RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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venerdì 28 febbraio 2014

ERCOLE PIGNATELLI "Opere su carta : 1976-2013"



ERCOLE PIGNATELLI
"Opere su carta : 1976-2013"


A cura di Salvatore Marsiglione
Con il Patrocinio dell'Associazione Luigi Russolo

giovedì 6 marzo h. 18,30
MAG, Via Vitani 31, Como
6-29 marzo 2014

 

Considero Pignatelli, della cui opera mi sono spesso interessato, uno fra i maggiori pittori italiani. Il suo lavoro ha sempre seguito una linea ascendente, senza cedimenti e da una decina di anni il suo progredire è fonte di arricchimento. Le sue ultime opere testimoniano il suo vigore pittorico.
Astrazione e figurazione non hanno mai rappresentato un problema: conta solo per lui il fatto pittorico in sé e la sua opera si è diluita nel tempo prodigandosi parimenti con maestria e generosità. La sua pittura è al di fuori delle mode, delle scuole, e in tutta libertà si avvolge di molta magia.
Le influenze dell'esordio sono mano a mano sfumate e l'artista fece suo quanto di meglio offrivano i venerati maestri. L'opera è spesso illuminata da ombre illusorie e da luce legate il più delle volte a un Sud mediterraneo, e la sua visione è spesso abitata dal miraggio delle Masserie, tipiche cascine-fortezza dalla rigorosa architettura neo-cubista. Spesso i paesaggi di Pignatelli sono inondati di un'atmosfera cosmica, quasi immanente, un'atmosfera mai angusta come se ci trasportasse al di là del nostro stesso sguardo.
I colori dell'artista italiano sono stimolanti, lavorati in profondità di tavolozza, sono colori interiorizzati che vanno ad alimentare a volte con sobrietà, a volte con prodigalità, le forme-strutture. Cromatismo e costruzione nascono quindi da una stretta alleanza che lascia però talvolta posto, fortunatamente, al miracolo del caso.
I nudi femminili di Pignatelli sono omaggi evidenti e decisamente volontari a quel grande e geniale avventuriero della pittura che era Pablo Picasso, del quale l'amico Henri Matisse ha detto e scritto «Lui solo può osare tutto e restare sempre entro le leggi della pittura». I nudi femminili di Ercole, tema ossessivo, si ergono davanti a noi, a testa in giù, con i piediper aria, vere e proprie donne-statua. La nudità sensuale delle loro carni è come saporita e molti di questi nudi impastati di fecondità.
Vi è peraltro una stretta relazione sensoriale tra ia nudi e i frutti di Pignatelli. Sono, per così dire, "succulenti" e le ramificazioni dei rami degli alberi di alcuni paesaggi si spiegano come tante nervature, vene e arterie di una natura nel pieno vigore della vita.
Alcune sue tele appaiono come vere foreste di forme che danno una sorta di rinnovato vigore al nostro sguardo, a conferma di una potenziale energia che fluttua in tante opere del pittore italiano che si afferma come l'artista delle metamorfosi-metafore, in una surrealtà dall'alta consistenza pittorica.
André Verdet, «Notes et Entretiens sur la peinture» Editions du Petit Véhicule, Nantes

Robert Capa al MAN


 Robert Capa
-Una vita leggermente fuori fuoco- 
MAN - Nuoro
7 marzo - 18 maggio 2014

Inaugurazione
sabato 07 marzo ore 19.00

Robert Capa. Una vita leggermente fuori fuoco è il titolo della retrospettiva dedicata dal Museo MAN di Nuoro a uno dei più importanti maestri della fotografia del xx secolo. Con quasi cento scatti tra i più significativi dell’intera produzione di Capa, la mostra, realizzata in collaborazione con Magnum Photos e Contrasto, ripercorre le tappe fondamentali del percorso umano, professionale e artistico del grande fotoreporter, spentosi sessant’anni fa.
In programma dal 7 marzo al 18 maggio 2014, la mostra di Capa, dopo quelle di Henri Cartier-Bresson e Werner Bischof, chiude il ciclo di eventi espositivi, iniziato nel 2011, dedicati dal museo nuorese ai fotografi dell’agenzia Magnum.
Nato in Ungheria nel 1913 con il nome di Endre Friedmann, emigrato a Berlino e poi a Parigi, Capa è considerato il padre del fotogiornalismo. Figlio di una famiglia ebrea ed esule egli stesso, non smise mai di documentare il mondo dei diseredati e dei profughi, utilizzando la macchina fotografica come strumento di testimonianza e di denuncia. I suoi reportage, pubblicati su importanti riviste internazionali, tra le quali “Life” e “Picture Post”, costituiscono un documento storico di indiscusso valore, oltre che uno straordinario e affascinante archivio di immagini, talvolta immediate ed esplicite, talvolta sottili e ironiche.
Il percorso della mostra ha inizio con le celebri istantanee di Leon Trotsky, realizzate senza autorizzazione a Copenaghen nel 1932. Nel 1931 Capa si era trasferito a Berlino, da dove sarebbe fuggito all’avvento del Nazismo per recarsi a Parigi. È qui che nel 1936 fotografa i tumulti delle lotte operaie e del fronte popolare.
Ancora nel 1936 Capa è in Spagna, per documentare la guerra civile. A Cerro Muriano, nel mese di agosto, realizza lo scatto che lo renderà celebre in tutto il mondo, “Morte di un miliziano lealista”, una delle più famose immagini della storia del Novecento, presente in mostra insieme ad altre fotografie del periodo.


