RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






Vota questo blog

Siti
Visualizzazione post con etichetta Angelo Raffaele Villani. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Angelo Raffaele Villani. Mostra tutti i post

venerdì 30 maggio 2014

EPIDERMIDE | Le Chiese di Taranto



EPIDERMIDE | Le Chiese di Taranto

Notte della Cultura a Taranto.
31 maggio 2014
Start ore 18:00.

EPIDERMIDE
A cura di ROSSOCONTEMPORANEO
Testi critici:
Amelì Liana Lasaponara | Angelo Raffaele Villani

In mostra:
Silvio Giordano
Gino Sabatini Odoardi
Max Papeschi

Location:
CATTEDRALE DI SAN CATALDO
CHIESA DI SAN DOMENICO
CHIESA DEL CARMINE

-----

Tre chiese, inizio e fine, di un percorso artistico tra città a confronto: il Borgo e l’Isola.
Linguaggi espressivi che rivelano la rappresentazione nella storia dell’arte.
Dall’abbandono della tradizione pittorica, quale unico mezzo espressivo pre-tecnologico, all’evoluzione fotografica di fine ‘800, fino ad arrivare alla video art di fine anni sessanta con Nam June Paik, artista statunitense di origini sudcoreane.
Epidermide è una pelle in continua mutazione, un’opera dinamica che sottolinea la trasformazione del fare arte attraverso la multicanalità contemporanea.

Un momento di confronto e di interazione sensoriale, dove le emozioni si mescolano attraverso l’uso, e quindi la percezione, di linguaggi differenti, lungo un raccordo narrativo video che si svolgerà sulle superfici interne delle chiese simulando il concetto contemporaneo di affresco.

La novità è qui: riproporre il mezzo artistico come narrazione, tra Bellezza e Spiritualità dei luoghi. Le pareti, il soffitto, le concavità dell’intradosso delle volte, sono elementi architettonici di chiusura e di delimitazione di uno spazio, una pelle, una membrana viva, nella quale si concentrano le energie dinamiche di spinte e pesi del costruito. Un luogo fisico dinamico, concentrato di tensioni, ansie, speranze, racconti, palesati dalla figurazione che si muove e che trascende verso l’alto.
La volta è il cielo.
L’EPIDERMIDE, come lo strato più esterno e delicato della pelle, diventa limite tra terra e cielo, tra ciò che è materia e ciò che trasuda spiritualità. Limite impalpabile tra uomo e ultraterreno, tra sentimento e sublimazione.
La pelle quale confine che delimita ogni essere come marchio indelebile della propria unità ed unicità. Unicità amplificata dal tatuaggio che il tempo imprime su di essa illustrando, ogni giorno che passa, le proprie imprese. Le impronte digitali, le cicatrici, le rughe sono l’opera unica del nostro essere. Epidermide è l’identità, rappresentazione di un IO possibilista, capace di cambiare.
Spogliarsi della propria pelle significa dunque rinunciare alla propria identità. Ma è anche un atto liberatorio che può servire ad ampliare la propria coscienza per raggiungere uno stato comparabile a quello divino. E’ ciò che rappresenta il mito di Marsia: il satiro che aveva osato sfidare in musica Apollo. Ovviamente sconfitto, Marsia viene legato ad un albero e scorticato dal dio delle Muse. Lo scorticamento subito dal fauno è dolore, ma anche catarsi poiché egli, privato della propria pelle, trasmigra dalla condizione terrena ad uno stato di coscienza infinito per raggiungere l’ascesi divina.
A testa in su, l’osservazione di Epidermide ci avvolgerà nella sua ascesi contemporanea fatta di arte e storia immortali. Ogni tensione rappresentata si fa narrazione di istanze diverse e di microcosmi intimi.
Il concetto di “arte proiettata”, non limitata alla semplice sequenza a parete di immagini o della narrazione di una storia, la ritroviamo già nella locuzione cinema espanso (dal’inglese expanded cinema), dove l’esperienza visiva diventava totalizzante, convogliando arti differenti. E’ precisamente con Gene Youngblood, critico cinematografico statunitense, nel 1970, che si teorizzava il superamento della proiezione cinematografica tradizionale, verso una sfera visiva allargata, precorrendo l’era informatica e la realtà virtuale, sfiorando, forse inconsapevolmente, i concetti attualmente istituzionalizzati di “cyberspazio”, passando attraverso il video, l’elettronica, il laser. Una espansione sensoriale della coscienza, in cui i limiti tra arte e vita si superano in un divenire virtuale, in un processo di immaginario allargato e multisensoriale.
La sinestesia della percezione viene liberata in un continuum spaziotemporale che genera un’immagine psichedelica, di un occhio liberato dalle leggi della fisica.

[Amelì Liana Lasaponara | Angelo Raffaele Villani]

domenica 7 aprile 2013

SAVE THE BEAUTY... l'impegno continua



Qualche tempo fa vi ho scritto di questa meraviglio iniziativa: SAVE THE BEAUTY. 

Ora Angelo Raffaele Villani, ha chiesto, insieme a quelle di molti altri, un mio piccolo contributo: quello di rispondere a poche domande documentandole con una breve ripresa video.

Questa è stata la richiesta

Ciao Roberto, come va?
Tanti auguri.
Pensi che possa porti di tre/quattro domande sul Progetto SAVE THE BEAUTY?
Le starei girando anche ad altri galleristi, sia che abbiano partecipato concretamente e sia che abbiano appoggiato moralmente.
Se fosse possibile, la prima domanda (almeno) potresti filmarla?
Anche semplicemente con l'I-phone? O con mezzo spartano...tranquillo...
Mi piacerebbe fare un video, con montaggio degli interventi.
Spero possa esserci anche tu. Attendo tue...
Un caro saluto!!

DOMANDA 1: Sei tra i galleristi che hanno deciso di aderire al Progetto SAVE THE BEAUTY, quindi conosci la struttura del progetto e le motivazioni dalle quali partiva. Perché hai pensato fosse giusto rispondere a questo appello?
DOMANDA 2: Il Progetto SAVE THE BEAUTY, oltre ad essere stato ideato in funzione di problematiche specifiche legate alla difficile situazione di Taranto e del territorio ionico, nasceva dall’esigenza di porre in primo piano i valori della Cultura, evidenziando quanto fosse relegata a ruoli talmente marginali, in Italia, da non risultare incisiva nei processi economici nazionali. Quanto pensi che realmente la Bellezza possa salvare il mondo? Che ruolo pensi possa o debba avere la Cultura e l’Arte in Italia? La Cultura pensi abbia una valenza economica? E perchè "fare rete" o "sistema" nell'arte contemporanea (o nella cultura)?
DOMANDA 3: Com’è andata l’esperienza del Taranto Day? Come ti sei voluto confrontare con il Progetto? Come hai partecipato? E con quali risultati?
DOMANDA 4: Qual è, a tuo avviso, il ruolo dell’artista, ma anche del gallerista (come operatore culturale, o come comunicatore) nella nostra società? [Sempre che ne abbia]. Pensi che possa creare un indirizzo anche comportamentale? Anticipare realmente tendenze o mode?

e queste le risposte...


sabato 5 gennaio 2013

SAVE THE BEAUTY - TARANTO CHIAMA ITALIA > ITALIA RISPONDE a cura di ROSSOCONTEMPORANEO | Taranto

IO STO CON LA BELLEZZA! IO STO CON TARANTO!

