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martedì 30 marzo 2010

"WATERFRONT" personale di Roberto Braida a cura di F. Lotti e R. Milani

Ecco il testo per il catalogo della mostra "WaterFront" di Roberto Braida al Castello dei Vicari a Lari.





WATER-FRONT

MARE

Il mare è
il Lucifero dell’azzurro.
Il cielo caduto
per il desiderio d’esser luce.

Povero mare condannato
a eterno movimento,
che sei vissuto quieto
un tempo là nel firmamento!

Ma dalla tua amarezza
l’amore ti redense.
Partoristi la casta Venere
e la tua profondità restò
vergine e senza dolore.

Le tue tristezze sono belle,
mare di spasimi gloriosi.
Ma oggi invece delle stelle
possiedi polipi verdognoli.

Sopporta la tua sofferenza,
formidabile Satana.
Cristo passò sopra di te,
ma anche Pan lo fece.

La stella Venere
è l’armonia del mondo.
L’Ecclesiaste taccia!
Venere è il profondo
dell’anima…

…E il pover uomo
è un angelo caduto.
La terra è il probabile
Paradiso perduto

Aprile 1919, Federico Garcia-Lorca


Per raccontare la pittura di Roberto Braida, molto probabilmente non ci sarebbe bisogno di altro.
Questa poesia, a lui tanto cara e addirittura assunta a musa ispiratrice per molta della sua produzione, è, e rappresenta ciò che per lui è più vicino al “volere artistico” del suo essere artista.
Per contro, se Garcià-Lorca avesse avuto modo di ammirare una tela di questo pittore, probabilmente l’avrebbe fatta sua.

Fatto sta che l’amico Braida è si pittore ma, è a sua volta poeta. Ogni lavoro trasuda frasi, sonetti, rime, emozioni.
Evoca e racconta di amori, viaggi, passioni e solitudini.
Ecco, proprio il viaggio è un dei tanti temi trattati nella sua opera, spesso però interpretato come viaggio interiore, alla ricerca di quella condizione universale di cecità e purezza che solo l’amore riesce, in maniera naturale, a insediarsi nell’animo umano.
Un percorso iniziatico verso la conoscenza dell’io, del proprio io.

La pittura è un pretesto, quasi uno scherzo. L’inseguirsi di colori, sfumature, velature, materia e squarci di luce sono le note che si collocano su quell’immaginario pentagramma, dove la linea di DO è rappresentata dalla sua linea dell’orizzonte, la “sua” linea d’acqua.
E’ un’arte colta ma popolare, intimista ed esplicita. Che con assoluta coerenza stilistica ci racconta la vita dell’artista, gli stati d’animo e le passioni. È facile infatti trovare nelle pieghe della materia tracce di pietre dure, frammenti di quarzi ed altri minerali che rappresentano un’altra antica passione di Braida: la gemmologia.

Water-front, il fronte dell’acqua, o meglio ancora “di fronte all’acqua”, di fronte all’infinito ad ammirare, rapiti, l’universo.
Con questo titolo e questa mostra, l’artista ci incoraggia ad prendere il volo.

E’ un volo planato, silenzioso, quello indicato dall’artista in questa mostra. Un volo radente, a filo d’acqua, quasi a sentirne il profumo. Coinvolgente, a volte solitario, verso un infinito comune a tutti.
In alcune opere addirittura si perde la percezione dello spazio, in altre si diventa tutt’uno con l’aria, quella dipinta. Sì perché al contrario di quello che i più pensano, Braida usa il mare solo come pretesto, come alibi per cogliere la leggerezza dell’aria, l’impalpabilità dell’atmosfera.

L’indagine pittorica è quella tradizionale, quella della pittura dipinta, che profuma di trementina e olio di lino. Il messaggio affonda le radici nel passato, remoto e recente per approdare alla contemporaneità più esplicita, dichiarata.

L’obbiettivo della pittura antica era il racconto, una dichiarata bellezza stilistica e la ricerca della perfezione dell’estetica. Nel contemporaneo si ricerca più una bellezza interiore, concettuale, di pensiero.
Braida si colloca perfettamente al centro. È moderno e contemporaneo. È allo stesso tempo un raffinato esteta ed un colto pensatore. Fa propri i dettami della tradizione e invita alla riflessione sull’essere uomo in questo inizio di terzo millennio, attraverso la rappresentazione della natura in tutta la sua manifesta potenza, ponendo l’accento sulla fragilità dell’umanità.

Anche la scelta di questo luogo, il Castello dei Vicari in Lari, per ospitare la mostra di Roberto Braida non è casuale, anzi, è la conseguenza visiva del concetto espresso poco fa: la tradizione, il passato che si fonde in modo omogeneo e naturale con la contemporaneità.
Queste mura che trasudano storia che “chiudono”, che difendevano e che dimostravano gloria e potenza oggi abbracciano il messaggio più nobile dell’animo umano, libertà, poesia, infinito.

In questa ultimissima produzione, in questi ultimi lavori, trova spazio e vita la consecutio naturale di quel percorso intrapreso qualche anno fa e consacrato con la grande mostra, ospitata al Museo Tecnico Navale di La Spezia, “la Linea d’Acqua” curata da Anna Caterina Bellati dove scriveva a proposito del nuovo gesto pittorico intrapreso dell’artista: “…questa consapevolezza della materia pittorica e degli effetti che può produrre sull’osservatore, sono la sua nuova conquista…”
Ora, non si può più parlare di conquista, ma di affermazione. Meritata e mantenuta con la forza e la determinazione tipica dei grandi.
Braida è uomo, artista e poeta.

San Miniato marzo 2010, Roberto Milani



un angolo dello studio di R. Braida


vedi anche:
MARTEDÌ 16 MARZO 2010
"WATERFRONT" personale di Roberto Braida a cura di F. Lotti e R. Milani
http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.com/2010/03/waterfront-personale-di-roberto-braida.html

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