RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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sabato 22 ottobre 2016

ALFABETI SOMMERSI a Firenze



Alfabeti sommersi
nel 50° anniversario dell'alluvione di Firenze 
1-13 novembre 2016 

Opere di Emilio Isgrò Anselm Kiefer
e un docufilm immersivo di Beppe Fantacci 
(filmato inedito a colori sull'alluvione)
Un progetto a cura di Marco Bazzini e Sergio Risaliti

Palazzo Vecchio, Sala d'Arme. Piazza della Signoria
Firenze

ASSOCIAZIONE MUS.E

www.musefirenze.it

venerdì 7 ottobre 2016

Convegno "Arte fuori dall'arte" Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano

A Milano un convegno molto interessante... 




Convegno "Arte fuori dall'arte"
1213 ottobre 2016

Università Cattolica del Sacro Cuore
largo Gemelli 1, 20123 Milano


PROGRAMMA

MERCOLEDì 12 OTTOBRE
Aula G127 Pio XI

9.30 Saluti istituzionali e introduzione ai lavori

• Angelo Bianchi, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano
• Francesco Tedeschi, Direttore della Sezione Arte del Dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell’Arte, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano
• Luigi Allegri, Direttore del Dipartimento di Lettere, Arti, Storia e Società, Università degli Studi di Parma
• Claudio Zambianchi, Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Culturali della Sapienza Università di Roma

10.30 Sessione L’urgenza della politica
Coordinano: Elena Di Raddo e Cristina Casero

• Arte e politica negli Stati Uniti tra fine anni Sessanta e inizio anni Settanta — Francesco Poli (Accademia di Belle Arti di Brera, Milano)
• La fiaba, la politica, il segno, l’immaginario — Alessandra Pioselli (Accademia Carrara di Belle Arti, Bergamo)
• Presente solo nell’azione: come si rappresenta una controcultura? L’esempio del Laboratorio di Comunicazione Militante — Katharina Jesberger (University of Applied Arts, Vienna)
• L’Inarchiviabile. I ‘70 e il nuovo paradigma estetico-politico —Marco Scotini (NABA Nuova Accademia di Belle Arti, Milano)
• La Biennale del 1974 e l’istituzionalizzazione del Sessantotto — Vittoria Martini (CAMPO - Corso per curatori della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino)
• La ricerca politico-antropologica di Alberto Moretti — Desdemona Ventroni (Università degli Studi di Firenze)
• Il confronto della “tendenza pop” con l’impegno politico degli anni Settanta: la ricezione postuma della contestazione —Ginevra Addis (IMT. School for Advanced Studies, Lucca)
• Il “teatro statico” di Vincenzo Agnetti. Scultura, teatro e pratiche discorsive – Paola Nicolin (Università Bocconi, Milano)

14.30 Sessione I collettivi
Coordinano: Elena Di Raddo e Francesca Gallo

• Associazionismo di base e movimenti tra politica società e cultura — Lidia Piccioni (Sapienza Università di Roma)
• Testare i limiti dell’istituzione. Collectif d’art sociologique e Gruppo Salerno 75 —Stefano Taccone (Università degli Studi di Salerno)
• Controdidattica e didattica alternativa: gli artisti di Terra di Lavoro per la scuola e l’università pubblica — Luca Palermo (Seconda Università degli Studi di Napoli)
• Arte e impegno sociale in Puglia negli anni ’70: il caso Taranto — Gianluca Marinelli (storico dell'arte, Milano)
• “Il complotto di Zurigo”: la rilettura del Dadaismo nella cultura e nelle pratiche espressive del movimento del ’77 – Raffaella Perna (Sapienza Università di Roma)

16.00 Tavola rotonda
Interventi nella città e lavoro di gruppo
Moderano: Cristina Casero, Elena Di Raddo, Francesca Gallo

• Giovanni Rubino (artista, Milano)
• Fernando De Filippi (artista, Milano)
• Ugo La Pietra (artista, Milano)
• Cesare Pietroiusti (artista, Roma)
• Fernanda Fedi (artista, Milano)

18,00 Visita alla mostra La parola agli artisti. Arte e impegno a Milano negli anni Settanta al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone


GIOVEDì 13 OTTOBRE
Aula G127 Pio XI

09.30 Sessione Le istanze del territorio
Coordinano: Elena Di Raddo e Francesca Gallo

• Gli anni Settanta tra secolarizzazione e rivoluzione — Marco Rizzi (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano)
• Ugo La Pietra: “La guida alternativa alla città di Milano” (1974) — Bianca Trevisan (Università degli Studi di Bergamo)
• Il corpo politico: i disegni di Ernest Pignon-Ernest nel teatro urbano degli anni Settanta —Luca Avanzini (Archivio Simondo, Torino)
• La declinazione pedagogica della performance in Italia negli anni Settanta: Gianni Pettena professore e architetto “radicale” — Caterina Iaquinta (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano)

11.00 Sessione Per una nuova comunicazione
Coordinano: Cristina Casero e Francesca Gallo

• Agnese De Donato, il movimento femminista e la rivista “effe” — Laura Iamurri (Università degli Studi Roma Tre)
• Trento 1971. La rassegna dell’esoeditoria italiana – Anna Zinelli (Università degli Studi di Parma)
• Editoria d’artista ed esoeditoria come luogo di ricerca —Federica Boragina (Università degli Studi di Torino)
• Arte e televisione negli anni ’70. Un esempio di intervento negli spazi della programmazione scolastica della Rai: l’happening di Fabio Mauri Il televisore che piange — Chiara Mari (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano)
• Dal rifiuto dei “deliri formali dell’arte pura” alla pratica militante: Il caso Videobase — Christian Uva (Università degli Studi Roma Tre)
• Arte e cinema al centro internazionale di Brera — Jennifer Malvezzi (Università degli Studi di Parma)

