RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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mercoledì 2 marzo 2016

A Milano, Debora Hirsch - donotclickthru



Galleria Pack di Milano è lieta di annunciare l'inizio della propria collaborazione con l'artista brasiliana, ormai di stanza a Milano, Debora Hirsch. La mostra, intitolata donotclickthru, inaugurerà il 17 Marzo e continuerà fino al 2 Giugno.

La produzione artistica di Debora Hirsch può essere definita sia concettuale che 'assimilativa': l'artista raccoglie, seleziona e fonde stimoli visuali derivanti sia da immagini che da testi. Le immagini, provenienti da una ampia varietà di differenti media, sono utilizzate in una prospettiva personale, ricreate e riproposte con il mezzo del disegno, del dipinto, del video o con altre variegate forme di espressione artistica scelte dall’artista.

I suoi lavori presenti in mostra presso Galleria PACK non hanno un carattere politico o emotivo. Le opere proposte affrontano il tema dell'influsso sulla cultura e sulla società contemporanea esercitato dai mezzi di comunicazione e dalle tecnologie della contemporaneità. Uno dei suoi disegni pone apertamente il quesito Se tutto e’ al di fuori di noi, che cosa ci resta dentro? “If everything is out there, what is left within you?.” Hirsch indaga sulla condizione umana, le vulnerabilità e le contraddizioni connaturate nell'uomo, senza lasciare mai lo spazio a pregiudizi, assiomi e cliché.

L'uso della forma imperativa donotclickthru, con cui è intitolata la personale, è utilizzato anche come url del sito dedicato a questo lavoro: www.donotclickthru.com. In ultima analisi, lo scopo del sito web è quello di ottenere 'zero clicks', 'nessuna navigazione'. Il lavoro presenta una successione di immagini, disegni e testi, che simulano il formato tipico della comunicazione web nello stile.

Il sito può essere inteso come una trappola per gli esseri umani i quali, ridotti alla condizione di topi, inseguono e sono attratti come da un'esca di formaggio invisibile, immateriale e assolutamente inodore. Lo spettatore è chiamato a confrontarsi con la dimensione effimera di Internet, che altro non è se non una trappola in grado di trasformare una possibilità in una sicurezza assoluta, un dubbio in una certezza, un gruppo in minoranza in una maggioranza di individui. Tutto può essere trasformato in una lista, e non importa il quanto irrilevante o fittizia. La nostra curiosità di osservatori è attivata, innescata e ci sentiamo in dovere di colmare il divario di conoscenza. Cliccare sul mouse incarna il prototipo perfetto di un perfetto piacere: e' squisito e lascia insoddisfatti. Più si è delusi dal contenuto materiale, più insoddisfatte e disattese risultano le nostre aspettative, maggiormente ci si ritroverà ad osservare nuovamente lo stesso contenuto: quello che circola, ritorna.

Nei dipinti esposti, Hirsch funge da narratore di alcuni precisi e definiti momenti storici: dal periodo coloniale del Brasile, all'era precedente l'avvento della tecnologia digitale, alla società digitale contemporanea, e al tempo che ancora deve venire. Possiamo immaginare il mondo digitale come un sistema sofisticato di rifrazione, una proiezione senza sosta del riflesso, uno specchio infinito dalla forza e capacità inesauribili. Gli specchi di per sé hanno un effetto destabilizzante ma noi tutti ne siamo affascinati, siamo ammaliati dagli specchi e dal loro effetto, allorché la nostra realtà ci attrae e ci terrorizza simultaneamente. Il mito di Narciso, nella versione ricreata e riproposta da Borges, ci rammenta, infatti, che non si può sostenere a lungo questa tensione. Fino a questo momento, non eravamo mai stati sommersi letteralmente da tanta informazione e circondati da così tante superfici riflettenti.

Nell'esposizione, Hirsch ripropone per analizzarlo, il sistema comunicativo democratico, orizzontale, trasversale, privo di gerarchia, interattivo e simmetrico che la tecnologia digitale ci ha messo a disposizione da un lato, mentre dall'altro, e’ paradossale che proprio la tecnologia digitale ci abbia offerto una vita che è destinata ad essere prevedibile e predittiva, controllata e controllabile, condannata a sovraesposizione e a mancanza di privacy; una sconvolgente società ordinata e preordinata.
Della sua produzione artistica, all'apparenza familiare non si può determinare e affermare con certezza se il significato in essa espresso, in ultima analisi, si riferisca alla cultura digitale contemporanea, alle credenze popolari, alla cultura condivisa da tutti, alla religione, alle forme di oppressione e di controllo, alla natura, al giogo di varia origine morale e politica a cui è sottoposto l'uomo, oppure a qualsivoglia altri significati.

