RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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venerdì 29 dicembre 2017

Lo Schiaccianoci a Milano...

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Lo Schiaccianoci a Milano...



Dopo la trionfale tournée in Norvegia

torna in scena al Teatro di Milano

“Lo Schiaccianoci”



Sabato 30 dicembre alle ore 20.45;  

Domenica 31 dicembre 2017 ore 18:00

Lunedì 1 gennaio 2018  ore 18.00

Sabato 6 gennaio 2018 ore 16.00  

Domenica 7 gennaio 2018 ore 16.00. 



Immancabile nelle festività natalizie lo Schiaccianoci del Balletto di Milano torna sul palcoscenico del Teatro di Milano al rientro dalla Norvegia dove, al Kilden Theatre di Kristiansand, è stato in scena per ben 13 recite, registrando ogni sera sold out e standing ovation.



Fedele al libretto originale, lo Schiaccianoci del Balletto di Milano ha un'ambientazione anni '20 dai colori vivaci sia per gli arredi, sia per gli elegantissimi  costumi, sempre in stile.

 La colorata  mise en scène in stile anni '20,  l'originale coreografia, la frizzante interpretazione sono le peculiarità di spettacolo adatto a tutti nel quale il pubblico trova tutto ciò che si aspetta: dall'albero di Natale che cresce sul palcoscenico alle bellissime danzatrici in punta e tutù, dalla battaglia tra i topi e i soldatini allo schiaccianoci che si trasforma in un elegantissimo principe.

Una fiaba che da generazioni incanta con la sua magica atmosfera fatta di fiocchi di neve e fiori danzanti, gioia e virtuosismi.



Nel ruolo di Clara si alternano Giordana Roberto e Marta Orsi, due tra le danzatrici di punta della Compagnia, accanto al Principe di Federico Mella. Entrato in Compagnia giovanissimo, Mella è oggi primo interprete dei numerosi titoli del repertorio del Balletto di Milano come Alessandro Orlando, impegnato nel ruolo di Drosselmeyer.

Bravissimi anche tutti gli altri componenti dell'ensamble, talentuosi danzatori che sono valorizzati nelle tante e belle danze del balletto.



Il 2017 per il Balletto di Milano si chiude nella propria casa a coronamento di tante soddisfazioni: dalle prestigiose tournée nel mondo, all'orgoglio di aver rappresentato l'Italia in Marocco per l'inaugurazione del festival FITUC di Casablanca, all'aver visto il proprio lavoro riconosciuto anche agli Oscar della Danza ricevendo lo speciale premio “Eccellenza Box Office”.



Lo Schiaccianoci – balletto in due atti su musiche di P.I. Tchaikovsky

coreografia e costumi Federico Veratti ripresa da A. Omodei e A. Orlando

scenografia Marco Pesta

Corpo di Ballo: Balletto di Milano

Teatro di Milano





Via Fezzan 11 - 20146 Milano - Tel 02 42297313 - teatrodimilano@outlook.it

ffici al pubblico e biglietteria da mercoledì a sabato dalle 14 alle 18.

biglietteria on line: www.teatrodimilano.com  -   biglietti a partire da € 15.

mercoledì 20 dicembre 2017

Luca Nannipieri al C.R.A.

Ecco il primo appuntamento di Gennaio all'interno degli spazi del C.R.A. Centro Raccolta Arte, l'Associazione di cui sono Presidente e Socio Fondatore:

Mercoledì 17, alle ore 21'00 Luca Nannipieri, il noto Storico e Critico dell'Arte, sarà ospite presso la sede dell'Associazion (Torre degli Stipendiari, via Conti - San Miniato), per presentare al pubblico il suo libro "Vittorio Sgarbi spiegato a mio figlio" edito per la Compagnia Editoriale Aliberti




"Vittorio Sgarbi spiegato a mio figlio"

«Che cosa ho di caro nella mia vita? Per che cosa sono disposto a lottare? Questa è la domanda delle domande. E questa è la domanda che si nasconde dentro al palpito, all’emozione che proviamo di fronte alla bellezza. La bellezza di una chiesa antica o di un lago nella vallata scuote i tuoi occhi, scuote la tua anima, la colpisce, la inquieta, la interroga, la spinge a sorprendersi, a porsi quesiti».
Luca Nannipieri

Al di là degli scandali e delle provocazioni, un ritratto della figura più controversa e popolare del mondo dell’arte oggi. Gran comunicatore, battagliero per la difesa del patrimonio artistico e per la sopravvivenza della bellezza. Anche questo è Sgarbi.

Una lettera a un figlio su Vittorio Sgarbi. Per quale motivo? Perché Vittorio Sgarbi è certamente una figura controversa, odiato da molti e amato da altrettanti. Ma è un gigante mediatico, una specie di icona dei nostri tempi. Probabilmente l’unico personaggio della cultura che i giovani conoscono, anche se superficialmente. Luca Nannipieri, critico d’arte, mette a confronto la figura poliedrica e popolare di Sgarbi con quella di altre personalità che, nella storia, hanno salvato l’arte e la classicità da un mondo che voleva distruggerle o ignorarle. Sostiene Nannipieri che Sgarbi è forse l’unica persona in Italia in grado di essere al tempo stesso sindaco di un Comune sciolto per mafia e autore di citazioni presenti negli esami di maturità nelle scuole, l'unico a riempire le sale in ogni città in cui tiene conferenze parlando d’arte, l'unico ad avere tanti teatri che ospitano i suoi spettacoli e le sue lezioni sulla salvaguardia del bello e del vero patrimonio italiano, l’arte. Se crediamo che la battaglia per la bellezza salverà il mondo, certamente Sgarbi è un generale in campo di questo esercito. Geniale e sregolato, senza dubbio appassionato fino al parossismo, perfetto interprete di questi tempi mediatici. Comunque la pensiate, anche questo è Vittorio Sgarbi