Nel percorso al MAN, oltre a una decina di fotografie del conflitto cinese-giapponese, realizzate nel 1938, anche una selezione delle immagini realizzate da Capa in Gran Bretagna e in Italia durante la seconda guerra mondiale, tra le quali il “Contadino siciliano che indica all’ufficiale americano la presenza di un convoglio tedesco”, “L’uomo con in braccio la bimba ferita”, “Il funerale delle giovani vittime partigiane delle Quattro giornate di Napoli”.
Un’altra sezione è dedicata alla documentazione dello sbarco degli alleati in Normandia. È in questa occasione che Capa realizza i celebri fotogrammi da lui stesso definiti “leggermente fuori fuoco”, a causa di un errore tecnico nella fase di sviluppo. In mostra sono presentati i principali, insieme ad altre fotografie realizzate in diverse parti della Francia nel 1944.
Completano il percorso espositivo le fotografie delle macerie tedesche dopo la fine della guerra, le immagini scattate in Ucraina nel 1947, dove Capa documenta la vita nelle fattorie collettive, gli scatti del conflitto israeliano e quelli dell’ultimo reportage in Indocina, dove Capa troverà la morte sul campo, a causa di una mina anti-uomo.
Chiude la mostra un’ampia sezione dedicata ai ritratti realizzati da Capa nel corso della sua carriera, da Gary Cooper a Ingrid Bergman, sua amante, da Truman Capote a John Huston, fino alle celebri immagini di Matisse e dell’amico Pablo Picasso.

Informazioni e prenotazioni:
MAN_Museo d’arte Provincia di Nuoro
Via Sebastiano Satta 27 - 08100 Nuoro - tel +39.0784.252110 Orari: 10:00 - 13:00 / 15:00 - 19:00 (Lunedì chiuso)
Biglietteria:
Intero 3,00 euro
Ridotto 2,00 euro (dai 18 ai 25 anni) Gratuito under 18 e over 65
Gratuito ultime domeniche del mese

Proroga Visible White Photo & Video Prize



Proroga Visible White Photo & Video Prize

Il nuovo termine ultimo per aderire a Visible White è il 10 marzo, concorso internazionale per fotografi e video artisti a cura di Marinella Paderni e Paul di Felice, ideato da Celeste Network e la Fondazione Studio Marangoni.

In palio 3.000 euro di premi in denaro per il miglior progetto e la migliore opera.

Leggi il tema sulle Identità Personali:

Il comitato di selezione è composto da:
Jim Casper, LensCulture, Parigi, Francia
Clare Grafik, Head of exhibitions, Photographers Gallery, Londra, UK
Hripsime Visser, Curator of Photography presso lo Stedelijk Museum, Paesi Bassi
Bas Vroege, Director of Paradox, Amsterdam, Paesi Bassi
Venti opere finaliste saranno selezionate dal comitato ed esporranno i propri lavori presso la Fondazione Studio Marangoni a Firenze dal 16 maggio al 16 giugno 2014.
Quote di adesione:
20 € opera singola
45 € progetto, quest’ultimo può contenere fino a 10 opere in fotografia e/o video.


Per partecipare entra a far parte della community di Celeste Network
http://www.premioceleste.it/ita_auth_login/

Per maggiori informazioni
tel 0577-1521988

giovedì 27 febbraio 2014

SFIGGY, FULL THROTTLE! mostra personale di Alessio Bolognesi




SFIGGY, FULL THROTTLE!
mostra personale di Alessio Bolognesi


Dall' 8 al 30 Marzo 2014

Paggeria Arte, Piazzale della Rosa, Sassuolo (MO)


SFIGGY FULL THROTTLE!
by
Giovanna Lacedra

Mi disegni, per favore, una pecora?
Cosa?
Disegnami una pecora

Balzai in piedi come fossi stato colpito da un fulmine.
Mi strofinai gli occhi più volte guardandomi attentamente intorno.
E vidi una straordinaria personcina che mi stava esaminando
con grande serietà”


(Antoine De Saint-Exupery – Il Piccolo Principe)



Era una giornata lavorativa come tante. La riunione era interminabile e gli sbadigli non tardavano ad arrivare. Ma bisognava stare svegli, arguti e attenti.
Non è che il suo lavoro non gli piacesse, in fondo aveva studiato anni per diventare un ingegnere. Eppure, c’era qualcosa che mancava. Qualcosa non bastava. Qualcosa, in qualche modo, pareva essersi fermato sul più bello. Era come una sorta di muta consapevolezza: la certezza che una realtà più intensa e magica lo stesse aspettando da tutt’altra parte, o stesse bussando alle porte blindate della sua ragione. Come un bambino che, rimasto al chiuso in uno sgabuzzino, batte i pugni sulla porta perché qualcuno venga ad aprirgli, allo stesso modo questa energia spingeva dentro di lui.
Si chiamava creatività. Si chiamava stupore. Si chiamava coraggio.
Si chiamava “bambino interiore”.
Come scrisse Antoine De Saint-Exupéry nella dedica introduttiva al suo racconto più celebre,“Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano)”. Troppi adulti, diventando tali, dimenticano il bambino che sono stati. E questo è un grave errore.


[...]


Così nacque una figuretta alquanto singolare.


[...]


Sfiggy fu il primo nome che venne in mente al suo papà. Così ammaccato e maldestro doveva aver vissuto una serie di sciagure. Insomma, non sembrava propriamente una creatura fortunata. E dunque, sì, Sfiggy era il nome che gli si addiceva.


Per mano di Alessio, Sfiggy ha visitato innumerevoli realtà: ha conosciuto luoghi, incontrato personaggi e in alcuni casi, ha vendicato gli uomini.



[...]

