RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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martedì 31 gennaio 2012

2011- 2012? A tutta Transavanguardia...


Era il 1979 quando Achille Bonito Oliva, attraverso le pagine di Flash Art teorizzava la Transavanguardia (vedi l'articolo originale su: http://www.flashartonline.it/interno.php?pagina=articolo_det&id_art=847&det=ok&titolo=TRANS-AVANGUARDIA ).
Ora a cavallo fra il 2011 ed il 2012, con una serie di eventi, ABO, cerca di rilanciare, se mai ce ne fosse bisogno, questo movimento che tanto ha caratterizzato la nostra storia dell'arte recente e lo fa con una serie di mostre da non perdere!
Gli appuntamenti sono sei, dislocati in varie sedi lungo tutto lo stivale in altrettante sedi pubbliche e realizzate con la collaborazione, per lo sviluppo di questo ambizioso progetto di Marco Pierini, Marco Bazzini, Alberto Fiz, Francesco Gallo e Mario Codognato.

Le mostre:

- "La Transavanguardia italiana"      24 Nov. 2011 - 4 Mar. 2012  - Milano, Palazzo Reale;
- "Sandro Chia"      9 Dic. 2011- 29 Gen. 2012  - Modena, Foro Boario;
- "Nicola De Maria. I miei dipinti si inchinano a Dio"      11 Dic. 2011 - 4 Mar. 2012  - Prato, Centro Pecci per l'Arte Contemporanea;
- "Enzo Cucchi"      17 Dic. 2011 - 1 Apr. 2012  - Catanzaro, MARCA;
- "Francesco Clemente"      15 Mar. - 15 Apr. 2012  - Palermo, Palazzo Sant'Elia;
- "Mimmo Paladino"      1 Mar. - 1 Apr. 2012  - Roma, ex Gil di Luigi Moretti.

'Cum Corde' BRESCIA, CHIESA DI SAN ZENONE ALL'ARCO

Un'altra importante partecipazione, messa a segno dallla brava Ester Negretti. Ora in collettiva a Brescia ed in ottima compagnia, fra l'altro

Cum Corde

… et noli contristari! Il tema della speranza, che ha costituito il motivo ispiratore delle manifestazioni del 2011 è stato un segno voluto di contraddizione, una esortazione contro corrente rivolta ai Bresciani rispetto al diffuso pessimismo che la crisi ancora in corso ha generato; un invito a non abbattersi, che la città nelle sue varie articolazioni ha dimostrato di voler accogliere.
 È di tutta evidenza, tuttavia, che tale disponibilità, per non rimanere una semplice e sterile aspirazione, ha bisogno di radicarsi in un terreno fertile, accogliente, reso tale dall’affermarsi e dal diffondersi di atteggiamenti di disponibilità, di ascolto e di reciproco rispetto, aperti ad una progettualità condivisa che si può realizzare soltanto in un clima di pacificazione, che apra i cuori, in una sola parola in un clim a di concordia.
La CONCORDIA, dunque, la virtù dei miti e degli operatori di pace, cui Dio, ci dice l’evangelista Matteo, riserverà il suo regno, è il motivo ispiratore della prossima ricorrenza delle feste dei Santi Patroni.
Si avverte l’esigenza di operare, nella comunità bresciana ad ogni livello, una discontinuità nella spirale di contrapposizioni, di frantumazioni e di confronti e scontri di ragioni che, se esaltate nella loro pur intrinseca valenza, non trovano approdi d’incontro e comprensione, bensì producono soltanto la violenta esaltazione della propria egoistica ragione.
L’invito ai Bresciani è, di conseguenza, a ritrovare il modo semplice dell’incontro CUM CORDE, con il cuore in mano, per riconoscere, come insegna Emmanuel Levinas, nel volto dell’altro i motivi e le occasioni di condivisione e soddisfazione delle reciproche aspettative, nella convinzione che se vale la regola secondo cui se tutti pulissero la strada d avanti a casa la città d’incanto risulterebbe pulita, allo stesso modo l’apertura dei cuori di ognuno porterebbe alla pace dell’intera città, premessa di prosperità per tutti.
Lo insegna la storia. Le tregue di Dio hanno favorito la rinascita delle città all’alba del secondo millennio e le concordie cittadine hanno generato gli strumenti di partecipazione democratica nei comuni delle città del Basso Medioevo; furono presto dilaniati dagli scontri di fazione, ma a tali difficoltà non fu trovato rimedio se non nelle concordi pacificazioni, operate dai campioni di concordia come fu a Brescia alle soglie del Trecento il grande vescovo Berardo Maggi.
 Ne erano profondamente convinti gli uomini del tempo. Ne scolpivano in forme umane la figura sulle facciate delle chiese così che la CONCORDIA divenisse per tutti virtù civica, ispiratrice prima degli altri degli stessi governanti della città, ammoniti dalle sue fattezze dipinte sulle paret i dei palazzi del Governo, come a Siena testimonia il grandioso affresco del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti. Della CONCORDIA hanno evocato i benefici effetti uomini di pensiero e di azione, ma soprattutto i legislatori, preoccupati di garantire equità e giustizia. La concordanza chiara e certa delle leggi di Giustiniano ha dettato i canoni della civiltà occidentale, mentre nell’opera del canonista Graziano, impegnato a ripristinare la concordanza nei canoni discordanti della Chiesa rinnovata, ne ha rilanciato l’azione alla stagione feconda dell’Umanesimo europeo.
Dopo i drammi indicibili delle due guerre mondiali e le manifestazioni del “male assoluto” della Shoah, è stato l’esercizio intelligente della virtù della concordia esercitata dai padri dell’Europa che ha regalato al continente il più lungo periodo di pace.
È uno spirito che le attuali contingenze alle soglie del terzo millennio, proiettato nella dimensione della mo ndialità globalizzante, hanno fatto smarrire.
 Occorre ritrovare allora la freschezza e la forza necessarie per riscoprire i valori della concordia, andando oltre i ricorrenti eppur necessari inviti alla solidarietà. La solidarietà invita a tendere la mano; la concordia impone il mettersi in cordata per compiere una scalata e raggiungere tutti la vetta, il marciare cadenzati verso la stessa meta, l’unirsi in rete per raggiungere l’obiettivo condiviso. Occorre uno spirito nuovo, genuino, quello che a volte solo i giovani sanno mettere in campo.
La CONCORDIA, quindi, interpella l’intera città e tutti i Bresciani, ma soprattutto i giovani.
 L’auspicio – pertanto – è che la festa dei Santi Patroni, tradizionalmente rappresentati nella pienezza del loro vigore giovanile, si possa trasformare in un ricorrente appuntamento dei giovani, protagonisti dell’iniziativa, con l’intera città, per trasformarla in piena con cordia in città giovane per i giovani.


