RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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venerdì 1 aprile 2016

SENTIO, Andrea Greco a cura di Roberto Borghi


 
SENTIO, Andrea Greco
a cura di Roberto Borghi

In occasione del MiArt, giovedì 7 aprile 2016 alle 18.30, la galleria Mario Giusti HQ-Headquarter, in via Cesare Correnti 14 a Milano, inaugurerà una personale di Andrea Greco intitolata SENTIO.

La mostra, a cura di Roberto Borghi, proseguirà sino al 6 maggio, con orari di apertura dal lunedì al venerdì dalle ore 10.30 alle ore 18.30 (orari differenti e weekend su appuntamento).

SENTIO è in primo luogo una mostra che coinvolge diversi sensi.
Andrea Greco fa interagire vista e tatto in un’installazione che utilizza il linguaggio braille, mescola suggestioni olfattive e percezioni visive nella serie di dipinti Anche i fiori piangono, ma soprattutto, nel ciclo di opere intitolato Le Muse, verifica la possibilità di guardare la musica: in particolare alcuni brani di compositori contemporanei quali Hans Zimmer, Ludovico Einaudi, Arvo Pärt e Ryuchi Sakamoto.
SENTIO è inoltre una mostra che cerca di riportare il sentire a una condizione primaria, a quella capacità di cogliere l’energia vitale designata dalla radice indoeuropea san, dalla quale appunto deriva il verbo latino sentio.
In un passaggio epocale che, secondo l’estetologo Mario Perniola, ha visto affermarsi la «società del “già sentito”» – ovvero una società in cui la sovrastimolazione sensoriale «impone paradossalmente un universo affettivo impersonale, caratterizzato da un’esperienza anonima e reificata, nella quale tutto si dà, per così dire, come già sentito» – l’arte ha il compito di individuare e proporre sensazioni che sappiano risultare istintive, primigenie, che risveglino un letterale, arcaico entusiasmo, come fa la pittura di Andrea Greco.      
SENTIO traccia un bilancio del percorso creativo intrapreso da Greco negli ultimi anni. Un itinerario all’insegna di una pittura gestuale che si contamina con istanze performative, travalica la dicotomia tra figurativo e astratto, predilige supporti non canonici, oggetti d’uso comune e materiali industriali che permettono di creare superfici magmatiche e tattilmente invitanti.       

Andrea Greco ha trentotto anni, lavora a Mozzate, in provincia di Como. Nipote di un pittore e scultore, inizia a dipingere da giovanissimo. Grazie alla sua attività professionale, legata alla didattica per l’infanzia, ha partecipato a vari corsi incentrati sul metodo Munari che hanno influenzato la sua produzione artistica.
Ha tenuto la sua prima personale nel 2008. Tra le sue ultime mostre segnaliamo le personali W.A.M Il segno del genio, allo Spazio Pedraglio di Como, a cura di Francesca Lucioni e Tears, all’Emirates Palace di Abu Dhabi, a cura della galleria Swiss Art Gate UAE  e le collettive Per un risveglio culturale, alla Pinacoteca Tono Zancano di Capo d'Orlando (Me), a cura di Alessandro Celli, System, presso l’ex chiesa di San Nicolao a  Bellano (LC), a cura di Martina Corbetta e IN-Completo, presso galleria HQ-Headquarter a Milano, a cura di Mario Giusti.

SENTIO, Andrea Greco
a cura di Roberto Borghi

Inaugurazione giovedi 7 aprile, h 18.30
HQ-Headquarter Mario Giusti
Via Cesare Correnti 14 Milano

7 aprile/6 maggio 2016 - lu/ve 10.30-18.30
(orari differenti e weekend su appuntamento)
www.mariogiustihq.com    -   info@mariogiustihq.com

venerdì 14 giugno 2013

Le trasparenze del sensibile - a cura di Martina Corbetta



Le trasparenze del sensibile
Spazio Obiettivo Brianza 
Piazza Monsignor Biella, 8 - Seregno (MB)  
Katia Dilella - Andrea Greco
a cura di Martina Corbetta
15 - 29 giugno 2013