L’epos di Sfiggy non è che un viaggio in avanti e a ritroso nel tempo, senza mappe, senza itinerari, senza un ordine cronologico prestabilito.


Semplicemente, FULL THROTTLE!


Granitico eroe di se stesso, egli osa, rischia, si frantuma.
Quindi si ferma, si ricuce e poi riparte.
Di tela in tela, il suo viaggio si snoda come un’onda.

Visitando una mostra di Alessio Bolognesi può accaderci di sorprendere Sfiggy in compagnia di personaggi che appartengono alla nostra memoria visiva. Pollon, Hello Spank, Dylan Dog e molti altri. E la stessa tecnica con cui tali vicende vengono narrate rimanda alla tradizione giapponese delle stampe ottocentesche (pensiamo agli ukiyo-e del periodo Edo realizzati da artisti come Hokusai e Hiroshige) o dei più recenti anime. Ampie aree accuratamente campite vengono racchiuse da un nero contorno, che si assottiglia o ispessisce a seconda della necessità rappresentativa. L’immagine che ne risulta è esteticamente chiara, pura e leggibile.
Le fatiche personali, quelle intime e private, sono ben altra cosa e Sfiggy lo sa.
Per questo negli ultimi mesi si è nuovamente spostato dalla tela alla carta. Non per ritirarsi dalla scena, quanto piuttosto per ritrovare una dimensione personale che gli permetta di interloquire con i propri fantasmi.
Alessio Bolognesi recupera una serie di carte datate tra 1820 e 1870. Istintivamente decide di “prepararle” in maniera piuttosto grossolana, sporcandole, cioè, con del colore diluito. Ad asciugatura avvenuta, il fondo si presenta come un insieme di macchie apparentemente casuali. A questo punto Alessio da la caccia a Sfiggy. Prende a giocare a nascondino con lui. [...] Nasce così una serie di illustrazioni in cui il testo scritto a mano e le macchie di colore acquerellato, fungono da texture per vere e proprie acrobazie emozionali.

I lavori più recenti aprono invece una nuovo ciclo, attualmente in progress, titolato I dolori del giovane Sfiggy. Il riferimento al romanzo giovanile di Goethe non è da ricercarsi nella trama, quanto piuttosto nel titolo. Si tratta di opere realizzate ad acrilico su tele di lino grezzo di piccolo e medio formato, raffiguranti uno Sfiggy apparentemente irrobustito, eppure eroso dentro. Questi traumi interni, localizzati in specifiche parti della sua ossatura, vengono rintracciati per mezzo di aperture rettangolari, somiglianti a lastre radiografiche, dipinte su determinate zone del corpo. Può trattarsi di un’ernia intravertebrale come di una lesione al legamento di una caviglia. In ogni caso si tratta di “dolori” fisici che si fanno metafora di “traumi” di altra natura.
Perché, per citare ancora una volta il Piccolo Principe, l’essenziale è invisibile agli occhi.

In definitiva, tutto accade e nulla è prevedibile, ma Sfiggy sa sempre come risollevarsi.
Ha dalla sua parte la stessa saggezza dei bambini. Quella di rialzarsi, asciugarsi le lacrime e tornare a giocare con lo stesso stupore di prima.


BENVENUTA PRIMAVERA - il piacere dell'arte a Milano Marittima



Torna anche quest'anno il consueto "Week-End di Primavera" targato Casa d'Arte San Lorenzo. 

La splendida località dell'adriatico, Milano Marittima, sarà la cornice ideale della manifestazione tanto attesa.

Il prossimo 5 e 6 aprile, i circa 200 invitati avranno la possibilità di trascorrere l'intero fine settimana presso il raffinato Premier Resort (http://www.premierhotels.it/premiersuites/) e godranno della possibilità di vedere il meglio della collezione della Galleria in esclusiva. 

Ospite di eccezione della kermesse, il Maestro Giovanni Maranghi che presenterà una selezione degli ultimi suoi lavori e ci introdurrà alla grande mostra di maggio che avrà luogo a Stoccarda presso il Schloss Solitude (vedi anche http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2014/02/giovanni-maranghi-stoccarda-porta-la.html).

Evento all'indirizzo:

Info 
0571-43595
galleria@arte-sanlorenzo.it



Gianfranco Pardi - …Poeticamente abita l’uomo…

Quando Casa d'Arte San Lorenzo aprì la sua prima galleria milanese, oramai qualche anno fa, inaugurò con una collettiva dedicata al genio creativo di una generazione di artisti che insieme, vissero la stagione del rinnovamento. Arte, design, cultura... Una mostra intitolata HERE, curata da Maurizio Vanni, dove trovavano spazio, e rinnovata visibilità, quattro artisti straordinari: Valerio Adami, Giandomenico Belotti, Gianfranco Pardi ed Emilio Tadini (http://www.arte-sanlorenzo.it/news_focus.php?id=48).

Ora una grande rassegna alla Fondazione Marconi dedicata a Gianfranco Pardi: …Poeticamente abita l’uomo…




Stirandosi, adagiandosi sul bianco della tela
come su uno schermo vuoto,
la figura cancella lo spazio, si fa spazio.
A gomitate lo occupa.
Sempre, sulla tela rimangono solamente
pigmenti e segni e immagini, come ombre.
Gianfranco Pardi aprile 1987

…Poeticamente abita l’uomo…

Inaugurazione: 27 febbraio 2014 dalle ore 18.00

Dal 28 febbraio al 10 aprile 2014

La Fondazione Marconi presenta al pubblico una mostra incentrata su alcune opere degli anni
Settanta dell’artista milanese Gianfranco Pardi, a due anni dalla sua scomparsa. L’intera opera di Pardi, di ambito strutturalista e concettuale, si basa sullo studio dello spazio e sul rapporto tra astrazione e costruzione. La costante, che attraversa tutto il suo percorso artistico, è l’integrazione rigorosa di pittura, disegno e scultura. La riflessione dell’artista sull’architettura inizia già a partire dalla fine degli anni Sessanta, con le prime raffigurazioni di interni ed esterni architettonici e successivamente con lavori chiamati, appunto, “architetture”.

