RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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lunedì 29 febbraio 2016

Eccomi di nuovo a parlare di Studi Festival - Milano

 

Studi Festival - Milano

Proprio qualche giorno fa vi ho parlato di questa iniziativa estremamente interessante (vedi http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2016/02/torna-anche-questanno-milano-studi.html), a cura di Claudio Corfone, Rebecca Moccia, Anna Stuart Tovini e Vincenzo Chiarandà.

www.studifestival.it
info@studifestival.it

Ora torno di nuovo su questo argomento perchè anche mio figlio, Gianmaria Milani, studente all'Accademia di Brera, ha deciso di aderire.

Ecco il progetto con il quale ha deciso di partecipare...




Open studio Gianmaria Milani

Dopo l’esperienza dell’anno passato, dove ho avuto l’opportunità di girare, come fruitore dell’iniziativa, in molti studi di artisti, ho preso la decisione di aprire anch’io, a coloro che vorranno venire a trovarmi, la mia casa/studio.
Ho deciso di fare questo perché ritengo che l’ambiente dove vivo e lavoro sia un’ottima vetrina per comprendere al meglio il mio percorso, il mio operato e la mia persona.
Per questo appuntamento ho deciso di proporre una sorta di caleidoscopio visivo, un punto di osservazione a 360° di quanto fatto fino a qui o perlomeno, da quando, circa 18 mesi fa, mi sono trasferito a Milano per frequentare l’Accademia di Brera.

L’installazione, perché di questo si tratterà, sarà una presentazione del mio lavoro passato, presente e futuro.
Nell’occasione presenterò in anteprima la video installazione, realizzata in collaborazione con l’amico videomaker Lu Pan, intitolata “SUICIDIO” che mette in correlazione, attraverso una metafora, un “normale” allenamento di basket alla vita di tutti i giorni.
Alle pareti oltre ad una selezione di miei lavori, saranno esposte una serie di opere di amici e colleghi con i quali ho collaborato negli ultimi 12 mesi, da Thomas Berra a Ciro Casale, da Swan a Stema e molti altri.

Per l’occasione ho anche deciso di ospitare il collega artista Giuseppe De Siati con il quale già in precedenza ci sono state varie collaborazioni dalla una mostra collettiva allestita da Off Brera, intitolata REMINDER 2015 al progetto “A.R.T.: Nutrimento e conservazione dell'arte” entrambe curate dal Prof.re Andrea Del Guercio.
Gianmaria Milani



all'infinito di due rette

Sin da bambini abbiamo imparato che due rette che corrono parallele tra loro non potranno mai incontrarsi, perché mantengono la stessa distanza tra loro.
Tuttavia il postulato di Euclide sulle parallele con l'introduzione del concetto di infinito, in più duemila anni, è stato trasformato in teorema superando il paradosso apparente del non incontro, infatti, se alle rette gli si attribuisce il valore infinito esse si incontrano... in un punto.
Quel punto è nello spazio infinito il nostro orizzonte visivo, un concetto consolidato nella civiltà occidentale dell'immagine, nell'imitazione della realtà a partire dalla piramide visiva con Brunelleschi si è ammessa scientificamente una visione soggettiva della realtà, illusionistica.
All'infinito di due rette non è il punto di fuga, dove le linee sembrano convergere, quanto i nostri occhi che vedono, noi vediamo il mondo e non semplicemente così come è.
Due visioni per provenienze differenti che sembrano incontrarsi in realtà restano distinte come le sponde di una strada i cui margini paralleli consento il viaggio.
All'infinito di due rette con Jimmy "in studio" abbiamo segnato un punto coincidente nella ripetizione dove interpretare la realtà, un ripetersi che dà esiti differenti divenendo punto di fuga, dal ridisegnare le pieghe del panneggio all'andirivieni della corsa in riferimento alla quotidianità che proiettata all'infinito scala se stessa.
Giuseppe De Siati



Performance: basket\suicidio di Gianmaria Milani
La pallacanestro, conosciuta anche come basket (abbreviazione del termine in lingua inglese basketball), è uno sport di squadra in cui due formazioni di cinque giocatori ciascuna, si affrontano per segnare con un pallone nel canestro avversario, secondo una serie di regole prefissate.
“Il basket” è uno dei pochi sport di squadra che tende al cielo.
Per molti, questa sua peculiarità è una rivoluzione/rivelazione.
Molti, anzi troppi, sono abituati a guardare solo in basso!