Le opere d'arte esposte ci coinvolgono, ci sfidano e generano con lo spettatore una dialettica conversazione che porta alla riflessione personale; i lavori stessi non operano una censura né infondono significato ai soggetti rappresentati, lasciando così ogni tipo di considerazione e giudizio all’osservatore che li contempla.

 
Galleria Pack
Viale Sabotino 22, 20135 Milano

giovedì 21 novembre 2013

LA BELLEZZA SALVERA’ IL MONDO

 
LA BELLEZZA SALVERA’ IL MONDO
Inaugurazione: Giovedi 5 dicembre 2013 ore 18,00

Nella serata Tiziana Lazzari, dermatologo plastico,
presenta il suo libro Bellissima,edizioni Edicolors

Cerruti Arte presenta la mostra “La Bellezza salverà il mondo”, riflessione sull’estetica e il valore della bellezza in un percorso scenico che spazia dalla pittura alla scultura, dalla fotografia e video all’installazione: quindici artisti, tra cui alcuni dei più affermati nel panorama internazionale dell’arte contemporanea e alcune giovani promesse, contemplano e traducono nel loro linguaggio la bellezza da diversi punti di vista ed entrano in dialogo con la sensibilità dei visitatori attualizzando domande di carattere universale.
La “Bellezza salverà il mondo”, in mostra da Cerruti Arte, propone una riflessione in chiave contemporanea su uno dei temi dominanti di tutta la storia dell’arte e affronta non solo la necessità della bellezza, ma anche la sua funzione, il suo valore e la sua finalità ospitando nella serata inaugurale il contributo di Tiziana Lazzari che presenta il suo libro Bellissima, una visione sulla bellezza dal punto di vista della sua esperienza decennale in medicina dermatologica ed estetica.
La mostra presenta un percorso in cui il pubblico si trova a confronto con opere che sollecitano la partecipazione fisica ed emotiva. I quindici artisti esaltano il tema della soggettività dello sguardo: gli scatti cinematografici di Miles Aldridge, fotografo e artista britannico celebre nel campo della moda per le sue immagini surreali a colori eccentrici, raccontano di donne, tutte bellissime, in un universo femminile lussuoso ed esasperato, nell’opera di Vanessa Beecroft, artista italiana famosissima all’estero, si fondono bellezza, estetizzazione della realtà e ossessione della perfezione, Stefano Bonzano nelle sue sculture interpreta il corpo come una periferica di collegamento tra il mondo interiore ed esteriore; un mondo artistico tutto da scoprire nel video inedito del giovane croato Tvrtko Buric che nelle sue opere incarna una visione astratta di quello che è di più astratto nella realtà, nella scultura di Aron Demetz è intagliata nel legno una nuova ricerca sulle proporzioni, l’opera di Stefano Fioresi, considerato uno dei massimi esponenti della corrente Neo-Pop italiana, rimanda ad una riflessione sulla bellezza apparentemente classica, mentre invece l'immaginario surrealista fatto d'incongruenza e di sogni si fonde con la matericità nell’installazione di Loredana Galante, artista poliedrica che lavora utilizzando tutti i linguaggi visivi, Deborah Hirsc umanizza le icone della bellezza contemporanea affiancando al volto dipinto un testo da lei scritto che diviene completamento del ritratto stesso per svelarne l’interiorità, nella celebre opera di Damien Hirst, noto artista internazionale, la bellezza si scopre anche nel simbolo della morte quale elemento di rinascita, per Javier Marin, affermato scultore messicano, la bellezza sta nello slancio e nel senso di conquista che trasmette la sua opera con la capacità delle pose di dominare con forza lo spazio, Alessandro Pianca, giovanissimo protagonista della scena italiana, usa un linguaggio fotografico unico, regalando alla bidimensionalità della fotografia la tridimensionalità della vita, l’opera specchiante di Michelangelo Pistoletto, uno degli artisti più influenti d’Europa, include direttamente la bellezza del quotidiano con la presenza dello spettatore e la dimensione reale del tempo, la fotografa americana Denise Prince si autorappresenta in una donna avventurosa e coraggiosa che predilige l’azione, i lavori di Gavin Rain hanno una molteplicità di livelli di visione e la bellezza appare da un insieme, ed infine per Vitaliano, artista chiavarese di nascita e cittadino del mondo per vocazione, la donna diviene messaggera del messaggio positivo, attraverso un sorriso o un’espressione ammiccante e seducente attraverso l’uso della tecnica pittorica che rimanda alla cultura classica.
La bellezza non è una qualità delle cose stesse: essa esiste soltanto nella mente che le contempla ed ogni mente percepisce una diversa bellezza. ( HYPERLINK "http://it.wikiquote.org/wiki/David_Hume"David Hume)