Luca Nannipieri (1979) scrive sul quotidiano «Il Giornale» e sul settimanale «Panorama». Ha curato e condotto su RaiUno, al «Caffè di Uno Mattina», la rubrica “SOS Patrimonio Artistico”. I suoi saggi, sia in ambito accademico (volumi Politecnico di Milano) sia in ambito divulgativo (RAI Eri), sono incentrati sul rapporto tra patrimonio storico-artistico e comunità. Tra questi i due libri-pamphlet allegati al quotidiano «Il Giornale», Il soviet dell’arte italiana e L’arte del terrore, 2016; La bellezza inutile. I monumenti sconosciuti e il futuro della società (Jaca Book, 2011), Salvatore Settis e la bellezza ingabbiata dallo Stato (Ets, 2011), La cattedrale d’Europa. La Sagrada Familia(Edizioni San Paolo, 2012), Libertà di cultura. Meno Stato e più comunità per arte e ricerca (Rubbettino, 2013), L’Italia da salvare (Edizioni San Paolo, 2014), Arte e Terrorismo. Sulla distruzione islamica del patrimonio storico artistico (Rubbettino, 2015), Bellissima Italia! Splendori e miserie del patrimonio artistico nazionale (RAI Eri-Rubbettino, 2016), che ripercorre le denunce, le proposte e i viaggi fatti nella sua rubrica su RaiUno. È assessore alla cultura e all’istruzione a Cascina (Pisa).

C.R.A. Centro Raccolta Arte
Torre degli Stipendiari - via Conti
San Miniato (PI)

Ingresso libero
info:
centroraccoltaarte@yahoo.it


evento fb
https://www.facebook.com/events/135421060473943/

martedì 12 dicembre 2017

Agostino Arrivabene: “L’ERMENEUTICA DEL SEGNO”

A Massa arriva Arrivabene

 

AGOSTINO ARRIVABENE:
“L’ERMENEUTICA DEL SEGNO”
conil Patrocinio del
Comune di Massa
in collaborazione con l'associazione 
Quattro Coronati

15 dicembre - 21 gennaio
Inaugurazione Venerdì 15 alle 16,30
VENERDI, SABATO E DOMENICA dalle ore 15,00 alle 19,00

Info:
tel. 0585 499241
face book Museo Diocesano Massa
Email:
museodiocesanomassa@gmail.com
maurolucchesi8@gmail.com
fabrizio@ilogo.it 

L’arte di Agostino Arrivabene è colta, seducente, intrisa di simboli, ispirata sia dalla mitologia classica che dai Maestri del XV-XVI secolo ( Leonardo, Dürer, Bosch) e nel passato più recente da Moreau, Redon, Ernst. Chi guarda, osserva, le opere di Arrivabene, inondato dal vortice dei messaggi velati, partecipa (forse inconsciamente) a un viaggio iniziatico che conduce alla rivelazione di una conoscenza di cui l’artista è generatore e dispensatore. Un moderno alchimista, capace di far vivere esperienze di carattere mistico che travalicano i limiti cognitivi dello spettatore, del conscio e dell’inconscio, una continua esplorazione del nostro “universo intimo” tra archè di vite già vissute o vagheggiate. Il percorso espositivo studiato per il Museo Diocesano di Massa consentirà di sondare la varietà composita di espressioni che costituisce la ricerca artistica di Arrivabene in un “dialogo” non di sfida ma di “confronto”, di “scambio”, con le opere dei grandi maestri presenti nel Museo Diocesano , solo per citarne alcuni: Iacopo Della Quercia, Bernardino Luini, Felice Palma, Francesco Marti, Domenico Fisella. Sarebbe errato però pensare ad un universo di riferimento unicamente al passato. L’arte di Arrivabene non nasce dal nulla in questo nostro inizio di secolo la sua arte si presenta come estrema resistenza dell’arte figurativa che non è morta, essa vive e Agostino Arrivabene ne è la testimonianza.
“L’Ermeneutica del Segno” di Agostino Arrivabene sta in questi termini; rivalutare la pittura come “linguaggio” dell’uomo, facendone emergere tutta la potenza spirituale, esistenziale, storica che è insita nella “pittura” che possiede una forza e una forma di significazione spirituale, culturale che deve essere riconosciuta come tale nella sua assoluta contemporaneità.

MUSEO DIOCESANO
Il museo diocesano ha sede in uno dei palazzi più prestigiosi del centro storico della città di Massa, fatto costruire dal Principe Alberico I Cybo Malaspina. Destinato inizialmente ai figli cadetti della famiglia Cybo Malaspina, il Ducal Palazzino subì nel tempo varie trasformazioni ed alterne fortune, fino all’età napoleonica quando fu abbandonato e cadde in grave degrado.
Con la restaurazione, la duchessa Maria Beatrice d’Este ne decretò il recupero. Grazie alla sua intercessione nel 1822 la città di Massa, fino ad allora soggetta alla antica diocesi di Luni-Sarzana, fu eretta a sede vescovile. Al primo vescovo Francesco Maria Zoppi la Duchessa donò, quale residenza episcopale, l’edificio ristrutturato ad opera dell’architetto Giuseppe Marchelli.
Il palazzo ospitò i primi dieci vescovi diocesani fino al 1970, quando Monsignor Aldo Forzoni spostò la sua residenza presso il seminario. Al termine di un lungo restauro alla fine degli anni 90, il palazzo ritrovò la sua antica dignità architettonica e divenne sede del Museo e dell’Archivio storico Diocesano