Suicidio, esercizio punizione.
Il suicidio si fa percorrendo tutta la lunghezza del campo di gioco con degli scatti veloci e ripetuti. Quest’esercizio viene fatto fare nel momento in cui, durante l’allenamento, anche un solo componente della squadra compie un errore. Per punizione, l’allenatore fa svolgere a tutta la squadra questo esercizio.
Si parte da fondo campo
si arriva alla prima lunetta e si torna indietro ,
poi si a va a metà campo e si torna indietro,
poi alla lunetta opposta e si torna indietro,
poi a quell’altro fondo campo e si torna indietro. Il tutto nel minor tempo possibile.
Questa “punizione” è una perfetta metafora del secolo appena trascorso ma ancor di più è uno spaccato della società odierna, dove per ogni “corsa” in avanti da un punto di vista tecnologico e/o evolutivo, esiste una corsa contraria, “all’indietro”, a passo del gambero, da un punto di vista sociale.



Intorno al tavolo: sVelo Venere di Giuseppe De Siati
L'intervento nello studio di Jimmy fa parte di una serie di operazioni di studio e di incontro che conduco "intorno al tavolo:" e che si svolge in diversi luoghi caratterizzati dalla presenza del tavolo e di alcuni ospiti.
"Intorno al tavolo:" costruisce un’isola relazionale in cui potersi aprire all'altro, sentire e costruire una visione. Archetipo della terra e isola relazionale, il tavolo come base e luogo di esperienza estetica, diventa un campo visivo, base di composizione meditata per immaginare il cosmo. Così lo spazio del tavolo è lo spazio dello studio, spazio "pittorico", pretesto compositivo in cui le immagini e le forme si fanno presenti.
Nello studio di Jimmy porto un piano per immaginare, un gioco di visione.
sVelo Venere: un piano per immaginare.
È un piano per immaginare esercitando una delle facoltà che distingue l'essere umano, esaltandone la dignità.
La somma delle parti di un velo filtrano la luce visibile su un piano, l'azione stessa del panneggiare porta in se il valore dell'ambivalenza della visione, interiore/esteriore, dove le circonvoluzioni del velo non sono semplicemente quelle di un velo.
Svelo venere è un panneggio di seta di due veli bianco e nero, orlati nei colori estremi che rispettivamente riflettono ed assorbono la luce, da stendere al centro del tavolo per immaginare. Venere, personificazione della bellezza della natura feconda, in questo caso luce del visibile le sue vesti sono raccolte nella capsula sferica, quale forma di perfezione da cui tirar fuori il velo per immaginare.
Il tavolo è così apparecchiato dai drappi in seta che diventano veicolo per la fantasia e rendono un tavolo "immaginifico"; strumento di studio per visualizzare attraverso le pieghe e le circonvoluzioni del panneggio la luce.
CONTESTO: il piano del tavolo nella sua orizzontalità è il piano cronologico dove si svolge l'azione. Dal centro tavola eseguire il panneggio di Venere, disponendo la massa di pieghe in modo da evidenziare la luce.
SCOPO: lo scopo del gioco è esercitare l'immaginazione e dominarla attraverso il disegno e la nominazione, ovvero, configurare immagini nella propria mente e su un foglio. sin. ideare, creare, inventare, escogitare, credere, intuire; quindi, usare la fantasia a partire dalle pieghe del velo, disegnare. Infine, nominare dando un titolo alle associazioni che scaturiscono dalla visione.
 Via Caviglia 3 int.17/A
info
gianmaria.95@hotmail.it

venerdì 11 dicembre 2015

Intorno al tavolo: un seme al giorno

Intorno al tavolo: un seme al giorno

Incontro con l'autore del mese di dicembre Jimmy Milani 15 dicembre da Assaggino via della Moscova 24 dalle 19:30

Nel mese di dicembre Jimmy Milani entra nello studio esteso dell'artista ponendo sotto osservazione il “coltivare” come evento relazionale: un seme di fagiolo sarà piantato ogni giorno di studio condiviso con gli ospiti invitati a prendersi cura dei germogli.

Un seme al giorno” è una serie di vasi dalla tripartizione cromatica che rimanda alla sequenza luce-terra-natura, rispettivamente giallo, blu e verde; in ogni vaso si erge una scaletta che si offre come pre-visione e guida di un movimento di crescita verso l'alto. Sparsi per lo studio alcuni piccoli annaffiatoi pieni di acqua invitano gli ospiti ad aiutare il seme a germogliare.

La riflessione di Jimmy nello studio di via Moscova 24 si apre alla relazione uomo-natura nella sua duplice forma: nello studio d'arte il tempo dell'attesa del frutto diventa fonte di ispirazione; allo stesso tempo fonte alimentare, il fagiolo rimanda ai popoli della terra che da sempre l'hanno coltivato. Il seme della leguminosa restituisce l'idea dei cicli perenni della natura, per via della con-fusione tra vita e morte insita nella sua capacità di rigenerarsi semplicemente a contatto con l'acqua.
a cura di Giuseppe De Siati

Il luogo in cui si svolge il progetto è Assaggino di Refettorio, partner che rende possibile la realizzazione dello stesso e che si presta ad essere vissuto come una "stanza di vetro" circondata dal verde urbano dove stare intorno al tavolo, sentire il paesaggio e costruire una visione.