Artisti:
Davide Balossi – Merate
Stefano Crespi – Brescia
Fiuto Rama - Milano
Davide Maggioni – Lecco
Ester Maria Negretti – Como
Daniele Salvalai – Iseo BS
Antonella Bitonte - Brescia
Marica Fasoli – Bussolengo VR
Chiara Gallo – Monza
Mauro Mantovanni – Sesto S. Giovanni MI
Giovanni Ranieri Tenti – Brescia

Inaugurazione sabato 4 febbraio 2012 ore 17.00

CUM CORDE

Brescia - San Zenone all’Arco sabato 4 febbraio 2012
orari: 16 – 19 (lunedì escluso) Ingresso gratuito


Progetto mostra e catalogo a cura di Fausto Moreschi

Scuse per Viaggiare. Giulio Zanet

Giulio Zanet è bravo. Già finalista dell'ultima edizione del Premio Patrizia Barlettani ora sotto la guida della giovane, brava e preparata Rossella Farinotti da Piscina Comunale a Milano. Da venerdì 3 febbraio 2012... da vedere!
Scuse per viaggiare. 
Piscina Comunale , Via Campiglio 13, Lambrate, Milano
Giulio Zanet espone a Piscina Comunale una serie di disegni nati casualmente da una residenza in Spagna e portati avanti fino ad oggi. Una scusa per un viaggio in evoluzione costante: un diario frammentato fatto da momenti di riflessione e di pausa. Fogli bianchi formato A4 rigorosamente in file su una parete dello spazio. La sensazione davanti ai lavori di Zanet è quella di perdita di un pensiero delineato e fisso. Non c’è un percorso, ma appunti grezzi. L’artista gioca con impulsi, situazioni vissute, paranoie reali mescolandole con momenti onirici, impostati o realmente sognati. Soggetti diversi si muovono in spazi mai definiti del tutto, quasi impalpabili. Zanet sviluppa racconti con spunti dal quotidiano vissuto giorno per giorno con intersezioni surreali: come in un film surrealista alla Buñuel i disegni di Zanet sono sviscerate associazioni di immagini, frammentarie, senza un seguito temporale o appunto tematico. Sono elementi che si possono mischiare, perché l’ordine non è necessario: vivono singolarmente nel momento in cui sono stati realizzati. Sulle pareti dello spazio di Lambrate lo sguardo non è mai fisso: quasi cento fogli disposti in file dove prendono vita elementi numerosi e diversificati. Uomini, donne, geometrie, case rovesciate, colori, nuvole e pioggia rosa, facce senza volti, un monocromo grigio, una gamba e un braccio, elementi pornografici, una donna col corpo da scacco, quadratini bianchi e azzurri, esseri strani, puntini per riempire uno spazio o una forma, quasi per definire il tempo che scorre, come il ritratto di una madre e figlia che guardano l’orizzonte dove passa solo una vela bianca, racchiuse in uno schermo verde. Zanet racchiude alcune figure in uno spazio preciso, come per dare allo spettatore un’indicazione, uno spioncino per focalizzare meglio l’attenzione e non perdersi via. Rigetta in questi disegni di medio formato questo mondo fatto di cose viste, vissute e di dubbi. Il dubbio latente è spesso presente: l’artista disegna un fumetto con un rapido scambio di battute “ho detto di si, credo di no”. Un non-senso, o un controsenso ? Il nulla e il caos, il grigio e poi il colore, qual è la strada da scegliere ? Per ora proseguiamo il viaggio.

Rossella Farinotti

domenica 29 gennaio 2012

ecco i vincitori del Fabbri

Ecco i vincitori del Premio Fabbri 2012
a cura di Alberto Agazzani

Premio alla carriera: Lidia Puglioli

Premio Pittura: David de Biasio

Premio Scultura: Marco Cornini

Menzione di merito Scultura: Giorgio Laveri

Premio Fotografia: Giulia Caira

L'intervista di Dejanira Bada a Max Papeschi su ArsLife.Com

Sull'onda del successo della mostra di Monza, ArsLife.com, nella figura di Dejanira Bada intervista per Max Papeschi e lui si mette a nudo!



Photo di Danilo Pasquali
La carriera artistica di Max Papeschi è iniziata per caso (come ci dirà lui stesso in questa intervista). Un passato nel mondo della digital-art, del teatro, del cinema, della televisione -come regista. Un artista molto amato ma anche molto criticato. Ma nonostante tutto Max è riuscito a ritagliarsi il suo spazio nel mondo dell'arte contemporanea, esponendo le sue opere in tutto il mondo.


Max, come sei diventato artista e perché hai scelto proprio questa strada per esprimerti?Il mio approdo al mondo dell’arte in senso stretto è accaduto abbastanza recentemente, e in maniera del tutto casuale. Avevo creato nel 2008 una pagina su Myspace che doveva servire a promuovere uno spettacolo teatrale che stavo scrivendo. Per dare forza alla pagina promozionale avevo realizzato con Photoshop delle immagini che rappresentassero il senso dello spettacolo che stavo scrivendo, una gallerista di Milano mi ha contattato e chiesto di esporle nella sua galleria. Ho accettato e così è cominciata questa nuova avventura.
Tu arrivi dal mondo della comunicazione. Come mai non hai deciso di fare il pubblicitario, di continuare la tua attività di regista o cose del genere?Anche l’Arte è comunicazione a mio avviso o quantomeno dovrebbe esserlo, dunque non  vedo una netta distinzione tra quello che facevo prima e quello che faccio oggi, alla faccia delle teoria di McLuhan, credo di aver cambiato il medium ma non il messaggio. Semplicemente muovendomi in questo campo ho una maggiore libertà di espressione e non devo rendere conto dei contenuti del mio lavoro a qualche produttore televisivo semianalfabeta.
Anni fa avresti mai pensato di riscuotere così tanto successo con le tue opere?Anni fa le opere che mi hanno dato questa visibilità  non esistevano neppure. In effetti non ho mai contemplato seriamente l’idea di entrare nel mondo dell’arte contemporanea fino al 2009, e a quel punto avevo già riscosso un discreto successo.
 
