RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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lunedì 17 dicembre 2012

Onorato di essere stato intervistato dagli amici di White Squid



Onorato di essere stato intervistato dagli amici di White Squid (http://www.whitesquid.org)... 

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1. In breve, cosa fai?


- L’artivendolo! a parte gli scherzi, bazzico nel mondo dell’arte più o meno da quando avevo 14/15 anni e ne ho viste di tutti i colori!.
Sono l’AD di Art Club s.r.l. che è proprietaria dei marchi Casa d’Arte San Lorenzo e Galleria San Lorenzo. 
Come società, ci occupiamo della valorizzazione e la commercializzazione di opere d’arte moderna, contemporanea e futura, attraverso diverse iniziative. Dall’organizzazione di mostre alla creazione di eventi, dall’editoria, alla distribuzione…
Personalmente in azienda, mi occupo del commerciale e della attività di scouting (si dice così, vero? ) ma mi diverto ogni tanto a curare qualche mostra e a scrivere qualche testo. 
Ho un blog, “La stanza privata dell’arte”, collaboro con il Premio ArtGallery e ho tanti sogni nel cassetto, tante cose ancora da fare, che penso questa vita non basti… mi devo assolutamente reincarnare!

2. Dal punto di vista pratico, cosa hai dovuto fare per cominciare la tua carriera di gallerista?

- Ho studiato tanto, rubato con gli occhi e con le orecchi, frequentato artisti e colleghi, visitato mostre e musei, ma cosa fondamentale coltivato una credibilità, conquistato la fiducia e lavorato con dignità.

3. Cosa cambieresti delle dinamiche lavorative nel settore dell’arte (in Italia e\o all’estero)?

- In Italia praticamente tutto! 
Non esiste una vera e propria etica. Ci sono più affitta camere o affitta pareti che galleristi. 
C’è una associazione che fa poco per far sì che anche il mercato italiano possa essere considerato concorrenziale anche al di fuori dei confini nazionali (basti pensare all’aliquota iva, per il commercio di opere d’arte, che da noi è la più alta d’europa e del resto del mondo). 
C’è poca collaborazione, ognuno è intento a coltivare il proprio orticello, è geloso del proprio lavoro e tendenzialmente cerca di invalidare il lavoro dell’altro. 
Per non parlare poi della gestione degli spazi pubblici o dei finanziamenti che arrivano e non vengono spesi per la valorizzazione ed il sostegno dell’arte. Situazione drammatica!
Per farla breve sono veramente scontento, a volte mi sento sconfitto… fortunatamente poi mi basta guardare il lavoro di un giovane artista (che sicuramente fa ancora più fatica del sottoscritto), e mi dimentico di tutto e torno a combattere la mia battaglia quotidiana… proporre arte!
All’estero c’è un po’ più di orgoglio e serietà… non solo negli stadi…

4. Perchè in Italia l’artista straniero è considerato sempre più ‘cool’ rispetto ad uno Italiano?

- Perché l’Italia è scomparsa dalla scena contemporanea… Cattelan, Beecroft e pochi altri a parte, siamo oramai ai margini della realtà artistica internazionale. 
Siamo pochi e molto ignoranti. Parliamo una lingua in via di estinzione e siamo troppo legati al passato. Valorizziamo gli Sgarbi e ridicoliziamo i Bonami… Se pensiamo che ci sono centinaia di pseudo artisti che buttano via i loro esigui risparmi per farsi presentare da Diprè… Siamo chiusi ed ottusi! E malati di esterofilia… ma questo in tutto, non solo nell’arte. dal calcio alle soubrette… pensandoci bene, in effetti le tette argentine sono migliori di quelle nostrane… figuriamoci un opera d’arte!

5. Cosa dovrebbe fare un artista al primo approccio per essere preso in considerazione da un gallerista?

Deve essere vero, umile ma convinto, innovativo per quanto possibile e preparato… è finità l’epoca del va bene tutto purchè strano… ci vuole tecnica, pensiero e tanto culo…
Si, ci vuole qualità e fortuna!

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