Quando lavoro attorno a un problema specifico che chiamo “architettura”, so di non parlare della architettura e so che il mio lavoro non agisce nel senso di produrre una sorta di astratta architettura. Eppure tutto il mio lavoro, da tempo, si istituisce espressamente attorno al senso di questo problema.

Con “architettura” Pardi vuole intendere una modalità, un processo creativo, un mezzo attraverso il quale potersi concentrare sulle possibilità costruttive della forma, su esperienze plastiche, che evidentemente rimandano alle utopie dell’avanguardia, al Suprematismo e al Costruttivismo russi e al Neoplasticismo olandese.
La rilettura di Malevič, Tatlin, El Lisitzky e di altri protagonisti di quei movimenti, permette all’artista di cogliere gli elementi ancora vitali di quelle esperienze artistiche, facendone uno dei protagonisti e interlocutori più qualificati nelle vicende della pittura e scultura contemporanee.

In quest’ottica si collocano la serie di progetti-studi realizzati con tecnica mista su carta Poeticamente abita lʼuomo e l’installazione dallo stesso titolo, tratto da un verso del poeta tedesco Friedrich Hölderlin.
Concepita da Pardi nel 1977, l’installazione, esposta al primo piano della Fondazione, è complessa per riferimenti ed elaborazioni ma di rigorosa semplicità formale. Presentata per la prima volta in una mostra personale allo Studio Marconi nel 1978, nasce da una riflessione sulla
casa che il filosofo e ingegnere austriaco Ludwig Wittgenstein costruì a Vienna per la sorella nella
seconda metà degli anni Venti.

Questo lavoro (il mio lavoro intorno a quel lavoro) proprio mentre pretende di avere afferrato un senso nel suo percorso, si apre improvvisamente a nuove ipotesi…

Qui “Pardi si applica alla decifrazione della misura delle tre porte che si aprono nel salone della casa Stonborough, con un furore decrittatorio che evoca altre analoghe ossessioni tematiche e poetiche di pittori come Monet, Cézanne e altri” – scrive Bruno Corà nel catalogo Gianfranco Pardi Opere 1970/77, realizzando – “…una doppia proficua meditazione sulla struttura della forma e sul pensiero del filosofo viennese”.
Al secondo piano della Fondazione è esposta una parte molto significativa della biografia artistica di Pardi, dedicata ad alcune Architetture che vanno dal 1972 al 1975. È qui particolarmente evidente il connubio di pittura e scultura, cui si aggiungono e sovrappongono elementi come cavi e tensori.
Tra queste citiamo Architettura del 1975 e Sistema del 1976. La prima, realizzata con una struttura di ferro, cavi d’acciaio e segni di matita direttamente su muro, riesce a coniugare la
smaterializzazione estrema dell’oggetto a una sua presenza inequivocabile. Il ferro, sospeso nella
leggerezza dei cavi e dei segni di matita sul muro, accade continuamente sotto il nostro sguardo, il suo esserci non sembra mai coagularsi in una stabilità definitiva. Sistema invece, composto di più elementi, è un modello che si ripete uguale e differente, da cui traspare la consueta poesia che Pardi sa trarre da strutture in ferro e cavi d’acciaio e che riafferma la duplicità della sua natura: fisica e fenomenica, ideale e mentale. In occasione della mostra viene dedicato a Gianfranco Pardi il Quaderno della Fondazione n. 12 con alcune immagini delle opere esposte, un testo di Bruno Corà, una selezione degli scritti dell’artista e le sue note biografiche.

 


