RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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mercoledì 31 marzo 2010

"VIAGGIATORI SEDENTARI"


Sabato 17 aprile 2010 alle ore 17:30 presso il nuovo spazio Entroterra si inaugura la collettiva dal titolo “Viaggiatori sedentari”.
Saranno presenti opere di:
Cristina Iotti, Marco Manzella, Ernesto Achilli,

Nicola Biondani, Vincenzo Calli, Elio De Gregorio,

Andrea Gnocchi, Elena Mutinelli, Dino Sambiasi,

Giuseppe Tirelli, Salvatore Santoddì





Spazio Espositivo: Viale Bornata- Borgo Pietro Wuhrer, 43 – ed. 13- Brescia

Orari di visita: dal giovedì al venerdì 15:00-19:00; Sabato 11:00 -19:00

Telefono: 030.5233558; cell. 340/7781096

Website: http://www.entroterra.it

Contacts: info@entroterra.it; press@entroterra.it

Ingresso libero



La mostra nasce dall’idea di alcune conversazioni e riflessioni fatte da Giuliana Mazzola con gli artisti, sul concetto di viaggio artistico, inteso come metafora del viaggio interiore, che porta poi l’artista a materializzare e realizzare un’opera. Un viaggio quindi che tenta di unire gli artisti di Entroterra in un unico filone poetico, in cui la differenza di itinerario, la scelta di mezzi di trasporto, le partenze e gli arrivi portano tutti ad un unico approdo: la contemporaneità figurativa e le sue mille sfaccettature.
Così il viaggiatore diventa “sedentario”, un ossimoro, ma che ben identifica il compito dell’artista, quello di osservare il mondo attorno a sé, di coglierne l’essenza e le sue peculiarità, per poi isolarsi nel suo mondo e realizzare col suo medium una interpretazione e una sintesi del vivere quotidiano. Da una parte il viaggio diventa un movimento interiormente, in cui il l’artista si mette in cammino su rotte meno battute e comode, con la libertà di programmi e di percorsi per scoprire e capire la civiltà in cui ci troviamo. Dall’altra parte il viaggio è sedentario, la riflessione prende forma, e il l’artista - viandante si sofferma per riplasmare la realtà attraverso la sua immaginazione, attraverso la composizione o riplasmandola per noi spettatori che ci prendiamo il tempo di soffermarci a guardare una mostra e a confrontarci con i quadri e le sculture a noi contemporanei.
La mostra prevede la presenza sia di pittori (la coloratissima tempera di Manzella, l’interpretazione mistica e vitale di Santoddì, il ritorno all’ordine di De Gregorio contrapposto all’acrilico in continuo movimento di Sambiasi, le sovrapposizioni iconiche di Gnocchi, la natura riposante di Achilli e le potenti figure di Calli) che scultori (terrecotte ironiche quelle di Tirelli, più umanamente dolorose quelle di Biondani, mani forti e contratte per la Mutinelli) ed anche una bravissima disegnatrice (la Iotti, vincitrice del premio Faber Castel per l’uso straordinario delle matite colorate): tutti all’insegna della nuova figurazione contemporanea.

“C’è solo un viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore. Non credo che si possa viaggiare di più nel nostro pianeta. Così come non credo
che si viaggi per tornare. L’uomo non può più tornare nello stesso punto da cui è partito,perché, nel frattempo, lui stesso è cambiato. Da se stessi non si può fuggire. Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio. Portiamo con noi la casa della nostra anima,come fa una tartaruga con la sua corazza. In verità il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l’uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l’uomo deve poter viaggiare”

(Andreij Tarkovskij, Racconti cinematografici, Milano, Garzanti, 1994.)

Durante l'ianugurazione sarnno offerti due qualità vini dalla casa vinicola Le Gaine di Bedizzole ( Brescia)

TERZO RINASCIMENTO


TERZO RINASCIMENTO

A cura di: Angelo Cruciani, Grace Zanotto
Testo critico: Stefano Bianchi, Carmelo Strano, Marcello Pecchioli

Con il Patrocinio del Comune di Urbino, del Comune di Urbania - Assessorato alla Cultura - e della Provincia di Pesaro e Urbino

Palazzo Ducale Sale del Castellare,
Piazza Duca Federico, 61029 - Urbino
tel. 0722-2760 e-mail: info@palazzoducaleurbino.it

dal 1 aprile al 3 maggio 2010
ORARIO: dal lunedì alla domenica dalle ore 10.30 alle ore 18.00
INGRESSO LIBERO

VERNISSAGE: mercoledì, 31 marzo 2010 alle ore 18.00


Artisti: Eron, Oscar Piattella, Florindo Rilli, Erika Patrignani, Fratelli Scuotto, Paolo Cassarà, Gaetano Muratore, Luca Reffo, Marco Rea, Berse, Emanuele Benedetti, Max Papeschi, Christian Zanotto, Luca Dalmazio, Beatrice Morabito, Andrea Francolino, Pietro Geranzani, Federica Gif, Masbedo, Fabio Inverni, Claudio Onorato, Ruggero Rosfer, Luca Lillo, Giuseppe Mastromatteo, Francesco Di Luca, Alberto Scodro, Veronica Bellei, Fabrizio Bellomo, Salvatore Melillo, Marilena Vita.

L’Associazione culturale Famiglia Margini presenta dal 1 aprile al 3 maggio 2010 la collettiva: “Terzo Rinascimento” presso il Palazzo Ducale di Urbino.

La realtà innovativa di Famiglia Margini arriva da Milano a Urbino per proporre in
una delle città più belle del Rinascimento una rosa di artisti contemporanei che rappresentano una possibilità di evoluzione del linguaggio estetico. Angelo Cruciani e Grace Zanotto portano nella Città dell'Utopia un'esposizione per riqualificare il valore del Bello nella civiltà odierna, con codici d'espressione che
si specchiano nella velocità consumistica dell'attualità, estrapolando i vertici della
sperimentazione concettuale.

La mostra si propone come una vera e propria investigazione creativo- sperimentale alla ricerca di un nuovo Rinascimento. Noi italiani, che conosciamo geneticamente l'armonia e definiamo il gusto del gesto da secoli, sviluppiamo il dono divino della Creatività studiando la natura nella sua assoluta perfezione.

Dalle mutazioni tecniche della pittura, alla scultura d'assemblaggio e riciclo; dai videoartisti ai fotografi; dai performers ai poeti dell’immagine: una multivarietà si delinea oltre la confusione e la serialità iconografica che caratterizzano l'era commerciale.

Mentre i media si affannano a diffondere terrore per l'imminente Apocalisse del 2012, il catastrofismo dipinge il futuro di nero paura. "Terzo Rinascimento", allora, risponde con immagini positive, visionarie e speranzose. Ma coscienti del conflitto sociale. Rinascere, significa abbandonare il passato per fiorire spiritualmente mutati.

Crollate anche le ultime certezze, distrutti gli ideali e le ideologie logorati da quel cinismo che si pensava fosse foriero di verità assolute, all’uomo non resta che la via della Bellezza e della Fede in quei valori imperituri e fondamentali per soddisfare i quali si è sentito il bisogno, all’alba dei tempi, di inventare l’Arte.

Superato il percorso dell’Arte come imitazione della Natura e dopo aver sperimentato il vuoto e la frantumazione psicologica che la comprensione sui dogmi del cosmo ha generato, si delinea l’autonomia dell’uomo come fulcro del Creato.

L’artista dovrà tornare ad occupare il ruolo che gli era destinato: favorire un’educazione civile, etica e politica; produrre una Bellezza in grado di educare gli spettatori ai più autentici valori dell’esistenza. L’Arte deve indurre a una vera contemplazione, capace di dialogare con tutti e di essere riconosciuta per il suo valore reale e la capacità di dischiudere le porte dell’altrove. Solo la consolazione della fede nella Bellezza, potrà dare risposte definitive.

