RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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martedì 27 novembre 2012

“Pattern Addicted” personale di Eloisa Gobbo

A Padova la personale di Eloisa Gobbo, da vedere!



“Pattern Addicted” personale di Eloisa Gobbo
Spazio Tindaci
Via Dante 15, 19, 35139 Padova
Opening mercoledì 28 novembre ore 18.30
Dal 29 novembre 2012 al 19 gennaio 2013


SPAZIOTINDACI presenta “Pattern Addicted”, la nuova accattivante personale di Eloisa Gobbo, artista padovana tra i fondatori dell’Italian Newbrow, scenario culturale delineatosi a partire dalla Biennale di Praga del 2009 che usa immagini e tratti distintivi della cultura popolare per creare, attraverso l’ironia, un’arte diretta ed immediata.


L’opera di Eloisa Gobbo racconta storie attraverso dei “pattern” (decorazioni o schemi esornativi) ripetuti e sovrapposti, che si avvalgono di immagini prese dall’architettura, dalla moda, dal design, dal mondo dei tatuaggi o dal web, creando delle trame esteticamente affascinanti. “Pattern Addicted” infatti significa letteralmente “dedito o dipendente all’ornamento”.

L’esposizione, oltre ad una selezione di acrilici su tela dai colori intensi ed accesi, propone su una serie di lavori realizzati in bianco e nero ed alcune opere scultoree.
L’esigenza del bianco e nero nasce per sottrazione del colore come elemento di disturbo e distrazione rispetto ai rapporti spaziali tra i vari piani del dipinto.

Per quanto riguarda le opere di scultura esposte il processo creativo è del tutto simile a quello dei lavori su tela: l’ipertesto pittorico diventa tridimensionale. Nelle opere “Matrioska” o “Petali di stelle” è come se uno o più pattern si fossero sollevati dalla tela in una metamorfosi tridimensionale e avessero dato vita a degli oggetti veri e propri. L’ipertesto si crea con i pieni e i vuoti, con la luce e le ombre.

Architetture di Luce... dal 6 dicembre al Museo Ebraico di Buenos Aires





Ci siamo! Oramai il 6 dicembre è vicino. Fervono i preparativi. Tutto è pronto e si aspetta solo il catalogo che arrivi dalla tipografia.

La quarta tappa della mostra personale di Karina Chechik, "Architetture di Luce" è tornata in Argentina, a Buenos Aires, al Museo Ebraico (www.museojudio.org.ar) e si inaugurerà il prossimo 6 dicembre. 
Curata, in questa occasione da Liliana Olmeda de Flugelma, rimarrà visibile fino al 21 aprile 2013. 
Preseguirà poi nel 2014 al Frost Museum di Miami (http://thefrost.fiu.edu/) per poi proseguire il tragitto in altre pretigiose sedi istituzionali. 
Se doveste capitare nella capitale argentina...




Il testo critico a firma della curatrice della mostra Liliana Olmeda de Flugelman 

Gacetilla de prensa

Arquitecturas de Luz de Karina Chechik



Karina Chechik estudió Bellas Artes en la Escuela Nacional de Bellas Artes Prilidiano Pueyrredón, Desde 1995 hasta el 2007 vivió en Miami, donde desarrollo una intensa actividad artística colaborando y exponiendo en galerías y centros de arte, Universidades y Museos. También desarrollo una reconocida trayectoria en Europa, especialmente en Italia y España. Paralelamente dicto cursos y conferencias en distintas Universidades, Museos e instituciones culturales de la Argentina, Estados Unidos y Europa. Su obra ha sido editada por ediciones Polígrafa de Barcelona en el 2003, galería que la ha llevado a exponer en las ferias mas importantes del circuito internacional, como Art Basel, Art Basel Miami, Arco de Madrid, Art Cologne y Maco México. Su obra es parte de importantes colecciones de museos e instituciones públicas y privadas de Argentina, Estados Unidos y Europa.

Karina Chechik recurre a la arquitectura de los espacios dedicados a la espiritualidad para desarrollar sus investigaciones pictóricas. Así como la representación de la luz es su recurso, la captura de un determinado momento es su materia prima: árboles que se elevan en la naturaleza, sinagogas centenarias, catedrales góticas, templos de diferentes cultos y edificios de la nueva liturgia del mundo contemporáneo, los museos. Podemos intuir una presencia inequívoca, el logos y el espíritu que ilumina el alma universal se expanden fuera de los límites de sus telas y sutilmente nos interpela dándonos cita donde el hombre se supera a sí mismo como factótum, pero más aún como observador de la creación divina.

La muestra inició su itinerancia en mayo del año 2011 en el Museo Catedral de La Plata de la República Argentina, siguió en el Museo del Design, Torino, Italia y luego en el Istituto Nazionale di Studi Romani, Roma. Se presentará en el Museo Judío de Buenos Aires incorporando obras recientemente realizadas. En el año 2014 continuará en The Frost Art Museum de Miami.

Curaduría: Liliana Olmeda de Flugelman





Inauguración: Jueves 6 de diciembre de 2012 a las 19 hs. Museo Judío de Buenos Aires, Libertad 769, CABA. 4123-0832 www.museojudio.org.ar

Contacto: curadora@judaica.org.ar. Martes a jueves de 15 a 18 y viernes de 15 a 17 hs.

La muestra permanecerá abierta hasta el 21 de abril de 2013.

BASQUAIT Vita lucente e breve di un genio dell'arte di Phoebe Hoban

Ho appena finito di rileggere



BASQUAIT
Vita lucente e breve di un genio dell'arte
di Phoebe Hoban

Un volume che consiglio, che riesce ad entrare in pieno nella giovane esistenza di uno dei più grandi geni del XX secolo... se vi dovesse capitare leggetelo, merita...
  • Titolo: Basquiat. Vita lucente e breve di un genio dell'arte
  • Autore: Phoebe Hoban
  • Curato da: Lo Porto T.
  • Editore: Castelvecchi
  • Collana: Le Navi
  • Data di Pubblicazione: Ottobre 2006
  • ISBN: 8876151559
  • ISBN-13: 9788876151552
  • Pagine: 464
  • Formato: illustrato, brossura

lunedì 26 novembre 2012

KEEP CALM and MAKE ART

Ci sono anche Giovanni Manzoni Piazzalunga e Susy Manzo... 
2 buoni motivi per non mancare!

