RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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lunedì 26 settembre 2016

Enrico Baj. L'Invasione degli ultracorpi

Mancano pochi giorni alla chiusura... correte ad Aosta per il grande Baj

Enrico Baj. L'Invasione degli ultracorpi 

Museo Archeologico Regionale - Aosta
11 giugno 2016 - 09 ottobre 2016

La curatrice Chiara Gatti, con il contributo di Roberta Cerini Baj, ha selezionato cinquantadue opere tra le più significative del maestro: dipinti e collage, esemplari dalle serie dei “mobili” e degli “specchi”, dei “meccani”, dei “generali” e delle “modificazioni”; oltre a trenta piccoli personaggi “in meccano” che costituiscono il Teatro di Ubu (1985) e l’installazione monumentale dell’Apocalisse (1978-83).
La mostra è dedicata al tema dell’ultracorpo nell’opera di Enrico Baj a partire dal 1951 fino al 1985. Passando attraverso i diversi periodi produttivi essa ricostruisce le trasformazioni e i cambiamenti di questa particolare “figura” sempre al centro della ricerca dell’artista milanese.
Il titolo Enrico Baj. L’invasione degli ultracorpi – che cita la celebre pellicola diretta da Don Siegel nel 1956, tratta dal romanzo di fantascienza di Jack Finney – rimanda quindi a un elemento costante nel pensiero di Baj, fervido di soluzioni, sin dagli esordi della sua ricerca. L’ultracorpo è una creatura antropoide, un’invenzione figurale frutto di una scienza cosmica ancora misteriosa, un’allegoria di una vita oltre la conoscenza, capace di spaziare da un microcosmo cellulare a un macrocosmo extra-terrestre.
Molti i capolavori esposti, tra cui si ricordano: Quamisado II del 1951 (olio e smalto su tela), Piccolo bambino con i suoi giochi del 1952 (smalto su tela), Trillali-Trillalà del 1955 (olio e collage su tela), Personaggio urlante del 1964 (olio, collage, meccano e ovatta su stoffa), Ultracorpo in Svizzera del 1959 (olio e collage su tela).
Il percorso espositivo segue uno sviluppo cronologico scansito in alcune sezioni tematiche, accompagnate da un vasto corredo didattico e da contributi video-documentari. Partendo dalle opere del periodo nucleare, attraverso un ricco susseguirsi di dipinti, collage e sculture, il pubblico giunge al grande salone che ospita l’ Apocalisse – collocata volutamente al termine – che lo avvolgerà in una vorticosa messa in scena. Questa grande installazione, composta da sagome e teli, è stata esposta per la prima volta a Milano allo Studio Marconi nel 1979 e nel corso del tempo, fino al 2000, Baj l’ha arricchita di nuovi elementi. L’opera è a composizione variabile, quindi è stata sempre allestita con differenti modalità, a seconda degli ambienti destinati ad accoglierla. L’ultima esposizione risale al 2008 nel Chiostro di Sant’Agostino a Pietrasanta.
Due sale con allestimenti specifici sono dedicate rispettivamente, la prima, a un’installazione con otto “meccani” che sfilano come in una parata e, la seconda, alle sculture per l’opera teatrale di Ubu re di Alfred Jarry del 1986, che testimoniano l’interesse di Baj per il teatro e la commedia dell’arte. Lo spettacolo messo in scena dal famoso regista e marionettista italiano Massimo Schuster nel 1984, fu rappresentato per oltre dieci anni in tutto il mondo.

Contatti

Assessorato regionale Istruzione e Cultura - Attività espositive
Corso Battaglione Aosta 24
11100 AOSTA (AO)
Telefono:0165.274401

lunedì 24 febbraio 2014

Nespolo per Depero al Museo Archeologico Regionale di Aosta

 Della mostra di Fortunato Depero al Museo Archeologico Regionale di Aosta vi ho parlato nel post http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/search/label/Fortunato%20Depero, ora l'evento nell'evento: l'amico Ugo Nespolo "dialoga" con il grande maestro futurista...