TARANTO CHIAMA - ITALIA RISPONDE

UNICO COMUNE DENOMINATORE: LA VOLONTA' DI COLLABORARE "MORALMENTE"


SAVE THE BEAUTY

TARANTO CHIAMA ITALIA > ITALIA RISPONDE 
A cura di ROSSOCONTEMPORANEO | Taranto

01. PREMESSA

“SAVE THE BEAUTY | TARANTO CHIAMA ITALIA > ITALIA RISPONDE”, è un Progetto artistico ed espositivo che ROSSOCONTEMPORANEO ha ideato per il 2013, un Manifesto forte, deciso, audace, con il quale si oserebbe chiamare a raccolta il Mondo dell’Arte Contemporanea in risposta al rischio di appiattimento e di avvilimento socio-culturale sempre più evidenti, derivanti dallo schiacciamento,dalla prevaricazione (o chiusura) di un Sistema politico nazionale non lungimirante e così poco attento ai valori morali ed economici della Cultura e delle potenzialità di un settore, che in Italia, dovrebbe essere chiaramente traino principale di una intera economia nazionale.

L’idea, in breve, sarebbe quella di considerare Taranto come un tavolo alchemico, come un LABORATORIO DELLE IDEE E DELLA SPERIMENTAZIONE ARTISTICA E CULTURALE.

Lo spunto iniziale del Programma è una vera e propria sfida, una sfida “non convenzionale”, una sfida atipica giocata sulle argomentazioni della “Bellezza”, della “Consapevolezza”, della “Partecipazione Attiva”, della “Fiducia” e “Collaborazione” della Cultura tutta e del mondo dell’Arte contemporanea, nello specifico.
Una sfida che parte da una piccola e giovane realtà (ROSSOCONTEMPORANEO), che lancia il proprio appello in difesa di un territorio martoriato e vessato dall’autoritario “decisionismo Istituzionale nazionale”, una sfida che parte da un territorio che fu Culla della Civiltà Magno Greca in Italia (l’antica TAPAZ), e che è attualmente abbandonato al “sopruso istituzionale” di uno Stato che ha deciso di immolare sull’altare della Produzione dell’Acciaio e dell’interesse privatistico della Grande Industria (Famiglia RIVA e l’ILVA) e dei Poteri Forti, la salute e la VITA stessa di una intera provincia: Taranto.

Non penso sia opportuno dilungarci troppo sulle vicende ultime del “Caso ILVA”, che ormai conoscerete tutti quanti, e che hanno visto un acceso scontro interno alle Istituzioni stesse, con la forte contrapposizione tra Magistratura e Politica, scontro in cui (e le vicende sono fresche, in data 19.12.2012) la politica tutta (senza alcuna distinzione di colore) è approdata alla Camera e al Senato dando approvazione del cosiddetto “Decreto Salva ILVA”, convertito IERI in LEGGE DI STATO, concedendo arbitrariamente al Gruppo della Famiglia RIVA di poter continuare liberamente nella massiccia produzione industriale (acciaio), nell’illusoria “possibilità” concessa di risanamento degli impianti industriali non a norma, a discapito della salute di una intera collettività
(città di Taranto e provincia), dove, saprete, la vita è barattata al ricatto occupazionale, contando a centinaia i decessi annui per cause derivanti dalla stessa produzione industriale (decessi e malattie cancerogene diverse tra operai ILVA, residenti tutti, bambini inclusi).

Il Progetto, pertanto, si propone (e chiede ai Soggetti interpellati) un naturale e maturo contributo MORALE E DI CHIARA E FORTE PRESENZA NAZIONALE, stimolando il riscatto e il ripensamento socio-economico della Città di Taranto, scegliendo di operare, nel campo della Cultura e della Bellezza, concentrando gli sforzi proprio in Settori della vita associata, da sempre, tenuti al margine del processo produttivo ed economico nazionale, sfruttandone le immense potenzialità, mai totalmente espresse.

Una sfida, che nel rilancio del capoluogo ionico, come fulcro di un nuovo Rinascimento Culturale, possa estendersi come modello sull’intero territorio nazionale, attraverso una fitta rete di interazioni e di collaborazioni ampie, anche in situazioni e contesti differenti.
Certamente, all’apparenza, un Progetto utopico ed azzardato, ma sono dalle idee azzardate che nascono le Rivoluzioni (che noi vogliamo pacifica, costruttiva ed intesa ad un rilancio nazionale).

02. ILCONCETTODIBELLEZZAEL’ECONOMIADELL’INTANGIBILE
“La bellezza salverà il mondo” scriveva Fëdor Michajlovič Dostoevskij a metà Ottocento. Ma di quale bellezza si parla? E in che senso "salverà" il mondo?

La frase è solo un punto di partenza, che, nell’evitare facili smarrimenti nei meandri di argomentazioni ampie e dalle infinite implicazioni, afferma oggi la necessità di riappropriazione delle Teorie del Bello, disperse da un fare quotidiano meramente utilitaristico. Un bene poco tangibile materialmente, la Bellezza, ma che ha capacità di donare benefici psicologici inestimabili, e non solo.

La società industriale, delle macchine e delle fabbriche ha lasciato il posto alla “new economy”, alla globalizzazione dei mercati, alla creatività delle risorse umane che ormai prevale sull’organizzazione del lavoro ripetitivo. Il mutamento era stato già degli negli anni ’70, negli anni della ricerca e delle prime sperimentazioni tecnologiche (gli anni ’70 delle invenzioni del circuito integrato – 1971, la nascita del PC - 1974/76, la rivoluzione del software, ecc.). Il capitalismo culturale stava nascendo, e ben presto sarebbe divenuto il nuovo motore dell’economia, introducendo il marketing ossessivo, con la ricerca di segni, icone, marchi, loghi, griffe che avrebbero avuto, a loro volta, il potenziale immaginifico di trasformare le merci in sogni e i sogni in merci. “L’immagine non avrebbe più rappresentato il prodotto; il prodotto avrebbe rappresentato l’immagine”, nell’illusione di acquistare l’accesso a uno stile di vita, ad un modo di vivere a cui aspirare.

L’affermazione della Bellezza e la valorizzazione di beni ed attività culturali vanno inserite in questo concetto di offerta di uno stile di vita, in un processo che evidenzi le risorse di un territorio da trasformare in fattore di sviluppo locale.
Un modello possibile e vincente, il “distretto culturale”, che si pone come sistema reticolare costituito da un nodo centrale, “asse dominante e strategico” o “elemento pilota”, passante dai beni culturali agli spettacoli dal vivo, alle arti visive, alla fotografia, all’industria cinematografica, televisiva, multimediale, alla moda, allo sport, agli spazi pubblici, e da altri nodi, come la valorizzazione delle infrastrutture territoriali, i servizi di accoglienza e l’insieme di attività legate al nodo centrale.

