RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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martedì 29 settembre 2015

Paul Klee Mondi animati al MAN


 
Paul Klee

Mondi animati

al MAN Museo d’Arte Provincia di Nuoro

30.10.2015 - 14.02.2016

A cura di Pietro Bellasi e Guido Magnaguagno
Coordinamento scientifico: Raffaella Resch

Dopo la mostra dedicata al rapporto tra l’opera di Alberto Giacometti e la statuaria arcaica, il MAN_Museo d’Arte della Provincia di Nuoro prosegue la propria programmazione rivolta ad analizzare aspetti poco indagati della produzione dei più importanti artisti del XX secolo con una mostra dedicata a Paul Klee (1879-1940). La mostra conta circa 50 opere, tra dipinti, acquerelli e disegni provenienti da collezioni pubbliche (Museo della Città Locarno, Museo di Ascona - Fondazione Richard und Uli Seewald, Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, GAM Galleria d’Arte Moderna e contemporanea di Torino, MART, Pinacoteca Nazionale di bologna, Museo del Territorio Biellese) e private, sia svizzere sia italiane.

Inedito in Sardegna, Klee è uno degli autori più complessi e originali del secolo scorso. Con questa rassegna, realizzata dal Museo MAN con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna, della Provincia di Nuoro e della Fondazione Banco di Sardegna, curata da Pietro Bellasi e Guido Magnaguagno, con il coordinamento scientifico di Raffaella Resch, si intende esplorare un elemento fondamentale nell’opera dell’artista, ovvero la percezione della presenza di un principio vitale, generativo, insito nella materia delle cose.

“L’iniziale disorientamento di fronte alla natura si spiega con ciò, che si comincia con lo scorgerne soltanto le ultime ramificazioni, senza risalire alla radice. Una volta però che uno se ne sia reso conto, può riconoscere anche nella più lontana fogliolina la manifestazione dell’unica legge che regola il tutto e trarne vantaggio” (Paul Klee, Diari, n. 536).

In senso specifico Klee non ha mai parlato di “animismo”, tuttavia la sua opera appare permeata di uno spirito animato avvertito in tutta la realtà materiale ed evocato dall’azione creativa dell’artista. “Creatura superiore” (Diari, n. 660), l’artista, attraverso il proprio sguardo vivificatore, porta alla luce l’elemento generatore presente nei diversi mondi che popolano il cosmo, nascosto sotto la superficie delle cose. Che siano uomini, bambini, animali, oggetti, paesaggi o architetture, i mondi di Klee obbediscono tutti alla medesima legge della natura, che l’artista indaga e imita.

Un unico principio vitale governa l’intero ordine naturale, dalle cose grandi a quelle infinitesimamente piccole. Questo principio sembra palesarsi in molte opere dell’artista, in particolare nei disegni e negli acquarelli degli anni Venti e Trenta. Opere come Feigenbaum (Fico), del 1929, o Im Park (Nel parco), del 1940, presenti in questa mostra, o ancora l’importante dipinto Wohin? (Dove?) del 1920, proveniente dalle collezioni della Città di Locarno, esposto nel 1937 all’interno della mostra “Arte degenerata”, organizzata dal regime nazionalsocialista tedesco.

La rappresentazione del mondo animale offre una serie di parabole, di favole morali, dove l’animale è innalzato al ruolo di essere umano, nei suoi vizi e nelle sue virtù. Ecco che nel disegno Tierfreundschaft (Amicizia tra animali) del 1923, ad esempio, un cane e un gatto si accompagnano bonariamente in una tranquilla passeggiata, incarnando il senso di amicizia che può nascere tra due esseri umani.

Lo studio delle opere architettoniche rivela l’interesse di Klee verso la percezione della forma e la comprensione dell’elemento organico, vivo, dentro di essa, evidente in alcuni acquarelli come Americanisch - Japanisch (Americano - giapponese), realizzato nel 1918, dove a svettanti palazzi stilizzati è affiancata l’icona dell’occhio. “Una volta che si è compreso l’elemento numerico del concetto di organismo”, scrive Klee, “lo studio della natura procede più spedito e con maggiore esattezza” (Diari 536).

Ma il principio generativo insito in tutte le cose è ravvisabile soprattutto in quelle opere che, in maniera dichiarata, evocano o imitano il mondo dell’infanzia, come in Hier der bestellte Wagen! - Ecco la carretta richiesta, del 1935, ma anche nel finissimo dipinto Getrübtes – Turbato, del 1934, proveniente dalle collezioni della GAM di Torino, o ancora in quei lavori dove le figure sono rappresentate con tratti semplici, stilizzati, alla maniera dei bambini, come nel dipinto Gebärde eines Antlitzes (Espressioni di un volto), del 1939, proveniente dalla collezione del Museo del Territorio Biellese.

Forme di vita organiche e spiriti della materia animano i diversi soggetti presenti nelle opere di Klee. Un’immagine che sembra trovare una sintesi formale in un’opera come Figurale Blätter (Foglie figurate), un lavoro del 1938 dove alcune figure antropomorfe, come piccoli feti, vivono rannicchiate all’interno di foglie–incubatrici.

Artista immerso nello spirito del suo tempo, dove si avvicendano eclatanti scoperte scientifiche, Klee recepisce gli sconvolgimenti provocati dalle teorie della relatività e della fisica quantistica, così come le evoluzione degli studi psicoanalitici, rielaborandoli in maniera indipendente all’interno di una visione magico-fenomenica dell’universo.

***

L’esposizione sarà accompagnata da un catalogo pubblicato da Magonza Editore con saggi di Pietro Bellasi, Guido Magnaguagno e Raffaella Resch, oltre alla riproduzione completa delle opere in mostra e un apparato bio-bibliografico.

