RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
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venerdì 25 maggio 2012

ATTESE

Victoria Fernandez e Giorgio Lodetti, propongo questa bella collettiva dove trovano visibilità anche Margherita Martinelli, Gabriele Buratti, Elisabetta Trevisan e uno degli artisti che più stimo nel panorama artistico contemporaneo: Carlo Cane

ATTESE
Movimento Arte 
C.so Magenta 96 Milano
dal 7 giugno 2012


…Una selezione nel panorama contemporaneo, nulla di più lontano dal voler rappresentare una veduta minimamente completa, una scelta personale, ma il più variegata possibile su i diversi linguaggi contemporanei. Voluta è la scelta di inserire artisti con tecniche dissimili, linguaggi iconografici eterogenei e generi, apparentemente, contrastanti. Il tema, comune denominatore di questa mostra, è il concetto di Attesa, qui interpretato da diverse personalità…

Pietro Albetti
Daniela Alfarano
Alberto Andreis
Andrea Barin
Giuseppe Biguzzi
Gabriele Buratti
Tania Brassesco e Lazlo Passi Norberto
Carlo Cane
Anna Laura Cantone
Roberta Congiu
Mauro Davoli
Veronica Green
Domenico Grenci
Massimo Lagrotteria
Margherita Martinelli
Matteo Pagani
Remo Suprani
Elisabetta Trevisan
Francesco Tromba


La mostra che propongo, in collaborazione con Victoria Fernandez, responsabile della Galleria Movimento di Milano, parte dal concetto di Attesa. Riprendendo il celebre ciclo di Lucio Fontana, Attese, databile tra il 1958 e il 1968, quando sulla tela appare il primo taglio, che sostituisce l’inconfondibile foro o buco, entra nell’arte dello spazialismo il termine Attesa o Attese, ad individuare il singolo o la pluralità delle ferite inferte alla tela, dai fondi prevalentemente monocolore che enfatizzano il momento, l’attimo, il gesto. Lo stesso Fontana spiegò a Giorgio Bocca di essere riuscito a "dare a chi guarda il quadro un'impressione di calma spaziale, di rigore cosmico, di serenità nell'infinito".
E' proprio per la calma, il rigore e la serenità delle opere che ho scelto gli artisti esposti. Una selezione nel panorama contemporaneo, nulla di più lontano dal voler rappresentare una veduta minimamente completa, una scelta personale, ma il più variegata possibile su i diversi linguaggi contemporanei. Voluta è la scelta di inserire artisti con tecniche dissimili, linguaggi iconografici eterogenei e generi, apparentemente, contrastanti. Il tema, comune denominatore di questa mostra, è il concetto di Attesa, qui interpretato da diverse personalità. Si parte dal rigore, calmo, sereno, quasi impalpabile nell’utilizzo magistrale, unico e ossessivo della grafite di Andrea Barin, Lo studio della storica tipografia Tallone, passando alla serenità gioiosa, dal tocco unico, inconfondibile e scanzonato delle Boites Decorées di Anna Laura Cantone. Dal taglio sapiente del ventre di una mucca nel Mattatoio di Pietro Albetti, apparentemente quieto e sospeso, ma ricco di pathos e vibrante nella pennellata, alla staticità della Candela, disegno su tavola di Daniela Alfarano. Dalla poetica, verrebbe da dire metafisica, in Architetture Armoniche, Annunciazione di Alberto Andreis, al fermo immagine metropolitano, in bianco nero, Pausa in centro, olio su tela di Francesco Tromba. Karen assorta in un'attesa infinita che fonde abilmente lo stile occidentale e orientale, dipinta da Domenico Greci, sembra aspettare il bisonte possente e statico ai piedi di una strada della Grande Mela, in Luogo di incontro di Gabriele Buratti. I volti, disegnati a penna da Roberta Congiù, ci svelano la fisionomia di Romina 5, olio su tela di Giuseppe Biguzzi. L'Ofelia di Elisabetta Trevisan pare voler fluttuare nell’alveo di Qualcosa resta notturno con rovine di Remo Suprani. Veronica Green crea, Whisper, un paesaggio, onirico fantastico, da quinta teatrale, come a suggerire un ideale tessuto, per gli abiti abbozzati, Aspettando il loro tempo, di Margherita Martinelli. Dalla saggezza della conoscenza del tempo antico, Metaphisica Naturae fotografia di Mauro Davoli, passando per la originale interpretazione, della decadenza fin de siécle, di Remake of Young Decadent Ramon Casas, foto di Tania Brassesco & Lazlo Passi Norberto, terminando al tormento contemporaneo nel volto reclinato di Massimo Lagrotteria. Chiude questo percorso scritto la casa sospesa, Un ricordo emozionante di Carlo Cane, che ci richiama ai paesaggi fantascientifici di Pandora, o più semplicemente, si potrebbe dire: La casa dolce casa, tanto attesa con calma, rigore e serenità dalla bimba naif di Matteo Pagani.
Giorgio Lodetti
 

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