 
KEEP CALM and MAKE ART


Mostra collettiva d'arte contemporanea
ART FOR INTERIOR
Via Pellegrino Rossi 5, 20161 Milano


VERNISSAGE martedì 4 dicembre ore 18,30
In mostra dal 5/12/2012 al 15/01/2013

KEEP CALM e regala arte accessibile

Artisti:
Tommaso Santucci, Michele Cavaliere, Yodarms, Vittorio Bifulco Troubetzkoy, Simone Masetto Maghe, Giovanni Manzoni Piazzalunga, Mauro De Carli, Beppe Giacobbe, Enrico Casmirri, Francesco Campanoni, Susy Manzo, Marco Beck Peccoz, Anna Boselli, Dario Di Franco, Stefano Molaschi, Piergiorgio Calcaterra

2° fine settimana di Casa d'Arte San Lorenzo in TV...



Si sta per concludere il secondo ciclo di trasmissioni di Casa d'Arte San Lorenzo in TV andate in onda sul canale SKY 883 (Pianeta tv) ed in contemporanea su Sky 902 (Reality tv) e Sky 949 (Carisma).
Tre notti "trascorse" insieme: venerdì, sabato e domenica.

Devo dire sinceramente che, se anche lo speravo, il consenso ottenuto, è decisamente superiore a quello atteso. 
Aldilà delle vendite, delle prenotazioni. 

La cosa che più ho apprezzato sono state le tante telefonate di sostegno, di apprezzamento.
Fatte per segnare una "presenza".
Grazie.

Ne rimangono ancora tre (di fine settimana), da vivere insieme, fino al 16 dicembre.

Sperando di riuscire a coinvolgervi ancora, vi aspetto il prossimo w-e...


domenica 25 novembre 2012

CARLO SPIGA - MAKIKA a cura di Andrea Lacarpia

A Monza...



CARLO SPIGA - MAKIKA a cura di Andrea Lacarpia

Galleria CART - Via Sirtori 7 - Monza
Inaugurazione: sabato 1 Dicembre 2012, dalle 18.00 alle 21.00
Durata della mostra: dal 1 Dicembre 2012 al 31 Gennaio 2013
Orari di apertura: dal martedì al sabato 15,30 - 19,30

COMUNICATO STAMPA:
“Makika” è il titolo della mostra personale che Carlo Spiga presenta negli spazi della Galleria Cart proponendo la sua più recente produzione con installazioni, suoni e una ventina di lavori della serie “ They Live!”.
Nella prima sala viene proposto quasi un hortus conclusus costituito da due basse pareti in mattoni forati che si intersecano creando una zona separata, quasi protetta, che invita alla sosta. Lì infatti sono disposti alcuni cuscini sui quali adagiarsi per ammirare da vicino le opere delle serie “They Live!” collocate sulle pareti a mattoni grezzi dell’istallazione, mentre una musica composta da suoni reiterati e profondi, propri dell’espressione musicale primitiva e popolare, si diffonde nell’ambiente.
“They Live!” : accumuli di sagome di carta di figure umane acefale recuperate da vecchie riviste e trattenute insieme da oggetti di scarto, talvolta rotti, che riconquistano nuova vita e dignità con una differente funzione.
Come puntualmente rileva Andrea Lacarpia, curatore della mostra, nel testo che accompagna l’esposizione “il suono è elemento centrale anche della seconda istallazione, costituita da un aspirapolvere posto in piedi su un podio decorato come gli edifici sacri dell’Asia centrale. Data la posizione ieratica all’interno della sala … l’installazione assume una valenza totemica.
L’aspirapolvere, collegato ad un modulatore che riduce l’apporto di energia elettrica, e attivato da un sensore, produce una melodia simile all’antico canto difonico Kargyraa, armonia vocale ottenuta con una particolare tecnica … come strumento preferenziale per la comunicazione con gli spiriti della natura. Il rumore dell’oggetto in funzione … diventa un canto sacro che immerge in uno spazio contemplativo, inaspettatamente ottenuto attraverso uno dei più noti simboli della civiltà dei consumi.”
“Carlo Spiga nella sua ricerca rilegge diverse forme della tradizione, intesa come trasmissione di una eredità culturale, accostando e amalgamando contemporaneamente situazioni attuali e lontane nello spazio e nel tempo.”
Makika è il nome dato da Carlo Spiga alla sua chitarra, acquistata in un mercatino, che l’artista porta sempre con sé in ogni suo viaggio, reale o immaginario.


info:
galleria cart srl
via sirtori, 7
20900 monza
martedi-sabato : 15,30-19,30
tel/fax 039.329101
www.galleriacart.com

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TESTO CRITICO
Portare la coscienza al passato, ai propri antenati e alle tradizioni ad essi collegate è divenuta impresa ardua, dopo secoli di cieca fiducia nella ragione che, guardando all'evoluzione in termini di praticità, è sempre volta al progresso. Il rifiuto del passato, accompagnando la società dei consumi e dell'economia di mercato, ha fatto in modo che si rompesse il collegamento tra l'uomo e la dimensione trascendente, mistica e irrazionale, in favore di un'ideologia legata alle oscillazioni dei valori economici. Secondo Jung le patologie psichiche dell'uomo moderno sono in gran parte dovute alla rimozione della dimensione spirituale che, dal punto di vista psicologico, è sublimazione della libido tradotta negli archetipi dell'immaginario simbolico: quando la cieca fiducia nei confronti della ragione diminuisce, fioriscono i tentativi di ristabilire il contatto con la spiritualità, evitando i codici religiosi e recuperando l'aspetto mistico delle origini.
Le rivoluzioni degli anni sessanta del Novecento hanno alimentato un diffuso interesse nei confronti delle esperienze mistiche, collegate all'utilizzo di sostanze psicotrope, dirette e non mediate da dogmi religiosi o ispirate da antiche tradizioni sopravissute in Asia e Sudamerica, visti come luoghi non ancora travolti da istanze consumistiche. Se in quel momento storico era messa in discussione la morale di una società dipendente dall'industrializzazione attraverso meccanismi più o meno occulti, oggi la presa di coscienza della fine del sistema capitalista, passato dalla produzione alla speculazione finanziaria tout court, ha rimesso in gioco le regole sociali stimolando la riscoperta dell'interiorità e dei valori immateriali. Come fu nelle avanguardie e nelle neoavanguardie del Novecento, in questo clima molte esperienze artistiche sembrano voler ribadire la propria indipendenza da ogni scambio razionale prestabilito, aprendosi alla sperimentazione senza le proteste dagli evidenti intenti sociali proprie delle generazioni precendenti, in una dimensione raccolta e rallentata.