BIO
Agostino Arrivabene
Rivolta d'Adda 1967. Frequenta l'Accademia di Brera ma impara l'arte nei musei di tutta Europa, attingendo dagli antichi maestri. Dal 1988 espone in Italia e all'estero la sua pittura misterica più ancora che misteriosa, imbevuta di miti pagani e realizzata in atteggiamento sacerdotale: di particolare importanza la personale del 2013 al Panorama Museum di Bad Frankenhausen, in Germania, e quella del 2016 alla Cara Gallery di New York. Hanno scritto di lui, fra gli altri, Philippe Daverio, Edward Lucie-Smith, Alda Merini, Vittorio Sgarbi e Giorgio Soavi. Vive nel cuore della pianura lombarda e per la precisione a Gradella di Pandino, uno dei borghi più belli d'Italia.

Raccolte pubbliche o private:
• Fondazione VAF, Frankfurt am Mein (DE)
• Collezione Chateau du Gruyère, Gruyère (CH)
• Collezione Achille Bertarelli, Castello Sforzesco, Milano (I)
• Fondazione Michetti, Franca Villa al Mare (I)
• Museo delle Cappuccine, Bagnacavallo (I)
• Collezione Maramotti, Reggio Emilia (I)

lunedì 11 dicembre 2017

ONE SHOT Una sera per tre sculture



ONE SHOT
Una sera per tre sculture

GIANNI CARAVAGGIO
ALBERTO GIANFREDA
SILVIA VENDRAMEL

con la partecipazione di:
MATTEO GALBIATI
LEDA LUNGHI

Sabato 16 dicembre 2017 ore 21

Villa Contemporanea è lieta di invitarvi ad una serata speciale, di confronto e presentazione di tre opere di tre artisti contemporanei: Gianni Caravaggio, Alberto Gianfreda e Silvia Vendramel. Ognuno di loro porterà un’opera che non cerca per forza il dialogo con le altre. Tre artisti differenti per formazione e sensibilità ma accomunati dalla propensione a travalicare i confini della scultura.
Condurranno questo dialogo aperto Matteo Galbiati e Leda Lunghi che ci aiuteranno ad approfondire le opere degli artisti indagando il concetto di tecnica e di opera, ma anche a dare una loro interpretazione personale alle emozioni scaturite dalla visione dei lavori.

Gianni Caravaggio presenta “Cosmicomica”, 2006, un poliedro di marmo bianco accoglie nei suoi angoli dei semi di lenticchie rosse.
La forma poliedrica irregolare del marmo statuario può appoggiarsi su ogni lato. A seconda del suo punto di appoggio le lenticchie rosse possono posarsi a loro volta su determinate piccole concavità che si trovano su ogni angolo della forma marmorea. Per ogni differente appoggio si crea una determinata costellazione delle lenticchie rosse.
La precarietà della forma di marmo fa sì che l’artista appoggi l’opera ogni volta in modo differente creando una visione del cosmo diversa. Da qui il titolo “Cosmicomica” ispirato a “Cosmicomiche" di Italo Calvino, i cui racconti come la sua scultura sono un gioco con la fantasia del cosmo.
La ricerca artistica di Caravaggio sottende ad un ripensamento della scultura; utilizzando materiali classici quali marmo e bronzo, ma anche materiali di uso quotidiano come carta, cuoio, borotalco, semi, zucchero, l’artista indaga il gesto artistico come atto demiurgico. L’opera di Caravaggio muove l’immaginazione dello spettatore che vi riconosce una sua immagine particolare, mettendo in discussione la nostra capacità percettiva. “Gli universi di Caravaggio - secondo Emma Zanella e Lorand Hegyi - trasmettono costanti vibrazioni che il pubblico è invitato a sentire e a cogliere, mettendo in atto forme di riconoscimento sempre variabili. Ogni opera plastica di Gianni Caravaggio si contrappone infatti a capacità di orientamento e a processi cognitivi che fanno riferimento al nostro modo di vedere l’universo, alla percezione che abbiamo dei processi reali che governano le relazioni umane e sociali”.

Alberto Gianfreda ci mostra un’opera della serie “Nothing as it seems”, 2017 che riflette sui temi di icona e resilienza. Un vaso cinese di produzione industriale viene frammentato e ricostruito su una maglia metallica mobile che conferisce all’oggetto infinite possibilità di trasformazione della forma. Il vaso perde la sua funzione originale di contenere ma nonostante questo il nostro occhio continua a leggere l’oggetto iniziale. Il processo di frammentazione sposta l’oggetto da un sistema ad un altro: dalla dimensione funzionale a quella riflessiva dell’arte, dalla serialità dell’oggetto al pezzo unico, ribaltando tutti i valori compreso quello di distruzione come fine in favore dell’adattamento dell’icona.
La mobilità e le possibilità espressive che l’accostamento di materiali differenti determina sono una prerogativa della ricerca di Gianfreda. Forma e spazio sono strettamente connessi e indivisibili. L’indagine dei materiali è sempre stata al centro della sua ricerca; marmo, ferro, legno, carta, ceramica, terracotta sono messe in relazione in un complesso gioco di rimandi. In tutta la produzione dell’artista si percepisce un equilibrio tra forza e levità, tra leggerezza e mutazione. Le sue opere sono tese ad un divenire di cui noi siamo spettatori.

