Un altro evento "fuori Fiera" da vedere a Bologna...
Ma-Donne è inserita nel calendario delle iniziative di Arte Fiera OFF e parteciperà anche in occasione della Art White Night di sabato 28 gennaio, quando lo spazio rimarrà aperto fino a tarda ora.
L’inaugurazione è prevista per venerdì 27 gennaio 2012 alle ore 18,30 alla presenza dell’artista e della curatrice. In esposizione alcune tele della pittrice bolognese, incentrate sulle figure femminili come elemento salvifico proiettato nel futuro. “Soggetti diversi”, spiega la Serenari, “bambine, donne, madonne, dèe o streghe. Icone femminili che rappresento in questa mostra e che sembrano vivere la dimensione sospesa e metafisica di un tempo congelato, seppur esprimendo la loro vocazione di futuribili guerriere...”
ROBERTA SERENARI : MA-DONNE, SOVRANE DEL SE’
Roberta Serenari è artista- pittrice di mondi paralleli e sotterranei, la cui luce di sghembo ama ritagliare nel mistero le sue figure dalla chiara oscurità. Figure femminili come icone del mondo al di là del mondo,ognuna delle quali è un cesello d’ombra su un clamore di velluto.
Che siano madonne, dèe, streghe o bambine, stanno tutte raccolte in una nicchia di altera inafferrabilità, eppur vissute, eppur segnate da una vita estranea e farneticante, ma sempre inalterabili da alcunché di umano e di terreno. Impenetrabili e indecifrabili, vegliano i nostri sogni inquieti, visitano le nostre notti come succubi bisognosi di dedizione e di totale devozione, e non importa se irrompono dentro i nostri pensieri come un incubo, perché esse portano con sé lo stigma della nuova coscienza, della profonda lucidità psichica.
Come vere personificazioni del femminino esse incarnano la potenza immaginifica dell’archetipo cui appartengono e che agisce su di noi con il potere soverchiante dell’inconscio. Sono sovrane del metaxy, del regno di mezzo, e come tali portano dietro di sé lo strascico di una regalità severa ma scintillante, lasciando nel loro passaggio tracce di numinose presenze, di strani fremiti della mente.
Così il realismo magico della Serenari ci pone subito in contatto con la nostra alterità, e con le sue inquiete epifanie, con le sue enigmatiche immanenze, rende il non-detto più gravoso e persistente di un grido.
E in quell’apparente immobilità che “muove”si agitano tutte le larvate forme dell’immaginario, dal doppio al suo fantasma, e tutto ciò che non trova più spazio né collocazione nella nostra limitata razionalità. Così queste ma-donne, dèe oscure e sovrane del sé, ne trovano uno dilatato e infinito nelle nostre paure ed ipocondrie, nei recessi più inconoscibili del nostro essere.
E come ogni archetipo anche il Femminino di Roberta Serenari , addita e ammicca ad una salvezza, quella capacità illuminante di perdersi in qualcosa di eterno – nell’anima e nella bellezza – senza dover e poter più ritornare come e ciò che si era prima.-
Maria Rita Montagnani
ROBERTA SERENARI : MA-DONNE, SOVRANE DEL SE’
Roberta Serenari è artista- pittrice di mondi paralleli e sotterranei, la cui luce di sghembo ama ritagliare nel mistero le sue figure dalla chiara oscurità. Figure femminili come icone del mondo al di là del mondo,ognuna delle quali è un cesello d’ombra su un clamore di velluto.
Che siano madonne, dèe, streghe o bambine, stanno tutte raccolte in una nicchia di altera inafferrabilità, eppur vissute, eppur segnate da una vita estranea e farneticante, ma sempre inalterabili da alcunché di umano e di terreno. Impenetrabili e indecifrabili, vegliano i nostri sogni inquieti, visitano le nostre notti come succubi bisognosi di dedizione e di totale devozione, e non importa se irrompono dentro i nostri pensieri come un incubo, perché esse portano con sé lo stigma della nuova coscienza, della profonda lucidità psichica.
Come vere personificazioni del femminino esse incarnano la potenza immaginifica dell’archetipo cui appartengono e che agisce su di noi con il potere soverchiante dell’inconscio. Sono sovrane del metaxy, del regno di mezzo, e come tali portano dietro di sé lo strascico di una regalità severa ma scintillante, lasciando nel loro passaggio tracce di numinose presenze, di strani fremiti della mente.
Così il realismo magico della Serenari ci pone subito in contatto con la nostra alterità, e con le sue inquiete epifanie, con le sue enigmatiche immanenze, rende il non-detto più gravoso e persistente di un grido.
E in quell’apparente immobilità che “muove”si agitano tutte le larvate forme dell’immaginario, dal doppio al suo fantasma, e tutto ciò che non trova più spazio né collocazione nella nostra limitata razionalità. Così queste ma-donne, dèe oscure e sovrane del sé, ne trovano uno dilatato e infinito nelle nostre paure ed ipocondrie, nei recessi più inconoscibili del nostro essere.
E come ogni archetipo anche il Femminino di Roberta Serenari , addita e ammicca ad una salvezza, quella capacità illuminante di perdersi in qualcosa di eterno – nell’anima e nella bellezza – senza dover e poter più ritornare come e ciò che si era prima.-
Maria Rita Montagnani
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