RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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lunedì 11 aprile 2016

A proposito di Design Week - good feelings

Come promesso (vedi http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2016/04/salone-del-mobile-e-design-week.html) eccomi a parlare di alcuni eventi collaterali legati alla settimana del design milanese...




Raluca Andreea Hartea presenta good feelings, un progetto che unisce arte, architettura e psicologia.
Un metodo innovativo e coinvolgente di indagine del colore e della percezione personale che ne ha ognuno di noi.
Spero di vedervi a Milano durante il Salone del Mobile, nello spazio good feelings, all'interno dei Cortili di Santa Marta a Milano.

Una mostra sensoriale che stimolerà la vostra mente e vi metterà in contatto con la vostra anima, cambiando la percezione dei colori e della vita.

Good feelings nasce dal connubio tra arte, architettura e psicologia.
Good feelings è un processo che collega intimamente l’individuo ai colori della propria casa, esplorando l’anima prediligendo l’essere, piuttosto che l’avere.
 

lunedì 11 maggio 2015

Raluca Andreea Hartea "VENIRE ALLA LUCE" a cura di Fortunato D'Amico



Raluca Andreea Hartea
"VENIRE ALLA LUCE"
a cura di Fortunato D'Amico

12 maggio - 6giugno 2015
FABBRICA EOS
P.zza Baiamonti, 2 - 20154 Milano

martedì 7 aprile 2015

Una piccola anteprima in attesa del comunicato...: RALUCA ANDREEA HARTEA a Nervi


 

RALUCA ANDREEA HARTEA
La natura umana···
a cura di Fortunato D'Amico
dal 12 aprile al 28 giugno 2015
Musei di Nervi – Galleria d’Arte Moderna
http://www.museidigenova.it/spip.php?rubrique16

mercoledì 10 settembre 2014

Giovane per l'eternità - Raluca Andreea Hartea - a cura di Fortunato D’Amico



“Il tempo è l’immagine mobile dell’eternità” (Platone)

L’ arte di Raluca Andreea Hartea sposa la profondità dell’anima e del ricordo indagando i processi emozionali custoditi nell’intimità dell’inconscio e vitalizzati dalla ricognizione artistica.

La mostra, curata da Fortunato D’Amico, è una riflessione sensibile sul tempo inesorabile che corre nei meandri alchemici dei pensieri e genera la necessità urgente di ancorare memorie di vite sospese nella dimensione dell’eterna giovinezza.

Le fotografie del passato, conservate in minuscoli scrigni di ottone e ceramica, rivelano ai curiosi i piccoli e i grandi segreti dell’esistenza. Offrono all’osservatore suggestioni straordinarie attinte dalle storie personali, condivise con gli altri attraverso la trasmigrazione empatica della narrazione artistica.

I cromatismi, che contrassegnano ciascuna delle scatole, riportano le sfumature emozionali verificate riguardo alle specifiche reminiscenze presentate e classificabili in sentimenti positivi o negativi.

Le opere in mostra sono un valido contributo artistico alla comprensione dell’identità psicologica degli individui, spesso distante dalla loro età biologica, e si inseriscono nel filone culturale e di esplorazione introspettiva condotta in questi anni da Raluca Andreea Hartea.

Raluca Andreea Hartea (Bucarest 1985), artista visiva, vive e lavora a Milano. Ha frequentato la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, NABA (2007- 2010), e l'Istituto di Psicologia Analogica e Ipnosi Dinamica, CID_CNV (2009-2011). La fascinazione per l'essere umano porta Hartea a indagare l'universo interiore come metodo per esplorare il mondo circostante. La sua ricerca è influenzata dall'ambito della psicologia traendo ispirazione dai meccanismi dell'inconscio e dalla percezione emotiva.
Mediante la forma e il colore del contenuto accompagna l'inconscio e il sentimento di chi guarda a confrontarsi con istinti basilari, quali l'attrazione ed il rifiuto. Agli inizi del 2012, insieme a un altro artista e due designer, ha fondato lo Studio Uncut: un posto dove lavorare, condividere idee ed evolvere insieme. Vincitrice della 2° edizione del Premio Patrizia Barlettani, NEXT_GENERATION 2010, ha all'attivo mostre in spazi pubblici e privati tra cui Neon_Campobase, Bologna (2010), MUSA, Cervia (2012), Coro della Maddalena, Alba (2012), Studio d'Arte Cannaviello, Milano (2013).