Famiglia Margini raggiunge Urbino per lanciare una sfida. Per ottenere una risposta non solo da esperti, studiosi e addetti ai lavori, ma anche (e in un certo qual senso, soprattutto) dal più vasto pubblico. A iniziare dagli appassionati di Arte Contemporanea, per finire ai suoi più radicali contestatori - :
IL “BELLO” SALVERÀ IL MONDO?

Catalogo in mostra.

Mostra realizzata da: Associazione Culturale Famiglia Margini
Partners: Coolmag, Consorzio ECSTRA, Lo Scrittoio
Sponsor: Spazio Misael, Argenti Sovrani, Fabbrica Eos


Per ulteriori informazioni:
web: www.terzorinascimento.com
e-mail: info@terzorinascimento.com
Tel.: 0255199449

UFFICIO STAMPA Eleonora Tarantino
Press & Media (tel. 335/6926106)
pressmedia@coolmag.it

martedì 30 marzo 2010

"WATERFRONT" personale di Roberto Braida a cura di F. Lotti e R. Milani

Ecco il testo per il catalogo della mostra "WaterFront" di Roberto Braida al Castello dei Vicari a Lari.





WATER-FRONT

MARE

Il mare è
il Lucifero dell’azzurro.
Il cielo caduto
per il desiderio d’esser luce.

Povero mare condannato
a eterno movimento,
che sei vissuto quieto
un tempo là nel firmamento!

Ma dalla tua amarezza
l’amore ti redense.
Partoristi la casta Venere
e la tua profondità restò
vergine e senza dolore.

Le tue tristezze sono belle,
mare di spasimi gloriosi.
Ma oggi invece delle stelle
possiedi polipi verdognoli.

Sopporta la tua sofferenza,
formidabile Satana.
Cristo passò sopra di te,
ma anche Pan lo fece.

La stella Venere
è l’armonia del mondo.
L’Ecclesiaste taccia!
Venere è il profondo
dell’anima…

…E il pover uomo
è un angelo caduto.
La terra è il probabile
Paradiso perduto

Aprile 1919, Federico Garcia-Lorca


Per raccontare la pittura di Roberto Braida, molto probabilmente non ci sarebbe bisogno di altro.
Questa poesia, a lui tanto cara e addirittura assunta a musa ispiratrice per molta della sua produzione, è, e rappresenta ciò che per lui è più vicino al “volere artistico” del suo essere artista.
Per contro, se Garcià-Lorca avesse avuto modo di ammirare una tela di questo pittore, probabilmente l’avrebbe fatta sua.

Fatto sta che l’amico Braida è si pittore ma, è a sua volta poeta. Ogni lavoro trasuda frasi, sonetti, rime, emozioni.
Evoca e racconta di amori, viaggi, passioni e solitudini.
Ecco, proprio il viaggio è un dei tanti temi trattati nella sua opera, spesso però interpretato come viaggio interiore, alla ricerca di quella condizione universale di cecità e purezza che solo l’amore riesce, in maniera naturale, a insediarsi nell’animo umano.
Un percorso iniziatico verso la conoscenza dell’io, del proprio io.

La pittura è un pretesto, quasi uno scherzo. L’inseguirsi di colori, sfumature, velature, materia e squarci di luce sono le note che si collocano su quell’immaginario pentagramma, dove la linea di DO è rappresentata dalla sua linea dell’orizzonte, la “sua” linea d’acqua.
E’ un’arte colta ma popolare, intimista ed esplicita. Che con assoluta coerenza stilistica ci racconta la vita dell’artista, gli stati d’animo e le passioni. È facile infatti trovare nelle pieghe della materia tracce di pietre dure, frammenti di quarzi ed altri minerali che rappresentano un’altra antica passione di Braida: la gemmologia.

Water-front, il fronte dell’acqua, o meglio ancora “di fronte all’acqua”, di fronte all’infinito ad ammirare, rapiti, l’universo.
Con questo titolo e questa mostra, l’artista ci incoraggia ad prendere il volo.

E’ un volo planato, silenzioso, quello indicato dall’artista in questa mostra. Un volo radente, a filo d’acqua, quasi a sentirne il profumo. Coinvolgente, a volte solitario, verso un infinito comune a tutti.
In alcune opere addirittura si perde la percezione dello spazio, in altre si diventa tutt’uno con l’aria, quella dipinta. Sì perché al contrario di quello che i più pensano, Braida usa il mare solo come pretesto, come alibi per cogliere la leggerezza dell’aria, l’impalpabilità dell’atmosfera.

L’indagine pittorica è quella tradizionale, quella della pittura dipinta, che profuma di trementina e olio di lino. Il messaggio affonda le radici nel passato, remoto e recente per approdare alla contemporaneità più esplicita, dichiarata.

L’obbiettivo della pittura antica era il racconto, una dichiarata bellezza stilistica e la ricerca della perfezione dell’estetica. Nel contemporaneo si ricerca più una bellezza interiore, concettuale, di pensiero.
Braida si colloca perfettamente al centro. È moderno e contemporaneo. È allo stesso tempo un raffinato esteta ed un colto pensatore. Fa propri i dettami della tradizione e invita alla riflessione sull’essere uomo in questo inizio di terzo millennio, attraverso la rappresentazione della natura in tutta la sua manifesta potenza, ponendo l’accento sulla fragilità dell’umanità.

Anche la scelta di questo luogo, il Castello dei Vicari in Lari, per ospitare la mostra di Roberto Braida non è casuale, anzi, è la conseguenza visiva del concetto espresso poco fa: la tradizione, il passato che si fonde in modo omogeneo e naturale con la contemporaneità.
Queste mura che trasudano storia che “chiudono”, che difendevano e che dimostravano gloria e potenza oggi abbracciano il messaggio più nobile dell’animo umano, libertà, poesia, infinito.

In questa ultimissima produzione, in questi ultimi lavori, trova spazio e vita la consecutio naturale di quel percorso intrapreso qualche anno fa e consacrato con la grande mostra, ospitata al Museo Tecnico Navale di La Spezia, “la Linea d’Acqua” curata da Anna Caterina Bellati dove scriveva a proposito del nuovo gesto pittorico intrapreso dell’artista: “…questa consapevolezza della materia pittorica e degli effetti che può produrre sull’osservatore, sono la sua nuova conquista…”
Ora, non si può più parlare di conquista, ma di affermazione. Meritata e mantenuta con la forza e la determinazione tipica dei grandi.
Braida è uomo, artista e poeta.

San Miniato marzo 2010, Roberto Milani



un angolo dello studio di R. Braida


vedi anche:
MARTEDÌ 16 MARZO 2010
"WATERFRONT" personale di Roberto Braida a cura di F. Lotti e R. Milani
http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.com/2010/03/waterfront-personale-di-roberto-braida.html

"A COSA SERVE L'ARTE CONTEMPORANEA. Rammendi e bolle di sapone" di Angela Vettese


Certamente non avremo tutte le risposte ai mille quesiti che seguono normalmente una visita ad un qualsiasi museo d'arte contemporanea o ad una edizione di qualche Biennale, ma (nonostante sia datato 2002) a qualcosa serve. Contraddistinto dallo stile ineguagliabile della Vettese merita la lettura.