Pietro Bellasi è uno studioso di antropologia dell'arte, ha insegnato all'Università di Bologna e alla Sorbona, è curatore di diverse mostre e cataloghi, tra le quali "Giacometti e l'arcaico", Nuoro 2014; "Corpo, automi e robot", Lugano 2010, "I Giacometti. La valle e il mondo", Milano e Mannheim, 2000-2001; "Un diavolo per capello", Bologna 2005; Tinguely e Munari, La Spezia, 1994

Guido Magnaguagno, storico dell'arte svizzero; è stato vicedirettore del Kunsthaus di Zurigo e per lunghi anni direttore del Museo Tinguely di Basilea. Ha curato numerose mostre di arte contemporanea ed è studioso di storia dell’arte di elvetica.

Raffaella Resch ha organizzato e coordinato numerose mostre e cataloghi presso la Fondazione Antonio Mazzotta. Attualmente collabora con diverse istituzioni e artisti come free lance.



Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. 049.663499 gestione2@studioesseci.net, referente Simone Raddi


MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro
Via Sebastiano Satta 27 - 8100 Nuoro


Telefono: +39.0784.252110
Fax : 0784.36243
E-mail: info@museoman.it

BLIND SPOT Mostra personale di LAURA GIARDINO

A milano, Laura Giardino... imperdibile!!!

 

BLIND SPOT
Mostra personale di LAURA GIARDINO

A cura di Marina Spada

Opening: 8 ottobre 2015, h 18,30

Periodo mostra: 8 ottobre – 27 novembre 2015


Nella nuova sede in Via Marco D’Oggiono 10 a Milano, giovedì 8 ottobre la galleria AREA B è lieta di presentare Blind spot, personale di Laura Giardino, a cura di Marina Spada.

Interni di case, scorci di stanze e di vie isolate, personaggi femminili mai del tutto svelati. Donne, in attesa o fuggitive, ritratte in un attimo d’azione che può rivelarsi lunghissimo. Sono momenti, attimi di vita che potrebbero appartenere a chiunque, come in un film.
E’ proprio dal carattere cinematografico delle opere di Laura Giardino che nasce il connubio tra l’artista e la regista Marina Spada, che ne cura la mostra, e che scrive:

“Laura Giardino monta la guardia ai suoi personaggi con cui spartisce la responsabilità di trattenerci davanti alla porzione di mondo che decide di mettere in scena. Come una regista, come in un film. Cerca di difenderli anche se i personaggi delle sue storie sono complici della loro oppressione, come facilmente lo siamo anche noi. Se guardi bene, i personaggi di Laura ci assomigliano perché anche loro ricordano un abbraccio, si lasciano scappare dalla bocca parole scomode, vorrebbero che qualcosa cambiasse nelle loro vite ma sospettano di essere prigionieri dentro un quadrilatero senza via di uscita .

Non riuscendo a sfuggire a coloro che sono presenti ma che noi non vediamo, Lei e Lui non possono che rimanere nei luoghi in cui si trovano perché le cose possano accadere. Abbiamo bisogno che le cose dinamicamente accadano nelle nostre vite, ma anche che vengano rappresentate in modo diverso da come sono accadute per riuscire a capirle. Come in un film. Tutto quello che ognuno di noi compie nella vita riaggiusta lo spazio fra noi e la realtà nello sforzo di creare un mondo che sia solo nostro . Anche nei film i personaggi-esseri umani creano mondi ed è per questo che i film ci piacciono.
Ho guardato e ascoltato a lungo davanti alle tele e ho scritto ciò che i personaggi di Laura Giardino, in scena o fuori scena, desideravano raccontarmi e farmi vedere di sé. Anche tu puoi ascoltarli e vedere cosa esiste al di là di ciò che ti viene mostrato di loro. Sei tu a deciderlo, come nella poesia. Come in un film. Ma soprattutto guarda bene le linee instabili e le prospettive impossibili così capirai perché le loro storie stanno precipitando su di te”.

LAURA GIARDINO, Blind spot
GALLERIA AREA B
Via Marco D’Oggiono n 10 Milano
OPENING: 8 ottobre h 18.30
DURATA MOSTRA: 8 ottobre – 27 novembre 2015
ORARI: lunedì 15.00 -18.00, martedì-sabato 10.00-13.00 15.00-18.00
t 02 89059535
m info@areab.org
www.areab.org

UFFICIO STAMPA:
ch2 comunicazione e progettazione eventi culturali
Milano / Bologna
ch2.it
Chiara Chiapparoli cc@ch2.it t 328 8967283

ARNALDO POMODORO Continuità e innovazione - fino al 31 gennaio 2016

Si è inaugurata nel giugno scorso, ma è visibile fino al 31 gennaio 2016... da non perdere!


 
ARNALDO POMODORO
Continuità e innovazione
Piazza del Duomo, Pisa
27 giugno 2015 / 31 gennaio 2016

 
Comunicato stampa
 
Dopo il grande successo della mostra di
Igor Mitoraj, dal 27 giugno 2015 al 31 gennaio 2016 Piazza del Duomo a Pisa ospita una grande mostra antologica dedicata allo scultore Arnaldo Pomodoroche coinvolgerà più luoghi: il Palazzo dell’Opera e il Museo delle Sinopie oltre che lo spazio esterno di Piazza dei Miracoli. 
 
La mostra, organizzata dall’Opera della Primaziale Pisana, è ideata e
diretta dall’architetto Alberto Bartalini e si avvale di un comitato scientifico composto da Antonio Paolucci, Gillo Dorfles e Ilario Luperini. 
 
