RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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martedì 6 marzo 2012

L'ospite ostile - Devi piegarti verso ciò che raccogli.

Molto interessante...

L'ospite ostile
Devi piegarti verso ciò che raccogli.

Annamaria Di Giacomo e Stefania Zocco
interagiscono con l'Agorà di Sebastiano Mortellaro

con il contributo di Alessandra Ferlito e Giusi Diana

PERIODO
11 marzo / 14 aprile 2012

VERNISSAGE
Domenica 11 Marzo 2012, ore 18.00

LOCATION
BOCS, via Grimaldi, 150 - 95121 Catania

APERTURA
Visite su appuntamento +39 338 22 03 041


A due mesi dall'apertura, dopo aver ospitato incontri, dibattiti, video-proiezioni e altri eventi che hanno realizzato il significato più profondo della sua presenza al BOCS, l'Agorà di Sebastiano Mortellaro - esplicito invito a vivere lo spazio espositivo come "spazio delle relazioni" - si trova a dialogare con l'intervento di Annamaria Di Giacomo e Stefania Zocco, che vediamo lavorare insieme per la prima volta.
L'opera delle due siciliane, anticipazione di un progetto nato nel 2011 e ancora in via di sviluppo, si innesta su quella preesistente con un peso tale da impedirle di rispondere alla sua funzione primaria: raccogliere i visitatori al suo interno, chiamandoli a sostare di fronte a un dubbio amletico rispetto al quale interrogarsi e confrontarsi. Se l'Agorà (una serra di dimensioni ambientali, il cui ingresso coincide con quello del BOCS) è stata concepita in maniera tale da includere e costringere tutti gli agenti e gli attori all'interno di un'unica scena (un unico volume compatto e chiuso, con un'unica via di entrata/uscita), l'azione del duo vìola - apparentemente - questa premessa basilare e ribalta le posizioni iniziali; si libera dei limiti fisici imposti dalla serra-tempio, ne espande i propositi e agisce attraverso lo "spazio interstiziale" (intermedio, tra le cose, Chôra platonica), dove altri scambi, incontri e relazioni sono ancora possibili.
L'ospite ostile (prima opera del progetto Devi piegarti verso ciò che raccogli) è insieme conseguenza, effetto e, a sua volta, causa; risponde a una richiesta di partecipazione critica, nasce da un'urgenza creativa condivisa e sfocia in impulso all'integrazione. Un corposo strato di cotone grezzo in fiocchi (che Annamaria e Stefania hanno raccolto a mano, nei campi di Gela, ormai incolti da decenni), occupa interamente la superficie calpestabile dell'Agorà, rendendola di fatto impraticabile; allo stesso tempo, la sua presenza ambigua (hospes e hostis, ospite e nemico/estraneo) spinge il fruitore ad esplorare nuove traiettorie (quelle che finora gli erano state negate) e a rinnovare la propria esperienza percettiva e relazionale, in un continuo muoversi tra contenitori e contenuti.

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