RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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giovedì 22 settembre 2016

A Milano alla Prada William N. Copley

La retrospettiva “William N. Copley”, a cura di Germano Celant, è presentata in collaborazione con The Menil Collection. Dopo la prima presentazione a Houston da febbraio a luglio 2016, la mostra aprirà in una versione più estesa alla Fondazione Prada a Milano dal 20 ottobre 2016.
William N. Copley (1919–96) rappresenta un’originale figura di artista, eclettico e autodidatta, oltre che di instancabile promotore culturale, grazie al suo lavoro come giornalista, editore, gallerista e collezionista.


La mostra esplora la sua intera carriera artistica – che della fine degli anni ’40 a Hollywood, si sviluppa a Parigi per poi consolidarsi tra Europa e Stati Uniti – e ripercorre l’evoluzione del suo stile e delle sue sperimentazioni pittoriche. Ispirandosi al Surrealismo, all’immaginario dei cartoon e alla cultura folkloristica americana, l’artista ha esplorato con umorismo e intelligenza tematiche ricorrenti come pornografia, patriottismo, e l’inaspettato potenziale degli oggetti quotidiani.


www.fondazioneprada.org/

domenica 27 dicembre 2015

Per smaltire, mi cibo d'arte!



Cosa c'è di meglio da fare, per smaltire le abbuffate natalizie, se non regalarsi un pomeriggio immerso nell'arte? Nulla! 
Almeno per me...

La meta? la Fondazione Prada a Milano...

Assolutamente da vedere... 
La struttura, le collezioni permanenti e... 
fino al 10 gennaio, TRTTICO, con opere di Cattelan, Pivi e Damien Hirst e la mostra curata da Germano Celant di Gianni Piacentino

Fino al 14 febbraio la mostra RECTO VERSO
 
E dulcis in fundo fino a maggio AN INTRODUCTION, con opere dei più grandi protagonisti del secondo dopoguerra: dagli anni '60 al New Dada fino al Minimalismo americano...

con Lost Love (2000), di Damien Hirst


sabato 7 novembre 2015

A cura di Celant, l'antologica di Piacentino alla Prada

Fondazione Prada dedica una mostra antologica all’artista Gianni Piacentino (Torino, 1945), a cura di Germano Celant.

Il percorso espositivo, ospitato nei due livelli del Podium, riunisce più di 90 lavori ed esplora la carriera dell’artista seguendo un ordine anticronologico, dalle opere più recenti realizzate nel 2015 fino ai lavori datati 1965. 


La ricerca di Piacentino si avvia in un contesto culturale e artistico caratterizzato da un crescente distacco dal soggettivismo che aveva animato l’Action Painting e l’Informale e dallo sviluppo di un nuovo linguaggio visivo tra l’attenzione all’immaginario popolare e consumistico e l’apprezzamento per forme geometriche e primarie. Il suo lavoro non s’inscrive però in nessuna delle due tendenze allora dominanti – Pop art e Minimal art – ma opera, secondo la lettura inedita di questa mostra, una sintesi tra le due.
Alla ricerca di un punto d’incontro tra le due correnti, Piacentino trova una risposta nel mondo della velocità e dei mezzi di trasporto come l’automobile, la moto e l’aereo, prodotti della cultura popolare che, pur non appartenendo all’arte pura, sono la testimonianza di un’estetica industriale. In tale senso l’artista si avvicina alle fantasie aerodinamiche di molti artisti californiani: da Billy Al Bengston a Craig Kauffman, da John Mc Cracken a John Goode. Come spiega Germano Celant: “È in questo clima storico di oscillazione tra arte e design, tra artigianato e industria, tra utile e inutile, tra unicità e serie, che si colloca il contributo di Piacentino, le cui alterità e unicità risiedono proprio nella dialettica tra le due polarità. Sin dal 1966 le sue sculture approdano a un risultato trascendente l’oggetto funzionale, sebbene quest’ultimo rimanga riconoscibile come possibile entità industriale e dalle caratteristiche decorative, perché derivate da una cultura intrisa di scienza applicata, di esperienza artigianale, di precisione meccanica e di processi strumentali di alta ingegneria”.

Come afferma Gianni Piacentino, “al centro del mio lavoro c’è sempre la rilevanza del controllo tecnico e matematico. Non mi lascio sedurre dal rimosso e dalle pulsioni”. Una coerenza dimostrata dall’attrazione per la disciplina costruttiva che comporta sia eleganza e perfezione, sia la predilezione per un controllo assoluto delle proprietà fisiche e cromatiche dei materiali. 