Copyright © ASSAGGINO di Refettorio All rights reserved.
http://www.milanotoday.it/eventi/cultura/intorno-al-tavolo-un-seme-al-giorno.html

venerdì 26 giugno 2015

REMINDER 2015 da Offbrera

Anche Gianmaria Milani fra i protagonisti di quest'altro appuntamento imperdibile nella Milano da vivere!!!
REMINDER 2015
Offbrera
Via Rossini 3, 20100 Milano


Offbrera è lieta di invitarvi il 2 luglio alle 18.30, all'inaugurazione della mostra collettiva "Reminder 2015", a cura di Andrea B. Del Guercio, che ricalca il percorso espositivo della stagione primaverile della galleria attraverso le opere di Giuseppe De Siati, Ottavio Mangiarini e Gianmaria Milani. 
I tre artisti, di età e background diversi, si incontrano nello spazio di Via Rossini 3 con un'esposizione che si allargherà, solo per la sera dell'inaugurazione, anche al cortile interno della storica palazzina. Per ricreare il filo rosso che ha legato le esposizioni degli ultimi mesi, la galleria sarà allestita con lavori inediti, accompagnati da alcuni pezzi che riprendono le mostre precedenti.



martedì 16 giugno 2015

Nicole Bacchiega | Giuseppe De Siati Xenia a cura di Alberta Romano



Nicole Bacchiega | Giuseppe De Siati

Xenia

a cura di Alberta Romano

Inaugurazione venerdì 19 giugno 2015, ore 19.30
 

L'idea nasce da una collana di fiori, da una 56 e da un garage.
La casa di Giovanni Cassuti in Via Vivaio 12 è lieta di ospitare Xenia. Protagonisti di questa esplorazione domestica sono gli artisti Nicole Bacchiega (Garbagnate, 1988) e Giuseppe De Siati (San Vito dei Normanni, 1979). Xenia nasce dalla voglia di uscire da uno spazio convenzionale e spesso limitante, come quello della galleria, ma soprattutto nasce dal bisogno, condiviso dai due artisti, di relazionarsi con la tematica del dono, sia studiandone le diverse sfaccettature sia proponendo un recupero della sua essenza più pura. Per Xenia entrambe le opere degli artisti saranno donate al proprietario di casa.

Giuseppe De Siati realizza Una rosa dei venti per centrotavola, un'opera che parte da un'indagine sulla dimensione domestica e si ritrova a sondare i territori ad essa circostanti. La domanda che l'artista si pone ha a che fare con il significato di casa, ma soprattutto con la costante ricerca che questa dimensione implica. Cosa significa casa? Si tratta di un edificio reale e solido o di uno spazio della nostra mente, un luogo immaginario limitato dalle pareti della sicurezza e arredato con le ombre dei nostri ricordi? Una domanda non da poco, come dimostra anche Gaston Bachelard nel suo delicatissimo trattato La poetica dello spazio. De Siati trova la risposta nel suo centrotavola . Un unico oggetto composto da quattro elementi separati, modellabili e scomponibili, al contempo trasparenti e puri, a lasciare ancora più libertà all'immaginazione di chi li vive. Una rosa dei venti per centrotavola, oltre ad essere un dono di per sé, dona al suo possessore l'aspetto ludico della ricerca; di quella ricerca fatta di prove e di costanti scoperte. L'opera di De Siati non si ferma a rappresentare la sicurezza di una bussola, ma con la varietà delle sue soluzioni, regala proposte, errori e direzioni da poter seguire, o semplicemente immaginare.

Nicole Bacchiega parte, invece, dalla tematica del dono per sviscerarne ogni possibile sfumatura e contraddizione. Rubando una porzione di vita alla persona alla quale poi rivolge il suo dono, Nicole, con la sua operazione, si pone in relazione con altri esempi celebri di dono come furto: Giacobbe e Esaù, Adamo ed Eva, Frankenstein, ma ne rivoluziona profondamente l'impianto. Non si tratta di un'appropriazione indebita, che cela al suo interno insidie e bramosie, al contrario si tratta di un furto che non sottrae nulla al derubato, ma lo accresce. Siamo di fronte a un dono ricavato dalla sottrazione, ma volto a un arricchimento; un dono che conferisce al suo ricevente nuova sensibilità, possibili riflessioni e forse eternità, quell'eternità di cui solo l'arte è capace di essere portatrice. Senza titolo di Nicole Bacchiega è anche un archivio interattivo di sensazioni e di ricordi. Nicole associa ogni singolo fotogramma ad un momento particolare del suo percorso, ad una sua percezione, Giovanni Cassuti potrà fare altrettanto, nella difficile ricerca delle sensazioni provate o soltanto immaginate, in quei momenti da inconsapevole protagonista della sua storia.