Oltre cento opere, tra sculture, progetti, disegni e documenti
raccontano l’inter a vicenda artistica del grande scultore, che saluta la mostra pisana con queste parole: “La massima aspirazione per uno scultore è ambientare le proprie opere in un confronto con il tessuto urbano e con il paesaggio. La scultura è infatti  - come dice Hegel - una presa di un proprio spazio ed ha senso se  riesce a trasformare il luogo in cui è posta. Sono perciò estremamente felice che alcune tra le mie opere più importanti si trovino a dialogare con questi straordinari luoghi carichi di storia ”.
 
Un dialogo, quello con la storia e la memoria, che si arricchisce della straordinaria occasione di vedere le opere di Arnaldo Pomodoro dialogare con alcuni gessi dei più grandi interpreti della scultura medievale pisana, Nicola e Giovanni Pisano
 
Il percorso espositivo, suddiviso in sezioni critiche strettamente collegate tra loro,
parte dal Palazzo dell’Opera, dove è esposta una selezione di lavori tra i più significativi del Maestro dagli anni Cinquanta ad oggi, oltre  ad alcuni tra i più importanti studi di opere architetturali, come il celebre Progetto per il nuovo cimitero di Urbino, del 1973, mai realizzato

Dai primi rilievi degli anni Cinquanta in argento, piombo e cemento, dalla serie degli Orizzonti, delle Tavole, delle Colonne del viaggiatore, in cui l’artista ha sviluppato la sua poetica del segno plastico, fino alle Cronache e ai Papiri degli anni Settanta e Ottanta,
per arrivare alle sculture più recenti, i Continuum,  che rappresentano una sorta di inventario di tutta la sua “scrittura”

Un ampio spazio è dedicato inoltre all’inedita esposizione di modelli in gesso  di sculture di varie dimensioni. 
 
Il Museo delle Sinopie accogliele Sfere, le Colonne, i Cubi,
opere che testimoniano la ricerca dell’artista sui solidi della geometria euclidea,
in cui emerge il lacerante contrasto tra l’essere e l’apparire della forma. La serie dei
Grandi disegnidel 1971, studi per il gruppo del Movimento di crollo,
espressione del disequilibrio e del movimento in contrasto con ogni staticità,
accolgono il visitatore che entra nel museo. 
 
All’esterno degli edifici, in Piazza del Duomo, trova la suanaturale collocazione
una della sculture monumentali realizzate dall’artista che, sin all’inizio degli anni Settanta cominciò ad affrontare con energia il problema della grande dimensione e della scultura ambientale, con una nuova consapevolezza e un nuovo senso dello spazio.
Scelta per dialogare con i marmi pisani, la scultura Giroscopio (bronzo e ferro, diametro 3,80 metri).
 
Arnaldo Pomodoro è nato nel Montefeltro nel 1926, ha vissuto l’infanzia e la formazione a
Pesaro. Dal 1954 vive e lavora a Milano. 
 
Le sue opere del Cinquanta sono altorilievi dove emerge una singolarissima “scrittura” inedita nella scultura, che viene d’ora in poi interpretata variamente dai maggiori critici.
Nei primi anni Sessanta affronta la tridimensionalità e sviluppa la ricerca sulle forme della geometria solida, che poi si estende alla grande dimensione. Le sue sculture sono presenti in spazi urbani in Italia e all’estero e nelle raccolte pubbliche maggiori del mondo. Tra le opere ambientali si ricordano il lungo rilievo in cemento
Moto terreno solare al Simposio di Minoa a Marsala, la Sala d’Armi del Museo Poldi Pezzoli
di Milano, l’environment Ingresso nel labirinto, dedicato all’Epopea di Gilgamesh e Carapace, la cantina progettata per la Tenuta Castelbuono di Bevagna, commissionata dalla famiglia Lunelli e inaugurata nel giugno 2012.
Memorabili mostre antologiche lo hanno consacrato artista tra i più significativi del panorama contemporaneo. Numerose esposizioni itineranti si sono susseguite in Europa, Stati Uniti, Australia e Giappone. Si è dedicato alla scenografia sin dall’inizio della sua attività e ha realizzato ‘‘macchine spettacolari’’ per numerosi lavori teatrali.
Ha insegnato nei dipartimenti d'arte delle università americane: Stanford University, University of California a Berkeley, Mills College. Ha ricevuto molti premi e importanti riconoscimenti: i Premi di Scultura alle Biennali di São Paulo (1963) e Venezia (1964); il Praemium Imperiale per la Scultura 1990 della
Japan Art Association e il Lifetime Achievement in Contemporary Sculpture Award dell’
International Sculpture Center di San Francisco (2008). Nel 1992 il Trinity College dell'Università di Dublino gli ha conferito la Laurea
honoris causa in Lettere e nel 2001 l’Università di Ancona
quella in Ingegneria edile-architettura.
 
Dalla ricca bibliografia si segnalano:
L’arte lunga (Feltrinelli 1992), un dialogo con Francesco
Leonetti in cui Pomodoro racconta le esperienze della sua vita di artista;
Arnaldo Pomodoro (Fabbri 1995), opera monografica completa curata da Sam Hunter;
Scritti critici per Arnaldo Pomodoro e opere dell’artista
(1955 - 2000) (Lupetti 2000), una raccolta a cura della Fondazione Arnaldo
Pomodoro degli scritti critici più importanti con le immagini delle opere più significative;
Catalogo ragionato della scultura, a cura di Flaminio Gualdoni, che documenta il complesso delle opere realizzate dall’artista, corredate dalla prima compiuta ricerca documentaria su tutta la bibliografia esistente (Skira 2007);
Arnaldo Pomodoro. Il teatro scolpito
a cura di Antonio Calbi (Feltrinelli
-
Fondazione Arnaldo Pomodoro 2012), un volume che raccoglie i progetti per la scena realizzati dal 1972 sino ad oggi.
 