Silvia Vendramel è presente con “Etrusca/Stendardo”, 2017, un’opera realizzata con materiali di diversa natura in cui elementi di recupero si fondono ad un disegno nello spazio realizzato attraverso l’utilizzo del tondino di ferro.
La scultura si erge come sospesa creando una figura/paesaggio.
La libertà della linea, evocata dall’uso del tondino, che tanto ricorda il tratto della matita sul foglio, è sostenuta e riportata alla sua forza di gravità da un blocco di cemento (recuperato). Quasi come un vezzo, la figura, si appropria di un elemento floreale che diventa al contempo trasformazione del tratto ma anche apertura verso l’elemento decorativo; la nudità della struttura di ferro si veste a festa.
La ricerca di Silvia è tesa ad indagare la possibilità di incontro di materiali differenti, creando tensioni e fusioni inaspettate, invitandoci a riflettere sul dialogo tra opera e spazio e tra memoria e presente. Le sue sculture raggiungono una forma spesso sulla base della imprevedibilità. Leggerezza, costrizione, gesto, conflitto dei materiali sono alla base del suo operare.
Rendendo tangibile ciò che è effimero e spesso estraneo ciò che è familiare, la sua ricerca si basa sullo spostare e trasformare elementi del quotidiano per dar luogo a un dialogo con la realtà che la circonda. Il suo procedere varia, in equilibrio tra razionalità e intuito, in un dialogo costante con la mutevolezza del divenire.


Gianni Caravaggio (Rocca San Giovanni (CH), 1968) vive e lavora a Milano. E’ uno dei più importanti scultori italiani. Insegna Scultura all’Accademia di Brera, Milano.

Alberto Gianfreda (Desio, 1981) vive a Milano e lavora a Desio. Insegna Tecniche per la scultura all’Accademia di Brera, Milano.

Silvia Vendramel (Treviso, 1972) vive e lavora a Carrara.

Matteo Galbiati (Monza, 1974) vive e lavora a Monza. Critico e curatore d'arte, è il direttore web di Espoarte. Docente presso l'Accademia di Belle Arti di Brescia Santa Giulia, tiene regolarmente conferenze e corsi d'arte per istituzioni pubbliche e private. È tra i curatori del Premio Artivisive San Fedele di Milano.

Leda Lunghi (Milano, 1980) vive e lavora a Milano. E’ critico e curatore indipendente, ha collaborato con riviste specializzate di settore, ha un blog di arte contemporanea 

Villa Contemporanea
via Bergamo 20, 20900 Monza

Matteo Tenardi al BoCs Art Museum di Cosenza

Anche l'amico Matteo Tenardi fra i selezionati... ed è in ottima compagnia!



Il BoCs Art Museum di Cosenza apre le sue porte con la mostra "Ricognizioni. Dai Bocs Art i linguaggi del contemporaneo" . Venerdì 15 dicembre nel Complesso monumentale di San Domenico l'inaugurazione 

Un evento che è il traguardo di un progetto innovativo ma anche il punto di partenza per un nuovo percorso che inizia adesso.

Venerdì 15 dicembre alle 18.30, nelle sale del Complesso Monumentale di San Domenico, il sindaco Mario Occhiuto inaugura il BoCs Art Museum, il Museo d’Arte Contemporanea di Cosenza dedicato al progetto di Residenza artistica più grande d’Europa.

Sono novanta gli artisti, selezionati dal direttore artistico Alberto Dambruoso, che parteciperanno alla mostra “Ricognizioni. Dai Bocs Art i linguaggi del contemporaneo" esponendo per la prima volta negli spazi del Museo le opere realizzate durante le quattordici sessioni di residenza sinora svolte, a distanza di due anni e mezzo da quando il progetto è cominciato.

Una collezione ricca e consistente quella acquisita dal Comune di Cosenza attraverso le donazioni di circa 330 artisti che, invitati dall’Associazione culturale I Martedì Critici, hanno partecipato al progetto a partire da luglio 2015. Si tratta di opere di grande valore che, nel corso del tempo, in un lungo ciclo espositivo, saranno appunto allestite nelle sale del complesso monumentale di San Domenico.

Il tema della prima mostra è incentrato sui linguaggi del contemporaneo, con una raccolta di opere eterogenee per una esposizione che metterà insieme pittura, scultura, fotografia, video arte, installazioni, testimonianze di performance, lavori open-air, raccontando il complesso e variegato mondo dell’arte dei giorni nostri. Ai visitatori e alla città di Cosenza sarà offerto uno spaccato importante del panorama artistico attuale, italiano ed internazionale, e un ventaglio di quelle che sono oggi le modalità tecnico-espressive più praticate dagli artisti contemporanei.