14.30 Sessione Per una nuova comunicazione
Coordinano: Cristina Casero e Elena Di Raddo

• Separare l’arte. La militanza come strumento di lettura dei rapporti tra le artiste e il femminismo degli anni Settanta — Marta Seravalli (Sapienza Università di Roma)
• Agricola Cornelia s.p.a.: altri modelli e metodi dell’arte degli anni Settanta — Carla Subrizi (Sapienza Università di Roma)
•Un esperimento di rifondazione co-operativa: Operazione Roma Eterna, 1974-76 — Sara Catenacci (Sapienza Università di Roma) e Elena Drovandini (storico dell’arte, Roma)
• Oggetti e progetti diversamente funzionali — Carlotta Sylos Calò (Università degli Studi di Roma Tor Vergata)
• Anni Settanta. Arte/Design — Matteo Fochessati (Wolfsoniana, Genova)

16.00 Tavola rotonda Media e società
Moderano: Cristina Casero, Elena Di Raddo, Francesca Gallo

• Emilio Isgrò (artista, Milano)
• Paola Mattioli (artista, Milano)
• Anna Oberto (artista, Genova)
• Tullio Brunone e Ettore Pasculli (artisti, Milano)
• Gianni Emilio Simonetti (artista, Milano)

Conclude Luciano Caramel (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano)

18.30 Chiusura



evento fb
https://www.facebook.com/events/349060232098598/ 

lunedì 19 settembre 2016

SCRIPTA VOLANT Officina della Scrittura a Torino

A Torino un apre nuovo spazio... ed inaugura con una importante collettiva con tanti grandi artisti e molti amici

SCRIPTA VOLANT

 

dal 15.09.2016 al 15.01.2017

La prima mostra dal titolo Scripta Volant sarà inaugurata il 15 settembre e durerà fino al 15 gennaio 2017. Si tratta di una collettiva composta da più di 30 artisti che hanno lavorato sulla scrittura e il segno, coinvolgendo noti galleristi, artisti e collezionisti, che generosamente  hanno prestato per questa occasione opere più che mai significative.
Tra i principali artisti in mostra troviamo Alighiero Boetti, che deve la sua fama ai lavori dedicati alle mappe del mondo, Carla Accardi con la sua calligrafia pittorica inconfondibile, Emilio Isgrò l’artista della cancellatura che è anche poeta, narratore e drammaturgo, Giorgio Griffa uno dei principali esponenti di quella tendenza chiamata Pittura Analitica caratterizzata da segni e colore, Ezio Gribaudo i cui lavori più conosciuti sono i “logogrifi”, Aldo Mondino artista eclettico per eccellenza, Salvo nella cui arte predominano la ricerca dell’io e l’autocompiacimento narcisistico, Valerio Berruti che crea immagini essenziali ed assolute, affrontando in maniera scrupolosa e concentrata il tema degli affetti , della quotidianità e della memoria, Mattia Moreni che diede avvio alla prorompente stagione informale, gestuale e materica, Tobia Ravà con il suo approccio simbolico attraverso le infinite possibilità combinatorie dei numeri, Antonio Meneghetti fondatore dell’OntoArte, e ancora Carol Rama, Luigi Mainolfi, Jessica Caroll, Raymond Pettibon, Giovanni Albanese, Ugo Nespolo, Arrigo Lora Totino, Lamia Ziadé, Sandro Chia, Nicola De Maria fino ai più contemporanei Barbara Nejrotti e Daniele Basso.

In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo edito da Gli ORI per l’Officina della Scrittura e curato da Paola Gribaudo.

lunedì 30 maggio 2016

Isgrò a Milano a Palazzo Reale... a cura di Marco Bazzini

A Palazzo Reale a Milano arriva Isgrò...





Dal 29 giugno al 25 settembre 2016 Milano rende omaggio a Emilio Isgrò con una grande antologica contemporaneamente allestita in più sedi, a cura di Marco Bazzini.
Emilio Isgrò, figura pressoché unica nel panorama dell’arte contemporanea nazionale e internazionale, ha fondato un nuovo linguaggio di grande originalità e trasparenza con le sue celebri cancellature e i suoi interventi sul testo in tutte le lingue e in tutte le forme.
Tre le sedi del progetto espositivo: Palazzo Reale dove sarà esposta una selezione di lavori storici ricca di oltre 200 opere tra libri cancellati, quadri e installazioni; Gallerie d’Italia, con l’anteprima del celebre ritratto di Alessandro Manzoni dipinto da Hayez e cancellato in bianco; Casa del Manzoni, sempre con un nuovo lavoro: “I promessi sposi” cancellati per venticinque lettori e dieci appestati.

Il progetto è promosso e prodotto dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale, Intesa Sanpaolo, Centro Nazionale Studi Manzoniani, dalla casa editrice Electa e nasce da un’idea dell’Archivio Emilio Isgrò.


Una mostra Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale, Archivio Isgrò
A cura di  Marco Bazzini

martedì 4 novembre 2014

MappeMondi a cura di Luca Beatrice




MappeMondi
a cura di Luca Beatrice
13 novembre – 23 dicembre 2014
MARCOROSSI artecontemporanea