 
Le trasparenze del sensibile è una bipersonale d'arte contemporanea che pone in rapporto due artisti Katia Dilella e Andrea Greco. Artisti dalla poetica pura e dal gesto istintivo che si affrontano e si scontrano fino a interagire con il fruitore, il quale, si trova ben presto a diretto contatto con il sentimento dell'opera. Dilella e Greco si confrontano in uno stesso spazio dando la possibilità allo spettatore di vivere la loro sensibilità e di poter, con essi, condividere i loro ricordi. Katia Dilella ci accompagna in spazi e luoghi che non sono altro che i soggetti dei suoi dipinti, all'interno dei quali abbandoniamo la nostra memoria. Dilella inizia il suo percorso artistico affrontando sulla tela paesaggi metropolitani, dal tratto deciso e dal contrasto romatico ben definito, per giungere all'attuale arte decisamente più delicata e intima. Dilella abbandona la pittura urbana, netta e ferma, e si dirige verso la pittura di ambienti quotidiani, sfumati e leggeri. I vecchi paesaggi urbani sono scorci di vita di tutti i giorni in cui il passaggio, attraverso il movimento e lo spostamento, ne è, paradossalmente, il punto fermo della poetica. Al contrario, i nuovi spazi sono angoli quotidiani in cui la fermezza di questi ambienti a noi cari ci sospende e ci rievoca intimi ricordi. Dilella focalizza ora l'attenzione sui dettagli di una pittura domestica, apparentemente banale, ma che è capace di una forza intrinseca e profonda tale da coinvolgere ciascuno di noi. Prima e dopo, città ed interni, nell'arte di Dilella, assumono una differente espressione che è il risultato di un continuum pittorico tenace e intenso. Scorci di vita quotidiana sono i luoghi delle emozioni più profonde, quelle emozioni che rientrano nella nostra intimità. Passato, presente e futuro hanno luogo in questi ambienti che si chiudono attraverso silenziose mura e che racchiudono i segreti delle nostre vite. Non c'è ambientazione rigida, c'è semplicità fatta di particolari appartenenti a chiunque, particolari che prendono vita attraverso le nostre storie. Il colore di Dilella si alleggerisce, sfumature dolci e diffuse conferiscono immediata dolcezza. Dissolvenza d'immagine, come la polvere che si posa sugli oggetti delle nostre case. Esigenza visiva è quella di raffinare con eleganza la tecnica, estremizzando e minimizzando, riducendo all'essenziale il nostro oggetto-soggetto. La linea diventa continua, diventa ritmo attraverso un segno che non si spezza mai. Possiamo passare visivamente da una tela all'altra come aprendo le porte di una stanza: entriamo, ci fermiamo e/o proseguiamo in altre stanze. L'impatto iniziale, spesso, è quello di sentire le opere di Dilella nostalgiche e malinconiche, sensazioni possibili, ma non obbligatorie, non dobbiamo fermarci al primo sentimento, dobbiamo provare a superare il primo schermo per sentire che, al contrario, sono opere ricche e cariche di tutti quelle belle cose del nostro più intimo quotidiano. Da sempre Dilella rifiuta uno stile di pittura provocatorio cercando, al contrario, di perseguire uno scopo ben preciso: educare l’osservatore ad una visione più attenta, sentita, quasi spirituale affinché esso sia coinvolto appieno emotivamente e positivamente.
Andrea Greco, concentrato in una pittura informale alle volte materica, è osservatore dell'uomo contemporaneo, in particolare del suo pensiero e delle sue emozioni. Prova ad ascoltare gli stati d'animo altrui cercando in essi ispirazione e suggerimenti per i suoi quadri. Riflette sulla diffusa superficialità attuale e spinge verso una nuova direzione, quella della poesia e del sentimento capaci di colpire l'animo umano e di ottenere positività e concretezza. Pittura informale è da sempre linguaggio di Greco, il quale sostiene essere il suo miglior mezzo per catalizzare l'attenzione dello spettatore. Si esprime sempre attraverso un rigoroso equilibrio tra materiali e colori, lasciandoci ad una piacevole visione. L'artista ama pensare le sue opere come romantiche metafore appese ad una parete, come se il muro verticale fosse la nostra capacità di pensare e di riflettere. La serie Anche i fiori piangono, ha dato vita a bouquet dall'animo gentile, dai sentimenti profondi e dalle emozioni indiscusse. Emozioni, che difronte a un fiore, a un mazzo di fiori, ciascuno di noi è portato a rievocare nella memoria in un preciso istante. Bouquet, prima completamente abbandonati a spazi senza definizione, ora, sono inseriti in contesti spaziali, qualche volta evidenti e qualche altra volta percepibili. Spazi che sono il risultato di sovrapposizioni di piani strutturati e disegnati da linee. Linee gioco come messaggi subliminali: i fiori sono chiusi in ambienti che non gli appartengono, o fiori che non appartengono a quelli spazi, metafora di una società per l'artista scorretta, capace di chiuderti e di farti sentire in bilico. Anche i fiori piangono, come gli esseri viventi, lo fanno in silenzio lasciandoci la percezione di un timido suono che si presenta materialmente sotto il profilo di rugiada.