INAUGURAZIONE
Domenica 14 settembre ore 17,30
 
Spazio B – Palazzo Sanseverino
corso della Repubblica, 19 Vigevano (Pv)
t. 0381 73908
info.spaziob@gmail.com
Ingresso libero

Artista: Raluca Andreea Hartea
Titolo mostra: Giovane per l'eternità
A cura di: Fortunato D’Amico
Catalogo
Periodo: dal 14-09 al 12-10-2014
Comunicazione: www.sopramaresotto.it – info@sopramaresotto.it

mercoledì 14 maggio 2014

Emotive Portraits di Raluca Andrea Hartea

Su LASTAMPA.IT (http://www.lastampa.it) è stato pubblicato qualche giorno fa dall'amico Fortunato D'Amico, un bell'articolo/intervista ad Raluca Andrea Hartea, vincitrice della seconda edizione del Premio Patrizia Barlettani. Un talento che avevamo individuato in tempi non sospetti e che ora giustamente cavalca gli onori della visibilità con questo suo ultimo interessante progetto.

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Emotive Portraits è un progetto rivoluzionario della giovane artista rumena Andreea Hartea che coniuga arte e ipnosi. Un'opera unica nel suo genere che racconterà in un libro dʼartista 50 personaggi del panorama artistico italiano attraverso un linguaggio innovativo che privilegia l'uso dell'istinto rispetto alla ragione. 

 
FORTUNATO D'AMICO INTERVISTA RALUCA ANDREEA HARTEA  

 
FDA:  Come ti sei avvicinata al mondo dell'arte?  
RAH: Sono cresciuta a Palermo, una città meravigliosa, dove ho trascorso l’adolescenza e mi sono nutrita inconsapevolmente di tanta storia dell’arte. Ma il richiamo più forte l’ho avuto dalla tv. Incredibile no!? Un programma pomeridiano trasmetteva biografie sulla vita di politici, scienziati, imperatori, rivoluzionari e artisti. Tutte persone che hanno inciso profondamente sulla realtà che li circondava, trasformandola secondo i loro desideri. Ne rimasi impressionata e mi appassionai alle loro storie, in particolare a quelle degli artisti. Così ho iniziato a leggere biografie e a guardare documentari, diventando monotematica. Il libro e il video li ho sempre considerati strumenti magici perché hanno la capacità di riassumere e trasmetterci le tappe fondamentali della vita di qualcuno: i fallimenti in cui si sono imbattuti, ma che sono sempre stati fonti di grandi ispirazioni per superare l’ottusità morale e spirituale degli altri con forza e coraggio, l’incrollabile fede nella vita, gli alti e bassi. In seguito ho frequentato La Nuova Accademia di Belle Arti, poi L’Istituto di Psicologia Analogica e Ipnosi Dinamica.  

 
FDA: Ma tu non sei Italiana?  
RAH: No, non lo sono. Ma d'italiano ho l’accento, 20 anni di residenza, e un po’ la mentalità. Sono nata e ho vissuto l’infanzia a Bucarest, durante il regime di Ceausescu, ma solo adesso, perché sono cresciuta in Italia, percepisco i segni lasciati dal comunismo. E’ stato un sistema che ha impedito di guardare alla realtà e che ha imposto di adeguarla sempre a uno schema preconfezionato. Con delle conseguenze molto limitanti che la mia generazione paga tuttora.  

 
FDA:  Sei una delle giovani artiste italiane che si è avvicinata all’arte partendo da un punto di vista molto originale. Di che cosa si tratta?  
RAH: L’arte è fatta dagli uomini per gli uomini… Nel mio caso, la fascinazione per l’essere umano mi porta a indagare l’universo interiore come metodo per esplorare il mondo che mi circonda. Attraverso il mio lavoro esploro il significato di soggettività relazionandomi al contenuto dell'opera e alla percezione emotiva dell'osservatore, cercando di coniugare la psicologia analogica, la biologia della percezione, dell'emozione e dell'empatia. Attraverso la tecnica dell’ipnosi porto l’interno all’esterno, poi ritorno all’interno, come punto di partenza per pensare all’ambivalenza delle pulsioni per analogie; sicché la combinazione tra il familiare e l’incognito esprime il ritorno del rimosso, la ritualizzazione dei complessi infantili sopiti. Detto così sembra molto complicato, ma il risultato è tutt’altro..... 