Mappamondi, “globi”, mappe del mondo: miniature terrestri che ci accompagnano dall’infanzia, lungo la sottile linea rossa che separa la leggerezza ludica del giocattolo dall’inesauribile mistero di un simbolo che solo la sensibilità artistica è in grado di declinare. Con “MappeMondi” – una mostra a cura di Luca Beatrice – Marcorossi artecontemporanea traduce il tema del globo terrestre in un percorso antologico ricco di sfumature. Arcangelo, Mirko Baricchi, Sergi Barnils, Vanni Cuoghi, Chris Gilmour, Franco Guerzoni, Riccardo Gusmaroli, Emilio Isgrò, Luigi Mainolfi, Mirco Marchelli, Davide Nido, Pino Pinelli, Medath Shafik, The Bounty KillArt: 14 opere di 14 artisti, accompagneranno il pubblico attraverso le mille sfaccettature di un simbolo antico e attuale.
Chiave di volta del mondo moderno, il 1492 non è stato solo l’anno che ha scandito la scoperta dell’America: mentre le caravelle di Colombo si imbattevano nel Nuovo Mondo, chilometri più a Est – nel Vecchio Continente – il cartografo tedesco Martin Behaim creava la prima rappresentazione sferica della Terra a noi pervenuta. La chiamarono Erdapfel (mela terrestre) o “globo terrestre di Norimberga”, ma poco importa: era nato il mappamondo. A distanza di cinque secoli, anziché scadere al rango di oggetto obsoleto e inflazionato, il mappamondo continua a sgranare un’infinita rosa di significati. È invito al viaggio, ma anche simbolo ambivalente che sintetizza una rassicurante miniatura del mondo e al tempo stesso allude al misterioso Vuoto che lo circonda: al Dio che “sospende la Terra sopra il Nulla” di biblica memoria.
Tanto apparentemente concreto quanto intimamente inafferrabile, il mappamondo è un caleidoscopico prisma di significati: una tematica che ha fatto sporadicamente capolino nella poesia - come nelle paradossali rime del Burchiello – e che incontra nelle arti figurative un campo in cui è sempre possibile sperimentare nuove vie. Le “MappeMondi” proposte da Marcorossi artecontemporanea non saranno quindi solo opere pittoriche, ma anche oggetti d’arte tridimensionali: vere e proprie sculture che reinterpreteranno il volto – anzi, i volti - dell’antica “mela terrestre”. Un percorso di respiro internazionale in cui gli artisti intrecceranno un dialogo a più voci.

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Luca Beatrice

Mettere al mondo il mondo


A Davide Nido

Davide Nido è degli anni ’60 e come tutti noi appartiene a quella generazione che ha visto la terra dalla luna. Nel pianeta e nel suo satellite ha trasferito il suo modo di fare pittura attraverso il meccanismo del gesto ripetuto. Ho scritto queste poche righe qualche giorno fa, prima della triste notizia della sua prematura scomparsa. Lo ricordo nei giorni della Biennale di Venezia nel 2009. Allegro, colorato, incredulo. Mi resterà per sempre il suo sorriso.


L’idea di MappeMondi mi è venuta andando dietro col pensiero ad alcune suggestioni. Ho sempre pensato che i confini disegnati dentro una carta geografica, un planisfero o un mappamondo, potessero restituire solo in parte quell’idea di spazio infinito, eppure misurabile, in cui ci troviamo a vivere. E che difficilmente riusciremo ad attraversare tutto, pur se attratti dal viaggio e respinti dall’orrore del domicilio.
L’esperienza del mondo va dunque catalogata e definita, perché scrivere India o dire America ci proietta in qualche modo verso quei luoghi anche se siamo davanti allo schermo di un computer. Persino la forma, lo stivale dell’Italia, l’immensa distesa rettangolare dell’Africa, rimandano automaticamente a ciò che noi abbiamo in testa, un giardino o un deserto.
Se, parafrasando Georges Perec, pensare è uguale a classificare, ogni carta si propone come un insieme di segni e convenzioni che noi riusciamo a leggere proprio perché abituati ad avere a che fare con questi codici. Cos’è l’arte, peraltro, se non un analogo sistema di segni? Noi li accettiamo come tali senza chiederci troppo il perché, in quanto è il contesto che li definisce come tali.
Unire le mappe con i mondi significa trovare il punto di contatto tra una superficie piatta, misurabile con una squadra e un righello per farci un’idea delle distanze precise tra un punto e l’altro, e una forma sferica, tonda, che rappresenta all’incirca ciò che la terra è. E come la si vede da lontano, per esempio dalla luna. Entrambe appartengono al nostro immaginario fin da quando eravamo bambini: la carta geografica appesa sulle pareti di scuola, straordinaria occasione di distrazione durante gli esercizi di matematica a sognare a occhi aperti fughe lontane dalle pareti verdi della classe. In quanto al mondo, la trama dei ricordi si sposta un po’ più avanti: tenere quella sfera in mano significava dominarla, poterne decidere i destini, come il Grande Dittatore di Charlie Chaplin o il gangster di Scarface che aveva scelto questo motto, il mondo è tuo.
Gli artisti scelti per questa mostra hanno scelto chi mappe e chi mondi per raccontare la propria personale idea di geografia. 
Vanni Cuoghi in Maledette piantine ci intrattiene con una consueta scena galante in puro stile settecentesco, dove i sogni di evasione di tre giovani donne si trasfigurano immediatamente in paradisi esotici e terre selvagge.
Carta di viaggio è un lavoro di Franco Guerzoni del 1984, molto lirico e liquido, dove il pianeta ci viene presentato al contrario di come siamo abituati a conoscerlo; i continenti sono macchie blu e il mare una superficie grigia e indefinita. Quest’opera storica ne ispira un’altra, recente, molto più grande.
Riccardo Gusmaroli descrive un mondo d’oro e piatto, circondato da un turbinio vorticoso di barchette bianche, stagliate su fondo monocromo. E’ il mito del viaggio intorno al mondo, del desiderio di evasione e di scoperta; la tensione dell’uomo verso luoghi immaginari e destinazioni lontane.
Emilio Isgrò è il grande artista della cancellatura, che da quasi mezzo secolo lavora sulla perdita d’orientamento e sulla disidentità del luogo, che non potendo più contare sulle convenzioni, è costretto a trovare un diverso linguaggio per rimettersi in cammino.  
In quanto a Luigi Mainolfi, la sua terracotta presenta una planimetria strana formata da pianeti e stelle, un sistema solare alternativo formatosi dal caos, precedente il big bang, che ci fa intravedere mondi possibili, chissà dove ubicati.
Il bronzo di Arcangelo, Pianeta del 1993, ha una forma strana e bitorzoluta, piena di ganci e appigli. E’ qualcosa che ricorda la terra ma non dovrebbe essere lei, una strana creatura partorita dalla fantasia e dalle (nostre) paure.
Mirko Baricchi ha lavorato sulle regole, la sfera inclinata sull’asse e divisa come un’arancia; ma al posto dei continenti e dei mari ha segni misteriosi e ambigui che vengono direttamente dal repertorio dell’artista. Insomma il mondo come autoritratto.
Sergi Barnils tra le sue numerose tecniche utilizzate ha scelto la ceramica. Ha realizzato tre sfere su cui dipinge in blu una forma di scrittura umana che precede il linguaggio, basata su forme elementari, intuitive e improvvisate.
Per Pino Pinelli il mondo non è un’immagine, non soltanto una forma tondeggiante, ma piuttosto un’idea di cosmogonia, di conoscenza delle cose. E’ l’opera più astratta della mostra, quella meno legata alla realtà, ma che ugualmente suggerisce il clima che abbiamo cercato di restituire.
Atlante tiene il mondo come nella mitologia classica, ma non ce la fa più, è schiacciato dal suo stesso peso e non riesce a sostenere le rovine del nostro tempo, i problemi e i guai. Questa la visione della cosmogonia secondo l’ironico gruppo torinese The Bounty Killart.
Chris Gilmour come di consueto usa il suo materiale d’elezione, il cartone, per rifare un oggetto in scala e proporci così la copia della realtà. Un mappamondo da antiquariato, da museo, che appartiene alla storia, al passato.
Per Mirco Marchelli, trovaroba dell’arte di oggi, sul suo mappamondo appoggiato su uno sgabello ha scritto in alfabeto morse il nome di tutti i mari e gli oceani, in modo da suggerire che anche nell’arte il limite della vista può essere superato da altri linguaggi.
Infine Medhat Shafik immagina il mondo dominato (o abitato) da un solo uomo che non esercita alcun tipo di potere ma sta lì con la dignità verticale della scultura. Probabilmente  pensa qualcosa sui nostri destini.