Gli autori delle opere in mostra, primo grande evento espositivo inaugurale del BoCs Art Museum, sono: Paolo Angelosanto, Alessia Armeni, Paolo Assenza, Navid Azimi Sajadi, Francesco Bancheri, Antonio Barbieri, Mirko Baricchi, Gianfranco Basso, Marco Bernardi, Cristian Biasci, Davide Bramante, Marcello Buffa, Alessandro Bulgini, Francesco Cabras, Stefano Canto, Riccardo Cavallini, Francesco Cervelli, Angelo Colagrossi, Marco Colazzo, Stefano Cumia, Davide D’Elia, Giovanni De Angelis, Iginio De Luca, Camilla De Maffei, Alessandra Di Francesco, Mauro Di Silvestre, Matteo Fato, Antonio Finelli, Pietro Finelli, Raffaele Fiorella, Alessandro Fonte, Giovanni Gaggia, Dionigi Mattia Gagliardi, Paolo Grassino, Gianfranco Grosso, Sandra Hauser, Teresa Iaria, Shingo Inao, Susanne Kessler, Pierpaolo Lista, Federico Lombardo, Giovanni Longo, Adele Lotito, Mauro Magni, Vincenzo Marsiglia, Andrea Martinucci, Pablo Mesa Capella, Paolo Migliazza, Riccardo Murelli, Elena Nonnis, Maurizio Orrico, Hannu Palosuo, Alice Paltrinieri, Virginia Panichi, Alessandro Passaro, Claudia Peill, Donato Piccolo, Maria Pia Picozza, Federico Pietrella, Giuseppe Pietroniro, Mariagrazia Pontorno, Pierluigi Pusole, Gianluca Quaglia, Arash Radpour, Sara Ricciardi, Giacomo Rizzo, Giacomo Roccon, Vincenzo Rusciano, Matteo Sanna, Bariş Saribaş, Emanuele Sartori, Corrado Sassi, Thomas Scalco, Francesco Scialò, Marco Scifo, Davide Sebastian, Arjan Shehaj, Jonathan Silverman, Meri Tancredi, Matteo Tenardi, Giuseppe Teofilo, Lamberto Teotino, Alberto Timossi, Mat Toan, Saverio Todaro, Antonio Trimani, Massimo Uberti, Delphine Valli, Fiorenzo Zaffina, Serena Zanardi.

Sempre venerdì 15 dicembre, negli spazi del chiostro di San Domenico, alle 17 sarà presentato alla stampa il catalogo delle opere delle prime dieci sessioni di residenza presso i BoCs Art. Dopodiché ci sarà il taglio del nastro da parte del sindaco Mario Occhiuto e la visita guidata alla mostra “Ricognizioni. Dai Bocs Art i linguaggi del contemporaneo”.

domenica 10 dicembre 2017

A proposito di ARCHEOLOGIE personale di Giuliano Giuggioli a Vetulonia

Si è inaugurata ieri, 9 dicembre, a Vetulonia (GR), la personale di Giuliano Giuggioli ARCHEOLOGIE, curata da Filippo Lotti e Luca Nannipieri presso il Museo Archeologico Isidoro Falchi, oragnizzata da Casa d'Arte San Lorenzo in collaborazione con il C.R.A. 

In una cornice fantastica le opere di Giuggioli hanno dialogato con i reperti ospitati all'interno delle bacheche di questo piccolo ma prezioso Museo...

























sabato 9 dicembre 2017

So Long - Thomas Berra e Corinna Gosmaro Elke Dreier e Analía Martínez

 A Roma... Thomas Berra

 

So Long
Thomas Berra e Corinna Gosmaro
Elke Dreier e Analía Martínez

Mostra di fine residenza


Inaugurazione: mercoledì 13 dicembre 2017, 19.00
Dal 14 dicembre 2017 al 14 febbraio 2018


Fondazione Pastificio Cerere
Via degli Ausoni 7, Roma



COMUNICATO STAMPA



Mercoledì 13 dicembre alle ore 19.00, la Fondazione Pastificio Cerere presenta So Long (Arrivederci) mostra di fine residenza degli artisti Thomas Berra, Elke Dreier, Corinna Gosmaro e Analía Martínez. La mostra sarà aperta al pubblico dal 14 dicembre 2017 al 14 febbraio 2018 e presenta i risultati della ricerca portata avanti da ogni artista durante i mesi di residenza tra Italia e Germania.

Thomas Berra e Corinna Gosmaro sono i vincitori della V edizione di 6ARTISTA. Progetto per giovani artisti, ideato nel 2009 dalla Fondazione Pastificio Cerere in collaborazione con l’Associazione Civita, quest'anno realizzato grazie al sostegno di SIAE | Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura. I due artisti hanno trascorso tre mesi a Roma, all'interno del Pastificio Cerere, e tre a Frisinga, presso la Schafhof – European House of Art Upper Bavaria, che a sua volta ha selezionato le artiste Elke Dreier e Analía Martínez per artist-in-residence project (Transfer > Rome), programma di scambio grazie al quale hanno avuto la possibilità di trascorrere tre mesi in residenza al Pastificio Cerere.
I lavori dei quattro artisti saranno presentati anche presso la sede espositiva della Schafhof – European House of Art Upper Bavaria nella primavera 2018.


Thomas Berra (Milano, 1986), prendendo spunto dalle fotografie di famiglia, racconta la storia d’amore dello zio Franco e della zia Renata, una storia romantica che parla dell’esigenza di esistere e amare ma è anche lo spaccato di un’epoca, quella del dopoguerra, segnata da vicende politiche ed economiche che hanno condizionato il passato recente. Sul modello del fotoromanzo in stile "Grand Hotel", di cui Renata era lettrice accanita, l’artista ha elaborato un romanzo pittorico che sarà distribuito in circa 2000 copie attraverso un'edicola, progettata dallo studio Park Associati, installata nel cortile del Pastificio Cerere.

Elke Dreier (Memmingen, 1984) studia il linguaggio del corpo come forma di interazione che, spesso al di fuori della nostra consapevolezza, tenta di spiegare il mondo attraverso i gesti. L'artista isola i processi quotidiani di comunicazione dal loro contesto abituale e li analizza da un punto di vista formale, restituendoli attraverso video-installazioni. In Explanation and Some Clouds, un astronomo illustra le costellazioni stellari davanti ad un cielo azzurro giocando sull'immaginazione dell'osservatore.