LA BELLEZZA SALVERA’ IL MONDO
Dostoevskij

Miles Aldridge,
Vanessa Beecroft,
Stefano Bonzano,
Tvrtko Buric,
Aron Demetz,
Stefano Fioresi,
Loredana Galante,
Debora Hirsch,
Damien Hirst,
Javier Marin,
Alessandro Pianca,
Michelangelo Pistoletto,
Denise Prince,
Gavin Rain,
Vitaliano.

Inaugurazione: Giovedi 5 dicembre 2013 ore 18,00

Nella serata Tiziana Lazzari, dermatologo plastico,
presenta il suo libro Bellissima, edizioni Edicolors

Durata: dal 6 dicembre al 31 gennaio 2013

Orari galleria: dal martedì al venerdì dalle 15,30 alle 19
ed il Sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 15,30 alle 19

Ufficio stampa: Silvia Caprari – tel. 3465011570 – HYPERLINK "mailto:silviacaprari1@gmail.com"silviacaprari1@gmail.com

giovedì 17 novembre 2011

'Quelli che restano - stati d'animo del paesaggio contemporaneo' a cura di Mimmo di Marzio




'Quelli che restano - stati d'animo del paesaggio contemporaneo'
a cura di Mimmo di Marzio - direzione artistica Nicoletta Castellaneta

Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto 2, Milano
23 novembre 2011 - 29 gennaio 2012


Pancrazi - tetti
Allo Spazio Oberdan un’importante mostra che mette a fuoco le indagini sul paesaggio contemporaneo da parte di alcuni tra gli artisti del nostro territorio ormai riconosciuti sulla scena internazionale, dal titolo “Quelli che restano”, promossa da Provincia di Milano/Assessorato alla Cultura e Fondazione Club Lombardia in collaborazione con Polyedra, ALT, Ciaccio Broker, a cura di Mimmo Di Marzio, direzione artistica e organizzativa di Nicoletta Castellaneta.
Il titolo boccioniano intende rilevare i nomi più rappresentativi anche a livello internazionale che hanno iniziato in Lombardia la loro carriera artistica e al contempo si sono confrontati, attraverso differenti linguaggi artistici, con le molteplici accezioni dei concetti di spazio, tempo e luogo.

Il paesaggio, in questa mostra, è interpretato e vissuto come sguardo sui mutamenti urbano-ambientali ma soprattutto nelle sue relazioni emozionali tra luogo e artista-osservatore. Uno sguardo che si manifesta oltre il carattere meramente rappresentativo ma sempre lungo il confine tra arte e architettura, creatività e progetto. Gli artisti esprimono la loro concezione di spazio fisico e mentale con tutti i media che oggi l’arte contemporanea mette a disposizione, tra installazioni ambientali, scultura, fotografia, pittura e video. Paesaggio come sfondo o come attraversamento, come territorio in divenire o come contenitore di flussi, ma anche come riflessione. Un’indagine che gli artisti svolgono allo Spazio Oberdan all’interno di spazi autonomi e che appare quanto mai consona a una realtà come quella che sta affrontando in questi anni la città di Milano, tra nuove politiche territoriali e trasformazioni ambientali in vista dell’Expo.


Gli artisti in mostra

Nell’installazione di Loris Cecchini - in dialogo con le opere su carta di Giovanni Frangi, un labirinto composto di sabbie e pigmento puro all’interno di pannelli alveolari pone l'idea di una stratificazione geologica che al tempo stesso fa riferimento alla storia della pittura.