Secondo te perché è accaduto? Qual è il tuo segreto?Non ne ho la più pallida idea, penso di essere capitato al posto giusto nel momento giusto, tutto qui. Il successo è fondamentalmente una questione di culo. Io l'ho rincorso per moltissimi anni nel cinema e invece è arrivato nell'arte quando meno me l'aspettavo.
Tu sei un provocatore ma in realtà i messaggi che vuoi far arrivare con i tuoi lavori sono sempre profondi. Qual è la cosa che ti infastidisce di più di questi tempi moderni e dell'occidente? Quella che secondo te, in questo fantomatico progresso, in realtà dovrebbe farci vergognare?Non ragiono mai in termini di “provocazione”, cerco semplicemente di raccontare le cose per come le vedo. Mi interessa portare allo scoperto i paradossi e le ipocrisie di una società che costruisce il consenso grazie a potenti mezzi di comunicazione di massa.
La tua ultima mostra "Exit form heaven" (video “porno” annesso con Topolina), che si è conclusa il 14 Gennaio, ha riscosso un grande successo. Come è nata l'idea di sposarti con Minnie e perché questo gesto?Il progetto "Exit from Heaven” è direttamente ispirato, anche nel titolo,  al progetto “Made in Heaven” realizzato da  Jeff Koons insieme a Ilona Staller alla fine degli anni ottanta. Koons celebrava il trionfo dell’edonismo reaganiano, un mondo apparentemente paradisiaco, ma è proprio in quel periodo storico che si ponevano le basi per il crollo dell’impero occidentale. Oggi tutti i nodi sono venuti al pettine ed è giunta l’ora della cacciata dal paradiso. La deflorazione di Minnie Mouse è un atto simbolico che evidenzia la perdità della verginità/innocenza da parte di una delle più rassicuranti icone dell’Eden immaginario in cui credevamo di vivere.
Ti sei ispirato a Jeff Koons e al suo matrimonio con Cicciolina.. In Italia – e nel mondo dell'arte contemporanea – si parla tanto d'innovazione e poi si finisce sempre per riproporre qualcosa di già visto..non credi?Non sono d’accordo. Mi ricordo che solo quindici anni fa si parlava del concetto di “fine della storia”, dopo l’11 settembre, due nuove guerre in medioriente, la spaventosa crisi economica occidentale e le recentissime rivolte nel Nord Africa scoppiate grazie ai social network, questa ipotesi è diventata decisamente implausibile. Gli artisti, gli scrittori, i registi  che raccontano il succedersi degli eventi e i cambiamenti della nostra società avranno sempre qualcosa di nuovo da dire, la loro comunicazione potrà essere veicolata tramite mezzi tradizionali o tecniche innovative ma non bisogna confondere la forma con il contenuto. 
Di questi tempi - se il tuo intento è comunque quello di stupire e trasgredire - che cosa toccherà inventarti se già la vita di tutti i giorni, la realtà che ci circonda e la politica in sé sembrano diventati un eterno porno e spesso una vera e propria follia..Il mio intento non è mai stato quello di stupire e trasgredire. Siamo nel 2012, abbiamo già visto di tutto: un orinatoio esposto come opera d’arte, la merda inscatolata, pesci imbalsamati venduti al costo di un palazzo nel centro di Londra, pupazzi di bambini impiccati in piazza, animali vivi torturati nei musei, ecc. Sarebbe stupido oggi ragionare in termini di “provocazione”, chi potrebbe ancora sentirsi provocato oggi? Il mio lavoro vuole essere semplicemente un’analisi delle realtà circostanti, che poi i giornali gridino allo scandalo riferendosi alle mie opere è solo una loro strategia di marketing che serve ad attirare l’attenzione del lettore.
Cosa pensa Max dell'estetica e del concetto di bellezza?Nel mio lavoro la “cura estetica” è parte fondante del messaggio. Faccio il verso al linguaggio pubblicitario che è curatissimo, dunque le mie opere non potrebbero essere poco curate. Però non credo che estetica e bellezza facciano parte dello stesso concetto.
Quali sono i tuoi mentori? A chi ti ispiri (se ti ispiri a qualcuno) e quali sono i tuoi artisti preferiti, contemporanei e non..Tenuto conto del mio background nel mondo dello spettacolo, penso di essere stato influenzato solo parzialmente sia dagli artisti del passato che da quelli contemporanei. Quando penso ai “grandi maestri” mi vengono in mente Kubrick, Petri e Tarantino più che Giotto, Picasso e Koons.
Secondo te come si decide e chi decide il valore di un'opera d'arte? Ci pensi mai quando inizi a lavorare ad una tua opera?Bisognerebbe prima capire cosa si intende per “valore” di un’opera in senso assoluto. Cosa lo determina, il consenso della critica? Il consenso del pubblico o il prezzo? La verità è che parte della critica può essere comprata e il pubblico facilmente indirizzato. Un termometro significativo potrebbe essere il prezzo ma anche questo può essere pilotate da galleristi potenti. Oggi il fatto stesso di avere un gallerista affermato rende un artista affermato. Si dice che il tempo sia galantuomo, forse la persistenza nella memoria collettiva per un lungo lasso di tempo potrebbe essere un parametro di giudizio credibile, per tutto il resto c'è Master Card.
Che progetti hai in mente per il futuro? Hai qualche anticipazione da darci? Un sogno nel cassetto ancora non realizzato?Per la prima parte di quest’anno sono previste mie personali a Città del Messico, Sassuolo, Kiev, Pietrasanta e Milano. Inoltre continuerò con una serie di collettive e fiere in giro per il mondo. Ho un calendario abbastanza fitto e ci saranno tantissime novità non solo nei contenuti ma anche nella forma. Sto pensando seriamente di veicolare parte del mio lavoro attuale tramite altri media, già da me praticati in passato, come il Teatro e il Cinema, vedremo. 

ART NOW! alla Fondazione Mattalon a Milano

Non c'è niente da dire, una signora mostra, dove trovano la giusta collocazione anche le opere di Andy, Raffaele Minotto, Marco Grassi, Maurizio Galimberti e tanti altri... da vedere! 

Il Museo Fondazione Luciana Matalon è lieto di presentare ART NOW!, mostra collettiva che presenta quindici tra i più originali artisti del panorama
internazionale contemporaneo: Andy, Roberto Besana, Ivan Cattaneo, Silvio Formichetti, Davide Frisoni, Maurizio
Galimberti, Giorgio Gost, Marco Grassi, Ali Hassoun, Kayone, Mahatma Marchi, Raffaele Minotto, Marco Tamburro,
Caterina Tosoni, Dany Vescovi.
La mostra, in corso dall’8 al 25 febbraio e ideata dalla Galleria Colonna con il supporto critico di Francesca Porreca, è un invito a guardare all’arte
contemporanea nel momento del suo farsi, ad accettare il rischio di lasciarsi coinvolgere prima che il presente diventi ricordo e risulti velato dall’indulgenza del
tempo.
Nelle parole del critico d’arte Francesca Porreca, Art now! è un titolo che è al tempo stesso un’invocazione, un’aspirazione, una
promessa e una provocazione: la volontà di mostrare l’arte di oggi, di sottolineare e valorizzare la complessità del mondo in cui
viviamo, filtrato e rimodulato attraverso la lente sensibile dell’artista che vive e agisce sul palcoscenico della stessa realtà cui noi
apparteniamo.
L’arte contemporanea è per sua natura forma espressiva liquida, in continua trasformazione poiché fluida è la dimensione temporale cui si riferisce: ogni epoca
ha infatti il suo contemporaneo, e quasi sempre gli aspetti più innovativi e profondi dell’opera - per tecnica e/o contenuto - risultano incompresi al momento del
loro nascere, per essere poi esaltati in seguito (basti pensare a Caravaggio e agli Impressionisti, per fare solo due esempi clamorosi, condannati dal gusto del
loro tempo e compresi nel loro giusto valore dalle generazioni successive).
Con le sue scritte al neon posizionate in luoghi emblematici e ricchi di storia, dall’Altes Museum di Berlino agli Uffizi di Firenze, Maurizio Nannucci ci ha
ricordato che “All art has been contemporary” e che l’arte contemporanea ha dunque una sua dignità al pari di quella antica e storicizzata, alla quale è sempre
profondamente legata, sia per contrasto o per consonanza. L’intento è dunque quello di dare il giusto valore all’arte contemporanea mentre è ancora tale.
Art now! diventa così un invito a riappropriarsi dell’arte del presente nel presente, a prestare occhio e orecchio a ciò che la
sensibilità degli artisti sottopone alla nostra attenzione, dando forma espressiva alla complessità del mondo globalizzato,
stratificato e saturo di immagini. Ne deriva una mescolanza di stili, tecniche e linguaggi mediati da una sperimentazione
apparentemente infinita che gioca spesso con la tecnologia, ma è capace anche di dare nuovo significato espressivo a tecniche
antiche come il vetro soffiato (magistralmente interpretato da Mahatma Marchi) e a strumenti ormai superati dall’innovazione digitale, ma dotati di grande
poesia, come accade per la polaroid utilizzata da Maurizio Galimberti per i suoi eccezionali mosaici fotografici.

Ingresso libero

Fondazione Luciana Matalon,
Foro Buonaparte 67
Milano


Apertura:
dal martedì al sabato
orario continuato 10-19
domenica e lunedì chiuso

Questa sera al Premio Fabbri...