Note biografiche

Gianfranco Pardi nasce nel 1933 a Milano. Sin dall’inizio la sua ricerca è impostata sullo spazio e sulla progettualità costruttiva che dà vita ad opere di grande rigore formale, caratterizzate dall’integrazione di disegno, pittura e scultura in una dimensione spaziale di respiro architettonico. Nel 1959 si tiene la sua prima personale a Brescia, alla Galleria Alberti, mentre l'anno seguente è ospitato dalla Galleria Colonna di Milano. Durante gli anni Sessanta sviluppa uno stile che integra il disegno, la pittura, la scultura e l'architettura. Del
1965 è la sua partecipazione alla mostra collettiva La figuration narrative dans l'art contemporain a Parigi. Nel 1967 comincia la sua collaborazione con lo Studio Marconi di Milano e si dedica alla realizzazione di opere che sono una rilettura delle avanguardie storiche come l'Astrattismo, il Suprematismo, il Costruttivismo
e il Neoplasticismo. Negli anni Settanta sviluppa nelle sue Architetture la volontà di costruire e fondare uno spazio attraverso la pittura, poiché ritiene che tale mezzo espressivo possa produrre immediatamente l'idea. Le sue opere si sviluppano attraverso segni e gestualità geometriche che, insieme a poche cromie, lo aiutano ad esprimere il concetto di costruttività. Nel 1974, e in seguito nel 1993, partecipa alla XXVII Biennale del Palazzo della Permanente a Milano. Nel 1981 è all'interno di due importanti mostre collettive
come Linee della ricerca artistica in Italia 1960/1980, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, e Il luogo della forma, al Museo di Castelvecchio di Verona. Nel 1984 l'Università di Parma gli organizza una grande antologica e due anni più tardi partecipa con una personale alla Biennale di Venezia, alla Triennale di Milano e alla Quadriennale di Roma. Tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta realizza le opere delle
serie Cinema, Monk e Maschere, concentrandosi sull'utilizzo di supporti in ferro. Successivamente la sua ricerca artistica si indirizza sul tema della “Montagna-Sainte Victoire”, ispirata alle opere di Cézanne, e ai
cicli intitolati Nagjma, ispirati alla luce e alla notte di Tangeri, e Box, ovvero lavori realizzati con scatole di cartone. Nel 1998 Palazzo Reale a Milano ospita una sua personale. L'anno successivo vengono organizzate una serie di importanti mostre in Germania al Frankfurter Kunstverein di Francoforte, al Museo Bochum di Bochum e al Kulturhistorisches Museum di Stralsund, mentre nel 2000 si inaugura la personale dal titolo Homeless alla Galleria Giò Marconi di Milano. È del 2002 la retrospettiva Sheets tenuta alla Galleria Fumagalli di Bergamo, mentre nel 2003 espone di nuovo alla Galleria Giò Marconi con una serie di lavori dal titolo Danza e Restauro.
Realizza nel corso della sua carriera numerose sculture per spazi pubblici e privati: 1988 Albergo Bellevue, Malcesine (Verona); 1995 Via XX Settembre, Roma; 1996 Nave Costa Vittoria, Genova; 1998 Casa Zanaria, Rue de Bièvre, Parigi; 1999 Soundtrack, SNAM San Donato Milanese (Milano); 2001 Box, Cascina Mangiagruppa Zeme Lomellina (Pavia); 2002 Sheet, ACF Contact Brembate Sopra (Bergamo); 2006 Danza, Piazza Amendola, Milano. È membro dell’Accademia Nazionale di San Luca dal 2008. Muore a Milano il 2 febbraio del 2012. Nell’ottobre 2013 si costituisce l’Associazione Culturale Gianfranco Pardi in memoria dell’artista con l’intento di promuoverne e divulgarne la conoscenza e la figura.


Fondazione Marconi Arte moderna e contemporanea
Via Tadino 15 - 20124 Milano
Tel. 02 29 41 92 32 - Fax 02 29 41 72 78
info@fondazionemarconi.org
www.fondazionemarconi.org

Inaugurazione: 27 febbraio 2014 dalle ore 18.00
Durata della mostra: dal 28 febbraio al 10 aprile 2014
Orario: martedì - sabato 10-13, 15-19
Ingresso gratuito

Ufficio stampa: Cristina Pariset - Tel. 02 4812584 - Fax 02 4812486
cell. 348 5109589 - cristina.pariset@libero.it

mercoledì 26 febbraio 2014

Ester Negretti - DIALOGO FIGURATIVO - ASTRATTO


 
 13 marzo – 5 aprile 2014
 ESTER MARIA NEGRETTI
 DIALOGO FIGURATIVO - ASTRATTO
 Inaugurazione giovedì 13 marzo ore 18.00
Catalogo in galleria


COMUNICATO STAMPA

Dopo numerose partecipazioni alle collettive organizzate dalla galleria Lazzaro, Ester Maria Negretti si presenta per la prima volta con una interessante personale dal titolo  “ Dialogo Figurativo – Astratto".
 
Questa mostra è unica nel suo genere in quanto svela i segreti nascosti del fare artistico, ciò che muove, ispira e guida la pittrice nella sua costante osservazione volta alla ricerca del visibile oltre l’apparenza.
 
L’artista dimostra con le sue realizzazioni recenti come possa prima attingere ed ispirarsi al reale per poi raggiungere l’astrazione passando da una costruzione geometrica che sfalda e ricompone una nuova e più profonda realtà.
La continua ricerca della giovane artista comasca verso nuovi materiali e sperimentazioni, non la allontana dall’uso dei tessuti dei suoi primi esperimenti.

La mostra è anche l’occasione per presentare al pubblico milanese il suo più recente catalogo”Ester Maria Negretti”, tradotto anche in inglese e russo, edito dalla Giorgio Mondadori.


 
 ARCHIVIO GALLERIA LAZZARO by CORSI

Orario: da martedì a sabato: 9,00 – 13,00 / 15,00 – 19,00
 
www.gallerialazzaro.it
 
via Cenisio, 50 20154
Milano

Saluto del Ministro per dei i Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ai professionisti della cultura del MIBACT



Sempre a proposito del neo eletto Ministro della Cultura ecco la lettera indirizzata ai professionisti delle attività culturali, pubblicata sul sito del ministero (http://www.beniculturali.it


Saluto del Ministro per dei i Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ai professionisti della cultura del MIBACT 