Nella sua ricerca Carlo Spiga rilegge diverse forme della tradizione, intesa come trasmissione di un'eredità culturale, accostando e amalgamando contemporaneamente situazioni attuali o lontane nello spazio e nel tempo. Elemento ricorrente è il suono utilizzato per accedere ad una dimensione rarefatta, uno stato trascendentale che l'artista rileva nei riti di popolazioni remote, in cui si tramandano usanze ricorrenti, ma anche e soprattutto in alcuni aspetti della quotidianità dell'uomo occidentale, nei quali sopravvive la civiltà popolare che ha anticipato l'avvento della modernità.
La vita nei paesi Sardi meno noti e lontani dal folkclore turistico, nei quali è facile vedere gli scorci d'edilizia spontanea e disadorna che è stata recentemente oggetto di ironica catalogazione con la definizione di non finito sardo, ispira la prima installazione nella quale l'artista simula un piccolo giardino domestico, rustico e sacro nello stesso tempo. Due basse pareti ad angolo, formate da mattoni forati sovrapposti, creano una zona appartata che invita a fermarsi, all'interno della quale è posta una piccola colonna formata da vari elementi di recupero sovrapposti: una cassa per il trasporto delle bottiglie in vetro di una ditta scomparsa omonima dell'artista, sopra alla quale più cuscini foderati con tessuti decorati suggeriscono un possibile utilizzo come sedute. Nel riuso e adattamento, propri della casualità che l'artista sembra elevare a stile, è evidente la volontà di suggerire il clima delle feste di paese, nelle quali l'abolizione di una forma prestabilita porta all'estrema caratterizzazione del rito e della sua partecipazione, in cui portare una sedia da casa risulta uno dei segnali più ricorrenti.
Volendosi sedere per terra, si possono osservare da vicino le opere della serie They Live!, posizionate sulle pareti provvisorie in modo da suggerire masse di vegetazione spontanea. Ogni opera di questa serie è formata da innumerevoli e sottili sagome umane senza testa, ritagliate da riviste e tenute precariamente insieme da elementi di recupero ogni volta differenti, come parti di legno o di plastica, che aggiungono una forza scultorea. Il rumore visivo della società dell'immagine viene trasformato dall'artista in forme arborescenti senza identità, variopinte ed effimere come decorazioni nelle feste paesane. La fusione di attualità e tradizione, nell'angolo di un piccolo paradiso personale, viene accentuata dai suoni diffusi: classici di Death e Black Metal rielaborati in sonorità acustiche simili ai toni grezzi e conviviali del canto a chitarra sardo. Gli echi epici del Metal incontrano la musica popolare, con la quale hanno in comune i suoni cavernosi e ripetitivi tipici del linguaggio musicale arcaico che accompagna festeggiamenti ed evasioni dalle incombenze della quotidianità.
Il suono è elemento centrale anche della seconda installazione, costituita da un aspirapolvere posto in piedi su un podio decorato come gli edifici sacri dell'Asia centrale. Data la posizione ieratica all'interno della sala, nonostante la familiarità dell'elettrodomestico prodotto in serie, l'installazione assume una valenza totemica.
L'aspirapolvere, collegato a un modulatore che riduce l'apporto di energia elettrica, e attivato da un sensore, produce una melodia simile all'antico canto difonico kargyraa, armonia vocale ottenuta con una particolare tecnica, tramandata ancora oggi nella repubblica centroasiatica di Tüva come strumento preferenziale per la comunicazione con gli spiriti della natura. Il rumore dell'oggetto in funzione, conosciuto come uno dei più fastidiosi della nostra quotidianità, trasformato mediante un semplice rallentamento, diventa un canto sacro che immerge in uno spazio contemplativo, inaspettatamente ottenuto attraverso uno dei più noti simboli della civiltà dei consumi.
La ricerca dell'armonia in una dimensione intimista e quieta accompagna Carlo Spiga in ogni viaggio, reale o immaginario, intrapreso sempre con Makika, la chitarra acquistata in un mercatino e battezzata con lo stesso nome di uno storico tossicodipendente di Sestu, città dove l'artista è nato, portando costantemente con sè una porzione di leggenda paesana, come un giardino interiore da tramandare e proteggere.

Andrea Lacarpia

“ABOUT CARAVAGGIO. VISIONI & ILLUSIONI CONTEMPORANEE”

Non penso ci sia da aggiungere altro...



Ministero per i Beni e le Attività Culturali

DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL LAZIO

SOPRINTENDENZA PER I BENI STORICI, ARTISTICI ED ETNOANTROPOLOGICI DEL LAZIO

COMUNICATO STAMPA

“ABOUT CARAVAGGIO. VISIONI & ILLUSIONI CONTEMPORANEE”

25 artisti contemporanei interpretano Caravaggio
Scuderie Aldobrandini - Museo Tuscolano
Frascati (Roma)
1 dicembre 2012 –7 aprile 2013

La Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio, in collaborazione con
la Provincia di Roma, il Comune di Frascati e Munus, presenta negli spazi delle Scuderie
Aldobrandini - Museo Tuscolano, la mostra About Caravaggio. Visioni & illusioni contemporanee, a cura di Anna Imponente. 
L’esposizione, articolata in una selezione di trenta lavori, pone l’accento
sulla “ricezione” delle opere di Caravaggio nell’immaginario collettivo, filtrata da alcuni protagonisti della pittura moderna e della migliore sperimentazione contemporanea di ambito internazionale.

Il “mito” caravaggesco, generato dalla travagliata biografia dell’artista del Seicento e dalla
percezione del tratto rivoluzionario del suo lavoro, ha determinato la trasformazione delle sue opere in vere e proprie “icone” globali. Dipinti come il Narciso (1597-1598), il Bacchino malato (1593-1594), la Canestra di frutta (1595-1596), la Medusa (1597-1598) e la Deposizione nel sepolcro (1602-1603) sono opere divenute parte di un patrimonio visivo condiviso che nell’atto creativo riemerge nella coscienza dell’artista.