Il distretto culturale è un modello di sviluppo locale auto sostenibile, che si caratterizza per l’intersezione tra sviluppo economico, sociale e ambiente producendo beni basati sulle conoscenze esistenti e le tradizioni locali, in cui i fattori di vantaggio competitivo sono la creatività e la produzione intellettuale.

E’ evidente che i centri urbani che perseguono oggi una strategia minimamente coerente e ambiziosa di promozione e sviluppo economico locale fanno della cultura una delle proprie leve di azione privilegiate, aprendo musei, sperimentando forme sempre più ardite e avanzate di disseminazione delle attività culturali nel tessuto della città, favorendo l’insediamento di artisti, costruendo i processi di riqualificazione urbana intorno a sempre più grandi e complessi interventi culturali pilota (vedi Berlino).

L’economia dell’intangibile, infatti, è una risposta obbligata alla crescente competizione sul piano dei costi proveniente dalle economie meno sviluppate, ma che con forza si stanno affermando come le nuove economie del prossimo futuro (Cina, India, Brasile, in particolare) e richiede come condizioni necessarie una società aperta, orientata all’innovazione, caratterizzata da un alto grado di scolarizzazione e da elevati livelli dei consumi culturali, attenta ai temi della qualità della vita, della qualità ambientale.

Riferendoci ad alcuni dati tecnici e statistici, del gruppo UE-14, emerge in tutta la sua forza, il netto primato delle nazioni nord-europee nel settore dell’innovazione culturale: Finlandia in primis, seguita da Danimarca, Svezia e Olanda, e ancora l’Irlanda. Ultimi nella graduatoria, purtroppo, proprio Grecia e Italia.
Stesse indicazioni arrivano considerando l’indice di dinamismo creativo (il tasso di variazione del Creativity Index), dove l’Italia non va oltre il dodicesimo posto.

Temi che da tempo sono diventati la priorità per la maggior parte dei paesi più avanzati (e non solo), in Italia sono sostanzialmente assenti: ricerca, università e sistema formativo, formazione, innovazione tecnologica e culturale, diffusione delle tecnologie.
Il concetto di sviluppo non è legato ai soli fattori tangibili, alla possibilità di valorizzare le risorse artistiche, architettoniche e paesaggistiche, come da tempo si teorizza in Italia, di cui è certamente ricca, ma che non basta da sola a dare impulso alla crescita endogena del territorio.

L’analisi internazionale offre casi esemplari nei quali s’innescano e si realizzano tali processi di sviluppo legati alla cultura. Possiamo citare i casi di Austin, Linz, Liverpool, Stoccolma, Denver, Manchester, Valencia e Dortmund, grazie anche all'integrazione e sinergia di politiche pubbliche e iniziativa privata.

03. ANALISIDELTERRITORIO

Da una sintetica analisi socioculturale, nonché economica ed ambientale del territorio ionico, non può non evincersi uno status quo di chiaro stallo generale, succube di uno sbandamento e di una precarietà a causa di un immobilismo palpabile, per mancanza di un forte indirizzo politico.
Un territorio ancorato ed “assuefatto” alla monocultura dell’acciaio e sacrificato sull’altare di un’industria pesante, che nel corso degli ultimi cinquanta anni è risultata la vera “morte operativa” della città e della provincia, sia dal punto di vista economico e sia socio-ambientale.

L’operazione, che vedrebbe un brusco cambiamento di rotta e di indirizzo, ponendo la Cultura quale Volano del ripensamento socio-economico del territorio, con ramificazioni nell’interazione con i settori della Ricettività Turistica e dell’Ambiente, non è semplice, in quanto, lo stesso andrebbe ad insediarsi in un contesto estraneo ed “estraniato” dalle pratiche dell’arte contemporanea e della operatività culturale, in genere, risultando, probabilmente, una sfida forte al territorio.

Taranto ha necessità di una svolta vera, concreta, di scelte forti e coraggiose, di scelte NUOVE e ORIGINALI, per potersi risollevare da uno stile di vita agonizzante, partendo dall’idea chiara di “affermazione del Bello”, assolutamente INCONSUETA nel fare comune di una Società avvezza a scelte meramente utilitaristiche e di una ordinari età inconcludente e piegata su sé stessa.

Il recupero del valore di “Bellezza”, nella sua accezione più ampia, intervenendo tecnicamente su tutte le possibili emergenze del nostro ricco territorio (natura, clima, patrimonio artistico ed architettonico, tradizioni, economia, formazione) sarebbe la giusta strada da percorrere a livello istituzionale, di concerto con l’interlocutore privato ed il mondo dell’associazionismo.

E’ ormai trend consolidato, riscontrabile nelle indagini di mercato ed analisi sui flussi turistico-economici territoriali, il crescente interesse per la fruizione del cosiddetto “turismo culturale”, con gli annessi benefici che esso comporta, e le ricadute diffuse sull’economia locale.
La valorizzazione di beni ed attività culturali di grande portata va inserita in un processo di generale promozione territoriale che evidenzi e le risorse del territorio, tali da trasformarsi in fattore di sviluppo economico.

Quello che studi recenti definiscono “distretto culturale”, è un modello di sviluppo territoriale auto sostenibile, alternativo alla tradizionale produzione di beni, che si caratterizzerebbe, nello specifico, nella sua concreta attuazione, per la contemporanea crescita e sviluppo di economia, ambiente e sociale, producendo beni basati sul know-how potenziale ed esistente, sulla ricchezza del patrimonio storico ed artistico e sulle le tradizioni locali, in cui i fattori di vantaggio competitivo sono la creatività e la produzione intellettuale.

In considerazione del fatto che gli Enti Pubblici locali: Regione Puglia, Provincia di Taranto e Comune di Taranto, pongano “naturalmente” tra le proprie principali finalità morali, obiettivi di sviluppo e di crescita territoriale, nonché la massimizzazione del benessere sociale, economico, culturale, il Progetto “SAVE THE BEAUTY | TARANTO CHIAMA ITALIA > ITALIA RISPONDE” di ROSSOCONTEMPORANEO identifica come prioritari i seguenti comparti e campi di applicazione:

1- SVILUPPO DELLA CULTURA SUL TERRITORIO.
Sviluppo e diffusione della Cultura del Contemporaneo, dell’Arte e della Creatività, con benefici immateriali (morali e di qualità della vita) e materiali per la collettività;


2- VISIBILITA’ MEDIATICA E DI IMMAGINE | CULTURA COME BRAND.
Forte visibilità (regionale, nazionale, internazionale) per il nostro territorio e per le figure coinvolte (pubbliche e private), a vario titolo, nella gestione partecipata della Struttura e nell’organizzazione degli Eventi e del Progetto di rilancio territoriale complessivo;


3- CRESCITA ECONOMICA.
Crescita socio-economica per il territorio, a seguito della presenza stimata di grande numero di visitatori e di utenza qualificata, non esclusivamente locali, con logiche ricadute su un indotto ampio e differenziato.