Per leggere l'intero articolo vai su:


martedì 21 maggio 2013

Roberto Fanari / Raluca Andreea Harthea

Roberto Fanari / Raluca Andreea Harthea


Dal 6 giugno al 14 settembre 2013 (agosto chiuso per ferie)
Inaugurazione giovedì 6 giugno h. 18




Roberto Fanari, Senza titolo, 2012,
filo di ferro cotto (particolare)



 
Raluca Andreea Hartea, Ti fa male l'anima?, 2013,
cemento, zucchero, porcellana, ferro
                                              

Gli artisti presentati in questa bipersonale sono entrambi caratterizzati da un segno deciso che costruisce un'idea, pur conducendo ricerche artistiche diverse.
Roberto Fanari nasce a Cagliari nel 1984. Nel 2003 consegue il diploma all'istituto d'arte Carlo Contini di Oristano. Si trasferisce poi a Sassari dove si laurea in scultura presso l'Accademia di Belle Arti. A seguito di un soggiorno a Berlino torna in Italia, a Milano, dove tutt'ora vive e lavora.
L'arte di Fanari si muove in un universo che sfugge a collocazioni spazio-temporali prestabilite.
Chi osserva gli oggetti e i personaggi da lui creati può immaginarli in un contesto preciso, senza tuttavia afferarlo del tutto. Essi sono immersi in uno spazio invisibile in cui la linea, elemento essenziale di tutto il lavoro, costruisce il profilo del soggetto attraverso una fitta trama di ferro cotto che assume una forte valenza cromatica. Sono proprio i vuoti che si alternano alla marcata struttura dell'opera a riempire lo spazio creandone un volume in bilico tra realtà ed immaginazione.
Solo dei piccoli dettagli, come un papillon o uno stilizzato fiocchetto femminile  fungono da indizi per ricondurci ad un mondo conosciuto (come in Seconda B, un gruppo di bambini rappresentanti una scolaresca in gita.)

Raluca Andreea Hartea nasce a Bucarest nel 1985, si trasferisce in Italia nel 1994, dove frequenta la nuova Accademia di Belle arti di Milano (NABA), consegue poi un Master in Psicologia Analitica e Ipnosi dinamica.
In questa mostra, oltre alle opere pittoriche, Andreea presenta un’installazione di sette gabbie che costituiscono i più recenti lavori della sua produzione artistica.
Andreea si muove nel mondo della psicologia, parte integrante della sua ricerca ed utilizza svariate tecniche artistiche per esplorare l'universo interiore che diventa a sua volta mezzo di esplorazione e conoscenza dell'universo esteriore. Le opere, sia scultoree (costituite mediante l'assemblaggio di diversi materiali) che pittoriche sono caratterizzate da un essenzialità che tuttavia non sfugge da un appagamento estetico, che è la risposta ad una volontà di liberarsi da tutte le sovrastrutture che influenzano la psiche e stabilire con essa un colloquio emotivo diretto, quindi privo di filtri. La riflessione che nasce dai lavori dell'artista, anche se talvolta dolorosa, come nella serie di sculture Ti fa male l'anima (studio sulla dipendenza), si lascia cullare in una dimensione di equilibrio e serenità, dato da un'operato artistico che pur scavando in profondità è regolato da una piacevole grazia e delicatezza.
 
STUDIO D’ARTE CANNAVIELLO
Via Stoppani, 15 20129 Milano
t. +39.02.87213215
t. +39.02.87213216

lunedì 10 dicembre 2012

“Nec Me Mea Fallit Imago” a cura di Edoardo Osculati

C'è anche Raluca Andreea Hartea!



Lo Studio ArteCrescita è lieto di annunciare la mostra “Nec Me Mea Fallit Imago” a cura di Edoardo Osculati. Saranno presentate opere di Francesco Bertocco, Sofia Cacciapaglia, Raluca Andreea Hartea, Bianca Salvo, Sara Scanderebech e Marco Maria Giuseppe Scifo.

"Iste ego sum, nec me mea fallit imago" dice Narciso nelle Metamorfosi di Ovidio quando si accorge in fine di essersi innamorato della propria immagine riflessa nell'acqua:  questo sono io, ne' la mia immagine mi inganna.

La tematica dell’autoritratto è sicuramente complessa e può essere affrontata da diverse angolazioni sia sul piano psicologico sia su quello storico-artistico. Le dinamiche in essa coinvolte non riguardano soltanto gli artisti e coloro che realizzano in senso stretto il proprio ritratto, ma si ritrovano in tutti quanti fanno i conti con il rapporto, a volte complicato e tormentato, con la propria immagine. Nello specchio, nella fotografia o semplicemente nel momento in cui scegliamo una determinata faccia per presentarci al mondo. Si tratta del problema di dare un'immagine di sé, un volto alla nostra identità. L'autoritratto costituisce un modo per interrogarsi sul senso e i limiti della propria identità: può essere considerato come espressione creativa del bisogno dell'uomo di dare corpo e visibilità alla molteplicità delle sue maschere.