ARNALDO POMODORO
Continuità e innovazione
Piazza del Duomo, Pisa
27 giugno 2015 / 31 gennaio 2016
orari fino a ottobre: tutti i giorni dalle 8 alle 20
da novembre a marzo: tutti i giorni dalle 9 alle 17
Per informazioni
Opera della Primaziale Pisana
www.opapisa.it
,
info@opapisa.it
050 835011/12
Ufficio stampa
Matilde Meucci
Spaini & Partners
050/36042 310920 cell 329 6321362
www.spaini.it

OFFICINA SCART - I RIFIUTI DIVENTANO ARTE E DESIGN



OFFICINA SCART - I RIFIUTI DIVENTANO ARTE E DESIGN
  A S. Croce sull’Arno (Pisa) laboratori di arte a impatto zero  
PISA - Un’università dell’arte, l’Accademia di Belle Arti di Firenze, la più antica al mondo. Un Comune toscano, Santa Croce sull’Arno, guidato da un giovane sindaco animato da forte volontà innovativa, Giulia Deidda. Un’azienda leader nazionale nel settore dei rifiuti industriali, la Waste Recycling S.p.A.
Questo è l’inusuale triangolo istituzionale che ha appena sottoscritto una convenzione per dare vita ad una formazione/sperimentazione sull’uso artistico degli scarti industriali. Primo atto il workshop attualmente in corso alla Waste Recycling dove gli studenti trascorreranno le settimane formative nell’Officina SCART (allestita presso Waste Recycling) e alloggeranno presso la Residenza dell’Artista (predisposta dal Comune di Santa Croce sull’Arno) presso Villa Pacchiani.
La storia comincia 18 anni fa. La Waste Recycling, che si occupa nei suoi impianti di raccogliere, trattare, inviare a riciclo e smaltire rifiuti industriali, decide di lanciare un progetto concreto per incidere positivamente sulla mentalità del recupero e del riuso. Il progetto è basato sulla ideazione e realizzazione di opere e installazioni artistiche costituite al 100% da rifiuti e si chiama SCART, ormai marchio registrato in Italia e in Europa che unisce appunto la parola “scarto” alla parola inglese “art”. Con SCART sono state realizzate innumerevoli opere, mostre, eventi, cataloghi di grande successo, che hanno attirato una notorietà nazionale e internazionale.
“Sin dai primi laboratori SCART” dichiara Maurizio Giani presidente di Waste Recycling e ideatore del progetto “due professori dell’Accademia, Edoardo Malagigi e Angela Nocentini, furono coinvolti negli anni ‘90 per coordinare la produzione artistica, non solo agendo in prima persona - alcune loro opere sono tuttora esposte negli nostri uffici - ma anche coinvolgendo studenti e altri docenti dell’Accademia”. Commentano Malagigi e Nocentini: “Avvicinare gli studenti dell’Accademia alla conoscenza del mondo degli scarti industriali, considerandoli come prodotto pregiato e tipico della zona di produzione del Made in Italy, ha significato stimolare la loro creatività promuovendo la realizzazione di opere artistiche sostenibili non solo da un punto di vista ambientale, ma anche economico. E’ stato questo il nostro obiettivo all’interno di una visione in cui la creatività è utilizzata anche per innovare la formazione universitaria, attivando un fertile scambio tra realtà diverse e dimostrando ancora una volta che il sapere e il saper fare non sono divisi in tanti compartimenti disciplinari separati, ma sono un patrimonio unico da condividere”.
L'Amministrazione comunale di Santa Croce sull'Arno ha accolto con grande piacere l'opportunità di diventare partner del percorso che vede protagonisti l'Accademia di Belle Arti di Firenze e la Waste Recycling SpA. “Il progetto in questione entra infatti a pieno titolo nella filosofia di questa Amministrazione” ci tiene a sottolineare Il Sindaco Giulia Deidda “in quanto crea un legame tra la cultura, un'azienda del nostro territorio e un’istituzione pubblica. Il nostro Paese, famoso nel mondo per la produzione artistica del passato, non può trascurare una produzione attenta al presente, ai futuri artisti di domani e all'utilizzo di materiali di scarto che, attraverso l'arte, possono essere nobilitati. L'attenzione di questa Amministrazione agli aspetti della crescita culturale, della tutela ambientale e a tutto quello che riguarda le giovani generazioni, ci ha fatto aderire con entusiasmo mettendo a disposizione degli allievi dell'Accademia il Centro Polivalente di Villa Pacchiani dove gli studenti sono ospitati al termine di ogni giornata formativa trascorsa nell’officina SCART di Waste Recycling.
Il grande laboratorio allestito da Waste Recycling è il luogo dove periodicamente si svolgeranno lezioni, workshop e altre iniziative nel campo della utilizzazione artistica dei rifiuti industriali. Il Laboratorio sarà diretto dalla prof.ssa Nocentini che lo riconosce come “un’occasione preziosa per avvicinare i giovani artisti in formazione al mondo delle imprese e quindi a nuove possibilità espressive e occupazionali”. Conclude Eugenio Cecioni Direttore dell’Accademia: “L’Accademia si augura che la nuova Convenzione offra ad un numero sempre maggiore di studenti, occasioni formative importanti e uniche in cui l’espressività intrinseca dei materiali di scarto stimoli la genialità degli autori a produrre nuove forme di arte e di design”.