Sin dal primo istante in cui ho varcato la soglia del Collegio Romano ho percepito la grande responsabilità assunta con il giuramento prestato al Presidente della Repubblica. Il patrimonio materiale e immateriale della nazione, frutto delle numerose civiltà che nel corso dei millenni sono fiorite e si sono sviluppate sul nostro territorio, è al tempo stesso il fondamento del nostro essere italiani e una grande opportunità per la crescita economica, civile e democratica del Paese.
Voi tutti custodite un bene che la Repubblica tutela e
promuove in forza dell’articolo 9 della Costituzione proprio grazie alle grandi professionalità del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Sono consapevole di quanto voi tecnici, architetti, ingegneri, storici dell’arte, restauratori, archeologi, bibliotecari, archivisti, funzionari scientifici e amministrativi, personale di assistenza e vigilanza nei luoghi della cultura adempite al vostro lavoro con passione, dedizione e competenza, insieme a tutti i dirigenti del Ministero. Ho grande stima e considerazione del vostro operato e sono pronto a prestare ascolto alle istanze e alle esigenze che provengono dal territorio, a battermi per risolvere i piccoli e grandi problemi che possono essere d’ostacolo nel vostro lavoro, a pensare insieme a voi alle iniziative utili a rendere sempre più autenticamente partecipi i cittadini del nostro
splendido patrimonio.
Con voi desidero anche impegnarmi per rilanciare con orgoglio un programma di grande respiro. Musei, monumenti, aree archeologiche non sono solo il fulcro di importanti flussi turistici che dall’estero sempre di più sostengono un settore che, nonostante le difficoltà
interne, conta il 10,3% del PIL. Sono anche potentissimi attrattori di investimenti stranieri, che trovano nella bellezza del nostro Paese un valido motivo per insediarvi attività e stabilimenti. Per questo ritengo fondamentale mettere la cultura e il turismo al centro delle politiche di governo. È utile e vitale tornare a considerare la cultura un potente volano per lo sviluppo economico e sociale. Come per tutte le economie avanzate, anche per l’Italia è decisivo investire sull’istruzione, sulla formazione e sulla ricerca. Ma nel nostro Paese la cultura si esprime anche in ambiti che costituiscono invece una specificità e una potenziale eccellenza italiana. Design, architettura, arte, musica contribuiscono a definire l’identità e l’immagine dell’Italia. Una bellezza da sempre riconosciuta, ambita e ricercata. Una naturale simpatia che col tempo abbiamo imparato essere universale e che investe al contempo tutti i settori della produzione e della nostra tradizione culturale. È su queste eccellenze che il nostro Paese può e deve puntare se vuole costruirsi un futuro migliore. E sarò felice se riuscirò a farlo insieme all’aiuto di ciascuno di voi.

Dario Franceschini 


Ho letto bene?


"Per questo ritengo fondamentale mettere la cultura e il turismo al centro delle politiche di governo. È utile e vitale tornare a considerare la cultura un potente volano per lo sviluppo economico e sociale. Come per tutte le economie avanzate, anche per l’Italia è decisivo investire sull’istruzione, sulla formazione e sulla ricerca."

Ok, aspetto con ansia di vedere cosa farà!

ah, se avesse almeno strumentalizzato la scomparsa della Accardi...

Carla Accardi


La recente scomparsa dell'artista Carla Accardi, formidabile protagonista dell'arte del '900, donna di spessore, femminista della prima ora nonchè co-fondatrice del Gruppo Forma 1, sarebbe stata l'occasione giusta per vedere all'opera il neo-eletto Ministro della Cultura: Dario Franceschini. 
Forse perchè troppo impegnato a "rinnovare" il suo Ministero, non mi sembra ad ora, abbia fatto nulla per ricordarla, a costo di strumentalizzarne la scomparsa. Neanche un breve comunicato per ricordare colei che in Italia e nel mondo, è celebrata come unica donna che nel lontano '47 impensabile allora, si avvicinò all'arte astratta, scrivendone fra le pagine più belle della nostra cultura... e pensare che era pure una marxista convinta!
Iniziamo bene! Buonlavoro Ministro!


Dario Franceschini

Carla Accardi su Wikipedia

Zone! Studi di cultura Visuale, Teorie e Pratiche dell’arte| Inaugurazione | 27 febbraio 2014

 Zone! Studi di cultura Visuale, Teorie e Pratiche dell’arte
Inaugurazione | 27 febbraio 2014
Giovedì 27 Febbraio alle ore 18,30 presso SpazioFarini6 in via Farini, 6 - Milano si terrà la presentazione dell’Associazione culturale ZONE, Studi di cultura Visuale, Teorie e Pratiche dell’arte.


L’Associazione nasce con l’intento di attivare una conversazione sui temi emergenti del mondo dell’arte attraverso la pubblicazione di scritti e testi, produzione di materiali documentari, presentazione di artisti e libri e altro che possa creare un rapporto positivo con il più vasto pubblico.

Lo scopo primario di ZONE è aprire un dibattito e un confronto intorno ai diversi piani della conoscenza e dei saperi contemporanei tra i vari soggetti della ricerca artistica estetica, scientifica filosofica e letteraria. In questo senso ZONE non è solo uno spazio di riflessione ma è anche azione festiva costante, un luogo di avventura poetica, letteraria e politica.

Siamo profondamente convinti di essere in una situazione dove occorre mettere insieme piuttosto che separare; relazionarsi in una dimensione di ricerca di orizzonti comuni pur nelle differenti modalità dell’agire artistico, poetico, letterario scientifico. Allargare i campi tematici della ricerca significa per noi affrontare tali questioni, approfondendo gli studi e la ricerca su campi specifici in una prassi culturale dinamica, a al contempo gioiosa, relazionale, attenta al rapporto con l’altro, con altri, con l’ambiente, la società, la storia, il pianeta.

Nell’occasione della presentazione del progetto gli amici dell’Associazione allestiranno nello spazio di SpazioFarini6, in un luogo specifico destinato a diventare il punto di riferimento delle attività di ZONE, oggetti, cose, parole, ex libris, disegni, taccuini.


Hanno aderito:

Marco Cianciotta, Mat Callishow, Francesco Correggia, Luca Armigero, Sophie Chkheidze, Barbara Nahmad, Maurizio Guerri, Domenico David, Cristina Ruffoni, Pietro Finelli, Ruggero Gabbai, Agnese Guido, Sergio Nannicola, Tatiana Martyanova, Massimo Dalla Pola, Dan Rushton, Marco Pellizzola, Diana Turco, Carlo Tognolina, Arturo Schwarz, Pierluigi Pusole.