L'installazione di Corinna Gosmaro (Torino, 1987), è parte di un progetto più ampio che prevede la creazione di una serie di sculture ispirate a oggetti legati alla ritualità funebre, provenienti da differenti epoche storiche. Le sagome in mostra riprendono nello specifico la forma di alcune palette cosmetiche egiziane del periodo predinastico che rappresentano le prime forme di narrazione grazie alle quali abbiamo testimonianza di quel tempo. Una riflessione su come la consapevolezza della nostra caducità sia da sempre fondamento per la costituzione di civiltà e cultura e, quindi, di memoria storica.

Analía Martínez (Buenos Aires, 1986) presenta Orbita, una riflessione sul processo di copia e riproduzione. Le opere - ispirate da immagini di oggetti concavi e convessi, quali vasi o nicchie vuote - sono monotipi e dipinti che interpretano la mania inarrestabile per l’appropriazione, la conservazione e la clonazione, da sempre esistita nella storia della città di Roma.

Con So Long, parte finale di un progetto più ampio di scambio culturale e residenza - la Fondazione riconferma il suo ruolo di hub culturale, centro vitale di sperimentazione e formazione in cui si intersecano diverse discipline, uno spazio per la rigenerazione delle energie creative che operano e convivono nel territorio, con uno sguardo sempre attento alla scena artistica internazionale.


6ARTISTA. Progetto per giovani artisti
Iniziato nel 2009, 6ARTISTA. Progetto per giovani artisti è un programma di residenza ideato dalla Fondazione Pastificio Cerere di Roma con l'obiettivo di favorire opportunità di formazione e crescita per artisti under 35 residenti in Italia. Il premio - tra i primi ad offrire programmi di residenze a Roma per artisti italiani - prevede la selezione di due vincitori per ogni edizione cui viene offerta la possibilità di risiedere e lavorare all'interno del Pastificio Cerere con l'obiettivo di facilitare scambi di esperienze con gli artisti che vivono e frequentano il palazzo ma anche con curatori, critici, galleristi e collezionisti. Inoltre, grazie al prestigio dei vari partner coinvolti negli anni, il programma prevede una parte di residenza all'estero. Tra i vincitori delle passate edizioni ricordiamo Tomaso de Luca, Adelita Husni-Bey, Margherita Moscardini e molti altri.

artist-in-residence project (Transfer > Rome)
Il programma artist-in-residence project (Transfer > Rome) è promosso dalla Schafhof - European House of Art in Upper Bavaria, centro d'arte contemporanea situato a Frisinga, nell'area di Monaco. L'istituzione, grazie al sostegno del Distretto dell'Alta Baviera che dal 2005 ha istituito borse di studio per artisti contemporanei, organizza annualmente degli scambi di residenze con altri paesi europei. La posizione in mezzo alla natura, l'architettura eccezionale e un programma culturale versatile rendono lo Schafhof un centro unico nel suo genere in cui gli artisti possono concentrarsi sul proprio lavoro e allo stesso tempo conoscere la scena artistica di Monaco e dell'Alta Baviera. La programmazione culturale offre numerose occasioni di incontro dedicate all'arte contemporanea come conferenze, workshop, visite guidate e laboratori per bambini e adulti, ma anche eventi nel campo del cinema, della musica, del teatro e della letteratura.

ORARI DI APERTURA
Fondazione Pastificio Cerere
Via degli Ausoni 7, Roma
Lunedì – Venerdì 15.00-19.00, Sabato 16.00-20.00
INGRESSO LIBERO

CONTATTI
Fondazione Pastificio Cerere
Claudia Cavalieri, Emanuela Pigliacelli
+39 06 45422960
info@pastificiocerere.it www.pastificiocerere.it


Ufficio Stampa
Fondazione Pastificio Cerere: press@pastificiocerere.it, +39 06 45422960
Associazione Civita: Rachele Mannocchi mannocchi@civita.it, +39 06 692050307

venerdì 8 dicembre 2017

Vanni Cuoghi The Invisible Sun La terza dimensione del disegno

Vanni Cuoghi al Museo Francesco Messina... da non perdere!
 
 

Studio Museo Francesco Messina e Comune di Milano presentano The Invisible Sun La terza dimensione del disegno
il nuovo progetto espositivo di Vanni Cuoghi (Genova 1966)
a cura di Nicoletta Castellaneta e Giancarlo Lacchin

Cento grandi disegni inediti, cento grandi carte raffiguranti corvi in volo, sorretti da tronchi dorati, occupano lo spazio della ex-chiesa di San Sisto dialogando con le opere di Francesco Messina chiamate ad assistere all’invasione, insieme a una serie di diorami. Un confronto a tratti enigmatico tra le opere, tra le materie, tra due artisti di secoli e modalità differenti seppur affini nell’attenzione verso la ricerca iconografica e verso il forte senso del figurativo.

The Invisible Sun, così come tutto il lavoro di Vanni Cuoghi, dimostra l’autonomia del di-segno come linguaggio, la sua fisicità, il suo valore tridimensionale come espressione di plasticità. Il disegno è da sempre alla base dell’orientamento percettivo; affonda le proprie radici in un universo di archetipi, e si sviluppa verso una dimensione analitica che diventa segno.

In mostra, nella navata, grandi carte (70x100 cm) a china e acquerello per un’unica iconografia: il corvo, anche soggetto di un’installazione realizzata ad hoc per la grande vetrata absidale. Animale simbolico, più volte protagonista di rappresentazione tra pittura, letteratura, musica e cinema, il corvo è metafora dagli opposti significati: animale della preveggenza, messaggero di esseri soprannaturali, portatore di malasorte, mitico uccello dal piumaggio bianco trasformato in nero da Apollo. Al piano inferiore, sei diorami, piccoli teatri fatti di sovrapposizioni di carte, segni e storie, raccontano universi ideali che un gioco prospettico porta alla terza dimensione. Sempre in relazione con alcune sculture di Francesco Messina, i diorami di Cuoghi prendono ispirazione dai presepi genovesi del Sei e Settecento, chiamati «cartelami».

