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mercoledì 5 giugno 2013

La narrazione arcaica nella pittura onirica personale di Simone Boscolo



La narrazione arcaica nella pittura onirica
personale di Simone Boscolo

Spazio Emmaus
Galleria Unione, 1 – Milano
Vernissage: GIOVEDI' 13 GIUGNO ore 18,30
Orari : lunedì – venerdì dalle ore 16 alle ore 20
Durata mostra: da lunedì 10 giugno a lunedì 24 giugno

Curatore : Alessandro Rizzo
Note: organizzazione e ufficio stampa a cura di Alessandro Rizzo
Email : alessandro.rizzo77@gmail.com
Una narrazione del passato, o almeno di un passato i cui fantasmi aleggiavano ancora nel presente. In Simone Boscolo troviamo una forma di narrazione di morti che "ancora camminano", morti in qualche modo mai sepolti, cercandone una finalità di un'arte, quale quella di Simone Boscolo, che vuole narrare senza alcun intento pedagogico, tanto meno moralista, storicista e che potrebbe apparire utilitaristico. L'autore si inserisce in una sua dimensione estetica, ritrattistica, che può essere lontanamente considerabile come astrattista concettuale, autonoma, ricca in quanto originale, unica e irripetibile. La tecnica utilizzata è quella della stampa ritoccata, attraverso cancellazioni e alterazioni manuali, in una chiave che possiamo definire simbolica e concettuale, sia a livello estetico espressivo, sia in quello contenutistico e sostanziale, in una spazialità quasi atemporale, infinita nella sua indefinitezza, che va oltre all'elemento contingente e tangibile. Non vuole, ci indica Boscolo, essere artista di “una periferia dell'impero nello scenario artistico postmoderno”, in quanto non si può licenziare la produzione dell'autore come semplice congiunzione di stili diversi, media quasi aritmetica e fredda di espressioni che hanno fatto scuola nel passato, dando quasi un'identità imprecisa e confusa alla sua opera, ripetizione meccanica e stereotipata di qualcosa di già scoperto. La produzione di Simone Boscolo, che supera la diatriba stanca su cosa sia l'arte post moderna, attraverso la delicata linea eterea, quindi universale e imperitura, eterna e indefinita, con cui definisce i soggetti, che sono parti integranti di un passato montano, arcaico, antico, ripercorre, quasi, in una dimensione estetica ed espressiva onirica, personaggi e ambienti di luoghi chiusi, magari avversi, aspri, poco accoglienti, ma che sprigionano quel mistero affascinante e che ci introduce in una ricerca delle pieghe dell'animo umano, partendo da una dimensione collettiva, storica, reale, nostra, in quanto patrimonio imprescindibile di cui siamo attuale espressione. L'indefinitezza del tratto, voluta e consapevolmente calibrata, si scontra con la certezza del dato riportato, quasi documentazione di un passato che è fatto di lavoro e di umanità e che, come fosse una tramandazione non orale ma dipinta, elemento di avvio di “un discorso di analisi sociale”. Si certifica e si apprezza la capacità dell'artista di aver dato nella sua produzione quella configurazione di una realtà in movimento, dinamica, mobile, in quanto l'intento che diventa la poetica narrativa di Boscolo è quella di “garantire dalla piccola dimensione la portata storica del cambiamento socio culturale e delle sue conseguenze”.
( Testo di Alessandro Rizzo)

Simone Boscolo è nato a Milano nel 1976, e vive attualmente in un centro della provincia milanese. Ha frequentato l’Istituto Europeo di Design a Milano specializzandosi in illustrazione nel 2001. A partire dal 2005 ha esposto in numerose mostre personali e collettive tra le quali in ordine sparso, ricordiamo Galleria Mirò, Mondatori Multicenter di via Marghera, Libreria Rizzoli di Galleria Vittorio Emanuele, Archivi del ‘900, Galleria Zamenhof, Atelier Chagall e Casa d’arte San Lorenzo a Milano, e poi in gallerie e strutture istituzionali di Torino, Varazze (SV), Lacchiarella (MI), San Miniato (PI).


L’organizzazione della mostra è di Alessandro Rizzo
Alessandro Rizzo collabora a diversi periodici cartacei e telematici quali Tam Tam, L’attualità, Cinemaindipendente.it, Passparnous, Ebdomadario, Rapporto di Minoranza è vicedirettore de I segreti di pulcinella ed è direttore responsabile della rivista ondine Le voci dell’agorà.

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