04. CONTRIBUTIALPROGETTO
SIMONA CARAMIA: Ricominciare... dall’arte
Ricominciare dall’arte, dal fare creativo e propositivo, è l’unica possibilità di riscatto per una città come Taranto, dilaniata da vivide problematiche che rendono il futuro incerto.
Se nel settembre scorso, il mondo della cultura si era riunito per riflettere e far chiarezza - per poi prontamente intervenire - su tematiche quali “defiscalizzazione, legislazione specifica, nuovi strumenti di governance, esempi di gestione virtuosa, sinergie tra pubblico e privato, rapporto con i media, meritocrazia e trasparenza, precariato, valorizzazione delle professionalità, fuga dei cervelli”, durante la “chiamata per l’arte” convocata dal presidente dell’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani Beatrice Merz, la Galleria ROSSOCONTEMPORANEO di Taranto raccoglie tale appello con l’interessante progetto “SAVE THE BEAUTY | TARANTO CHIAMA ITALIA > ITALIA RISPONDE”, che vuole segnare una svolta, un lento percorso in sinergia da cui ripartire.

Il progetto permetterà a galleristi, critici, artisti e operatori culturali di discutere sulle condizioni di sopravvivenza della cultura nel nostro Paese, ma soprattutto sulla possibilità di sopravvivenza e sulla necessità di creare una valida alternativa per Taranto, basata su un futuro di qualità. Lungi dal propone una soluzione o una strategia già confezionata, il progetto si fonda su un lavoro di comunanza, di crescita collettiva, su un sistema di scambio e di fiducia reciproca tra le istituzioni e i singoli soggetti, con una programmazione coerente e puntuale, basata su dialogo e collaborazione tra nord e sud, tra i variegati linguaggi e le differenti figure che compongono il vasto mondo dell’arte.

CECILIA PAVONE: Lo sviluppo economico parte da Taranto.

Costruire sviluppo economico attraverso l'arte contemporanea. In base al concetto di "glocal" espresso da Zygmunt Bauman, che coniuga la cultura locale con il mercato globale. E' questo l'obiettivo di "Taranto chiama Italia > Italia risponde", progetto - ideato da Rossocontemporaneo - per favorire la rinascita economica e culturale di Taranto. L'intento è quello di trasformare l'antica capitale della Magna Grecia, deturpata dal punto di vista ambientale dagli interessi politici locali, in "distretto culturale". A partire dalla cooperazione tra la Città, e Rossocontemporaneo come Soggetto di riferimento, e le gallerie delle principali città italiane, in base al principio di interconnessione, che spazza via inutili competizioni tra soggetti concorrenti perseguendo i nuovi sentieri della "new economy".

05. COMITATO SCIENTIFICO
ROSSOCONTEMPORANEO strutturerà, al proprio interno, un gruppo di lavoro multidisciplinare, composto da professionisti provenienti dai differenti settori della creatività e del mondo dell’arte contemporanea in particolare (critici d’arte, curatori, giornalisti, redattori, psicologi, creativi, operatori diversi), da far interagire con professionalità e realtà provenienti dalle diverse aree del territorio nazionale, creando una rete fitta di collegamenti e collaborazioni (professionisti ed operatori di settore, gallerie d’arte, fondazioni ed Istituzioni).

Il gruppo di lavoro multidisciplinare sarà necessariamente (o prevalentemente) composto da membri giovani e dinamici, che possano essere spinti da motivazioni morali (innanzitutto) che travalichino l’ordinario approccio utilitaristico, e che si pongano come “mezzo collettivo” per l’attuazione di un Programma “Visionario” e ardito.

Per lo svolgimento dei diversi momenti organizzativi, sarà necessario istituire un vero e proprio Comitato Scientifico, che sarà composto da:

Ideazione Progetto | Direzione tecnica e scientifica

Angelo Raffaele Villani

 Collaborazione alla Direzione tecnica e scientifica

Gianmichele Arrivo





lunedì 12 novembre 2012

“Attenti a quei due (The Persuaders)” a cura di Gianmichele Arrivo, Ilaria Miccoli e Angelo Raffaele Villani

Gli altri artisti li conosco poco ma Alessia Cocca e Giuseppe Ciracì sì, sono delle garanzie!
Lo stesso discorso per la curatela. Villani è una certezza, gli altri due colleghi purtroppo non li conosco, ma poco importa. Questo è un evento da vedere e fare proprio!



“Attenti a quei due (The Persuaders)” a cura di Gianmichele Arrivo, Ilaria Miccoli e Angelo Raffaele Villani

S’inaugura sabato 1 dicembre 2012, presso la galleria ROSSOCONTEMPORANEO a Taranto, e sabato 15 dicembre, presso la galleria CO.61 ARTECONTEMPORANEA a Grottaglie (Ta), la collettiva d’arte contemporanea “Attenti a quei due (The Persuaders)” a cura di Gianmichele Arrivo, Ilaria Miccoli e Angelo Raffaele Villani.

Dieci artisti - Anna Maria Battista, Giuseppe Ciracì, Alessia Cocca, Raffaele Fiorella, Paola Mancinelli, Monticelli & Pagone, Cosimo Piediscalzi, Raffaele Quida, Piera Scognamiglio, Sasha Zelenkev
ich – sulla via della ricerca intima, attraversano quel complesso mondo esteriore ed interiore che accompagna l’IO.
Dalla seconda inaugurazione, la mostra sarà visitabile in entrambe le gallerie che resteranno aperte in contemporanea fino al 5 gennaio, con opere degli stessi artisti declinate in maniera e proporzioni diverse.
L’evento si fa così novità assoluta di concetto e proposta nel panorama culturale locale. Per la prima volta due gallerie d’Arte, ROSSOCONTEMPORANEO e CO.61 ARTECONTEMPORANEA, lontani dal concetto di egocentrismo, lavorano in totale sinergia. È così che l’arte contemporanea a Taranto si fa Sistema. Un approccio propositivo di cooperazione per stimolare quel processo di aggregazione ormai improcrastinabile, unico reale mezzo di crescita per il nostro territorio, dove la cultura è sinonimo di qualità di vita.
“Attenti a quei due”, che gioca dichiaratamente sulla dualità scanzonata tra Tony Curtys e Roger Moore, protagonisti della nota serie televisiva britannica trasmessa dal 1971 al 1972, “THE PERSUADERS!” (Attenti a quei due), sottolinea appunto la fattibilità del processo di cooperazione e anche tra soggetti dichiaratamente concorrenti. Anteporre all’interesse personale e “commerciale”, la causa comune del fare sistema per creare valore aggiunto. Ecco la chiave di successo dell’operazione.
Un esperimento che si pone come primo importante tassello che getta le basi per proporre nuovi linguaggi e costruire un nuovo sistema.
In mostra oltre 50 opere, tra pittura, fotografia, disegno, video ed installazione.

La narrazione dell’IO, le ansie interiori e i contorni indefiniti delle mille variabili , narrata con modalità del tutto personali:

“Chi è io? Cos’è questo intervallo tra me e me?”
(Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine, 1982)

Anna Maria Battista, nelle potenzialità espressive della cera, materiale prediletto della sua più recente ricerca artistica, affiancata a sperimentazioni diverse, ci regala la delicatezza e la mutevolezza della materia plasmata al variare della luce. Immagini-emozioni impresse e custodite negli strati cerosi di blocchi semplici e ripetuti. Affascinata dal sociale, i suoi blocchi narrano memorie silenziose, frammenti di vita ritrovati e di racconti apertamente autobiografici.