Inaugurazione: giovedì 27 Febbraio 2014 ore 18,30

fino al 4 Marzo dalle 18,30 alle 21,00.

ALLA LUCE DELLA CROCE - RAFFAELE CIOFFI a cura di Vera Agosti


 
ALLA LUCE DELLA CROCE
RAFFAELE CIOFFI
Alla luce della Croce, 2013
La splendida Villa Clerici in zona Niguarda a Milano di proprietà dell’Immobiliare Due Febbraio srl, insieme alla Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei, è lieta di presentare, nelle bellissime sale affrescate del piano nobile, la personale di Raffaele Cioffi, Alla luce della Croce, dal 1° al 22 marzo 2014. E’ il secondo appuntamento del progetto espositivo L’insostenibile leggerezza, a cura del critico d’arte Vera Agosti, dedicato al tema dell’identità nell’arte contemporanea. L’evento è promosso da Factory Art Zone di Alessandro Rizzo in collaborazione con Il Clavicembalo Verde di Angelo e Giovanni Mantovani e da Neuberg Gallery, Hong Kong e Viola Arte, Galliate (Novara) con il contributo di Italtrans.

In mostra una serie di opere sul tema della Croce. Una sfida per l’artista che da anni si dedica all’astrazione. La pittura di Cioffi è sempre intrisa di spiritualità e il nuovo tema non si discosta tanto nei contenuti quanto nello studio formale. La luce disegna la Croce simbolo tra i simboli della vita dell’uomo. La Crocefissioni chiudono il percorso, con il corpo del Cristo appena stilizzato, stagliato nel rosso, ora cupo, ora acceso come il sangue della Passione: non è che un’ombra scura, a ricordo del sacrificio di riscatto offerto dal Figlio, nel tripudio luminoso della Croce. Il destino dell’Uomo nella gloria del Padre prevale nella metafora pittorica di Cioffi, perfetta icona della speranza.

Biografia:

Raffaele Cioffi nasce a Desio (Milano) nel 1971. Dopo il Liceo Artistico, si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera. Fondamentale l’incontro con gli artisti Claudio Olivieri e Mario Raciti che segnano la sua ricerca, orientata verso l’astrazione, con le influenze della pittura analitica e dello Spazialismo. Espone in mostre pubbliche e private in Italia e all’estero.


Raffaele Cioffi – Alla luce della Croce
A cura di Vera Agosti
Dal 1° al 22 marzo 2014
Villa Clerici - Via Terruggia, 14 Milano
www.villaclerici.it ; galleria@villaclerici.it
Tel: 02.64.70.066
Come arrivare: MM3 fermata Maciachini + tram 4 direzione Niguarda (Fermata Niguarda centro)
Stazione centrale +42/ (42barrato)
Mostra promossa da Neuberg Gallery, Hong Kong e Viola Arte, Galliate (Novara)
Spazi espositivi: Immobiliare Due Febbraio Srl
Orari: martedi-sabato: 9:30-12:30 e 14:00-16:30
Inaugurazione: sabato 1° marzo dalle ore 11
Presentazione di Vera Agosti alle ore 12
Piccolo rinfresco gentilmente offerto da Luna Nera Food & Beverage
Distributore Ufficiale zona Milano Stefania Bianchi - Via Caradosso 12, Milano - Zona Magenta
 Tel: 3391999876; mail: stefybianchi44@gmail.com
Catalogo in mostra
Allestimento CB Cornici, Lecco
Concerto: 17 marzo STABAT MATER DI PERGOLESI


Giuseppina Mellace "UNA GRANDE TRAGEDIA - la vera storia delle Fobie"

Da pochi giorni si è celebrato il Giorno della Memoria (10 febbraio), istituito in ricordo della tragedia delle Foibe. 
Contestualmente, una cara amica, Giuseppina Mellace, persona di grande spessore e cultura e che conosco oramai da anni, ha pubblicato un libro, per i tipi di Newton Compton Editori, del quale consiglio la lettura: UNA GRANDE TRAGEDIA - la vera storia delle Fobie. 
Una visione reale e realistica di una delle più grandi tragedie del XX secolo, troppo spesso dimenticata. 





The Armory Show 2014



Ed il viaggio continua... archiviata la fiera Arco Madrid (vedi post http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2014/02/arco-2014.html), con esiti, mi riferiscono, discordanti, arriva il momento dell grande mela... 
Il prossimo 6 marzo si accenderanno i riflettori sulla grande manifestazione fieristica di New York, The Armory Show (http://www.thearmoryshow.com/) e le sue fiere satellite.

Da indiscrezioni, l'edizione di quest'anno della fiera che ospitò per la prima volta al pubblico, nel 1917, la celeberrima opera di Marcel Duchamp "Fountain", sarà completamente rinnovata... con un po' di "sana invidia" nei confronti di chi avrà l'opportunità di andare a visitarla, rimango in attesa di eventuali conferme...



