 3281256907
www.fuelartgallery.it
info@fuelartgallery.it






BIOGRAFIE
Elisa Cella
Elisa Cella è nata a Genova il 10 maggio 1974. Vive e lavora tra Genova e Milano, dove ha studiato matematica all’Università Statale, avvicinandosi poi all’arte da autodidatta, ottenendo numerosi riconoscimenti e premi. Nel 2007 è stata finalista al Premio Celeste, nella sezione pittura curata da Ivan Quaroni, con l’opera “Ansia”. Ha al suo attivo varie mostre personali e collettive in Italia, sia in gallerie che in spazi pubblici.
Elisa Cella spinge la sua ricerca in due direzioni indagativo-espressive diverse: Topologia Sensoriale in cui compare il corpo o le sue parti ed in cui rappresenta sensazioni ed emozioni in tutta la loro fisicità, partendo dalla considerazione che l'emozione coincida col luogo dell'emozione.
La seconda direzione è quella che Elisa Cella definisce ‘complementare’, e che comprende i suoi lavori più cosmologici, biologici, chimici, matematici. E’ qui che emergono le fascinazioni dei suoi studi scientifici, lo stupore di fronte al sottile confine fra vita e non vita, l'emozione nei confronti della bellezza della scienza, il mistero dell'apertura di nuovi orizzonti di pensiero. Tra le mostre personali: "Bio", Spazio City Art, Milano, a cura di Alessia Locatelli, con catalogo2008 “Molteplice”, My Personal Gallery, Torino, a cura di Davide Pesce e Roberto Gaia - “Bio-Astrazioni”, Galleria Andrea Ciani, Genova, a cura di Alessandro Trabucco.
Silvia Serenari
Silvia Serenari è un' artista che vive e lavora tra Livorno e Roma. Segue da anni un cammino personale intriso di filosofia, religione, esoterismo e simbolismo alchemico, con l'intento di avvicinare quel meraviglioso mondo visionario fatto di simboli ed immagini archetipe al suo percorso artistico, creando così un lavoro denso di spiritualità e di richiami al sacro.
Le sue opere mostrano un forte legame con atmosfere legate alla sacralità sia della cultura occidentale che di quella orientale. I suoi linguaggi preferiti sono il video e la fotografia digitale, e da qualche anno la fotoceramica è divenuta una delle tecniche privilegiate.
Le sue opere sono state esposte in mostre collettive in Italia ed all’estero, in gallerie, luoghi pubblici e musei come : L'ARTISTA COME RISHI - Sala1 Centro Internazionale d'Arte Contemporanea, Roma 2011, "A DORA"- Dora Diamanti Arte Contemporanea, Roma 2011, NIGREDO - Roma 2009, GEMINE MUSE - Museo Pietro Canonica, Roma 2009, PREMIO TERNA 01: l’arte si sposta dal museo alle piazze - Roma 2008, WAZZUP? - Fotogalerie Wien - Vienna 2006, SPIRITED CITIES AND CITY SPIRITS - Kamalnayanan bajaj Art Gallery - Bombay 2006, DOWNLOAD.FR/IT - Station Palais-Royal - Parigi 2005, BIENNALE INTRANSITO - Castel Sant’Angelo - Roma 2004. Tra le mostre personali si segnalano :ANIMA URBIS, ITER PERFECTIONIS - Dora Diamanti Arte Contemporane - Roma 2008, ANIMA URBIS - DiART - Trapani 2005. 



Fuel Art Gallery
via Aurelia 88A, Stagno, 57100 Livorno