Xenia sarà accompagnata da un Quaderno di scrittura domestica. Un piccolo esperimento che, partendo dagli assunti precedentemente esposti, si relazionerà con lo spazio casalingo e con la pratica del dono, regalando a Giovanni Cassuti una zona di autonomia domestica nella sua stessa dimora.
 

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INFORMAZIONI

Scarica il comunicato stampa qui.


Inaugurazione Venerdì 19 Giugno 2015, ore 19.30

Per maggiori info: romano.alberta@gmail.com
Con il supporto di:

giovedì 2 aprile 2015

Giuseppe De Siati. I processi di perimetrazione dell'arte. di Andrea B. Del Guercio.



Giuseppe De Siati. I processi di perimetrazione dell'arte.
di Andrea B. Del Guercio.

Offbrera
Via Rossini 3, 20100 Milano

Lungo questi ultimi quattro anni ho potuto osservare l'attività espressiva condotta da Giuseppe De Siati soffermandomi sistematicamente di fronte ad ogni passaggio linguistico, contrassegnato dalle diverse tecniche e dalle significative variabili dimensionali; attraverso appuntamenti mirati ho acquisito la conoscenza di un procedere metodico nella definizione di aree estetiche al cui interno si posizionasse la costante relazione tra la volontà dell'atto e l'indipendenza della materia, frutto della relazione tra la spinta del narratore e la reazione indipendente del narrato. De Siati si è imposto in questi anni non solo il dovere ma la ricerca del lavoro, la responsabilità di un fare analitico insistito in grado di fornirgli dei risultati chiari, delle soluzioni racchiuse in uno spazio preciso e privo di ogni forma di contaminazione, raggiungendo una serie di risultati autonomi ed originali.
E' sulla base di questo lungo e rigoroso processo espressivo, attraversando gli scanditi tempi di un fare in cui trattenere l'emozione vitale lungo le regole della lucida scrittura, testimone attento del sopraggiungere dei migliori risultati, nasce quale apice evidente quest'ultimo lavoro contrassegnato dall'esperienza operativa della 'perimetrazione'.
Questo dato, un apparente forma di condizionamento, si impone con nuovi risultati ora allargando ora ribaltando un procedere perseguito negli anni; con l'attuale esperienza, affermando il valore dello spazio protetto, viene raggiunto il concetto di libertà, di autonomia comunicativa ma anche di indipendenza emozionale; la successione dei perimetri, la condizione protetta del singolo spazio interno, la distribuzione nello spazio, la scansione delle indipendenze, l'autonomia inserita nello sviluppo dei processi percettivi,
appartengono al patrimonio conseguito da Giuseppe De Siati.

Giuseppe De Siati nasce a San Vito dei Normanni (Brindisi) in Puglia nel 1979. Laureatosi nel 2009 in Conservazione dei Beni Culturali, consegue la laurea specialistica in pittura nel 2014 presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Vive e lavora tra Milano, Atene e la Puglia. Tra le sue ultime esposizioni vi è la bipersonale 0-31° a Sesto Calende presso lo spazio Cesare da Sesto; la personale Ripetizioni entropiche, presso l’ex Studio Manzoni a Milano; S-COPRIRE una performance sul Colle Areopago presso l’Acropoli di Atene e SO/STARE presso il Museo di Arte Contemporanea di Lissone. Ha partecipato anche alla semiresidenza Casa Carbotti del Comune di San Vito dei Normanni, alla collettiva POTENZIALI EVOCATI presso la Casa degli Artisti a Verona; ha creato un’installazione Site Specfic per ANFITEATRO DELL’ARTE lungo i percorsi di POLARIS nei Comuni di Cossano Canavese e per PRESENZE TEMPORANEE in località Capotenda di Gravina in Puglia. Ha già esposto presso Offbrera con la personale “Iridescenze” e ha partecipato a diversi progetti e mostre organizzati dalla galleria in partnership con istituzioni come Tecno, Argos, Villa Godi Maliverni e gli spazi PWC del Sole24ore.


OffBrera è un nuovo spazio per l'arte contemporanea dedicato al lavoro degli artisti che emergono per specifiche qualità espressive dal panorama creativo dell'Accademia di Belle Arti di Brera. Selezionati da Andrea B. Del Guercio, gli artisti incontrano il mondo dell'arte e del collezionismo in un'area espositiva che si distacca dalla tradizione delle gallerie, allargando i suoi compiti verso la natura propositiva del laboratorio globale.