"A cosa serve l'arte contemporanea. Rammendi e bolle di sapone" di Angela Vettese
Edizione: Umberto Allemandi & c
pag 96 - € 26

Bird Hauses da Exibart






Dodici piccoli nidi artificiali per uccelli, realizzati esclusivamente con legno di recupero. E poi dipinti da artisti come Silvia Argiolas, Luca Beolchi, Berse, Gaetano Fracassio, Andrea Francolino, Beli Karanovic, Federico Lupo, Florencia Martinez, Michael Rotondi, Miriam Secco, Siva, Dany Vescovi.
In questo consiste il progetto Bird Houses, proposto a Milano dall'Associazione Laboratorio Alchemico e dal Museo Civico di Storia Naturale come sostegno alla tutela della fauna selvatica locale. Le opere saranno prima in mostra presso l'Atrio dell'Aula Magna del Museo Civico di Storia Naturale, mentre dal 14 Aprile sarà possibile vedere le casette installate sugli alberi dei Giardini Pubblici Indro Montanelli, meta inoltre di un percorso di Bird Watching organizzato dall'Associazione Onlus LIPU.

Inaugurazione: mercoledì 1 aprile 2010 - ore 11.00
Dal 1 all'11 aprile 2010
Corso Venezia, 55 - Milano
Info: info@laboratorioalchemico.com
Web: www.laboratorioalchemico.com

[exibart]

domenica 28 marzo 2010

Testo introduttivo di Giovanni Faccenda per "WATERFRONT" personale di Roberto Braida a cura di F. Lotti e R. Milani



Il mare di Braida evoca misteri antichi, il silenzio imperturbabile che abita un’arcana dimensione metafisica. Se sia d’acqua salata o qualcosa di diverso è enigma ugualmente intrigante come quelli che continuano ad assillarci dinanzi alle opere di Caspar David Friedrich e Arnold Böcklin, maestri impareggiabili di pensiero e di pittura.
Altro, infatti, è quanto immaginiamo, accarezzato dalla brezza che indovini leggera in quelle olimpiche latitudini, dove oscuri fremiti dell’anima accendono una luce spirituale che pervade in lungo e largo simili scenari: vi insiste, come un’eco lontana, il senso di un presagio ovattato dai toni di una più intima poesia, che ha umori ed accenti di nobile discendenza crepuscolare.
Remoti lasciti memoriali tramontano all’orizzonte: colori come stati d’animo raccontano, così, di un paesaggio interiore che esiste, forse, soltanto nella mente dell’artista, il luogo, ultimo, dove urgenze personali e necessità espressive confluiscono con magico idillio.
La pittura le accoglie, ne indaga la genesi e subito le fa risorgere, in quel prodigioso diaframma fra visibile ed invisibile, sospeso oltre i capricci del tempo, che è il mare. Quel mare magnum di emozioni nel quale, per Braida, dolce è ogni naufragio.

Giovanni Faccenda

vedi anche:
MARTEDÌ 16 MARZO 2010
"WATERFRONT" personale di Roberto Braida a cura di F. Lotti e R. Milani
http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.com/2010/03/waterfront-personale-di-roberto-braida.html

sabato 27 marzo 2010

Da FlashArt



Se non fosse che non sempre condivido i gusti di Giancarlo Politi... anzi li trovo a volte discutibili... in questo caso però non ha tutti i torti...

"Lettera aperta di Silvia Evangelisti di ARTE FIERA Bologna a
Giancarlo Politi

Caro Giancarlo,
come ogni anno, puntualmente, appena finita Arte Fiera, arriva una tua nota sulla manifestazione, e ogni anno, altrettanto puntualmente, il giudizio è fortemente critico.
Anzi, ogni anno più negativamente critico.
Evidentemente, nonostante i nostri sforzi, Arte Fiera peggiora ogni anno, a causa — come dici — della "cattiva regia organizzativa e forse di un degrado generale dell'arte e del collezionismo italiano".
E se non posso accollarmi tutto il "merito" della seconda affermazione (peraltro solo dubitativa: "forse") mi prendo volentieri la responsabilità della prima, come è doveroso nella mia qualità di direttore artistico di Arte Fiera e, dunque, rappresentante in primis de "l'innegabile decadenza e disordine mentale e culturale evidentissimo" che denunci essere la caratteristica dominante di Arte Fiera.
Forse, per superare questo stato di cose (comprese: la crisi economica mondiale, l'atavica debolezza del mercato dell'arte italiano, il sostanziale disinteresse delle istituzioni per i destini culturali del nostro Paese, ecc.), basterebbe "una mano energica", come dici tu, ma io credo che ci voglia molto di più.
A cominciare da un atteggiamento di fondo più solidale e collaborativo da parte di tutte le forze in campo; da una scelta decisa e inequivocabile a sostegno dell'arte italiana, degli artisti, dei direttori di musei, dei collezionisti, degli studiosi, di tutti coloro che, nonostante tutto, continuano a offrire il loro impegno per migliorare la condizione e la valorizzazione dell'arte italiana contemporanea. Chi bene, chi benissimo, chi modestamente.
Mi appare un po' troppo facile erigersi solo a giudice assoluto di tutto e di tutti (neppure la tua amata Artissima si salva!), dichiarando semplicemente l'impossibilità di fare qualcosa di buono in Italia e affossando qualsiasi tentativo, seppur limitato, di dare voce al mondo dell'arte contemporanea italiana che all'interno — è vero — mostra qualche caduta, ma che esprime anche qualità altissime, spesso "scoperte" dopo che qualche galleria o qualche museo straniero blasonato ce le indica.
Non sto a raccontarti che a molti — certamente privi degli "occhi attenti di chi conosce il sistema dell'arte" — Arte Fiera ha fatto un'impressione diversa da quella che hai avuto tu (se fossimo tutti d'accordo, che noia!), né a giustificare o puntualizzare scelte fatte.
Non credo, peraltro, che ciò potrebbe incidere minimamente sui tuoi giudizi.
Vorrei, invece, spendere qualche parola per tutti coloro che hanno preso parte, in un modo o nell'altro, ad Arte Fiera 2010: a favore dell'impegno delle gallerie che, nonostante abbiano passato un anno difficilissimo e stiano ancora vivendo momenti molto duri, hanno cercato di dare il meglio della loro competenza e professionalità nel selez ionare e presentare le opere dei loro artisti; a favore dei collezionisti italiani che tu coinvolgi indistintamente nel generale degrado, i quali sono considerati internazionalmente tra i migliori (non maggiori, bada, ma migliori) collezionisti del mondo dell'arte, invitati e coccolati dai più importanti musei così come dalle fiere più glamour e oggettivamente più rilevanti ed internazionali del mondo.
A favore dei Comitati di selezione che si sono avvicendati in questi anni, mettendo a disposizione di Arte Fiera, gratuitamente, la loro professionalità e le loro capacità per migliorare la manifestazione, creandosi più nemici che amici e impegnando generosamente il loro tempo per qualcosa che credono utile, non certo per una fiera "che sbanda paurosamente".
E infine, perché no, anche a favore di noi tutti che la fiera la "facciamo", magari, come dici tu, senza riuscire a sollevarla dalla sua condizione "obsoleta, quasi alla deriva".
Per quanto riguarda la seconda parte del tuo scritto, indirizzato personalmente a me, prendo atto volentieri dei tuoi consigli e ti assicuro che ne farò tesoro. Per quello che potrò.
Tutti noi, infatti, dobbiamo fare i conti con la realtà, che è purtroppo altra cosa dai desideri e dalle aspirazioni.
Sarebbe bellissimo poter organizzare una fiera con poche e selezionatissime gallerie, con un ampio spazio per le nuove ricerche, ospitando anche le associazioni no profit e il tutto a prezzi bassi.
Sarebbe bellissimo. Ma chi è nelle condizioni di farlo, non solo in Italia, ma in particolare in Italia?
Chi ha la capacità finanziaria di sostenere un'impresa simile?
E chi, nel nostro Paese, vorrebbe prendersi sulle spalle un tale impegno? Personalmente non ho conoscenza di alcuna volontà in questo senso, né nel pubblico né nel privato. Ma io, certamente, ho fatto il mio tempo e sono prontissima a cedere il passo a chi ha idee più fresche e mezzi (anche e soprattutto economici) per realizzarle.
Fammi sapere se conosci qualcuno in grado di affrontare positivamente questa sfida, e io le (o gli) darò tutto il mio appoggio. Per quel che vale.