Francesco Bertocco, Sofia Cacciapaglia, Raluca Andreea Hartea, Bianca Salvo, Sara Scanderebech e Marco Maria Giuseppe Scifo ritraggono se stessi nelle opere esposte negli spazi dello Studio ArteCrescita, vero e proprio studio di psicologia.  Sarà molto interessante iniziare a conoscere, attraverso i sei lavori, le personalità di questi giovani artisti che affrontano in modi differenti la tematica. Le fotografie, i dipinti e l’installazione in mostra ci offriranno il privilegio di entrare in contatto con le loro interessanti ricerche artistiche e ci permetteranno di riflettere e approfondire la questione dal loro personale punto di vista.


Studio ArteCrescita nasce con l’intento di combinare la psicologia dell’età evolutiva con il potere trasformativo dell’arte. Il pensiero che anima ArteCrescita è l’interesse per l’arte ed il suo utilizzo come strumento di conoscenza di sé e di possibilità espressiva.


Nec Me Mea Fallit ImagoA cura di Edoardo Osculati
Inaugurazione: 12 Dicembre 2012 ore 18:30
Studio Arte Crescita:  via privata Perugia 10 | 20122 Milano

mercoledì 4 aprile 2012

Natura e natura oltraggiata al Museo del Sale a Cervia

Raluca Andreea Hartea già vincitrice dell'edizione 2010 del Premio Patrizia Barlettani, in questi giorni in mostra collettiva a Cervia, nei locali del Museo del Sale, cin ottima compagnia, sotto l'attenta cura di Gabriele Boni


Nella splendida cornice del Museo del sale di Cervia si svolgerà, dal 4 al 9 aprile, la mostra “Natura e natura oltraggiata” a cura di Gabriele Boni.
Quattro artisti, un’unica via da percorrere costruita sul tema portante del Museo: le opere di Mario Schifano, Franca Pisani, Hannu Palosuo e Raluca Andreea Hartea si confrontano in un tema in cui protagonista assoluta è la natura, interpretata in quattro visioni differenti che partono dalla candida consacrazione per giungere alla dissacrazione più dirompente.
Un itinerario scritto da artisti che hanno storie e culture diverse: da quelli che hanno fatto la storia dell’arte a quelli che la stanno scrivendo oggi.
Per Mario Schifano è un omaggio alla terra di origine. Il principio di un’evasione mai completata che si rispecchia nelle sue “Oasi” e nei maestosi “Alberi della vita”. Una natura grandiosa e rassicurante che parte dalla figurazione pop per giungere all’introiezione pura.
Franca Pisani, fresca di Biennale di Venezia, propone una delle sue maestose istallazioni che viaggiano tra passato e presente. La ricerca dei materiali si fonde con la sua evidente matrice concettuale creando un microcosmo primordiale che viaggia tra sguardi e segni.
Hannu Palosuo mitiga l’animo freddo finlandese con una sfida alta e vigorosa: pur restando all’interno dei suoi temi prediletti, che vanno dalla gestualità al tema della presenza, del passaggio e del doppio, disintegra il canone attuale in un’affascinante sfida dal sapore retrò che pesca a piene mani dal mondo floreale.
Infine Raluca Andreea Hartea disegna una serie di bozzetti come se fosse una stilista, vestendo la natura con la sua suggestiva istallazione carica di energia e ironia. “Natura e natura oltraggiata”
Cervia, Museo del sale.
Magazzini del Sale, Via Nazario Sauro 24 – 48015 Cervia
Tel. 0544 977592 – 0240707526.
Dal 4 al 9 aprile 2012
Orari: 10.00 – 18.00

venerdì 16 settembre 2011

A proposito di "L'inconscio fa scacco in 12 mosse - un percorso tra arte e ipnosi" personale di Andreea Hartea Raluca a cura di Ivan Quaroni alla San Lorenzo di Milano: un po' di immagini...

