RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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sabato 13 luglio 2013

Dalla newsletter di Flash Art una riflessione di Padron Politi degna di attenzione

Qualche giorno fa mi è arrivata la consueta newsletter di FLASH ART.

Riporto, in quest post, la riflessione che fa Giancarlo Politi a proposito della presenza di artisti italiani nelle Kermesse che contano...


 
Ma l'artista italiano è meno bravo dei suoi colleghi europei, americani, asiatici?
Cari amici, vista la quasi totale latitanza degli artisti italiani giovani o di mezza età dalle principali rassegne internazionali e dalle grandi mostre museali (a eccezione della Biennale di Venezia e dell'ultima Documenta, diretta da una curatrice italiana: ma in tutte le altre grandi mostre zero giovani italiani), oltre che dalle gallerie più autorevoli, mi chiedo se la ricerca della giovane arte italiana di oggi e' su una strada ch! e non coincide con la ricerca generale. Oppure bisogna pensare che i nostri artisti sono meno bravi? Altrimenti come spiegate che alle grandi rassegne partecipano artisti di tutti i paesi (oltre agli USA, Cina, Gran Bretagna, Germania, Francia, sono venuti alla ribalta artisti brasiliani, filippini, indonesiani, ecc.). Troppo facile dire che l'Italia non ha un sistema dell'arte (musei, istituzioni, gallerie) che difenda i propri artisti: non credo che proprio tutto dipenda da questa assenza. E allora come la mettiamo? Noi italiani siamo veramente meno bravi degli altri? Oppure l'arte segue la decadenza di un paese e viene con esso emarginata? Vi sembra che un pittore italiano sia meno bravo di un pittore americano, inglese, indonesiano? Le mie non sono domande retoriche ma la constatazione oggettiva di fatti, confermatami anche da numerosi osservatori internazionali. Quali sono oggi i giovani artisti con una visibilità internazionale? Oltre a Maurizio Cattela! n, ormai decano, e Rudolf Stingel, anche lui protagonista della scena da qualche anno, e Francesco Vezzoli che invece sta emergendo con forza, chi sono gli altri artisti con un po' di visibilità? Paola Pivi, Enrico David, Lara Favaretto, Pietro Roccasalva, Piero Golia, Francesco Arena, Nicola Martini? Ma si tratta di visibilità spesso limitata a una città o a una galleria o a una mostra, con un mercato ridotto e molto zoppicante. Parlando l'altro giorno con un responsabile di un'importante asta internazionale, mi diceva che oggi i soli artisti italiani apprezzati dal mercato internazionale sono: Fontana, Burri, Manzoni, Castellani, Boetti, De Chirico, Morandi; Cattelan e Stingel quando ci sono. Si ottengono ottimi risultati di fronte a opere significative di Pistoletto, Calzolari, Penone. Ma stiamo parlando di quasi cento anni di arte italiana. Possibile che il suo riconoscimento internazionale debba essere ridotto a questi pochi nomi?

Qual è la vostra opinione, cari amici? Perché l'arte giovane italiana non decolla? Colpa del paese immobile, delle istituzioni, delle gallerie private o (come io in parte ritengo) mancanza di confronti seri, a livello nazionale e internazionale.

Vogliamo parlarne?

Grazie.


Giancarlo Politi giancarlo.politi@tin.it

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