Cordialmente
Silvia Evangelisti, Direttrice Arte Fiera Bologna
P.S.: vorrei ricordare, solo di sfuggita, che Arte Fiera ha anche un programma di iniziative culturali di tutto rispetto: dai convegni interni ai quali hanno partecipato rilevanti personalità internazionali, alle installazioni nel centro storico di Bologna, sino ad eventi straordinari — come quello davvero di importanza culturale mondiale — dell'incontro di due grandi protagonisti della cultura contemporanea come il compositore Arvo Pärt e l'artista visivo Bill Viola, ambedue presenti a Bologna, nell'Aula Magna di Santa Lucia, per una serata indimenticabile organizzata da Arte Fiera in collaborazione con l'Università di Bologna.
S.E.

GIANCARLO POLITI RISPONDE A SILVIA EVANGELISTI

Cara Silvia,
da sempre, a differenza di altri che sussurrano le proprie opinioni nel timore di essere ascoltati, io ritengo doveroso esercitare pubblicamente il mio ruolo di critico dell'arte (non d'arte). L'ho sempre fatto con le Biennali di Venezia, Manifesta, documenta e moltissime fiere. Ho sempre pensato, da frequentatore assiduo e attento di queste manifestazioni e del Sistema dell'arte, che spesso poche e semplici idee potrebbero rappresentare un lifting rigenerante per rassegne che mostrano ormai le rughe. Arte Fiera si presenta come una casa in disordine e dove una razionalità minima contribuirebbe a renderla molto più presentabile.
1) COMITATO DI SELEZIONE: Il mondo e il sistema dell'arte si evolvono più velocemente dei Comitati e delle fiere d'arte. Svecchiarli o eliminarli sarebbe un gesto di grande sensibilità e attualità. Hai mai visto un componente del tuo Comitato visitare un'altra galleria o altre fiere? Io mai. E nemmeno gli altri galleristi. Chiedi per convincerti. Dunque non servono a nulla, se non a costituire piccole lobby pro domo loro.
Dovresti essere tu, con un giovane critico o collaboratore informato e senza pregiudizi, a girare per gallerie e altre fiere e provvedere agli inviti per cercare di rinnovare lo spirito di Arte Fiera.
2) ASSEGNAZIONE DEGLI SPAZI E LAYOUT DELLA RASSEGNA: gli spazi dovrebbero essere assegnati secondo una logica di qualità e d’opportunità. Non si possono contrapporre gallerie con idee, modalità, stili, progetti e storie totalmente difformi, spesso antitetici. Ogni galleria dovrebbe vedere rispettata la propria storia ed essere collocata accanto al collega che non disturba l'armonia e la logica di una mostra. E le gallerie meno interessanti o di basso profilo (tante!) disporle in una area defilata. Ritengo che dovresti trovare il coraggio di indicare chiaramente quali sono le gallerie di serie A e di serie B. E magari anche di C. Con vantaggio per tutti: collezionisti, visitatori e le stesse gallerie collocate in queste aree.
Una mente grafica dovrebbe inoltre predisporre un'impaginazione della fiera, con chiare indicazioni segnaletiche degli spazi di ognuno, delle aree, dei servizi, e soprattutto dei padiglioni.
3) AREE DI RIPOSO: tutto il percorso di Arte Fiera dovrebbe essere costellato di panche per permettere il riposo a chi, dopo ore di peregrinazioni e di visite, è stanco e spesso affranto.
4) NUOVE AREE ESPOSITIVE: recuperare uno spazio di 300 metri quadri, dove invitare a prezzo politico (o anche gratuitamente) e attraverso una selezione attenta e severa, una decina di spazi alternativi o autogestiti, scegliendo ovviamente i più propositivi.
5) IL GIUDIZIO DI MOLTI ITALIANI E STRANIERI: cara Silvia, non farti ingannare dai falsi giudizi di chi non ha il coraggio di parlarti in faccia. Arte Fiera, che io ritengo in generale la migliore fiera d'arte italiana, si presenta veramente male. Non oso riportarti il giudizio di tanti osservatori italiani e stranieri. Ma non c'è bisogno, si vede a colpo d'occhio. Purtroppo il tragico tracollo del concetto di qualità in Italia ci porta ormai a tollerare e a salvare tutto. Persino le nostre trucide città.
6) COSTI DI PARTECIPAZIONE: so bene che non puoi farci nulla. Ma vorrei farti notare che i costi di partecipazione ad Arte Fiera, Artissima e Miart (pensate un po') sono quasi identici ad Art Basel, Frieze, FIAC, Armory. Roba da pazzi se si confrontano qualità e opportunità. Ma tant'è! Questa è la realtà del Bel Paese."

venerdì 26 marzo 2010

"MEDICATION" personale di Alice Attanasio a cura di Roberto Milani


"Medication"
Personale di Alice Attanasio
a cura di Roberto Milani

Titolo della Mostra: “Medication” dell’artista Alice Attanasio
Vernice: 20 maggio 2010
Location: Galleria San Lorenzo - Via Sirtori s.n.c. (a fianco del numero 33)
20129 Milano Tel. +39.0274236426 - 3396561812
Durata esposizione: 20 maggio – 27 giugno 2010
Orari: dal lunedì al sabato dalle ore 15 alle ore 19; mattina su appuntamento
Ingresso: gratuito
Info: www.arte-sanlorenzo.it milano@arte-sanlorenzo.it galleria@arte-sanlorenzo.it
Curatore: Roberto Milani
Uffico stampa: Patrizia Milani p.milani@arte-sanlorenzo.it
Catalogo: Zeta Scorpii
Testo critico : Roberto Milani


Una mostra personale di spessore e di qualità, quella allestita dalla giovane artista Alice Attanasio (vincitrice nella sezione under 25 dell’ultima edizione Premio Arte Laguna) alla galleria San Lorenzo di Milano, dove è possibile ammirare l’ultimissima produzione risolta con raffinata maestria, sia tecnica che intellettuale, dove l’artista esprime la sua “Medical-Philosophy”.

Il concetto è profondo, risolto però con leggerezza.
La nostra società è malata! E la cura è l’innocenza.
Quella del mondo dell’infanzia.
Gli unici in grado di poterla curare di fatto sono i bambini. Bambini/Dottori che attraverso la medicina dolce, intesa proprio come “zuccherosa” risolvono i malanni causati da noi adulti.
Prende forma quindi il progetto dove con l’arte si gioca, ci si cura e si guarisce!
In una sala operatoria, le siringhe sono piene di zuccherini, il filo di sutura è fatto di liquirizia, l’abaco di caramelle gommose, il cotone idrofilo è fatto di zucchero filato e via dicendo, sotto ovviamente l’occhio attento, vigile e spensierato dei tanti piccoli operatori sanitari (i protagonisti delle tele della brava Alice Attanasio) che non giocano a fare i dottori, lo sono di fatto.
Così come il gioco dell’arte che troviamo nell’ipotetica sala d’aspetto dove ognuno di noi può a nostra volta creare la propria opera ed iniziare così la terapia…
Forse questa mostra non risolverà davvero i mali della società, ma nel foglietto illustrativo non ci sono nemmeno controindicazioni… l’effetto placebo è comunque assicurato

giovedì 25 marzo 2010

Intervista tripla...



