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martedì 16 febbraio 2010

Prospettive Contemporanee - Capitolo 4

Eccomi alla pubblicazione del quarto Capitolo della rassegna Prospettive Contemporanee. Il protagonista è Stefano Fioresi, uno degli artisti che meglio rappresentano il connubio fra uomo e città. Dalla tecnica personalissima è assolutamente uno dei protagonisti della scena contemporanea.

Introduzione e comunicato stampa a CAPITOLO 4

Dopo la consueta pausa estiva,riprende a pieno ritmo l'attività dello Studio Art Gallery “La Contemporanea” che si accinge ad inaugurare il quarto capitolo della rassegna “Prospettive Contemporanee”-L'Arte dell'architettura e l'Architettura dell'Arte.La mostra, che vedrà come protagonista le opere di Stefano Fioresi,fa parte,lo ricordiamo,del ciclo espositivo che raduna autori importanti del panorama artistico attuale e che sono accomunati dal soggetto della loro ricerca,l'Architettura appunto,affrontata e risolta con tecniche e “visuali” differenti .Un tema questo scelto per richiamare l'attività principale de “La Contemporanea” che nasce principalmente come studio di progettazione e design.

Capitolo 4 -Personale di Stefano Fioresi è il frutto del soggiorno dell'artista a New York ed è singolarmente incentrata sui ponti della Grande Mela. ManhattanBridge ,BrooklinBridge, Geoge Washington Bridge,ecc. diventano pertanto protagonisti di un'esposizione che si articola in tre fasi,tre momenti di studio differente dei soggetti:si parte dai disegni “sperimentali” di tecnica mista(acrilico,grafite e inchiostro su carta) per arrivare alle opere che riprendono lo stile pittorico tipico di Fioresi, per le quali utilizza l'acrilico e la resina su tela. In queste realizzazioni l'attenzione non si concentra esclusivamente sulle strutture architettoniche, ma anche e soprattutto sugli elementi di contorno,le “figure” che le animano e le popolano,il cosiddetto “folclore urbano”.Un'interpretazione in stile Pop Art rivista in chiave contemporanea di situazioni rubate al quotidiano, dove si gioca sul contrasto tra ciò che c'è di più mutevole proposto in un fumettistico b/n e ciò che è permanente, l' onnipresente, romantico, colorato scenario di vita metropolitana.

Prosegue anche la collaborazione con Luca Mottaran,i cui contributi lirici andranno nuovamente a creare una brillante sinergia tra Arte e Poesia.Scritti inediti, in cui l'autore si concentra sui concetti di Architettura e Pittural,lasciandosi liberamente inspirare dai quadri in esposizione. Luca Mottaran, laureato in Filosofia e giornalista freelance, ha pubblicato nel 2008 "Etatomare",la sua prima silloge poetica edita dalla casa editrice Il Filo.


Testi:
Capitolo Quattro - Stefano Fioresi

Da Wikipedia:
-Il tema del rapporto tra pittore e modella era stato affrontato da Picasso già nel 1926 con un dipinto che ha quasi lo stesso nome; ma già nel passato (e poi ancora in epoca più recente) altri pittori si erano cimentati - in chiave differente e con risultati diversi - con questa affascinante fonte di ispirazione artistica. Fra essi, gli italiani Caravaggio e Vasari (che da una modella ebbe anche quasi certamente un figlio) e l'olandese Vermeer (che della giovane domestica Griet fece la sua musa ispiratrice); fra gli artisti contemporanei sensibili alla tematica sono da segnalare - per il felice esito del tocco e della visionarietà pittorica - Tullio Pericoli e Milo Manara.-

Perché iniziare una presentazione di una mostra personale con una citazione del genere?
La risposta è semplice: perché il rapporto che esiste fra l’opera di Stefano Fioresi e le “sue” città, è molto simile, se non lo stesso.
Il medesimo rapporto che poteva nascere in passato fra alcuni grandi maestri e le loro modelle.
Un rapporto intimo ed intimistico che rende ancora oggi quel rapporto indissolubile e duraturo.
I temi trattati da Stefano Fioresi, non si limitano ad essere solo una rappresentazione di luoghi noti e riconoscibili, che appartengono ad uno scenario quotidiano di immaginazione collettiva, ma rappresentano un rapporto basato su sentimenti di amore e rispetto, nei confronti di quelle città, che Fioresi tratta come sue modelle nella propria personalissima rivisitazione neo-pop.

In Prospettive Contemporanee – CAPITOLO QUATTRO, però, l’artista pone l’attenzione solo su alcuni particolari di queste sue “modelle” (come potrebbe avvenire nel caso di un ritratto ad una figura e si volessero mettere in luce solamente certi dettagli, ad esempio uno sguardo o un sorriso): i grandi ponti della città di New York. Tutta la mostra è, infatti, sviluppata sulla rappresentazione di quelle strutture architettoniche, cariche di molteplici significati.
La città/modella in questione è New York, ed in particolare l’isola di Manhattan, che proprio grazie ai suoi numerosi ponti, è collegata al resto degli Stati Uniti.
Ancora una volta ci troviamo di fronte al concetto di “legame”. Un legame forte, vitale.
Un ponte, lega, unisce e rende possibili spostamenti e trasferimenti, come un cordone ombelicale permette al feto di vivere e crescere nel ventre della propria madre.
La mostra è composta da quindici opere inedite e realizzate per l’occasione.

Questi quindici lavori sono nati dalla creatività dell’artista durante l’ultimo e recentissimo viaggio nella Grande Mela.
E’ composta da cinque disegni, cinque resine e cinque collages. Tre tecniche differenti ma che appartengono in ugual misura (e da sempre) al modo di esprimersi di Fioresi. La conoscenza tecnica e l’utilizzo di materiali a volte anche “impropri alla pittura convenzionale, sono frutto di anni di ricerca e sperimentazione che ha portato questo artista modenese ad essere uno degli artisti più rappresentativi della giovane corrente Neo-Pop.

Facendo poi, un ovvio ma doveroso, riferimento alla Pop-Art, emergono però alcuni elementi di netta rottura con la corrente nata anglosassone e naturalizzata americana e l’opera di Fioresi. Nasce quasi spontaneo in questo caso, citare forse il più noto fra gli artisti della Pop-Art: Andy Warhol.
In un azzardato ed altisonante parallelo fra i due, emerge immediatamente un modo diametralmente opposto nell’indagine, la gestione e la risoluzione, del rapporto soggetto/colore.
In Warhol il mezzo per mettere in risalto il soggetto dell’opera, sia che quest’ultimo fosse un personaggio noto o una scatola di detersivo, erano i colori del soggetto indagato su di una campitura neutra.
Per il nostro Stefano Fioresi le parti si invertono. I fondi sono spesso coloratissimi, se non addirittura creati con elementi fotografici (estrapolati da scatti propri), ed il soggetto, è sempre risolto con la stesura di una resina industriale bianca o nera, (miscelata a polvere di marmo per ottenere ed esasperare un effetto materico), che sfrutta ancora di più l’effetto “contrasto” e obbliga l’interlocutore a fare immediatamente proprio l’elemento principale dell’opera stessa.

I risultato è un gesto personale, proprio. Riconosciuto e riconoscibile, che in questa equilibratissima mostra torinese porta ancora una volta Stefano Fioresi al centro dello scenario contemporaneo e se mai ce ne fosse ancora bisogno, conferma la sua fondamentale presenza in un mercato solido e in continua affermazione, come quello dalla giovane arte italiana.

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