In alcuni casi si tratta di citazioni dirette, in altri di spunti tematici e in altri ancora di accostamenti proposti da una rilettura critica tra passato e presente, la cui fruizione è accompagnata in parallelo dalle proiezioni dei capolavori del grande maestro lombardo.
L’arte di Caravaggio trova nuove dimensioni nei mezzi espressivi del contemporaneo, dal video,alla fotografia, alla performance. Sono in mostra il Bacco all’osteria, esposto alla Biennale di Venezia del 1936, di Gregorio Sciltian, fin dagli esordi “orientato verso la pittura di Michelangelo da Caravaggio”; Renato Guttuso, creatore di un realismo pervaso di critica sociale, con la Stiratrice e ragazzo di Caravaggio, considerato “il maggior dipinto di figura” dell’artista siciliano: le iper-realistiche nature morte di Luciano Ventrone, quelle del pittore cinese Zhang Wei Guang detto Mirror. Partecipano inoltre Jannis Kounellis, primo artista occidentale insignito del premio “Artista dell’Anno in Cina”, con una installazione di materiali “poveri” e Radu Dragomirescu, figura di spicco nell’entourage torinese con una raffinata installazione organica; Vik Muniz, il più celebre artista brasiliano, con le Pictures of Junk e Pictures of Magazine; Renato Meneghetti, con una grande installazione-radiografia che “guarda dentro e oltre”; le dissacranti creazioni “neo-pop” di
Marco Perego e quelle preziose in vetro soffiato dell’artista francese Christelle Familiari. Inoltre sono presenti i video di Bill Viola, artista di fama internazionale; quelli del duo italiano Masbedo, premiato all’International Film Festival di Locarno del 2003; il paradiso post-apocalittico come fermo immagine tratto da un video di AES+F, il gruppo russo più apprezzato della scena contemporanea. Per quanto riguarda la fotografia sono in mostra i personaggi patinati e glamour del fotografo delle celebrities, David LaChapelle; gli scatti del “Caravaggio della fotografia del Novecento” Dino Pedriali ritrattista, tra l’altro, di Pier Paolo Pasolini; le provocazioni dell’artista onduregno-afrocubano Andres Serrano e del Young British Artist Mat Collishaw, reso noto al pubblico da Charles Saatchi; le fotografie, che interpretano il mito del Narciso, della danese Elina Brotherus. Sono esposti gli ironici tableaux vivants di Luigi Ontani e le testimonianze delle
performance di Vanessa Beecroft, una delle più accreditate artiste italiane all’estero e quelle di Matteo Basilè, sperimentatore della scena artistica; e i risultati delle esperienze dei più giovani Elisa Strinna, con le variazioni della Canestra di frutta su alluminio, e le truculente raffigurazioni di Matteo Sanna.
Per lo spazio delle Scuderie Aldobrandini Hermann Nitsch, il massimo esponente dell’Azionismo Viennese, ha realizzato l’Installazione Cuba 2012, mentre il “quadro specchiante” Cameraman (1962-2004) di Michelangelo Pistoletto, si rapporta con il San Giovanni Battista (1606) di Michelangelo Merisi da Caravaggio proveniente dalla Galleria Corsini di Roma e in mostra dall’8 gennaio al 3 marzo 2013.
La mostra è occasione di partecipazione attiva anche per il pubblico più giovane: per le classi delle scuole primarie e secondarie di primo grado sono previste alcune attività didattiche tenute dall’Associazione culturale “IncontrArte”, ambientate in un set che vuole ricreare l’atmosfera dell’atelier del Caravaggio. Gli studenti potranno “giocare” con la propria immagine nei panni del Narciso caravaggesco e scoprire gli accorgimenti ottici usati dal Maestro per la realizzazione delle sue opere.

Per visite guidate su prenotazione:
Associazione culturale “IncontrArte”
Valentina Falcione, tel. 339. 2615092; e-mail: valentina.falcione@virgilio.it
Il catalogo, a cura di Anna Imponente ed Eloisa Saldari, è edito da Umberto Allemandi & C.

ABOUT CARAVAGGIO.
VISIONI & ILLUSIONI CONTEMPORANEE
SCUDERIE ALDOBRANDINI - MUSEO TUSCOLANO
FRASCATI (ROMA)
1 DICEMBRE 2012 – 7 APRILE 2013

ORARI: da martedì a venerdì 10.00-18.00 - sabato, domenica e festivi:10.00-19.00
Conferenza stampa Palazzo Valentini, sala Peppino Impastato 28 novembre 2012, ore
12.00 Via IV Novembre, 119/a, Roma

Inaugurazione Scuderie Aldobrandini - Museo Tuscolano, Frascati (Rm)  
30 novembre 2012, ore 18.00

'Enrico Robusti. COSE MAI VISTE' a cura di Alberto Agazzani

'Enrico Robusti. COSE MAI VISTE' 
a cura di Alberto Agazzani 
Agenzia NFC
Via XX Settembre, 32, 47923 Rimini
30 novembre - 9 dicembre 2012


Frugando nei disegni di Enrico Robusti
a cura di Alberto Agazzani

SOMETHING ELSE a cura di Roberto Fantoni

Grande mostra collettiva con anche Silvia Argiolas, Ilaria Del Monte, Silvia Mei, Pastorello, Giuliano Sale, Marta Sesana e tanti altri... a Milano



SOMETHING ELSE 
a cura di Roberto Fantoni 
Antonio Colombo Arte Contemporanea
via Solferino 44, 20121 Milano

SOMETHING ELSE !!!! è l’opera prima di Ornette Coleman che, fedele alle radici, inaugurerà una nuova era nella storia della musica afroamericana; liberandola dalle convenzioni di armonia, ritmo e melodia aprirà orizzonti inesplorati che culmineranno in una nuova forma d’arte: il Free Jazz.
SOMETHING ELSE !!!! è una mostra collettiva che racchiude una complessità di ricerche parallele, in una selezione dichiaratamente e volutamente parziale e soggettiva costituita da opere asincrone nelle quali è possibi
le riscontrare un nesso significativo ed estetico.
SOMETHING ELSE !!!! è una proposta di opere d’arte, in uno spazio in continuo divenire, che dialogano tra loro svelando inattese assonanze.
SOMETHING ELSE !!!! è il suono acido di un sax che sintetizza il passato e lo proietta verso il futuro !!!!

In mostra, dal 29 novembre, opere di: Silvia Argiolas, Marco Cingolani, Ilaria Del Monte, Diego Dutto, Mike Giant, Giuliano Guatta, Daniel Johnston, Silvia Mei, Fulvia Mendini, Pastorello, Simone Racheli, Elena Rapa, Giuliano Sale, Marta Sesana. A cura di Roberto Fantoni.


La mostra inaugurerà giovedì 29 Novembre alle ore 18.30

e resterà aperta fino a Natale
da martedì a venerdì, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 - sabato dalle 15.00 alle 19.00

In concomitanza, nel LITTLE CIRCUS, Christmas Fantasy, un’affollata mostra di nuove opere a prezzi accessibili di oltre 50 artisti.


[inoltre: panettone, prosecco, mandarini, musica e auguri!].

sabato 24 novembre 2012

Ma dove vogliamo andare? che vergogna...