Una assoluta anteprima... più o meno....
intervista tripla (Agazzani, Bombaci, Milani) a proposito della mostra personale "ZEN-ZERO" di Giuseppe Bomabaci a cura di Alberto Agazzani presso la Galleria San Lorenzo - Milano (17-aprile / 14 maggio 2010) su Equilibri d'arte

Un doveroso grazie a EQULIBRI e a Lorenzo Paci

http://www.equilibriarte.org/articles/361/lang/i

L’oblio, il sonno, un sottile e sempre vitale desiderio di morte, lo stesso di cui parla il principe di Salina al piemontese Chevalley nel “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa, sta alla base della sicilianità più pura. Ed un desiderio di oblio sognante, un tuffo nel passato per riscoprire e ritrovare le radici della nostra cultura, rappresenta l’anima più intima ma evidente della ricerca pittorica del siracusano di Milano Giuseppe Bombaci. Memoria del passato ma anche lucida consapevolezza di un presente che vorticosamente si consuma in ogni attimo e che il pittore insegue, cerca di imprigionare e, appunto, obliare, sublimare sulla tela. Ma ancor più lo sforzo è quello di afferrare la dimensione del tempo, rinchiudendo nelle due dimensioni del dipinto il senso di quella memoria che torna per scomparire, di una Bellezza, pittorica e figurativa, che non cede all’incuria (sopra tutto a quella spirituale) di una modernità collassata e degenerante, che tutto corrompe, lacera, cerca invano di distruggere, accentuandone così il fascino irresistibile. Ed ecco allora tornare i fantasmi della grande pittura del “Secolo d’oro”, di quel Velazquez sopra tutti, che Bombaci affronta di petto carico di un coraggio ideale, caricandone il ricordo dipinto d’inquieta ma splendida visionarietà. La grande pittura seicentesca incontra la modernità espressiva di un giovane pittore senza tempo ma che dipinge il tempo, a significare, insieme, il trionfo dell’oblio e la potenza della Bellezza.
A.Agazzani


Da artista, potresti descriverci quale pensi essere il compito di un buon curatore ed un buon gallerista?

G.Bombaci - Un buon curatore come nel caso di Alberto (e ne sono sicuro) deve leggere l'anima delle cose, un Buon Gallerista (come Roberto) deve innamorarsi del lavoro di un artista e devo dire che lui è un ottimo amatore :-)

Da curatore, potresti descriverci quale pensi debba essere il compito di un artista e di un buon gallerista?

A.Agazzani - Un artista dovrebbe solo pensare ad essere sempre e solo sé stesso e a produrre buone opere. Un gallerista a promuoverle con passione, non solo venderle.

Da gallerista, potresti descriverci quale pensi essere il compito di un artista e di un buon curatore?

R.Milani - il compito di un artista è quello di creare. Essere anticipatore e cronista della propria epoca senza però mai dimenticare l'importanza dell'onestà di pensiero. Lo stupire fine a se stesso mi ha annoiato. La qualità è d'obbligo.
Il curatore è colui che ha l'annoso compito di tradurre l'arte dell'artista per la mente e le conoscenze del fruitore finale.
Deve essere un sigillo di garanzia, senza però diventarne il protagonista. Per molti tutto ciò è motivo di frustrazione...



Leggete riviste d’arte? Quali?

G.Bombaci - le riviste d'arte le tengo spesso in bagno…

A.Agazzani - Non leggo riviste d'arte: troppo marketting e troppa politica.
Preferisco visitare mostre e studi di pittori.

R.Milani - praticamente onnivoro... tutte quelle che trovo



Cosa guardate in televisione?

G.Bombaci - cosa guardo in tv? di sicuro molti film d'autore ma amo soprattutto il buon Horror

A.Agazzani - Sopra tutto film su Sky Cinema Classics

R.Milani - la tv è sempre accesa, spesso con il volume a zero, ma da qui a guardarla... vedo in realtà poche cose...



Cosa pensate della diffusione dell’Arte attraverso internet?

G.Bombaci - penso che il web sia un ottimo mezzo per la divulgazione dell'arte, ma anche per farsi conoscere attraverso la sua immediatezza, certamente questo non deve sostituire il rapporto umano.

A.Agazzani - E' un'ottimo strumento di divulgazione e di scoperta. Ho trovato molti ottimi artisti attraverso la rete.

R.Milani - obbligatoria e necessaria. Oggigiorno sarebbe anacronistico il contrario



Se doveste spiegare l'Arte contemporanea in tre parole, quali usereste?

G.Bombaci - Di grande impatto (quella vera) va pulita (quella facile e banale) rumorosa nel suo silenzio.

A.Agazzani - Dovrebbe rappresentare lo spirito di una civiltà che si rinnova ad ogni sorgere del sole, ma troppa di quella che vedo in giro, guarda caso strombazzata su giornali e riviste patinate, mi pare più un chiassoso circo, effimero e insensato, interessato più al mercato, ma sopra tutto allo shock dello scandalo ed alla conseguente notizia. Passato il quale non rimarrà più nulla.

R.Milani - attuale, verosimile, gonfiata



E se doveste spiegare questa mostra in tre parole?

G.Bombaci - Meditativa, non banale (anzi per nulla), di grande impatto emotivo ( l'arte deve scuoterci ).

A.Agazzani - La mostra di un pittore-pittore che ha avuto il coraggio di cercare dentro di sé le risposte al nichilismo collassante del nostro tempo e, trovatele, le ha espresse attraverso una splendida pittura-pittura.

R.Milani - cultura, tradizione, innovazione



Il più bel quadro della mostra?

G.Bombaci - "Eppure qualcosa gli stava accadendo" olio su rame del 2009 dalla serie guardiani.

A.Agazzani - "Dinamiche sospese, ovvero l'apparizione di Don Diego" del 2010

R.Milani - sono in difficoltà... ce ne sono diversi che vorrei per la mia collezione...



Artista si nasce o si diventa? Quando hai deciso che potevi fare l’artista?

G.Bombaci - Di sicuro credo che l'arte sia innata in chi vuol fare Arte con la "A" in un certo senso credo che si nasca artisti al di la dell'essere famosi omeno. Ho deciso di fare arte da piccolissimo come un bisogno primario, ma anche perché sono stato ben guidato da grandi Maestri siciliani.

Curatore si nasce o si diventa? Quando hai deciso che potevi fare “curare” gli artisti?

A.Agazzani - Non so se lo si nasce o lo si diventa. Personalmente è stata una scelta dettata dal mio amore per la scrittura e per l'arte antica inizialmente. L'approccio con un certo tipo di contemporaneità è avvenuto nel primi anni '90, quando ho scoperto che esistevano artisti ed opere "belle", preziose per la loro forma e per i loro contenuti, in continuità con la tradizione e i suoi valori, ma, nello stesso tempo, portatrici dello spirito della nostra epoca. Al tempo si chiamava "Arte Segreta". Oggi spero di aver contribuito a renderla meno "segreta".

Gallerista si nasce o si diventa? Quando hai deciso che potevi fare il gallerista?

R.Milani - si diventa, ma come si diventa astronauta o cassiere del supermercato... dipende dalle ambizioni, dai desideri, dalla passione...
Non so quanti ci potranno credere... ma a 14 anni avevo già le idee abbastanza chiare....



Cosa rende un artista affermato? il consenso della critica, il consenso del pubblico, o le vendite?

G.Bombaci - sono tre fattori che in un certo senso si legano e si inseguono a vicenda, l'uno è conseguenza dell'altra.