All’interno del periodo di mostra, da metà dicembre a fine gennaio 2018, sono previsti alcuni appuntamenti dedicati a pubblici diversi: dalla didattica applicata alla scuole, al coinvolgimento di artisti e musicisti per un pubblico adulto, all’approfondimento del significato estetico del disegno, tema portante dell’esposizione.





Nei primi anni ’90 sembrava che la realtà virtuale fosse l’unica evoluzione possibile per l'immagine, dopo gli ologrammi e l’iperrealismo. Poi è accaduto qualcosa e il mondo ha visto in diretta l’11 settembre: la realtà ha preso a calci ogni immaginazione. Quello che abbiamo visto è stato orribile e abbiamo sentito il bisogno di ritrovare un equilibrio senza artifici. La narrazione è tornata a essere un materiale a cui tutte le Arti hanno ripreso a guardare e il ruolo dello spettatore è tornato fondamentale e attivo nell’attribuzione del senso, dopo che, per molti anni, l’Arte era stata autoreferenziale. Vanni Cuoghi

È un assottigliamento di quel limite che ci eravamo imposti quello di cui si fa esperienza con l’opera di Vanni Cuoghi, quasi in una magica continuità con l’opera di Messina, la scultura viene infatti ridotta da Cuoghi a un foglio di carta, con disegni che diventano tridimensionali. E nel periodo natalizio, in cui l’immaginazione prende il volo, così come i suoi corvi, questo permette di alimentare, arricchire e far volare la fantasia di tutti.

Questa mostra si anima di momenti di intrattenimento di qualità, che offriranno a chi resta a Milano una ragione in più per visitare il Museo, perché visitare un Museo significa soprattutto restare nei suoi spazi, farli vivere, per godere di esperienze che siano belle, edificanti e in un certo senso confortanti: anche di questo infatti abbiamo bisogno.

Maria Fratelli, direttrice Studio Museo Francesco Messina





Vanni Cuoghi. Artista. È diplomato in scenografia presso l'Accademia di Brera, Milano. Ha partecipato a numerose biennali in Italia e all'estero, tra cui Biennale di San Pietroburgo (2008), Biennale di Praga (2009), 54ma Biennale di Venezia, Padiglione Italia (2011), 56ma Biennale di Venezia, Collateral Italia Docet (2015) e Biennale Italia-Cina (2012) e ha, inoltre, preso parte a mostre pubbliche presso Palazzo Reale di Milano (2007), Haidian Exhibition Center di Pechino, in occasione dei XXXIX Giochi Olimpici (2008), Liu Haisu Museum di Shangai (2008), Museo d'Arte Contemporanea di Permm, in Russia (2010), Castello Sforzesco di Milano (2012), Fabbrica del Vapore di Milano (2015).

Cuoghi è uno dei protagonisti di FabrianoOspita, un progetto Fabriano Boutique. Sue opere sono state esposte in diverse fiere italiane e internazionali come Frieze (Londra), MiArt (Milano), Artefiera (Bologna), Scope (New York), Off (Bruxelles), Daegu Artfair (Corea), KIAF (Seoul), Bank (Hong Kong). Dall'ottobre del 2015 è titolare della cattedra di Pittura presso Accademia Aldo Galli di Como. Tra le mostre personali pubbliche si ricordano nel 2011 Novus Malleus Maleficarum, presso San Pietro in Atrio e Pinacoteca di Palazzo Volpi a Como, nel 2013, Aion presso Musei Civici Cremaschi a Crema, nel 2016 Da Cielo a Terra Museo Ebraico di Bologna.

Studio Museo Francesco Messina, aperto nel 1974, è ospitato nella chiesa sconsacrata di San Sisto a Milano. Il museo, che è stato per diversi anni anche lo studio dell'artista siciliano, milanese di adozione, espone circa ottanta sculture (gessi, terrecotte policrome, bronzi, cere) e una trentina di opere (disegni a matita, pastelli, acquerelli, litografie).



catalogo con testo di Nicoletta Castellaneta e Giancarlo Lacchin si ringrazia Galleria Conceptual di Bergamo

Vanni Cuoghi

The Invisible Sun
La terza dimensione del disegno
a cura di Nicoletta Castellaneta e Giancarlo Lacchin 15 dicembre 2017 - 21 gennaio 2018

inaugurazione giovedì 14 dicembre 2017 ore 18.00

Studio Museo Francesco Messina

Milano, via San Sisto, 4/A
tutti i giorni 10.00 - 18.00 (lunedì chiuso) ingresso libero


informazioni e materiale fotografico

adicorbetta

t. 02 89053149 studio@adicorbetta.org f, t, i, y, p, l: adicorbetta

giovedì 7 dicembre 2017

Omar Ronda


Omar Ronda
R.I.P.
1947 - 2017

A Milano, “Resilienza” di Christian Balzano a cura di Marco Bazzini...

Christian Balzano a Milano, per Banca Generali, a cura di Marco Bazzini...