Ma dove vogliamo andare? 
Leggete come vengono utilizzati i fondi comunitari destinati alla cultura italiana...
quasi 2 miliardi di euro buttati via!!!


da LIKIESTA

EUROPEAN PHOTO EXHIBITION

 Succede domani a Lucca...



EUROPEAN PHOTO EXHIBITION

25 novembre 2012 – 6 gennaio 2013
Lucca, Fondazione Banca del Monte


Mentre tutti dissertano sulla crisi del modello comunitario europeo, l’Europa Unita della cultura e dell’arte dimostra di credere ancora in un futuro da costruire e vivere insieme.

Con questo spirito, dodici giovani fotografi europei espongono i loro reportages, dal 25 novembre 2012 al 6 gennaio 2013 alla Fondazione Banca del Monte di Lucca. Sono quelli selezionati per la prima edizione dell’European Photo Exhibition Award, manifestazione promossa dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca (Italia), dalla Fundção Calouste Gulbenkian (Portogallo), Institusjonen Fritt Ord (Norvegia) e Körber-Stiftung (Germania). 

La mostra è stata presentata alla stampa questa mattina (sabato 24 novembre) in una preview a cui sono intervenuti Alberto Del Carlo, presidente della Fondazione BML, Elizabeth Franchini, referente del progetto per la Fondazione Banca del Monte di Lucca, Enrico Stefanelli, curatore della mostra, e il senatore Andrea Marcucci.

L’European Photo Exhibition Award ha individuato i 12 protagonisti della sua prima edizione tra i fotografi che vivono e lavorano in Europa e non solo (oppure principalmente in Europa) con l’obiettivo di promuovere artisti all’inizio di carriera, mettendo loro a disposizione strutture internazionali, stimolandoli a lavorare insieme e a confrontarsi con esperti del settore scelto, a scambiarsi opinioni e condividere i metodi di lavoro.

“L’esibizione delle “differenti identità europee” è anche la base per cercare una comune identità”, a dirlo l’avv. Alberto Del Carlo, Presidente della Fondazione Banca del Monte di Lucca, che, fin dall’inizio, ha fortemente creduto in questo progetto di collaborazione con altre prestigiose fondazioni europee.

Gli artisti selezionati per il primo European Photo Exhibition Award sono Catarina Botelho, José Pedro Cortes, Gabriele Croppi, João Grama, Monica Larsen, Frederic Lezmi, Pietro Masturzo, Hannah Modigh, Davide Monteleone, Linn Schröder, Marie Sjøvold, Isabelle Wenzel.
A selezionarli e guidarli in questa esperienza sono i quattro curatori della manifestazione: Rune Eraker (fotografo freelance, Oslo), Sérgio Mah (curatore e sociologo, Lisbona), Enrico Stefanelli (curatore, Lucca) e Ingo Taubhorn (curatore presso la House of Photography / Deichtorhallen, Hamburg), i quali hanno anche il compito di provvedere alla realizzazione della mostra itinerante nelle quattro sedi europee: la House of Photography / Deichtorhallen, Hamburg,  la sede in Francia della Fondazione Calouste Goulbenkian,  La Fondazione Banca del Monte di Lucca ed il Nobel Peace Center ad Oslo.
“L’intento dell’European Photo Exhibition Award – EPEA in breve – è quello di creare uno spazio nel quale giovani e talentuosi fotografi possano sviluppare e discutere di rilevanti istanze sociali che concernono l’Europa” afferma il curatore italiano Enrico Stefanelli.

Il tema di EPEA 01 è “Identità Europee”. Fa riferimento tanto alle attuali problematiche di coesione e di unità quanto agli aspetti di diversità culturale che caratterizzano l’Europa e costituisce per i fotografi l’opportunità di concentrarsi tanto su istanze di carattere individuale, quanto sociale, politico, culturale, nazionale e sovranazionale. Attraverso le proprie osservazioni, le analisi e le dichiarazioni artistiche i dodici fotografi selezionati hanno tradotto questo tema, volutamente aperto, in un progetto fotografico. I progetti fotografici ultimati, estremamente diversi tra loro, vengono presentati nel catalogo ed al tempo stesso in una mostra itinerante che sarà ospitata nelle principali sedi espositive e durante i più importanti festival europei, come ad esempio il Paris Photo, offrendo ai fotografi emergenti l’opportunità di esibirsi in sedi prestigiose. Le diverse interpretazioni del tema e la novità del progetto europeo appena lanciato si riflettono nelle modalità di presentazione del catalogo: ciascun artista viene presentato individualmente attraverso un’introduzione contenente la dichiarazione dello stesso artista, un intervista con un commento da parte del curatore per finire con la descrizione del progetto fotografico.

Ulteriori informazioni ed immagini: www.studioesseci.net
Nelle foto (Alcide) alcuni momenti della preview alla presenza del senatore Andrea Marcucci.
Per informazioni:
European Photo Exhibition Award 01, European Identities
Palazzo della Fondazione Banca del Monte di Lucca
Piazza S. Martino n. 7 - Via del Molinetto, Lucca
Inaugurazione (su invito)
25 novembre 2012 ore 11.00

Apertura al pubblico
Dal 25 novembre 2012 alle ore 15.30 al 6 gennaio 2013
 Orari mostra
- dal lunedì al venerdì: dalle 15.00 alle 19.30
- sabato, domenica e festivi: dalle 10.00 alle 19.30
La mostra resterà chiusa il 25 Dicembre 2012
Exhibition closed on December 25th

Ingresso libero - Free admittance

Per informazioni

Amore e Psiche a Milano - a di cura Valeria Merlini e Daniela Storti

A Milano succede che...