A.Agazzani - Esistono due tipi di affermazione: quella pubblica e quella personale. E delle due la seconda è di gran lunga la più importante perché inevitabilmente porterà con se anche la prima. Magari non subito, ma certamente. L'arte e gli artisti non devono sfidare il presente, ma vincere il futuro.

R.Milani - La storia lo rende affermato. La critica, il pubblico il commercio fanno la storia di un artista



Meglio un uovo oggi o una gallina domani?

G.Bombaci - La gallina sempre...

A.Agazzani - La gallina domani. Anche dopodomani. Con tutte le uova fresche che produrrà. Occorre saper aspettare...

R.Milani - ...e un tacchino dopo domani?



Il miglior ristorante che ti senti di consigliare

G.Bombaci - Più che un ristorante dei luoghi come in assoluto " A putia rò vinu" Modica (RG) dove il gusto si sposa con la migliore tradizione iblea.

A.Agazzani - Casa mia! Altrimenti a Milano il Baretto dell'Hotel Baglioni, che è come stare nel salotto di casa propria nel cuore della metropoli, In Italia assolutamente l'Ambasciata di Quistello, luogo dove la tradizione si rinnova ogni giorno senza rinnegarsi e dove lo spettacolo non manca mai. Sopra tutto fuori dal piatto (detesto le contaminazioni e le provocazioni gratuite anche in cucina)

R.Milani - perché non avete mai provato la mia cucina... comunque dipende dalle situazioni



Cosa pensi degli altri due?

G.Bombaci - Penso in maniera molto positiva, difficile incontrare persone di grande talento come Alberto e Roberto.

A.Agazzani - Non conosco entrambi da abbastanza tempo per poter esprimere un parere sicuro, ma Bombaci mi pare un artista con le idee chiare, la sensibilità raffinatissima e la dignità aristocratica di un vero siciliano. Roberto un ottimo gallerista-manager che crede fermamente in quello che fa e non ha timore di fare delle scelte.

R.Milani - Professionali e professionisti, seri e preparati. Alberto uno dei primi cinque in Italia, Giuseppe se ancora non lo fosse lo sarà...



Un Gallerista ed un Curatore con il quale vorresti lavorare

G.Bombaci - Spero di lavorare molto con Alberto e con altri grandi del suo livello, devo dire che Alberto ha una grande sensibilità....Roberto sono sicuro che diventerà ancora più grande ma non mi dispiacerebbe l'avorare anche per grandi galleristi come Gagosian o Cardi (scusate le pretese )

Un gallerista ed un artista con il quale vorresti lavorare

A.Agazzani - Il gallerista e l'artista che sanno far bene il loro lavoro e hanno rispetto di quello altrui.

Un artista ed un curatore con il quale vorresti lavorare

R.Milani - l'artista? sicuramente il prossimo che sarà in grado di emozionarmi, coinvolgermi e sapermi dimostrare che lo sia davvero. Il curatore cerco di coinvolgerlo di conseguenza, sottoponendo alla sua attenzione l'opera dell'artista in questione, il progetto, l'idea...... anche se... qualche nome in mente ce l'avrei...



Che musica ascolti?

G.Bombaci - Rock, Jazz, ma con una grande passione per Freddie Mercury.

A.Agazzani - Solo classica e lirica, con qualche escursione nel jazz.

R.Milani - veramente di tutto, dipende dai momenti, le necessità e gli stati d'animo. Dalla Callas ai Jethro Tull, da Miles Davis a De Andrè



Che mestiere volevi fare da bambino?

G.Bombaci - da Bambino ho sempre sognato di fare quello che faccio.

A.Agazzani - Il prete

R.Milani - Da bambino, cambiavo idea ogni giorno, dall'esploratore al pittore... poi il pensiero ha preso forma...



La materia scolastica dove andavi peggio.

G.Bombaci - Matematica, non la conosco neanche adesso :-)

A.Agazzani - Matematica, ovviamente. Ma avevo sempre come migliore amico un compagno di classe genio in quella materia, ma che non sapeva scrivere. Così ci davamo una mano a vicenda.

R.Milani - da sempre la matematica e a seguire l'inglese...



Come sei "inciampato" negli altri due?

G.Bombaci - Roberto lo Avevo conosciuto in una galleria dove lavoravo prima, poi un giorno ho deciso di mandargli una documentazione e siamo entrati subito in contatto stabilendo un ottimo rapporto professionale e umano, Alberto In un certo senso lo seguivo e lui seguiva me, ho avito i primi contatti sul web poi ci siamo conosciuti a Bologna e nel mio studio.. che dire semplicemente un grande.

A.Agazzani - Ho visto un quadro di Bombaci, pittore che per altro già conoscevo, su FaceBook e gli ho espresso i miei complimenti. Da lì siamo diventati amici in rete. Roberto è arrivato dopo di conseguenza. Ci siamo fugacemente incontrati ad ArteFiera a Bologna e poi nel mio studio. E ci siamo capiti al volo.

R.Milani - Giuseppe lo ho conosciuto tramite l'amico e collega Loris di Falco della galleria Obraz e quasi contemporaneamente me ne parlò anche Mimmo Di Marzio. Alberto è precedeuto dalla sua penna... attraverso i suoi scritti. Anche se confesso che Facebook ha aiutato... all'avvicinamento



Progetti per il futuro?

G.Bombaci - Spero tanti, uno a luglio di cui per scaramanzia non dico nulla.

A.Agazzani - Professionalmente sono sempre troppi e troppo ravvicinati per poterli affrontare con la giusta serenità. Privatamente spero finalmente di potermi concedere una vacanza.

R.Milani - Quanti ne vuoi... (ma da commerciante... te lo dico sottovoce... togliere dalle pareti delle case degli italiani tutte quelle innumerevoli cose inutili che pensano valgano qualcosa e sostituirle con dei veri e proprie opere d'arte... vabbeh, è meglio vincere il superenalotto)



Meglio forma o contenuto?

G.Bombaci - Forma e contenuto secondo il mio pensiero devono convivere in un perfetto matrimonio.

A.Agazzani - Meglio una forma che corrisponde ad un contenuto e viceversa. Kalos kai Agathos, naturalmente!

R.Milani - Se non c'è una forma non esiste neanche il contenuto



Bisogna avere più talento o più fortuna?

G.Bombaci - Talento ne sono sicuro, la fortuna ti bussa dopo.

A.Agazzani - Avere talento è già una bella fortuna.

R.Milani - Gli arabi definiscono il Back-gammon il gioco della vita, 50 % fortuna, 50% abilità... penso che sia la giusta formula



Quanto bisogna guadagnare per non essere poveri?

G.Bombaci - non mi sembra una bella domanda .... mica è tutto materiale in questo mondo.

A.Agazzani - Il sufficiente per vivere senza troppi sacrifici.

R.Milani - dipende dalle proprie esigenze...



Tu quanto guadagni?

G.Bombaci - Idem

A.Agazzani - Più di quello (poco) che mi serve per vivere.

R.Milani - molto meno di quanto tutti quanti pensano, ma sufficiente per le mie esigenze



La mostra più bella che hai visto

G.Bombaci - Molte mostre di Mimmo Paladino.

A.Agazzani - Ne ho viste molte molto belle e illuminanti, che mi si sono stampate nella memoria: "Identità e alterità" alla Biennale di Venezia del 1995, "Mélancolie, génie et folie en Occident" al Grand Palais di Parigi nel 2005 e "Claudio Parmiggiani. Apocalypsis cum figuris" al Palazzo Fabbroni di Pistoia nel 2007.

R.Milani - La prossima...



Il festival di Sanremo è truccato?

G.Bombaci - Sanremo? ...esiste ancora?