Raffinata e concettuale l’arte iperrealista di Giuseppe Ciracì. Rimandi vagamente barocchi di un’arte antica, ma solo all’apparenza. Il suo fare maniacale si spinge al limite estremo nella ricerca del dettaglio: volti, corpi, particolari anatomici, lavorati in chiaroscuro tra visibile e invisibile, in una raffigurazione “a strati”. Finito, tessuto muscolare, ossa sfuggono da ogni possibile retorica di semplicistica operazione di mimesi. Nelle sue rappresentazioni Ciracì contestualizza il rapporto con l’altro in una dialettica diretta. Il viso, in primo piano, incontra (o si scontra) con il mondo sensibile delle emozioni. Le opere a matita sono frames differenti e successivi. Fogli che creano un percorso dinamico, denso di particolari, e che lasciano spazio ad analisi su profonde inquietudini e singolari similitudini.

Alessia Cocca, nella sua ricerca tra fotografia ed elaborazione digitale, mette in campo immagini dal chiaro rimando personale, introspettivo, romantico e nostalgico, di un periodo vivace e felice: l’infanzia. Nella piena leggerezza ed ingenuità, lontanissima dal mondo strutturato dei grandi, Alessia rievoca racconti personali. Metamorfosi naturali di esperienze vissute fluiscono insieme come in un ricco album fotografico di famiglia da cui emerge sempre la forza indelebile del nostro passato.

In bilico tra poesia, disagi e fatiche della vita quotidiana, raccontate con estrema ironia ed eleganza, le videoinstallazioni di Raffaele Fiorella si rivelano per il loro sottile e sofisticato gioco di contraddizioni e paradossi. Ombre cinesi ci riportano all'infanzia, dove ogni immagine potrebbe essere una finestra su altro mondo, che è un evento, un sentimento, una sensazione. Opere installative a metà tra la video-art e l’opera-scultorea tridimensionale. Fiorella porta in scena corpi umani in movimento, proiezioni di sagome su contesti installativi composti da oggetti, costruzioni, ambientazioni ad hoc, riiecheggiando celebri film di animazione. Piccoli fantasmi che aprono finestre su universi domestici, a volte ironici e scanzonati, altre impegnati a testimoniare di disagi e di “vite in equilibrio”.

La poesia di Paola Mancinelli si veste della forza di un abito metropolitano. I suoi pensieri sono segni di un tempo presente, vivace e profondo, ricco di sfumature a noi vicine, quotidiane. Sensazioni che ci appartengono da sempre, tacite, ma che lanciano nella loro lettura, momenti di riflessione profonda nell’urgenza del confronto. Le esperienze, le sensazioni, le ambientazioni non direttamente fisiche e riconoscibili, sono ricche di colore e passione e trasmettono una necessità inspiegabile eppur logicissima di riappropriazione.

Il mondo estetico di Monticelli & Pagone è un contemporaneo ambiguo. Soggetti dalle posture contratte e compiacenti, plastiche, perfettamente in posa, tese come antiche statue, ma svuotate proprio da quella prerogativa di iniziale antica classicità. Posture disinibite, dall’equilibrio apparentemente instabile, arricchite di variopinti particolari. Feticci che rimandano a sentimenti contrapposti tra l’esaltazione della magnificenza corporea e l’abbrutimento del pensiero contemporaneo. Una doppia narrazione simultanea, tra il colore e il bianco e nero, tra immagine e la sua macchia. Rappresentazioni del tormento individuale di artisti e comuni mortali, nell’ambiguità del loro sentire, dibattuto tra austerità ed ironia.

Cosimo Piediscalzi si fa narratore del suo intimo quotidiano attraverso un “Diario visivo” di disegni veloci dal tratto fresco e divertito che inscenano una realtà paradossale. Immagini e gestualità intervallate da ampi spazi bianchi come necessarie pause narrative, come per ogni storyboard che si rispetti. Presi dalle incombenze del quotidiano, non ci accorgiamo della meravigliosa ricchezza che contorna la nostra vita, e tutto ci scivola nella totale indifferenza. Piediscalzi recupera questi “soggetti amorosi”, collezione di “ritratti” o di “nature morte”, frammenti di piccole storie quotidiane, esaltando il sentimento di amore-odio per ciò che ci circonda. Ogni ritratto, ogni ambientazione è parte del vissuto dell’artista, intimamente intriso delle emozioni e delle libertà più pure e innocenti della fanciullezza.

Raffaele Quida affida le proprie opere installative ad indagini, a tratti ironiche, a tratti seriose, sulle esasperazioni di un sistema consumistico quale l’attuale, e di una società fortemente viziata. Con un orecchio teso verso l’ignoto, nell’impulso di esternare una necessità di infinito ed eternità, anelito di un mondo migliore. Pensieri interiori esteriorizzati col fare tecnico di un ricercatore astrofisico, genuinamente emozionato anche dalle più piccole misteriose percezioni spaziali. Le sue opere, frutto di gestualità e materia, di convergenze e contrasti, si fanno espressione di pensieri dalla grande carica spirituale che, mutuando un senso d’immaterialità impalpabile, evocano universi interiori coraggiosamente palesati.

Il tratto espressionista di Piera Scognamiglio esplode dirompente nella sua ricerca artistica più recente: un universo sognante costituito da figure femminili dall’intensa carica erotica. Figure mai ingenue, smaliziate e consapevoli della forza della propria intimità, finanche ammiccanti a quello status di mercificazione proposto dal fare quotidiano. Figure senza tempo, immerse in campiture scevre da ogni riferimento spaziotemporale, che si arricchiscono di particolari allusivi e di chiara matrice naturalistica. Il suo segno deciso di penna e matita su carta e acetato, non traccia contorni definiti, ma lascia che la figura rappresentata sia il risultato di una sapiente costruzione di freschezza gestuale.

Il linguaggio informale delle opere di Sasha Zelenkevich, infine, si carica di una decisa volontà segnica e coloristica, trovando fonte d'ispirazione nei ricordi del passato e caricandosi di una espressività pittorica dai toni coloristici e dai tratti tenui e sognanti. Una materia sensoriale che è testimone di rimembranze lontane, di sentimenti fugaci e di mille segmenti caratterizzanti, filtrati attraverso la potenza della personale immaginazione. Piccoli segni emotivi di una figuratività imprigionata dalle campiture predominanti, spesso monocrome, dalle quali affiorano impercettibili rimandi della memoria, colori, gestualità, parole in cirillico che sono tracce autentiche dell’interiorità dell’artista.



Artisti: Anna Maria Battista, Giuseppe Ciracì, Alessia Cocca, Raffaele Fiorella, Paola Mancinelli, Monticelli & Pagone, Cosimo Piediscalzi, Raffaele Quida, Piera Scognamiglio, Sasha Zelenkevich.