A San Pietroburgo nasce GOSTINAIA GALLERY



GOSTINAIA GALLERY

A San Pietroburgo nasce una nuova Galleria d’Arte Contemporanea il 28 febbraio all’interno del “2213” Ristorante, Bar, biblioteca, spazio per concerti. Nascerà nella “Gostinaia” che in russo vuol dire soggiorno, il progetto è firmato dal noto artista e art director Francesco Attolini, proprio in uno dei locali dove era stato fondato il Museo delle carrozze di corte nel 1860. Il posto ricco di storia e tradizione è perfetto per ospitare un progetto d’arte contemporanea, la "scuola" della San Pietroburgo degli Zar si fonde con le nuove tecniche di restauro ed il contemporaneo. La filosofia della nuova galleria? L’arte deve essere dappertutto (concetto espresso e ampliato nel corso del Manifesto del Significativismo inaugurato a San Pietroburgo nel 2013 da Attolini nella Fondazione Rizzordi). Un artista di livello internazionale al mese, (Max Papeschi, Angela Loveday, Alice Olimpia Attanasio, Erique La Corbeille, Cristiano Ceretti, Tony Federico, Massimo Canepa, ecc.) che presenterà di volta in volta un progetto fatto ad hoc per lo spazio di pittura, scultura, fotografia, video arte o performance. La Galleria verrà inaugurata da Kostantin Kazantsev con la mostra “Magic Trip”. L’artista russo lavora con Attolini da 4 anni e nel tempo ha dimostrato, a discapito della sua giovane età, una maturità artistica fuori dal comune che ha portato il suo nome in alto nel panorama artistico russo grazie anche alla sua prima grande personale “Mikki Mouse fucks everybody” presentata alla Galleria OIOIOI prima a San Pietroburgo e poi a Mosca.

La mostra resterà aperta fino al 16 marzo 2014. Tutti i giorni dalle 11.00 alle 20.00. Su prenotazione si potrà anche visitarla dalle 20.00 alle 2 di notte.

February 28: 20:30

22.13 Gostinaia Gallery

St. Petersburg, Koniushnaia Sq. , 2

+7 953 350 72 82

by invitation / accreditation




Magic Trip

Un viaggio di una vita, parte della quale percorsa insieme. Ogni lavoro rappresenta una partenza e nel suo apparente scherzoso essere ci presenta almeno una domanda.

Quanto tempo staremo insieme? Dov’è il mio ideale? Mi porti via con te?

Le città, i personaggi, i sogni, diventano metafore di concetti più profondi. In ogni sua opera c’è sempre una chiave di lettura inaspettata, sociale, attivista. delle volte anche inconscia.

Bisogna sempre guardare dentro le cose e non solo intorno ed in superficie, e Kostantin lo fa. Scavando e restituendo ai suoi personaggi a noi tanto familiari una nuova vita, dei nuovi orizzonti delle nuove frontiere.

Gli stessi caratteri diventano piccoli, poi grandi poi s’innamorano, viaggiano come in una macchina del tempo. Nella sua opera i personaggi aprono e chiudono la porta del tempo

viaggiando e sognando in una sub realtà sospesa, ma hanno desideri comuni: il denaro, il potere, l’amore.

Francesco Attolini




Biografia breve.

Biografia

Artista, video maker, scenografo, Art director e fondatore della OIOIOI Gallery nel 2009 nel 2013 diventa curatore e artista della Fondazione Rizzordi

Francesco Attolini nasce a Bari e vive e lavora a San Pietroburgo; ha esposto a Bruxelles (Academie Royal des Beaux Art), Ittre (Carcere nazionale), Milano (Triennale, Galleria San Lorenzo, Metropolitana, Museo d’arte Paolo Pini), Londra (Spazio Fiat), Torino (Paratissima, Festival del Cinema), Lucca (Lu.C.C.A. Museum, Galleria Poleschi Chiesa di San Matteo), Verbania (Museo del Paesaggio) Los Angeles (Southern University of California), Miami (Miami Art District), Mosca (Vinzavod, Galleria OIOIOI, Biblioteca Nazionale), San Pietroburgo (Museo Etnografico, Galleria OIOIOI, Stazione dei treni di Mosca, Etagi, Art Re.flex Gallery, Fondazione Rizzordi), Bari (Santa Scolastica, Accademia di Belle Arti) Venezia (Arsenale) Bangkok (Silpakorn University Museum), New York (Time Square). Vincitore di una sezione del festival di Torino (2002) e del Master Class di San Pietroburgo (2007 e 2008) del premio Scope New York nel 2012 (tra i 100 artisti selezionati su 23.000 iscritti) e nel 2013 del premio Pugliesi nel Mondo come artista e art director di grandi eventi; ha ricevuto nello stesso anno una menzione d'onore ufficiale dal Console Generale di San Pietroburgo Luigi Estero, nel 2011 è tra i 4 artisti italiani ad essere stato selezionato sia per la Biennale di Venezia (2 progetti) che per la Biennale di Mosca. L’opera di Francesco Attolini, presente in numerose collezioni museali, pubbliche e private è quotata nel 2008 dalla casa d’arte e azienda leader nel settore delle istituzioni artistiche europee “Haunc of Venison”, membro a sua volta di Christie. Nel giugno 2012 l’opera “Self portraits” è stata proiettata a New York nella celeberrima Time Square in occasione del premio “Art takes Time Square”. Dal 2013 è anche art director della Global Point Family con sedi a San Pietroburgo, Mosca e New York). Sempre nel 2013 il Progetto di video-arte che si intitola “The World in rolls” , ossia il mondo a rotoli, prodotto dal Lu.C.C.A. (Lucca Center of Contemporary Art) con l’apporto di 6 video-artisti tra cui Attolini è stato presentato in Brasile, Usa, Canada, Giappone, Cina, Turchia e Russia. Al centro del video tanti volti ritratti in momenti diversi che dialogano con l’artista. I ritratti d’altri sono autoritratti dell’occhio che li osserva e da un simile incontro escono mutati. Attolini definisce le proprie opere come delle «scatole di emozioni, adatte a dialogare con la sensibilità dei fruitori e a trasmettere ad essi».

Per maggiori info:

www.francescoattolini.com