RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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mercoledì 4 febbraio 2015

La Francia dimezza l'aliquota IVA per la compravendita di opere d'arte



"Rubo" dal sito http://www.artwireless.it  questa notizia... e la domanda sorge spontanea: quando la nostra politica aprirà gli occhi? o dobbiamo veramente continuare a credere che, come disse Tremonti, "con la cultura non si mangia"?
Queste son le mosse intelligenti per rilanciare un mercato, che nel resto del mondo viaggia a gonfie vele e da noi invece...

La Francia dimezza l'aliquota IVA per la compravendita di opere d'arte

Il Senato francese, in occasione dell'esame alla legge finanziara, ha approvato un emendamento che abbassa l'aliquota IVA che si applica alla vendite di opere di artisti protagonisti nella scena  francese dal 10% al 5,5%. Esaminando il caso dell'Italia, invece, la situazione è decisamente più complessa. Nel Belpaese, infatti, la cesione delle opere d'arte da parte dei privati non è soggetta a IVA e non genera alcuna imposta sulla plusvalenza (differenza tra il prezzo dell'opera incassato e il costo dell'opera quando è stata acquistata) generata dalla cessione. La vendita di opere d’arte da parte delle gallerie, al contrario, è soggetta a IVA nella misura del 22% (l’aliquota massima applicata in Europa); mentre la vendita di opere d’arte realizzata dall’autore o dai relativi eredi è soggetta a un’aliquota Iva del 10%. In particolari condizioni, però, è possibile prevedere il pagamento dell'IVA solo su una parte del valore dell'opera. Questo cervellotico meccanismo di calcolo risale alla metà degli Anni Novanta, e permette al collezionista di comprare sul mercato un’opera con un’aliquota Iva alta (il 22%) ma calcolata su una base imponibile minore rispetto all’intero valore del bene. Questo regime, cosiddetto “del margine”, viene applicato solo a determinate categorie di contribuenti, tra i quali coloro che abitualmente si occupano di commercio al dettaglio, all’ingrosso o in forma ambulante di beni mobili usati, antiquariato, oggetti d’arte o da collezione. All’atto dell’acquisto, questi contribuenti vedono il bene totalmente assoggettato all’IVA solo una volta (alla prima cessione) e nelle successive solo se risulta un margine positivo. Per quanto riguarda l'importazione delle opere d'arte dai Paesi extracomunitari, esse è soggetta all’Iva con un’aliquota del 10% e ai dazi doganali; al contrario, le esportazioni di opere d’arte costituiscono operazioni a cui non va aggiunta l'Iva. Il sistema, dunque, va decisamente semplificato per snellire la burocrazia e rinvigorire il mercato. Sarebbe auspicabile, inoltre, un sistema di agevolazioni fiscali, capace di favorire l'acquisto e la cessione di opere sul territorio nazionale.
 
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