 
MARCOROSSI artecontemporanea
C.so Venezia 29, MILANO

Mappe Mondi
Luca Beatrice
13 novembre – 23 dicembre 2014
da martedì a sabato: 11.00 - 19.00
domeniche di dicembre: 15.00-19.00

domenica 16 febbraio 2014

"ARTE ITALIANA DEL TERZO MILLENNIO: ALLA SCOPERTA DELLA SCENA ARTISTICA IN ITALIA DEI PRIMI ANNI 2000"



Mercoledì 26 febbraio alle ore 17,30 in via della Braida 1 - Milano
presentazione del libro di Fulvio Chimento "ARTE ITALIANA DEL TERZO MILLENNIO: ALLA SCOPERTA DELLA SCENA ARTISTICA IN ITALIA DEI PRIMI ANNI 2000"

Nel volume, in libreria da gennaio, alcuni dei protagonisti del panorama artistico italiano conversano con l'autore sulle tendenze e le principali oscillazioni del gusto dell'arte contemporanea.
Lo presenteranno il critico Stefano Castelli e l'artista Emilio Isgrò, con l'autore Fulvio Chimento,

Arte italiana del terzo millennio (Mimesis, Milano, 2014) si compone di 37 interviste ¬- realizzate tra il 2011 e il 2013 - in cui artisti, curatori, critici, docenti universitari, galleristi, direttori di museo e di riviste d'arte contribuiscono con il proprio punto di vista a creare una chiave di lettura sull'arte contemporanea.

Il volume fornisce uno spaccato sul presente e il futuro del nostro Paese, uno "spazio culturale aperto", che accoglie personalità, stili e spunti differenti, talvolta contrastanti, sul modo di "vivere" e "pensare" i primi anni del nuovo secolo. Analizzare con lucidità il presente, infatti, rappresenta da sempre la sfida più complessa per chi tenta di riconoscere e interpretare i processi culturali, di cui l'arte contemporanea è sicuramente uno degli indici guida: una nuova fioritura in campo artistico passa attraverso un miglioramento complessivo della società in essere e un confronto serrato, e su più livelli, all'interno (e all'esterno) del mondo culturale italiano. 

Tra i contributi si segnalano quelli di Gillo Dorfles, Renato Barilli, Enzo Cannaviello, Emilio Isgrò, Andrea Chiesi, Franco Guerzoni, Eva Marisaldi, Cuoghi Corsello, Walter Niedermayr, Nico Vascellari, Wainer Vaccari, Davide La Rocca, Umberto Chiodi, Chiara Pergola; i direttori del Mart (Rovereto), del Castello di Rivoli (Torino), della Galleria civica (Modena); alcuni docenti delle più prestigiose università italiane; i responsabili di importanti gallerie d'arte di Roma e Napoli; i direttori di riviste d'arte di settore.

Il volume contiene anche un'introduzione critica dell'autore (Il presente è già futuro) e un contributo del giornalista Sebastiano Colombini (Intervista: l'utile imperfezione), mentre la prefazione è firmata dal professor Guido Bartorelli (Mi interessa la verità), che si occupa di avanguardie del primo Novecento all'Università di Padova.


venerdì 25 ottobre 2013

BAU Contenitore di Cultura Contemporanea

Anche l'amico Balzano fra i numerosi talenti presenti a Venezia...