L’intervento di Frangi risponde con un’installazione pittorica su carta che riproduce un paesaggio immaginario attraverso cromatismi che all’interno dello spazio paiono liberare le texture geometriche e minimali.

In una stanza buia l’installazione luminosa e sonora di Mario Airò – il flash che illumina un ramo d’albero trasformandolo in lampo e il rumore di un tuono – riproduce artificialmente la forza della Natura che nello spazio chiuso dà luogo a uno spiazzamento percettivo.


Salvatore Falci riveste lo spazio con cinque gradini d’erba cresciuta secondo la configurazione del camminamento dei fedeli su un sagrato lombardo,

Marco Petrus, sulle orme di Alighiero Boetti, fa realizzare in Nepal un tappeto a mano su cui è raffigurato uno dei suoi celebri scorci architettonici.

Andrea Mastrovito realizza appositamente per la mostra che sulle pareti dello Spazio Oberdan riproduce un grande paesaggio boschivo che, attraverso effetti materici e luminosi, muta seguendo un ritmo circadiano.

“Milano a strappo” è il titolo dell’installazione che Stefano Arienti dedica alla percezione di una città rappresentata attraverso immagini ritagliate dalle pagine di quotidiani, poetiche ‘assenze’ su fotografie ingiallite che lasciano appena intravedere scorci urbani riconoscibili.

Un paesaggio interiore e in costante divenire quello costruito da Pierluigi Calignano: una serie di pannelli ridisegnano ritmicamente e cromaticamente lo spazio, attraverso colore e assenza di colore, alternanza di pieni e di vuoti.

L’installazione di Luca Pancrazzi si compone di semplici materiali di uso quotidiano – libri o rotoli di scontrini fiscali - con cui l’artista compone orizzonti immaginari e sculture-paesaggio dove microcosmo e macrocosmo dialogano e si interfacciano.

“Tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui, ora”, è l’iscrizione che Alberto Garutti ha composto su una pietra collocata al suolo in diversi punti della città di Milano dall’aeroporto di Malpensa. Nella sua opera è racchiuso il concetto di un paesaggio inteso come geografia antropologica ed esistenziale, flusso consapevole di vissuti individuali.

Una ‘strip’ fotografica di Paola Di Bello lungo circa trenta metri che percorre le stanze della mostra è il paesaggio“ in velocità “ nella geografia urbana, dove la manipolazione di scatti singoli crea una mappa metaforica tra il tempo e lo spazio.

Anche Alessandro Papetti, attraverso il medium pittorico, fuoriesce dalla tela e compone un’installazione ‘neofuturista’ che immerge lo spettatore in un tunnel cromatico dove le immagini della città si scompongono e ricompongono, come nella ripresa fotografica da un’auto in corsa.

Il video di Debora Hirsch è ambientato in un paesaggio carico di significati biografici ed emozionali, la piazza centrale di Salvador de Bahia dove venivano puniti a frustate gli schiavi. Semplici passanti salgono e scendono in ‘slow motion’ secondo una dinamica impossibile e surreale.

Poetica e evocativa è l’installazione di Vedovamazzei che attraverso il calco di un muro deteriorato dal tempo disegnano la geografia di una nostalgica intimità.

Nell’opera fotografica di Adrian Paci, un gruppo di extracomunitari fermi nella sala d’attesa di un aeroporto rappresenta metaforicamente la geografia del mondo contemporaneo, una geografia in divenire e in costante relazione con il movimento dei flussi migratori.

mercoledì 14 settembre 2011

A Torino uno splendido Art & Wine Residence... il Santa Giulia

Nel mio continuo peregrinare, mi capita spesso di imbattermi in posti, luoghi e situazioni a volte sconosciute ai più.
Torino, la città in sé, ovviamente non necessità del mio supporto, trovandola comunque sempre più affascinante e attiva.
Ogni volta che mi capita di venirci, scopro nuove intelligenti realtà.
Una città che vive un'aurea unica, quella di essere città d'arte e di cultura  ed allo stesso tempo brulicante ed industriale. Nobile ed austera quanto viva e vivace.
I suoi caffè, i portici, i musei... insomma una città tutta da scoprire.