“Amore e Psiche”, capolavori di Antonio Canova
e François Gérard, per la prima volta esposti insieme.
Dal Museo del Louvre grazie a Eni a Milano Palazzo Marino. 
A di cura Valeria Merlini e Daniela Storti 


Milano, Palazzo Marino Sala Alessi
dal 1 dicembre 2012 al 13 gennaio 2013
Ingresso libero


Amore e Psiche stanti, la scultura di Antonio Canova, e Psyché et l’Amour, il dipinto di François Gérard, saranno esposti per la prima volta insieme grazie ad Eni, in partnership con il Museo del Louvre, a Milano nella tradizionale mostra ospitata, per il quinto anno consecutivo, dal Comune di Milano, in Sala Alessi, dal 1 dicembre 2012 al 13 gennaio 2013.
L’esposizione straordinaria è dedicata ai capolavori concepiti da due tra i massimi esponenti del Neoclassicismo, ispirati al mito di Amore e Psiche, tratta dalle Metamorfosi di Apuleio del II sec d.C., e fonte di ispirazione nella letteratura e nell’arte, in particolare tra il Settecento e Ottocento, quando il mito vive una fase di intensa fortuna proprio perché molto vicino alla sensibilità Neoclassica e poi romantica.
La scultura di Antonio Canova Amore e Psiche stanti del 1797 fissa i canoni estetici delle “sue divinità” ricche di dolcezza e di bellezza sensuale. Di un anno successivo è il dipinto Psyché et l’Amour di Francois Gérard, fortemente ispirato all’opera di Canova ma denso di un erotismo che gli assicurò un grande successo di pubblico.
Protagonisti delle precedenti edizioni in partnership con il Museo del Louvre (di cui Eni è mécène exceptionel) sono stati i capolavori San Giovanni Battista di Leonardo da Vinci (2009), Donna allo specchio di Tiziano (2010), l’Adorazione dei pastori e il San Giuseppe falegname di Georges de La Tour (2011).
L’innovativa formula proposta da Eni per una fruizione dell’arte basata sulla gratuità e su un ampio corredo di strumenti di approfondimento, attività ed eventi, ha trovato
conferma della sua validità con l’apprezzamento degli oltre 210 mila visitatori dell’esposizione dello scorso anno.
La mostra, curata da Valeria Merlini e Daniela Storti, è integrata sia da apparati didattici e supporti video, sia da un percorso digitale con un sito web – www. amoreepsicheamilano.it, un’app dedicata, video e approfondimenti su YouTube, Facebook, Twitter, Google+ e Foursquare e laboratori dedicati per le scuole elementari e medie. Il catalogo è pubblicato da Rubettino Editore e curato da Vincent Pomarède, Valeria Merlini e Daniela Storti.
Anche la serie di incontri organizzati da Eni presso la sala conferenze di Palazzo Reale (con ingresso gratuito su prenotazione) e materiali specifici per le scuole a disposizione sul sito eni.com contribuiranno ad approfondire il tema di Amore e Psiche.
Novità di quest’anno, in linea con l’obbiettivo di apertura e continuo dialogo con la città, sono gli incontri preparatori e di approfondimento nelle biblioteche civiche di Milano, che ospiteranno conferenze sui temi legati al neoclassicismo e alle opere in mostra.
Ad inaugurare il calendario di iniziative della mostra l’anticipazione a Bookcity al Castello Sforzesco di Milano, domenica 18 novembre ore 15: l’evento coinvolgerà le comunità internazionali presenti in città e prevede la partecipazione della giovane scrittrice Giulia Carcasi. 


L’evento: Amore e Psiche a Milano
La favola di Amore e Psiche, dal libro “Le Metamorfosi” di Apuleio del II sec. d.C., tratta la storia della giovane Psiche, la cui indescrivibile bellezza scatena la terribile gelosia di Venere e l’amore appassionato di Cupido. Scoperta su istigazione delle invidiose sorelle la sua identità prima di potere ricongiungersi al suo divino consorte, è costretta a effettuare una serie di prove, al termine delle quali otterrà l’immortalità.
Come in una sorta di percorso iniziatico, superate le prove richieste dalla dea, Psiche giunge all’Olimpo dove sposerà il suo Amore. I molteplici e affascinanti piani di lettura che la favola di Apuleio offre hanno nel corso della storia fornito straordinari spunti di ispirazione ampiamente riprodotti nel Rinascimento e, soprattutto, nel Neoclassicismo, quando il tema visse un periodo di grande fortuna anche in ambito letterario.
Il fenomeno culturale e artistico che caratterizzò la seconda metà del Settecento e almeno i primi vent’anni del secolo successivo, definito convenzionalmente Neoclassicismo, fece della grande civiltà greca e poi di quella romana un modello di vita vero e proprio, posto al centro della produzione delle arti, della musica, della letteratura e della moda, in forte contrapposizione alla teatralità del Barocco e alla frivolezza del Rococò.
La scultura dedicata da Antonio Canova ad Amore e Psiche stanti, conservata al museo del Louvre e per la prima volta esposta a Milano, prende vita in un momento d’oro della produzione dell’artista veneto. Fu proprio in questi anni che vennero fissati i canoni estetici delle (sue) ”divinità” ricche di dolcezza e di bellezza sensuale. Pur restando folgorato al suo arrivo a Roma dalla bellezza dei marmi di ispirazione classica, Canova ha da sempre cercato di dare non solo un perfetto saggio tecnico di scultura, ma di ricreare in ogni sua opera anche lo spirito della favola antica come suggestione ed espressione di sentimenti.
Del 1798 è il meraviglioso dipinto Psyché et l’Amour – esposto per la prima volta in Italia – del pittore François Gérard, nato a Roma nel 1770 ma trasferitosi con la famiglia a Parigi appena dodicenne, dove iniziò la carriera artistica che lo vide presto allievo del famoso Jacques-Louis David. Studiando e collaborando con David ed i suoi allievi, Gérard assimilò la tecnica della costruzione di scene storiche, anche se il giovane pittore prediligeva soggetti mitologici per comporre scene galanti e sensuali. Dopo
anni di travagli e difficoltà a seguito della morte del padre, al Salon del 1798 François Gérard espose il suo “Psyché e l’Amour” ispirato all’opera di Canova ma denso di erotismo, che gli assicurò un successo di pubblico tale da portarlo in brevissimo tempo a diventare il Primo Ritrattista di Francia.
L’esposizione, ospitata a Palazzo Marino ed incentrata sulla valorizzazione monografica di un’opera, offre un’ulteriore occasione di approfondimento e di suggestione estetica. Nella sala degli Alessi di Palazzo Marino si affiancano due capolavori ispirati dal medesimo soggetto: una scultura e un dipinto creati dal genio di due tra i massimi esponenti del Neoclassicismo. Grazie all’approfondimento critico su ogni singola opera e alla presenza in sala di personale costituito da esperti e da preparate guide, la mostra mette in risalto la preziosità e l’importanza di un capolavoro secondo una formula di analisi focalizzata non solo sul confronto tra le opere, ma anche sull’indagine di ogni aspetto di ciascuna di esse.
Al visitatore viene proposto un ampio spettro di punti di vista, utili ad arricchire la percezione sia della cultura di cui capolavori sono un’ emanazione, sia del fascino del loro autore, strumenti di supporto sono i saggi scientifici presenti sul catalogo e veicolati in mostra attraverso l’uso di tablet. L’obiettivo è incoraggiare un confronto vivo e umano tra gli storici dell’arte, gli esperti presenti in sala e il pubblico, che segue con attenzione l’appuntamento natalizio con Palazzo Marino.
Dal primo di dicembre al 13 di gennaio tutti coloro che lo desidereranno saranno accolti in Sala Alessi, ricca di apparati didattici, di supporti video e di tecnici specializzati a disposizione del pubblico, ad ingresso totalmente gratuito.
Tutto ciò sarà possibile grazie all’attenzione e alla sensibilità del Comune di Milano che ospita l’esposizione nelle sale di Palazzo Marino, sede del Comune e cuore della casa dei cittadini, e a Eni, generoso e appassionato organizzatore di questo evento che, in seguito ad un accordo di partnership con il Louvre, ci consente, ogni anno a Milano, di esporre i capolavori di uno dei musei più prestigiosi del mondo.
Valeria Merlini e Daniela Storti
Curatrici della mostra