BAU A VENEZIA
BAU Contenitore di Cultura Contemporanea

Fondazione Bevilacqua La Masa - Palazzetto Tito - Dorsoduro 2826 - Venezia
Giovedì 24 ottobre 2013 - ore 18.00 - ingresso libero


Già approdata in numerosi musei, biblioteche e collezioni internazionali,
dal Centro per l'Arte Contemporanea L. Pecci di Prato alla Tate Modern di
Londra, BAU Contenitore di Cultura Contemporanea, una tra le più originali
pubblicazioni d'artista attive in Italia, presenta la sua storia e il
recente numero Dieci presso la Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia. BAU
viene assemblato annualmente sotto forma di cofanetto in tiratura limitata
formato UniA4, contenente opere originali numerate e firmate di autori
storici e giovani emergenti. In dieci anni, la "rete" di BAU ha coinvolto
oltre seicento partecipanti da trenta nazioni. Al numero Dieci della
pubblicazione hanno aderito 105 autori attivi nelle più diverse discipline.
Ospiti dell'incontro a Palazzetto Tito saranno il poeta sperimentale e
performer Alain Arias-Misson e il critico Duccio Dogheria dell'Archivio del
'900 presso il MART di Rovereto.

Gli autori di BAU Dieci: 
Giuliano Allegri | Silvia Ancillotti | Alain
Arias-Misson | Maria Rebecca Ballestra | Christian Balzano | Gianni Barelli
| Vittore Baroni | Massimiliano Barsottelli | Keith Bates | Chiara Bettazzi
| Lapo Binazzi | Maicol Borghetti | Antonino Bove | Luca Brocchini | Myriam
Cappelletti | Dino Castelvecchi | CianographicSisters | Cielosereno (A.V.) |
Ryosuke Cohen | Philip Corner | Gianluca Costantini | Gianluca Cupisti |
Paolo della Bella | Fabio De Poli | Gabriele Dini | Graziano Dovichi |
Bartolomé Ferrando | Luc Fierens | Jenamarie Filaccio | Raffaella Formenti |
Aldo Frangioni | Ignazio Fresu | György Galántai | Carlo Galli | Beatrice
Gallori | Antonella Gandini | Massimo Giacon | Luca Giorgi | Federica
Gonnelli | Patrizia Gozzini | Devis Granziera | Johnny Grieco | Gruppo Open
| Caterina Gualco | Gumdesign | Karl-Friedrich Hacker | Maurice Henry | I
Santini Del Prete | Emilio Isgrò | Jacques Juin | Karadanatromnostazer |
Susanna Lakner | Alessio Larocchi | Luca Leggero | Andrea Lemmi | Le Rane |
Sara Lestini | Gian Paolo Lucato | Paolo Lumini | Gianni Macalli | Riccardo
Macinai | Ruggero Maggi | Edoardo Malagigi | Tonka Malckovic | Attilio
Maltinti | Michele Mariano | Paolo Antonio Martini | Graciela Gutierrez Marx
| Paolo Masi | Anthony Moman | Gertrude Moser-Wagner | Giuliano Orsingher |
Carlo Palli | Gioni David Parra | Manuel Perna | Guido Peruz | Beatrice
Pieroni Lubé | Alessandro Poli | Rudy Pulcinelli | Resmi Al Kafaji | Enzo
Rossi-Ròiss | Michael Rotondi | Lola Savino | Luciana Schinco | Arturo
Schwarz | Antonella Serafini | Fulgor C. Silvi | Skim | Renato Spagnoli |
Aldo Spoldi | Tipigrafici | Maurizio Marco Tozzi | Tommaso Tregnaghi | Paolo
Vandrasch | Maurizio Vanni | Tommaso Vassalle | Paolo Vegas | Sandra Viani |
Tatiana Villani | VipCancro | Renato Volpini | Lutz Wohlrab | Reid Wood |
Virginia Zanetti | Stefano Zattera.
Contributi redazionali: Tatiana
Bazzichelli, Viana Conti, Marvin A. Sackner, Arturo Schwarz - Progetto
grafico: Gumdesign


BAU associazione culturale - www.bauprogetto.net
- info@bauprogetto.net
Fondazione Bevilacqua La Masa - www.bevilacqualamasa.it -
press@bevilacqualamasa.it
 

giovedì 17 gennaio 2013

Al Pecci-Milano Emilio Isgrò per I Martedì Critici



Al Pecci-Milano Emilio Isgrò per I Martedì Critici
22 gennaio 2013 ore 19'30 

Emilio Isgrò

Ospite del primo appuntamento del nuovo ciclo dei Martedì Critici al Museo Pecci di Milano sarà Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, Me, 1936). Artista visivo e concettuale, ma anche poeta, scrittore, drammaturgo, regista e giornalista, Emilio Isgrò è sicuramente uno dei nomi più noti e apprezzati a livello internazionale dell’arte italiana del secondo Novecento. Isgrò ha infatti dato vita a un’opera tra le più rivoluzionarie e originali nell’ambito delle cosiddette seconde Avanguardie degli anni Sessanta, che gli ha valso diverse partecipazioni alla Biennale di Venezia (1972, 1978, 1986, 1993) oltre che ad altre importanti rassegne come le mostre The Artist and the Book in XX Century Italy al MoMA di New York nel 1992, I libri d’artista italiani del Novecento alla Fondazione Peggy Guggenheim di Venezia nel 1994 e l’antologica che il Museo Pecci di Prato gli ha dedicato nel 2008.

Ideatore delle “cancellature” di testi, praticate su enciclopedie, manoscritti, libri, mappe e anche su pellicole cinematografiche, Isgrò ha fatto di questa pratica il perno di tutta la sua ricerca, in una sorta di rilettura a rovescio e di reinterpretazione del linguaggio che da verbale si tramuta, attraverso calibrate manipolazioni, in artistico. “La cancellatura” - chiarisce l’artista - “non è una banale negazione ma piuttosto l’affermazione di nuovi significati: è la trasformazione di un gesto negativo in positivo".

Durante la serata verrà ripercorsa, attraverso una slide show, tutta la sua vicenda artistica.