Nel mio peregrinare dicevo, ho scoperto un residence, a due passi dal centro, di fascino e charme nonchè un "carattere" unico per questa tipologia.
L'Art & Wine Residence, il Santa Giulia (http://www.reoasi.com/residence-torino/santa_giulia_art_wine_residence).


 Oltre alla cura dell'edificio e degli appartamenti, mi ha colpito è il fatto di essere accolti in una sorta di galleria d'arte, dove in spazi appositamente creati, vengono ospitate delle vere e proprie mostre. In assenza di eventi lo spazio serve ospitare la collezione della proprietà ( con in esposizione opere di Masbedo. Valerio Berruti, Karina Chechik, Debora Hirsch, Botto & Bruno, Mary Sue e tanti altri...) se dovete andare a Torino e non sapete dove alloggiare...

sabato 22 maggio 2010

MARILYN MONROE. ARTE DELLA BELLEZZA

opera di Dario Brevi


L'esposizione, curata da Carlo Occhipinti con la collaborazione artistica di Massimo Ferrarotti, intende evidenziare l'attualità del leggendario mito della diva di Hollywood più famosa nel mondo, attraverso le opere (dipinti, sculture e fotografie) di famosi artisti internazionali.

Aprono l'esposizione alcuni "cimeli" (abiti, borsette, scarpe e molti altri oggetti personali) appartenuti a Marilyn Monroe (Los Angeles, 1 giugno 1926 - 5 agosto 1962) e da lei indossati in occasione di serate di gala o per la presentazione di alcuni tra i suoi più importanti film quali: "Come sposare un milionario" (1953), "Il Principe e la ballerina" (1957), "Facciamo l'amore" (1960).
Oltre alle serie delle dieci "Marilyn" di Andy Warhol del 1962 (diventate il simbolo più celebrato di tutta la Pop Art americana) l'esposizione prosegue con un'ampia sezione dedicata al maestro Mimmo Rotella che riunisce, per la prima volta, trenta décollages (molti dei quali di grande formato) dedicate a Marilyn Monroe ed eseguiti dall'artista a partire dagli anni Sessanta. Nell'ambito di questa sezione è presentata anche la raccolta "Marilyn. Bellezza Eterna", composta da dieci opere di Mimmo Rotella, ognuna delle quali è accompagnata da una poesia su Marilyn Monroe, scritta da Alda Merini.
Completano la sezione le elaborazioni foto-serigrafiche di immagini famose di Marilyn Monroe dell'artista milanese Giuliano Grittini, noto per aver lavorato a fianco di Mimmo Rotella e, ancor di più, per la lunga amicizia e collaborazione con la scrittrice Alda Merini, scomparsa lo scorso anno. Il percorso espositivo prosegue con la presentazione di opere di artisti contemporanei che hanno celebrato il mito di Marilyn Monroe con i loro dipinti (Debora Hirsch, Carlo Pasini, Marco Minotti, Omar Ronda, Tiziano Colombo, Dario Brevi e molti altri) o con sculture, come nel caso di Domenico Neri che ha realizzato una splendida statua in bronzo della diva, a grandezza naturale, un esemplare della quale è esposta permanentemente a Los Angeles di fronte al "Museo del Cinema" di Hollywood.
La mostra è ulteriormente arricchita dalla presenza del maestro torinese Ugo Nespolo che espone trenta opere dedicate a Marilyn Monroe che fanno parte di un progetto artistico ideato appositamente per Villa Ponti. Chiude la Rassegna la sezione "The last sitting" che presenta le splendide immagini di Marilyn Monroe realizzate dall'artista-fotografo americano Bert Stern nel giugno 1962, poche settimane prima della scomparsa della diva.

La Mostra è documentata da un prestigioso catalogo (edito dalla Fondazione Art Museo) contenente la riproduzione delle opere esposte, i contributi critici di Manuela Boscolo e Mario L. Riva e le testimonianze critiche di Alda Merini, Serena Ferrando, Vincenzo Mollica e Massimo Ferrarotti. Completa l'edizione una vasta documentazione inerente la vita di Marilyn Monroe, curata da Carlo Occhipinti.

Tel. 0331 679893 - fax. 0331 329893 e-mail artmuseum@virgilio.it


l'opera di Marco Minotti