Durante il suo percorso artistico, Piacentino si è posto alla guida del processo creativo seguendo, come nel settore del design, tutte le fasi inscritte in uno schema di produzione industriale. Come sostiene Germano Celant, la sua avventura artistica ed estetica rappresenta “un’uscita assoluta dall’imperfezione, dall’istantaneità e dalla casualità del fare arte, per accedere a un universo di perfezione, calcolo e concentrazione, così da poter competere, sul piano del sublime e dell’assoluto, con un veicolo da corsa o da volo”.

http://www.fondazioneprada.org/ 

domenica 3 maggio 2015

Christo The Floating Piers Project for Lake Iseo, Italy



Christo
The Floating Piers
Project for Lake Iseo, Italy
Roma, 22 aprile 2015 - Christo e Germano Celant hanno annunciato questa mattina a Roma nell’Auditorium Maxxi - Museo nazionale delle arti del XXI secolo il nuovo progetto di Christo in Italia: The Floating Piers.
Per 16 giorni, nel giugno del 2016, il Lago d'Iseo sarà reinterpretato. 70.000 metri quadri di tessuto giallo cangiante, sostenuti da un sistema modulare di pontili galleggianti formato da 200.000 cubi in polietilene ad alta densità, comporranno The Floating Piers, una installazione che si svilupperà a pelo d'acqua seguendo il movimento delle onde.

I visitatori potranno fruire del lavoro percorrendo la sua intera lunghezza che si sviluppa in circolo da Sulzano a Monte Isola e poi fino all'isola di San Paolo. Dalle montagne che circondano il lago si potrà avere uno sguardo “a volo d'uccello” su The Floating Piers osservandone angoli nascosti e prospettive inaspettate.
The Floating Piers creerà sulle acque del Lago di Iseo un percorso pedonale di 3 kilometri composto da pontili larghi 16 metri e alti 50 centimetri dai bordi degradanti. Il tessuto si svilupperà per altri 1.5 kilometri lungo una strada pedonale tra Sulzano e Peschiera Maraglio.



Tra la primavera e l'estate del 2014 Christo, insieme a Vladimir Yavachev - operations manager, Wolfgang Volz - project manager, e Josy Kraft – registrar e curatore, hanno esplorato diversi laghi del nord Italia e, insieme al Project Director Germano Celant, hanno ritenuto che il Lago d'Iseo fosse il luogo più adatto e di grande ispirazione.
Il bacino lacustre si trova a 100 km ad est di Milano e 200km ad ovest di Venezia.
 
The Floating Piers sarà il primo progetto su larga scala dai tempi di The Gates, realizzato da Christo e Jeanne-Claude nel 2005. Come tutti i loro lavori, i fondi per la realizzazione di questa opera provengono interamente dalla vendita delle opere di Christo.
Dopo i 16 giorni tutti i componenti dell'opera verranno rimossi e dismessi attraverso un processo industriale di riciclaggio.

Christo e Jeanne-Claude hanno realizzato in Italia molti progetti nella loro carriera creativa: Wrapped Fountain e Wrapped Medieval Tower a Spoleto, 1968; Wrapped Monuments a Milan, 1970; e The Wall, Wrapped Roman Wall a Rome, 1974.
Dopo oltre 40 anni dall'ultimo progetto, Christo è entusiasta di poter lavorare ancora in Italia.

Le immagini sono scaricabili anche da:
http://www.christojeanneclaude.net/press/the-floating-piers

Ufficio stampa:
Alessandra Santerini
email alessandrasanterini@gmail.com, cell. +39 335 68 53 767
Giovanni Sgrignuoli
email giovanni.sgrignuoli@gmail.com, cell. +39 328 96 86 390

domenica 26 ottobre 2014

Anche D'ARS, arriva in rete e lo fa alla grande!



Anche D'ARS, arriva in rete e lo fa alla grande! 

Un sito dinamico e fruibile all'altezza della grande tradizione della nota rivista fondata nel 1960 da Oscar Signorini, oggi diretta da Cristina Trivellin, che vanta nei suoi trascorsi collaborazioni "illustri" con firme del calibro di Giulio Carlo Argan, Silvio Ceccato, Raffaele De Grada, Gillo Dorfles, Pierre Restany, Germano Celant. 
La rivista viene diretta in seguito da Mac Spasciani, alla quale succede, nel 1984, il critico francese Pierre Restany, fino al 2003.


www.darsmagazine.it è l’anima web della rivista D’ARS, un portale in grado di estendere lo sguardo sulla cultura contemporanea con l’attenzione che da sempre contraddistingue il primo magazine d’arte italiano. Una guida a mostre, eventi, luoghi e artisti per vivere il lato migliore di Milano – e non solo – e del suo fermento artistico!