In una Milano piena zeppa di eventi, si è inaugurata ieri la personale di Andreea Hartea Raluca, vincitrice della passata edizione del
Premio Patrizia Barlettani
NEXT_GENERATION

"L'inconscio fa scacco in 12 mosse - un percorso tra arte e ipnosi"
a cura di Ivan Quaroni

Vedi anche:

Ecco un alcune immagini della mostra

il catalogo







La Galleria

Il testo di Ivan Quaroni

mercoledì 24 agosto 2011

a proposito di "L'inconscio fa scacco in 12 mosse - un percorso tra arte e ipnosi" personale di Andreea Hartea Raluca a cura di Ivan Quaroni alla San Lorenzo di Milano



Ecco la breve intro/augurio che ho scritto per il catalogo che accompagnerà la mostra di Andreea Hartea Raluca, 
 "L'inconscio fa scacco in 12 mosse - un percorso tra arte e ipnosi"  
curata di Ivan Quaroni alla San Lorenzo di Milano, 
già vincitrice della passata edizione del 
Premio Patrizia Barlettani Next_Generation 2010

"Uno dei “fondamentali” che cerco in un giovane artista, è il pensiero.
Non mi basta la rappresentazione, la tecnica (che giustamente in un artista acerbo, a volte può anche essere in via di perfezionamento). 
Voglio di più.
Cerco una personalità, un carattere.
Voglio ascoltare, entrare, capire. 
La ricerca di Andreea Haltea Raluca soddisfa queste mie necessità. 
Sono contento che sia stata lei a “guadagnarsi” questa mostra nella scorsa edizione del Premio Patrizia Barlettani NEXT_GENERATION.
 Un aspetto fragile, una porzione di vita già vissuta, un’attenzione lucida.
L’arte, quella vera nasce da un turbamento. 
Turbamento che diventa fiamma che alimenta il fuoco della creatività.
Il mio personale augurio di “buona vita, buona arte” 
a questa giovane artista già matura."

Roberto Milani 

mercoledì 10 agosto 2011

"L'inconscio fa scacco in 12 mosse - un percorso tra arte e ipnosi" personale di Andreea Hartea Raluca a cura di Ivan Quaroni alla San Lorenzo di Milano

Avevo già dato un'anticipazione di questa personale qualche giorno fa... ora l'ufficialità. Vincitrice della seconda edizione del Premio Patrizia Barlettani, Andreea Hartea Raluca è una raffinata intelligenza dotata di grande caparbietà! Un premio più che meritato!





Si inaugurerà il 15 settembre 2011 e proseguirà fino al 28 la mostra 

"L'inconscio fa scacco in 12 mosse - un percorso tra arte e ipnosi" 
a cura di 
Ivan Quaroni 

personale di 
Andreea Hartea Raluca, 
vincitrice della II edizione del Premio Patrizia Barlettani NEXT_GENERATION

alla Galleria San Lorenzo di Milano
via Sirtori 31

12 opere per intraprendere un viaggio verso un incoscio (s)conosciuto... 


L’inconscio fa scacco in dodici mosse

di Ivan Quaroni



L’occhio segue le vie che
nell’opera gli sono state disposte
(Paul Klee)



L’arte è, per definizione, un tipo di linguaggio capace di oltrepassare i confini del pensiero razionale, di scavalcare le strettoie del logos e, quindi, d’innescare processi di rappresentazione non convenzionali, che non sono immediatamente decrittabili. Intendiamoci, l’arte è comunque una forma di comunicazione, ma la sua è una grammatica traslata, in cui prevalgono figure metonimiche, metaforiche, allegoriche, che l’osservatore recepisce e assimila in modo sostanzialmente diverso dalle informazioni provenienti dalla parola scritta e dalla comunicazione dialogica. Le immagini, infatti, sono strutture complesse, multidimensionali che, in qualche misura, sfuggono a ogni tentativo di descrizione. Questo è anche il motivo per cui la pittura, che è arte immaginifica per eccellenza, continua a sottrarsi a quel destino di morte più volte profetizzato dai paladini delle avanguardie concettuali. Il suo mistero resta ineludibile, come una forza residuale, refrattaria, in grado di rappresentare le istanze più profonde e indicibili dell’essere umano. Non è un caso che una branca della psicologia, quella “analogica”, fondata a Roma nel 1978 da Stefano Benemeglio, affidi proprio alla rappresentazione, un ruolo fondamentale nella comprensione delle dinamiche mentali e, quindi, della terapia. L’analogia comporta un processo di conoscenza non verbale tipica degli artisti, i quali appunto pensano per immagini, traducendo le pulsioni inconsce in figure.
Andreea Hartea, parte proprio da qui, ossia dai suoi studi di psicologia analogica, per sviluppare l’idea di un dialogo costruttivo tra arte e terapia, un rapporto che prefigura un diverso tipo d’inferenza tra il soggetto che produce l’opera e l’osservatore che la fruisce. Le premesse di questo nuovo approccio, risiedono nella considerazione del fatto che, come afferma l’artista stessa, “solo il 5% delle cose che facciamo durante il giorno è dettato dalla parte conscia, mentre il restante 95% è frutto di scelte inconsce”. Lo stesso accade quando ci piace un determinato quadro, piuttosto di un altro. In tale prospettiva, l’adesione dell’osservatore a una particolare opera sarebbe il risultato di una corrispondenza analogica tra quel tipo d’immagine e il suo vissuto. Si tratta di una forma di riconoscimento avulsa dalle più consuete forme d’inferenza razionale, che affonda le radici nel magma subcosciente, il quale è notoriamente in grado di svolgere una quantità gigantesca di operazioni e ad una velocità migliaia di volte superiore a quelle svolte dalla coscienza razionale. 


