Mi piace definirla una pittrice che fotografa. La sua arte è fatta di strutture, luce, aria e atmosfere. Atmosfere impalpabili, fatte di luminosità e polvere, che ferma con un "click" della sua macchina fotografica e trasforma con il colore ed il pennello al cavalletto, in emozioni vibranti.
Indaga la natura ed i luoghi della spiritualità. Per lei, questo è un'esigenza, una ricerca interiore, quasi un mandala.
Le metropoli, invece, con le loro stazioni, i movimenti delle persone e i loro spostamenti, sono la metafora che utilizza per una citazione quasi autobiografica. Rappresentano in parte, i suoi continui migrare, quasi un racconto di viaggio.
Di origine Russa, la sua famiglia arrivò in Argentina all'inizio del XX secolo. Oggi Karina, si può assolutamente definire "cittadina del mondo".
Personalmente l'ho conosciuta a Miami, anni fa. Allora viveva fra gli Stati Uniti e la Spagna. Oggi è tornata in Argentina ma la sua seconda patria è l'Italia. A breve una personale al Museo della Cattedrale a La Plata (Argentina) e a novembre una sua personale al Museo del Design a Torino. Raffinata e colta, è riuscita a caratterizzare la sua creatività dando una modernità al concetto di figurativo. Un'arte fatta di contaminazione fra fotografia e pittura.
Notre Dame de Paris - 2011- tec.mista su tela |
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