FLASH D’ARTE Mostre veloci, selezionate, brillanti RICCARDO LUCHINI

Riccardo Luchini a Reggio Emilia, da vedere!



La città e il suo movimento sono protagonisti delle opere di Riccardo Luchini, l’artista scelto dalla Galleria de’ Bonis per il quinto “Flash d’arte”, in programma dal 30 novembre al 13 dicembre 2012.
Gli artisti selezionati, e mai scontati, scelti dalla galleria, e la formula delle mostre brevi – una decina di giorni soltanto – sembrano aver creato una formula di successo, all’interno quale l’artista milanese s’inserisce a pieno titolo.
Riccardo Luchini (Milano, 1949) è docente presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara ed è esponente di quel paesaggismo urbano che ben incarna lo spirito dei nostri tempi. Le sue città, colte sempre con tagli cinematografici in movimento, costituiscono anche un’interessante metafora dell’animo umano, dove il grigio e i toni freddi sono dominanti, dove la solitudine è protagonista, dove si esperisce l’instabilità delle cose e dell’esistenza stessa.
Come scrive Giuseppe Cordoni “Anche le cose, per esistere, esigono attenzione ed amore; altrimenti finiscono per dissolversi, come le città che ci spariscono dallo sguardo: quali non fossero mai esistite, se cessiamo di contemplarle”.
Guardare le vedute di Luchini non è affacciarsi all’esterno su una città, ma all’interno, sulla propria interiorità.
“Flash d’arte” è il nome della serie di mostre che la Galleria de’ Bonis ha inaugurato nel mese di ottobre. Le esposizioni hanno tutte caratteristiche comuni: artisti selezionati, pochi pezzi sceltissimi ed una rotazione costante, per mostre veloci e brillanti.
È possibile seguire la programmazione della Galleria de’ Bonis sul sito  HYPERLINK “http://www.galleriadebonis.com” www.galleriadebonis.com, sulla bacheca di Facebook ( HYPERLINK “http://www.facebook.com/galleriadebonis” www.facebook.com/galleriadebonis) o sulla timeline di Twitter ( HYPERLINK “http://www.twitter.com/galleriadebonis” www.twitter.com/galleriadebonis), lasciando un segno del proprio passaggio: un commento, un apprezzamento, un desiderio e, perché no, anche una critica: l’arte va condivisa!


FLASH D’ARTE

Mostre veloci, selezionate, brillanti

RICCARDO LUCHINI

30 novembre – 13 dicembre 2012

Per informazioni:
Galleria de’ Bonis
V.le dei Mille, 44/B
42121 Reggio Emilia

LabRouge present: gruppo A.N.S.I.A.



LabRouge 

Via Giuseppe Meda 45 - Milano
 One Night Show
26 novembre 2012

present :
gruppo A.N.S.I.A.

Daniele Aimasso
Daniele Assi
Giacomo Benedetti
Thomas Berra
Stefano Bonora
Bros
Ciro Casale
Muaro De Carli
Mattia Domina
Costantino Giro
Pier Martilotti
Elidon Mucaj
Leoluca Mule
Giacomo Rabufetti
Stefano Ronchi
Marco Carli Rossi
Davide Scianca
Riccardo Sangalli
Christian Schettino
Mattia Domina
Matteo Zinesi

Frasi rubate 44

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"Alla fine, tutte le cose devono essere come sono sempre state: le altezze stellari ai cuori elevati, gli abissi ai profondi, ed infine tutte le cose rare per gli esseri rari."
Friedrich W. Nietzsche

Artforkids presenta: KIDS for HEART

 Artforkids, del quale ho già parlato (http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2012/09/artforkids-ii-parte-focus-on-alice.html) ora la tappa milanese...



Artforkids presenta: KIDS for HEART

Opere di Luciano Civettini, Alice Colombo, Vanni Cuoghi, Massimo Dalla Pola, Marco Grassi, Davide Nido, Roberta Savelli, Aura Zecchini

inaugurazione: martedì 4 dicembre 2012, dalle ore 18.00

Milano, CorsoMagenta10 per l’Arte

4 - 14 dicembre 2012

lunedì - sabato: 10.00 - 19.00

ARTFORKIDS è un nuovo progetto artistico ideato da Emma Gravagnuolo e Roberta Lietti, nato con lo scopo di avvicinare bambini e adolescenti all'arte contemporanea. Le opere presenti in mostra sono state scelte tra la produzione di artisti emergenti o già affermati in ambito nazionale secondo criteri precisi: formati ridotti, soggetti caratterizzati da particolari che colpiscono l’immaginario e scatenano la creatività. L’opera diventa così un contenitore inesauribile di storie e suggestioni.

Il progetto KIDS FOR HEART all’interno dell’attività di CorsoMagenta10 per l’Arte, sostiene Bambini Cardiopatici nel Mondo A.I.C.I. onlus.

Parte dei proventi derivanti dall'evento verranno devoluti in beneficenza a favore dell’Associazione.

CorsoMagenta10 per l’Arte è nato con l’intento di promuovere, attraverso alcuni appuntamenti d’arte contemporanea, l’attività dell’Associazione.