“L’inconscio fa scacco in 12 mosse”, titolo del progetto di Andreea Hartea, che si articola come un percorso in 12 tappe attraverso tre differenti livelli, costituisce una sperimentazione della validità delle teorie della psicologia analogica all’interno del dominio operativo della pittura e, per esteso, della rappresentazione artistica. Come una terapeuta, l’artista struttura il proprio intervento tramite l’individuazione di soggetti significativi, i quali riflettono simbolicamente i conflitti che avvengono all’interno di ogni individuo. Si tratta di un progetto che sottomette il linguaggio pittorico ad uno scopo più ambizioso di quello consistente semplicemente nel suscitare emozioni. Qui il fine è quello di rivelare all’osservatore il funzionamento dei suoi processi cognitivi più profondi. Il titolo, d’altra parte, è programmatico, poiché presuppone il coinvolgimento dell’individuo in almeno uno dei 12 momenti della mostra. Ma per predisporre questa sorta di discesa negli abissi del subcosciente, Andreea Hartea ha dovuto compiere una precisa scelta formale. Il suo stile sintetico, asciutto, minimale, che innerva la pasta pittorica nell’essenzialità della linea e che, per via di una continua interruzione della monocromia, frantuma le figure in un diagramma irriconoscibile, è il frutto di una scelta precisa. La comunicazione immediata, diretta, tramite una figurazione chiara ed esplicativa avrebbe, infatti, compromesso l’esperimento.
I dipinti di Hartea fluttuano in una dimensione mediana tra figurazione e astrazione, in una zona limbica, in cui l’immagine appare ancora in via di definizione, pur essendo perfettamente compiuta nella sostanza. Percettivamente, le opere dell’artista assumono una maggiore definizione quanto più ci allontaniamo da esse e - per una sorta di strana magia - l’occhio digitale della macchina fotografica sembra favorirne la lettura molto più di quanto faccia l’occhio umano, così indissolubilmente legato all’influenza della psiche. Proprio in questa, “singolare tenzone” tra l’opera e lo sguardo del riguardante, ma anche nella differenza cognitiva e ontologica degli osservatori, si consuma l’esperienza analogica. Per favorire il processo di “familiarità” o identificazione, Andreea Hartea usa un formato rettangolare basato sulla proporzione aurea, considerato per secoli un canone di bellezza assoluta. Entro questa cornice, sorta di geometrico strumento di captatio benevolentiae, l’artista allestisce una teoria di sfuggenti figure. 



Conflittuale Padre-Obama
Il primo livello, diciamo pure l’ingresso a questo percorso esperienziale, è formato da un trittico di dipinti su fondo bianco, colore che corrisponde simbolicamente alla tabula rasa, al vuoto pneumatico che prelude all’esperienza. Qui si stagliano, come figure mitiche, tre personaggi emblematici della contemporaneità, il Presidente Barak Obama, Madre Teresa di Calcutta e la meno conosciuta Lulù Chua-Rubenfeld, figlia di quell’Amy Chua che ha elaborato una pedagogia incentrata sulla figura inflessibile della madre-tigre. Si tratta di una trinità simbolico-psicanalitica, nella quale è sintetizzato il rapporto del bambino con la conflittualità genitoriale. 


Regista - M. Thatcher
Il livello successivo, caratterizzato dal colore rosso, che allude alla vita, alla forza e alla passione, cala il conflitto genitoriale, interno a ogni individuo, nella dimensione pratica della vita quotidiana. Il teatro dello scontro è un momento particolare della vita politica britannica, che vede su opposti versanti Margaret Thatcher e Gordon Brown sulla questione della moneta unica europea. Mentre la Lady di ferro, in linea con le istanze conservatrici, si opponeva all’euro, il laburista Brown, pur con qualche perplessità, valutava la possibilità di aderire. Non è, però, la politica l’oggetto dell’attenzione di Hartea, ma piuttosto la dinamica tra spinte tradizionali e trasgressive, che riverbera all’interno di ogni uomo. 