INFO:
http://rossocontemporaneo.wordpress.com/
www.co61.eu

venerdì 6 aprile 2012

THE MASQUE a cura di Angelo Raffaele Villani

Inaugurata ieri, questa mostra, a cura di Angelo Raffaele Villani, merita di essere visitata. Perchè?
Perchè gli artisti sono più che validi, il curatore è serio e preparato ed infine, i temi trattati sono di assoluta attualità...


S’inaugura giovedì 5 aprile 2012 alle ore 19,30, presso ROSSOCONTEMPORANEO, nella centralissima Piazza Garibaldi a Taranto, “THE MASQUE”, a cura di Angelo Raffaele Villani; il secondo appuntamento del Programma espositivo 2012: “ΤARAS, tra mito e contemporaneo”.

Un appuntamento che vedrà quattro artisti a confronto - Pierluca Cetera, Alessia Cocca, Massimo Festi e Marco Rea - su un tema attualissimo, ma con origini che si perdono nella notte dei tempi: la maschera. Il tema interseca argomentazioni ampie e complesse, toccando cultura, tradizione, società, religione.

Il vernissage sarà accompagnato da reading e preformances.

“Tutto ciò che è profondo ama la maschera” - affermava Friedrich Nietzsche - “le cose più profonde hanno per l'immagine e l'allegoria perfino dell'odio. (...) Ogni spirito profondo ha bisogno di una maschera: e più ancora, intorno a ogni spirito profondo cresce continuamente una maschera, grazie alla costantemente falsa, cioè superficiale interpretazione di ogni parola, di ogni passo, di ogni segno di vita che egli dà.”
Il concetto di maschera è uno dei fili conduttori del pensiero di Nietzsche, e da qui lo sviluppo dei temi essenziali della sua filosofia. Essenza o apparenza, eterna tematica, che già si vedeva elaborata nel pensiero di Schopenhauer.
Come accadeva nelle riflessioni di Nietzsche, che confrontando modelli di vita presente e passata, giudicava la vita presente caratterizzata dalla decadenza, al pari potremmo rapportarci nel rappresentare il nostro tempo presente.
In una società dai continui mutamenti, accelerata dai ritmi frenetici del divenire, corriamo spesso su binari che non siamo noi a decidere. Da qui, “l’esigenza” di vestire nuove identità, anche di pura fantasia, per vivere sui fili di una vita parallela e uscire dalle logiche (o angosce) del quotidiano, di “comode corazze” per le nostre imperfezioni.
Cosa di più attuale, in un mondo in crisi quale quello che viviamo, che ha necessità reali di sicurezze e sentimenti di stabilità? La maschera diventa simbolo di un anelito continuo, insistito, verso la tranquillità di una entità rassicurante dietro la quale celarsi, proteggendo tutte le personali fragilità. Ma ancora, un mezzo ambiguo attraverso il quale liberarsi da ogni inibizione e condizionamento, cancellando una identità per sostituirla con nuove. In fondo, chi non è mai stato affascinato, almeno una volta nella vita, dall’idea di vestire panni diversi dai propri?

Il tema trattato porterebbe a sfiorare e “celebrare” i riti plurisecolari della Settimana Santa, risalenti all'epoca della dominazione spagnola nell'Italia meridionale ed introdotti, a Taranto, fin dagli inizi del 1600, dal nobile Don Diego Calò. Un evento dalla straordinaria carica religiosa, storia ed opulenza scenografica, con i misteriosi perdoni incappucciati della processione dei Misteri del Venerdì Santo, evento di larghissima partecipazione cittadina ed attrazione turistica.

Dal sacro al profano, quindi, passando dai riti religiosi alle manifestazioni del sociale e della cultura.

Le ricerche affrontate dagli artisti, che ROSSOCONTEMPORANEO presenta, affermano l’esistenza di identità diverse, di volta in volta introspettive, ironiche, riflessive. Nuove articolazioni di un IO che palesa le emozioni più diverse: enfasi, sentimento, passione, gioia, paura, emarginazione.

La serie delle “maschere” presentate da Pierluca Cetera si muove scandagliando le pulsioni della vita e della morte di noi individui (eros e thanatos appunto). Le opere sono elementi tridimensionali (“cassettoni”, li definisce l’artista), che si compongono di un duplice livello creativo: il primo (quello esterno), della raffigurazione pittorica di personaggi, uomini e donne, ed il secondo (nascosto), interno al cassettone, con piccole sculture erotiche fluorescenti.
Opere che rivisitano giocosamente i canopi etruschi (e da qui il titolo di “maschera”). Le stesse pitture frontali sono realizzate esaltando la centralità compositiva ed un fare pittorico, che accosta la raffigurazione ad opere pittoriche “archeologiche”.
In questo gioco di divertita curiosità erotica, lo spettatore è invitato a spiare attraverso l’occhio cavo per poter godere l’immagine celata, ribaltando l’immagine del voyeur, che invece spia da dietro al quadro.

Alessia Cocca spazia tra fotografia ed elaborazione digitale, con un personalissimo rimando nostalgico ad un passato di bambina entusiasta, nella sua piena leggerezza ed ingenuità, ben lontana dal mondo strutturato dei grandi.
Immagini, particolari, posture, ritratti ripetuti e similari, racconti personali che vivono una naturale metamorfosi secondo una sequenza di pensieri, di ricordi da perpetuare, di esperienze vissute come per un ricco album fotografico di famiglia.
Un passato indelebile che ci segna inesorabilmente e che emerge sempre.

La maschera per Massimo Festi assume il significato di una seconda pelle, di un feticcio che nasconde la reale identità o ne crea di nuove, diverse; capace di liberare l’alter ego disinibito di chi la indossa. “La maschera è un simulacro di identità”.
I suoi personaggi dominano la scena, posizionandosi al centro della riquadratura pittorica, caratterizzata da sontuosi fondali in carte da parati dal gusto tipicamente vintage. Figure rappresentative di vite ed identità non perfettamente delineate: non miti, quindi, non eroi, ma esseri imperfetti, icone di una società massmediatica. La maschera come feticcio, va rapportata ad un sistema società, e va letta con toni cangianti ed effimeri.

Le opere pittoriche di Marco Rea, uno dei più delicati artisti post graffiti della scena romana, sono espressione di una contaminazione multidisciplinare che attraversa i mondi complementari di pittura, fumetto, scenografia e writing. E’ il primo artista ad utilizzare i manifesti del mondo patinato della moda e della pubblicità come base per le proprie opere, dando vita a personaggi nuovi che perdono le sembianze originarie, fino a svelare un’anima segreta ed inquieta, dall’intimità trasfigurata. In questo processo di trasfigurazione dell’immagine, Rea elimina ogni accenno feticistico e commerciale del messaggio pubblicitario, esponendo la figura a nuova identità.
I soggetti ricorrenti, soprattutto donne, sono rappresentati in tutte le proprie fragilità, sogni e pensieri.



Gli artisti:

Pierluca Cetera, Alessia Cocca, Massimo Festi, Marco Rea.
Il vernissage sarà accompagnato da reading e preformances.

THE MASQUE:

dal 5 al 14 aprile 2012
a cura di Angelo Raffaele Villani

ROSSOCONTEMPORANEO
Via Regina Margherita, 40 - (Piazza Garibaldi) | Taranto

sabato 14 gennaio 2012

I FILI DI ERSILIA - a Taranto

Complimenti, molto interessante!