Organizzazione: Associazione culturale I Martedì Critici
Sede: Museo Pecci - Ripa di Porta Ticinese, 113 - Milano
Ingresso: libero
Orari: martedì ore 19.30-21.30

Contatti: mob. 339 7535051
Mail: imartedicritici@gmail.com
Sito: www.imartedicritici.com ; www.centropecci.it


Con il contributo di:
FASTWEB
SPAZIOBORGOGNO

Media partner:
ARTRIBUNE
EQUIPèCO

Riprese video:
ZEP STUDIO

mercoledì 22 agosto 2012

Dialoghi Contemporanei a cura di Giuseppe Filistad e Giuseppe Morgana



Artisti presenti:
Carla Accardi, Giulio D’Anna, Salvatore Fiume, Antonio Freiles, Emanuele Giuffrida, Piero Guccione, Renato Guttuso, Emilio Isgrò, Giovanni Iudice, Giovanni La Cognata, Giuseppe Mazzullo, Giuseppe Migneco, Fausto Pirandello, Fabio Salafia, Togo, Giuseppe Veneziano

giovedì 24 maggio 2012

Emilio Isgrò. La cancellatura e altri particolari. Opere 1966-1933

Si è inaugurata questa sera allo Studio Gustalla di Milano, la mostra del grande Isgrò, genio del XX secolo. Da vedere!


Emilio Isgrò. La cancellatura e altri particolari. Opere 1966-1933
Studio Guastalla, Via Senato 24, Milano
Inaugurazione giovedì 24 maggio 2012 ore 18
Sarà presente l’artista

Catalogo in galleria con un’intervista di Silvia Guastalla a Emilio Isgrò

La mostra sarà aperta fino al 27 luglio
Orari: 10-13 15-19, chiuso lunedì e festivi


Con questa mostra che inaugura giovedì 24 maggio Studio Guastalla propone trentacinque opere che rappresentano i momenti più salienti della produzione "storica" di Emilio Isgrò, negli anni Sessanta e Settanta del Novecento. Le celebri Cancellature (tra cui una delle prime, un volume cancellato nel 1969 del Dizionario Enciclopedico Utet, oltre ad alcuni volumi cancellati dell'Enciclopedia Treccani, a due mappe geografiche, ad alcuni Telex e ad altri libri) sono testi in cui l’artista ha coperto le righe scritte con i tipici segni neri della censura, lasciando solo alcune parole. Nelle lettere estratte dal contesto compare, solitaria, all’interno di grandi campiture bianche, una lettera (o una nota musicale), che l’artista dichiara di aver estratto da una parola (o da uno spartito). I particolari sono grandi macchie grigie (apparentemente forme astratte), che in realtà, come veniamo a sapere da una frase in italiano e in inglese, sono una parte piccolissima dell’immagine in bianco e nero di un personaggio famoso, tratta probabilmente da un giornale, ingrandita un numero di volte dichiarato con precisione matematica. Di quale parte del corpo non è dato sapere: l’ingrandimento in realtà “cancella” la visione complessiva. I "Kissinger" sono grandi campiture grigie in cui l'artista invita a vedere, attraverso sottostanti frasi in latino, il celebre statista americano - ovviamente invisibile - mentre scende dall'aereo o compie altre azioni. Le Storie rosse alludono all'epopea delle rivoluzioni novecentesche attraverso grandi campiture rosse (il colore mitografico del proletariato in lotta), che "cancellano" la figura eroica (Trotskij nel caso dell'opera esposta in questa mostra) di cui una didascalia racconta le gesta. Gesta che però non sono eroiche, ma banalmente quotidiane: Trotskij cade, Fidel Castro sale, Mao Tsetung dorme, Rosa Luxemburg passeggia...
Cancellare, correggere, ingrandire, nascondere, ingigantire, coprire con il colore: si tratta, come suggerisce il titolo della mostra, di varie e multiformi versioni della cancellatura, di quella operazione di "igiene mentale del linguaggio" che, nata in un clima di avanguardia, quasi mezzo secolo fa, rivela ancora una grande vitalità e capacità di indurre alla riflessione.
Isgrò non cancella per censurare, il suo non è un gesto distruttivo, bensì creativo. La cancellatura serve a rivelare la parola non cancellata, a farla germogliare, a farla entrare in contatto con altre parole lontane nel testo, sprigionando così nuovi significati. La cancellatura, come tutte le altre operazioni sulla lingua e sull'immagine che Isgrò realizza negli anni '60 e '70 (le frasi tradotte in varie lingue, l’uso del latino per descrivere situazioni contemporanee, le forme dilatate fino a risultare irriconoscibili) è un processo rigenerativo della parola e della comunicazione, è un tentativo, riuscito, di attaccare e decostruire la pretesa di univocità e di veridicità dei messaggi, di svelarne i limiti, di denunciarne l’illusione di inconfutabilità, di liberare il segno da una relazione “automatica” con il significato. Isgrò dilata attraverso la cancellatura il potere evocativo della parola e dell'immagine, creando legami imprevisti e spiazzanti che a distanza di decenni, in un mondo ormai completamente saturo di informazioni, ci chiedono di soffermarci a cercare il senso meno ovvio delle parole.
Ironia, straniamento, echi della sofistica greca creano in queste opere un corto circuito fecondo, che a distanza di anni dalla loro creazione risulta potenziato nella sua capacità di stravolgere il senso comune della comunicazione dal fatto che personaggi come Craxi, Giscard d'Estaing, Kissinger o Mao sono ormai sottratti all'attualità.
"Io non lavoro sulla clonazione planetaria” scrive Isgrò. “Non ingrandisco ciò che di per sé è fin troppo vistoso, e dunque non ha bisogno di ingrandimenti ulteriori. Io, più modestamente, ingrandisco l'invisibile. Il seme che non si vede. Ma c'è."
Sottoposti quotidianamente alla tortura di troppe immagini e di troppi messaggi - tanto che da più parti viene ormai invocata la necessità di una periodica "cancellatura" della comunicazione, sotto forma di spegnimento della connessione a internet e ai social network - le opere di Isgrò hanno la capacità di accompagnarci, con la leggerezza dell’ironia, "oltre lo specchio" dei significati scontati, ingrandendo per noi ciò che merita di essere visto ma non è sotto gli occhi di tutti.