Senso di colpa - bambino che mangia da terra
Il terzo e ultimo livello, connotato dal colore nero e, dunque, dai sentimenti e dalle esperienze ad esso associati, raccoglie un più nutrito gruppo di opere. Sono sei dipinti che affrontano sei paure fondamentali dell’individuo e in cui, peraltro, la riconoscibilità delle figure diventa, se è possibile, ancora più aleatoria. Le immagini, traslate in episodi quotidiani e prosaici, ma con ciò non meno significativi, indagano temi come l’abbandono, il senso di colpa, la disistima, il timore del giudizio negativo, della solitudine e della morte, insomma tutta la gamma delle angosce e degli sgomenti che, come afferma l’artista, “sono innescate nell’infanzia, il momento passivo dell’individuo, e che in seguito condizionano il corso della sua vita”. Anche dal punto di vista logistico, Andreea Hartea intesse una corrispondenza simbolica con i tre livelli del percorso, collocando i primi due (bianco e rosso) al piano d’ingresso della galleria, rischiarato dalla luce diurna, e il terzo (nero) al piano inferiore, evocativo della dimensione sotterranea e ctonia del subconscio.
In definitiva, con il suo uso strumentale della pittura, “L’inconscio fa scacco in 12 mosse” dimostra di essere un progetto di difficile classificazione nel panorama delle ricerche contemporanee. Un progetto liminare, spurio, che muove dai tradizionali confini dell’estetica e sconfina, inevitabilmente, nell’affascinante regno delle nuove applicazioni cognitive, finendo, così, per ridefinire anche il ruolo dell’artista del Terzo Millennio.

lunedì 18 luglio 2011

Ancora un'altra piccola anticipazione sulla stagione 2011/12...


Si inaugurerà il 15 settembre 2011 e proseguirà fino al 28 la mostra 
"L'inconscio fa scacco in 12 mosse - un percorso tra arte e ipnosi" 
a cura di 
Ivan Quaroni 

personale di 
Andreea Hartea Raluca
vincitrice della II edizione del Premio Patrizia Barlettani NEXT_GENERATION

alla Galleria San Lorenzo di Milano
via Sirtori 31

12 opere per intraprendere un viaggio verso un incoscio (s)conosciuto... 


martedì 28 giugno 2011

Dell'ennesima prolungata assenza ed altre vicende...

Ebbene sì lo ammetto, sono colpevole, altri lunghi giorni di assenza dal blog... il lavoro estivo (cinque punti vendita da seguire) e quello di programmazione autunnale mi sta assorbendo più di quanto immaginassi... giusto il tempo di fare una veloce apparizione notturna senza troppa voglia di mettermi lì a commentare quello che avviene in questo mondo fantastico dell'arte...
Ma cosa è successo in questi giorni di assenza? Mah, forse tanto o forse nulla... sono andate avanti le inaugurazioni della Biennale diffusa: ieri Milano, dove tanti amici fanno bella mostra di sé, domani Parma, con lo strepitoso Armodio ed il 30 a Bari dove troviamo l'amico Attolini... e poi? inaugurazioni, collettive, personali... il mondo dell'arte non si ferma mai!
Personalmente sto lavorando a tanti progetti: innanzi tutto gli ultimi ritocchi alla personale di Armodio, che si inaugura a Roma, al Chiostro del Bramante, il prossimo sabato. Poi la personale di Andrea Gnocchi sempre a Roma. Quella della Chechik che sta assumendo sempre di più la connotazione di mostra internazionale itinerante (La Plata -Argentina-, Torino, Roma, Miami, New York per poi tornare in Argentina a Buenos Aires), quella di Andreaa Raluca (vincitrice della seconda edizione del Premio Patrizia Barlettani), e poi ancora la personale di Roberto Braida in Sicilia a fine autunno, la terza edizione di Next_Generation e molti altri progetti oltre a qualche curatela, presentazione di Mostra e ovviamente la famiglia. Il tutto condito dall'antica passione per la Vespa (stiamo costituendo il Vespa Club San Miniato, del quale a quanto pare mi eleggeranno presidente...). E poi libri, cataloghi ect. ect. che stia diventanto sempre più compulsivo?