S’inaugura venerdì 27 gennaio 2012 a Taranto, alle ore 19,00, nella centralissima Piazza Garibaldi, ROSSOCONTEMPORANEO, nuovo spazio espositivo dedicato alle arti contemporanee ed atelier di comunicazione creativa e design. Un progetto ambizioso, in Terra Ionica, che segna l’evoluzione di un lungo percorso, nel panorama ampio della creatività e dell’arte contemporanea, del suo fondatore, Angelo Raffaele Villani, architetto e curatore tarantino.
ROSSOCONTEMPORANEO nasce sovrapponendo esperienze precedenti, maturate tra Abruzzo e Puglia nell’ultimo decennio, prima con Atelier777 Contemporary Art a Pescara e successivamente con OpificioCreativo. Pur nella variabilità delle esperienze, gli obiettivi restano identici: promuovere la ricerca della giovane arte contemporanea italiana, preferibilmente under 40, di artisti giovani e dalla eccezionale carica espressiva.
Particolare attenzione ROSSOCONTEMPORANEO la concentrerà sulle ricerche dei giovani artisti pugliesi.

“I FILI DI ERSILIA” a cura di Angelo Raffaele Villani è l’evento di apertura di ROSSOCONTEMPORANEO.
A Ersilia, per stabilire i rapporti che reggono la vita della città, gli abitanti tendono dei fili tra gli spigoli delle case, bianchi o neri o grigi o bianco-e-neri a seconda se segnano relazioni di parentela, scambio, autorità, rappresentanza. Quando i fili sono tanti che non ci si può più passare in mezzo, gli abitanti vanno via: le case vengono smontate; restano solo i fili e i sostegni dei fili. Dalla costa d'un monte, accampati con le masserizie, i profughi di Ersilia guardano l'intrico di fili tesi e pali che s'innalza nella pianura. È quello ancora la città di Ersilia, e loro sono niente. Riedificano Ersilia altrove. Tessono con i fili una figura simile che vorrebbero più complicata e insieme più regolare dell'altra.
Poi l'abbandonano e trasportano ancora più lontano sé e le case. Così viaggiando nel territorio di Ersilia incontri le rovine delle città abbandonate, senza le mura che non durano, senza le ossa dei morti che il vento fa rotolare: ragnatele di rapporti intricati che cercano una forma.

(da: Le Città Invisibili di Italo Calvino)

Dalla carica poetica e fantastica di una delle più interessanti città raccontate da Italo Calvino nel suo “Le Città Invisibili”, al groviglio di ragnatele quotidiane che segnano rapporti, relazioni, richiami per ognuno di noi, il passo è breve. Ragnatele che ci appartengono intimamente, bagaglio indissolubile di memoria, emozioni, colori, sentimenti, profumi, e che metaforicamente raccontano la complessità delle esperienze e delle ricerche artistiche pugliesi, in una ramificazione tentacolare, in un diffondersi imperioso verso luoghi altri, verso Ersilie nuove e sempre diverse.
Un confronto vivo tra esperienze del fare arte in Puglia, o per chi è pugliese, ma lavora fuori regione.
Quattordici artisti, tutti pugliesi, in un intreccio inusuale di fili mentali, di collegamenti ipotetici tra memoria e ricerche artistiche maturate nella terra d’origine, che ad un naturale sentimento di appartenenza, spesso sovrappongono le più ricche e svariate contaminazioni esterne, legando così la propria arte ad ambienti ed influenze differenziate.
Con “I FILI DI ERSILIA” si esalta una volontà di ricerca nel segno della varietà e della ricchezza espressiva del contemporaneo pugliese. Testimonianze coinvolgenti i più svariati ambiti della ricerca artistica, compresi proprio quei linguaggi multimediali ormai parte integrante dell’esperienza contemporanea.

Nelle tele e nei lavori di Marino, Massari, Scialpi e Solito, si legge forte una rappresentazione inquieta, sofferta, nelle quali domina spesso un chiaro messaggio sociale, talvolta politico o ideologico. Un senso d’inquietudine evidenziato anche da una rappresentazione rapida e gestuale, dal segno fresco e deciso.

Petrilli presenta un’arte digitale carica di un calore e di una felice manualità, nei tratteggi e nei decisi chiaroscuri. Opere di grande sensualità che hanno per protagonista seducenti figure femminili dall’erotismo vigoroso.

Calore nella gestualità espressiva la ritroviamo nei disegni di Molinaro. Una stratificazione d’immagini sapientemente giocate prospetticamente che hanno per riferimento la cultura pop e il mondo dell’illustrazione. Segni quasi incisi, utilizzando china e grafite di durezze diverse, nella totale assenza del colore.

L’universo fantastico di Muserra si lega indissolubilmente al fumetto e al digitale. Un mix di sensazioni attinte dai media, dal cinema e dalla musica, con uno stile personale ed inconfondibile. La figura umana è il fulcro della composizione con una rappresentazione inquietante ed irrequieta.

Il package scultoreo di Francolino, parte dai cosiddetti prodotti del consumismo, dalle icone celebrate dalla pubblicità e dai mass-media, decontestualizzandoli e ricontestualizzandoli sotto spoglie diverse, in un mix di contenuti ironici, politici, sociali, dal chiaro sapore Pop Art.

Nella performance di Fontana, si fondono differenti linguaggi (arte visiva, canto e danza), per raccontare l’antico gioco della “campana”, quale metafora dell’aspirazione umana al miglioramento, della ricerca della meta, del paradiso.
Stessa tematica, seppur con modi e forme differenti, si affronta nel video presentato da Fiorella (dream), dove la leggerezza e la spensieratezza della rincorsa ai propri sogni, si scontra con la difficoltà palese dell’inarrivabilità degli stessi.

La mostra, infine, tocca le diverse anime di un’arte pseudo illegale, quale la street art, ormai sdoganata e perfettamente integrata, con le opere di Leg, Nocci, Rosato e Stencilnoire, tra spray, stencil e tag. Un’arte da strada tanto nobilitata da porsi come riferimento estetico delle generazioni più giovani, in sintonia perfetta con i loro linguaggi e valori estetici.