“Quando vivrò di quello che ho pensato ieri,
comincerò ad aver paura di chi mi copia”.
Fortunato Depero

In occasione della mostra
Universo Depero

L’Assessore all’Istruzione e Cultura
della Regione autonoma Valle d’Aosta
Joel Farcoz

ha il piacere di invitarLa agli appuntamenti sull’artista
a cura di Alberto Fiz
Introduce agli incontri Daria Jorioz
Aosta, Museo Archeologico Regionale
Piazza Roncas 12
Ingresso Libero

Venerdì 28 febbraio 2014, ore 17.30
Depero mon amour
Viaggio ludico e sentimentale intorno alla ricerca dell’artista
Incontro con Ugo Nespolo, artista

Per informazioni
Museo Archeologico Regionale, tel. 0165.31572
Assessorato Istruzione e Cultura
Attività espositive: tel. 0165.274401
e-mail: u-mostre@regione.vda.it
Internet: www.regione.vda.it

lunedì 25 marzo 2013

RENATO GUTTUSO. Il Realismo e l'attualità dell'immagine

RENATO GUTTUSO. Il Realismo e l'attualità dell'immagine
Aosta, Museo Archeologico Regionale 



Volevo però dare, sia pure con un solo segno, il senso della storia che è passata.
Renato Guttuso


Se Pier Paolo Pasolini è stato il neorealista della parola, mentre Federico Fellini e Vittorio De Sica hanno portato il neorealismo al suo culmine sul grande schermo, Renato Guttuso è il maggiore esponente del realismo in pittura. Attraverso l'attentissima selezione di opere del Maestro riunite nella mostra realizzata dall'Assessorato Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d'Aosta e ospitata al Museo Archeologico Regionale di Aosta, curata da Flaminio Gualdoni con Franco Calarota, il visitatore potrà instaurare di persona un dialogo con l'opera di un artista che cerca la verità proprio nella relazione con il suo pubblico.


La mostra riunisce oltre 50 opere primarie di Guttuso, dalla nature morte della fine degli anni '30 e dei primi '40 al drammatico Partigiana assassinata, 1954, dal visionario Bambino sul mostro, 1966, all'epico Comizio di quartiere, 1975.

Scrive Flaminio Gualdoni nel saggio introduttivo al catalogo: "Ora che l'ideologia dell'avanguardismo a ogni costo cede il posto a riflessioni meditate sul secondo dopoguerra, la scelta ispida di Guttuso, un'aristocrazia formale attenta allo stesso tempo alle ragioni essenziali del comunicare, conferma che il senso della storia può essere continuità e non rottura, far nuova la sostanza dello sguardo e non la pelle del far vedere, riportare l'umano al centro del discorso e non limitarsi a un'arte che parli solo d'arte".

Profondamente coinvolto nel clima sociale e politico del suo tempo, Renato Guttuso è tra le coscienze più autorevoli dell'arte del secondo dopoguerra.
Sin dalla metà degli anni '30 la sua scelta è chiara, in nome di una figurazione che da un lato recuperi in modo critico l'identità antica della pittura, la sua capacità di farsi racconto ed emblema, e dall'altro sia lo specchio critico di un rapporto intenso, lucido, drammatico anche, con la storia.
La precoce scelta antifascista, l'adesione al movimento comunista, ne fanno l'interprete maggiore di un realismo che non è scelta retorica e celebrativa, ma testimonianza critica del proprio tempo, del presente individuale e collettivo, di cui restituire una verità possibile.
"Vorrei arrivare alla totale libertà in arte, libertà che, come nella vita, consiste nella verità", scrive Guttuso. E ancora: "Sempre ha contato, soprattutto, per me il rapporto con le cose. Trovare, o credere di trovare questo rapporto (naturalmente non stabile né fisso) ha significato, in qualche modo, tentare la possibilità di comunicare tale rapporto. Un'arte senza pubblico non esiste".
Colta tanto quanto antiintellettualistica, la pittura di Guttuso sceglie temi di genere, dalla natura morta al ritratto al nudo, fondendo registri che vanno dall'amore per il Rinascimento e il Seicento all'umore popolaresco, dalla sintesi formalmente forte alla narratività, dall'evidenza potente delle cose all'allegoria.
La sua è, anche, partecipazione piena al dibattito delle avanguardie, di cui ha piena consapevolezza ma che sempre guarda da un punto di vista di piena, rivendicata autonomia.
Riflette sull'espressionismo, instaura un dialogo serrato con Picasso e le sue sintesi brucianti, polemizza con il disimpegno etico delle correnti a lui contemporanee, perché per lui la realtà "è un rendiconto di ciò che la realtà è, di ciò che è dell'uomo".


Data Inizio:27 marzo 2013
Data Fine: 22 settembre 2013
Costo del biglietto:
Prenotazione:
Luogo: Aosta, Museo Archeologico Regionale
Orario: dal martedì alla domenica 10.00 - 18.00. Lunedì chiuso
Telefono: 0165. 74401
E-mail: u-mostre@regione.vda.it
Sito web: http://http://www.regione.vda.it