Oltre ad avere nella sezione “TRIMESTRALE” la rivista in formato epub in due lingue, la testata online ha una vita propria. I contenuti vengono creati in modo corale, frutto del dialogo continuo tra la redazione e i bloggers più assidui, seguendo una linea comune stabilita a priori, ma non congelata. Calata, piuttosto, dentro la cultura contemporanea nelle sue molteplici e talvolta contraddittorie sfaccettature. Al giudizio preferiamo l’analisi, alle conclusioni preferiamo le aperture e le visioni presenti – e perché no?- future.

AVVISO AI LETTORI: linea guida alla redazione dei nostri articoli, è l’attenzione a quanto riusciamo veramente a conoscere, vivere ed esplorare con tempo, senza farsi schiacciare dalla frenesia della produttività a tutti i costi. Per un’ecologia dell’informazione e una maggiore qualità della vita, per noi e speriamo anche per voi!

la copertina dell'ultimo numero


REDAZIONE

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Contatti: info@darsmagazine.it


mercoledì 15 maggio 2013

Marc Quinn alla Fondazione Cini a Venezia a cura di Germano Celant



Marc Quinn
Mostra personale del grande artista inglese
a cura di Germano Celant
La Fondazione Giorgio Cini annuncia un nuovo importante progetto espositivo che aprirà al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore il 29 maggio 2013: Marc Quinn, grande mostra personale a cura di Germano Celant e prodotta in collaborazione con l’artista, che vedrà una selezione di oltre 50 opere – tra sculture, dipinti, disegni e altri oggetti d’arte – realizzate da Marc Quinn, uno dei più noti esponenti della generazione degli Young British Artists.
Con oltre 50 opere tra cui  13 mai esposte prima,la mostra dal titolo Marc Quinn sarà tra le più importanti mai dedicate all’artista. Oltre a celebrare il rinnovarsi della collaborazione tra Quinn e Celant (che risale all’esposizione Garden organizzata da Fondazione Prada a Milano nel 2000), Marc Quinn segna il ritorno a Venezia dell’artista inglese dopo The Overwhelming World of Desire alla Collezione Peggy Guggenheim nel 2003, e ribadisce il crescente interesse della Fondazione Giorgio Cini per l’arte contemporanea.
Nelle intenzioni di Marc Quinn – che da sempre attua una profonda indagine su alcuni temi privilegiati, quali il rapporto tra arte e scienza, il corpo umano e i suoi meccanismi di sopravvivenza, la vita e la sua conservazione, la bellezza e la morte – l’antologica alla Fondazione Giorgio Cini che aprirà al pubblico il 29 maggio 2013 è un “viaggio dalle origini della vita” e celebra, attraverso opere originali, “il timore e la meraviglia nei confronti del mondo in cui viviamo”.
Sarà possibile ammirare, in un nuovo ed unico spettacolare allestimento concepito appositamente per l’Isola di San Giorgio, il ciclo Evolution (2005): serie di dieci monumentali blocchi di marmo raffiguranti feti di varie dimensioni, che riproduce il mistero della vita come dono extraterreno che emerge dalla laguna. Un omaggio alla natura, che vede l’arte come componente intrinseca e misteriosa, sono le sette colossali conchiglie della serie The Archaeology of Art: queste perfette forme simmetriche sono infatti realizzate da minuscole creature senza cervello, che sembrano seguire un ordine apparentemente più grande di loro. Infine sarà possibile vedere la grande opera Alison Lapper Pregnant (2005), installata dal settembre 2005 su una della basi al centro della londinese Trafalgar Square. L’opera, che era il pezzo centrale della cerimonia di chiusura dei Giochi Paralimpici per celebrare il trionfo della forza vitale sulle avversità, propone “un nuovo modello di eroismo femminile” in cui amore, maternità, vitalità raggiungono una forma imprevedibile e un picco inaspettato.
Il lavoro concettuale di Marc Quinn si realizza attraverso scultura, pittura, installazioni e video. Il forte interesse dell’artista per la capacità di metamorfosi sia della natura che della vita umana lo guida verso un’attrazione per la spiritualità innata dell’uomo. Quinn mette in discussione i codici della natura attraverso l’utilizzo di materiali che non accettano compromessi, quali ghiaccio, sangue, marmo, vetro e piombo. Attraverso l’utilizzo di tali materiali le opere di Quinn esplorano vita, morte, sessualità e religione in modo poetico e allo stesso tempo provocatorio. Quinn trasforma l’atto del semplice osservare, forzando lo spettatore a mettere in discussione quanto lo circonda, spingendolo verso l’ignoto, per favorire la riscoperta.



Palazzo Cini a San Vio
Dorsoduro (San Vio), 864 – 30123 Venezia
tel. +39 041 2710230 – +39 041 2710239
fax +39 041 5205842

29 Maggio – 29 Settembre 2013
10-19 tutti i giorni
Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia
Ingresso libero