Dopo una serie di opere "ospiti particolari" dello spazio, anche sede dello studio adicorbetta, si sono susseguite le mostre di Vittorio Pescatori con testi di Alda Merini, Lia Pasqualino con testi di Ferdinando Scianna, Velasco Vitali con Michele Mari, Morgana Orsetta Ghini con Dario Vergassola, Vincino con Oscar Giannino, Adriana Albertini con Caroline Patey, Chiara Spangaro e Cristiana Capotondi, la collettiva TOPO, TOPO con opere di Ferdinando Scianna, Benedetta Mori Ubaldini, Rocco Toscani, Anna Barbara, etc.

grazie a Ferrarelle e Terra Moretti

AnderSennoSogno Luigi Ontani a cura di Luca Lo Pinto

  Luigi Ontani: lucida follia
AnderSennoSogno
Luigi Ontani
a cura di Luca Lo Pinto
22 Novembre 2012 - 24 Febbraio 2013
INAUGURAZIONE
21 Novembre ore 18.30
A distanza di quasi dieci anni dall'ultima personale in un'istituzione a Roma, il Museo Hendrik Christian Andersen è lieto di presentare dal 22 novembre 2012 la mostra “AnderSennoSogno” di Luigi Ontani, uno dei più influenti e importanti artisti della scena italiana e internazionale. Il Museo Andersen, museo satellite della Soprintendenza alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e contemporanea, è una casa museo situata nel centro della città di Roma dove sono conservate le opere dello scultore e pittore Hendrik Christian Andersen. La collezione è quasi interamente dedicata al progetto utopico di un Centro Mondiale per la Comunicazione, sede internazionale per un perenne laboratorio di idee in tutti i campi del sapere. Partendo dal fascino e interesse dell'artista per le opere conservate nel museo e per la figura di Hendrik Andersen, la mostra - curata da Luca Lo Pinto - è concepita come un viaggio alla riscoperta di opere meno note dell'artista senza un intento retrospettivo, ma come un'avventura all'interno dell'immaginario di Ontani in un percorso scandito in ritmi, tempi e spazi diversi. Al piano terra, nello studio gipsoteca, saranno esposte per la prima volta al completo tutte le maschere musicali prodotte a Bali nel corso degli ultimi quindici anni in un allestimento speciale. Le maschere, infatti, saranno disposte sulle monumentali statue di Andersen, che si animeranno fungendo da particolari piedistalli. Per l'occasione l'artista ha coinvolto in una collaborazione eccezionale Charlemagne Palestine, uno dei maggiori esponenti della musica d'avanguardia nonché uno dei più originali performers e artisti della scena americana degli anni 60 e 70. Palestine concepirà una colonna sonora ad hoc per l'installazione dove farà "suonare" ciascuna maschera attraverso la rielaborazione delle registrazioni delle singole maschere performate da Ontani. Nell'altra sala, “la galleria” presente al piano terra sarà invece esposta un'unica opera. Un grande costume di seta, decorato a partire dalle fantasie dell'artista, dialogherà scenograficamente con l'architettura della sala. Al piano superiore si articolerà, tra le diverse stanze, un vero e proprio excursus tra le prime opere mai prodotte da Ontani risalenti alla metà degli anni sessanta e inizio settanta. Veri e propri esperimenti, alcuni dei quali inediti, che offriranno la possibilità di scoprire un lato nascosto di uno degli artisti più riconosciuti del nostro tempo e punto di riferimento per molte generazioni di artisti che l’hanno succeduto. Il viaggio di Luigi Ontani è cominciato in un tempo lontano e continua ancora oggi. Un viaggio alla ricerca di un'immagine, di un'identità talmente ricercata quanto facilmente abbandonata per approdare ad un mondo di nuovo fatto di parentesi e non di punti. Talmente ghiotto di sé da mangiare perfino la sua ombra. Il suo corpo appare e scompare in mille storie e in tanti personaggi abitando in mondi dove il limite tra la realtà e la fantasia sembra scomparire. Il desiderio di evadere dal mondo in cui è nato lo spinge a crearne tanti, diversi, ideali, così desiderati da diventare reali. Per mettere i punti sulle O, ho deciso di aprire i bauli dell'infanzia per mostrare i giochi del giovane
Luigi. Giochi che visti con gli occhi da adulti diventano seri. Storie che si fanno Storia. 
Informazioni tecniche
Titolo AnderSennoSogno. Luigi Ontani
Date di apertura al pubblico 22 novembre 2012 – 24 febbraio 2013
Sede Museo Hendrick Christian Andersen
della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma
Via Pasquale Stanislao Mancini 20, 00196 Roma
Orari Da martedì a domenica
h. 9.30 – h. 18.30
Visite ad orario (durata 45 minuti):
mattina h. 10, 11, 12, 13;
pomeriggio h. 15, 16, 17, 18;
(ingresso fino alle 18)
Prenotazione consigliata al
n. 06 3219089
Chiusura settimanale: lunedì
Chiusure annuali:1 gennaio, 1 maggio,
25 dicembre
Ingresso gratuito
Informazioni Tel. 06 32 19 089
Fax. 06 32 19 089
Ufficio stampa
Casadorofungher
Elena Casadoro
m 334 8602488
Contatti Ufficio Stampa Gnam
Tel. 06 32298328

venerdì 23 novembre 2012

Heart a cura di Piernicola Maria Di Iorio

 Ottimo! Ci sono anche Maurizio Cariati e la brava Linda Carrara


Heart
a cura di Piernicola Maria Di Iorio e del corso di organizzazione di eventi culturali e artistici Coordinamento sezione video a cura di Martina Adamuccio

Unimol
via F. de Sanctis, 1, 86100 Campobasso
dal 29 novembre al 19 dicembre 2012


Diego AGULLO'
Maurizio CARIATI
Linda CARRARA
Massimo FESTI
ICKS
Marco LAMANNA
Cosimo PAIANO
Alessandro PENSO
Lucia VERONESI
Andreas ZAMPELLA

ARATRO, centro d'arte contemporanea dell'Università degli Studi del Molise presenta la mostra HEART progetto che intende raccogliere dieci giovani artisti italiani e internazionali che lavorano con la fotografia, il video e la pittura. La mostra nasce all'interno del corso di organizzazione di eventi culturali e artistici del dipartimento di Scienze Umanistiche, Sociale e della Formazione dell'Università degli Studi del Molise tenuto dal Prof. Lorenzo Canova, storico dell'Arte Contemporanea. Il titolo con un gioco di parole vuole alludere al cuore come metafora possibile di tematiche che vanno dal corpo e la sua fisicità, fino all'identità personale e collettiva, ai temi delle pulsioni espresse o negate, riprendendo il simbolo dell'originaria dualità corpo/anima. La scelta della parola inglese Heart vuole, tra l'altro, richiamare la parola arte, soprattutto nel suo legame con una visione non soltanto razionale, ma anche emozionale e istintuale della vita nella sua complessità di relazioni personali e sociali.