Banca Generali presenta “Resilienza” di Christian Balzano

A Milano dal 14 dicembre 2017 al 27 aprile 2018 nella sede di Banca Generali Private, in piazza S. Alessandro 4

La sede di Banca Generali Private, in Piazza Sant’Alessandro 4 a Milano, ospita dal 14 dicembre 2017 al 27 aprile 2018 la personale di Christian Balzano (Livorno, 1969), una delle personalità più interessanti del panorama artistico italiano contemporaneo.

La mostra, dal titolo Resilienza, curata da Marco Bazzini, organizzata in collaborazione con Boxart Verona, propone 30 dipinti e sculture recenti, oltre ad alcuni lavori realizzati dall’artista toscano negli ultimi dieci anni. Una rassegna che ripercorre il percorso artistico di Balzano alla ricerca di una riflessione profonda sull’essere umano immerso nel tempo presente. Lo stesso titolo dell’esposizione, “Resilienza”, fa riferimento alla capacità di reagire e di rialzarsi più forti senza lasciarsi abbattere dalle difficoltà e dalle avversità dettate dal destino. L’arte, proprio, per la sua capacità di evocare nuove strategie e nuove ritualità, è una delle forme di resilienza più antiche.

Come afferma Marco Bazzini, “Il porsi di fronte alle pitture o alle sculture di Balzano vuol dire iniziare una nuova avventura nel profondo labirinto di noi stessi, svelare e scavare nel nostro istinto. Porsi di fronte alle opere di Balzano è come porsi davanti a uno specchio e, infatti, non è casuale che uno dei caratteri dominanti del suo lavoro siano i fondi oro o altre superfici riflettenti”.

“Questa mostra si inserisce nel progetto di Banca Generali volto alla ricerca di proposte originali ed inedite in ambito artistico, per offrire differenti punti di vista e nuovi spunti di riflessione al fianco della cultura” dichiara Gian Maria Mossa, Amministratore Delegato di Banca Generali -. “Le opere di Balzano ci toccano nel profondo, e con la loro forza ancestrale legata al significato nelle diverse culture ci proiettano in un mondo di speranza, desiderio, e azione che sono uno straordinario inno alla positività e un invito a trasformare le sfide in opportunità, a prendere in mano il proprio destino.”.

Patrocinata dal Comune di Milano, la mostra è accompagnata da un catalogo Gli Ori Editore e dal sito internet (resilienzaexhibition.com).

CHRISTIAN BALZANO. Resilienza

Milano, Sede di Banca Generali Private (piazza S. Alessandro 4)
14 dicembre 2017 – 27 aprile 2018
Apertura al pubblico: martedì, mercoledì e giovedì dalle 14.30 alle 18.30, o su appuntamento (receptionprivatemi@bancagenerali.it)



Christian Balzano

Christian Balzano (1969) vive e lavora a Livorno. Vincitore del Premio Michetti 2013, ha presentato mostre in musei, spazi pubblici e privati. Nel 2008 realizza una mostra-evento “Non è vero ma ci credo”, presso la Galleria San Lorenzo di Milano. Da maggio 2009 a maggio 2010 Balzano è stato impegnato in Argentina con un’esposizione itinerante dal titolo “Luci del destino” in collaborazione con il Pabellòn de las Bellas Artes del U.C.A. di Buenos Aires, il Centro de Expresiones Contemporàneas di Rosario, il Museo Provincial de Bellas Artes Franklin Rawson di San Juan e il Museo Las Lilas De Areco di San Antonio De Areco. Nel 2011 è invitato alla 54^ Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia - Padiglione Italia, mentre l’anno successivo tiene una sua personale all’Ambasciata Italiana di Washington D.C. Nel 2013 partecipa alla collettiva “Mine” alla galleria Underline di New York. Nel 2014 partecipa alle collettive “The time we've spent and time to leave” allo Zaha Museum di Seoul e a “Inquieto novecento” al LU.C.C.A. Museum.

Nel 2015 partecipa alla 4a Biennal del Fin del Mundo al Parque Cultural di Valparaiso (Cile), tiene la personale “I flood myself with light of the immense” allo showroom di Lolli e Memmoli a Milano e prende parte alla collettiva “Praestigium Italia I” progetto Benetton alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino e alla Fondazione Cini di Venezia.

Lo scorso anno ha presentato la personale “A pelle viva” a Palazzo Grifoni di San Miniato e con installazioni in alcune concerie del comprensorio del cuoio.

Banca Generali

Banca Generali è una banca private leader in Italia nella pianificazione finanziaria e nella tutela patrimoniale dei clienti, forte di una rete di consulenti-private bankers ai vertici del settore per competenze e professionalità. La strategia della società si basa su quattro elementi chiave: la consulenza qualificata di professionisti specializzati nella protezione della ricchezza delle famiglie e nel supporto alla pianificazione del loro futuro; un portafoglio prodotti all’avanguardia con soluzioni su misura per le esigenze personali, servizi innovativi nel wealth management per la cura del patrimonio non solo finanziario, e strumenti innovativi che tramite la tecnologia valorizzano la relazione di fiducia tra consulente e cliente. La mission della banca evidenzia il ruolo di Persone di fiducia al fianco del cliente nel tempo per costruire e prendersi cura dei suoi progetti di vita. Quotata alla Borsa di Milano dal novembre del 2006 gestisce per conto della clientela oltre 53 miliardi di euro di masse (dati al 30 settembre 2017) da Assicurazioni Generali. Presente in modo capillare sull’intero territorio nazionale dispone di 45 filiali bancarie e 135 uffici a disposizione degli oltre 1900 consulenti finanziari, e di un evoluto digital contact service per l’operatività. A ciò si aggiunge la piattaforma di digital banking, www.bancagenerali.it, che consente ai clienti di accedere autonomamente ai servizi bancari.