A.Agazzani - Non ne ho la più pallida idea. Già so a malapena cosa sia.

R.Milani - non penso, a parte qualche suggerimento...



I concorsi d’arte?

G.Bombaci - I concorsi d'Arte molti di quelli italiani sono trovate e basta...

A.Agazzani - Quelli importanti certamente sì. Troppo Marketting e troppa politica anche lì.

R.Milani - non penso, a parte qualche suggerimento... e non in tutti



Il tuo maestro?

G.Bombaci - il mio Maestro è stato Alfredo Romano superbo artista siciliano, Giuseppe Maraniello e Davide Benati.

A.Agazzani - Pier Luigi Pizzi per la vita e il metodo. Per l'arte non ho maestri diretti, ma modelli (etici ma non solo) che ho molto guardato, e molto guardo: i compianti Luigi Carluccio, Italo Mussa, Roberto Tassi, Giovanni Testori e Giorgio Soavi, mentre fra i viventi Jean Clair in primis, ma anche Marco Vallora, Robert Hughes, Barbara Rose. Anche il Vittorio Sgarbi dei tardi anni '80, che è colui che mi ha fatto per primo scoprire ed innamorare di una certa arte contemporanea, ma oltre a quello oggi non posso considerarlo un maestro.

R.Milani - Sergio Gobbato, un mercante che organizzava aste nei ristoranti a Milano, alla fine degli anni '70 inizi anni '80 al quale facevo da "cavalletto"



Quanti anni di gavetta per diventare quello che sei?

G.Bombaci - La gavetta quella non finisce quasi mai.. scherzi a parte 10 anni.

A.Agazzani - A questa domanda risponderò quando avrò la sensazione d'essere approdato da qualche parte.

R.Milani - non è ancora finita...



Cosa sai fare meglio di chiunque altro?

G.Bombaci - Penso di saper dipingere meglio di molti altri e non solo ma anche di avere una profondità maggiore.

A.Agazzani - Gli spaghetti al pomodoro.

R.Milani - me stesso



il tuo difetto maggiore?

G.Bombaci - Il mio difetto maggiore è l'incazzatura, quando mi viene spacco tutto.

A.Agazzani - Uno? Non saprei scgegliere fra il rigore assoluto (etico e professionale sopra tutto), un eccessivo senso della giustizia, la generosità e una buona dose di entusiastica ingenuità.

R.Milani - Di cosa stai parlando? tantissimi come tutti. dipende comunque sempre dai punti di vista



Il poster che avevi in camera da ragazzino?

G.Bombaci - Stranamente i poster non mi sono mai piaciuti, appendevo i miei disegni.

A.Agazzani - La Danae di Klimt e un grande ritratto di Herbert von Karajan.

R.Milani - la mia camera era veramente un caos... se oggi sono feticista dell'arte (nel senso che tengo e raccolgo tutto ciò che è inerente a questo settore, dai biglietti di una tale mostra all'opuscolo di pittori sconosciuti oltre a tutto il resto) allora appendevo al muro di tutto. Dai cartelli stradali alle foto, dai biglietti dei concerti a quelli dei tram...



Se non avresti fatto quello che hai fatto, cosa avresti fatto?

G.Bombaci - Bella domanda, penso mi sarei dedicato alla buona cucina.

A.Agazzani - Il cuoco

R.Milani - o l'attore (se ne avessi avuto le capacità) il cuoco se avessi trovato più cavie o il pubblicitario (settore creativo)



perché Zen Zero?

G.Bombaci - Zen-zero Come stato "zero" dell'arte dove ogni opera ha una sua separata identità, e zenzero come radice culturale del mio essere uomo e pittore.

A.Agazzani - Chiedetelo a Milani!

R.Milani - Zen come la filosofia orientale, zero come punto di partenza, zenzero come radice.




vedi anche:
MERCOLEDÌ 10 MARZO 2010
"ZEN-ZERO" personale di Giuseppe Bombaci a cura di Alberto Agazzani
http://www.blogger.com/post-edit.g?blogID=6846535364723813652&postID=8486157865162108003

Woody Allen e la sua New Orleans Jazz Band


Il 29 Marzo 2010, Woody Allen e la sua New Orleans Jazz Band, sarà in concerto al Teatro Verdi di Montecatini Terme - Pistoia - la prima data del suo tour europeo. Woody Allen e la sua New Orleans Jazz Band arrivano con un sensazionale mix di musica ispirata a New Orleans. Woody Allen è da sempre grandissimo fan e conoscitore della musica jazz, che ritroviamo sovente nelle colonne sonore delle sue opere, in particolare quella classica americana degli anni trenta e quaranta. ''Suono la musica della vecchia New Orleans'', annuncia Woody Allen prima di ogni concerto, con l'aria di voler giustificare che, anche allora, stecche e scivolate di tono erano all'ordine del giorno. Si scopre, poi, che nel suo repertorio (circa 200 pezzi, una ventina dei quali formano la ''scaletta'' dello spettacolo) ci sono anche temi del jazz di Chicago e degli anni Trenta. Il suono della sua band è fortemente legato alla musica che Woody Allen ha amato e da cui ha tratto ispirazione fin dalla sua infanzia, da artisti leggendari come Sidney Bechet, George Lewis, Johnny Dodds, Jimmie Noone e naturalmente Louis Armstrong. Non a caso nel finale di Manhattan, nella scena nella quale Isaac Davis (interpretato dallo stesso Allen) elenca a se stesso, e al pubblico cinematografico, le cose per cui vale veramente la pena vivere mette il suo amato Louis Armstrong, e in particolare la sua celebre incisione di Potato Head Blues, accanto a Groucho Marx, Willie Mays, il secondo movimento della sinfonia Jupiter, i film svedesi, L'educazione sentimentale di Flaubert, Marlon Brando, Frank Sinatra, le incredibili mele e pere dipinte da CÈzanne e i granchi da Sam Wo. ''Allen si ritiene solo un appassionato di musica, riconoscendo di non saperla leggere, ma affermando che, in compenso, i musicisti della sua orchestra sono tutti professionisti riconosciuti, che eccellono in questo tipo di jazz.'' In più di un’occasione ha dichiarato che da giovane non voleva essere attore o regista, ma che il suo sogno era di dedicarsi al basket o al baseball, e che ha sempre desiderato finire la sua vita da musicista. Woody Allen and his New Orleans Jazz Band è composta da Woody Allen (Clarinetto), il direttore musicale Eddy Davis (Banjo), Conal Fowkes (Pianoforte), Simon Wettenhall (Tromba), Jerry Zigmont (Trombone), John Gill (Batteria), Greg Cohen (Basso). Sin dagli anni settanta la New Orleans Jazz Band, acclamatissima dalla critica, si esibisce regolarmente a New York, prima al Michel’s Pub e successivamente al Carlyle Hotel. Mantenendo la spontaneità originale della musica, ogni performance è un insieme energico di improvvisazioni senza ''play list'', durante la quale nemmeno i musicisti sanno che canzone verrà proposta. Una jam session esclusiva e un’occasione unica per apprezzare le doti musicali del grande regista americano!
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Inizio spettacolo ore 21,30
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Biglietti: primo settore € 88,00
secondo settore € 75,00
terzo settore € 63,00
quarto settore € 50,00
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Per informazioni:
Nuovo Teatro Verdi
51016 Montecatini Terme (PT) Viale Verdi, 45
Tel 0572.78903 - Fax 0572. 70626
info@teatroverdimontecatini.it
www.teatroverdimontecatini.it

MiArt 2010...

