Che Luigi Meneghelli abbia delle qualità straordinarie nel curare le proprie mostre è cosa ormai risaputa. In questa situazione ritengo si sia superato. Fino al 30 giugno a Trento
L'esposizione “Affinità Elettive”, mette a confronto quattro giovani emergenti (Elena Monzo, Pierluca Cetera, Valentina Miorandi, Stefano Abbiati) con quattro maestri storici (Alighiero Boetti, Bill Viola, Emilio Isgrò, Giuseppe Penone): essa intende evidenziare la migrazione di motivi, di ipotesi, di composizioni tra l'ieri e l'oggi, tra energie antiche e nuovi quesiti. Da questa comparazione emergonono segrete e mai sospettateinfluenze linguistiche, parentele addirittura inconsce, che portano ad una nuova interpretazione dell'arte degli stessi “maestri”. Già Beaudelaire, del resto, più di un secolo e mezzo fa, parlava di lunghi echi che si confondono in una “unità tenebrosa e profonda, vasta come la notte e il chiarore”: una zona limite, inafferrabile, imprecisata e misteriosa, molto interna e nascosta tra opera e opera.
Non quindi uno sguardo diretto, imperioso, monodirezionale, ma uno sguardo che deborda, che intreccia relazioni, che trasforma conoscenze, che ridefinisce l'ordine delle cose, dei luoghi, dei tempi. E' come se ricordo e contemporaneità si intrecciassero per far sorgere imprevisti e inediti significati. Così le “cancellature” di Isgrò con i loro inabissamenti visivi si relazionano con l’ ”Inno d'Italia” di Miorandi ridotto all’asetticità di un “33 giri”e quel bisogno di arrivare al tema della scissione e del doppio di Boetti, nella figurazione della Monzo diventa una connessione scintillante e insieme inquieta di corpi. Mentre l'azione di Penone che lascia sulle cose l'impronta della propria identità si rovescia in Abbiati in un'ombra che sembra essudare dal fondo delle sue tavole lignee e le immagini di Viola che si muovono impercettibilmente sullo schermo si trasformano in Cetera in una pittura retroilluminata che sembra paradossalmente prendere vita davanti ai nostri occhi.
Dunque “Affinità Elettive” intese come “focolai di contatto, come “flussi di risonanza”, dove i motivi si influenzano, interferiscono, creano un mosaico del visibile capace di suscitare nuove visioni. Soprattutto dove tutti i tempi “danzano insieme”, come si addice ad un'epoca “post-storica” come la nostra.
Non quindi uno sguardo diretto, imperioso, monodirezionale, ma uno sguardo che deborda, che intreccia relazioni, che trasforma conoscenze, che ridefinisce l'ordine delle cose, dei luoghi, dei tempi. E' come se ricordo e contemporaneità si intrecciassero per far sorgere imprevisti e inediti significati. Così le “cancellature” di Isgrò con i loro inabissamenti visivi si relazionano con l’ ”Inno d'Italia” di Miorandi ridotto all’asetticità di un “33 giri”e quel bisogno di arrivare al tema della scissione e del doppio di Boetti, nella figurazione della Monzo diventa una connessione scintillante e insieme inquieta di corpi. Mentre l'azione di Penone che lascia sulle cose l'impronta della propria identità si rovescia in Abbiati in un'ombra che sembra essudare dal fondo delle sue tavole lignee e le immagini di Viola che si muovono impercettibilmente sullo schermo si trasformano in Cetera in una pittura retroilluminata che sembra paradossalmente prendere vita davanti ai nostri occhi.
Dunque “Affinità Elettive” intese come “focolai di contatto, come “flussi di risonanza”, dove i motivi si influenzano, interferiscono, creano un mosaico del visibile capace di suscitare nuove visioni. Soprattutto dove tutti i tempi “danzano insieme”, come si addice ad un'epoca “post-storica” come la nostra.
Galleria Arte Contemporanea Boccanera
Via Milano 128/130
Trento, Italy
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