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domenica 22 giugno 2014

A proposito di ISTRUZIONI OVUNQUE di Stefania Catastini, curata da Filippo Lotti e dal sottoscritto

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Ovviamente non potevo mancare alla personale di Stefania Catastini, ISTRUZIONI OVUNQUE curata da Filippo Lotti e dal sottoscritto

Mostra decisamente interessante, coivolgente e sotto alcuni aspetti inaspettata. 
Non fosse altro per la location: 7047 Boutique Hotel Design,
una eccellenza della ricettività alberghiera toscana (http://www.7047.it/).

 Un'artista della quale ho iniziato a seguirne l'evoluzione diversi anni fa ed ora posso tranquillamente affermare di essere giunta alla completezza.

l'ingresso

la hall del 7047 Boutique Hotel Design

con Stefania Catastini

Filippo Lotti

un momento della presentazione



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ecco il mio testo per il catalogo stampato per l'occasione

Premessa:
E’ buffo pensare che Dante Alighieri sia stato, tra le altre cose, come sostiene Renè Guènon nel libro “L’esoterismo di Dante”, uno dei massimi interpreti della tradizione simbolica e simbolista, legata alla confraternita dei liberi muratori (oggi massoneria ma allora élite di mastri architetti dediti alla costruzione di cattedrali, i quali detenevano preziosi segreti tramandati di generazione in generazione per erigere quei mastodontici edifici simbolo della ricerca spirituale), ed oggi sia proprio un valido architetto a dedicare un intero ciclo pittorico alla figura del più importante poeta della storia italiana e non solo. Che sia un debito morale nei confronti della storia? Ma accantoniamo questi dubbi e parliamo dell’artista e non dell’architetto.

Scrivere di Stefania Catastini non è facile.
Il suo impegno e la sua ricerca sono importanti, colti.
Nulla è lasciato al caso. A tutto c’è una spiegazione, un senso logico, un legame forte fra genio ed intelletto.

Anche la tecnica, innovativa e personale, frutto di esperimenti e scoperte, quesiti e soluzioni, è particolarmente efficace ma rischia di passare in secondo piano visto la persuasiva ricerca che mette in atto.

Ricordo, anni fa, quando mi presentò un progetto legato ai grandi architetti del XX secolo. Rimasi esterrefatto sia da un punto di vista tecnico, per le soluzioni trovate, sia per lo spessore del progetto. Invitai allora l’artista a proseguire lungo quel cammino, certamente tortuoso e non facile, ma decisamente convincente, nuovo ed estremamente godibile.
Godibile si, in quanto l’arte di Stefania, viste le sue origini di architetto e design affermato, approdano sempre ad un completo godimento estetico, che va ben oltre la decorazione ma invita a decifrare il linguaggio del bello in chiave assolutamente contemporanea.

Da quel giorno il processo evolutivo è andato avanti. Grandi risultati sono arrivati ma mai, e dico mai, immaginavo che tutto ciò sfociasse in questo ambizioso progetto: ISTRUZIONI OVUNQUE.

Progetto dove gli indizi per una analisi coinvolgente, sono i particolari di un volto, comunemente noto e familiare: quello di Dante Alighieri.

L’analisi, tecnico scientifica della fisiognomica del volto del Sommo Poeta, l’utilizzo giustificato del colore e la scelta dei formati hanno fatto si che questa idea, già di per sé convincente, assumesse un ruolo così importante nella scena attuale che meriterebbe anche una vetrina ancor più importante di quella che stiamo vivendo.
Il tutto ovviamente gestito con sapienza, gusto e cognizione di causa.
Allora ecco apparire, quasi dal nulla, quel profilo tanto familiare che fin dai tempi scolastici ci appartiene.
Uno sguardo nel passato proiettato nel futuro, attraverso un gesto formato e maturo, dinamico e allo stesso tempo poetico.

Inizia così un tragitto, attraverso una nuova declinazione, un nuovo linguaggio. Una analisi fisiognomica del volto che porta noi spettatori in un universo ai più sconosciuto.
In “Dinamica Sensibilità” e “Lungimiranza Autoritaria” si analizza il profilo, ed in particolare il naso, così caratterizzante ma non solo,
della personalità dell’indagato. In “Solitudine Artistica” prende vita l’analisi eseguita sull’occhio, nella sua forma fisica e non nello sguardo: una forma ed un disegno che sottolinea la personalità del grande fiorentino.
Nell’opera “Romantica Infelicità” è la bocca, la protagonista del dipinto. Lo studio porta a dedurre l’indole romantica del poeta eterno innamorato ed eterno sognatore.

E così via. Particolare dopo particolare, il volto di Dante viene scomposto, analizzato, scansionato per poi essere restituito in tutta la sua grave bellezza allo spettatore che ritroverà in queste e nelle altre opere che appartengono a questa esposizione una rinnovata chiave di lettura della figura dantesca. Una chiave di lettura a metà strada fra lo scientifico ed la terrena visione di un uomo, visto attraverso la forza e la creatività di una grande forza espressiva figlia di una cifra stilistica senza pari quella di Stefania Catastini.

Roberto Milani

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