Waste Recycling SpA
Sede: Via Lancioni 2 Santa Croce sull’Arno (PI)
Tel.  0571 2901  - www.w-r.it
Ufficio Stampa Waste Recycling SpA
Cristina Sagliocco – Cell. 340 16 50 410
c.sagliocco@w-r.it

Accademia di Belle Arti di Firenze
Sede: Via Ricasoli 66 - Firenze
Tel.  055 215449 – 055 2398660
www.accademia.firenze.it
Ufficio Stampa Accademia di Belle Arti di Firenze
Marco Mannucci - Cell 3477985172 - ufficiostampa@accademia.firenze.it
 
 

sabato 26 settembre 2015

Frasi rubate 74



“La Business Art è il gradino subito dopo l’arte. Io ho cominciato come artista commerciale e voglio finire come artista del business. Voglio essere un Business Man dell’arte o un Artista del Business. Essere bravi negli affari è la forma d’arte più affascinante…fare soldi è un’arte, fare buoni affari e la migliore forma d’arte”

venerdì 25 settembre 2015

Frasi rubate 73




È meglio capitare tra i corvi che tra gli adulatori: gli uni divorano i cadaveri, gli altri i vivi.
 
Antistene

La bellezza dell'Italia - il video del MiBACT

Il MiBACT ha ideato, in occasione di Expo 2015 Milano, uno spot promozionale, per celebrare la bellezza dell’#Italia e la sua straordinaria offerta culturale, sensibilizzando i cittadini al tema della conoscenza, protezione e valorizzazione del nostro prezioso patrimonio.
Lo spot è stato presentato in anteprima alla Conferenza Internazionale dei Ministri della Cultura a Milano Expo, di fronte ai ministri della cultura di più di 80 paesi, ai rappresentanti dell’#UNESCO e delle principali organizzazioni internazionali, invitati dal governo italiano per promuovere la protezione del patrimonio culturale mondiale a rischio a causa di catastrofi naturali o conflitti.
A seguito del grande successo riscosso in questa occasione, il video è stato scelto come protagonista, da settembre, di una grande campagna promozionale del Ministero, in una veste rinnovata e con un messaggio ancor più strettamente legato alla diffusione della conoscenza dello straordinario patrimonio culturale del nostro paese.
Lo spot, che ha come sfondo il meraviglioso Palazzo Farnese di Caprarola, in provincia di Viterbo, è stato realizzato in collaborazione con la Direzione Generale Cinema e il Centro sperimentale di cinematografia, con la regia di Alessandro D’Alatri e la straordinaria interpretazione di Giancarlo Giannini, grazie al supporto di tecnici audio, fono, montaggio e fotografia di riconosciuta fama internazionale.

 


Carol Rama


Olga Carol Rama
1918 - 2015

R.I.P.

SERGIO PADOVANI. HEIMAT a cura di Emanuele Beluffi

A Bassano...

 

SERGIO PADOVANI. HEIMAT
a cura di Emanuele Beluffi

Bassano del Grappa (Vi), Piccola Galleria Arte Contemporanea
26 settembre – 15 novembre 2015
Inaugurazione sabato 26 settembre, ore 19
Ingresso libero

Completa la mostra un catalogo con testo critico di Emanuele Beluffi e intervista all’artista
Apre il 26 settembre 2015, nella nuova sede espositiva della Piccola Galleria Arte Contemporanea nel centro storico di Bassano del Grappa, la decima personale di Sergio Padovani dal titolo Heimat.
“Heimat”, termine tedesco polisemico che in italiano potremmo tradurre con “casa”, “piccola patria”, “luogo natio”, ha dunque in questa occasione una valenza estremamente simbolica:
"da un lato lo stallo del nostro senso di appartenenza, il (possibile) tramonto dell’Occidente, per dirla con Oswald Spengler, e dall’altro la testimonianza di questa stessa precarietà da un punto di vista speciale, l’”heimat” di Sergio Padovani, che denota il transitare di questo “senso di appartenenza” di quadro in quadro (estratto dal testo di Emanuele Beluffi)
Piccola Galleria Arte Contemporanea
via Matteotti 11 – Bassano del Grappa, Vicenza
info@piccolagalleria.com

giovedì 24 settembre 2015

Eleonora Manca - METAMOR(pH)

A Torino, una mostra da non perdere!
 
 
 
Eleonora Manca - METAMOR(pH)
Spacenomore
Via Gianbattista Bogino, 9, 10123 Torino
 a cura di Francesca Canfora
 
“Nasciamo, per così dire, provvisoriamente, da qualche parte; soltanto a poco a poco andiamo componendo in noi il luogo della nostra origine, per nascervi dopo, e ogni giorno più definitivamente.” (Rainer Maria Rilke)

Figure sfuggenti dai contorni fumosi e impastati, corpi eterei, privi di gravità e materia, si dimenano fluttuando nel vuoto, vittime di un incessante mutazione. È un'impossibile tregua a rendere il corpo raffigurato percettivamente inafferrabile e a rappresentare il comune denominatore degli autoscatti di Eleonora Manca.

Soggetto e oggetto rappresentato coincidono, ma l'immagine risulta sempre sdoppiata, confusa, mai univoca e ostinatamente in divenire.

L'ineluttabile involucro, luogo di indagine privilegiato dall'artista, è perennemente in fieri, in balia di metamorfosi continue, e si costituisce come archivio sensibile, poiché è tramite i sensi che spesso la memoria si accende.

Lenta se asseconda il ritmo naturale dato dallo scorrere del tempo o repentina, se dovuta a eventi traumatici, comunque sempre inesorabile è la muta cui siamo sottoposti ogni giorno, che inevitabilmente lascia segni o cicatrici, procurando talvolta sofferenza.

Cambiare pelle è sinonimo di trasformazione, non certo indolore.

“Niente è più fragile della superficie”, ma al contempo nulla è così forte come l'epidermide, capace di autorigenerarsi e di reagire a qualsiasi ferita.

