RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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domenica 14 luglio 2013

FATHERS

Oggi succede che...



FATHERS
14 luglio 2013
Project Space Askosarte
Via Trento, 16
Solarussa
INAUGURAZIONE 14 luglio ore 19.00
I n f o 3407201761
askosarte@yahoo.it
www.askosarte.it
a cura di Askosarte
Testi di Alice Rivagli



ARTISTI

BARBARA ARDAU E MIMMO DI CATERINO_CINZIA CARRUS_SARA GIGLIO_IPERPLASTICOL_DANIELA E FRANCESCA MANCA_MICHELE MARROCU_TONINO MATTU_MICHELE MEREU_VALERIA MURGIA_NERO NEBO (ALESSANDRO MELIS E MICHELE PORSIA)_GIANMARCO PORRU_PROGETTO ASKOS (CHIARA SCHIRRU E MICHELE MEREU)_ALEXANDRA SAYED ALFREDO TANCHIS

"Ci tengo molto al mio orologio. Me l'ha venduto mio Padre sul letto di morte".
(Woody Allen)
La Rassegna Isola Mutante propone come prima mostra FATHERS, che affronta il tema del rapporto padre e figlio, analizzato dal punto di vista degli effetti che a lungo termine può provocare sui figli adulti. Figli di padri forti e presenti, simili a Super-io schiaccianti, o figli di padri deboli e incapaci di essere guide autorevoli.
Soprattutto le relazioni conflittuali con il padre, ancor più che con la madre, sembrano avere, secondo i più recenti studi, conseguenze riguardo all'identità futura. Un padre rigido e dispotico al pari di un padre fragile e depresso, possono generare nel figlio seri problemi d’identificazione.
Per Freud, la morte del padre, diventa uno dei temi più significativi della sua indagine psicoanalitica, e con il concetto del complesso di Edipo, impone il punto da cui partire per iniziare una qualsiasi, possibile terapia, atta a districare la vita psichica dei nevrotici di tutto il mondo.
Fatta questa premessa, è possibile provare a pensare l'arte (non solo però) anche come raffinato strumento per controllare gli angoscianti contenuti di alcune nevrosi umane; imparare a gestirle, può significare, per alcuni artisti, approdare nelle zone più selvagge e inesplorate della propria creatività.
E se l'arte sta all’artista come la vita sta all’uomo ne consegue che l'artista, così come l’uomo deve uccidere il padre per raggiungere la maturità e l’affermazione, si troverà costretto a passare sul cadavere del proprio genitore per fare spazio al suo genio. Sottrarsi all'autorità paterna significherà, infatti, nella vita come nell'arte, infrangere le regole che ancora intralciano la crescita personale e la pulsione creativa.
Artisti o no, ai padri non si scampa e di loro non è possibile fare a meno, per amarli, per odiarli, per salvarli e per ucciderli, per conoscere la regola da contraddire, perché essi traccino un limite da oltrepassare.
Resta l'inspiegabilità dell'estro che non si può confinare all’interno del processo psicopatologico, né si consuma con il ribaltamento del prestabilito.
Del resto, lo stesso Freud, esprime apertamente la sua rassegnazione di fronte al mistero del genio artistico, al cospetto del quale la psicoanalisi è costretta a deporre le armi.
Alice Rivagli

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