Ahimè quest'anno non potrò esserci... prima volta dopo 10 anni... niente commenti quindi, solo comunicazione...


comunicato stampa
Si terrà dal 26 al 29 marzo 2010 (inaugurazione 25 marzo) la quindicesima edizione di MiArt, Fiera Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Milano nei padiglioni cittadini di fieramilanocity.

Premessa principale nella definizione della nuova edizione è la qualità già affermata nella passata edizione e fermamente perseguita per le edizioni future attraverso una selezione scrupolosa e coerente. Obiettivo di MiArt, infatti, è il suo posizionamento tra le fiere d’arte più importanti al mondo. Prosegue, in questo senso, il lavoro determinato di Alessandro Cappello, Direttore di MiArt, che dal suo arrivo, nel 2008, ha avviato un cambiamento radicale della manifestazione. “Puntare sull’eccellenza del mercato dell’arte: è stato il mio obiettivo dichiarato appena ho ricevuto l’incarico e a un anno di distanza, forte degli eccellenti risultati ottenuti nel 2009, l’obiettivo rimane lo stesso. MiArt sta effettuando un cambiamento di rotta, con la selezione rigida di gallerie di provata serietà e prestigio. MiArt deve essere sinonimo di eccellenza artistica, luogo privilegiato di incontri culturali, piazza strategica di scambi. Le fiere, a mio avviso, sono il territorio più neutrale per il mercato dell’arte: è qui che gli operatori del settore si incontrano creando fra loro concorrenza, caratteristica fondamentale per garantire equità di prezzi lontani da speculazioni eccessive e spesso immotivate. Queste garanzie, già la scorsa edizione, in un momento in cui la crisi mondiale aveva toccato anche il mercato dell’arte, avevano fatto sì che MiArt generasse un volume di affari di oltre 8 milioni di euro. Non ho dubbi: la qualità è la migliore garanzia per un investimento sicuro e questa è la strada che noi abbiamo deciso di percorrere la scorsa edizione, che ripercorreremo nel 2010 portando a MiArt il top delle gallerie italiane e una selezione di quelle straniere. Per il futuro ci dedicheremo molto anche all’estero, ma forti dell’importante nucleo italiano che sta credendo in MiArt e che su questa fiera sta puntando per la propria visibilità e per il proprio business. Elevare la qualità degli espositori e far confluire sulla fiera un numero considerevole di grandi collezionisti italiani ed internazionali sono il nostro lasciapassare per le prossime edizioni” dichiara Cappello.

Confermati per il 2010 Giacinto Di Pietrantonio, curatore del settore Contemporaneo, Donatella Volontè curatrice del settore Moderno. A loro si aggiungono, per il 2010, tre nuove figure: Giorgio Verzotti, a cui è stata affidata la curatela del catalogo, Milovan Farronato che si occuperà del MiArt Talk, il programma di convegni e tavole rotonde all’interno della fiera e Francesca Ceccarelli, responsabile del programma vip.

Rinnovato, rispetto al 2009, anche il Comitato Consultivo, composto dai galleristi Marco Altavilla, Emi Fontana, Paola Guadagnino, Epicarmo Invernizzi, Francesca Minini, Mauro Nicoletti, Lorcan O’Neill, Mario Pieroni, Mimmo Scognamiglio, Giulio Tega.

Nuovi nomi anche per il Comitato d’onore composto da figure che, con modalità diverse, sostengono e promuovono le arti: Flavio Albanese, Corrado Beldì, Daniel Bosser, Pierluigi Cerri, Paolo Consolandi, Lieven Declerk, Ernesto Esposito, Giorgio Fasol, Alessandro Mendini, Giovanni Puglisi, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.

Ricco il carnet di eventi speciali che caratterizzeranno MiArt 2010.
Con Convegni e dibattiti, clicca qui
Con Miraggi, il percorso di arte contemporanea nella città promosso da MiArt e dall’Assessorato all’Arredo, Decoro Urbano e Verde del Comune di Milano. Oltre agli eventi collaterali alla fiera: EnjoyMiArt, un grande happening per il pubblico e per la città.

Contemporaneamente 2010


Milano 24 marzo 2010 – Milano e Torino insieme per l’arte contemporanea.

CONTEMPORANEAMENTE. MILANO 2010, SPECIALE PRIMAVERA
Arti visive, design, teatro, danza, cinema, musica nel segno dell’arte contemporanea in sinergia con la Città di Torino che presenta ContemporaryArt Torino Piemonte

Arte è ciò che diventa mondo, non ciò che è mondo.
Karl Karus, Detti e contraddetti

L’edizione 2010 di Contemporaneamente e Contemporary Art presenta al pubblico un’offerta ricca e articolata di mostre, iniziative, eventi e spettacoli legati alle arti e alle arti della scena. Ciò che il progetto sinergico fra Milano e Torino intende mettere in atto è, infatti, la costruzione di un “mondo” che dialoga con tutte le forme espressive con particolare attenzione ai linguaggi del nostro con-temporaneo. E non soltanto. Perché il mondo è in noi come il tempo che scandisce il ritmo e imprime il movimento alla relazione che nasce fra arte e vita. La dimensione urbana è, poi, un altro degli affascinanti temi al cuore di questa manifestazione che si propone di vivere diversamente le città. In tal modo possiamo anticipare il nostro domani scoprendo che i segni del futuro sono già alle nostre spalle. Memoria e immaginazione interagiscono per creare nuovi pensieri, emozioni, visioni. E che cos’è davvero l’arte contemporanea, prendendo a prestito le parole di Joseph Beuys, se non una forza rivoluzionaria che consiste nella forza della creatività umana?

Massimiliano Finazzer Flory
Assessore alla Cultura del Comune di Milano


Visitate il sito: http://www.comune.milano.it/dseserver/contemporaneamente2010/allegati/contemporaneamente2010.pdf

"L'arte di fare cultura" installazione di Fabio Pietrantonio

mercoledì 24 marzo 2010

IV PREMIO DI PITTURA MOVIMENTO SEGRETE DI BOCCA 2010

IV PREMIO DI PITTURA
MOVIMENTO SEGRETE DI BOCCA 2010

il Comitato Promotore vi invita all'esposizione delle trentuno opere selezionate alla IV edizione del Premio Movimento nelle Segrete di Bocca 2010 presso:

Le Segrete di Bocca
Lunedì 29 marzo 2010 ore 18.30
(l’esposizione termina il 10 maggio)
Via Molino delle Armi 5 (cortile interno)
20123 Milano

S e l e z i o n a t i 2 0 1 0

Davide Avogadro, Riccardo Bergonzi, Stefano Bolcato,
Andrea Bovara, Gabriele Buratti, Saturno Buttò, Davide Casari,
Giorgio Cecchinato, Giuliano Costa, David Dalla Venezia,
Emanuele Dascanio, Francesco Diotalellevi, R.R. Calonego FAIDO,
Cristina Gandini, Simone Gilardi, Ugo Levita, Elena Monaco, Mattia Montemezzani, Ester Negretti, Daria Palotti, Lorenzo Perrone, Donatella Ribezzo, Ugo Romano
Jeannette Rutsche Sperya, Valerio Saltarelli S., Andrea Simoncini, Alberto Storari,
Remo Suprani, Sebastiano Sutera, Silvio Tomasoni, Francesco Tromba

Giorgio Lodetti
Le Segrete di Bocca
Via Molino delle Armi 3/5
20123 Milano
Lunedì ore 18.30
da Martedì a Venerdì 10-14/16-19
E.mail: giorgio.lodetti@libreriabocca.com
Tel.: 02.58302093 Fax: 02.58435413

Allego l'immagine solo di alcune opere selezionate


Saturno Buttò

Davide Avogadro

Gabriele Buratti

Ester Negretti

Andrea Simoncini

Simone Gilardi