Nello stesso tempo il corpo è in grado di riflettere dolori emotivi, inquietudini, disagi o fobie, anche inconsci, e somatizza facendosene portavoce.

Fitte, spasmi, crampi, formicolii o capogiri sono spesso spia o campanello d'allarme di ciò che coscienza e raziocinio rimuovono, richiamando così l'attenzione su ciò che viene occultato negli strati più profondi.

Per Eleonora Manca “il corpo non mente” ed è necessario recuperare con esso un contatto istintivo per sentirlo, ponendosi in costante ascolto per cogliere i messaggi da esso inviati.

“Ogni corpo è memoria ed essa si stratifica a tal punto che ogni nostro atto è legato ai ricordi che il pensiero cosciente tende ad annullare, ma che sostano inattaccabili nel corpo. Mentre la mente opera secondo azioni di conoscenza e di rimozione, il corpo non dimentica nulla e mantiene nelle proprie cellule ogni avvenimento, ogni pensiero, ogni sguardo, ogni parola. L’idioma del corpo è dunque l’inesplicabile linguaggio della memoria, il non aver paura di toccare”. (E.M.)

Ma il corpo restituito dall'artista, ancor più rarefatto e smaterializzato da un'acromia ricorrente, dove l'unica alternativa al bianco e nero è il grigio in ogni sua possibile e morbida declinazione, è il punto di partenza individuale e singolare da cui muove una ricerca con un obiettivo plurale, archetipico.

Ad esser rappresentato è un corpo libero di esprimersi e di esistere anche privo del suo contenuto, senziente o viscerale, e al contempo foriero di verità poichè non potendo spogliarsi di null'altro non può che offrire sè stesso.

“Il nudo, questo nudo, non trasgredisce niente, non imbarazza, non intende compiacere” afferma l'artista. Fonte di bellezza a prescindere, il corpo nudo anche se irriverente non può essere osceno, poichè “la carne non è merce, non dovrebbe essere ancora un tabù nè l'anticamera della parola sesso”.

La rappresentazione di Eleonora Manca, che ha per oggetto il proprio corpo, è tutto fuorchè autoreferenziale: filtrato in modo da esser spogliato della sua soggettività, privato delle sue particolarità e della sua riconoscibilità, esso ambisce a diventare corpo non più unico e sessuato ma universale.

“È un corpo che non smette di dissolversi, di essere predatore del proprio sé mediante gesti sottrattivi. È fenomenologia di una presenza assente come di un'assenza presente.” (E.M.)

Inaugurazione: Giovedì 1 ottobre, dalle h 18.00
Palazzo Graneri della Roccia - Via Bogino 9, Torino

Orari di apertura:
Dal Lunedì al Venerdì dalle 10,00 alle 19,00
Ufficio stampa: Simona Savoldi - T: 339.6598721 - savoldi.press@gmail.com

Eleonora Manca (1978). Artista visiva, videoartista e videoperformer utilizza vari media (principalmente fotografia e video) portando avanti una ricerca sulla metamorfosi e la memoria del corpo. Dopo una formazione in Storia dell’Arte a Pisa si specializza in Teatro e Arti della Scena presso il DAMS a Torino, dove collabora alle attività del Centro Studi di Fenomenologia della Rappresentazione, occupandosi inoltre di critica e saggistica teatrale. Vive e lavora a Torino.
 

mercoledì 23 settembre 2015

L'amico Ciro Palumbo, con la curatela di Alessandra Redaelli al Museo Nazionale dell’Automobile a Torino

L'amico Ciro Palumbo, con la curatela di Alessandra Redaelli al Museo Nazionale dell’Automobile a Torino



MAUTO
Museo Nazionale dell’Automobile “Avv. Giovanni Agnelli”
Corso Unità d’Italia, 40 – Torino

SGUARDI ETERNI TRA LA TERRA E IL CIELO

Mostra personale di  Ciro Palumbo

a cura di Alessandra Redaelli



Inaugurazione venerdì 9 Ottobre 2015 ore 18:30
Aperta al pubblico dal 10 ottobre al 29 novembre 2015

Il Museo Nazionale dell’Automobile ha il piacere di presentare – da sabato 10 ottobre a domenica 29 novembre 2015 – la mostra personale del pittore metafisico/surreale Ciro Palumbo dal titolo Sguardi eterni tra la terra e il cielo, un’esposizione itinerante proveniente dal MACS – Museo Arte Contemporanea Sicilia – e precedentemente esposta nelle prestigiose sedi del Castello Carlo V di Monopoli e del Castello di Schisò ai Giardini Naxos.

In Sguardi eterni tra la terra e il cielo, Ciro Palumbo presenta un ciclo di opere dedicate al MITO: tema assai caro all’artista che, da tempo, ne indaga sfumature e declinazioni, sviluppandolo con un intenso lavoro di studio e approfondimento. La curatrice della mostra Alessandra Redaelli sottolinea: “Come umanità, come uomini e come donne, abbiamo spasmodicamente bisogno di miti in cui credere. E se qualcuno ce li porta via, o peggio li depriva del loro senso più profondo, ecco che sentiamo subito l’esigenza di ricostruirceli, di ritrovarli.”

Quelle presentate al Mauto sono “figure possenti, scolpite in un marmo dalle tinte gelide, gli occhi ciechi della pietra a dichiarare, al di là di ogni ragionevole dubbio, che di marmo si tratta, di materia dura, eterna e indissolubile. Ma non è così. Ed è qui, in questa squisita ambiguità, che si gioca la magia di Palumbo. Perché al di là di ogni ragionevole dubbio è carne morbida, cedevole, sottilmente sensuale quella di Proserpina, stretta nell’abbraccio del suo rapitore”. La svettante Nike, Ermes il messaggero degli Dei, il romantico Prometeo, il possente Vulcano accompagneranno il visitatore in un epico viaggio, riuscendo dunque a sublimare e contestualizzare i miti antichi in spazi al di fuori del tempo per dimostrarne la loro assoluta contemporaneità.