IV Premio Fabbri - Unsecolo e 7
a cura di Alberto Agazzani


E' vero, solo oggi, domenica 28, si sapranno i vincitori. Ma di fatto un vincitore c'è già: Alberto Agazzani.
Grande inaugurazione, grande mostra, grande catalogo, tutto perfetto! 

il catalogo
la pagina dedicata a Giuseppe Bombaci

con Giuseppe Bombaci, Alberto Agazzannni e Claudio Cavallaro al premio Fabbri

un momento dell'inaugurazione

sabato 28 gennaio 2012

su ARTEiN n°137


E' uscito in cocomitanza con Arte Fiera Bologna, il numero di ArteIn n°137 feb/mar 2012.
Sfogliando la rivista, da questo mese distribuita a livello internazionale e come sempre ricca ed interessante per la qualità dei contenuti, a pag. 92 trova spazio, la bella intervista fatta a Roberto Braida da Maurizia Rossella, con un importante rimando alla mostra, ancora in corso, "Sicilia. Incanti di luce, terra e mare" (vedi: http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.com/2012/01/sicilia-incanti-di-luce-terra-e-mare.html ) curata da Giovanni Faccenda.



Una gradita sorpresa la trovo anche nella classifica redatta dai lettori... 
Galleria San Lorenzo nel top 50. Grazie a tutti!

Arte Fiera Bologna? 20 euro spesi bene


Dopo anni di insoddisfazione o meglio, soddisfazione a metà, quest'anno, devo dire che la Fiera di Bologna merita il costo del biglietto. Sarà la crisi, il minor numero di espositori, o altri motivi a me sconosciuti, ma l'edizione 2012 merita la visita. Sia nel moderno che nel contemporaneo, ho visto cose di qualità, interessanti ed intelligenti. Una proposta equilibrata e frizzante, e non solo: anche diverse trattative con relativi "bollini rossi". Da alcune brevi interviste ad amici galleristi, si sente una velata euforia che da tempo latitava in questi lidi. Che sia come professo oramai da tempo che una delle probabili ricette salva-crisi sia proprio l'arte? mah staremo a vedere, di certo c'è una constatazione dove c'è qualità, c'è interesse!

venerdì 27 gennaio 2012

Da ArtCo, il blog di Chiara Canali

Bello ed interessante, come sempre del resto, il nuovo articolo di Chiara Canali sul suo blog ( http://artco.blogosfere.it/ ). Da leggere con attenzione!


Arte Fiera 2012: focus sull'arte moderna e contemporanea

Le opere d'arte continuano ad essere un bene rifugio in un mercato da 1,4 miliardi a due velocità. Brilla il contemporaneo, arranca il segmento moderno. Le previsioni dei galleristi nel Focus 2012 di Nomisma e Lum per Arte Fiera 2012.

 

 

Secondo la sintesi dell'istituto OMBA, l'arte continua ad essere un bene rifugio capace di proteggere dall'inflazione. Un investimento sicuro, che nel complesso assicura buoni risultati in termini di rischio e di rendimento, anche se il mercato internazionale e nazionale si muove a due velocità.
Sfidando la crisi a Arte Fiera, rassegna internazionale d'arte contemporanea nei padiglioni di BolognaFiere dal 27 al 30 gennaio 2012 si riuniscono per quattro giorni 150 gallerie nazionali e internazionali per incontrare collezionisti provenienti da tutta Europa.
Alla vigilia della grande kermesse la notizia è che il segmento dell'arte contemporanea, capace di resistere alla crisi con un tasso di rendimento medio annuo che negli ultimi 16 anni si è assestato sul 4,65%, superiore al 4,06% registrato dall'oro.
I dati vengono da un'anticipazione del Focus 2012 dell'Osservatorio del centro di studi economici Nomisma e dell'Università Lum Jean Monnet (OMBA), la cui presentazione ufficiale è prevista domenica 29 gennaio alle ore 11 presso BolognaFiere, conferma che l'acquisto dell'opera di un artista contemporaneo garantisce una remunerazione migliore (+ 3,39% all'anno, a partire dal 2006) rispetto a un'abitazione in una grande città italiana (+1,68%) o all'investimento in titoli azionari (+0,69%).
Nel suo complesso il mercato dell'arte, che in Italia genera un volume d'affari di quasi 1,4 miliardi prodotti per il 43% dal segmento moderno e contemporaneo, risente della crisi economica.
Nella seconda parte del 2011 le performance delle più importanti case d'asta, da Sotheby's a Christie's, non hanno brillato. Il numero dei lotti è sceso drasticamente dagli 836 del primo semestre ai 617 della seconda parte dell'anno. Una riduzione provocata principalmente dalla perdita di appeal dell'arte moderna, a differenza del segmento contemporaneo, che è riuscito a mantenere pressochè invariate anche le performance di vendita, sopra la quota dell'80%. Contemporaneamente è diminuito il giro d'affari delle aste italiane.
Per quanto riguarda le prospettive per il 2012, da una indagine realizzata tra gli intermediari professionali presenti ad Arte Fiera, emerge la previsione di una tenuta o di una lieve diminuzione del giro d'affari e di una sostanziale stabilità dei prezzi. L'arte moderna potrebbe tenere le posizioni o accusare contrazioni per oltre il 75% degli intermediari interpellati, solo per l'arte contemporanea alcuni (4,8%) si spingono a prevedere un forte aumento delle vendite. Aspettative che non sembrano per ora modificare il comportamento sui prezzi, previsti dalla maggioranza dei galleristi stabili o in aumento.

giovedì 26 gennaio 2012

OZMO, PREGIUDIZIO UNIVERSALE a cura di Alessandra Galasso

Giustamente anche la Street arriva al museo del  '900...

OZMO, PREGIUDIZIO UNIVERSALE a cura di Alessandra Galasso

dal 2 al 16 febbraio (Data dell'OPENING/Finissage), la mostra sara' aperta fino al 21/02/2012
Sarà possibile vedere l’artista al lavoro mentre dipinge all’interno dello spazio espositivo. La mostra di fatto si espanderà modificandosi di giorno in giorno fino al suo completamento il giorno 16.

sabato, 11 febbraio, ore 15:30
LIVE REVIEW (Recensione dal vivo)
Esponenti di varie discipline (musica, danza, arti visive, letteratura...) commentano, in una staffetta
in diretta e davanti al pubblico,
le opere in mostra.
Per maggiori informazioni consultare
il sito www.museodelnovecento.org
Ingresso gratuito. Posti disponibili
fino a esaurimento.

giovedì, 16 febbraio
FINISSAGE
dalle ore 18 alle ore 22
DJ set e proiezione in anteprima del video Ozmo: Still Death


Nel corso di due settimane Ozmo realizzerà un intervento pittorico-installativo all’interno dello Spazio Mostre nella manica lunga del Museo del Novecento.
Il pubblico avrà la possibilità di vedere l’artista lavorare dal vivo durante gli orari di apertura del museo anche dall’esterno dell’edificio lungo la Via Marconi.

Ozmo è tra gli street artist più originali e acclamati della scena artistica italiana e internazionale. La sua pittura si caratterizza per la complessità delle composizioni e i continui rimandi alla storia dell’arte. Questa peculiarità costituirà il leitmotiv dell’intervento che si arricchirà del confronto personale dell’artista con la prestigiosa collezione di opere custodite all’interno del museo.

La mostra è accompagnata da un catalogo-fanzine realizzato in collaborazione con l'associazione culturale Attack.

mercoledì 25 gennaio 2012

Lo sfogo di Politi

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Non sempre sono d'accordo con Giancarlo Politi (Direttore di Flash Art), come è normale che sia, ma questa volta non posso fare altro che condividere in pieno queste sue riflessioni/considerazioni che sono state inviate attraverso newsletter a tutti i suoi lettori.



FIERE D'ARTE? S.O.S.