Martina Corbetta

mercoledì 19 dicembre 2012

'System' a cura di Martina Corbetta Ex chiesa San Nicolao, Bellano (BG)

System 
a cura di Martina Corbetta
Ex chiesa San Nicolao, Bellano (BG)

mostra collettiva d'arte contemporanea di
 
Jacopo Ghislanzoni, Marco Grassi, Andrea Greco, Marco Minotti, Fabrizio Musa




ORARI

DA SABATO 5 GENNAIO
A DOMENICA 13 GENNAIO 2012 LUNEDÌ/MARTEDÌ/MERCOLEDÌ/GIOVEDÌ/VENERDÌ DALLE 15.00 ALLE 19.00 SABATO/DOMENICA
DALLE 10.30 ALLE 13.00
DALLE 15.00 ALLE 19.00

sabato 5 marzo 2011

"Alla mia Mozzate" personale di Andrea Greco a cura di Ambrogio Chiari

Conosco da poco tempo Andrea e la sua opera. Ha i numeri, le doti e le capacità ma ancora non ha voluto svelare del tutto le sue carte. Merita senza ombra di dubbio di essere seguito e questa mostra ne è l'occasione.


Alla mia Mozzate, 5-6, 12-13, 19-20 marzo
Chiesa del Crocifisso, Piazza S. Alessandro
Orari: 10/12 - 15.30/19
Vernissage sabato 5 marzo ore 18
Andrea Greco, artista mozzatese, torna dopo due anni in mostra nella sua Mozzate e lo fa dedicando l'esposizione proprio alla sua cittadina e ai suoi concittadini.
Nella mostra, che sarà curata da Ambrogio Chiari, l'artista decide di esporre le sue opere migliori, quelle che in questi ultimi due anni l'hanno portato a partecipare a numerose collettive, sia in ambito italiano, non ultima la Biennale di Ferrara, che europeo.
I visitatori potranno così ammirare le tele della serie Emotions, della serie Polaroid e le ultime nate, quelle della serie Brughiere.
Per me era impossibile esporre a Mozzate e non dedicare alla cittadina e ai miei concittadini la mostra - spiega l’artista - perché tutto nasce qui e da qui. Quando lavoro spesso e volentieri mi rifugio nei ricordi, al fine di far scaturire determinate sensazioni; le persone e i luoghi pertanto diventano protagonisti tanto quanto lo sono le emozioni in gioco. Mozzate e i suoi luoghi, Mozzate e le sue persone, Mozzate e migliaia di ricordi”
Nelle tele Emotions - scrive Ambrogio Chiari - l'artista non vuol certo stupirci a tutti i costi con stravaganti composizioni o esasperate deformazioni quanto piuttosto destarci stupore per la compostezza delle forme e l'armonia dei colori. In questo è da sottolineare con quale maestria crea i contrasti tra il rosso, il nero e l'oro, a cui associa anche i bianchi, i grigi, i rosa e l'azzurro. Nelle sue composizioni è il colore nella sua equilibrata stesura di toni a farla da padrone.
La tele della serie Polaroid, rivisitazioni informali di emozioni, ricordi o stati d'animo, immortalati in frame che richiamano all'istantaneità della famosa macchina fotografica, sono le opere più conosciute della produzione dell'artista mozzatese.
Greco ha la grande capacità - scrive Virgilio Patarini, gallerista della Zamenhof di Milano e curatore della Biennale di Ferrara - di evocare poesia, attraverso le sue opere.
La superficie pittorica per Andrea Greco - dice Francesca Lucioni, critica e curatrice - non è una barriera, ma al contrario una soglia per accedere ad una dimensione effimera ed immateriale, quella del pensiero; come se il supporto della tela fosse uno specchio per l’anima dell’artista, ed a noi osservatori fosse data la possibilità di varcare il confine tra il mondo reale e quello immaginario e passeggiare per le infinite vie del suo pensiero. Camminare nelle immagini della sua mente...
Le opere della serie Brughiere, invece, sono le ultime nate. Anche in questo caso è il gesto a farla da padrone, anche se risulta decisamente più controllato. Si vanno a delineare così immagini caratterizzate da sentieri, prati, alberi, staccionate, a confine tra il reale e l'irreale, frutto dei ricordi e dell'emotività dell'artista. E come un lontano ricordo che pian piano se ne va, anche le brughiere sembrano scomparire dietro allo smalto bianco, nelle tele, o fra gli strappi, nelle carte.
In mostra quasi cinquanta opere che Andrea Greco sceglie di esporre nella sua cittadina prima di importanti appuntamenti, che lo vedranno protagonista a Como, a Milano, a New York e a Los Angeles, quasi cercasse una sorta di benedizione nei luoghi da cui proviene e che tutti i giorni gli regalano l’ispirazione.
La mostra sarà aperta nei primi tre week end di marzo, nella Chiesa del Crocifisso a Mozzate, in piazza S. Alessandro.



Nei week end 10-19; in settimana su appuntamento.
Vernissage sabato 5 marzo ore 18