La mostra si inserisce nel panorama di Artissima, in un periodo dell’anno in cui Torino è letteralmente invasa dall’Arte. Per questo motivo il Mauto - da sempre impegnato a dare voce e spazio alle varie espressioni della creatività, del design e dell'artigianalità di giovani artisti - ha deciso di ospitare un artista “nella cui ricerca espressiva si ritrova l’origine epica delle rappresentazioni pittoriche” (Alberto Agazzani). Una riflessione pittorica che narra un viaggio intellettuale nelle sfumature dell’anima dialoga con un percorso espositivo che sottolinea come la storia mobilità sia frutto di un susseguirsi di momenti creativi: due mondi solo apparentemente distanti raccontano una medesima storia, che è quella del processo creativo.

IL MAUTO
Eccellenza della Città di Torino, il Mauto è simbolo e custode della creatività artigiana e industriale legata al mondo dell’automobile: il percorso espositivo del museo racconta la storia di questa creatività dalle origini fino ai giorni nostri. Ma il Mauto è soprattutto un luogo vivace e partecipato dove si racconta il presente della Torino creativa. Membro del comitato che ha lavorato per ottenere dall’UNESCO il titolo di Torino - Creative City Per Il Design, il MAUTO sostiene e alimenta iniziative creative di vario genere, organizzando mostre temporanee non strettamente legate al mondo dell’automobile e sostenendo una fitta rete di collaborazioni con realtà creative nazionali e internazionali. Considerato uno dei più importanti poli attrattivi del circuito torinese, con l’80% di visitatori stranieri, il Museo dell’Automobile è oggi una realtà museale all’avanguardia, creativa, interattiva, didattica e partecipativa.

“Animato da iniziative diverse, il Mauto è un’istituzione che lavora per aprire i suoi spazi a ogni forma di creatività e di espressione artistica, in sinergia con altre istituzioni museali e non, nazionali e internazionali, e con un occhio attento al calendario degli eventi in città: nel periodo di Artissima, siamo dunque lieti di ospitare un artista come Ciro Palumbo, la cui ricerca pittorica estremamente affascinante e colta ci permette di ribadire, ancora una volta, come il museo sia, soprattutto, uno spazio di discussione e confronto, di approfondimento e ricerca, in cui prospettive diverse possano dialogare, in un interscambio fruttuoso che i nostri visitatori dimostrano di apprezzare e sostenere”. (Rodolfo Gaffino Rossi, Direttore)


La mostra sarà visitabile secondo i costi e gli orari del Museo Nazionale  dell’Automobile.

COSTI. I costi del biglietto d’ingresso sono di 12,00 euro (intero), 8,00 euro ridotto) e 2,50 euro (scuole). Ingresso gratuito per i possessori dell’abbonamento musei Torino Piemonte e della Torino + Piemonte card.

ORARI. Il Museo è aperto il lunedì dalle 10 alle 14; il martedì dalle 14 alle 19; il mercoledì, il giovedì e la domenica dalle 10 alle 19; il venerdì e il sabato dalle 10 alle 21

CONTATTI E INFO

Mostra: Ciro Palumbo - Sguardi eterni tra la terra e il cielo
Curatela: Alessandra Redaelli
Luogo: Mauto, Corso Unità d’Italia, 40
Inaugurazione: 9 ottobre 2015
Apertura al pubblico: 10 ottobre – 29 novembre 2015
Patrocini: Unesco per il Design, Comune di Torino, Città metropolitana di Torino, Regione Piemonte
Media Partner: Torinonightlife www.torinonightlife.com
Ufficio Stampa: B52Communication,  info@b52c.com. 333.7642782

Contatti MAUTO: l.maccio@museoauto.it

Asta per Agata Smeralda Onlus

 
 
Spesso mi capita di essere contattato per condurre aste a scopo benefico.
La cosa non può che farmi piacere, soprattutto quando sono certo della serietà della cosa. 
Il progetto indicato, al quale verranno destinati i fondi raccolti, riguarda una situazione di grande povertà, gestita da delle suore che vivono davvero in uno spirito evangelico di carità francescana.

E allora appuntamento al prossimo 28 novembre alle ore 17'00 a Firenze presso la sede della Agata Smeralda Onlus
 
 
 


TITOLO: Costruzione del Centro di formazione professionale “Effata (Apriti)”.
LUOGO: Kananga (Repubblica Democratica del Congo).
SOGGETTO ATTUATORE: Progetto Agata Smeralda Onlus.
PARTNER LOCALE: Associazione “Sentinelle della Speranza” - responsabile Suor Henriette Kalomba.