Tra due giorni inaugurerà ArteFiera Art First di Bologna, la più antica, popolare e autorevole fiera d'arte italiana. Dal 12 al 15 aprile sarà la volta di MiArt, la fiera milanese sempre in procinto di decollare; a ottobre ArtVerona, la sola che offra più di quanto possa dare; mentre a novembre avrà luogo l'ambiziosa Artissima, ancora più che mai alla ricerca di una consacrazione sul mercato e con il nuovo Direttore in fase di designazione. Tempi duri per tutti e dunque anche per le fiere d'arte, soprattutto per quelle italiane che, però, a differenza delle gallerie e dei musei impegnati nella lotta della sopravvivenza, pensano ancora di vivere il periodo delle vacche grasse e non accennano a diminuire, ma che dico, a dimezzare i loro prezzi di ammissione.

Purtroppo né da Bologna né da MiArt, né tantomeno da Artissima giungono indicazioni in tal senso, come se nessuno si rendesse conto delle difficoltà in cui stanno operando le gallerie italiane.


Eppure se non si riducon o i costi di partecipazione o non si creano sezioni low cost per le giovani gallerie, le fiere nostrane sono destinate al decadimento

Infatti, questa disattenzione nei confronti della realtà porterà a un forte abbassamento generale della qualità delle gallerie che potranno partecipare alle fiere.

Purtroppo ArteFiera Bologna, malgrado il nome Arte First, sarà condannata a diventare una fiera del mercato secondario, perché oggi, a parte Massimo De Carlo e pochissimi altri, non vedo quale galleria propositiva possa investire 10-15 mila euro (più spese varie) per partecipare a una fiera dai risultati molto incerti.

Ma la stessa sorte potrebbe toccare a MiArt e Artissima: senza una sorta di sezione propositiva, magari con spazi ridotti (3x4 o anche 3x3 m), da offrire alle gallerie più giovani e spazi alternativi a un prezzo politico di 1500-2000 euro, queste fiere non avranno alcun ricambio e diventeranno l'ospizio del mercato secondario e bassamente commerciali. Dunque non più Art First bensì Art Second o addirittura Art Third (in senso di mercato). Allora i responsabili di queste rassegne la smettano di arroccarsi nella torre d'avorio e scendano tra la gente dell'arte, per cercare di capirne aspettative e problematiche

Un modo semplice per ridurre i prezzi di ammissione

Le fiere sono organismi commerciali e non musei, pertanto io suggerirei loro di devolvere tutte le entrate provenienti dal fund raising o dagli sponsor o istituzioni per diminuire radicalmente i costi di partecipazione, anziché dissanguarsi in mostre o manifestazioni culturali collaterali. Si prenda l'esempio di Art Basel, la madre di tutte le fiere: nessuna partecipazione o spesa per most re, convegni o altro ma massima concentrazione a ottimizzare Art Basel stessa.


Torino scelga bene il nuovo Direttore ed eviti progetti culturali collaterali. E guardi anche a The Others.

Artissima sta scegliendo il nuovo Direttore. Un suggerimento struggente: si eviti il solito critico o curatore con ambizioni museali e che certamente userà Artissima per farsi traghettare su altri lidi e si privilegi invece il Direttore manager illuminato. Se fosse disponibile, perché non richiamare quel Roberto Casiraghi, l'ideatore di Artissima, che, malgrado il suo carattere spinoso, potrebbe essere l'uomo giusto per il suo rilancio? Soprattutto se lui porterà ad Artissima le idee e i contributi del low cost che ha espresso magnificamente nella sua fiera alternativa The Others: Artissima, con 50 gallerie giovani e propositive, italiane e straniere, al costo di 1500-2000 euro. Sarebbe una vera rivoluzione e un successo senza precedenti. La lista di queste 50 gallerie italiane e straniere di qualità? Chiun que la voglia, può richiederla a noi.


Purtroppo senza svolte radicali si muore

Le fiere italiane devono capire che senza svolte radicali, talvolta anche dolorose, si muore o si decade. Avete guardato la lista dei partecipanti ad ArteFiera di Bologna? Malgrado alcune ottime pre senze, l’abbassamento qualitativo generale rispetto agli anni precedenti è sotto gli occhi di tutti. Se invece Silvia Evangelisti, come io avevo suggerito gridandolo al vento, avesse aperto alle giovani gallerie, associazioni culturali e spazi alternativi, avremmo potuto avere una sezione straordinaria di arte nuova, con tutte le proposte e le promesse di oggi. ArteFiera ne sarebbe stata rivitalizzata e rinfrescata. Speriamo che questo appello venga raccolto da ArteFiera per la prossima edizione e dalle altre fiere già da quest'anno.

In ogni caso, buona ArteFiera a tutti.

Giancarlo Politi giancarlo.politi@tin.it

martedì 24 gennaio 2012

Al via Arte Fiera Bologna seguita da Affordable Art Fair Milano


Sembra davvero tutto pronto per questa edizione della manifestazione che per storia, visitatori e tradizione è considerata la Fiera d'Arte più importante d'Italia ( http://www.artefiera.bolognafiere.it/ ).
Bologna si trasforma e sposta tutto il baricentro intorno ad Art First ed i vari eventi collaterali, anche se quest'anno, alcune indiscrezioni dicono, sarà una edizione un po' sotto tono. Staremo a vedere.


Intanto Milano risponde, a distanza di pochi giorni, con Affordable Art Fair ( http://www.affordableartfair.it/ ). Due generi di manifestazione fieristica completamente diverse ma che si rivolgo ad un pubblico comunque sensibile ai fatti dell'Arte. Chi saranno i vincitori e chi i vinti?
 Questo ancora non è dato di saperlo... spero comunque l'arte!

domenica 22 gennaio 2012

"Marco Bernardi. Uno, nessuno, centomila" a cura di Alberto Agazzani

Marco Bernardi è "sotto  osservazione" da tempo... ora è maturo, pronto e prepotentemente efficce!

Uno, nessuno, centomila
personale di Marco Bernardi
a cura di Alberto Agazzani

Spazio Art E' - Reggio Emilia
dal 4 febbraio al 14 marzo

C'é un profondo senso d'ironia, sottesa fra spensieratezza ed inquietudine interiore, nell'opera dipinta di Marco Bernardi. Come egli stesso ha più volte ricordato, infatti, la sua espressività non intende indagare in senso risolutivo “l'invisibile” della realtà, in questo caso l'animo umano declinato al femminile, ma piuttosto sollevare interrogativi. Il mistero dell'esistenza e dell'umanità, individuata nell'enigmatica “altra metà del cielo”, è quasi ossessivamente interrogato, riconosciuto e ritrovato in una sterminata galleria di ritratti psicologici, mai semplicemente riconducibili a singole personalità, ma piuttosto assunti a caratteri e tipologie le più variegate, evidenziando l'immensa ricchezza della diversità: il tesoro della varietà. In una società intrisa di inedite potenzialità comunicative ma priva di effettivi contatti umani, dai social network ai blog, con tecnica raffinatissima e altrettanto mirabile equilibrio compositivo, Bernardi, “colpito e turbato da queste situazioni” sente la necessità di esternare il proprio disagio “indagando e condividendo i dubbi con l'unico strumento che mi sia affine, la pittura”, dimostrando nuovamente l'eterna giovinezza di un linguaggio antico asservito ad una sensibilità oggi più che mai ferita dalla virtualità dell'essere pirandellianamente “uno, nessuno e centomila”.