Contemporaneamente alla Fondazione Marconi Arte Moderna e Contemporanea in Via Tadino 15 “Var Ve Yok”, La mostra è cancellata, di Emilio Isgrò
 

martedì 1 novembre 2011

CASA AUT a Cinisi

Un bel gruppo di artisti riuniti da Laboratorio Saccardi per una mostra che definirla solamente mostra è riduttivo. Il messaggio va oltre! Un modo più che intelligente per portare avanti una battaglia che da sempre attanaglia la Sicilia (luogo comune) e non solo (dura realtà)...

Casa AUT

(SIKANIA RISING PROJECT)
venerdì 11 novembre · 18.00 - 21.00
A cura del Laboratorio Saccardi.

ARTISTI:

LABORATORIO SACCARDI - FRANCESCO DE GRANDI - ANDREA DI MARCO - FABIO BONANNI - ALESSANDRO BAZAN - DOTT. PIRA - ALFONSO LETO - MARCO PRESTIA - VALENTINA GLORIOSO - MANFREDI BENINATI - ENZO CUCCHI - FRANCESCO TAGLIAVIA - FULVIO DI PIAZZA - MARCO NERI - FEDERICO LUPO - TOTI GARAFFA - EMILIO ISGRO’ - FABIO SGROI - LETIZIA BATTAGLIA - NICOLA PUCCI - CESARE INSERILLO - CARLO SPIGA - FRANCESCO LAURETTA - SERGIO AMATO - LARVA108 - DANIELE VILLA - JACOPO BENASSI - EMANUELE KABU - MASSIMILIANO BOMBA - MILENA MUZQUIZ - MARCO CINGOLANI - SERGIO CASCAVILLA - LINDA RANDAZZO - LAURA GIARDINO - SILVIA ARGIOLAS - UGO IN THE KITCHEN - EMANUELE GIUFFRIDA - IGOR SCALISI PALMINTERI - DESIDERIA BURGIO - MASSIMO KAUFMANN - GEORGE SALAMEH - CARLO CISLAGHI - CHIARA SCARFO’ - ALFREDO D’AMATO - GASPARE MUTOLO - VITO STASSI - COSIMO PIEDISCALZI - STEFANIA ARTUSI - MARICETTA MEGNA - ENRICO PIRAS - MARIA FRANCESCA TASSI - EZIO FERRERI - VINCENZO TODARO - FABIOLA NICOLETTI - DEM - MARCO PAPA - SALVO CUCCIA - MARTINA DI TRAPANI - LINDA GLORIOSO - NIKE PIRRONE - ROSANGELA LEOTTA - LUCA ROSSI - FILIPPO MANNINO - WILLIAM MARC ZANGHI - PEPPE GESU'- PIETRO MATTEO PALAZZO - SIMONA SCADUTO - ALESSANDRO DI GIUGNO -STEFANIA ROMANO - MARCELLO BUFFA - TOMMASO BONAVENTURA - ANDREA BUGLISI - MARILENA MANZELLA - GAETANO PORCASI .

VERNISSAGE : 11/ 11 / 11
La mostra sarà visibile sino al 27/11/11


I luoghi assorbono e restituiscono come spugne ciò che i loro abitanti vivono al loro interno. Nutrendosi avidamente delle nostre energie, mutano rapidamente in immaginifici, personalissimi, santuari. Nell’antichità il tempio (dal latino templum, recinto consacrato) era una struttura architettonica utilizzata come luogo di culto, eretta in luoghi che presentavano particolari vibrazioni energetiche e proprio tali energie sotterranee ne motivavano la costruzione. Queste linee energetiche, proprio come le vene delle terra, sono dei canali in cui scorre una potente energia. Nelle aree del pianeta dove si intersecano le Ley Line spesso sono collocati siti sacri importanti ed enigmatici ed è proprio seguendo queste linee del drago che negli anni ’20 del secolo scorso Aleister Crowley fondò a Cefalù (Sicilia) l’Abbazia di Thelema. Crowley trasformò una semplicissima, popolare abitazione in un tempio dell’occultismo mondiale, situato a un chilometro a sud dal Duomo di Cefalù, sulla sua stessa linea energetica. Oggi dell’abbazia di Thelema rimangono solo rovine che attirano ancora moltissimi visitatori da tutto il mondo, le energie sono rimaste intatte nonostante il tempio si sparito quasi del tutto. Le energie dei luoghi vibrano e così, per risultanza, le personalità che abitano quei luoghi vibrano in maniera ancora più forte. L’abbazia dovrebbe essere riattivata, ricostruita, alle energie esistenti e alle energie immesse dall’occultista inglese dovrebbero essere iniettate nuove forze, un nuovo fluido vitale, attraverso l’arte che è un mezzo perfetto per la riconversione energetica dei luoghi. L’abbazia di Thelema è una proprietà privata e difficilmente sarà possibile attuare un simile progetto. E’ invece possibile grazie alla lungimiranza di amministratori avveduti e illuminati , intervenire su un altro luogo simbolico siciliano, un’altra abitazione, semplicissima, più popolare e segreta di Thelema e per anni totalmente inaccessibile a visitatori. Si tratta della casa del Boss Gaetano Badalamenti a Cinisi (20 km da Palermo). Uno dei capi più importanti della storia della mafia siciliana e della malavita internazionale, don Tano detto “il boss dei due mondi”, uno dei realizzatori della cosidetta “Pizza Connection”, un anello del narcotraffico del valore di miliardi di dollari. Attraverso l’aereoporto “Falcone-Borsellino” di Puntaraisi (Pa) che lo stesso Badalamenti fece costruire nelle sue terre, il boss importava eroina dal Medio Oriente, utilizzando, dal 1975 al 1984 circa, come centro di spaccio il retro di molte pizzerie degli Stati Uniti medio- occidentali. Per la costruzione dell’aeroporto, uno dei più pericolosi d’Europa perche' troppo vicino al mare e troppo vicino alle montagne, don Tano con le sue cave devastò divorandolo il gruppo di montagne che si estende intorno al capoluogo siciliano, mortificando per sempre il territorio. Don Tano Badalamenti è pero conosciuto ai più come mandante dell’omicidio di Giuseppe Impastato, un giovane attivista che attraverso la radio libera “RADIO AUT” di Terrasini denunciava i mafiosi del territorio, le loro collusioni e i loro business, e sopratutto il capo assoluto di Cinisi, il gran Capo Don Tano Seduto padrone di Mafiopoli come Impastato lo dipingeva nei suoi programmi radiofonici. Don Gaetano Badalamenti è morto ad Ayer ( Massachusetts)il 29 aprile 2004. Da qualche anno la sua casa è stata espropriata dallo Stato ed è stata assegnata al Comune di Cinisi e alle associazioni che ricordano la figura di Peppino Impastato. La Casa dei 100 passi o forse meno che si percorrono dalla casa di Peppino a quella del Boss, la casa del film che ha reso note le vite dei suoi protagonisti al grande pubblico. 100 passi che tracciano una linea energetica invisibile tra il bene e il male, una linea che va da A ad A. La casa di Giuseppe Impastato è da tempo gestita dall’Associazione ” casa memoria” ovvero la famiglia di Peppino che ne conserva la memoria storica. L’altra casa invece è oggi vuota, completamente agibile e integra. Le sue mura sono intatte, pregne dell’energia del suo particolarissimo proprietario, immacolate così come Don Tano le ha lasciate. Questa modesta casa è un simbolo importante per Cinisi, per la Sicilia e l’Italia tutta, è un simbolo che verrà rivalutato, segnando un nuovo passo per risorgere.