domenica 21 novembre 2010

Approfondimento e considerazioni sulle vincitrici del Premio Patrizia Barlettani


Ieri sera ho voluto dare solo la notizia relativa delle vincitrici della seconda edizione del Premio Patrizia Barlettani "Next_GENERATION 2010". Telegrafica. Concisa.

con Patrizia Emma Scialpi, Andreea Raluca e Manush Badaracco

Oggi, passata l'euforia, le emozioni e la giusta confusione legata all'evento, vorrei approfondire un po' di più la cosa. 
Prima però, vorrei di nuovo rinnovare i complimenti a tutti gli artisti, finalisti e non, che hanno partecipato a questa seconda edizione del Premio. Ringraziare tutti coloro che hanno contribuito allo svolgimento dello stesso, alla divulgazione e al sostegno.
Profonda gratitudine, ovviamente, deve essere rivolta ai giurati, in particolare all'artista Carlo Cane, all'amico e collezionista Riccardo Bianco e soprattutto al critico Ivan Quaroni. 


Come già detto nel post precedente, vince il Premio della giuria popolare la tanto vulcanica quanto fragile Manush Badaracco, con l'opera intitolata "Un singolare stile italiano" un dipinto ad olio 70 cm. per 100. 
Come ho scritto anche nel testo del catalogo che accompagna il premio, "...urla il suo dissenso silenzioso, nei confronti di un società che le va troppo stretta, rappresentando un giovane imbavagliato che piange lacrime di sangue, costretto ad un saluto militare a testimonianza di una obbedienza obbligata e non voluta. È forte e diretto, come un pugno nello stomaco...".


Il Premio della Critica, lo vince la raffinata Patrizia Emma Scialpi, con il lavoro intitolato "Indotti a fiorire", superando i suoi "concorrenti" diretti, che fino all'ultima riunione erano in lizza con lei per aggiudicarsi  l'ambito riconoscimento: Arianna Piazza, Antonio Fiorini, Siva, e Ilaria Del Monte.
Una tecnica mista e collage di 80x60 cm, risolta con equilibrio, leggerezza ed eleganza. Un dipinto che invita alla riflessione, grazie anche all'aiuto dettato dalla parola "indotto" che trova spazio nel titolo. Quasi un obbligo a crescere, a mutare, a cambiare. 



Infine, la vincitrice del Premio Next_GENERATION: Andreea Raluca. 
Colei che si aggiudica il diritto di poter produrre una personale nei locali della Galleria San Lorenzo nell'anno 2011.


Vince il Premio con l'opera "La leggerezza in due", un acrilico su acetato decisamente Pop. 
Una pennellata fresca, giovane ed incisiva. Un lavoro carico di contenuto e di quella giusta dose di "incantato romanticismo". Anche in questo caso, la scelta è stata difficoltosa. Dover scegliere un solo talento fra trenta, è stata per la giuria, davvero impresa ardua. 

A questo punto i riflettori sul Premio Patrizia Barlettani 2010 si stanno per spegnere. Non senza ricordare prima i nomi di tutti gli altri ventisette finalisti che hanno dato vita a questa importante collettiva che ha fatto bella mostra di sé in questo ultimo mese trascorso:
  • Alessandro Bulgarini
  • Marco Cassani
  • Lisa Chi
  • Mauro De Carli
  • Gianpiero De Gruttola
  • Ilaria Del Monte
  • Antonio Fiorini
  • Simone Fontana
  • Matteo Galvano
  • Donatella Giordano
  • Antonio Greco
  • Stefano Landolfo
  • Marco Marchisio
  • Lorenzo Mariani
  • Bruno Marrapodi
  • Andrea Martinucci
  • Leonardo Massi
  • Giacomo Muscolino
  • Riccardo Negri
  • Valentina Nuti
  • Arianna Piazza
  • Annalisa Riva
  • Alessandro Ruggiero
  • Aldo Sergio
  • Siva
  • Z'sofia Va'ri
  • Stefania Zocco
A Marzo 2011 la personale di Angelo CrazyOne, vincitore dell'edizione passata e ad ottobre prossimo, di nuovo le selezioni per la terza edizione.
Grazie a tutti

sabato 20 novembre 2010

Ecco i vincitori del Premio Patrizia Barlettani "Next_GENERATION" 2010

Patrizia Emma Scialpi, Andreea Raluca, Manush Badaracco

Premio della Giuria Popolare: Manush Badaracco
Premio della Critica: Patrizia Emma Scialpi
Premio Next_Generation 2010 :Andreea Raluca