Alberto Agazzani

CRANIOSCOPIA a cura di Albero Zanchetta

Fra i tanti presenti, in questa mostra curata dal raffinato Zanchetta, mi piace sottolineare la presenza degli ottimi: Vanni Cuoghi, Maurizio Carriero, Nicola Samorì e molti ancora

CRANIOSCOPIA a cura di Albero Zanchetta
(Macabre Cabinet d’Amateur)



Giovedì 23 febbraio si inaugurerà alla galleria Rubin di Milano un progetto curatoriale di Alberto Zanchetta che si propone di indagare la genesi e le derivazioni del libro “Frenologia della vanitas” pubblicato lo scorso aprile dalla casa editrice Johan&Levi. Non quindi una semplice mostra di opere, bensì un approfondimento e un “accanimento terapeutico” che intende sondare la mente dell’autore, o più precisamente: il suo cranio.

«La verità è nuda; ma sotto il nudo c’è lo scorticato». Prestando fede alle parole di Valéry, Alberto Zanchetta ha inteso emanciparsi dalla carne per ridursi a “corpo secco”, ossia all’eso-scheletro sul quale ha costruito il suo libro “Frenologia della vanitas”. Intorno al proprio saggio critico è andato elaborando un progetto che non ha un carattere meramente informativo o espositivo, bensì intende sviscerare l’optima pars dello scheletro, quel teschio che l’ha tenuto impegnato negli ultimi dieci anni della sua vita.
Critico d’arte e curatore indipendente, Zanchetta è stato definito un «architetto del linguaggio curatoriale», lui però preferisce essere chiamato un «analogo patologo» (terminologia che ibrida le scienze forensi con il rapsodismo critico) come a voler testimoniare quel modus operandi con cui cercherà di refertare la propria “Frenologia”. Attraverso accostamenti inusuali, connessioni tra contemporaneità e tradizione, così come tra stili ed epoche, l’autore creerà dei tavoli di lavoro – sull’esempio dei tavoli d’obitorio – in cui saranno presentati al pubblico reperti, documenti e oggetti che integreranno l’opera saggistica; tra le varie curiosità troveranno posto una testa frenologica, il volume “Atlas of Bones and Ligaments” di Cathcart & Caird pubblicato a Londra nel 1885, cartoline o radiografie di diversa provenienza, alcune vertebre e frammenti di crani umani. Per la prima volta saranno esposti tutti i diciotto Taccuini tanatologici composti da immagini che Zanchetta ha collezionato, ritagliato e incollato su dei quaderni (realizzati durante la stesura di “Frenologia della vanitas”, ciascun taccuino ha una struttura autonoma e un’identità specifica, quasi fossero una propaggine del saggio critico, ma a differenza di quest’ultimo ogni quaderno è stato pensato come un liber mortuorum cum figures, ovvero senza parole).
Appese a parete o distribuite su dei basamenti ci saranno delle opere d’arte provenienti dalla sua collezione privata, quelle stesse che gli hanno tenuto compagnia durante la lavorazione della “Frenologia”. Incisioni, xilografie e calcografie di artisti del passato (tra cui quelle di Max Klinger, Alphonse Legros, Karl Hänny, Etienne Villequin, Lorenzo Metalli e Tommaso Raggio) si mescoleranno a una selezione di autori ignoti o di artisti contemporanei (Yang Jiechang, Massimo Pulini, Andrea Chiesi, Jean-Pierre Raynaud, Nicola Samorì, Marco Fantini, Frédéric Coché, Beatrice Pasquali, Stefan Lundgren, Andrea Buglisi, Maurizio Carriero, Giorgio Rubbio, Juan Carlos Ceci, Vanni Cuoghi, Verter Turroni, Gionata Gesi-Ozmo, Carl Jurisković). Sempre attingendo alla sua collezione, Zanchetta si servirà di alcuni oggetti di design per ricreare una “vanitas contemporanea” sulla falsariga delle nature morte del XVII secolo in cui un teschio era sovente attorniato da vasi, candele e insetti che alludevano alla fugacità dell’esistenza. Nella seconda sala della galleria saranno invece esposte le opere che Luca Coser, Alex Pinna, Tommaso Ottieri, Matteo Pagani e gli Affiliati Peducci/Savini hanno espressamente realizzato per l’occasione.
Mantenendosi in bilico tra la nuda documentazione e una libera [re]invenzione del materiale a sua disposizione, Alberto Zanchetta intende compiere un’indagine necroscopica – quasi una “cranioscopia sul vivente” – che possa mettere in evidenza uno stile di vita, di lavoro e di ricerca non limitabile alla lettura del libro, ma che ne sia semmai un valido complemento.





Alberto Zanchetta, FRENOLOGIA DELLA VANITAS, Johan&Levi, 2011.
Il volume analizza come l’effige del teschio, simbolo massimo della caducità di tutte le cose terrene e del tempo che corrompe la bellezza, abbia modificato la propria simbologia nell’avvicendarsi dei secoli. Il saggio ripercorre la storia delle “teste di morto” con specifici approfondimenti sulla sua grande proliferazione nell’arte di tutto il mondo. Affrontando l’ampia casistica dei generi connessi alla Vanitas e al Memento mori, l’autore ha inteso verificare le metamorfosi (di senso e di forma) subite dall’iconografia macabra nel corso dell’ultimo millennio.


ALBERTO ZANCHETTA
CRANIOSCOPIA

23 febbraio - 4 marzo 2012

Galleria Rubin
Via Bonvesin de la Riva, 5
20129 Milano

ALICE ANDREOLI WAITING FOR KRONOS a cura di Martina Cavallarin | Simona Gavioli

Se oggi siete a Venezia non privarevi di questo piacere!

scatolabianca project room @ Galleria delle Cornici presentano:

ALICE ANDREOLI
WAITING FOR KRONOS
A cura di Martina Cavallarin | Simona Gavioli
22 gennaio - 03 febbraio 2012

Opening 22 gennaio ore 18.30

GOG e MAGOG - Acrilico su tela
Waiting for Kronos è la seconda personale di Alice Andreoli a scatolabianca project room di Venezia. La mostra anticipa di pochi giorni la prima esposizione di Alice Andreoli in Germania nata grazie all’esposizione di Lucia Lamberti in questa stessa nostra sede - settembre 2011 - al suo ritorno da una residenza a Lipsia e che ha visto la gallerista della art gallery leipzig quale visitatrice in vista di un’esposizione di Lamberti nel suo spazio tedesco. Si è creata in questo modo un’interessante occasione internazionale anche per l’artista padovana. Tale processo è la direzione e il senso di scatolabianca, piattaforma culturale atta ad innestare dialoghi, provocare accadimenti, germinare nuove esperienze di crescita e di espansione del senso. Per questa mostra tanto significativa del percorso professionale di Alice Andreoli la volontà della direttrice artistica di scatolabianca Martina Cavallarin  è stata quindi quella di essere affiancata sul piano curatoriale dalla giovane e brava critica bolognese Simona Gavioli, già impegnata con Andreoli in qualità di curatrice del Premio Zingarelli Rocca delle Macie, I edizione vinta dalla nostra artista, e seguita poi da una personale inaugurata in occasione dell’anniversario di SpazioBlue diretto da Gavioli ed accompagnata da un catalogo editato e prodotto dai fautori del Premio, i Signori Zingarelli.



Waiting for Kronos
di Simona Gavioli

"Se tu conoscessi il tempo come lo conosco io non oseresti parlarne con tanta disinvoltura; lui è un signor Tempo”
il Cappellaio Matto ad Alice

Il tempo di Alice in Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll è il tempo delle gesta che si compiono nel presente, è un tempo variabile, fisico, ciclico, concreto, contingente, attuale e accidentale. Un tempo quotidiano fatto di giorni che si svelano tra frenesia e lentezza, abitudini e consuetudine, tra mobilità e equilibrio. Il tempo di Alice è Kronos. Un tempo che esiste solo nel presente, dove passato e futuro sono unicamente dimensioni relative al “qui e ora”.