Il frontone del teatro più grande della Sicilia, il teatro Massimo, recita la scritta “L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita …..”, l’arte ha anche questo compito importante. Una mostra d’arte che rappresenta una volontà chiara e attiva per un cambiamento. Un messaggio chiaro e inequivocabile di riscatto che gli artisti siciliani e l’attuale assessore alla cultura Vincenzo Cusumano sentono personalmente come atto dovuto e voluto per la lotta contro l’ignoranza e l’oppressione.

Questa mostra è dedicata a Giuseppe Guddemi (PEPPE GESU’) artista incompreso recentemente scomparso.

INFO :

Titolo : CASA AUT
A cura di : Laboratorio Saccardi
Opening :11 novembre 2011 , ore 18:00
Durata : 11 novembre / 27 novembre 2011
Sede : Ex casa Badalamenti - Corso Umberto I n°183 CINISI ( PA )
Orari : 17:00 - 20:00
Ingresso gratuito
Contatti : laboratoriosaccardi@yahoo.it - info@vincenzocusumano.it - zelle@zelle.it

Si ringrazia: Comune di Cinisi - Associazione culturale CASAMEMORIA - Associazione culturale PEPPINO IMPASTATO - Addio pizzo

media partner:TRIBEART www.tribenet.it
http://casaaut.tumblr.com/

venerdì 8 aprile 2011

"Affinità Elettive" a cura di Luigi Meneghelli, a Trento

Che Luigi Meneghelli abbia delle qualità straordinarie nel curare le proprie mostre è cosa ormai risaputa. In questa situazione ritengo si sia superato. Fino al 30 giugno a Trento




L'esposizione “Affinità Elettive”, mette a confronto quattro giovani emergenti (Elena Monzo, Pierluca Cetera, Valentina Miorandi, Stefano Abbiati) con quattro maestri storici (Alighiero Boetti, Bill Viola, Emilio Isgrò, Giuseppe Penone): essa intende evidenziare la migrazione di motivi, di ipotesi, di composizioni tra l'ieri e l'oggi, tra energie antiche e nuovi quesiti. Da questa comparazione emergonono segrete e mai sospettateinfluenze linguistiche, parentele addirittura inconsce, che portano ad una nuova interpretazione dell'arte degli stessi “maestri”. Già Beaudelaire, del resto, più di un secolo e mezzo fa, parlava di lunghi echi che si confondono in una “unità tenebrosa e profonda, vasta come la notte e il chiarore”: una zona limite, inafferrabile, imprecisata e misteriosa, molto interna e nascosta tra opera e opera.
Non quindi uno sguardo diretto, imperioso, monodirezionale, ma uno sguardo che deborda, che intreccia relazioni, che trasforma conoscenze, che ridefinisce l'ordine delle cose, dei luoghi, dei tempi. E' come se ricordo e contemporaneità si intrecciassero per far sorgere imprevisti e inediti significati. Così le “cancellature” di Isgrò con i loro inabissamenti visivi si relazionano con l’ ”Inno d'Italia” di Miorandi ridotto all’asetticità di un “33 giri”e quel bisogno di arrivare al tema della scissione e del doppio di Boetti, nella figurazione della Monzo diventa una connessione scintillante e insieme inquieta di corpi. Mentre l'azione di Penone che lascia sulle cose l'impronta della propria identità si rovescia in Abbiati in un'ombra che sembra essudare dal fondo delle sue tavole lignee e le immagini di Viola che si muovono impercettibilmente sullo schermo si trasformano in Cetera in una pittura retroilluminata che sembra paradossalmente prendere vita davanti ai nostri occhi.
Dunque “Affinità Elettive” intese come “focolai di contatto, come “flussi di risonanza”, dove i motivi si influenzano, interferiscono, creano un mosaico del visibile capace di suscitare nuove visioni. Soprattutto dove tutti i tempi “danzano insieme”, come si addice ad un'epoca “post-storica” come la nostra.


Galleria Arte Contemporanea Boccanera
Via Milano 128/130
Trento, Italy