Contesto:
La Repubblica Democratica del Congo è reduce da anni di guerra con l’Uganda e il Ruanda (con i quali ha firmato la pace nel 2002), e di guerriglia contro movimenti ribelli che permangono in alcune province orientali. Nonostante possieda immense risorse naturali, il Paese è estremamente povero. La sua economia si fonda principalmente sul settore primario: agricoltura ed estrazione mineraria, sfruttata però dalle grandi compagnie straniere. Le città sono invase dalla popolazione proveniente dai villaggi, con la speranza di migliorare le proprie condizioni di vita. L’aspettativa di vita in Congo è di 60-65 anni. Secondo l’Unicef il 70% dei circa 70 milioni di abitanti della Repubblica Democratica del Congo vive al di sotto della soglia di povertà; il tasso di mortalità 0-5 anni è di 199 su 1000 nati vivi. In termini assoluti, si stima che ogni anno nel paese muoiano 554.000 bambini sotto i 5 anni. La fascia d’età più disorientata è quella dei giovani a cui le istituzioni non sono in grado di garantire un futuro dignitoso. Anche quelli che, seppure con difficoltà, riescono a terminare gli studi, non riescono a garantirsi la sopravvivenza, in quanto la formazione generale non risponde alle esigenze locali.
Kananga, capoluogo della regione occidentale del Kasai, è un’importante centro commerciale e di estrazione di diamanti. Qui quasi tutto viene importato. La terra e il clima a Kananga permetterebbero una produzione agricola favorevole, ma mancano i mezzi e le persone formate. Lo stato di dipendenza a cui sono sottomessi gli africani opprime ancora di più le fasce deboli della popolazione, soprattutto le donne e i bambini.
Descrizione del progetto:
L’Associazione “Sentinelle della Speranza” è un’associazione d’ispirazione cattolica che a Kananga si impegna nella formazione socio educativa delle persone, con particolare attenzione allo sviluppo e alla promozione della donna. Rifacendosi alle parole di Gesù: “Alzati e cammina”, il progetto intende essere un contributo allo sviluppo di tutta la regione di Kananga attraverso la creazione di una scuola cattolica, con un programma educativo che integri la formazione dei giovani e in particolare delle donne. Su un terreno di dieci ettari, donato all’Associazione e situato alla periferia della città, sarà costruita una scuola, unica nel suo genere su tutto il territorio. La scuola realizzerà corsi di formazione per allevatori e contadini riconosciuti dal Ministero dell’Educazione e promuoverà varie attività, come seminari di formazione, attività educative, di animazione e sensibilizzazione.
Beneficiari del progetto:
Giovani e donne della zona periferica di Kananga.
Durata del progetto:
La durata prevista per i lavori è di circa 6 mesi.
Realizzazione completa del progetto Euro 26.000,00.
Ogni contributo derivante dall’asta sarà interamente devoluto allo scopo.


 
 
IL PROGETTO AGATA SMERALDA OGGI.

Agata Smeralda è il nome della prima bambina accolta allo "Spedale degli Innocenti" di Firenze nel lontano 5 febbraio 1445.

"Agata Smeralda" è oggi un Progetto che opera in nome della dignità della persona umana dal concepimento alla morte naturale. Ormai da venticinque anni è una presenza concreta nelle favelas brasiliane di Salvador - Bahia, in mezzo ai più poveri tra i poveri: le bambine ed i bambini di strada. Più di recente ha avviato progetti di solidarietà anche in Albania, Gerusalemme, India, Costa d’Avorio, Congo, Nigeria, Ciad, Haiti e Tanzania. In quest’ultimo Paese, ormai da circa un anno, il Progetto Agata Smeralda è impegnato in un piano in difesa dei bambini albini.



In Brasile sono oltre 7.000 i bambini accolti dai missionari nei 120 Centri di accoglienza dislocati nella Bahia che, grazie all'adozione a distanza, dispongono ogni giorno di un sano vitto e di assistenza sanitaria ed hanno la possibilità di accedere all'istruzione scolastica.

Fra i bambini seguiti, ve ne sono numerosi portatori di gravi handicap, molti di loro sono non vedenti o cerebrolesi.

Operano oltre 100 scuoline di alfabetizzazione, dieci case famiglia per ragazzine "tolte dal marciapiede", un presidio sanitario presso il "Centro do Menor Joao Paulo II", nella favela di Mata Escura e altri nella periferia della città, luoghi di avviamento al lavoro per i ragazzi più grandi, un Centro Sociale situato nella favela di Alto do Perù e frequentato da oltre 700 giovani.

Il Progetto offre ai ragazzi capaci e desiderosi di studiare, la possibilità di frequentare l'università con borse di studio.

“Agata Smeralda” opera in stretta collaborazione con la Chiesa locale e con i missionari (suore, sacerdoti, laici) provenienti da vari paesi del mondo ed anche da Firenze.

Gli adottanti, e tutti coloro che lo desiderano, possono partecipare a periodici viaggi a Salvador - Bahia, nel cuore del Progetto Agata Smeralda, per visitare i centri di accoglienza, rendersi conto della difficile realtà in cui operano i missionari e del lavoro concreto portato avanti con loro da questa Associazione umanitaria.



“Agata Smeralda” non è solo raccolta di fondi e adozioni a distanza, ma anche un’associazione che opera, nel suo piccolo, per diffondere una cultura della vita e della dignità umana. Ha per questo promosso, e promuove, in Italia e all’estero, iniziative di sensibilizzazione contro la pedofilia e il turismo sessuale, per diffondere una cultura di pace e di accoglienza, attraverso incontri, mostre e pubblicazioni. Valorizza e difende la dignità della donna ed evidenzia, in particolare tra le giovani generazioni, uno spirito di fraternità, di impegno e di gratuità, antidoto alla società consumistica in cui spesso sono costrette a vivere.



Il Progetto Agata Smeralda è una Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale (ONLUS), ai sensi del Decr. Lgs. 460/97, in quanto iscritta al Registro del Volontariato della Regione Toscana con Decreto del Presidente della Provincia di Firenze nr. 63 del 14 Novembre 1997, ed Ente Morale (D.M. 7 Aprile 2000).



Per informazioni rivolgersi alla Segreteria del Progetto:

Via San Gallo, 105 e 115 - 50129 Firenze - Tel. 055 585040, fax 055 583032

E-mail: info@agatasmeralda.org Sito Web: www.agatasmeralda.org