Diverso è invece il Tempo del Cappellaio, il suo è il Tempo dell’arte: è Aion per il quale esistono solo passato e futuro; c’è sempre qualcosa di già accaduto o che sta per accadere, per lui, infatti, “è sempre l’ora del tè”. Aion è il tempo incorporeo e spirituale, il cui esistere non dipende dal compiersi dell’azione ma dalle azioni autentiche. Questi rappresenta l’infinito e il continuo divenire e raffigura l’opera d’arte come un evento creativo in cui l’azione si prolunga all’infinito. L’arte, inimitabile e unica, ma riproducibile, ripresentando illimitatamente la stessa azione, è dinamica nel suo essere statica e durevole in eterno, vive nell’Aion. Secondo Deleuze: “Aion si estende in linea retta illimitato nei due sensi. Sempre già passato e eternamente ancora da venire, Aion è la verità eterna del Tempo; pura forma vuota del Tempo […] è il presente senza spessore, il presente dell’attore, del ballerino e del mimo puro momento perverso. È il presente dell’operazione pura e non dell’incorporazione. Secondo Aion soltanto il passato e il futuro insistono e sussistono nel tempo. Invece di un presente che riassorbe il passato e il futuro, un futuro e un passato che dividono ad ogni istante il presente, che lo suddividono all’infinito in passato e futuro, nei due sensi contemporaneamente”. Possiamo argomentare, quindi, che il compiersi di un’opera d’arte avviene in Kronos ma il suo completamento/adempimento, la sua forma e durata eterna insieme alla sua essenza e anima sono in Aion.

I nuovi lavori di Alice Andreoli sono in Kronos, per lei come per Deleuze “soltanto il presente esiste nel Tempo” seppure nelle opere alberga la speranza di eternità che le lega ad Aion. Quondam, nunc et semper, è il filo conduttore del nuovo ciclo di dipinti, questi fanno parte di un presente sensibile (proprio quello percepito dai sensi) dove il passato è ciò che resta dell’azione di un corpo o della sua passione mentre il futuro è la medesima azione in stand-by che si proietta su un altro corpo per compiersi. La storia, in fondo, si ripete ed è sempre quella. I dipinti di Andreoli ripropongono miti greci inglobati nella cultura latina, corpi con significato, landscape con memoria che si compenetrano con personaggi della mitologia o del folklore tra Andromeda e Proserpina, Gog e Magog, tra Euthalia e Berzerker. Una Proserpina, specchio della mancata libertà dell’individuo, viene  calata nella realtà attuale dove i demoni trascinano le conquiste della donna e il mondo femminile nel buio dell’irrazionalità e dell’esclusione. La storia si ripete, i demoni oggi non ci sono più ma esistono gli orchi, i malfattori, i malvagi, i reietti, e altre figure poco rassicuranti che perseguitano le nostre esistenze. Nella precedente produzione di Alice, le persone sembravano smarrite e disorientate in un mondo dove l’apparire era più importante dell’essere e dove il tatuaggio sembrava essere il segno distintivo di una generazione. Il corpo era il protagonista ed era il “il luogo concentrico dove cominciava, o ricominciava, l'enigma della parola" o “il campo intersemiotico in cui, prima o poi, si incontravano e si sovrapponevano tutti i segni possibili”. Adesso c’è una dilatazione dei problemi e del senso d’oppressione a cui l’individuo è condannato. La dimensione del condizionamento sociale è cosmica, gonfiata, accresciuta, spalancata e lo si nota dalla rappresentazione della natura che in lavori come “Euthalia” non è più rassicurante e incoraggiante ma opprimente e quasi insopportabile. Inversione di tendenza, quindi, non più corpi tatuati o trafitti da piercing, i nostri ragazzi underground sono cresciuti, il loro corpo è coperto e non mostra più segni di identificazione visibili. L’attenzione si è spostata dall’immagine al concetto. Il corpo viene smembrato o privato del volto per diventare un elemento costitutivo del paesaggio circostante, ma non per questo si sottrae ad un destino di alienazione dalla realtà. Il copione è sempre lo stesso e non cambierà. Ciò che è cambiato sta nel presente/Kronos, i ragazzi sono cresciuti e ora attingono ad Aion per costruirsi un’eternità perfetta.


GALLERIA DELLE CORNICI
Via Sandro Gallo 49\C – Lido di Venezia

venerdì 20 gennaio 2012

PREMIO CDZ alla Ponte Rosso

Si è inaugurata ieri sera a Milano questa importante collettiva che vede protagonista fra gli altri artisti, anche l'ottima Ester Negretti... da vedere!


GALLERIA PONTE ROSSO

PREMIO CDZ Mostra dei dipinti premiati

Inaugurazione:
giovedì 19 gennaio ore 18 Giovedì 19 gennaio 2012 ore 18, la Galleria Ponte Rosso (via Brera 2, Milano) presenta, in una grande mostra, i dipinti premiati nelle sette edizioni fino ad ora effettuate del Premio di Pittura Carlo Dalla Zorza.

Nella serata verrà presentato il Premio CDZ 2012 con il nuovo regolamento dell’ottava edizione.

“Il Premio di Pittura intitolato all’artista veneziano Carlo Dalla Zorza è stato promosso nel 1995 dalla Galleria Ponte Rosso per volontà di Orlando Consonni e di Teresa Sensi, giornalista e scrittrice moglie dell’artista. E’ un premio di pittura nazionale a cadenza biennale rivolto agli artisti italiani con l’intento di mantenere vivo, anche fra i giovani artisti contem poranei, l’interesse per la pittura.”

 Questi i trenta artisti in mostra:

GIANLUIGI BALLAURI, GIORGIO BONGIORNI, VITTORIO CARRADORE, CORA CHIAVEDALE, ANTONIO DE CHIARA, FRANCO DE GIORGI, GIUSEPPE DI CANOSA, VALERIA DI PONIO, VITTORIO EMANUELE, ELISA FILOMENA, LETIZIA FORNASIERI, PAOLA GINEPRI, ANTONIO GRAZIANO, EMANUELE GREGOLIN, CARLO LANINI, TIZIANO LOMBARDINI, MARCO LONGARETTI, MARCO LUZI, MARCELLO MALANDUGNO, CHIKA MOCHIDA, ESTER NEGRETTI, PAOLO PARADISO, ELENA SALA, VANNI SALTARELLI, GIORGIO SCANO, PAOLO SCIANCALEPORE, ENRICO SUZZANI, PIERANTONIO TANZOLA, GIUSEPPE VALENTINO, NICOLA VILLA.

 La mostra resterà aperta fino al 12 febbraio 2012 con il seguente orario:
da martedì a sabato 10-12.30 e 15.30-19; chiuso domenica e lunedì.
Il 12 febbraio, ultima domenica della mostra, aperto dalle 15,30 alle 19

GALLERIA PONTE ROSSO 20121 - Milano via Brera 2 - Tel./Fax 02.86461053
Sito Internet: www.ponterosso.com E-mail: ponterosso@ponterosso.com

Ma-Donne - Dipinti di Roberta Serenari A cura di Maria Rita Montagnani

Un altro evento "fuori Fiera" da vedere a Bologna...

Ma-Donne è inserita nel calendario delle iniziative di Arte Fiera OFF e parteciperà anche in occasione della Art White Night di sabato 28 gennaio, quando lo spazio rimarrà aperto fino a tarda ora.