Gli artisti:

Raffaele Fiorella, Fabrizio Fontana, Andrea Francolino, Leg, Mariateresa Marino, Luigi Massari, Dario Molinaro, Michela Muserra, Nocci, Giuseppe Petrilli, Enzo Rosato, Patrizia Emma Scialpi, Giuditta Solito, Stencilnoire

I FILI DI ERSILIA:

dal 27 gennaio all’11 febbraio 2012
a cura di Angelo Raffaele Villani

ROSSOCONTEMPORANEO
Via Regina Margherita, 40 - (Piazza Garibaldi) | Taranto
http://rossocontemporaneo.wordpress.com/

ingresso libero
orario: da martedì a sabato, 17,00/21,00

domenica 14 agosto 2011

Chi muove l'arte: Carta d'identità di... Angelo Raffaele Villani





Angelo Raffaele Villani

DOMANDE

  • Generalità (nome, cognome, età, professione ect.)
  • Collaborazioni (principali collaborazioni, mostre ect.)
  • Il tuo miglior pregio
  • Il tuo peggior difetto
  • Qual è il collega che stimi di più?
  • E quello che ritieni meno interessante?
  • Fammi tre nomi di artisti che ritieni in questo momento fra i più interessati
  • La galleria, il museo o l’istituzione al top della tua classifica personale?
  • Ed il fanalino di coda?
  • Moderno o contemporaneo?
  • Il ruolo del web nel mondo dell’arte
  • Progetti importanti per il futuro
  • Sogno nel cassetto
  • Ricetta salva/crisi
  • Una tua confessione (quello che nessuno sa di te)

RISPOSTE

Ciao Roberto, che piacere.
Grazie per la tua attenzione, anche se in fondo io mi definisco un "profano" dell'arte. Mi divido tra diverse professioni, dalla promozione artistica (specie dei giovani) al design, alla comunicazione creativa, pertanto non mi ritengo un "operatore puro" nel mondo dell'arte.
Penso di appartenere a quella categoria antica di "creativi artigianali" un po' tuttofare, forse (sicuramente) meno scientificamente professionali, ma aperto alle più diverse esperienze della creatività e contaminazioni.
Ti ringrazio per avermi posto le tue domande, alle quali cerceherò di rispondere nei modi più appropriati:

Angelo Raffaele Villani - 42 - architetto/curatore;

Per un giovane curatore, organizzatore (giovane in quanto mi interesso di arte, prima da artista in prima persona e successivamente da gallerista e curatore), le collaborazioni fanno riferimento alle mie esperienze personali, in primis Atelier777 Contemporary Art, che ha operato a Pescara dal 2006 al 2010. Collaborazioni con giovani critici: Micol Di Veroli, Barbara Collevecchio, Simonetta Angelini, Gerardo Di Feo, e in particolare, Lori Adragna, Adriana Martino (ex redattrice dall'Abruzzo per Flash Art), Lucia Spadano (redattrice e responsabile della Rivista Segno - Pescara);

PROBABILMENTE l'ostinazione e l'esser sognatore (sempre);

SICURAMENTE l'ostinazione e l'esser sognatore (sempre);

Roberto Milani 
;-)

NO COMMENT...

Mah, non saprei... Cattelan mi piace, ottima fusione dell'idea di artista ed imprenditore/comunicatore; Damien Hirst (uguale)...e molta street art (Bansky come esempio più ovvio). Anche se un po' modaiola, leggo ancora nella street art una buona dose di passione, amore, vitalità, che nell'arte contemporanea più istituzionale si lega inesorabilmente ai più diversi intrecci di promozione, tornaconto, altro....

BASEL

NO COMMENT

Contemporaneo, anche se ultimamente in giro vedo solo tanto manierismo. Sono poche le situazioni davvero interessanti. Sbaglio?

Assolutamente di primo piano. L'ho provato personalmente con Atelier777. Prima di pubblicizzare gli eventi attraverso il mezzo del web tutti gli eventi, malgrado altre forme di pubblicità e contatti, risquotevano molta meno eco. Anche per il MACO' sto verificando la stessa cosa. Digitare su google MACO' LIZZANO e vedere che ci sono già 7 pagine intere dedicate di inserimenti vari, significa che tanta gente, anche se a distanza, vive la nostra nuova realtà;

Ritornare nella mia amata terra, il mio Salento, e portare seriamente avanti il Progetto MACO' ed una serie di progetti didattici e culturali ad esso connesso, in stretta collaborazione con la Dott.ssa Amelia Liana Lasaponara, insieme a me, ideatrice e coordinatrice tecnico-scientifica della neonata struttura museale

Dimostrare CONCRETAMENTE che con "La cultura si mangia" (qui da noi, nel profondo Sud, caro Roberto...le cose sono ben più ardue;

(per quello che riguarda il nostro settore) spostare assolutamente gli investimenti /spese inutili, ad esempio dal Ministero della Difesa (guerre, presenze militari e altro ancora...) in favore della Cultura. In maniera quasi azzardata, direi....proviamo per 1/2 anni ad incrementare massicciamente investimenti su recupero di beni architettonici, archeologici ed artistici (compreso il contemporaneo) ed impostiamo una campagna SERIA di marketing internazionale...

Forse non lo so nemmeno io, non saprei risponderti.

Ciao Roberto, ti ringrazio nuovamente e spero di essere stato convincente 
;)

Angelo

giovedì 22 aprile 2010

"Nice to meet you" personale di Marco Minotti

Anche se in ritardo ci tengo molto a comunicare questa mostra, ancora in corso per pochi giorni...


MARCO MINOTTI
[Nice to meet you]

A cura di Amelia Liana Lasaponara e Angelo Raffaele Villani

Antiche Cantine De Quarto
Via Roma, 1 – Lizzano (Taranto)

02/30 aprile 2010

Vernissage: venerdì 2 aprile 2010, ore 18,30

Orari mostra:
tutti i giorni 16.00/20.00

L’Associazione culturale OpificioCreativo e le Antiche Cantine De Quarto, con il patrocinio di Provincia di Taranto e Comune di Lizzano, presentano “Nice to meet you”, la mostra personale dell’artista milanese Marco Minotti, per la prima volta in terra ionica. L’evento s’inserisce nel Programma espositivo 2010, EXTREMA RATIO, che la Città di Lizzano lancia a sostegno della giovane arte contemporanea italiana, di concerto con alcune delle realtà produttive locali di maggiore interesse e vivacità.
“Nice to meet you” (Lieto di conoscervi) curato da Amelia Liana Lasaponara e Angelo Raffaele Villani, sarà un percorso divertito, giocoso, tra i personaggi dei fumetti del repertorio figurativo del Minotti. Protagonisti di narrazioni inusuali e colorate, entreremo in quel “mondo dell’ironia e della leggerezza”, dell’immaginario infantile tanto vivo in ciascuno di noi.
Brani di cultura di massa e neo-pop, dalla forte identità espressiva, racconteranno modelli e icone del mondo giovanile. Gli eroi dei cartoni animati e dei fumetti dipinti da Minotti, i suoi personaggi manga ripropongono scene e sentimenti “umani” ambientati in scenari anonimi, avulsi da ogni riferimento prospettico ed ambientale, e arricchiti di motivi floreali di una natura reinventata.

“Nice to meet you” sarà una perfetta sintesi tra il piacere del “bello” e la sublimazione del gusto, in quanto le Antiche Cantine De Quarto sono tra le più interessanti aziende vinicole del territorio e pugliesi, fiore all'occhiello per l'eccellenza dei suoi prodotti, riconosciuta da operatori di settore e organi di stampa.
L'OpificioCreativo e le Antiche Cantina De Quarto, inoltre, con il progetto “Art Wine” si faranno promotori di una iniziativa di marketing e diffusione della giovane arte contemporanea, realizzando la prima serie numerata di bottiglie da collezione d’arte (Pz. 200) abbinando le etichette artistiche dell’evento ad alcuni vini di punta dell’Azienda (Dioniso – Primitivo di Manduria, Pozzella – Negramaro).

Amelia Liana Lasaponara
Angelo Raffaele Villani