L’inaugurazione è prevista per venerdì 27 gennaio 2012 alle ore 18,30 alla presenza dell’artista e della curatrice. In esposizione alcune tele della pittrice bolognese, incentrate sulle figure femminili come elemento salvifico proiettato nel futuro. “Soggetti diversi”, spiega la Serenari, “bambine, donne, madonne, dèe o streghe. Icone femminili che rappresento in questa mostra e che sembrano vivere la dimensione sospesa e metafisica di un tempo congelato, seppur esprimendo la loro vocazione di futuribili guerriere...”



ROBERTA SERENARI : MA-DONNE, SOVRANE DEL SE’
Roberta Serenari è artista- pittrice di mondi paralleli e sotterranei, la cui luce di sghembo ama ritagliare nel mistero le sue figure dalla chiara oscurità. Figure femminili come icone del mondo al di là del mondo,ognuna delle quali è un cesello d’ombra su un clamore di velluto.
Che siano madonne, dèe, streghe o bambine, stanno tutte raccolte in una nicchia di altera inafferrabilità, eppur vissute, eppur segnate da una vita estranea e farneticante, ma sempre inalterabili da alcunché di umano e di terreno. Impenetrabili e indecifrabili, vegliano i nostri sogni inquieti, visitano le nostre notti come succubi bisognosi di dedizione e di totale devozione, e non importa se irrompono dentro i nostri pensieri come un incubo, perché esse portano con sé lo stigma della nuova coscienza, della profonda lucidità psichica.
Come vere personificazioni del femminino esse incarnano la potenza immaginifica dell’archetipo cui appartengono e che agisce su di noi con il potere soverchiante dell’inconscio. Sono sovrane del metaxy, del regno di mezzo, e come tali portano dietro di sé lo strascico di una regalità severa ma scintillante, lasciando nel loro passaggio tracce di numinose presenze, di strani fremiti della mente.
Così il realismo magico della Serenari ci pone subito in contatto con la nostra alterità, e con le sue inquiete epifanie, con le sue enigmatiche immanenze, rende il non-detto più gravoso e persistente di un grido.
E in quell’apparente immobilità che “muove”si agitano tutte le larvate forme dell’immaginario, dal doppio al suo fantasma, e tutto ciò che non trova più spazio né collocazione nella nostra limitata razionalità. Così queste ma-donne, dèe oscure e sovrane del sé, ne trovano uno dilatato e infinito nelle nostre paure ed ipocondrie, nei recessi più inconoscibili del nostro essere.
E come ogni archetipo anche il Femminino di Roberta Serenari , addita e ammicca ad una salvezza, quella capacità illuminante di perdersi in qualcosa di eterno – nell’anima e nella bellezza – senza dover e poter più ritornare come e ciò che si era prima.-


Maria Rita Montagnani

giovedì 19 gennaio 2012

In Corpo 012 – rassegna d’arti performative

L'ennesimo colpo messo a segno dal Beluffi! Dove? ma nel centro del cuore artistico italiano, nei prossimi giorni in trasferta a Bologna...



In Corpo 012
rassegna d’arti performative

Titolo: In Corpo 012
Performers: Max Bottino, Tiziana Contino,
Joy Coroner (a.k.a Domenico Buzzetti), Roberto Paci Dalò,
Giovanni Gaggia, Chiara Scarfò, Mona Lisa Tina
Preview: RitaVitaliRosati ‐ 26 Gennaio 2012
all'interno di Arte Fiera
Cura: Sponge ArteContemporanea
Interventicritici: Emanuele Beluffi/Isabella Falbo
Coordinamento: Marco AionMangani/Alice Zannoni
Inaugurazione: 27 Gennaio 2012, ore 21
Luogo: BT'FExtra, via Saragozza 105, Bologna
Partner: BT'Fgallery/SpongeArteContemporanea
Durata:27–29 Gennaio 2012
Orario: 27/01/012 ore 21‐23•28/01/012 ore 18‐20eore21‐23•29/01/012 ore19‐21 Venerdì 27 Gennaio 2012 alle ore 21.00

BT'F Gallery di Bologna presenta In Corpo 012. Una rassegna performativa con interventi critici di Emanuele Beluffi e Isabella Falbo e il coordinamento di Marco Aion Mangani e Alice Zannoni a cura diSponge ArteContemporanea. L'evento rientra nel circuito OFF di Arte Fiera 2012 e coinvolge i seguenti artisti: MaxBottino, Joy Coroner (a.k.a. Domenico Buzzetti), Tiziana Contino, Roberto Paci Dalò,GiovanniGaggia, MonaLisaTina, ChiaraScarfò. ConpreviewRitaVitaliRosati ‐26 Gennaio 2012 all'interno della Fiera. In Corpo è una rassegna performativa multi‐identitaria che si dirama e si completa nell’interazione estemporanea col pubblico. È il secondo momento di un progetto più ampio a partire dalla precedente manifestazione (In corpo. Dalla performance al video, 29 gennaio – 1 marzo 2011, BT'F Gallery), rassegnavideodedicataall’azioneperformativa). Presentato all’interno del circuito degli eventi collaterali ad Arte Fiera OFF 2011incollaborazione con B'TFGallery. Ora l’ambizione degli artisti coinvolti, nella specificità del progetto corale articolato in più giorni è quella di tessere un legame tra la dimensione dell’agire e quella della fruizione attiva, offrendo a chiunque la possibilità di vivere, nell’azione, una personale esperienza psicosensoriale attraverso l'uso del proprio corpo ogni artista amplifica di contenuti simbolici il progetto
complessivo. E il fruitore, in quanto coautore di un'esperienza condivisa, contribuisce a farci riflettere sulla relazione che intercorre tra l’individuo e la pluralitàidentitaria. La rassegna propone dunque singoli progetti performativi che si alternano nel corsodellequattrogiornatediArteFieraArtFirst.

Un’osservazione a parte merita il luogo All'interno del quale i performers si muoveranno: lo studio di Marco Aion Mangani condirettore artistico di BT’F gallery denominato BT'FExtra, inviaSaragozza105, Bologna, diventa spazio altro della galleria dedicato alle performance ed alla musica. L’evento segna dichiaratamente la preziosa collaborazione tra la galleria bolognese e l’Associazione Culturale Sponge ArteContemporanea di Pergola(PU) che ne estende ancora una volta la propria filosofia, fatta di contaminazione tra i linguaggi visivi e iluoghi.

Perulterioriinformazionicontattareilnumero340.25.29.265oppureconsultare ilsito http://www.btfgallery.com/ eilsito http://www.spongeartecontemporanea.net/

CALENDARIO
26 – preview all'interno della Fiera – Rita Vitali Rosati pubblicizza la rassegna donando al pubblico pagine strappate dal suo ultimo librofotografico e cartoline In corpo 012
27 – ore 21 SENSE 1 + 1 performance di: Tiziana Contino ‐ Joy Coroner (a.k.a. DomenicoBuzzetti)‐GiovanniGaggia‐MonaLisaTina
28 – ore 19 performance di Chiara Scarfò /
ore 21 performance di Roberto Paci Dalò
29–ore19 performance di MaxBottino
Contatti:
Emanuele Beluffi:emanuele.beluffi@gmail.com
Isabella Falbo:isabella_falbo@yahoo.it
Marco Aion Mangani:marcomangani@googlemail.com
BT’F Art Gallery
Via Castiglione35‐40124 Bologna info@btfgallery.com www.btfgallery.com Marco Aion Mangani:+39340.25.29.265